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Full text of "MC microcomputer 106 1991"

See other formats



Polaroid 
Presentation Copier 
Corate Otolus 20 
Norton Aniivirus 
Virus: storia e futuro 
Windows 3: 
Toolbook, 
PageMaker 4.0 
e Persuasion 
Haunever CeBIT '9t 


soluiiene di rete se 486/33 


TrackMan |Kr Mar e portatili, 
maese per Amiga e Mar, 
SrajMaa 33 per MS-DOS 


BB 

■ 


PARADOX B 



Quattro Pro 2 1 Parodex 3.5 









UN GRANDE 486. ANZI IL PIU' PICCOLO. 



Tutti possono offrirvi 486 potenti e 
veloci. Unibii lutto questo lo dà per 
scontalo perché il suo DS 425 à un 
486 dalle prestazioni invidiabili, ma 
con un prunaio in più; le dimensioni. 
Unibile infalli il primo produttore di 
un 486 con un design pensalo anche 
in funzione dello spazio: solo 
36x4i,5x 14,5 cm per comcncrp fino 
a2tiarddiskl,D.E.vel(x:idaWal80 
Mb. memoria RA.VI da 4 a 16 Mb, 64 
Kb 0 256 Kb di cache niemoiy. una 
super VGA e 8 slot per tutta 
l'espaiidibilità immaginabile. La 
sietisa tecnologia avanzata che con- 
sente ad Unibii di ridurre al minimo 
l ingombro di un computer potente e 
veloce come il DS 425 è alla base di 
tutti i Desktop System Unibii: DS 
216 (286 a 16 MHz), DS 3 16 (386sx 
a 16 MHz). DS .320 (386.sx a 20 
MHz). DS 325 (386a 25 MHz! e DS 
333 (386 a 33 MHz). Tutti fomiti di 
seriecon.ViS DOS 4.01. GWBasice 
Windows 3; tutti ideali anche in 
ambienti di rete e mulilutenza; tutti 
competitivi nella tradizione UnibiL 



Un/b/t Ckymputer 

NON SERVE DIRE DI PIÙ. 



Comprereste al buio il vostro personal computer? 


I 


Avete bisogno di un personal com- 
puter, ma soprattutto di un consiglio 
chiaro e scrupolosti per poterlo sce- 
gliere bene. Avete bisogno cioè di 
tranquillità e sicurezza per il vostro 
acquisto, e certo non è poco. Prima 
di vedere nero. però, date un’occhia- 
ta alle soluzioni che vi offre 
Micniland Italia. Nei suoi ire punti 


vendita di Roma, infatti, potete tro- 
vare l'hurdwaree il software che più 
vi occorrono insieme aconsigli qua- 
liricati e a un supporto che continua 
anche dopo l'acquisto. Troverete 



un'ampia offerta di computer e pe- 
riferiche. tra cui Unibil e Hewlett 
Packard, troverete una scelta com- 
pleta di software e accessori, trove- 
rete i servizi che vi occorrono e tro- 
verete giusto il prezzo. Vedrete, con 
Microland llalia sarà lutto più chia- 
ro: prima di affidarvi ai computer, 
chiedete consiglio agli uomini. 




Gli unici Concorrenti del nostro nuovo Scanner 

"GRAY SCALE" RICHIEDONO UNA MANO MOLTO PIÙ GRANDE 



Con il nuove ScanMan* Medolle 2S6 lo capacità di 
digitalizzare con qualità profettlonole nello «colo 
di grigie à finalmente alla portata di tutti. ScanMan 
2S6 à in grado di catturare tutti I dettogli di un 


originale In 256 livelli di grigio (con um 
luzione di 100-400 dpi) e fa gran porte 
di quelle che offre uno icanner piane più 
grande e cottece per un prezzo molte più 
abbordabile. 

Quelle che rende ScanMan Modello 2S6 
davvero unico 6 l'eccezionale toftware 
AnzeI' Imago Editing (compatibile Win- 
dow* " 3.0). AnzeI vi permetta di digitalizza- 
re e ztompare immagini a lutto pagina com- 
binando zenza difficoltà zcanzieni multiple. 




m ^ 

mwm 


Immagini che potete poi 
riallineare, ridimenzlenare, 
capovolgere e far ruotare 
per creare effetti zpeciall. 
Potete persino migliorare e 
ritoccare originali 
difettozi per pro- 
durre Immagini più 
nitide. 


zoonews 





Il nuovo ScanMan Modello 256 6 costruito 
con lo tradizionale affidabilità Logitech ed à 
coperto da 2 anni di garanzia totale. Per 
ulteriori informazioni potete rivolgervi al 
più vicine rivenditore e direttamente a 
Logitech. 


Toois Thot Power The Desktop. 



LOGITECH Italia S.r.l.,Tel.: 039-605 65 65, Fax: 039-605 65 75. 

LOGITECH SA, Sede Europea. Tel.: ++41-21-869 96 56, Fox: ++41-21-869 97 17. 







NEL 


NUME 

APRILE 1991 




J AA Unibata 
1 J( |AX90G4 


[ridice degli inserzionisti 6 

Editoriale di Paolo Nuti 56 

Posta 58 



News a cura di Massimo Truscelli 66 

Anteprima Hewlett - Packard sene di prodotti 

in ambienti di rete di Paolo Ciardelh 103 

Anteprima PageMaker 4.0 e Persuasion 

per Windows 3 di Massimo Truscelli 108 

Anteprima Logitech TrackMan Portable 

e nuovi prodotti per Macintosh, Amiga 

e MS-DÓS di Massimo Truscelli 110 

Anteprima Microsoft BailPoint Mouse 

di Paolo Ciardelh 112 

Anteprima Microsoft Word 5.5 italiano 

di Paolo Ciardelh 114 

I.C.O. Graphics 1991 di Luciano Macera 116 

Hannover CeBIT '91 di Massimo Truscelli 120 


Prova Atari TT 
di Vincenzo Folcarelli 

124 

Prova Unidata AX90G4 

di Corrado Giustozzi e Leopoldo Ceccarelh 

130 

Prova Polaroid Presentation Copier 
di Massimo Truscelli 

138 

Prova Texas Instruments microLaser 
di Massimo Truscelli 

142 

Prova The Norton Antivirus 
di Gabriele Romanzi 

148 

Prova Coreco Oculus 20 

Video Digitizer Super VGA di Francesco Petroni 

152 


IntelliGIOCHI di Corrado Giustozzi 
Master Mind 

157 

StoryWare di Elvezio Pexrozzi 
Non solo fantascienza 

163 

Playworld di Francesco Caiià 
Avvenimento, Speciale Lynx, Panorama 

168 

Spreadsheet - DB di Francesco Patroni 
Borland Quattro Pro 2 e Paradox 3.5; sinergie 

180 

Windows 3 di Francesco Petrom 
Ancora suH'Asymetrix Toolbook 

188 

Virus Classificazione dei virus secondo 
le modalità di attacco di Stefano Toria 

194 

Desk Top Publishing di Mauro Gandim 
OCR: occhi e cervello per il PC 

199 

Grafica di Francesco Petroni e Aldo Azzan 
Computer Grafica: vane prospettive 

204 

Computer & Handicap 

Computer & handicap psichico di Fabio Celi 

210 

Computer & Video di Bruno Rosati 
Laboratorio video amatoriale 

214 

Archimedee di Massimo Miccoli 
RISC-OS; VDU Drivers (II) 

220 

Macintosh di Raffaello De Masi 
Utility et alia 

224 

La programmazione Object Oriemed: Smalltalk-80 230 

Atari ST di Vincenzo Folcarehi 
NeoDesk 3.0: il nuovo desktop per ST e TT 

234 

Amiga 

ANIM in LoRes di Bruno /Tosati 

238 

ARexx. il linguaggio REXX per Amiga 
di Marco Ciuchini e Andrea Suatoni 

244 

Programmare in C (32) di Dana de Judiabus 

248 

PD software 

MS-DOS • Un pot-pourri di Pubblico Dominio 
a cura di Paolo Ciardelh 

255 

Amiga - PD Amiga avanti tutta! 
a cura di Enrico Ferrari 

260 

Mac - PD & Mele a cura di Valter Di Dio 

266 

MCmicroCAMPUS 

Progetto «Calcolo Parallelo” 

di Renato Del Balio e Antonio d'Aaemo 

270 

MC-Link di Corrado Giustozzi 
MC-Link. la Mlailbox 

275 

Networking di Lepoldo Ceccarelh 
e Gerardo Giardino 
Costruiamo un LAN 

281 

Reti neurali di Luciano Macera 
Reti neurali ad apprendimento 
non supervisionato 

287 

Multitasking di Luciano Macera 
Dalle stelle allo stallo 

292 

Smalltalk/V di Tommaso Masi 
Smalltalk. aspetti sintattici (2) 

296 

C++ di Corrado Ciustozzi 
L'overloading 

301 

Turbo Pascal di Sergio Polini 
Una piccola gerarchia di classi 

307 

Guidaeomputer a cura di Maria Mariotti 

312 

Micromarket/micromeeting/Microtrade 330/336 

Moduli per abbonamenti - arretrati - annunci 

337 


MCmicrocomputer n. 106 {numerazione editoriale) 





Indice degli Inserzionisti 


S8 

82 

26/29 

75 

115 

243 

78 

III cop 

72/311 
12/13 14/ 
15/20 

69-71 


83 


331 

42 

51 

291 


18 

161 

42 

50 

55 


54 


162 

IV cop. 

97-99 

119-213 

21 

115 

46 

147 

17 


4 Byte« Srl - Via Loren20 il Magnifico, 65 - 001 62 Roma 

A.P.C. - Via Magenta, 13/15r - 50123 Firenze 

Abacosoft - C.so Mazzini, 30 

50063 figline Val D'Amo 

Acca Srl - Via Michelangelo Cianciulli. 41 

83048 Montella 

Acrotech • Taipei, Taiwan 

Algol Spa ■ Taipei, Taiwan 

Antea SHO Sas - Via Ogliaro. 4 - 10137 Tonno 

Apple Computer Spa - Via Milano, 1 50 

20093 Cologno Monzese 

AR Computer Srl - Via Malta, 8 - 00198 Roma 

Atari Italia Spa - Via Belimi, 21 

20095 Cusano Milanino 

Borland Italia Srl - Via Guido Cavalcanti, 5 

20127 Milano 

BTC - Taipei, Taiwan 

C,B.M. Informatica Srl - Via Paolo Di Dono 3/a 
00143 Roma 

C. D.C, Spa - Vìa Tosco Romagnola. 61 
56012 Fornacette 

Calcomp Spa - Strada 1 pai. FI 
20090 Milanofiori Assago 
CDMP - Via Amatea 51/53-95129 Catania 
Chaplet - Taipei, Taiwan 

Commodore Italiana Spa - Viale Fulvio Testi, 280 
20126 Milano 

Computer Center - Vìa Forze Armate, 260/3 

20152 Milano 

Computer Discount Srl 

Computer e Azienda Srl • Via C. Mirabello, 12 

00195 Roma 

Computermail - Via Matteotti, 21 - 20020 Arese 

D. P.I. Data Perlpheral Italiana Srl - Via Leonardo da 
Vinci, 21/23 - 20090 Serate 

Dado System Srl - Via Benedetto Croce. 97 
00142 Roma 

Data Automation Srl - Milano Fiori Strada 4 pai. A2 

20094 Assago 

Datastar - Via Guicciardini, 29 - 50047 Prato 
Digicomp Snc - Via Viggiano, 181 - 00143 Roma 
Digitron Srl - Via Lucio Elio Selano, 15-00174 Roma 
Dytcom - Taipei. Taiwan 

E. GI.S. - Via Castro de' Volsci, 42 - 00179 Roma 
Easy Data - Via Adolfo Omodeo, 21/29 
00179 Roma 

Elettronica Monzese Snc - Via Azzone Visconti, 37 
20052 Monza 

Elltegroup - Taipei, Taiwan 

Età Beta Computer Center - Via San Francesco, 30 

57123 Livorno 

Eurosoft Snc - Via del Romito. ID-r - 50134 Firenze 
Executive Service Sas - Vìa Savigno, 7 - 40141 Bologna 
Express Offics Automation Srl - Via Cavallotti, 22 
40200 Reggio Emilia 

FCH Srl - Via L. Kossuth 20/30 - 57126 Livorno 
Flopperia Srl - Via Monte Nero, 15 - 20135 Milano 
K.H.C. Italiana Srl - Via S. Maria Goretti, 16 - 00199 
Roma 

Hantarex Spa - Via Galluzzi. 30 - 50134 Firenze 
Help Italia Srl - C.so del Mezzogiorno, Km 1 
71100 Foggia 

Hewlett Packard Italiana Spa - Via G Di ViCtono, 9 

20063 Cernusco sul Naviglio 

Il Grillo Parlante - Via Stefano Canzio, 13/1S/17R 

16149 Genova - Sanpierdarena 

Informatica Italia Srl - Via Piazzi, 18-10129 Torino 

Intsrcomp Spa - Via della Scienza, 27 • 37139 Verona 

Halsoft Srl - Via Dottor Palazzolo snc - 9401 1 Agirà (EN) 

Jen Elettronica Srl - Via Ravenna, 98 - 65122 Pescara 

Jepssen - Taipei, Taiwan 

Kentex Electronic co., LTD ■ Taipei, Taiwan 

Kun Ying - Taipei, Taiwan 

Laser Computer Italia Spa - Via Monte Nevoso, 1 
20131 Milano 

Ufeboat Associates Italia Srl - Via Frua, 14 
20146 Milano 


4 

156 

333 

219 


47 

40 

86 

45 

26-27 

61 

8/9/39/49 


100/101/102 

64/65/67 


85/87 

19 

113 


30/3V32 

33/ 93/95 

62/63 

70 

274 

77/79 

41 


Logitech 

Lucky Sas - Via Adige, 6 - 20135 Milano 
M3 Informatica Sas - Via Forlì, 82 - 10149 Tonno 
Maff System Srl - Via Paracelso, 18 C Colleoni 
20041 /kgrate Brianza 

Master Elettronica snc - Vìa Valentim, 96b/c 
50047 Prato 

Media Disk - Via Ciociaria, 1 2 - 001 62 Roma 
Maga Byte - Via Castello, 1 
25015 Desenzano del Garda IBS) 

Microdata System Srl - Via Provinciale, 45 
19030 Romito Magra (SPI 

Microforum 944 St Clair Ave. West - 00000 M6C1 C8 
Toronto Ont. Canada 

Microlink Srl - Via Luigi Morandi, 29 - 50141 Firenze 
Microport Srl - Via Villani. 42 - 50124 Firenze 
Microsoft Spa - Via Cassanese 224 - Pai. Tiepolo 
20090 Segrate (MI) 

Microstar Srl - Via Aldo Manuzio, 15 - 20124 Milano 

Microsys Srl - Via Germanico, 24 - 00192 Roma 

Microwide Sri - Vìa G. Borsi, 8/a - 20143 Milano 

Mitsubishi Electric Europe GMBH - Via Paracelso. 1 2 

Pai Perseo - 20041 Agraie Brianza 

Moretec - Taipei. Taiwan 

Newel Srl - Via Mac Mahon, 75 - 201 55 Milano 

Non Stop Spa - Via Galileo Galilei, 5/13 

20090 Segrete (Mi) 

P.C.C. Computer House Snc - Via Casilina, 283/a 
00176 Roma 

Peripherais Sas - P le della Vittoria, 4 
80078 Pozzuoli INAI 

Philips Spa - P zza IV novembre 3 - 201 24 Milano 
Pix (Computer Service Srl - Via Francesco D'Ovidio, Se 
00137 Roma 

Power Computing Srl - Via delle Baleari, 90 
00121 Ostia Udo (RM) 

Quotha 32 Srl - Via Giano della Bella, 31 
50125 Firenze 

Saho Corporation - Taipei. Taiwan 
S.C. Computerà - Via Enrico Fermi, 4 
40024 Casiel San Pietro T. (BO) 

S-C. Sri - Via Mazzini, 12 - 21020 Casciago (VA) 

S.H.R. Italia Sri - Via Faentina 175/A 

48010 Fornace Zarattifti 

S-T.E, Srl - Via Casaman, 29 - 00142 Roma 

SDproget Sas - Via Almese, 32 - 10040 Villardora (TO) 

Simulmondo Srl - Via Berti Pichat, 26 - 401 27 Bologna 

Sistemi e Tecnologie Srl - Pzza Matteotti, 2 

20020 Arese IMI) 

Sofeo Srl ■ Via Borgese 14 - 20154 Milano 

Soft Team Srl - Via Croce Rossa, 5 - 351 29 Padova 

Softcom Srl - Via Zumaglia, 63/a - 10145 Tonno 

Super Source - Taipei, Taiwan 

Software Diffusion - Via Carducci, 39 

20098 San Giuliano Milanese 

Technimedia Srl - Vìa Carlo Perrier, 9-00157 Roma 

Teeno Elettronics Snc - Via Naz. /\ppia, 1 28 

61020 Casapulla ICE) 

Task - Taipei, Taiwan 

Teenoinf - V.le della Repubblica, 250 

00040 S Maria delle Mole IRMI 

Texas Instruments Italia Spa - Centro Dir Colleorti 

Via Paracelso. 12 - 20041 Agrate Brianza IMI) 

Trtan Computer Srl - Via Rimembranza. 1* traversa 
84085 Mercato 5. Severino 
Umana System & Software - Strada Cuorgné, 578 
10070 Mappano ITO) 


Unibit Spa ■ Via di Torre Rigata, 6 - 00131 Roma 
Unidata-Via S. Damaso, 20-00165 Roma 
Uniware Srl • Via Matera. 3 - 00182 Roma 
Urania Nelcom Srl - Corso Casale. 125 
10132 Torino 

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Via Baidanzese. 149-50041 Calenzano iFi) 

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20164 Milano 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile I99i 


WordPerfect e stampanti HP LaserJet. 

La combinazione più sicura per chi guarda lontano. 



Per scrivere e per stampare. Per 
preparare ogni tipo di documento, 
dalle lettere commerciali alle 
relazioni complete di tabelle e 
grafici, con la più vasta scelta di 
caratteri che tu possa immaginare. 
E per dare al tuo lavoro il tocco 
professionale della migliore stampa 
di qualità. Velocemente e 
tranquillamente. 

A proposito di tranquillità: 
WordPerfect e HP LaserJet sono il 
pacchetto per word processing e la 
stampante laser più venduti del 
mondo, segno inequivocabile della 
loro totale compatibilità con i 
personal computer e gli ambienti e 
sistemi operativi più diffusi. 



Ma 9 milioni di pacchetti 
WordPerfect e 3 milioni di stampanti 
HP LaserJet venduti in tutto il mondo 
vogliono anche dire un 
bel po’ di utenti 
pienamente 
soddisfatti. 
Anche perchè 
questi prodotti 
non hanno 
problemi di 
lingue e 
linguaggi: 
dall'italiano al 
russo, dal PCL al 
PostScript, sai di 
poterti sempre intendere con loro. 


E grazie al servizio WordPerfect di 


assistenza tecnica gratuita e 
all’organizzazione di supporto HP, 
chi usa i loro prodotti può davvero 
stare tranquillo, anche per il futuro. 
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prodotti WordPerfect, telefona allo 
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Ecco la superpotenza che non vi chiede 
di essere dei superuomini. 



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Prospetto di F*ienifìcaztone Utt/e 


Fatturate netto 
Cestitisi 


Profitti lordi 
l'pese 

Totale spese 


YONDEFIXLS 


I Totale 


L, 137.000 
L 67.003 


L 4.257 


L 69.997 


L 66.740 


Nuovo Microsoft Excel 3 






La potenza di un foglio di calcolo è utile solo se si riesce a 
sfruttarla fino in fondo. Ecco perchè oggi Microsoft presenta 
Excel 3 per Windows, il programma per i PC MS-DOS della 
nuova generazione, che vi dà la potenza, ma anche il modo 
più facile per gestirla. 

Con Excel 3 per Windows tutti possono tutto. Un semplice clic sulla 
barra degli strumenti e avrete via libera alle funzioni che vi occorrono, senza 
nessun’altra operazione. Potrete sommare righe o colonne di numeri, format- 
tare un testo, trasformare le tabelle dei dati in altrettanti grafici, modificare 
contemporaneamente fogli che lavorano insieme: tutto avverrà automatica- 
mente selezionando l'icona desiderata. 

Excel 3 per Windows: anche il difficile diventa facile. Grazie alle nuove 
funzioni, lavori complessi come la combinazione di dati provenienti da fogli 
diversi in un unico foglio di lavora riassuntivo, la visualizzazione dei dati secondo 
il livello di dettaglio che vi serve, o ancora la soluzione in modo grafico di 
problemi di tipo "what if...", diventeranno ordinaria amministrazione. 

Excel 3 per Windows, il bello dei fogli di calcolo. La gestione ideale dei 
vostri dati avrà un degno finale quando li presenterete agli altri. Grafici 
tridimensionali, caratteri, colori e formati personalizzati, renderanno le vostre 
relazioni belle fuori, oltre che ricche dentro. 

Excel 3 per Windows va d'accordo con tutti. Excel 3 è coerente con 
le applicazioni create per il nuovo ambiente Microsoft Windows 3, ma anche 
con altri fogli elettronici. Gli utenti di Lotus 1 -2-3™ che volessero eventual- 
mente passare al nuovo programma, troveranno, per esempio, una guida in 
linea in grado di fornire la traduzione dei comandi corrispondenti. 

Excel 3 per Windows: chiedeteci e vi sarà dato. Per sapere tutto su 
Microsoft Excel 3 per Windows chiedeteci il materiale informativo telefonando 
allo 02/26901.359. Oppure provatelo direttamente da un 
rivenditore Microsoft o nel Microsoft Excellence Center 
della vostra città. Un'ultima cosa: chi acquisterà ora la 
versione EURO di Excel 3. avrà gratuitamente l'aggiorna- 
mento per la versione italiana, appena sarà disponibile. 





Intaoraxiona di numari, taati a vrafiei. 




AntapHma di atampa. 


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8088 a 10 MHz • 640 Kb RAM • Alloggiamento coprocessore 
matematico • Floppy Disk Drive 3.5”, 720 KB • 2 slot di 
espansione • Scheda CGA/Hercules • Kit VGA a richiesta • 
Tastiera estesa a 101 tasti* 1 porta parallela + 1 porta seriale 
+ 1 porta mouse» Porta per FDD 5.25" esterno» MS-DOS4.01 
a corredo 
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matematico • Floppy Disk Drive 3.5", 1 ,4 MB • HD 40 MB, 28 
ms. • 3 slot di espansione a 16 bit • Scheda VGA integrata • 
Tastiera estesa a 1 01 tasti • 1 porta parallela + 2 porte seriali 

• Possibilità di montare un Drive 5.25" interno • MS-DOS 4.01 

• Serratura di sicurezza • Supporto LIM/EMS su Hardware 
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con 12 tasti funzione • Uscite Monitor VGA esterno, seriale, 
parallela e mouse PS/2 • Accomulatore al NiCd ricarlcabile • 
Alimentatore esterno 95 - 240 V - 50/60 Hz con selezione 
automatica • MS-DOS 4.01 a corredo • Dimensioni: (l x a x p) 
cm 22x28x5.2 • Peso Kg 3.6 


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AATARf ST. 

IL TERZO GRANDE STAND 



Conoscere Atari ST 

Forse non tutti sonno che Atari ST è uno dei grandi standord dell'informotica mondiale: 
oggi oltre 3.000.000 di persone nel mondo lovorono, studiono e si divertono con i perso- 
nal computer Atori STI Sono computer potenti, basati sul processore 68000 e su un genia- 
le sistema operativo, il TOS, dotato di un'interfaccia grafica intuitiva, che li rende imme- 
diatamente utilizzabili anche a chi si avvicina per la primo volto ol mondo del computer. 

Perché Atari ST 

- Perché Afari ST è in assoluto il computer più facile da usore, l'unico che offre un incon- 
tro senzo Iroumi con il mondo dell'informatica; 

- Perché Atari ST, a differenza degli altri standard, consente di risolvere su un unico com- 

puter le esigenze informotìche della famiglia: lavoro, studio e, perchè no, intelligente 
divertimento; , 

- Perché Atari ST propone spesso applicazioni verticali potenti e innovative che mancano 
negli altri stondard; 

- Perché Alari ST rispetta il consumotore proponendogli sempre un rapporto prestazio- 
ni/prezzo assolutamente entusiasmante. 



ATARI ITALIA S.p.A. 

Vìo V, Bellini, 21 - 20095 Cosano Milonino |MI) 
Tel. (021 61.3-J. Mi -Tele* 325832 ATARI I 
Telefax (02)61.94.048 
Hot Line; Tel. 02/61 .96.462 
BBS: Tel. 02/61.93,757 


Un vero standard 

L'Atari ST è noto in Italia soprattutto per il 
grande successo ottenuto nel compo musi- 
cele: perché chi fa musica col computer in 
Italia, nove volte su dieci fa musica con 
Alari, 

Ma questa immenso successo "verticole" 
non deve forci dimenticare che l'Atari ST è 
uno standard: ossio un personal computer 
per il quale è disponibile una ricca serie di 
periferiche e uno spettro di applicazioni 
completo, capace di soddisfare le esigenze 
più varie dell'utenza di oggi. Dai pacchetti 
di editoria elettronica allo grofico più sofisti- 
cato, dolle soluzioni per l'ufh'cio alle appli- 
cazioni didattiche, dogli scanner od olio ri- 
soluzione ai videodigitalizzatori economici. 


I nostri hardware 

Come è lecito oftendersi do uno standard, 
Atori offre uno gommo di computer e peri- 
feriche per le esigenze più diverse, tutte ca- 
ratterizzate da un imbottibile ropporto qua- 
lilà/prezzo. Vagliate queste proposte: 

- 1040STS 1 Mb RAM, la macchina bose 
per lavorare, studiare, for musica o gio- 
care; 

- 1040ST* Professional, 4 Mb RAM, lo 
macchina estesa per le applicazioni più 
spinte; 

- il TT030/4, il vertice dello gamma Atori, 
un computer a 32 bit dotato di micro- 
processore 68030 a 32 MHz, copro- 
cessore matematico 68882, RAM mini- 
ma di 4Mb espandibile o 26Mb, hard 
disk SCSI incorporato e grafica evoluta; 
un mostro di potenze per gli applicativi 
del futuro che preserva totalmente la 
compatibilità con lo serie ST. 


DYNACADD, CAD PROFESSIONALE 



ATARI COMPUTER. LA FORZA DI UN GRANDE STANDARD. 



ARD DELL'INFORMATICA 



Un computer "multìstondard" 

Atari ST è forse il primo computer "multi- 
standard" al mondo. Non solo la formattazione dei discfietti Atari è identico a 
quella dei dischetti MS-DOS mo, addirittura, esistono degli straordinari emulatori 
hordwore che trosformono l'Atari ST in un vero MS-DOS’” compotibile o Madntosh"“ 
compatibile. Se vi tenta l'idea di poter avere due o tre computer in uno, scegliete 
Atari ST e uno di questi sensazionoli prodotti: 


I nostri software 

Di sicuro avete in mente i nomi dei 
softwore che vonno per la moggiore ne- 
gli altri standard: ma quello che forse 
ancora non conoscete è SIGNUM, il Do- 
cument Processor che vi permette di scri- 
vere in oltre 100 olfobeti diversi; RE- 
DACTEUR, un sofisticato word processor 
dalla velocità mozzafioto; CALAMUS, un 
pocchetto di Editoria Elettronica dotato 
di specifiche impressionanti; ADIMENS, 
il Dota Base di riferimento nel mondo 
Atari; DYNACAOD, un CAD professiona- 
le, compotibile con gli standard MS- 
DOS, mo di prezzo ridottissimo; NOTA- 
TOR, uno stroordinario software di scrit- 
tura e stampa dello musica; LDW 
POWER, un velocissimo spreadsheet Lo- 
tus<ompatibile; NEODESK, l'interfoccio 
grafico per computer più sofisticato e 
tonti altri incredibili prodotti che rappre- 
sentono o il massimo della qualità o il 
mossimo del rapporto qualitò/prezzo. 


- PC SPEED e SUPERCHARGER per l'emulazione 8086; 

- AT SPEED e AT-ONCE per l'emulazione 286; 

- DELTA MODUL per l'emulozione 386SX; 

- SPECTRE GCR 3.0 per l'emulazione Macintosh'”. 


LA NOSTIIA PROPOSTA-CONOSCENZA; IL PACCHEnO ST BASE 

Gli altri standard vi propongono abiluolmente uno mocchino nuda. 

Il nostro standord vi dà invece la macchina più quello che vi serve per la- 
vorare subito. Naturalmente, senza alcun aggravio di costi. 

Allo straordinario prezzo di Lit. 1.290.000 + IVA avrete infatti il pocchetto 

ST BASE comprendente: 

□ ATARI 1040STE: il modello standard dello serie ST, un potente computer 
da 1 Megabyte su cui far girare senza problemi la totalità del software 
professionale e, grazie al modulatore TV incorporato, la totalità dei gio- 
chi esistenti per ST; 

n SMI 24: un monitor monocromotico ad "effetto libro", la cui ecceziona- 
le definizione e comfort visivo Irasformeronno letteralmente il vostro mo- 
do di lavorore; 

□ CALAMUS: il software di Editoria Elettronica più veloce e professiona- 
le, utilizzabile anche come Word Processor grazie al potente editor 
di testi incorpofolo; 

□ ADIMENS: il Dotobose di riferimento nel mondo ST, flessibile e potente. 




Il bello dell'Atari ST: Consulenza & Servizio 

Atari non vi lascia soli. Perché acquistare Atori ST signifi- 
ca sì scegliere un grande standard infarmatico ma anche 
e soprottutto ocquisire il diritto od essere seguiti e consi- 
gliati nel tempo. 

Grazie al pacchetto Consulenzo & Servizio, una serie di 
iniziative, per lo maggior porte gratuite, con cui ci ougu- 
riamo di rendere il vostro commino nell'informotico più 
facile, piacevole e fruttuoso. 

■ Lo Hot line Atari ST [lei. 02/61 .9ó.462|: un servizio 
gratuito a vostro disposizione ogni giorno dalle 9.30 
olle 13 e dolle 14.00 olle 17.30 con personale tecni- 
co quolificoto per rispondere a ogni vostro quesito, 
fornirvi una prezioso consulenza tecnica personaliz- 
zata, suggerirvi il nome del rivenditore o dei Punto 
Consulenzo Atori più vicino; 

■ Il Filo Diretto Sviluppatori Atori ST, riservato a Softwo- 
re House che desiderino conoscere gli strumenti di 
sviluppo esistenti nel mondo ST per cogliere le grondi 
opportunità esistenti in questo mercato; 

■ La BBS Atori ST (tei. 02/61.93.757), un modo tempe- 
stivo per essere sempre al corrente delle ultime novitò 
Atori, un’oreo di messoggistico ben curoto, lo possibi- 
lità di telecaricare soPware di pubblico dominio; 

■ la rivista mensile Atari News (a partire da moggio): 
uno rivista non solo di informozione ma onche di in- 
contro con voi. Per capire meglio le vostre esigenze e 
per guidarvi olio scelta dei migliori hardware e 
software nel mondo Atori ST con recensioni attente e 
documentote; 

■ Il supplemento trimestrole Atori&Musico per conoscere 
tutte le novità dei software e delle periferiche musicali, 
area in cui Atari ST è leader in continuo incremento; 

■ I Club Atari ST: un modo di condividere una passio- 
ne, di crescere insieme, di imparare dagli altri; 

■ 1 Punti Consulenza Atori ST: negozi speciolizzati dove 
trovore ossistenzo e servizio oltre che un ricco ossorti- 
mento di macchine e software; 

■ Le Scuole Atori ST: corsi e seminori o pogomento su 
softwore di base (WP, dotobose, spreadsheet, DTP e 
musico) orgonizzati da enti indipendenti sotto il con- 
trollo di quolità dell'Atori Italie. 



MSOOSéc 




A ATARI' 

Tutte le novità. 


Scopri ATARI ST presso i 


Se non conosci oncoro l'Alori ST ecco uno splendido occasione per verificare di persona lo potenza e Tomichevolezzo dei nostri sistemi. 1 Punti 
Consulenza Atari orgonizzono lutto uno serie di eventi in cui verranno dimostrate decine di importonti soluzioni software o hordwore per l'ST; sce- 


1 1 evento che piu ti interessa e partecipo! 

Calendario delle dimostrazioni 

□ MILANO 

Punto Consulenza organizzante: 

LUCKY, vio Adige 6. Tel. 02/54,68.3A2 
Data: tutti i saboti dolle 15.30 alle 19.30 
Oggetto della dimostrazione: 

1) TI, i) nuovo personal Atori con processore 
68030 e clock a 33 MHz (compotibile con 
lo serie ST) 

2) STACY, il portatile ST da 2 o 4 Mb 

3) NOTATOR, il software musicale più vendu- 
to in Italie per gestire la registrazione multi- 
troccio di doti musicali e la scrittura e stam- 
po di portiture professionoli 

4) AT-SPÉED, lo sfroordinorio emulatore 286 
che rende l'Atori ST un vero MS-DOS com- 
patibile: nello presentazione verrò mostrato 
come si installa la scheda all'interno di un 
ST 1040. Su richiesta e previo appunlo- 
mento Lucky organizza dimostrazioni per- 
sonolizzote di DYNACADD, uno dei CAD 
standard nel mondo Atori ST. 

□ SARONNO 

Punto Consulenza organizzante: 

MARKER, vio S. Oolmozio 1/40, 
tel.02/96.05.049 

Doto: venerdì 26 aprile 1991, tutto lo giornolo 
Oggetto della dimostrazione: Software di pro- 
duttivitò per TAlari ST llSt Word Plus, Adi- 
mens, LDW Power] e software didottico per lo 
fascio primoria e secondario Lo riunione è or- 
anizzala specialmente a beneficio del mon- 
0 delle scuole: gli insegnanti che ci leggono 
sono invitati cordialmente o portecipore! 

□ ROMA 

Punto Consulenza organizzante. 

PCC COMPUTER HOUSE, via Cosilina 
283/0, lei, 06/27,15,078o27,14,333 
Doto; mercoledi 7 moggio dalle ore 1 7 olle 1 9 
Oggetto delh dimostrazione: stazione grafico 
basalo su un Mego 4 ST esponso a 16 Mego 
con schedo Matrix olto risoluzione 1280 x 
1 024 pixel 256 colori, kit opzionole 1 6 milio 
ni di colori, monitor do 20" a colori, software 
di ritocco fologrofico monocromolico e o colo- 
ri Reprosfudio Protessionol e Cronach. 

□ FIRENZE 

Punto Consulenza organizzante: 

EUROSOFT, via dei Romito 1, 
lei, 055/49,64,55 

Doto; sobaio 4 moggio e sabato 1 1 moggio 

alle ore 10.30 

Oggetto della dimostrazione: 

1| PHOENIX, il nuovo straordinoho doiobase 
per ST in grodo di gestire conlemporaneo- 
mente doti alfanumerici, immagini e suoni 

2) AT-SPEED: verrò presentato lo nuovo versi» 
ne a 1 6 MHz dello nota scheda di emulo- 
zione 286 per l'Atari ST 

3) SPECTRE OCR 3.0: l'incredibile emulatore 


che Irosforma ['Atori ST in un Mocintosh 
compatibile 

4| STAZIONE GRAFICA con scheda CHILI, 
scheda REFLEX e pacchetti dì rielaborozio- 
ne immagine a colori 

Dimostrozìoni UMANA o Genova e Alessandria 
Lo Limano System & Software, importatrice di 
uno serie di prodotti per Alari ST, organizza 
uno serie di clinics sui seguenti argomenti: 

- AT ONCE Vortex: verrò presentata io versio- 
ne a 16 MegoHz deiremuloiore MS-DOS 
per Alari 

- NEODESK, lo rivoluzionoria inierfoccia 
grafica per Alari ST 

- CRAZY DOTS, la scheda grafico olla riso- 
luzione (1280x960 0 256 colori] per Aton 
Mego ST 

- WRITER ST, il word processor per le ozien- 
de con funzioni integrote di colcolo mote- 
matico e modulistica 

- 1 ST CARD, il sistemo generotore di iperte 
sii bosato sull'Intelligenza Artificiale: ideale 
per le scuole. 

Le date previste per queste dimostrozioni sono: 

- venerdi 10 maggio in AIESSANDR/A 
ore 20.30 c/o Taulino Computer, 
p.zo Corducci 13, 15 100 Alessandria, 
tei. 0131/44 14.26 0 01 31/43297 

- sabato I I moggio in GENOVA 
SAMPIERDARENA ore 1 8 c/o Taulino, 
vio fillak 8 R, tei, 010/41.27 03. 

Per ulteriori informazioni conlollore lo UMA- 
NA, tei 011/99.69.552. 

Corsi di CAD professionale all'Atari Club 
di Milano 

L'Atari Club di Milano orgonizza un corso indi- 
rizzato a professionisti e tecnici che operano 
nel campo dello progettozione e del CAD con 
porticobre riferimento ol disegno architettonico. 
Scopo del corso é l'apprendimento delle tecni- 
che di realizzazione ed ebborozione di proget- 
ti grafici e orchitettonici con il computer Atori 
ST. Il programma comprende un'introduzione ai 
concetti base del CAD, un'esame delle tecniche 
e procedimenti per lo stesura di disegni archi- 
tettonici con il computer, un'introduzione al 
programma DYNACADD, esercitazioni di di- 
segno computerizzato In 2D e 3D, interscam- 
bio file con Aulocod e plottoggio degli elobo- 
roti su pbtter OCE' GRAPHICS. Per informo- 
zioni telefonare ogni venerdì dopo le ore 21 
all'Atori Club, viole Suzzani 273/b, 20162 
Milono, tei. 02/66.101.678 oppure ogni 
giorno, orario d'ufticio, olio Studio Nuove For- 
me, tei. 02/28.53.833 

Renoult Francb utilizza gli Atari PC Folio 
La Renault francese ha elaborato un progetta, 
denominato "Micro-Vendeur", finolizzato a 
dotare tutti I propri venditori esterni (oltre 


4400 operatori!] di un Atori PC-Folio. grozie 
al prezzo e olle dimensioni contenute, nonché 
olio compotibilitó MSDOS, il PC-Folio offre in- 
fatti uno soluzione ottimale al problema di ag- 
giornore in tempo reole le molte informazioni 
contenute nei listini di uno coso outomobilisti- 
ca. Per aggiornare il listino, il venditore ester- 
no deve sdo recorsi presso il concessionario 
da cui dipende, inserire lo Memory Card del 
PC-Folio nel lettore di cord collegota ol PC del- 
io filiale e, in 5 secondi, b Memory Card rice- 
verò l'aggiornamento su modelli, accessori, 
optionols e relativi prezzi. I doti m questione 
vengono poi oggiornoti quotidionomente ot- 
troversQ uno rete che collega tutti i PC presenti 
nei concessionari Renault 
E un'opplicazione mteressonte che dimostra lo 
versatilità del PC-Folio, che oltre a rappresen- 
tare uno efficiente soluzione come agendo 
elettronico personole, si presto a usi oziendoli 
sempre crescenti 

Dimostrazioni di software musicale 
professionale per ST 

la Midi Music, leader di mercato nello distri- 
buzione di softwore musicale professionole, 
onnuncio uno tournée dimostrotivo in cui ver- 
ranno presentati. 

- NOTATOR 3. 1 , l'ultimo versione del notissi- 
mo softwore di scritturo musicele 

- AURA, il primo software didattico musicale 
completamente in itoliono. 

Questo il calendarto delle manifestazioni 
ALESSANDRIA: Lunedi 1 3 moggio ore 20.30 
c/o TAULINO, Vio Piocenzo 44 
GENOVA; Mortedi 14 moggio ore 18 c/o 
TAULINO, via Fillok 80 R 
GORLAGO (BERGAMO]; Mercoledì 15 moggio 
ore 16 c/o MUSIC STORE. via 1 Moggio 15 
AZZANO DECIMO (PORDENONE): Giovedì 
16 moggio ore 17, c/o CASA DELLA MUSI- 
CA, vio Trieste 7 

BOLOGNA: Venerdi 17 moggio ore 17 c/o 
RES RUBINI, vio Marconi 51 
FORLÌ; Sobota 18 moggio ore 17 c/o RES 
RUBINI, V, la Romo 47 

Per ulteriori informazioni contattare Midi Mu- 
sic, tei 011/23.76.12 

ATARI PARTECIPA A... 

G Inforscuolo • 16/19 aprile 1991 
Dal 16 al 19 oprile 1991 Atan Italia partecipa 
a Inforscuolo al Palazzo delle Stelline (Cso Ma- 
genta, Milono]. Si tratto di uno rossegno spe- 
cializzata dedbota olle applicoziori informoii- 
che nel mondo dello scuola; Atori Italia di- 
sporrò di uno stand in cui verronno dimostrate 
le più avanzote soluzioni didattiche per il mo- 
dello Atori ST e, inoltre, il PC-Folio. A corredo 
dello partecipazione, il giorno 17 aprile, in 
uno solo appositamente riservata, si terrò uno 


Ò - n. 2/Aprile 1991 

del mondo Atori 

Punti Consulenza Atari! 


giarnalQ congressuale sul tema Atari ST, il ter- 
zo grande standard dell'informatico Proposte 
per lo didottico Chi fosse inieressoto o porle- 
cipore è pregolo di richiederlo allo Sig.ro Gu- 
sello, tei. 02/61.34.141 

Solone delle Marche Musicoli - 

25/26 aprile 1991 

Dal 25 ol 28 oprile 1991 Atori Itoho poriecipo 
al Salone delle Morche Musicali di Pesoro, il se- 
condo solone italiano dedicalo agli equipog- 
giamenti musicali professionali. La nera è oper- 
to ol pubblico e offre un'occosione unico per 
conoscere decine di applicozioni musicali 
dell’Aiori ST, in particolare per quanto riguorda 
il settore dei software di arrongiamento automa- 
tico. di scrittura musicole computerizzato e di 
registrazione di doti digitoli MIDI. Sorò onche 
disponibile uno postazione di coroitere genera- 
le dove ommirore i principoli opplicativi non 
musicali e l'Atori PCfolio, il più arfoscinonle ed 
economico computer loscabile. I nostri lettori so- 
no cordiolmenie invitati a porteciporel 


Nel quodro del polenziomento dello proprio penetrazione commercìole airinlerno 
di contesti inbrmaKci professionoli 

ATARI ITALIA S.p.A. ricerco 

per le regioni LOMBARDIA, PIEMONTE e LAZIO 

Agenti di Commercio 

introdotti 0 comunque dototi di un'eccellente preparazione tecnicocommerciale 
nel settore informotico. 

Compito di questi operotori sorò sviluppare le vendite delle diverse linee di 
prodotti Atari professionoli |in porticolore Atari ST e PC-Fotio) gorontendo un deciso incremento 
quontitotivo e quolitotivo del porco clienti Gli interessali sono pregoli di inviare uno 
presentazione scritta dettagliala dello propria esperienza specifica nel ramo informatico 
a Roberto Cosiroghr c/o Alari llalia, via Bellini 2 1 , 20095 Cusano Mihnino. 



TUni I PUNTI CONSULENZA ATARI 


Elenchiamo qui di seguito l'elenco aggiornato dei Punti Consulenza Alari. I punii vendila che offrono all'utente una consulenza completa su 
tutte le soluzioni che l'Atori ST offre oT mondo degli uffici, delle professioni, dell'Editoria Elettronica e dello scuoio. 


ASCOU PICENO Passi NIFI Linea Computer, 

IFermel: via Trento Nunzi 72/74. tei. 0734/62.36.17 

8AW: Centro Atori RVF, corso Covour 196, 

tei. 080/52.47.636 

CHIETI fVostol: Stefono Nicola, vio S. Coterino do Sieno 38, 

tei. 0873/36.51.80 

FIRENZE: Eurosoft, vio del Romito )D Rosso, 

tei. 055/49.64 55 

Teleinformatica Toscano, via Bronzino 36, 
tei. 055/71.48.84 

GENOVA: ABM Computers, piazzo De Ferrari 24R, 

tei 010/29 46.36 

LECCO; Fumogolli Computer, Via Coiroii 48, 

tei. 034/36.33 41 

LIVORNO: Futuro 2, vio Combini 17/19, tei. 0586/88.87.64 


LUCCA: Computer Shop Ceister, piozzo Curtotone 143, 

tei. 0583/95 32.69 

LUCCA ILido II Computer, viole Cristoforo Colombo 2 1 6. 

c/l Como/ore/; tei. 0584/61 .82.00 

MANTOVA Happy Computer, vie Uccelli 2/A, 

fSuzxortt/: tei. 0376/52.24,43 


MESSINA: Computer House Messinese, vio del Vespro 58, 

tei 090/71.92.54 

MflANO; luckv, vio Adige 6, tei. 02/54.68.342 

Rondom, viole Giovanni do Cermenote 45, 
tei, 02/89.51.58.12 
Studio Nuove Forme, via Cosoretto 50, 
lei. 02/28.53.833 (prenderò 26.14.38.331 
NAPOli; HPE Informotico, vio Nino Bixio 46/bis, 
tei. 081/62.75.01 

PADOVA: Compumonio, via Carlo Leoni 32, tei. 049/66.30.22 

ROMA: PCC Computer House, vio Casilina 283/A, 

tei. 06/27.14.333 

SffNA; Emporio Musicale Senese, via Montonini 106, 

tei 0577/28.72.83 

TORINO: Moglida, via Porpora 1 e piazzo Reboudengo 6, 

tei. 01 1/26.39.11 e20.52.221 
TORINO Office Point, corso Francia 92/A, 

ICollegnol: tei. 011/41.15.373 

VARESE Computer Shop, via Cavallotti ong ., v. Arnaldo 

IGallaralel: do Brescia, tei, 0331/79.86.12 

VARESE Marker, via S. Dolmozlo 40 e S. Dolmozio 1 , 
fSoronnoJ; tei. 02/96.05.049 


I Signori Rivenditori che volessero conoscere le condizioni per diventare Punti Consulenza Alari possono eonlallare l'Alari Italia al 
02/6134.141 e chiedere del Sig. ROBERTO CASIRAGHI. 


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0uick33Sic4 5 


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Microsoft Fortran CompiterSO 
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S=' 

MlcrC6oHQuickMASM/C 


575000 
575 000 
1 140 000 
595000 
360000 
170 000 
330000 





iS 

i.oobI 


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1395000 
670000 
1050000 
990000 
1 250000 
340000 
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PageMaker40 e 1 190000 
PageMakei301 i 1.190000 
PageMaker301 e 990000 
Pa^er3010S/2 i 1 190 000 
PageM^40 5pack i 4 490 000 
Pa^»er301 5pxki 3990000 


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Boilond Turbo Debugger i Took 

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CJolk 
CJolk/VÌBw 
Digiiolk SmolliolkV 
Digilolk Smolllolk V/286 
Digiiolk SmolbolkV/PM 
GreenteoF Comm. Library 
Hommerly hoto Librory 4.0 
Xnowleiige Pro per Windows 3 
Loyoul by Object (Ex Matrix L) 
>■ Microsoft Bosic Pr.Oov.Sys 7.1 
WcrosoftCCompilorb.O 

> Microsoft Cobolh.Dev.Sys 4.0 
Microsoft Fortran Compiler 5.0 
Microsoft hlocro Assemblei 5.1 
Microsoft Pescai Compilar 4.0 
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Microsoft QuickC 2.5 
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ChiWriter4.0 

EosyMutb (WP Matematico) 
EXPiTheScientificWP 
Lotus Monuscripi 1.1 
Lotus Monuscript 2.1 
>■ Microsoft Word 5.5 
>■ Microsoft Word 5.5 
>- Microsoft Word1.1Windows3 

► Microsoft Word OS/2 PM 

► MS Word Windows Diz.Multiling. 
Multi Linguai Scbolor Dot 
Multi LngualScholor Laser 
Mullimole 4.0 

PCTex 

Somno AMI Prolessionol 

► TexiorS 
Woidperlect 5.1 
Wordperlect 5.1 

>• Woidstor 2000 Plus 3.5 
Wardsior Prolessionol 6.0 

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General Office 

Volla (NA), via Sambuco 54 


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Bagheria (PA), via Cesareo 47/49 
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SIRACUSA 


Magis General Soft 

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con Unibit 


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Siracusa, via Torino 131 
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Microland Italia 

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Microland Italia 

Roma, via E. Monaci 21, tei. 06.4241102/428179 
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CATANIA 


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Catania, viale Regina Margherita 8a 
tei. 095.552419 
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QUALIANO 


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Qualiano (NA), via Rosselli 52 
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CASTELVETRANO 


Punto Sistemi 

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Punto Sistemi 

Castelvetrano (TP), via Savonarola 2 
tei. 0924.904691 
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Microdata 

il tuo filo diretto 


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Uniservice 

Città di Castello (PG), v. Morandi 27/F (zona ind.le] 
tei. 075.8555401 


Microdata 

Palermo, v.le Regione Siciliana 3414 
presso Interoffice Marbela, tei. 091.229798/228730 

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Abbonamenti indirizzario 
Carnet 

Clienti Schedario 
Tentata vendita 



Agenzia finanziaria 
Agenzia Immobiliare 
Assistenza tecnica 
Autoscuola 
Biblioteca 
Commercialista 
Dancing 

Donatori di sangue (AVIS) 
Enoteca 
Enoteca Pratica 
Fapertutti 
L’ufficio Integrato 
Magazzino 
Pensioni per animali 
Prenolazione/Hotel 
Scuole di addestramento 
sportivo 

Stabilimenti balneari 
Studio cardiologico 
Studio legale 
Studio medico 
Studio notarile 
Studio odontoiatrico 
Studio odontotecnico 
Studio ortodontico 
Studio pediatrico 
Studio veterinario 



Appuntamenti studio 
Ascensoristica 
Asili nido 

Associazioni sportive 
Bowling 

Campi da gioco e sportivi 
Case albergo appartamenti 
mobiliati 
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Conferenze e congresso 
Maneggio cavalli 
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basali su microprocessore 60286 a 12 MHz e 80366SXa 
16 MHz. Quindi, potrete scoprire che a volte grande non 
vuol dire ingombrante: accadrà con la Linea Mìni, identi- 


ca alla Desk, ma con i più versatili chassis mini tower. E. per finire, 
grande sarà la professionalità con la Linea Tower, polenti computer da 
pavimento basati su I microprocessori 60386 a 25 MHz e 60486 a 25 
MHz. Ma non è tutto: i modelli basati sui microprocessori 80386. 

60386SX e 80486 utilizzano le celebri piastra madri dalla 
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LTE286-40 80286, F01,44,H040Mb.,LCD CGA. 3.850.000 

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affidabilita’ e generalmente alla compatibilita’ dei nostri prodotti. 

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innanzitutioè potente e facile. Perché, oltre 
che con i tasti funzione, può richiamare le 
diverse operazioni con ì menù a tendina, 
col mouse o anche senza. Perché può inte- 
grare lestoe grafica, creare tabelle, stampa- 
re etichette, importare fogli elettronici e 
scrivere equazioni. Perché gestisce note e 
rimandi, combina testi e dati di documenti 
e di programmi diversi. Perché può impor- 
tare i principali formati grafici, collocando 
le immagini in qualunque punto della pagi- 
na. Perché oltre che per MS DOS è dispo- 
nibile anche nelle versioniper Atari. Amiga, 
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Xenix, Vax/VMS, Windows, tutte compa- 
tibili fra loro. Perché con i moduli lin- 
guaggio è possibile scrìvere, vedere, 
stampare, controllare l'ortografia e di- 
sporre di un vocabolario di sinonimi e 
contrari, tutto in trenta lingue diverse 
(anche greco e cirilHco!). Perché può 
dialogare con più di 750 stampanti. Perché 
ha un supporto tecnico eccezionale, che 
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obbSgatono (che (ra Falto oompnmfe Passetràlaggio 
ed il collaudo deMs conlìguraàxie scelta). 



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nRAMAMég^ 
n RAM8hWi~ 


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Coprocessore matemalkxr 80287 
Coprocessore maemaSco 80387 sx 
Coprocessore m^maSco 80387 dx 
Tavoleaa grafica A4 (\T x 12^ 
Tavoletta grafica A3 (16* x 121 
Scanner manuale 400 Dpi B/N 
Scanner manuale 400 Dpi a coioti 
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Prima o poi, Microsoft 
BalIPoint’" Mouse, ce lo 
avreste chiesto. Di un mouse 
studiato specificamente per 
i laptop in effetti c'era bi- 
sogno e, se avete mai usato 
un mouse tradizionale con il 
vostro portatile, saprete 
anche il perché. 

Microsoft BalIPoint risolve 
i problemi di spazio stando 
fermo. BalIPoint si aggancia 
direttamente alla tastiera 
dei vostro laptop (ma va be- 

Microsoft 
BalIPoint Mouse 

nissimo anche per quella del 
vostro desktop, qualora la 
mancanza di spazio lo ren- 
desse necessario) e si può 
inclinare secondo l’angolazio- 
ne desiderata. In pratica poi 
funziona come un mouse 
tradizionale capovolto: basta 
muovere la pallina e premere 
i tasti che vi servono. 

Le classiche prestazioni di 
un mouse Microsoft anche 
dove g li altri non ci stanno. 
Portando BalIPoint con voi 
e il vostro laptop. non lasce- 
rete a casa nessuna delle 
straordinarie doti a cui vi ha 



abituato il Mouse Microsoft 
(unanimemente considerato 
lo standard di mercato), vale 



a dire il disegno ergonomico, 
la funzionalità, ma soprat- 
tutto la compatibilità. Con 
BalIPoint avrete infatti 
anche gli accessori indi- 
spensabili per adattarlo alla 
maggior parte dei computer 
portatili nonché per utiliz- 
zarlo con una vasta gamma 
di applicazioni. 

Mouse come Microsoft. Con 
Microsoft dunque avrete 
sempre il mouse che vi serve 
dove vi serve. Per sapere 
tutto su BalIPoint, ma anche 
sul Microsoft Mouse, tele- 
fonateci direttamente allo 

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volgetevi a un nostro ri- 
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utilizzare contemporaneamente e 
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Anche quando non ci 
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L’UNICO SISTEMA PER RAGCIUNCERCI 


In molti guardano a Mitsubishi come a un punto di riferimento. Per l'alta qualità dei monitor a 
colori: per la perfetta definizione delle stampanti a colori e degli scanner in b/n; per 
l'afHdabilità del sistemi di memorizzazione ottici e magnetici e dei personal computers. Molti 
cercano di raggiungerci, ma quanta strada ancora manca! Perchè ogni prodotto, ogni 
macchina, ogni componente Mitsubishi è frutto di una ricerca tecnologica accurata. Una 
ricerca costantemente tesa ad offrire strumenti capaci di soddisfare effrcacemente, attraverso 
un utilizzo razionale e semplice, le diverse esigenze di ogni utente. Per molti Mitsubishi è 
ancora lontana, ma a Voi è davvero vicina. 



A MITSUBISHI 
ELECTRIC 

COMPUTERS E PERIFERICHE 




Non sempre i N. 1 lo dicono in giro 


Da qualche anno Calcomp è il più importante produttore di 
schede grafiche e nessuno lo sa. Perché mai? Semplice: le sue 
schede grafiche non sono mai state commercialmente disponibili 
sul mercato e sono state destinate fino ad ora ai suoi clienti 
OEM, società di computer tra le più importanti del mondo che 
le hanno incluse nei computer con i quali lavoriamo 
quotidianamente. 

Calcomp però ora viene allo scoperto e lancia con il proprio 
marchio un’ampia gamma di schede grafiche, sia per PC/PS2, sia 
per Macintosh. Tutte ad alta o altissima risoluzione, compatibili 
con i più diffusi programmi di CAD e con prestazioni mozzafiato. 
E tutte progettate e realizzate con lo stesso sofisticato 
know-how che ha fatto di Calcomp il N. 1 In questo mercato. 
Anche se non si sapeva in giro. 

Cokomp DmimgCard: 12 modelli per PC AT/PS2 con risoluzione fino a 
1280x1024, palette fino a 16.7 milioni di colori, 16 o 256 colori 
contemporanei. Display List, Digital o Analog VGA Pass-Through. Monitor 
multisynch 20', da 30 a 64 kHz. 

Cdcomp ChnmaVision: 3 sistemi per Macintosh costituiti da scheda 
e monitor 21', visione della doppia pagina completa, fino a 16.7 milioni 
di colori (o 256 toni di grigio), refresh a 75 Hz, compatibile QuickDraw 
32 bit. 



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caso di dubbio, la funzione dì Help in linea vi dice come fare. 
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facili sono anche i due nuovi strumenti di Word 5.5: il nastro 
e il righello. Posizionati sotto la barra dei menu, vi per- 
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A quanto pare, persino il presidente Bush é preoccupato dei danni economici che la 
pirateria procura all'industria statunitense del software. La notizia — qualcuno afferma, 
ma non ho potuto verificare questo dettaglio, che l'Italia è stata espressamente 
additata come una delle pietre dello scandalo — ha indotto la stampa di informazione 
ad occuparsi ancora una volta degli nhackers». 

Il che sarebbe un bene, se non fosse che. come al solito, l'occasione è servita a fare di 
ogni erba un fascio mischiando tra loro copiatura e vendita truffaldina di programmi, 
utilizzazione abusiva di software, appropriazione indebita di informazioni o dati, furto di 
denaro o altri beni tangibili, furto di servizi, virus, hacking «sportivo» o «duro». 

Se é vero che la «sfida» a superare delle barriere logiche è base comune a molti dei 
reati informatici sopra elencati, è altrettanto vero che gran parte dei danni economici 
viene prodotta con mezzi che poco hanno a che vedere con l'hacking vero e proprio. 

L'impiegato infedele che si appropria ed utilizza in proprio e/o rivende informazioni 
risen/ate dell'azienda, il pirata che copia e rivende dischi e manuali di software non 
protetto, il ragazzino che ordina via modem magliette negli Stati Uniti utilizzando il 
numero di carta di credito di clienti che hanno avuto la sfortuna di effettuare acquisti 
nel negozio del padre, l'impiegato infedele che altera dati immessi attraverso il 
terminale al quale ha regolare accesso, l'utente che utilizza a sbafo o a spese di terzi 
una rete e/o un servizio telematico servendosi di una password rubata in proprio o da 
altn, sono semplicemente ladri, non hacker. 

L ’hacking comincia quando occorre usare una certa, talora elevatissima, dose di 
intelligenza per superare le barriere logiche poste a tutela di un bene o servizio. Ma 
una cosa é sproteggere un programma, altra diffondere virus, altra ancora violare le 
procedure di accesso ad un servizio telematico. 

Ed ancora é necessario distinguere tra chi sprotegge un programma per distribuirne 
delle copie traendone o meno un lucro e chi si vede — paradossalmente — costretto a 
farlo per salvaguardare il proprio diritto ad utilizzarlo; tra chi produce e diffonde virus o 
vermi «benigni», innocuipesci d'aprile, e chi produce e dissemina virus maligni, atti a 
danneggiare l'integrità di dati e programmi: i primi, studiando i punti deboli di un 
sistema offrono, dì fatto, un servizio utile per la difesa contro attacchi maligni. Cosi 
come è necessario distinguere tra intrusioni sportive, utili, come nel caso precedente, 
ad evidenziare le falle di un sistema telematico, e le intrusioni «dure» operate con lo 
scopo di appropriarsi indebitamente di dati e programmi o di apportare, attraverso la 
loro alterazione, danni economici o benefici illeciti. 

Se vogliamo — come a me sembra necessario — difenderci dal dolo informatico, é 
indispensabile non solo un intervento del legislatore, ma anche una puntuale 
informazione del pubblico sulle sostanziali differenze tra le diverse forme di pirateria e 
le relative difese, nonché la cooperazione dei gestori dei servizi. 

A quanto pare, manca ormai poco alla attivazione del servizio Videotel «a chiosco», 
ovverosia con addebito diretto alla borchia chiamante. Era ora, come sarebbe ora che il 
legislatore affrontasse (come é già avvenuto negli Stati Uniti molti anni orsono) il 
problema della responsabilità civile digestori ed utenti di messaggerie, che. 
sentendosi protetti da un anonimato che. molto facilmente potrebbe non essere tale. 
SI lasciano andare ad ogni sorta di reato connesso con l’uso della parola scritta. Anche 
questa è una forma di pirateria, finora, stranamente, ignorata dai mass-media. 

Paolo Nuli 


Paolo Nuli 
Condirenore: 


Andrea de Prisco 
Collaboratori: 

Massimo Truscelli, 

Paolo Ciardelli. AldoAztan. 
Prancesco Carli. Francesco F 
Castellano, Lewoldo Ceccareiii. 
Fabio Cali, Giuseppe Cardinale 
Ciccotti, Marco Ciuchmi. Raffaello 
De Masi, DanodeJudicibus. 
Renato Del Balio. Valter Di Dio. 
Francesco D'Angelo. Antonio 
d’Aciemo, Gaetano Di Staso, 
Enrico M Ferrari. Vincenzo 
Foicareili. Mauro Gandini. Gerardo 
Giardino, Corrado Giustozzi 
Luciano Macera. Mana Manodi. 
Tommaso Masi, Massimo Miccoli. 
Francesco Peironi. E^eZlOPBtro^Zl. 
Raffaela Pinna. Sergio Polmi. 
Gabriele Romano, Bruno Rosati. 
Andrea Suatooi, 

Pietro Tasso, StefanoTona 
Segreteria di redazione: 
Paola Pujia iresponsabilei 
Giovanna Molinan 
Massimo Albarello. 
Francesca Bigi. 

Rita Fidani. Paola Nesbil 
Grafica e impagfnazione; 
RoOeno e Adriano Saltarelli 
Grafica copertina: 

Paola Firjn, 

Fotografia: 

Dario Tassa 
Ammlniatrazione: 
Maunzio Ramaglia 
Iresponsabile) 

Anna Rita Fratini 
Pna Salvalo re 
Abbonamenti ed arretrati: 
Ivano Bnjno. Antonella lairale 





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Storie di StoryWare: 
chi copia e chi no 

Sappiamo tun cosa è una matrioska, ue- 
ro? Quelt'inquietanie bambolina russa conte- 
nuta in un'altra bambolina cava un pò più 
grande. E questa contenuta in un'altra barn- 
bolina cava ancora un pò più grande. E gue- 

Gusci. Ogni realtà è contenuta in qualcosa 
di più generale, che la amplia e la compren- 
de.. diciamo che è una visione che mi ha 
accompagnato più o meno da sempre. Vuoi 
per costruire frammenti di teorie allucinate 
nelle ore di filosofia ai tempi del liceo, o per 
riflettere sui livelli di macchina virtuale di un 
Sistema Operativo in periodi più recenti. 

Chi ha tetto «Gli Dei« non ha certo avuto 
difficoltà ad individuarne i gusci. Presentati 
magari in modo non sequemiale, giusto per 
sorprendere II lettore... Tre livelli. Due simu- 
lati e uno reale. 

Mi piace pensare a chi scrive come a un 
Creatore di Microrealté. Nel mia caso sono 
allora quattro i livelli. Tre simulati e uno reale 


non inviate fiancobolli! 

tt ovvi moUvl di tempo e spazio sulla 
rivisto, non possiamo rispondere a tutte le 
lettere che riceviamo né. solvo in cosi del 
tutto eccezionali, fornire risposte private: 
per tale motivo, preghiamo l Lettori di non 
accludere francobolli o buste olfrancau. 
Leggiamo tutta la corrispondenza e olle 
lettere di interesse più generale diamo ri- 
sposta BuLa rivisto. Tsnlomo, comunqus. 


nella massima considerazione suggerimen- 
ti e ontlche. per cui Invitiamo In ogni ceso 1 
Lettori a scriverci segnalandoci Is loro opi- 



Nel guscio più esterno c'è l'Autore, lo. lo 
che ho senno «Gli Dei», di cui dichiaro an- 
cora una volta Toiiginaliià. 

Per ceni versi entro adesso nel ruolo del 
protagonista del mio racconto. Forse è una 
cosa naturale . Le faccine della matrioska, si 


sa, sono tutte simili. Qualcuno ha infatti cer- 
cato di «distruggere^ vidualmente il mio Mi- 
cromondo. Gettandovi fango con un'accusa 
ingiusta e ingiustificata. La conclusione è 
però un'altra, non seguirò certo il Grande Bu- 
ranmelo nel suo folle volo dal parapetto. Per- 
ché nulla deve essere c'istruito. 

Capito, caro Massimiliano-Orso-da-Milano ’ 
Anche se il signor Petrozzl censura II tuo no- 
me da StoryWare Flash di MC n.105, si fa 
presto a risalire alla lettere pubblicata nello 
spazio dedicato alla posta di MC n. 104. An- 
che se a febbraio non pensavo che «yw« 
fosse sinonimo di «Alberto Sacco«. 

Caro Massimiliano Talpa, sei sicuro di non 
aver preso un abbaglio? Sai, per via di quella 
che tu stesso definisci «memoriB labile^. 

Che (ma che strano.'/ ti impedisce di ricor- 
dare autore e casa editrice. Che magari ti fa 
sembrare «Biancaneve e i Sette Nanmmolto 
simile al mio racconto. 0 forse associ i tre 
livelli de «Gli Dei« ai «Tre Porcellini»? 

Certo.la tua intenzione è davvero nobile, 
non manchi di farlo notare tu stesso. Ripe- 
tendo per ben due volte quanto sia «dove- 
roso» per te fare la segnalazione. £ che dire 
della conclusione della tua simpatica letteri- 
na? «...Spero proprio che questa lettera ven- 
ga pubblicata...» eccetera eccetera. Ci man- 
ca solo che ti metti a pestare i piedi per ter- 
ra. e il quadro é davvero completo. Bravo. 
Sei proprio un vero ometto. 

Per quanto riguarda la fonte dell'Ispirazio- 
ne... beh. ricordo ancora quel pomeriggio 
d'estate in cui ho pensato alla struttura di ba- 
se del racconto. L'idea mi sembrava buona, 
in sintonia con me stesso. E soprattutto Ti- 
dea era NUOVA per me. Non ne ho infarti 
mai sentito parlare, né tantomeno ho mai let- 
to qualcosa del genere. Posso assicurare che 
non è nel mio stile riscaldare la minestra di 
un altro. Anzi. Sono fin troppe le occasioni in 
cui mi autocensura per non cadere nel ba- 
nale deja vu, anche nelle cose di tutti I giorni. 

I teorici dell'informatica par/ano di «strut- 
tura» e semantica del software. Un concetto 
direi molto brillante, che può essere valida- 


TETRIS-Trophy '91: 

le prossime selezioni a Bologna e Milano 
per la Grande Finale allo SMAU 

Vi state allenando per il torneo di Tetns? 

Le prime due selezioni sono avvenute negli stand Quotha 32 presso le mostre di 
Bari (Tecnoramai In febbraio e Roma (Romaufficio) m marzo. I prossimi appuntamenti 
sono, a Bologna per il SIOA (6-10 aprile), a Milano per Abacus 19-13 maggiol, e gran 
finale allo SMAU (3-8 ottobre). 

Si gioca su computer Unibit con il Microsoft Entertainment Pacit per Windows 3. 

Non possiamo purtroppo mantenere la promessa di comunicare cosa si vince: forse 
CI sarà in ballo un viaggio, ma non si sa ancora dove e quando... Si sospetta che 
l'incertezza dipenda dal fatto che il buon Beppe Burschstein, titolare di Quotha 32. pare 
non SI stacchi più dalla tastiera in preda ad attacchi di invidia per coloro che ottengono 
punteggi più alti dei suoi. Pippo Gargani (altro titolare) pare gh abbia minacciato il taglio 
delle mani, c’è il rischio che il già ampio catalogo di prodotti distribuiti dalla frenetica 
ditta fiorentina possa ampliarsi con tastiere a misura di gomito... 


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POSTA 


menxe impiegato anche per scrivere m modo 
decente E rivestire di semantica lo scheletro 
de l’Gli Dei» è stato per me un'avventura 
bellissima, che si e svolta m un arco di tem- 
po di circe due mesi tra l'estate e l'autunno 
passati. Ho cercato di trovare qualche ritaglio 
di tempo, compatibile con gli esami da pre- 
parare per l'Università, con la palestra, con le 
giornate trscorse al mare, con le ripetizioni di 
matematica e fisica impartite a liceali nman- 
daii a settembre. 

Non SI e trattato di un processo lineare. In 
certi giorni non buttavo giu neppure una riga. 
In altri scrivevo di getto una montagna di pa- 
role... magari per poi cancellare tutto e rico- 
minciare Estrapolando da pensieri, ricordi, 
paure ed esperienze personali, giungendo 
talvolta alle estreme conseguenze. Il tutto 
spalmato magari su caratteristiche di perso- 
ne conosciute o frutto della fantasia Mesco- 
lando. Filtrando. E cercando per quanto pos- 
sibile di creare la suspence per catturare l'at- 
tenzione di un /<x5tel/co lettore 

Si può capire ora cosa provo Consideran- 
do poi che beneficio del dubbio me ne è la- 
sciato pachincypochmo. Su MC n. 104 il si- 
gnor Mannacci ringrazia due volte il lettore 
per la segnalazione. Mi definisce nauiore del- 
ia truffai!, dicendo di non essere "purtroffw» 
autorizzato ad essere scorretto nei miei con- 
fronti. Tutt'al piu SI parla di una lettera che 
avrei dovuto ricevere, per confermare o 
smervftre l'autenticità del racconto., ma lo 


non ho rjceiruio proprio nulla. Salvo trovare il 
mio nome nel riquadro di StoryWare Flash di 
MC n. WS. 

Mi rivolgo ora a lei, signor Petrozzi lo sono 
un entusiasta per natura. Le avrei buttato le 
braccia al collo per l'idea dell'iniziativa Story- 
Ware 

Informatica, letteratura e fantasia! Le as- 
sicuro che la cosa mi ha esaltato Tanto che 
mi sono venuti i brividi quando parlando de 
kGIi Deni lei ha detto «...una dolce e violenta 
favola d'amore.. « Tanto che un pò di tempo 
fa le ho spedito un altro racconto, di argo- 
mento un po piu anual-informatico del pre- 
cedente Tanto che avrei voluto proporre in 
futuro un incontro di tutti coloro che come 
me hanno partecipato e parteciperanno alla 
rubrica (magari organizzando una festa, cosa 
ne dice? Per adesso colgo l'occasione per fe- 
re I miei complimenti a tutta questa schiera 
di Creativi che hanno dato sfogo alla loro fan- 
tasia! 

Signor Peirozzi.. lei si dice un attesa di 
eventuali conferme del fatto da parte di altn 
lettomi E non di eventuali smerlate da parte 
mia? Comprendo perfettamente la giusta in- 
tenzione a non ripetere la spiacevole espe- 
rienza denunciata su MC n. 100. ma cerchia- 
mo di non dare la caccia alle streghe. Penso 
che anche questo sia «necessario per la so- 
pravvivenza di rubriche come SloryWare«. 

Per concludere, le chiedo mi sia cortese- 
mente concessa la pubblicazione integrale 


della presente nell'ambito di StoryWare di 
aprile. 0 se la cosa è proprio impossibile da- 
ta la lunghezza, almeno nello spazio dedicato 
alla posta dello stessa mese. Però con un 
chiaro nferimento nella sua rubrica, m modo 
che tutti possano leggere quanto ho scritto. 

Per me e per lutti coloro che hanno tetto 
il mio racconto, e che forse hanno voluto be- 
ne ai miei personaggi. 

Saluti. 

Alberto Sacco. Genova 

Questa lettera attiva il 20 marzo, e Story- 
Ware di questo mese di aprile e chiusa da un 
pezzo, Ecco perchè è nella posta, ma pro- 
babilmente CI sarebbe finita ugualmente per- 
ché credo di dover essere io e non Petrozzi 
a dovermi occupare della cosa 

Che lettera lunga, signor Saccoi Bastava- 
no poche righe, e non praticamente un nuo- 
vo racconto, per rivendicare l'originalità di 
«Gli Dei». 

Chiedo a tutti i letton di mettersi nei panni 
miei e di Petrozzi ogni mese, vedo passare 
il malloppo di lavori che arrivano per la sua 
rubrica, e non faccio fatica ad immaginare il 
tempo che e necessario per esaminarli tutti. 

Per motivi diversi cerchiamo ambedue di 
limitare il numero di elaborati che riceviamo, 
scoraggiando i lettori dall’inviarci quelli che 
non hanno le caranenstiche per la pubblica- 
zione (quelli troppo lunghi, ad esempio). Na- 
turalmente I primi da scoraggiare sono i non 


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originali, ed è purtroppo una grave piaga' 
non per il numero, perché non sono poi molli 
I lavori copiati che arrivano in redazione, ma 
per il fatto che un racconto non originale ri- 
schia evidentemente la pubblicazione, per- 
ché è probabile che chi lo copia scelga al- 
meno di copiarlo da un bel racconto. Ecco 
perché facciamo di tutto appellandoci da un 
iato alla coscienza di chi partecipa alla vita 
della rubrica (che o sembra la cosa più im- 
portante), dall’altro alla possibilità di venire 
«scoperti» da altri e segnalati sulla rivista. 

Il motivo per cui non le abbiamo inviato la 
lettera per chiederle di confermare l'autenti- 
cità del racconto è proprio nel fatto che Pe- 
trozzi ha pensato di istituire quello spazio 
StoryWare Flash, una specie di bacheca at- 
traverso la quale dare comunicazioni genera- 
li. Speriamo che, più che a risolvere casi in- 
dividuali, possa servire a sensibilizzare tutu 
suH'opportunità di comportarsi correttamen- 
te: per la sopravvivenza di rubriche come 
StoryWare, lo dico (purtroppo?) ancora una 
volta. 

Succede spesso, nella vita di tutti i giorni 
e nei campi più diversi, che molti siano pe- 
nalizzati dal cattivo comportamento di pochi, 
perché la collettività è costretta a prendere 
dei provvedimenti che nschiano di poter es- 
sere aggirati dai «cattivi» e di finire per pe- 
sare solo sui «buoni». Naturalmente il caso 
più vicino a noi è quello della protezione del 
software: i programmi non sarebbero protet- 
ti se non ci fosse chi li ruba, ma la prote- 
zione finisce a volte per creare problemi a chi 
non vuole rubare e per consentire ad altn di 
far soldi indebitamente (vendendo copie di 
programmi protetti a chi non é in grado di 
copiarli). 

Rileggendo quello che ho senno nella let- 
tera sul numero 104, onestamente non trovo 
da eccepire. Quello era un monito a chi invia 
racconti; inviate racconti originali, qualcuno 
(noi o altri lettori) può smascherare i falsi au- 
tori. Ed era un monito a chi invia segnala- 
zioni: dire «quello è copiato» non basta, gra- 
zie per la segnalazione ma non possiamo 
prenderla per buona; chi vuole rendere un 
servizio alla «collettività dei buoni» deve in- 
viare segnalazioni documentate, ossia con in- 
dicazione della fonte e possibilmente (se 
vuole nsparmiare a noi un pò di lavoro) fo- 
tocopia del passo originale. 

Credo sia corretto anche quanto ha detto 
Petrozzi nel numero 105: se un autore si 
ispira a qualcosa che già esiste non c’è nulla 
di male, basta che lo dica (o che sia eviden- 
te). Lancio une sfida: una Divina Commedia 
Zanichelli con libro e floppy (per MS-DOS o 
Mac, a scelta) alla miglior Divina Commedia 
Informatica che riceveremo. Non credo che 
Dante si offenda. 

Tornando a «Gli Dei»: non avendo le prove 
né che sia originale né che non lo sia trovo 
doveroso considerarlo farina del sacco di 
Sacco (perdonatemi l’ignobile gioco di paro- 
le, non ho resistito, temo che non riuscirò 
mai a diventare una persona sena. .). Ed in- 
fatti nella lettera sul numero 104 non c’era 
alcun modo per collegare l'accusa al nome 
dell’autore. 

Dopo aver, come dire, accettato la buona 
fede del signor Sacco, vorrei comunque 
spendere una parola per ipotizzare, a questo 
punto, la buona fede anche del signor Orso, 


UnMnvr, (AiKbtio».N>lwrlc.OS>v>omore)>ldill»Unldon.Uitic<»un:kl» dtfliiAT&rrUn WirriMtr. MS. DOS ose. menili 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


POSTA 


che ha indicato il racconto come copiato da 
un altro. Può succedere comunque che due 
persone abbiano a distanza di tempo e luogo 
idee molto slmili. Il poema sinfonico Molda- 
va. di Smetana, inizia esattamente con le 
stesse note (e lo stesso tempo) di «Fenestra 
che luciva e mó non luce», una vecchia e 
bellissima canzone napoletana. È assoluta- 
mente certo che non si tratta di un plagio. 

Certo che se domani ci arriva un racconto 
che inizia con uQuel ramo del lago di corno» 
0 «Nel mezzo del cammin di nostra vita» o 
«Cantami o diva del gelide Achille»... beh, 
quell'autore per sostenere di essere in buo- 
na fede dovrà ben far sfoggio di ignoranza... 

Marco Marinaca 


NEC Italia precisa 

Facciamo seguito alla nostra conversazio- 
ne teiefonica per ringraziarvi deH'ottimo arti- 
colo sulle stampanti P60/P70 della NEC Ita- 
lia, che conferma le eccellenti prestazioni e 
la proverbiale Qualità che caratterizzano tutti 
I prodotti NEC. 

Vorremmo comunque correggere alcune 
irtesatfezze che certamente non sono dipese 
dalia Vostra volontà. In particolare ci riferia- 
mo al passo in cui si cita il manuale in italiano 
sviluppalo da uno dei distributori deila NEC. 

Tale manuale non è stato realizzato dal di- 
stributore bensì dalla NEC ITALIA che lo for- 
nisce come corredo standard di ogni stam- 
pante sia che venga acquistata presso il di- 
stributore citato sia che venga acquistata tra- 
mite qualsiasi altro punto vendita facente 
pane della rete commerciale della NEC ITA- 
LIA. 

Al contrario i dischetti per i drivers non 
vengono fomiti dalla NEC ITALIA ma sono 
prerogativa esclusiva di un particolare distri- 
butore; la NEC ITALIA li fornisce come cor- 
redo solo su richiesta. 

VI saremmo grati se, nelTinteresse della 
clientela e per una giusta e corretta informa- 
zione, vorrete conesemente pubblicare que- 
sta notizia che riteniamo panicolarmente im- 
ponante in guanto la NEC ITALIA sta lavo- 
rando sempre più attivamente per offrire in- 
sieme alle stampanti ed ai monitor un livello 
di assistenza sempre migliore e In linea con 
la quali à dei propri prodotti. 

La nuova struttura di recente realizzata a 
Prezzano sul Naviglio e la potenziata organiz- 
zazione commerciate ne sono la dimostrazio- 
ne più chiara. 

Ringraziandovi di nuovo per la collabora- 
zione e per l'ottimo lavoro Vi porgiamo i più 
cordiali saluti 

NEC Italia srl, Guido Corti (Direttore Com- 
merciate Divisione Stampanti/Monitor) 

Pubblichiamo volentieri la precisazione del- 
la NEC Italia. Ci dispiace per l'inconveniente 
ma ci rassicura il fatto che non sia dipeso da 
noi ma dalle informazioni in nostro posses- 
so: auspichiamo quindi per il futuro che. 
quando un distributore ci affida un prodotto 
per le nostre prove, ci fornisca le opportune 
notizie anche su questi che solo apparente- 
mente sono particolari. 

ms 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


...ANCHE PER MEnERTI IN RETE 


Unistation® 



I Terminali Lan Della Nuova Generazione 


I 


L' Lfnidata Unistation modello 286 e 386 
sono delle LAN worksQtlon a basso costo 
con la funzionalità di uno standard PC basato 
su processori 80286 o 80386SX. E' una 
soluzione ottùnizzete per reti locali con Inter- 
faccia Ethernet già compresa utilizzabile per 
applicazioni Dos, OS/2 o Windows in am- 
biente Novell NetWare 286 e 386. Microsoft 
Lan Manager, Unidata Network-OS, e tutti 
gli ambienti di rete Netbios. In ambiente 
UNIX ^ può connettere in TCP/JP, NR e 
PC-Interface a host Unix basati su PC, Mini 
Computer, Workstation anche in modalità 
XWindow. 

La Unistation è di dimensioni estremamente 
contenute, è normalmente configurata disk- 
less, ovvero senza nessuna unità disco locale, 
opzionalmente si può configurare con floppy 
diske hard disk. sono due versioni di CPU. 
80286 a 12 0 16 MHz, e 386SX a 16 o 20 
MHz. 


La Unistation è equjpagglabile opzionalmen- 
te con MS-DOS su Rom. Con questa caratte- 
ristica si possono organizzare configurazioni 
disk-less in qualsiasi ambiente di rete e di 
comunicazioni, anche se rron sono previste 
funzioni di boot remoto. Nella Rom disk 
possono risiedere i programmi di shell e di 
connessione con la rete o di comunicazione 
che l'utente desidera. 

Le configurazioni disk-less hanno il livello di 
costo di un terminale non intelligente ed il 
vantaggio di non consentire all'operatore co- 
pie di software o di dati. Inoltre sono della 
massima affidabilità non essendod supporti 
magnetici e parti elettromeccaniche. 

1! monitor può essere da 14" monocromatico 
0 colore VGA, Super VGA, opjwre a 9" per 
eàgenze dì minimo Ingombro, cosi come la 
tastiera può essere dì dimensioni standard o 
compatta. Le dimensionidella Unistation sono 
eccezionalmente contenute, è larga cm. 30 


Caratteristiche tecniche 


UNIS286E 

CPU: 80286 12MHz 

RAM: 640K 

Video. MonoCTomatico 
Ethernet compatibile 
NE1000oWD8003E 

Opzioni; 

Floppy disk 3.5 " 

Video Monocromatico 
VGA 14' 

Video colori VGA o 
Super VGA 14" 

Video 9" 

Tastiera ridotta 
MS-DOS su Rom 

Applicazioni: 

MS-DOS, UNIX 


UNISTATION 

UNIS286EF 
CPU: 80286 16MHz 

RAM; 1MB-4MB 
Video: Monocromatico 
Ethernet Compatibile 
NE1000,NE2000,WD8003E 
Interfacce Ethernet, paral- 
lela stampante, 2 RS 232 

Opzioni: 

Floppy disk 3,5" 

Hard disk 40MB 
Video monocromatico 
VGA 14" 

Video colorì VGA o 
SuperVGA 14" 

Video 9 " 

Tastiera ridotta 
MS-DOS su Rom 
Applicazioni : 

MS-EXDS, OS/2, UNIX 


UNIS386E 

CPU: 80386SX16MHZ 
RAM; 1MB -8MB 
Video; Monocromatico 
Ethernet Compatibile 
NE1000.NE2000,WDB003E 
Interfacce Ethernet, paral- 
lela stampante, 2 RS232 

Opzioni; 

Floppy disk 3,5" 

Hard disk 40MB 
Wdeo monoCTomatico 
VGA 14' 

Wdeo colori VGA o 
SuperVGA 14“ 

Video 9" 

Tastiera ridotta 
MS-DOS su Rom 
Applicazioni; 

MS-DOS. OS/2, UNIX 


UNIDATA 


Sede Centrale: 

San Damaso, 20 - 00165 Roma 
Tel. 06/6847318 • Fa* 06/3266949 


COMPUTERS 

& 

CONNECTIVITY 


Filiale di Sicilia: 

Viale Teracati, 94/B- 96100 Siracusa 
Tel.0931/30997 - Fax 0931/35998 


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Commodore Italiana Spa Vie Fulvio Testi 290. 20123 Milano Tel 02/6SI23! 

Datetec srl V.a de De Marco 4633. 00761 Rame Tel 0Si327S994 
Elcom srl Corso Haka 149 34)70 Gonne Tel 0451936000 

Epson Helle Spe Via Fui Casiraghi 42? 20099 Sesie S Giovenn (MI) Te! 02/26233 I 
ESPER SIslami 6(enron/c( srl Vie Merco Polo 104. 00)54 Roma Tal 0337/751333 

LAN Systems srl Via Roncali 9, 40134 Bologna Tel OSI/427025 
LIfeOoet Associates Halle ^ G Frua 14. 70)46 A4«rro Tal 02/45193440 

Logitech Helia srl Cantra Dir Colleoni. Pai Andromeda. M Paracelso 20. 20041 Agraie Bnania IMII Tel 0399055555 
Moiorale Spe Milenoliori Pai C2, 20090 Assago IMI! Te! 02/3220 I 
NCR Corporation Italia Via Cessale 22. 20143 Milano Tel 0293974 250 
Olivetti Systems é Networks Vie Meravigli 17. 70)73 Milano Tel 07(8335) 

Pioneer Electronics Italie Spa Via G Fanloli 17. 70)38 Milano Tel 0290741 
Punctum Software RmgseissiraBe !0A D3000 Munchen 2 Tel I0B9I 539908-0 
Quatha 32 srt Va Giano della Bella 3T, 50)74 Firema Tel 055/2295022 
SHR Halle srl lAced Va Faenlma I7S/A 460T0 Fornace larallmi IRAI Tel 0544/463700 
Siemens Oste Spa Vie Marne 347. 70176 Milano Tel 02/25201 

Sun MicroSystems Italie Spa Centro Direi CoHeon; Pel Andromeda mgr I. 7004) Agrate Bnaraa IMII Tel 0398055) 
Tandon Computer Spe Va Ennco Farm 20. 20094 Assago IMII Tel 02/4953352 


hanno collaborato: 
Francesco F Castellano 
Paolo Ciardelli 
Andrea de Prisco 
Corrado Ciustozzi 
Massimo Miccoli 
Sergio Polim 


Telcam srl V M CnnWr 75. 70)46 Mdeno Tel 02/4047645 

Texas Instruments Halle Spe Centro Dirai Collaoni Pai Perseo Va Paracelso 12. 20041 Agrere Brama IMII Te) 039/6322317 
Unisys Halle Spa Va B Crespi 57. 70)59 Milaiìo Tel 02/59851 


Epson: laser PostScript EPb7500 

Il 21 febbraio u.s. la Epson ha annunciato 
la nuova sta)npante laser EPL-7500, il primo 
prodotto annunciato dopo l'accordo sotto- 
scritto con la Adobe per l'impiego della tec- 
nologia PostScript. 

La EPL-7500 PostScript è capace di una ri- 
soluzione di 300 dpi. stampa 6 pagine al mi- 
nuto e grazie all'adozione di due micropro- 
cessori RISC (Reduced Instruction Set Com- 
puter! di tipo Weitek XL-8236 e XL8237 offre 
una maggiore velocità nello svolgimento di 
tutte le funzioni e la possibilità di ottenere 
una stampa del primo foglio con un tempo 
fino a sei volte minore rispetto a Quello di 
stampanti dotate del più tradizionale proces- 
sore Motorola 68000 a 10 MHz. 

I due processor RISC svolgono le funzioni 
di controllo dei linguaggi d< emulazione, del- 
l’interfaccia per l'engine, del pannello opera- 
tore a due livelli di selezione delle opzioni, 
munito di un pratico display LCD, e delle co- 
municazioni in rete. 

La scelta effettuata dalle Epson per la EPL- 
7500 è quella della massima compatibilità 
con il modello precedente, la EPL-7100, an- 
ch'essa basata su engme Minolta, per la qua- 
le e disponibile ora una scheda che permette 
l'implementazipne del PostScript e della qua- 
le, inoltre, la nuova stampante può condivi- 
dere gli stessi accessori e paro di ricambio, 
a cominciare dal toner di tipo MAP IMicroAn 
Printing) che permette di ottenere stampe 
con nero pieno e caratteri nitidi privi di sba- 
vature ai bordi. Per ciò che riguarda il trat- 
tamento della carta la EPL-7500 dispone di 
un inseritore da 250 fogli per l'utilizzo di fogli 


normali, etichette, carta colorata e trasparen- 
ti. mentre l’output può avvenire su due vas- 
soi di raccolta uno da 250 fogli in ordine cre- 
scente ed a faccia In giù; l’altro, m opzione, 
da 100 fogli m ordine decrescente ed a fac- 

Grazie all'accordo con Adobe, la EPL-7500 
viene fornita completa della più recente ver- 
sione di PostScript, la versione 52.3 integrata 
direttamente nel controller e dei 35 font re- 
sidenti Adobe standard incrementabili utiliz- 
zando I due slot di espansione disponibili per 
apposite IC Card. 

La EPL-7500 viene fornita m versione base 
con 2 Mbyte di memoria espandibili in opzio- 
ne fino a 6 Mbyte, e con le interfacce seriale 
RS232, parallela Centronics ed AppleTalk 


che ne permettono l’impiego in unione a 
qualsiasi piattaforma operativa (MS-DOS. 
OS/2, Unix, Apple Macintosh). Inoltre, nella 
configurazione standard è compresa anche 
l’emulazione HP LaserJet IIP con PCL ver- 
sione 4 ed un set di utility software per MS- 
DOS. OS/2 e Apple Macintosh su dischi da 
5.25 e 3.5 pollici comprendenti i driver delle 
stampante per Windows 3.0, OS/2 Presen- 
tation Manager versione 1.2 e Apple Macin- 
tosh; un file description printer e l'utilissimo 
Font Screen per la corretta visualizzazione a 
schermo degli stili e delle dimensioni dei 
font impiegati nei propri documenti nelle ver- 
sioni per Windows 3 e Apple Macintosh. 

Il prezzo di vendita della laser PostScript 
EPL-7500 è di 5,200.000 lire IVA esdusa. 



66 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



SCUOLE, UWVBBtrA. CWL B«, ALTRI CEKn n ncacA, 
pwof4tm cnnioirewjuoKnaMEPinMn 


Parerdlnan DOCEWTl £ STUOEHTl 




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Quotha32 • Via Giano della Bella, 31 • 50124 Firenze • Telefono 055/2298022 • Telefax 055/2298110 • Linea BBS 055/2298120 




NEWS 



Texas Instruments lancia 
la microLaser XL 

La divisione Sisierrn della Texas Insiruments 
Italia ha annunciato la con^mercializzazionedel- 
Is microLaserXLchesi affianca alla micro- laser 
della quale si parla più ampiamente su questo 
stesso numero. Il nuovo modello di stampante 
a 16 ppm, anche utilizzando ii linguaggio Po- 
stScript della Adobe, mettea disposizione l'alta 
velocità necessaria a lavori di grosso volume 
ad un costo paragonabile a quello di una laser 
per DTP personale. 

Sarà disponibile m tre diverse versioni, sia 
in emulazione HP-LaserJet II che PostScript 

Il modello base opera con linguaggio PCL, 
ha una memoria Ram di 512 Kbyte, mentre 
I due modelli superiori contanosu una memoria 
di 1,5 Mbyte e rispettivamente 17 o 35 font 
Adobe. L'espandibilité della memoria é di 4,5 
Mbvte, Per cambiare il tipo di linguaggio usato 
(da PCLa PostScript) basta inserire una scheda 
senza dover ricorre a personale specializzato, 
come per procedere all'upgrade dal modello 
base a quello a 17 o 35 font. Di dimensioni 
inferiori ad altri modelli di par capacità presenti 
sul mercato la microLaser Texas XL può usare 


fogli di carta di formato A4, A5, lettera e legale, 
con una capacità di 250 fogli. Un secondo cas- 
setto aggiuntivo duplica questa capacità a 500 
fogli. Uno dei nplus» di questa stampante ri- 
mane il visore a cristalli liquidi situato sul fron- 
tale che informa l'utente con frasi in lingua 
Italiana sulle opzioni a disposizione. 

Infatti alla pressione del tasto help la mi- 
croLaser informerà l'operatore, per esempio. 


che sono disponibili quattro differenti confi- 
gurazioni di stampa, molto utili quando viene 
usata da più persone con differenti esigenze. 

Provvista dell'interfaccia parallela, il modello 
può essere completato con porta seriale BS- 
232, RS-432 e AppieTalk 

Infine i prezzi modello base 512 Kbyte 
5.400.000 lire, modello con 1 7 fom 7 000 000 
e modello con 35 font 7.400,000 lire 



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Leggere e ecrivere il giallo. . 
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MCni croconputer 

Nuove rubriche infornatiche. . . 

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Televideo 

e MCmicrocomputer 

La coproduzione RAI Televi- 
deo-MCmicrocomputer riguar- 
dante alcune pagine di Tele- 
software continua, come si suol 
dire, a gonfie vele. Oltre ai pro- 
grammi di pubblico dominio per 
sistemi MS-DOS recensiti ogni 
mese nelle pagine di PD Soft- 
ware di questa rivista, dal mese 
di marzo sono m onda anche le 
News del numero m corso e la 
guida computer mensilmente 
aggiornata con nuovi listini. 

Per ricevere gratuitamente 
questo materiale, lo ripetiamo, 
e necessario installare nel pro- 
prio PC una scheda Teletext/ 
Telesofware 'due modelli, della 
Colby Video di Catania e della 
Seleco di Pordenone, sono stati 
recensiti sul numero scorsoi e 
provvedere conseguentemente 
ad attaccare alla stessa un'an- 
tenna del primo o del secondo canale. Ma 
c’e addirittura un modo, semplice, per ot- 
tenere gratis anche la scheda 

Sasta infatti inviare entro la fine dell'anno 
alla redazione di Telesoftware (RAI Te'evi- 
deo. Piazza Monte Grappa, 4 - Roma) un pro- 
prio lavoro su supporto magnetico i^m set- 
timana il miglior programma lo anche insie- 


me di dall di varia ut>litàl pervenuto sara tra- 
smesso via Telesoftware e all’autore sara 
immediatamente inviata una scheda Televi- 
deo della Seleco. Ma Telesoftware non si 
ferma a questo. Da meta aprile verrà tra- 
smessa. a puntate, la versione elettronica 
del volume ulen-i, una pubblicazione della 
Divisione Affari Generali - Documenti e 


Studi della RAI e pubblicato an- 
nualmente dalla ERI. Si tratta di 
un calendario ragionato dei per- 
sonaggi e degli avvenimenti di 
10, 20, 50, 100 anni fa La ver- 
sione elettronica permette all'u- 
tente di navigare tra i dati co- 
struendo a proprio piacere i per- 
corsi informativi, Da maggio 
verranno trasmesse anche tre 
nuove iniziative' “Breve glossa- 
dei termini stranieri in ma- 
televisiva», “Discografia 
rock’- e “Sicurezza mformau- 
ca». La prima e, come dice il no- 
me, un glossano che raccoglie 
circa duecento termini d'uso 
specialistico ma ormai entrati 
nell’uso corrente nel mondo 
delle comunicazioni di massa 
Anche Questa e la versione 
elettronica di un’analoga pubbli- 
cazione RAI a cadenza annuale 
La seconda è un programma 
realizzato dalla BAI che contie- 
ne dati discografici della musi 
ca rock dagli anni Cinquanta ai 
giorni d'oggi La terza iniziativa sera una ru- 
brica a cadenza settimanale dedicata ai temi 
della Sicurezze informatica e della protezio- 
ne dei dati. Insomma come dire che di car- 
ne al fuoco ce n'e davvero tanta, quanti so- 
no, conseguentemente, i motivi per acqui- 
sire al piu presto una scheda Televideo/Te- 
lesoftware Ad P 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 






CON OBJECT VISION PER WINOOWS, ANCHE VOSTRA ZIA 
SAPREBBE MANOARE AVANTI UNA BANCA. MA VOI, 

VE LA SENTITE 01 FARE L’OBJECT VISION’S SENSUAL TEST? 


Sorpresa per la vostra azienda; 
Borland ha fatto Object Vi- 
sion per Windows, il primo 
strumento con cui tutti - ma 
proprio tutti, anche chi non sa 
nulla di programmazione - 
possono creare un sistema di 
lavoro che cancella ogni rug- 
gine burocratica. Sorpresa per 
voi: siccome ridendo si impa- 
ra. invece del solito demo. 


Afe la Matidaleiui , gra- 

tis, l 'Object Visioii's Sciisiial 
Test. 

Nome 

Cognome 

Azienda 

Indirizzo 


Cap e città 
Telefono 


Borland ha preparato un test 
psicoggettologico. Mentre 
scoprite di che senso siete, 
scoprite il fenomenale lin- 
guaggio visivo di Object 
Vision. Per averlo gratis, 
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20127 Milano, tei. 02.2610102. 

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NEWS 


Borland OOP World Tour II - OOP e Windows 


ESPER sistemi elettronici: 
know-how nei sistemi paraileli 

Dalla collaborazione bi un gruppo d> pro- 
fessionisti che hanno partecipato al progetto 
di ricerca per lo studio di un computer pa- 
rallelo con tecniche di programmazione tipo 
Oata-Flow, è nata a Roma la ESPER sistemi 
elettronici srl. 

All'attivo dei fondatori della ESPER ci sono 
già alcune importanti realizzazioni e ricerche 
riguardanti il progetto e la realizzazione di 
una rete di computer ad alta velocita con har- 
dware basato su Transputer; un sistema di 
riconoscimento caratteri e sigle su carrelli 
ferroviari in movimento, uno studio di un si- 
stema per il monitoraggio tramite telecamera 
del traffico stradale; uno studio sul prepro- 
cessamento e la classificazione di immagini 
tramite reti neurali; lo studio di un'interfaccia 
multimediale per basi di dati di tipogeografico, 
territoriale, architettonico ed archeologico 

La ESPER intende utilizzare le conoscenze 
acquisite per ottenere una maggiore affida- 
bilità dei prodotti e un miglior rapporto co- 
sto/prestazioni nello sviluppo di ogni singolo 
progetto futuro. L'interesse primario è la rea- 
lizzazione di progetti innovativi per soddisfare 
te richieste di enti o aziende che abbiano bi- 
sogno di tecnologie avanzate. Al tempo stes- 
so, la ESPER propone anche l'avvio di forme 


L’OOP World Tnu' è un? sene d- semi 
nan Itineranti sulle prnhlpmaticnp e le ap- 
plicazinni della programmazione OQR te- 
nuti IP vane città de' monde d? esperti in 
ternazionali «otto l'eoids rtella Rnrlanri In 

La prime eriizione «volt? l'anno scorso 
h? riscosse un successo cosi ipnnraggianre 
da indurre la casa d- Rhii Kahn e metterne 
in cantiere per guest'anne una seconda 
edizione rinnovata 

Questa volta le tappe italiane del Tour 
saranno due a Milane marted- là maggio 
presse l’Hotel Michelangelo e a Roma gio- 
vedì 16 maggio presso l'Hotel Sheraton 

Tema specifico e la programmazione 
OOP per Windows La giornata inizia con 


di collaborazione in campi di interesse comu- 
ne con enti 0 aziende che, possedendo l'e- 
sperienza necessana, siano motivate a svi- 
luppare progetti con obiettivi similari. 

I campi di competenza della ESPER com- 
prendono la ncerca e lo sviluppo di sistemi a 
parallelismo massiccio, con particolare ri- 
guardo alla progettazione e realizzazione di 
sistemi custom e l’impiementazione di soft- 
ware specialistico su hardware parallelo; lo 
sviluppo di software applicativo ed il porting 
di applicazioni seriali su architetture parallele 
commerciali, l'implementazione hardware e 


un? Ofim? ee«emn^ ggnemle 'ntrodlirtiv? p 
pmseoiip cor "s 'rarrti oarallpie *'=- ip aur» 
I- ' partpccnsni rtnvmnnr scegli»'*- Quella 

ed r»lf<ton Rpstinn» d- pmrfn'r sv 
luppo in W'nrinwp rnr r»rniche 

On°> (Marift lenzii Orogrsmmazionp 
C+* ir. amfii»nrp Windows- IRruce 
Fckel) " °’ogrnrrma?’one m Pasca’ ad og- 
ge>r ir arnhiPO’e UVmdnwSh IZack Urlo- 
ckeri Come l'anno scorse è previste la pre- 
senze d Sp'qio Oniin- e mia quah esperti 
Italiani d' supporto li co.sto delle partecipa- 
zione è di Lit 599 000 
Prr infnrrnaziefi' SegrPlens Organiaai'VP il' Br- 
iBrd iiaha rei 39 


software di sistemi di controllo adattativo, lo 
sviluppo di applicazioni basate su tecnologia 
delle reti neurali ed intelligenza artificiale, la 
realizzazione di sottosistemi grafici ad alte 
prestazioni per modellazione tridimensionale, 
simulazione, animazione, image processing, 
il progetto e la realizzazione di reti di com- 
puter ad architettura non convenzionate ad 
elevata efficienza, la simulazione elettronica 
e l'implementazione di sistemi elettronici a 
livello funzionale, comportamentale e VHDL, 
la progettazione e realizzazione di sistemi ed 
applicazioni interattive multimediali con par- 


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Fk)K>y drive l.2Ub<5.ZS-| 

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Controller H.D. F D per AT . cavi 
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SK MODEM 30011200 baud. CCITT V21A/22 

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70 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 





NUOVO BORLAND C++. LA RAVA: 

E’ IL COMPILATORE PIU’ PROFESSIONALE PER WINDOWS. 
E LA FAVA: E’ ANCHE OBJECT ORIENTED. 



Borland C + + vi dà proprio 
tutto. Due compilatori in uno, 
C e C + + , con il primo am- 
biente veramente completo, 
per farvi partire come treni a 
programmare anche per Win- 
dows. In più, il fior fiore della 
programmazione ad oggetti, 
realizzato dal leader mondiale 
nella OOP. 

ADESSO C’È 

UN AMBIENTE COME SI DEVE 
PER UVORARE SU WINDOWS. 

Entrate nella Programmer’s 
Platform, un potente ambiente 
integrato a struttura aperta, da 
cui potete mettere le mani su 
una serie di tool senza confron- 


ti, Da Turbo Profìler fino a 
Turbo Debugger per DOS e 
Windows, l’unico che vi fa piz- 
zicare gli errori ripercorrendo 
passo passo il vostro lavoro 
all’indietro. Con Borland C + + 
sviluppate con uno standard 
iperprofessionale anche i pro- 
grammi più grandi e complessi. 

I Voglio la rava e la fava: sapere tut^ 

I to su C++ e sulle novità Borland. | 

I Nome I 

Cognome , 

I Azienda I 

I Indirizzo I 


Cap e città 
Telefono _ 


E NON SERVE SDK. 

Senza aggiungere altro, potete 
avventurarvi nella creazione 
della grafica più sofisticata. 
Borland C + + ha già tutto 
quello che vi serve per lo svi- 
luppo Windows, compreso il 
Whitewater Resource Toolkit. 

L'UPGRADE 

E' OGGEniVAMENTE OHIMO. 

Le cifre parlano da sole. Se 
avete già un linguaggio Bor- 
land, C + + è vostro a 349.000 
lire, fino al 31 maggio. Chie- 
dete a Borland, via Cavalcan- 
ti 5, 20127 Milano, 02.2610102. 

BORLAND 



NEWS 


ticolare riguardo all'interfacciamento di peri- 
feriche a tecnologia ottica, 

I principali servizi che la ESPER è m grado 
di fornire sono studi di fattibilità, progetta- 
zione, preparazione di specifiche per la suc- 
cessiva realizzazione di prototipi, l'mgegne- 
fizzazione di progetti, la direzione di lavori per 
società private ed enti pubblici, progettazio- 
ne. realizzazione e messa m opera di sistemi 
elettronici nchiavi in mano», comprensivi di 
documentazione, organizzazione ed adde- 
stramento dell'utenza, consulenze altamente 
specializzate per la soluzione di problemati- 
che di carattere sia tecnologico/funzionale 
che organizzativo, sperimentazione di nuove 
tecnologie hardware e software: corsi di for- 
mazione per specialisti ed utenti finali. 

Quotha 32 

e Pubblica Amministrazione: 
Programma Large Account 

Al II Forum per la Pubblica Amministrazio- 
ne. quest'anno la società Quotha 32 di Fi- 
renze ha partecipato con un proprio spazio 
espositivo dove è stato presentato il Pro- 
gramma Large Account, una soluzione svi- 
luppata per soddisfare le esigenze della Pub- 
blica Amministrazione. Nel corso della mani- 
festazione lo stand e stato visitato anche dal 



Presidente della Repubblica che ha mostrato 
interesse per l'iniziativa ed ha voluto esami- 
nare il Large Account Portfolio. 

Con il Programma Large Account la so- 
cietà Quotha 32 SI e voluta diversificare dalla 
consueta attività di Mail Qrder m modo del 
tutto nuovo, proponendo una sene di servizi 
personalizzati di supporto e di consulenza 


orientati alle esigenze di una grande utenza 
particolarmente esigente e qualificata come 

10 può essere la Pubblica Amministrazione. 

Grazie ad una struttura che si compone di 

una proprie divisione marketing negli Stati 
Uniti d'America e grazie ai rapporti pnviiegiat> 
che intrattiene con le maggiori software hou- 
se, Quotha 32 può offrire in anteprima tutto 

11 software esistente sul mercato mondiale. 

Gli account manager ed il personale tec- 
nico sono a disposizione delia Pubblica Am- 
ministrazione per l'organizzazione di «Vip 
Preseniationsn con il pieno supporto opera- 
tivo e commerciale delle maggiori software 
house: cosi come è garantito il necessario 
supporto tecnico sia in prima persona (on si- 
tel. Sia attraverso una hoMme specifica af- 
ferente al BBS di Quotha 32 

I prodotti e le conoscenze forniti permet- 
tono l'integrazione di software per personal 
computer all'interno delle strutture della Pub- 
blica Amministrazione assicurando m tal mo- 
do una reale standardizzazione e la risoluzio- 
ne delle problematiche Connectivity. I listini 
dedicati, messi a punto per la Pubblica Am- 
ministrazione, tengono conto delle previsioni 
annuali di acquisto ed inoltre, è possibile frui- 
re di un sistema di sconti progressivi in base 
al volume di programmi acquistati a condi- 
zioni di pagamento estremamente favorevoli 

A completamento dei servizi offerti sono 
disponibili anche corsi di formazione del per- 
sonale nonché gli aggiornamenti del soft- 
ware esistente e la fornitura di tutto il ma- 
teriale informativo richiesto m tempi mollo 
rapidi ottenuti grazie ad un efficiente ne- 
twork di corneri espressi 






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NEWS 


AutoCad 11 in Italia 


A pagina 62 del numero di febbraio ab- 
biamo pubblicato una notizia relativa alla re- 
lease 1 1 di AutoCad, che tra le altre inno- 
vazioni consente un miglior utilizzo in rete 
e la possibilità di facile integrazione con 
programmi in C. 

Abbiamo però, per una trascuratezza 
dovuta alla fretta, riportato le informa- 
zioni omettendo di indicare il riferimento 
Italiano, la Autodesk srl di Milano (Strada 4 
Palazzo A6, 20090 Assago Milanofion, 
02/57510050) 

Ci scusiamo con i lettori per l'informa- 


zione incompleta e con la Autodesk per 
averne trascurato la presenza m Italia, il 
che potrebbe aver ingenerato in qualche 
lettore l'equivoco che sia necessario rivol- 
gersi alla sede californiana (nell'incantevole 
Sausalito, adiacente San Francisco poche 
miglia al di là del Golden Gate) piuttosto 
che, molto piu semplicemente, riferirsi al- 
l'emanazione Italiana, 

Con l'occasione precisiamo il prezzo di 
AutoCad 11, rispettivamente di 8 milioni e 
di 8,300.000 lire IVA esclusa nelle versioni 
in inglese ed m italiano 


Apple alla ricerca 
di una banda radio 

La Apple Computer ha presentato alla Fe- 
derai Communications Commission (FCCl la 
nchiesta di assegnazione di una parte dello 
spettro di frequenze radio disponibili, per la 
trasmissione di informazioni via onde radio al 
fine di realizzare la connessione di computer 
senza fili. 

La petizione della Apple, se venisse appro- 
vata. aprirebbe la via ad una nuova classe di 
comunicazioni di dati, chiamata Data Perso- 
nal Communications Services IData-PCS) 
Più in dettaglio Apple chiede alla FCC di con- 
sentire le comunicazioni fra computer, esclu- 
sivamente in una fascia di 40 MHz compresa 
nella gamma di frequenza che si estende fra 
1850 e 1990 MHz, per trasmettere dati ad 
alta velocità (es. 10 Mbit/secI anche su brevi 
distanze, cioè fino a circa a 45 metri. 

Questo tipo di collegamento in rete locale 
completerebbe le configurazioni odierne di 
reti cablate su filo, composte generalmente 
da linee telefoniche, cavi coassiali e fibre ot- 
tiche che hanno un alto costo di installazio- 
ne. 

Apple riconosce che lo spettro radio è già 
notevolmente naffollaton ed in considerazio- 
ne di CIÒ sta richiedendo che la FCC dia la 
necessana considerazione alla comunicazio- 
ne dei dati nel momento nel quale deciderà 
future assegnazioni di bande radio. 


Claris annuncia MacDraw Pro 

La Claris Corporation, distribuita in Italia 
dalla Elcom di Gorizia, azienda leader nel 
campo del software per Apple Macintosh ha 
annunciato una nuova versione del software 
grafico MacDraw. Si tratta del MacDraw Pro, 
che presenta un elevato numero di innova- 
zioni (oltre 100). 

Il nuovo software offre una gestione molto 
sofisticata del colore pieno e sfumato, po- 
tenti caratteristiche di mterscambiabilità dei 
dati grazie all'architettura Claris XTND, po- 
tenti strumenti di controllo del testo e della 
grafica e la possibilità di gestire presentazioni 
in slide-show. 


Per CIÒ che riguarda la manipolazione del 
colore il livello di personalizzazione delle pa- 
lette dei colon e molto elevato ed è gestito 
anche lo standard industriale Pantone Ma- 
tching System. 

Grazie alla possibilità di utilizzare qualsiasi 
piattaforma Macintosh, il nuovo MacDraw 
Pro gestisce dal Bianco/Nero al calore a 32 
bit e permette di selezionare i colon anche 
per nome, in modo da condividere e lavorare 
sullo stesso documento i colon su un qual- 
siasi Macintosh. 

L'architettura XTND permette di aprire. 


Il Centro di documentazione «Informatica 
ed Handicap» dell'associazione AREA (As- 
sociazione Regionale Amici degli Handicap- 
pati) di Torino, ha raccolto e catalogato una 
biblioteca di software didattico per utenti di- 
sabili. 

L'iniziativa («Programma Piero Vacchet- 
ta») SI propone di consentire ad insegnanti 
ed operatori della riabilitazione la scelta di 
hardware mirato, dopoaversceltoilsoftware 
più adatto alle esigenze di apprendimento 
della persona disabile, invertendo la pratica 
abituale che vede privilegiata la scelta della 
macchina rispetto ai percorsi educativi e ria- 
bilitativi per i quali si intende utilizzarla. 

Attualmente il servizio, completamente 
gratuito, e nvoito soprattutto agli operatori 
scolastici e socio-sanitan, è in grado di do- 
cumentare soltanto programmi in ambiente 
MS-DOS, ma prevede l'ampliamento e l'ag- 
giornamento sistematico della biblioteca. 

Il Centro dispone anche di una banca dati 
che fornisce informazioni ed indirizzi utili per 
reperire periferiche e gli ausili informatici ido- 
nei al programma prescelto in relazione alle 
esigenze della persona disabile alla quale è 
destinato. Date le finalità del Centro di do- 
cumentazione sono accolte con interesse 
tutte le proposte di nuovo software prodotto 
appositamente per la nabilitazione e la di- 
dattica da chiunque segua cali problematiche 


modificare e registrare file nei formati stan- 
dard PICT. Color PICT2, MacDraw II, EPSF, 
MacPaint e Color TIFF Grazie alle sue doti di 
flessibilità e apertura, l'architettura Claris 
XTND permette agli sviluppatori di creare ap- 
plicazioni e software di utilità capaci di scam- 
biare dati fra gli applicativi che utilizzano 
XTND, fra i quali MacWnte 1 1. Claris CAD. 
FileMaker Pro, ad esempio MacDraw Pro 
può importare piu di 50 formali di testo se si 
utilizzano i filtri di MacWnte 1 1 

Per gestire meglio il testo e la grafica, ogni 
blocco di testo e dotato di un righello con 
tutte le funzioni di un programma di elabo- 
razione testo quali la crenatura, l’interlinea e 
la distanza tra i paragrafi, viceversa per la 
parte grafica sono disponibili strumenti per la 
realizzazione di poligoni, per la gestione di 
curve di Bezier. per la duplicazione, il trasci- 
namento e lo zoom di oggetti con percen- 
tuali comprese tra il 3 ed il 3200%. 

L'altra nuova interessante carattensiica dei 
prodotto consiste nella possibilità di realizza- 
re presentazioni a monitor m full-screen con 
il supporto di dispositivi di controllo remoto e 
la possibilità di gestione contemporanea e 
copia di oggetti e templare da una presen- 
tazione all'altra. 

Il costo del MacDraw Pro sara di 840.000 
lire e la data della sua commercializzazione à 
prevista nell'estate del 1991 Gli utenti che 
avranno acquistato MacDraw nel periodo 
compreso dal 1 dicembre 1990 e la data di 
commercializzazione della versione Pro. 
avranno diritto sll'up-grade gratuito. 


lenti, ditte, organizzazioni). Il Centro raccoglie 
anche esperienze di lavoro, m atto o già ef- 
fettuate, di uso del computer a scuola o nei 
servizi riabilitativi secondo ta tipologia di han- 
dicap, per fornire ai docenti, riabilitatori e 
genitori una traccia ed un percorso già spe- 
nmentatoesufficientementecollaudato. An- 
che per queste finalità il Centro è disponibile 
al contatto ed alla raccolta delle esperienze 
di quanti siano intenzionati a metterle a di- 
sposizione. Tra gli obiettivi del Centro c'è 
soprattutto la divulgazione delle conoscenze 
disponibilisulle potenzialità offerte dagli stru- 
menti informatici a vantaggio dei soggetti 
disabili. A tal proposito promuove incontri tra 
professionalità diverse, tavole rotonde, di- 
battiti, conferenze, per il confronto e la va- 
lutazione di esperienze educative che pre- 
vedono l'uso del computer a scuola. 

Il Centro intende anche favorire la ricerca 
in campo educativo, per individuare modalità 
di sviluppo del pensiero e schemi mentali 
attivati dall’uso di strumenti informa tid come 
mezzo creativo e «protesi cognitiva», oltre 
che come mezzo per comunicare, appren- 
dere, entrare in relazione. A tale scopo c’è 
in progetto il coinvolgimenio di altri Centri 
di ricerca (Università, IRRSAE, ecc) che al> 
bario in atto iniziative nel campo deH'uti- 
lizzazione dell'informatica m ambito scola- 
stico per persone disabili. 


Centro di documentazione 
«Informatica ed Handicap» 


74 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


GRAZIE 

MILLE 

un grazie ai nostri primi 
1 .000 utenti 


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PriMus-A - analisi dei prezzi e gestione tariffari. 
PriMus-C - capitolati speciali d'appalto. 

CanTus - contabilità cantieri e rilevazione costi. 
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NEWS 


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che faranno richiesta di abbonamento 
entro il 30 giugno 1991 


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al numero (06) 4180440 o su rete Itapac alla NUA 26500140 e seguire le istru- 
zioni per completare la richiesta di abbonamento. 

I lettori di MCmicrocomputer potranno usufruire dello speciale sconto del 25% 
e pagare solo 18.000 lire/mese anziché 24.000 iire/mese (-(-10.000 lire una- 
tantum per spese di attivazione) allegando al presente tagliando (ritagliato dalla 
rivista 0 fotocopiato) la lettera di sottoscrizione, la documentazione richiesta ed 
il pagamento. 



Acer 915V 

Il nuovo computer della Acer si presenta 
con un processore 286 con velocità maggio- 
rata rispetto al precedente modello. Al con- 
trario del clock che sale da 12 MHz a 16 
MHz, l'Acer 915V costa al pubblico 

2.750.000 lire nella configurazione monitor 
monocromatico e Hard Disk da 40 Mbyte' il 
15% in meno del listino di ottobre 1990 
Tra gir altri interventi all’interno della mac- 
china SI sottolinea il raggruppamento dei chip 
set di pam terze, in un umco chip ad altis- 
sima integrazione L'ingegnerizzazione ha 
avuto come effetti un migliore ordine delle 
piste del circuito stampato, la totale assenza 
di micro switch o jumper, e il completo mon- 
taggio superficiale dei componenti. 

La memoria standard è di 1 Mbyte espan- 
dibile a 5 Mbyte on board lo di 2 Mbyte 
espandibile a 8 Mbytel. A fianco degli slot 
dedicati ai banchi di memoria la mother 
board incorpora un controller per due dischi 
fissi ed un connettore per il suppone del co- 
processore matematico. 

AI pannello frontale si collegano anche <1 
mouse e la tastiera a standard PS/2 
L'integrazione ha inglobato anche la sche- 
da video VGA ad alta risoluzione basata su 
un chip prodotto dalla stessa Acer. 

Il ritocco dei prezzi interessa anche altri 


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76 


modelli tra cui l'Acer 1120SX, il 386SX/20 
Che con disco fisso da 40 Mbyte costa 

3.800.000 lire con monitor monocromatico e 

4.400.000 con monitor a colon Come entry 
levei è sempre disponibile il 915P, un 
286/12 che con hard disk da 40 Mbyte e 
monitor monocromatico è a listino a 

2.350.000 lire. 


PSI presenta hyperSTORE-400 

Il 26 febbraio presso il Circolo della Stam- 
pa di Milano, la Perceptive Solutions Ine in- 
sieme alla società CDC che ne distnbuisce i 
prodotti sul terniorio nazionale, ha presenta- 
to la sene di controller hyperSTÓRE-816, 
hyperSTORE-1600 (di cui ci siamo occupati 
sul numero 98 di MCmicrocomputer) ed in 
anteprima l'hyperstore-400, 

L'hyperstore-400 segue la filosofia della 
PSI tesa a produrre controller intelligente ol- 
tre che veloci per ottimizzare il lavoro dei 
personal computer In dettaglio J nuovo con- 
troller si dovrebbe porre come alternativa 
economica ai due compagni di scudena. Di- 
stribuito in due modelli, supporterà Sia l'in- 
terfaccia SCSI-1 e SCSI-2 che IDE (rispetti- 
vamente l'hyperSTORE-4O0S e l'hyperSTO- 
RE-4001) con tempi di accesso al disco di 
0.28 millisecondi ed un transfer rate di circa 
4 Mbyte al secondo per il modello IDE e ol- 
tre 5 Mbyte per il modello SCSI. 

Compatibile con tutti i sistemi operativi 
(MS-DOS, NetWare, Xenix, Unix, PC-MOS, 
VM/386, PICK e THEOS) sfrutta l'intelligenza 
del processore Zilog a 16 bu Z280. 

Come gli altri due componenti della pro- 
duzione sfrutta il sistema operativo hSOS 
(hyperSTORE Operating Systeml che a sua 
volta SI avvale del DataShadow disk mirro- 
ring DataShadow permette d' registrare i da- 
ll su due unità di memoria di massa diffe- 
renti per proteggere i dati da eventuali rot- 
ture o malfunzionamenti 

Molto della sua velocita lo deve alla me- 
moria cache che monta a bordo, fino a 4 
Mbyte di RAM, utilizzando 9 moduli SIMM 
da 256Kb/1Mb da 100 nanosecondi. 


Multimedialità: 
accordo italiano 
tra Commodore e Pioneer 

La Pioneer Electronics Italia SpA, 
azienda giapponese leader nell’elettroni- 
ca Civile, da poco entrata anche m Italia 
nel campo dell'informatica, ha da poco 
concluso un accordo con la Commodore 
Italiana SpA 

Questa nuova, importante collaborazio- 
ne apre nuove frontiere agli sviluppatori 
Amiga, specializzati m applicazioni multi- 
mediali. 

In seguito a questa intesa sarà infatti 
più facile, veloce e conveniente per gli 
sviluppatori di applicativi multimediali che 
utilizzano il sistema autore Amigavision, 
realizzare master e repliche di videodischi 
mediante l'utilizzo degli impianti Pioneer 
di Los Angeles 

Chi sviluppa applicativi su Amiga che 
prevedono l'uso di videodischi potrà cosi 
ottenere i master in tempi brevi, a prezzo 
concordato. 

Grazie a questo accordo si rendono di- 
sponibili le unità a disco ottco sene DD-5 
5001 e DE-S 7001. mterfacciabili ad Ami- 
ga mediante pena SCSi, permettendo 
quindi la riproduzione di una grande quan- 
tità di informazioni (654 M8), sia su disco 
WORM che su disco nscrivibile 

Inoltre i lettori di videodischi LD-V 4100 
e LD-V8000 (Pioneer produce ben 
800,000 pezzi all'anno dei vari modelli), si 
interfacciano mediante porta seriale ad 
Amiga, e sono compatibili con Amigavi- 
sion per lo sviluppo di applicazioni multi- 
mediali. LD 4100 costituisce il prodotto 
destinato al mercato professionale a un 
prezzo estremamente interessante, men- 
tre LD-V8000 è il modello industriale a 
prestazioni superiori, disponibile attual- 
mente solo in standard NTSC (lo stan- 
dard statunitense) 

F.FC. 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


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NEWS 


Punctum Transfer anche in Italia 

La Punctum Software, società tedesca 
con sede a Monaco della quale già altre volte 
Si è parlato in queste stesse pagine, offre un 
programma di conversione, il Punctum Tran- 
sfer, in grado di eseguire la conversione dei 
formati di dati e di interi dischi di circa 60 
sistemi tra i quali Compugraphic MCS, 
IBM/36 e 3740, Intel, DEC PDP/11 e VA- 
XAfMS. Epson HX-20, Hermes 66, HP 85, 
HP 9000, HP 9826 e 9836, HP 64000, Oli- 
vetti ET e ETS/ETV, Sìemens-Nixdorf 3800 e 
MX-Sinix CPIO, Philips P5020/5040. Triumph- 
Adler e Wang OIS/VS Archiv, nel formato pro- 
prio dei personal computer MS-DOS. 

Punctum Transfer è ora disponibile anche 
m Italia grazie alla MVM di Roma, la sezione 
del Gruppo Unibit che si occupa della pro- 
duzione e distribuzione di software, alla 
Kyber di Pistoia: alla Intercomp/Linking di Ve- 
rona ed alla Ingema di Ponteranica IBG). 

Con Punctum Transfer è possibile la let- 
tura, la scrittura e la formattazione su per- 
sonal computer dei dischetti onginali di tutti 
I sistemi supportati senza la nchiesia di alcun 
hardware aggiuntivo per un numero di volte 
illimitato ed annullando i problemi di distanza 
fisica tra il personal computer ed il sistema 
non compatibile grazie alla mancanza dei col- 
legamenti su cavo, afflitti spesso anche da 



problemi di velocita. Nella conversione dei di- 
schetti contenenti file generati da sistemi di 
videoscrttura, vengono lette in alta percen- 
tuale anche le informazioni di formattazione 
e quindi convertite nel formato dei più non 
programmi di elaborazione testo per MS- 
DOS (Microsoft Word, WordPerfect, Word- 
Star, PC-Write) oltre che nel formato stan- 
dard DCA-RFT. Esistono anche versioni del 
programma per il trasferimento di dati CAD 
tra diversi sistemi, ad esempio Hewlett Pa- 
ckard-AutoCAO. 

Grazie alla struttura modulare del program- 


ma, la realizzazione di una nuova versione su 
specifiche dell'utente puO avvenire nello spa- 
zio di due settimane semplicemente invian- 
do alla Punctum una serie di dischetti cam- 
pione completata dalla lista stampata del 
contenuto delle directory ed una descrizione 
del sistema utilizzato. 

La versione completa del programma com- 
prende un manuale in lingua italiana con le 
istruzioni dettagliate per l'uso 

Abbiamo avuto modo di «saggiare» due 
versioni del software m questione dedicate 
rispettivamente alla conversione dei formati 
Unix IptCPIO) e dei testi generati da Micro- 
soft Word (ptMSW). 

Il primo assicura la compatibilita con i si- 
stemi Siemens-Nixdorf MX2, MX300, 
MX500 sotto Sinix 5.2. Hewlett Packard 
HP9000 in ambiente HP-UX, i sistemi ope- 
ranti con SCO Unix 5000 ed Interactive Unix. 

Il secondo permette invece la conversione 
nei formati ASCII, binario con conversione 
trasparente, Chi-Wnter, IBM DCA/RFT 
(PCText 3/4 ed altri), OistryText (MEL Dr. 
Neuhaus), Euroscnpt, HIT Versioni 3.1 e 4,0 
(Simx Siemens-Nixdorf), MS Word per Win- 
dows e MS-Works, Olitext (SWS, ETV 260, 
3000), PC-Wnte versioni 2 71 e 3.0, Prisma- 
text V.6.0 e SUNdoc, LaTeX, Tex-Ass Win- 
dow Plus e Datev-Text, WordPerfect versioni 
4.2 e 5.X, Wordstar 3.4 


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Tel. 06/5021661 r.a. 

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Motorola: ALTAIR, rete senza cablaggio 
per comunicazione ad alta velocità 


Il Radio-Telephone Systems Group di 
Motorola ha presentato alla rassegna Net- 
World di Boston Altair, il primo prodotto ba- 
sato sulla tecnologia WIN (Wireless In-buil- 
ding Network). WIN è dedicata alle comu- 
nicazioni ad elevata velocità senza bisogno 
di cablaggi all’Interno di un edificio. 

Utilizzando quale mezzo di trasmissione 
frequenze radio a 18 GHz, i prodotti Altair 
sostituiscono 0 estendono la portata dei fili 
e dei cavi che connettono dispositivi di tra- 
smissione dati in reti locali (LAN) Ethernet 
a 10 megabit/sec. 

La rete Altair che fornisce flessibilità sen- 
za alcun vincolo ed evita gli alti costi e i 
ritardi dell’installazione, dell’espansione o 
della sostituzione di LAN Ethernet cablate, 
consiste di due elementi un modulo di 
controllo (Control Module CM) e un modu- 
lo utente (User Module UMI, ciascuno dei 
quali è dotato di un ncetrasmettitore radio 
e di una elettronica sufficiente alla gestione 
dati. Ciascuna unita pesa circa 3,2 kg ed è 
di dimensioni sufficientemente ridotte da 
poter essere installata in un ambiente d’uf- 
ficio. poggiata ad esempio su delle scriva- 
nie, schedan o pareti mobili, 

Basandosi concettualmente sulla radiote- 
lefonia cellulare, anche se in scala ridottis- 
sima, I moduli Altair impiegano segnali ra- 
dio a bassa frequenza (18 GHzl par colle- 
gare sino a 32 dispositivi dati, collegabili al- 
la rete Ethernet, all’interno di un’area fisica 
chiamata microcella. La banda radio a 18 
GHz offre sia la necessaria capacità di tra- 
sporto dati per network ad elevala velocità, 
sia l'assenza di interferenze Per ottenere 
CIÒ sono state concesse delle licenze di 
banda da parte della Federai Communica- 
tions Commission negli Stati Uniti (FCC). 

Per la precisione la FCC ha reso dispo- 
nibili dieci frequenze a 10 MHz, Questa 
banda, Digital Termmation Service, è un in- 
tervallo di frequenze nello spettro elettro- 
magnetico. largamente inutilizzato e perciò 
ideale per la comunicazione 'n rete all’in- 
terno di un edificio 

La dimensione di una microcella Altair di- 
pende dalla reale ambientazione dell’edifi- 
cio, ma solitamente misura orca 24 metri 
di diametro, o circa 500 metri quadrati, ed 
è destinata a supportare un’area tipica di 
lavoro. 


Sosf/tursce gli ultimi 30 metri 
di cablaggio orizzontale 

La rete Altair è m pratica un iicavo senza 
cavo» che sostituisce o estende i collega- 
menti via cavo con le attuali LAN Ethernet 
cablale, ed estende LAN già esistenti me- 
diante nodi aggiuntivi senza cavi Essa ope- 
ra in modo trasparente con l’esistente ar- 
chitettura LAN di Ethernet e con qualsiasi 
sistema operativo di rete, ad esempio No- 
vell NetWare o Microsoft Lan Manager. 


Non richiede l'aggiunta di ulteriore har- 
dware 0 alcuna modifica alla rete locale 
Ethernet. 

Una microcella Altair, come già detto, 
consiste di un modulo di controllo (CMI di- 
slocato centralmente e sopraelevato il CM 
è connesso a un dispositivo dati collegabile 
alla rete Ethernet quale un server o un ho- 
st, oppure ad una struttura di rete LAN 
Ethernet mediante un cavo standard Thm- 
Net. Il resto della microcella è composto da 
alcuni moduli utente (UM), ciascuno dei 
quali è connesso via ThmNet con disposi- 
tivi dati Ethernet compatibili in misura da 
uno a sei, con un massimo di 32 all'inierno 
della microcella L’UM é posizionato accan- 
to agli utenti collegati alla rete ad esempio 
su una scnvama, uno schedano o, una pa- 
rete mobile 


Flessibilità della rete 
Altair soddisfa i requisiti dell'utenza in 
termini di maggior flessibilità nell’instaUs- 
zione della rete e nella ndislocazione del- 
l’utenza. Da alcune ricerche emerge l’enor- 
me aumento del numero di nuovi utenti 
connessi a LAN, molte aziende americane 
dichiarano che oltre il 50% all’anno dei pro- 
pn utenti cambia postazione di lavoro all’in- 
terno dell’azienda. Il conseguente ncablag- 
gio della rete, eventuali aggiunte o sosti- 
tuzioni spesso richiedono oltre tre settima- 
ne. Questa perdita di tempo e di produtti- 
vità va a discapito di un uso efficiente delta 
rete. Altair riduce ad ore, invece di setti- 
mane, il tempo di trasferimento o di ag- 
giunta di un nodo, ad un costo competitivo, 
in termini di ciclo di vita del prodotto, ri- 
spetto a cablaggi di tipo tradizionale. 


Il ariutilizzo dello spettro» permette 
l'efficiente sfruftsmerìto 
della banda a 18 GHz 

Il riutilizzo dello spettro, cioè l’uso della 
stessa frequenza per svariate volle su una 
distanza relativamente breve, è concettual- 
mente fondamentale per la definizione di 
Altair. Questo reimpiego è possibile grazie 
alla singolare propagazione caratteristica 
dei segnali radio a 1 8 GHz. che permette la 
completa copertura in una microcella. pur 
nmanendo contenuta in essa. Poiché la co- 
pertura radio è limitata ad un'area di rete 
specifica di circa 500 metri quadrati, la 
stessa frequenza di rete può essere utiliz- 
zata da molte microcelle Altair senza che 
esse interferiscano l’un l'altra II riutilizzo 
dello spettro significa che e possibile crea- 
re iialveari» di microcelle Altair. all’interno 
di un ambiente densamente popolato, qua- 
le un grattacielo usando solo poche fre- 
quenze 


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Turbo Pascal per Windows 3 

di Sergio Poliryi 

Il 5 marzo la Borland ha proposto a San 
Jose una dimostrazione dei suoi nuovi pro- 
dotti per Windows 3: ObjectVision, Bor- 
land C-h-f, Paradox Database Engine 2.0. 1! 
18 marzo a Houston invece è stata annun- 
ciata la commercializzazione del Turbo Pa- 
scal per Windows, in occasione della riu- 
nione del PC Users Group di guell'erea. 

A differenza del Borland C-Ì--I-. che con- 
sente di sviluppare applicazioni in C e in 
C-I-+ per DOS e per Windows, il Turbo Pa- 
scal per Windows sarà, per quanto se ne 
sa. un prodotto complementare e non al- 
ternativo al Turbo Pascal 6.0 con Turbo Vi- 
sion, permettendo anzi di portare facilmen- 
te sotto Windows 3 le applicazioni Object- 
Oriented ed event-driven realizzate con 
quest'ultimo sotto DOS. 

Il Turbo Pascal per Windows (come già il 
Borland C-M-) includerà tutti i tool neces- 
sari per lo sviluppo di applicazioni, senza ri- 
chiedere il Software Development Kit della 


Microsoft- Proporrà anzi una interfaccia 
molto più facile e comoda da usare alla API 
di Windows 3. 

Oi particolare interesse anche il Paradox 
Database Engine 2.0: consente infatti di 
realizzare applicazioni in grado di creare ed 
usare file di Paradox sia In monoutenza che 
in multiutenza. in C (Borland e Microsoft), 
C-1--I- (Borland) e Turbo Pascal, sia per DOS 
che per Windows 3. Tali applicazioni po- 
tranno scambiare dati con Paradox, Quattro 
Pro. Sidekick 2.0 e ObjectVision, nonché 
con altre applicazioni Windows 3 grazie alla 
nuova interfaccia DLL. 

In sintesi, la Borland prosegue lungo 
quella strada di «coerenza* che aveva an- 
nunciato di voler intraprendere circa un an- 
no fa: aH’sbbandono di prodotti «minorili 
quali il Turbo Basic e il Turbo Prolog, si è 
infatti accom(»gnato lo sviluppo di un in- 
sieme di applicativi (Paradox, Quattro Pro, 
Sidekick), linguaggi (C, C-M- e Pascal) e 
prodotti «intermedi» (ObjectVision) In gra- 
do tutti di colloquiare tra di loro e di scam- 
biarsi dati, sia in ambiente DOS che sono 
Windows 3. 



Citizen: cala il prezzo 
delle 120D+ e 124D 

Il successo di vendita delle stampanti Ci- 
tizen 120D4- e 124D è stato premiato con la 
nduzione del loro prezzo rispettivamente a 
390.000 ed a 590.000 lire IVA esclusa. 

La Citizen 120D-I- è la versione aggiornata 
della già conosciuta 120D provata sul nume- 
ro 57 di MCmicrocomputer, Si tratta di una 
stampante ad impatto con tasta di stampa a 
9 aghi che rappresenta il modello entry pomi 
della gamma di stampanti Citizen. 

Stampa ad una velocità di 120 cps in modo 
draft e 24 cps in Correspondence Quality. 
Dotata di trattore di tiro, la 120D puO stam- 
pare anche su fogli singoli, dispone dell'emu- 
lazione IBM ed Epson FX e rappresenta la 
soluzione ideale per gli hobbysii ai quali ne- 
cessita una stampante piccola, maneggevole 
e nel contempo affidabile: praticamente la 
«prima stampante» con la quale Integrare il 
proprio computer per completarne la confi- 


La Citizen 124D è fabbricata m Gran Bre- 
tagna utilizzando la collaudata meccanica del- 
la Swift 24 ed è coperta da una garanzia di 
due anni. 

Si posiziona come modello a 80 colonne, 
particolarmente conveniente per utenti pro- 
Wsionali, studenti e hobbysti che desidera- 
no la qualità della stampa a 24 aghi ad un 
prezzo competitivo, che intendono passare 
dalla stampa a 9 aghi a quella a 24 aghi sen- 
za essere penalizzati dal prezzo, oppure che 
già al primo acquisto desiderano una stampa 
di qualità. 

Capace di una velocità di stampa di 120 
cps dispone delle emulazioni Epson LO, IBM 
Proprinter e permette di sfruttare lo standard 
grafico NEC 360 X 360 dpi. 

La stampante dispone anche di 3 foni re- 
sidenti e di numerosi stili in grado di soddi- 
sfare le più svariate esigenze. 

La gestione della carta è affidata ad un trat- 
tore di spinta che dispone di funzioni di par- 
king per l'uso dei fogli singoli ed un buffer di 
8 Kbyte espandibili a 32 Kbyte completa la 
dotazione della stampante che come tutti gli 
altri prodotti Citizen viene distribuita in Italia 
dalla Telcom di Milano, dalla Dataiec di Roma 
e dalla Telav di Trezzano sul Naviglio IMI). 


82 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 






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Una nuova scheda per 
stampanti distribuita 
da Lifeboat Associates Italia 

Nel quadro dell'accordo intervenuto tra Li- 
feboat Associates Italia e Pacific Data Pro- 
ducts lo scorso novembre 1990, m base al 
quale la società italiana si disponeva alla 
commercializzazione sul territorio nazionale 
dell'intera gamma dei prodotti deH'amencana 
PDP, oggi a Milano si è aggiunto un ulteriore 
tassello. Si tratta di un accordo per la distri- 
buzione della nuova scheda per stampanti 
Pacific Connect, che va ad arricchire il vasto 
assortimento di schede di espansione di me- 
moria per stampanti Hewlett-Packard, Ca- 
non, Olivetti e compatibili. 

Pacific Connect permette la condivislone 
delle risorse di una stampante da parte di più 
utenti di personal computer, sia che lavorino 
con sistemi MS-DOS che Macintosh oppure 
in ambiente misto. 

Se SI considera come la stampante sia la 
risorsa informatica sulla quale gravano nor- 
malmente più richieste di utilizzo e la sua 
condivisione possa creare dei problemi, si 
capisce che una connessione tra quattro o 
cinque utenti che vi possano accedere co- 
stituisca una risposta efficace. Pacific Con- 
nect offre infatti la possibilità di sfruttare l'al- 
ta qualità di stampa disponibile nei modelli II. 
IID, III e Ilio della famiglia HP LaserJet a una 
utenza molteplice Contemporaneamente 
Pacific Data Products estende la funzionalità 
di queste stampanti con prodotti di già col- 
laudato successo, come ad esempio la car- 
tuccia Pacific MaePage di emulazione Post- 
Script. 

La nuova «memory board" opera automa- 
ticamente ed elimina la necessità dì selezio- 
nare meccanicamente, attraverso interruttori 
0 software, l'utente che deve stampare. I do- 
cumenti che sono inviati contemporanea- 
mente vengono memorizzati in un buffer di 
grandi dimensioni da 256 Kb o 1,25 MB e 
stampali in ordine di arrivo, come avviene in 
una lista FIFO (First In First Out|. Una volta 
che I documenti sono stati inviati in stampa 
l'utente può tornare immediatamente a! pro- 
prio lavoro. 

Pacific Connect e molto semplice da in- 


stallare e da utilizzare Basta collegare la 
scheda allo slot di Input/Output opzionale 
della stampante, connettere il computer e la 
stampante laser con i cavi di Pacific Connect 
e configurare i computer con il software for- 
nito. La velocità di trasmissione arriva fino a 
115-200 baud 

Per apprezzare l'impatto economico che 
quest'ultimo prodotto andrà a determinare 
nel settore si deve fare riferimento agli ultimi 
rapporti di vendita rilasciati da Hewlett-Pa- 
ckartì, secondo cui la base installata di stam- 
panti LaserJet e compatibili sarebbe di oltre 
3 milioni di unità. Lo standard LaserJet pre- 
vede l'uso di cartucce, contenenti font ag- 
giuntivi 0 linguaggi di descrizione della pagi- 
na e schede di memoria aggiuntiva, per ge- 
stire grafica e documenti complessi- A ciò si 
aggiunge la costante discesa nei prezzi delle 
stampanti laser m generale che sta provo- 
cando la sostituzione sempre piu rapida delle 
stampanti a maince e a margherita, 

Con oltre 170. (X)0 unità vendute nel mon- 
do dal 1987, anno della sua fondazione, a og- 
gi, Pacific Data Products e uno dei leader di 
mercato nell'ambito delle espansioni di font, 
linguaggio e memoria per questo tipo d< 
stampanti Nei confronti di quest'ultime si è 
creata una aspettativa da parte dell'utenza, 
stimolata in questo senso dalla crescente 
complessità e sofisticazione del software per 
il disegno e la scrittura. 

Con sede a San Diego, in California, PDP 
ha collezionato nel corso della sua breve vita 
una sene di primati tecnologici. E del 1987 il 
lancio della prima scheda di memoria modu- 
lare per stampami HP, la f-2-4 Plus Upgra- 
deable Memory Board. L'anno seguente ve- 
de la nascita della prima cartuccia HP Laser- 
Jet compatibile, 25 cartridge ih One!, che of- 
fre fino a 1 72 fra font e set di simboli bitmap 
Nell'89 PDP crea la prima cartuccia di emu- 
lazione, Ptoner in a Cartndge. con il linguag- 
gio HP-GL utilizzato dai plotter HP, 

Nel febbraio 1990 POP viene acquisita da 
Digital Communications Associates, Ine,, so- 
cietà leader nei prodotti per la comunicazio- 
ne e produnrice, tra l'altro, di 10NET II loro 
fatturato, in riferimento al presente anno fi- 
scale. si aggirerà intorno ai 70 milioni di dol- 
lari. 

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MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 




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TravelMate 2000. La potenza di un 286 
in un notebook di altezza 3,55 cm e di peso 1,9 kg. 


Texas Inscrumencs presenta la sua più piccola 
novità ne! settore deH’infortnatica: TravelMate 
2000, il nuovo compurerponatile ultrapiattoe 
ultraleBgero, Le sue dimensioni sono tutto un 
profjramma; 21,7x27,9x3,55 cm per 1,9 kg. di 
peso batterie comprese. Non resta che metterlo 
in Kirsa. Ma la cosa che fa di TravelMate 2000 
un grande computer è quello che ha dentro. Il 
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11 processore è un 80C286 a 12 MHz. Il disco 
rigido ha la capaci ràdi 20 MByte e la memoria 
RAM da 1 MByteèespandibilefinoadMByte. 
Per consentire un’elaborazione più veliKe e 
affidabile. La tastiera comprende tutte le fun- 
zioni AT e permette di lavorare come su un 
PersonalComputerda tavolo. Inoltre MS-DOS 
e Laplink sono residenti in ROM e l'hard disk 
è preformattata per essere subito utilizzato. 

TravelMate è un marchio registrato Texas In- 
stniments. Laplink è un marchio registrato Tr.i- 
u'Iing Software Ine. AT è un marchio registralo 
Internatiunal Business M.ichtne.s Corp. MS-1X')S 
è un marchio registrato Micritsofr Ctirporation. 

Texas 

Instruments 


MICRODATA 

SYSTEM S.r.l. OrCAD [ 


La MICRODATA SYSTEM presenta i programmi: 

ORCAD RELEASE IV 

Più di 50.000 progettisti nel mondo usano ORCAD. 

Con le nuove versioni di programmi: RELEASE IV 
ORCAD distacca nuovamente la concorrenza. 

L' interfaccia: ESP- FRAMEWORK 
permette di utilizzare tutti i programmi da un unico ambiente di 
sviluppo integrato. 



PROGETTAZIONE SENZA LIMITI 

Tutti i limiti di memoria posti alle versioni precedenti dal DOS 
(640kRAM) sono stati superati attraverso l’ uso di memoria 
espansa (EMS) o Disco. Si possono ora gestire i progetti più 
elaborati con i simboli più complessi senza limiti. 

Ecco le principali novità tecniche: 

SDT 

Libreria con più di 20000 Simboli - Netlist in formato EDIF 2.00 
Simboli a norme IEEE 

PCS: 

Capacità di 1000 IC da 14 Pin 
Macrofunzioni 
con bordo CIRCOLARE 
='lste con ARCHI 
torouter potenziato 
Autoplacement 

VST: 

elaborazione raddoppiata 
Aumentata capacità 

PLD: 

Supporta i dispositivi più complessi 
Interfaccia con SDT migliorata 



In più dalla 

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Manuali in Italiano 
Assistenza tecnica qualificata 
Aggiornamenti puntuali 
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Contattateci per sapere come aggiornare i VS Programmi alla 
RELEASE IV 

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- Tel.06/9322853-Fax 06/9322391 


NEWS 


Immagini da satellite su Windows 3 

La CAP Sesa Regions (Tolosa, Francia), filiale del gruppo CAP 
Gemmi Sogeti, ha sviluppato in collaborazione con il CNES (Cen- 
tro Francese di Studi Spaziali) un sistema di informazione geo- 
grafica che consente di analizzare e trattare immagini spaziali 

Multiscope, è questo il nome del software, funziona su per- 
sonal computer compatibili MS-DOS in ambiente Microsoft Win- 
dows 3 (in versione Run-Time e Toois fcit) ed in unione al com- 
pilatore Microsoft C Impiega una scheda Number Nme 512/32 o 
AT Vista 1024 X 1024 ed un monitor a colon ad alta definizione 
(tipo Aydih 15.7 kHz o Aydin Rangers 211 per la visualizzazione 
delle immagini a 16 milioni di colori. 

Studiato per un uso immediato ed interattivo, Multiscope con- 
sente di lavorare su immagini provenienti da satelliti di osserva- 
zione (Spot, l^ndsat, Meieosat), fotografie aree ad altissima ri- 
soluzione 0 informazioni ncavate da modelli numerici del terreno, 
la SUB architettura flessibile è stata studiata per poter essere 
adattata a specifiche esigenze anche se i suoi svenati campi di 
applicazioni spaziano dalla gestione e controllo del terntono (ge- 
stione stradale, rurale, silvicultura, urbanismo) allo studio delCam- 
biente (zone protette, controllo delle zone inquinate) e dell' agri- 
coltura (elenco delle colture, previsioni sui raccolti, sfruttamento 
dei terreni, cartografia). Multiscope é già utilizzato da numerosi 
utenti pubblici e privati in Francia ed all’estero e vanta applicazioni 
in molti settori. 


Tra Area e Bull Italia nasce 
«Centro Competenza Scientifica Unix» 

In seguito ad una convenzione tra il Consorzio dell’Area Scien- 
tifica e Tecnologica della provincia di Trieste (AREA) e la Bull HN 
Information Systems Italia, si è giunti alla realizzazione di un polo 
di ricerca denominato uCentro di Competenza Scientifico Unix 
Bull HN». 

Il Centro di Competenza Scientifico Unix sorgerà all’interno del 
Comprensorio di AREA, ed avrà come obiettivo la hcerca, lo svi- 
luppo ed il supporto della piattaforma hardware e software Unix, 
conformemente sia alle strategie Bull Italia, che alle esigenze del- 
ia Comunità Scientifica dell’AREA stessa. La realizzazione del 
Centro Unix, per un investimento complessivo di circe due mi- 
liardi e 700 milioni di lire, prevede tra l'altro l'installazione, entro 
brevissimo tempo, di risorse di calcolo comprendenti un elabo- 
ratore Bull D)<Pé 500, un elaboratore Bull OPX/2 320 — entrambi 
con sistema operativo Unix — altre workstation tecnico-scienti- 
fiche, personal computer, collegamenti in rete (LAN). 

La costituzione. eH'intemo deH’AREA, del Centro di Competen- 
za Scientifico Unix Bull HN consente di anticipare i tempi di quella 
scelta strategica che è (o sviluppo di un ambiente standard uni- 
versalmente riconosciuto come lo Unix, fornendo sin d’ora servizi 
In tale ambiente egli utenti che ne abbisognano o lo prefenscono. 

Uno del maggiori motivi d’interesse nella realizzazione del Cerv 
tro Unix è costituito dall’obiettivo Bull di estendere il proprio in- 
teresse dal mercato dei sistemi Unix gestionali — dove l'azienda 
possiede un vasto know-how — al mercato dei sistemi Unix tec- 
nico-scientifici, ancora in fase di maturazione, ma sicuramente 
destinato ad un forte sviluppo nel futuro 

Primo parco scientifico italiano, l’AREA è nata a fine anni '70 
ed occuperà, a pieno regime, 150 ettari di territorio con circa 
1.500 addetti. Già fin d'ora, con il parziale sfruttamento degli im- 
pianti, vi sono occupate 500 persone impegnate in importantis- 
sime attività di rcerca cui lavorano scienziati provenienti da tutto 
il mondo, tra i quali il Premio Nobel Carlo Rubbia 

In conclusione si può aggiungere che al ruolo di riferimento 
assunto nella ricerca del parco scientifico di Trieste rispetto a tut- 
ta l'area mitteleuropea e agli stessi Paesi dell’Est, la funzione di 
volano e di catalizzatore di know-how scientifico Unix che il Cen- 
tro [fjò dare avrà indubbie, positive ripercussioni su tutto il mon- 
do scientifico e sulla ncerca informatica negli aspetti delle solu- 
zioni innovative, detrintegrazione. dei sistemi aperti e dell'evolu- 
zione degli standard. F.F.C. 


MCmicrocompuier n 106 - aprile 1991 



DISTRIBUISCA 


micro 

Texas 

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Espandibile 

MicroLaser Texas: la stampante 
veramente compettiva nella versione 
base e nella ve^lone PostScript. 

Si può cominciare con la MicroLaser 
base e aggiungere memoria e PostScript 
quando ne avrete bisogno. 

L'espansione è facile, basta inserire 
una scheda. 

MicroLaser è la perfetta soluzione di 
stampa laser per tutti gli ambienti 
operativi e per tutti i sistemi: multiutente, 
PC 0 workstation. 


Competitiva 

Grazie all'esclusiva tecnologia Texas 
Instruments, la MicroLaser stampa la 
prima pagina molto velocemente. 

Le sue dimensioni molto compatte 
(cm 36x34x27,7) ne permettono 
l'installazione su ogni scrivania vicino al 
termin^e: una stampante personale. 

• MicroLaser include: standard micro- 
LaserO.5 mb RAM. emulazione HPUII, 
cas'setto formato A4 da 250 fogli. 

• MicroLaser PS include: standard 
microLaser PostScript Adobe, standard 
1 ,5 mb RAM, emulazione HPUtl, 
cassetto formato A4 da 250 fogli, 


PostScript 

Non una emulazione o una imitazione, 
ma il vero PostScript della Adobe"^ 

(ora disponibile In due versioni con 
17 oppure 35 font) Vi assicura la reale 
compatibirità con lo standard 
di descrizione della pagina (POL). 

La MicroLaser è versatile: potrete usarla 
inizialmente per stampare testi e poi 
espanderla a più so^sticate applicazioni 
di desktop publishing. 

Vi invitiamo a confrontare la MicroLaser, 
Vi accorgerete subito di quanto è 
affidabile, espandibile e compatibile. 
MicroLaser è inoltre compatibile con 
AppleMBM’eHP LaserJet II*. 




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NEWS 






117 MHz 


Ce^ratteristiche comuni a tutti i modelli SC: 

2 Mbytes di RAM. I Hcird Disk da 42 Mbytes 

1 Drive da 1.44 Mbytes e I da l. 2 Mbytes 

2 Seriali RS232 e I Parallela Centronics 
Tastiera Italiana Avanzata 102 Tasti 
Supcr-VGA 1024x768. 16 bits. 512 Kbytes installati 
compatibile Hercules, CGA, EGA. VGÀ, Supcr-VGA 
MS-DOS 4.01 e GW-Basic originali e licenziati, in italicino. 


se 26/40 L. 

microproc. 80386SX, clock 26.5 MHz (LM) 

2.930.000 

SC 34/40 

microproc. 80386, clock 34 MHz (LM) 

L. 

3.620.000 

SC 58/40 

microproc. 80386, clock 58 MHz (LM) 

L. 

4.580.000 

se 117/40 

microproc, 80486, clock 1 1 7 MHz (LM) 

L. 

7.900.000 


CairattcristicKc comuni a tutti i modelli SCE: 

1 Mbytes di RAM. 1 Hard Disk da 42 Mbytes 

1 Drive da 1.44 Mbytes o 1 da 1.2 Mbytes 

2 Seriali RS232 e 1 Parallela Centronics 
Tastiera Italiana Avanzata 102 Tasti 

Super-VGA 800x600. comp. Hercules. CGA. EGA. VGA 

SCE 19/40 L. 1.570.000 

microproc. 80286, clock 19 MHz (LM) 

SCE 21/40 L. 2.030.000 

microproc. 80386SX, clock 21 MHz (LM) 

SC 31/40 L. 2.930.000 

microproc. 80386. clock 31 MHz (LM) 


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via Fermi, 4 - Cast.S. Pietro T.(BO) - Tel. 051-943500-943794 
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Easy PC 

distribuito dalla Audio Line 

La gamma di prodotti software commer- 
cializzata dalla Audio Line di Roma si è ulte- 
normente ampliata con l'acquisizione del soft- 
ware Easy-PC della Number One Systems 

Si tratta di un programma di tipo CAD per 
applicazioni di Schematic Draftmg a PCS De- 
sign carattenzzato da un favorevole rapporto 
tra prezzo e prestazioni 

Easy-PC ha ottenuto nel 1989 il Bntish De- 
sign Award e permette la generazione con 
funzioni mollo veloci di schemi di circuito e 
di piastre di circuito stampato anche multi- 
strato (anche piu di 8 layer coniemporaneil 
comprensivi di punti di saldatura e supporto 
della tecnologia Surface Mountmg ISMTl 

Le dimensioni massime del circuito stam- 
pato possono essere di 43 X 43 cm con il 
Supporto di Fino a 1500 circuiti integrati per 
scheda, 5000 tracce per un massimo di 
12.000 segmenti con fino a 8 diverse gran- 
dezze sulla stessa scheda (da 0.05 a 13 
mm), fino a 4000 piazzole m 128 diverse 
grandezze utilizzabili fino ad un massimo di 
16 diversi formati sulla stessa scheda, 100 
differenti simboli per l'indicazione delle sal- 
dature delle componenti anche per la produ- 
zione automatica e piu di 6000 caratteri d' te- 
sto in 4 grandezze utilizzabili contemporanea- 
mente in ogni piastra per l'indicazione delle 
componenti con 4 diversi orientamenti 

Easy-PC dispone di numerose caratteristi- 
che atte a rendere il lavoro mollo veloce ed 
effettivamente facile' la possibilità di adope- 
rare una griglia con passi di 2.54, 1 .27 e 0.63 
mm oppure con risoluzione approssimativa 
di 0.05 mm, la possibilia di poter disporre di 
complete librerie di simboli (più di 400) pre- 
definiti o facilmente definibili da utilizzare nei 
propri circuiti e la funzione di Rubber Ban- 
ding adatta al riposizionamento accurato di 
parti del circuito fuor griglia con possibilità di 
auto-backup e funzioni di auto-save ad inter- 
valli di tempo selezionabili. 

L’output di Easy PC può avvenire m vari 
rapporti di scala (1/4, 1/2, 1/1, 2/1, 4/1) su 
stampanti a 9 e 24 aghi, su unità fotoploiter 
Gerber, su plouer a penna HPGL, oppure su 
stampanti laser HP LaserJet 11, viceversa l'in- 
put dei dati prevede il formato Gerber oltre a 
Quello degli standard di software CAD piu 
diffusi 

La completa gestione di tipo WYSIWYG 
facilita l'operatività che può avvenire anche 
su piattaforme hardware non particolarmen- 
te dotate come ad esempio quelle basate su 
CPU 8086 con un minimo di 512 Kbyte di 
memoria RAM e scheda CGA. 

La raccolta di librerie disponibili per Easy- 
PC comprende i simboli completi per l'utiliz- 
zazione nei propri circuiti delle componenti 
74LS, 74ALS, 74F, 74HC, 74HCT, 74AC, 
74ACT. CMOS 400Ó, di vari tipi di micropro- 
cessore, di memorie, di single e doublé Eu- 
rocard. di schede per PC a 8 e 16 bit di di- 
mensioni corte 0 lunghe. In opzione e dispo- 
nibile un File Translaior per la conversione 
dei formati Gerber generati da altre applica- 
zioni di PCB Design in quello proprio dell’Es- 
sy-PC. 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



l. 


Tandon 286/N e Tandon 386/N 

Tandon annuncia due nuovi personal com- 
puter il Tandon 286/N, con microprocessore 
80286 a 12 MHz, e il Tandon 386/N, con 
80386SX a 16 MHz, Questi due sistemi sfrut- 
tano le avanzate tecnologie di progettaziorte 
e di produzione per offrire, all’interno di uno 
chassis compatto, funzionalità sia come 
workstation per reti locali che come sistemi 
da scrivania per applicazioni di produttività in- 
dividuale, con I sistemi operativi MS-DOS, 
OS/2 e UNIX. 

La mother board, che ha le stesse dimen- 
sioni di quella di un portatile, utilizza la tec- 
nologia di montaggio superficiale dei compo- 
nenti, e integra sia il ooniroller per il disco 
rigido IDE che quello per il floppy disk drive. 
Sulla scheda ci sono anche uno zoccolo per 
il coprocessore matematico opzionale 80287 
(per il 286/NI o 80387sx (per 1 1 386/NI. e i 
connettori per i moduli SIMM da 256 Kbyte 
0 da 1 Mbyte che espandono la RAM a 4 
Mbyte nel caso del 286/N e a 8 Mbyte nel 
caso del 386/N. Se necessario, entrambi i si- 
stemi possono gestire fino a 16 Mbyte di 
memoria con una scheda di espansione. 

La scheda video VGA a 1 6 bit supporta tut- 
te le modalità dalla CGA alla VGA, sia mo- 
nocromatica che a colori. E integrata sulla 
mother board di entrambi i modelli. Comple- 
tano la dotazione hardware un disco rigido da 
40 Mbyte, un’unità per dischetti da 3.5 pollici 
da 1.44 Mbyte, due interfacce seriali 
RS232C e un’interfaccia parallela. Nonostan- 
te le dimensioni estremamente compatte al- 
l'interno dello chassis ci sono anche due 
connettori di espansione a 16 bit. 

I personal computer Tandon/N hanno le 
stesse funzionalità avanzate degli altri siste- 
mi dell’azienda californiana, compreso il 
BIOS Tandon che permette di effettuare la 
configurazione del sistema attraverso un me- 
nu su video, e la shadow ROM, ovvero la ca- 
pacità di copiare la ROM del sistema e la 
ROM del video nella RAM per rendere più 
veloci le prestazioni. Quest’ultima è una ca- 
ratteristica quasi unica per dei personal com- 
puter di dimensioni cosi ridotte. Il modello 
386/N, inoltre, ha anche funzionalità di ge- 
stione della memora estesa. 

II Tandon 286/N ha un prezzo di lire 
1.690.000 nella configurazione di base oon la 
sola unita a floppy disk e di tire 2.110.000 
con disco rigido da 40 Mbyte, mentre il Tan- 
don 386/N ha un prezzo di lire 2,190.000 nel- 
la configurazione di base e di lire 2.690.000 
con disco rìgido da 40 Mbyte. 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



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NEWS 



LAN Systems 
commercializza DiskPack 

Con un tempo medio di accesso compre- 
so tra 10 e 20 ms, secondo la grandezza del- 
la memoria cache utilizzata, da 32 o 64 
Kbyte. il Disk Pack commercializzato dalla 
LAN System di Bologna è una delle realiz- 
zazioni piu avanzate nel settore dei dischi ri- 
gidi removibili (la copia di un disco di 34 
Mbyte avviene in 5 minuti), 

Realizzato con una tecnologia modulare 
basata su schede intercambiabili e sull'uso 
deil'interfaccia SCSI (16 bit), il Disk Pack può 
facilmente essere collegato ad una ampia 
gamma di elaboratori (Apple Macintosh, IBM 


XT, AT e PS/2. DEC, SUN) nelle più svariate 
piattaforme operative (QuickDraw, DOS, 
Unix, Xenix) ed m congiunzione ai piu diffusi 
ambienti di rete (PC/NOS, Novell, PC LAN, 
3-COM, AppleShare), Le capacità di memo- 


rizzazione previste variano da 42 a 320 
Mbyte con dimensioni intermedie di 84. 105, 
120, 170, 210 e 250 Mbyte, inoltre, l'impie- 
go deH'interfaccia SCSI permette l'adozione 
di fino a sei Disk Pack collegati in cascata per 
tconOnuB a pag 94) 


Anche in Italia una filiale della Roland DG Corp 


Nel corso di un incontro con i giornalisti 
invitati al Circolo della Stampa di Milano dal- 
la Roland Digital Group, è stato dato l'an- 
nuncio della nascita della filiale italiana. 

Roland DG Italia avrà a disposizione dalla 
casa madre giapponese un catalogo di pro- 
dotti sofisticati e ad alto contenuto tecno- 
logico, tra CUI spiccano i plotter verticali a 
foglio mobile, I nuovi plotter piani dedicati 
per esigenze specifiche e prodotti tipica- 
mente CAM per taglio e incisione. Vedia- 
moli più nel dettaglio: la serie di plotter ver- 
ticali GRX (con GRX-300A6 per il formato 
Al e GRX-400AG per il formato AO) con- 
sente una risoluzione meccanica di 
0,0015625 mm/sec„ la velocità di 660 mm 
al secondo m tutte le direzioni, un'area di 
disegno che va da 615x1600 mm a 
905x1600 mm, e un buffer da 1 MByte. 

Per quanto riguarda i plotter piani Roland 
DG. con DPX4600 (formato AO). DPX3500 
(formato Al) e DPX2500 (formato A2), ope- 
ra una innovazione anche nei materiali di 
realizzazione, alluminio e kevlar. Questa se- 
rie garantisce la massima precisione di di- 
segno, indipendentemente dal tipo di carte 
usata, grazie alla punta in graffite che urea- 
lizza” 620 mm al secondo con risoluzione a 
nmicro-step” di 0,0015625 mm/step e ad 
una memoria di 1 MByte, 

Tutti 1 modelli della serie DXY di plotter 
da tavolo lavorano con 8 penne su un'area 
di disegno di 439x297 mm alla velocità di 
420 mm al secondo in tutte le direzioni e 
con una risoluzione di 0,0125 mm/sec. Le 
versioni 1300 e 1200 dispongono inoltre di 
un sostegno elettrostatico della carta che 
agevola l'utilizzo di qualsiasi foglio sulla su- 
perficie. Caratteristiche che erano, un tem- 
po, esclusivo appannaggio di plotter di gran- 
di dimensioni, diventano ora possibili su dei 
prodotti «ridimensionati»: soft landing della 
penna, pne-cap automatico, velocità di di- 
segno regolabile e un buffer di 1 Mbyte per 
la memoria di riplotiaggio. 

Una nuova linea di plotter terminici, LTX, 
costituisce un'innovazione del settore, in 
quanto non richiedono manutenzione e harv 
no un funzionamento autonomo e silenzio- 
so. I plotter LTX420 (formato AO), LTX321 
(formato Al) e LTX120 (formato A3) incor- 


porano un sistema vettore/raster VRC con 
capacità di memoria grafica di 8 MByte e 
riduzione del tempo di tracciato da due a 
cinque volte rispetto a macchine convenzio- 
nali. Novità anche per quanto riguarda i plot- 
ter da taglio, Il nuovo CAMM-1 racchiude in 
un'unica unità le funzioni di taglio e disegno 
e si impiega al meglio della produzione di 
caratteri e logotipi su fogli adesivi in vinile. 
Può utilizzare qualsiasi foglio in vinile, carta 
0 materiale simile di larghezza dai 381 ai 
500 mm. La CAMM-2 è. uno strumento in 
grado di trasformare un normale sistema 
CAD in un centra di incisione professionale. 

La macchina permette infatti di incidere 
disegni grafici e lamine con un'area di di- 
segno di 200x140 mm e di 10 mm di pro- 
fondità. 


Per concludere citiamo due altri prodotti 
destinati al largo consumo. Stika, mostrata 
alla conferenza stampa, racchiude, in di- 
mensioni riconducibili a un telefono, uno 
scanner, un plotter da taglio e un calcola- 
tore. Realizza su adesivi in vinile e similari 
scritte, disegni, firme, Sketchmate invece è 
un plotter da tavolo con formato A4, al cui 
prezzo contenuto fa riscontro la validità del- 
le prestazioni. 

Roland Corporation nasce nel 1972 ad 
Osaka come produttrice, a livello professio- 
nale e amatonale, di strumenti musicali. 

Dopo aver intrapreso joint venture in tut- 
to il mondo e, con riferimento all'Europa, 
costruito un impianto produttivo nel 1986 
alle porte di Arese, la casa nipponica inau- 
gura, nel 1988, una politica di ricerca ad 
espansione nel settore 
dell'Informatica e spe- 
cificamente delle peri- 
feriche CAD/CAM. Ciò 
che però ha reso in 
certo modo preferen- 
ziale il rapporto di col- 
laborazione di Roland 
con l'Italia è stato l'ac- 
cordo che questa ha 
raggiunto nel 1967 con 
un gruppo di imprendi- 
tori italiani, in base al 
quale la società elettro- 
nica Siel S,p,A. si tra- 
sforma in Roland Euro- 
pe S.p,A., con sede 
nelle Marche. Allo sta- 
bilimento, divenuto ra- 
pidamente una impor- 
tante realtà industriale, 
viene affidata la proget- 
tazione e la produzione 
di una linea di prodotti 
musicali ad alta tecno- 
logia elettronica. Il suo 
fatturato, per un am- 
montare di 30 miliardi 
al 1990, rappresenta 
poco meno del 10% 
del movimento com- 
merciale del Gruppo 
Roland. F.F.C. 



90 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



IL SOFTWARE 


Spesso le normative italiane impongo- 
no le scelte di un software che risponda 
a specifici requisiti del nostro paese. 


MVM, società specializzata nel software, 
è in grado di offrire un panorama com- 
pleto di pacchetti adatti alle più svariate 


applicazioni, tutti rigorosamente rea- 
lizzati per il proverbiale gusto italiano. 


SOFTWARE BASE VERTICALE 

• Appuntamenti studio Ul. 299.000 
•Asili nido Ut. 299.000 

• Associazioni sportive Lii. 299.000 
•Autoscuole Ut. 199.000 
•Biblioteca Ut. 149.000 

• Bowling Ut. 299.000 

• Compì sportivi Ut. 299.000 

• Compeggi/Residence Ut. 399.000 

• Circoli di tennis Ut. 399.000 

• Circoli ricreativi Ut. 299.000 


• Scuola di bollo Ut. 299.000 

• Scuoio di informatica Ut. 399.000 

• Scuole privale Ut. 399.000 

• Scuole sportive Ut. 199.000 

• Stabilimenti bolneori Ut. 199.000 

• Tentato vendita Lit. 69.000 
•Videoteca Ul. 199.000 

SOLUZIONE UFFICIO Programma personalizzabile 
per la gestione di una attivitfi specilico di un qualsiasi 
ufficio: 



di analisi cliniche Ut. 1 .600.000 



• Conferenze/Congressi lit. 399.000 

• Ooncing Ut. 199.000 

• Dieta Ut. 790.000 

• Enologia pratica UT. 149.000 

• Enoteca Lit. 149.000 

• Hotel/Ammobilioti Ut. 399.000 

• Holel/Prenotozionì Lit. 99.000 

• Holel/Residence Ut. 399.000 
•Lex Ul. 499.000 

• Maneggio cavalli Ut. 299.000 

• Mostre/Fiere UT. 399.000 

• Onoranze funebri Ut. 299.000 

• Palestre/Piscine Lit. 299.000 

• Porrucchieri Lit. 299.000 

• Pensione per animali Lit. 199.000 

• Ristoranti Lit. 199.000 


GUSTO 


• Soluzione ufficio (programma base) Ul. 1 99.000 
PeisonDiizzDzioni già disponibili: 

• Agenzia finanziaria Lit. 199.000 

• Agenzia immobiliare Ut. 199.000 

• Assistenza tecnica Lit. 199.000 

• Studio cordiologico Lil. 199.000 
•Studia commercialista Ut. 199.000 
•Studio dentistico Lil. 199.000 

• Studio legale Ul. 199.000 

• Studio notarile Ul. 199.000 

• Studio medico Ut. 199.000 

• Studio pediatrico Ut. 199.000 

• Studio veterinario Ut. 199.000 

SOLUZIONE UFFICIOFACILE Propmma modula- 
re per lo gestione completa di un ufficio integioto: 

• Conlofocile (modulo contobilità) Ut. 590.000 



Iprenisono esclosilVA. 


ITALIANO 

V 

IL SOFTWARE MVM E' DISPONIBILE m T m PRESSO I CONCESSIONARI UNIBIT^ 


MVM SRL: 00131 ROMA, L.GO NAZARENO GIANNI • TEL. 06.4190213, FAX 06.429942 


Olivetti 

presenta a Berlino 
una nuova serie di portatili 


eli Paolo Ciardelh 



O livetti, il principale produttore europeo 
di personal computer, ha presentato il 
28 febbraio una nuova linea di computer 
portatili, interamente sviluppata e prodotta 
in Europa dalla Olivetti Office, l'azienda del 
Gruppo Olivetti che opera nel settore dei 
prodotti per l'ufficio a larga diffusione com- 
merciale. La linea, identificata dal marchio 
Olivetti 1, comprende una famiglia modula- 
re di laptop e una di notebook. Progettati in 
Germania nei laboraton della Triumph Adler, 
I nuovi portatili sono prodotti nello stabili- 
mento di Norimberga. Le linee di produzio- 
ne automatizzate, che entreranno a pieno 
regime nel corso di quest'anno, avranno 
una capacità produttiva di oltre 100.000 
unita all'anno 


La casa di Ivrea con la sene Olivetti 1 si 
affianca ad altre grandi industrie del settore 
per superare la tradizionale barriera esisten- 
te tra computer portatile e computer da 
scrivania grazie a una serie di moduli opzio- 
nali che ne aumentano sia la capacità che la 
sua trasportabilità, contenendo al minimo 
dimensioni e peso. 

Con il Docking Expansion Module si può 
trasformare il portatile in un potente de- 
sktop, mentre portando con sé la docking 
printer, la scheda modem/fax o la scheda 
modem si può disporre ovunque di una sta- 
zione di lavoro completa. 

La gamma Notebook si articola in tre mo- 
delli di dimensioni A4 che pesano meno di 
3 kg (2,95 incluse batterie), mentre la sene 


LapTop é rappresentata da due modelli con 
tastiera ergonomica full-size rimovibile, di- 
splay LCD intercambiabile di grande forma- 
to e peso di 5,5 kg. 

Caratteristica comune a tutti e cinque i 
modelli sono la presenza di un mouse in- 
tegrato neH'unità di base. Usano il sistema 
operativo MS-DOS 3.3 o 4.01 e l'ambiente 
grafico Windows 3.0 e possono utilizzare al- 
tri sistemi operativi come OSf2, Unix o Xe- 

I PC portatili della linea Olivetti l verranno 
commercializzati in tutto il mondo dalla rete 
di distribuzione indiretta della Olivetti Offi- 
ce. La linea verrà distribuita anche dalla 
Triumph-Adler con il marchio Walkstaiion 
System. 


3g0MULTIWARF 


Invece di una rete o altri sistemi operativi complicati... 

MULTIUTENZA DOS con MW.386, 



si siede all'aumento di numero di utenti e che puoi installare 

Incluse nel pacchetto: 

• posta elettronica 

• collegamento tramite modem 

• spooìing di stampa 

■ task-view: visione e controllo dell'attività degli altri terminali 

• Iraining mode: per le scuole, tutti i terminali vedono in tempo 
reale l'attività del professore 

• BUS: ISA, EISA, MCA 

• MW, 386/M: multitasking, monoutente 8 programmi DOS che 
possono girare contemporaneamente 

• MW. 386/E ; multitasking, multiutente fino a 5 utenti, 

40 programmi DOS che possono girare contemporaneamente. 
{ 5 utenti X 8 progr^mi ) 

■ MW. 386; multitasking, multiutente fino a 21 utenti, 168 
programmi DOS che possono girare contemporaneamente. 

(21 utenti X 8 programmi) 

• MULTINODÉ: connessione MW. 386/NOVELL per multitasking 
in ambiente NOVELL. 


Vincitore delle prove comparative su 


, 20154 MILANO - Via Borgese, 14 
W^/l 2 Tel 02/336.00.958 - Fax 02/336.00.J 


il sistema che non 
e gestire da solo. 


PC-MAGAZINE e MICRO-SYSTEMES FRANCIA 


92 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 199' 





RAVELMATE 
T 3000. IL BELLO DEL NOTEBOOK. 



22x28x4,4 cm e 2.S Kg sono le misure 
dellasua bellezza. Perché conTravelMaie 
T 3000, il noiebook Unibii by Texas 
Insmimems, finalmente potrete usare an- 
che in viaggio un computer 386 potente 
come quelli solo da tavolo, piccolo e 
leggero come nessun altro, ma anche cosi 
bello da far nascete ammirazione o Invì- 
dia. Microprocessore 386sx a 20 MHz. 
schermo VGA da IO", nitidezza unica 
(tecnologia Triple SuperTwisi). autono- 
mia di almeno 3 ore. 2 Mb di RAM 
espandibile a 6 Mb. hard disk da 40 a 60 
Mb. MS DOS e LapLink residenti su 
ROM. il T3IXX) si affianca all'ancora più 
piccoloe leggero T 2000(286a 12 MHz, 
2 Kg I. La stessa cura posta da Unibit nella 
scelta dei TravelMate come ponatili stv 
lìsiicati è presente negli altri Laptop 
System Unibii: i noiebook (3.2 Kg) LS 
V30 (microprocessori: NEC V.30 a 1(1 
MHz. drive dal.44Mboharddiskda 4(1 
Mb) e LS 212 |286 a 12 MHz, drive da 
1 ,44 Mbc hard disk da 20 Mb] e il poterne 
irasporiabile (6,3 Kg) LS 320 ( 386sx a 20 
MHz. VGA. 2 sitjl. drive e hanJ disk da 40 
0 8(1 Mb). Tutti fwniti di serie con MS 
DOS 4,01 e GW Basic; tulli completi 
come c più di molli computer da tavolo: 
tutti competitivi nella tradizione L'nihii. 



Un/b/t Computer 

NON SERVE DIRE 01 PIÙ. 



NEWS 


Alfe Prestazioni 
e aHidabififà 


queste sene le 


ed il rispetto delle standard 





gli alimentatori sonò 



\ misurati da 





Sistemi di alimentazione SPS 


A ^ @ 

SUPER SOURCE ENTERPRISE CO.. LTD. 
P.O. BOX 105-51 TAIPEI TAIWAN 
TEL; 886-2-8364796, 8322662 
FAX; 886-2-8342947 
TELEX; 29616 TEMERÒ 


isegue da pag 901 

una capacità complessiva di 2.2 Gigabyte m 
linea. Un sistema di controllo delle procedure 
permette di estrarre il Disk Pack anche se 
questo è acceso eliminando >n tal triodo i 
danni denvanti da improvvise cadute di ali- 
mentazione oppure da manovre errate, men- 
tre un sistema di protezione permette di di- 
sabilitare la scrittura dei dati sul supporto 
La costituzione del Disk Pack gii permette 
di sopportare maltrattamenti senza che i dati 
ne risentano, infatti il Disk Pack è m grado di 
sopportare urt con accelerazioni da 3 a 10 g 
in condizioni di operatività e da 40 a 60 g >n 
condizioni di inoperativita' dei valori in asso- 
luto molto elevati. Con queste caratteristiche 
I Disk Pack assicurano una durata media 
(MTBF) compresa tra 40.000 e 50.000 ore, 
pan a quasi 24 anni di lavoro a 8 ore al giorno 
per 5 giorni alla settimana. 


MIPS Computer: Risc a 64 bit 

La MIPS puma ai 64 bit Risc. MIPS Com- 
puter System ha di fatto annunciato il frutto 
dei SUOI prossimi progetti. Il processore 
R4000. É questo il nome di battaglia di que- 
sto chip a tecnologia Risc altamente sofisti- 
cata. ideato e proposto dalla MIPS come por- 
ta obbligata di transizione fra il mondo dei 32 
bit con quello dei 64. 


Tutto italiano 
il re dei supercomputer 

Sarà pronto tra pochi mesi APE 100 (la 
Sigla sta per Array Processor espandibile), 
il supercomputer piu veloce del mondo. Ad 
aprile la macchina potrà eseguire 6 miliardi 
di operazioni al secondo toccando il record 
di 100 miliardi al secondo entro il 1992. Lo 
ha messo a punto, in una prima versione a 
potenza ridotta, una équipe di otto ricerca- 
tori diretta dal Prof Nicola Cabibbo, presi- 
dente deiristUuto nazionale di fisica nuclea- 
re. 

Oggi APE 100 può effettuare «soltanto'» 
400 milioni di operazioni al secondo, ma 
entro apnie la sua potenza sara pan a 6 gi- 
gaflop (il gigaflops e una unità di misura 
che comsponde a un miliardo di istruzioni 
elementan al secondo), e per il prossimo 
anno dovrebbe lasciare al palo i rivali con 
una capacità di eseguire ogni secondo cen- 
to miliardi di operazioni. Una potenza che 
non ha precedenti. Il capostipite dei super- 
computer, e ancora oggi la macchina di 
questo genere piu diffusa al mondo, e il 
(iray 1. Messo a punto nel 1976, riesce a 
effettuare 100 milioni di operazioni al se- 
condo Il suo erede. Cray 2, attualmente ne 
effettua 1,2 miliardi. E IBM, che di calco- 
latori se ne intende, ha abbandonalo delu- 
sa un progetto per la costruzione di un su- 
percomputer da 1 1 gigaflops. «In effetti — 
rileva il professor Cabibbo — APE 100 sarà 
il calcolatore piu veloce del mondo già da 
aprile, perché attualmente le macchine piu 
potenti arrivano al massimo a qualche gi- 
gaflops" 


LR4000 è un monochip altamente integra- 
to comprendente una unita di elaborazione a 
numeri interi, una unità per la gestione dei 
calcoli in virgola mobile, caratteristica questa 
che fa approdare l'R4000 nel campo delle a|j- 
plicazioni scientifiche, una memoria cache 
dati ed una memoria cache istruzioni entram- 
be da 8 kilobyte. In entrambe le unità nume- 
riche l'R4000 processa dati di ampiezza pan 
a 64 bit, cosi come nei percorsi di dati e bus. 
Altro dato caratterizzante dell'R4000 è il con- 
cetto di pipeline, già ampiamente adottato m 
altn processori di tipo Risc ma rivisto e cor- 
retto nella sua efficienza dalla MIPS per il 
suo R4000. 

Il superpipelining raggiunge prestazioni 
doppie rispetto ad un normale pipelme, tanto 
da permettere all'R4000 di far eseguire ad 
ogni colpo di clock 2 istruzioni. Nonostante le 
elevate innovazioni tecnologiche deH'R4000, 
la stessa MIPS garantisce la completa com- 
patibilità software con le precedenti genera- 
zioni di processori MIPS. Le fasce di utenza 
alle quali la MIPS si rivolge con il suo R4000 
vanno da quelle industriali (vista la velocità e 
quantità di dati che il processore riesce a ge- 
stire) a quelle scientifiche, ma la stessa MI- 
PS già vede un futuro e massiccio ingresso 
di macchine basate su R4000 negli uffici, so- 
pratutto per applicazioni di tipo commerciale 
offrendo allo stesso tempo elevate presta- 
zioni e preni contenuti. 


Per ora il supercomputer deirisiituto na- 
zionale di fisica nucleare, che occupa lo 
spazio di quattro frigoriferi, e ancora in ro- 
daggio. «Questa prima versione ci serve 
per la verifica dei microprocessori, intera- 
mente costruiti su nostro disegno" precisa 
Cabibbo «Siamo molto contenti di come 
vanno le cose e dopo qualche centinaio di 
ore di verifica dei chip potremo realizzare la 
versione intermadia, quella m grado di ef- 
fettuare 6 miliardi di operazioni al secon- 
do». 

Dai potenti supercomputer i ricercatori 
ottengono un contnbuto determinate per la 
soluzione d» problemi tecnici e scientifici 
All'università dell'lllinois viene utilizzato da 
tempo un supercomputer per simulare l'e- 
voluzione dell’universo dopo il big-bang, 
una questione ancora irrisolta. Ed e proprio 
per la simulazione che i ricercatori dell’isti- 
tuto nazionale contano di utilizzare APE «Il 
nostro problema - ammette Cabibbo — è 
quello della simulazione dei Quark, uno dei 
sistemi più belli per capire se il protone si 
comporti effettivamente come e descritto 
nella teoria della cromodmamica quantisti- 
ca. Ora come ora non sappiamo ricavare le 
conseguenze della teona per via matema- 
tica» E con APE 100? «Con questo com- 
puter CI riusciremo sicuramente attual- 
mente abbiamo una precisione del 15 per 
cento nella simulazione di questa teoria, e 
aumentando la potenza di un fattore 1(X) 
dovremmo armare a precisioni molto buo- 
ne». 

La notizia, non c'è dubbio, è esaltante e 
dà fiducia nella ricerca italiana in questo 
particolare, fondamentale settore. 

F.F.C. 


94 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



NEWS 


CONCESSIONARI UNIBIT 



VideoPix Sun: 

cattura e condivisione immagini 
video su rete 

In occasione di I. CO. Graphics, la Sun Mi- 
crosystems ha presentato VtdeoPix Sun, un 
sistema che consente agli utenti di SPAR- 
Cstation di catturare e condividere immagini 
video via rete UNIX a basso costo. 

VideoPix comprende una piastra SBus ed 
il relativo software e permette ad un gruppo 
fino a 4 utenti di catturare facilmente, ma- 
nipolare, memorizzare e condividere imma- 
gini in bianco e nero o a colon provenienti da 
una vasta gamma di fonti video. 

SBus è un bus di I/O ad alte prestazioni 
presente nelle SPARCstation e dato m licen- 
za ai produttori di hardware. 

La piastra video contiene jack standard 
RCA e S-video collegabili a strumenti di input 
video come telecamere, videoregistratori, 
sintonizzatori TV, lettori di videodischi. 

VideoPix consente di ritagliare, modificare 
le dimensioni e regolare luminosità e contra- 
sto delle immagini video. 

Con l'interfaccia grafica OPEN LOOK, svi- 
luppata da Sun e AT&T, la cattura delle im- 
magini è estremamente facile e consente la 
loro successiva integrazione in applicazioni di 
desktop publishing e/o di posta elettronica 
muliimediaie. 

L'input dei dati avviene compatibilmente 
agli standard NTSC-PAL e S-Video ed utilizza 
l'algoritmo di compressione JPEG (Joint Pho- 
tographic Experts Group! m grado di ridurre 
fino a venti volte lo spazio di memonzzazio- 

Le im nagini possono essere salvate in for- 
mato SunRaster, PostScript, EPSF e TIFF. Vi- 
deoPix e inoltre supportato dal software di 
stampa NeWSpnnt, che permette di stam- 
pare le immagini da qualsiasi punto della re- 
te. 

Utilizzato con Sun Vision, il software di ela- 
borazione e di visualizzazione immagini, Vi- 
deoPix consente il trattamento di immagini 
medicali, GIS, CIM e remote sensing. 

VideoPix occupa uno slot SBus delle 
SPARCstation desktop oppure sugli SPAR- 
Cserver dotati di SBus e sui quali è dispo- 
nibile Open Windows 2.0. 

Piastra, software, librerie, documentazione 
ed una licenza d'uso costano 1.800.000 lire, 
ogni successiva licenza d'uso completa di 
documentazione viene a costare 390.000 li- 

II prodotto è disponibile in tutto il mondo 
attraverso i canali di vendita Sun già dallo 
scorso mese di febbraio. 


•ABRUZZO Av«izano (AOl SGlInlnmalca.ielZIOB/E Canoli (AQ) 
Infocai imixnialKia. tei 995560. Chieti: Diessepi. lei.6Z389 L'Aquila 30 
Ccmauteis. tei 62558. ScDuson EOF. lei 6Z26V Lanciano ICH) Coccfi a'c 
OtliC0. le 2S275 Pescara; Piogeno Inlomalica, tei 63/21 Teramo ; 
CcniDUlTonc. lei 240702 


• BASILICATA; Male» Inlopan.lel 364630. PollcorslUT) JoncaUfiCii; 
W.972535 Potenze Della IiVonnatice. lei »S35 


• CALABRIA: CaUruaro M>croelelVor«ca lei 4I3X Chiaravalle en- 
trale (C2I Barman Sud. lsi.926Cie Crotne (CZ) Infoisystern. iel60lQ20. 
Lamezia Terme {CZ) Sipm Elettrica, lei 29031. MelltoiPC) NocleoBaia 
Taemformalica.lel771tCl9.PalnillPC) lnl[xama.lel45»;.Reggio Calabria 
Totolxllnlormsica. lei 624360 Scalea (CSl General Office, tei. 90069 

• CAMPANIA: Angri (SA) Infvmalca Sistemi, lei 947990 Acerra (MA) 
Italiana Sofirere. tei B857159. Averaa (CE) i U Ckmputers. ut 5032861. 
Belllzii (SA) Comouter Sua. lei 53204 Benavente Busnass Computer, 
lei 21465. Caiagiave (CE) 6nc i Biac. lei 466441 Calerla Omne Per- 
sonaiCoirpuier.iei 444507 MaicianiM(C£| 1 6 C .tei 628220. Marigliano 
(NA) SOO. lei B8S223S Montesarchio IBN) Infermalica 3 Se'e:r. 
Iel.631697 Napoli ATU Inlotmalca. tel.621D5e. Informatica llahana. lei 
5791000. Terminal. lel404S21. Tnermalic. lei 7661742 Pozzuoli (NA) 
Arct>il8<XureSConslnjcwn,lel 526553' Qoallano(NA) V C 0 Soft laa. lei 
8165901 S.CIorgloaCremanoitlA; JumoMoservice.lei 483672 Salerno 
SermSis4emi,lBl33728i Volle itW) RCE Eledronica. lei 7741432 

•EMILIA ROMAGNA: Bologna EDPSistemi.tei 246657 Cento(FE) Malli, 
tei 902243. Copparo (FEI 0lec. lei. 740296. Ferrara MasleteOiling. lei 49300. 
On Une Software, lei 46468 Modena Vifleooign. lei 239266. Parma Mec- 
canografica. tei 95647 Piacenza Genius, lei 31047 

• FRIULI; FlumlcaJlo (UD) Sm. lei 970102. Trieale ConsUenza Inlor- 
malica.tei 44111. THE 90,^.824974 Udina BrunoPecoranAC.Iel 502543 

• LAZIO: Angulllara (RU) Computer House, lei 9B949C0 Anzio |RM| 
Computing Service. lei 9831333. Aricela |RM| CenboServisFinanzian.lel 
9343815. CMlaveeetili (RM) Manne Pan Service, tei 20267 Frasca» IRM) 
DadoSystem lei 94;6676 Frosinone I B 1 S .teieie38.CaelaiLr) mS E A 
tei 465921 Ganzano (RM) Dado System. lei 9396B15 Latina ProtHem 
Solving, lei 497153 Morena (RM) Alius Eleliron«a. lei 7245599. Rieti 
CompulerGrapivc Systems Rieli. lei 271002 Roma iByles. 18 42984' ASA 
informatica, lei 6675274. Batei, lei 6664182. Byte Studia. I8 42334i.Casteiium 
lei 6143S34.CODIN lai 6376772. Compulei Graphe Service, iff 7674349 
Dado System. 18 5404849. Digidale Computers, 18 6390626. Erre Zeta. 
18 3010467. Geri88 InTormaiica. 18 6256954. Gemus. lei 3201506. Gienme 
Sema e Software. 18 6225067; G 4 P. la 7004871. Idea i. 18 7232'9I. 
Intormetica Muinservices 18 5422986. 118 Ware. 18 4402746. McraanO. 18 
3723338 Mcroland.ia 4241HK M-croland.l8 7343980. Non Solo UtfiCiC. 18 
6124020. Oasy. I8 839D341. Sant8 Sud 18. S00381S. SluOiO Sysem 18 
7642922. Slylc, 18. 2266^. Technoeas. 18 4072'Si. T8esi. lei 364143. 
Tatware. I8 8193137 Uniservice mlorrnaiica 18 6545304. Umieen Itala. 
18 S1 15657. Vemas 18 4112467. Bezzo Bealo (LT) Sterna Cemputers. 
18 877087 Tivoli iRM) Cnemara e Cmemalica, 18 23622. VHM. 18 534036 

• LIGURIA: Genova ASAS. I856I33S. A6M Computerà. 18.294636. G 
S Informalica. 18 319246 Rem Kard llala, tei 665635 Imperia Computa 
House. lel 275446 La Spezia Copriecnica. I8 509566 

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IVA) Msd-t ' Meoia. lel 686328. Caategnata iB&) llaca, W 2140373. 
Cerro Maggiore (Mi) MB Lne. 18 4?'36'C Crema (CRIBcomEietlionnoa 
Compuiar.i8 83393.GrandeteiCO) SoAei.l8 450064 Lainale.MIl Master 
Bit. 18. 9371531 legnano (MI) MBbne.18 421360 LodliMI) A2PS 18 
420272 Malnate(VA| EfIeOi Oisinbuzone. 18 429176 Milano Audna. 18 
26in889,Ccmecop 18 688I536 .gr. 18 4049129 llalcopy. lel 2665960. 
Magnare Meda. 18 26413626 Ospidaletto di Comiana (MI; M4ron 
Consullng Group. tei 66302442 Pavia C PS. I8 31341 Sysdata, 18 477002. 
Renale (MI) Ovenme Conxxjlers. 18 924534 S.Silvestro (MN) IDM In- 
formalipa. 18 4730' Sarenno (VA) Facopy Ufficio, 18 96^15 Tirano 
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MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 




MCmicrocomputer n 106 • aprile 1991 


che più comuni, quali ad esempio il versa- 
mento, Implicano una gestione complessa, 
un costo di ciclo di lavorazione che incide 
suirelficienza delle aziende di credito. La 
necessità di migliorare l'operatività del cas- 
siere che, in una dinamica progressiva, as- 
sorbirà anche nuove funzionalità quali l'e- 
missione di assegni circolari, la verifica del- 
la firma, ecc., trova una risposta m questa 


cassa, utilizzando l’interfaccia 773Mndustry 
standard SCSI. La configurazione base pre- 
vede un deflettore di uscita dei documenti, 
mentre opzionalmente è disponibile una va- 
schetta porta-documenti, oppure una doppia 
casella di. raccolta con destinazione pro- 
grammabile. 

Può essere dotato di due telecamere per 
la cattura dell'immagine di cui quella fron- 
tale è standard, mentre quella posteriore e 
opzionale. La telecamera converte l'imma- 
gine del documento m un’immagine elettro- 
nica; le dimensioni massime del documento 
trattabili sono pan a 105 mm in altezza e 
254 mm in lunghezza. 

La risoluzione dell’immagine è, a scelta, 
di due tipi' 

— 200 DPI in bianco e nero 

— 100 DPI a 16 livelli di grigio. 

Le immagini possono essere compresse 
secondo il formalo CCITT gruppo 4. 

Attraverso algoritmi evoluti il sistema 
NCR 7731 legge i dati codificati sui docu- 
menti, indipendentemente dal tipo di «fonin 
(CMC7, E13B. OCRI e contemporaneamen- 
te su piu linee dello stesso documento. 

Può essere dotato di una stampante a 
getto d'inchiostro che permette la stampa 
sul fronte e/o sul retro del documento a se- 
conda della configurazione. La stampante a 
matrice può essere programmata per ese- 
guire testi e grafici La velocità di stampa e 
pan a 120 cps. 

Grazie all'avanzata tecnologica NCR della 
marcatura termica possono essere eseguite 
marcature parziali o totali, sotto il controllo 
del software applicativo, secondo i font pre- 
visti che sono programmabili. È anche di- 
sponibile la scheda DES/NBS per l'encri- 
ptaggio dei dati 

F.F.C. 


nuova periferica dalle dimensioni contenu- 
te. È il primo prodotto che, utilizzando la 
tecnologia dell’immagine, raggruppa in sé 
possibilità operative finora offerte da siste- 
mi diversi: catturare le Informazioni presen- 
ti sul documento, marcare gli assegni, gi- 
rare i documenti, stampare la distinta di 
versamento, sostituire, tramite l'immagine 
del documento, il microfilm di filiale. 

Questa nuova soluzione costituisce inol- 
tre uno degii elementi portanti del progetto 
NCR per trasformare lo sportello bancano 
in un vero e proprio punto di vendita di ser- 
vizi per le esigenze della clientela. Il pro- 
getto, xbaitezzato» BankView, prende in- 
fatti in esame le diverse funzioni svolte 
nell’ambito della filiale e. in un'unica globa- 
le visione, realizza via via soluzioni integra- 
te che rendono la rete di vendita sempre 
più produttiva e m linea con le aspettative 
dell'utente. Ma vediamo in sintesi le fun- 
zionalità di sportello e retrosportello del 
7731. 

Allo sportello - Una semplice operazio- 
ne di versamento comporta un nciclo di la- 
vorazioneii dei relativi documenti che coin- 
volge tutta la filiale. Acquisire e integrare i 
dati presenti sui documenti, apporre il tim- 
bro di «girata» sugli assegni, creare la di- 
stinta di versamento, stampare la ncevuta 
per il cliente, controllare la firma sugli as- 
segni. microfilmare i documenti ai fini della 
sicurezza sono le principali attivila svolte 
oggi dal cassiere. ' 

Nel retrosportello le operazioni piu comu- 
nemente effettuate consistono nel marca- 
re. «quadrare» selezionare ■ documenti, 
preparare l'eventuale flusso per «check 
truncation». L'emissione di assegni circola- 
n e di libretti di assegni bancari sono altri 
servizi che la clientela richiede frequente- 
mente allo sportello. 

NCR 7731, utilizzata come periferica del- 
la workstation di cassa nell'ambito dell’ar- 
chitettura NCR BankView. o in altri ambien- 
ti di filiale, con una sola «passata» del do- 
cumento- 

— cattura i dati presenti sulla code-ime in- 
dipendentemente dal tipo di codifica, sia 
che si tratti di assegni o effetti ICMC7), 
bollettini postali o MAV (OCRI, travel check 
0 assegni esteri (E138), vaucher di cane di 
credito (Farrington); ► 


Rivoluzionaria soluzione 
bancaria con NCR 7731 

In una cornice insolita e prestigiosa qua- 
le la Libreria Paravia nel cuore di Milano, la 
NCR ha presentato la nuovissima e. sotto 
certi aspetti, rivoluzionaria soluzione orga- 
nizzativa studiata espressamente per il po- 
sto di lavoro del cassiere moderno e della 
banca avanzata, soprattutto in previsione 
del 1993 e. quindi, indis^nsablle negli at- 
tuali scenari economici di riferimento. 

La soluzione va sotto la sigla di NCR 
7731, un prodotto che per la sua versatilità 
e multifunzionalità semplifica il ciclo di la- 
vorazione del documento bancario consen- 
tendo più utilizzi e collocazioni diverse nel- 
l’ambito dell’agenzia: allo sportello e nel re- 
trosportello. 

Le banche oggi sono sommerse dalla 
carta, sia per chi vi lavora sia per chi è 
cliente: tutti noi sappiamo quanta carta va 
compilata, quanti timbri vengono apposti in 
un assegno, quante operazioni deve effet- 
tuare al terminale l'addetto allo sportello, 
da quante macchine è circondato e cosi 
via. Con un colpo di spugna la NCR, con il 
suo 7731 elimina tutto questo armamenta- 
rio, soprattutto cartaceo- Le transazioni, arv 


Caratteristiche tecniche 
di NCR 7731 


NCR 7731 unisce te avanzate tecnologie 
dell’immagine, della stampa a getto di in- 
chiostro e della codifica termica per te esi- 
genze relative al trattamento di documenti 
bancari m un unico «scatolotto». 

Queste tecnologie sono combinate m una 
soluzione dalle dimensioni estremamente ri- 
dotte: 21,5 cm di altezza, 35,6 cm di lun- 
ghezza e 25,4 cm di larghezza. 

Il «trasporto» bidirezione del 7731 per- 
mette il movimento del documento sia in 
avanti ohe indietro su di una traccia rettili- 
nea appositamente progettata per eliminare 
le cause di inceppamento. Questa configu- 
razione bidirezionale consente di eseguire la 
stampa dei grafici e la lettura e la rilettura di 
code-line È collegabile alla workstation di 


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- completa la code-line del documento 
secondo la corrispondente coditica di mar- 
catura (CMC7 per gli assegni, OCR per i 
bollettini postali. MAV e cosi vial: 

— acquisisce tutti i dati per creare la distin- 
ta di versamento e stampare la ricevuta 
per li cliente, 

— appone il timbro «girala» sugli assegni, 

- cattura l’immagine l'Ironte-retro» del do- 
cumento 81 fini deH'archiviezione di sicurez- 
za di breve periodo e deireventuale con- 
trollo delta firma. 

NCR 7731 semplifica, quindi, l'operatività 
del cassiere, ma permette anche di fornire 
migliori servizi alla clientela lad esempio 
evitando aH’utenie la compilazione della di- 
stinta d' versamento) e rende superflui una 
sene di dispositivi hardware spesso pre- 
senti in ogni filiale timbri, microfilm di fi- 
liale. lettori CMC7. marcatrice, codifica 
CMC7 

Nel retrosportello - La cattura deir*um- 
magine» dei documenti, oltre alla verifica 
della firma del cliente e alla sostituzione 
con riiimmagine» della microfilmatura di fi- 
liale ai fini della sicurezza, permette anche 
di soddisfare in modo semplice ed efficace 
ogni richiesta di ricerca del documenti ar- 
chiviati, visualizzando l'immagine sul video 
e stampandola con una «laser pnnter». 

Nelle filiali di molti istituti di credito esi- 


ste oggi una consistente attività di «back 
office» 

Microfilmaiura dei documenti ai fini della 
sicurezza, «quadratura», marcatura e sele- 
zione degli assegni, creazione del flusso 
dati per «check truncation», emissione di 
assegni circolari e libretti di assegni banca- 
ri, controllo della firma, sono operazioni 
che. m tutto o in parte, sono spesso svolte 
nel retrosportello della filiale. 

Da oggi, queste operazioni possono es- 
sere svolte in automatico, senza variazioni 
dell’assetto organizzativo della filiale e delle 
procedure applicative del sistema informa- 
tivo adattato, grazie alia soluzione «chiavi 
in mano» NCR 7731. composta anche da 
workstation e stampante. Si fa nfenmento 
a una sene di funzionalità oggi svolte ma- 
nualmente 0 con I dispositivi hardware de- 
dicati, quali: 

— gestione completa degli assegni per 
quelle agenzie che non necessitano di si- 
stemi selezione di filiale, m termini di 

• acquisizione dati 

‘ correzione scarti effettuata direttamente 
sull’immagine del documento 

• completamento della code-line CMC7 

• preparazione del flusso per «check trun- 
cation», 

— autonnazione del trattamento di altn do- 
cumenti codificati, effetti, bollettini postali. 
MAV. travei check, assegni esteri, vaucher 
di carte di credito; cambiali, eco., 

— sostituzione della microfilmatura di sicu- 
rezza con l’immagine del documento; 


- stampa e codifica CMC7 di assegni cir- 
colari e libretti di assegni bancan. 

- verifica della frma. 

La soluzione con NCR 7731 nel retro- 
sportello è, in definitiva, facilmente instal- 
labile in tutti gli ambienti di filiale e può co- 
stituire Il primo passo per l'inserimento di 
NCR 7731 direttamente allo sportello. 

E di grande interesse sapere che l’Italia 
ha partecipato attivamente alla definizione 
delle specifiche m ambito progettuale del 
7731 ed è stata determinante nelle decisio- 
ni produttive del sistema. La NCR Italia 
prevede di vendere oltre 30.000 pezzi nei 
prossimi S anni. Per legge Comumtana nel 
settore bancano, con i’approssimarsi del 
fatidico 1993, diventerà obbligatorio per 
tutte le banche velocizzare le operazioni 
bancarie ed eliminare tutta la produzione 
cartacea che queste producono. 

Facile l’inserimento del 7731 in ambiente 
non NCR e questi ' prezzi che variano dai 
6/7 milioni per posto di lavoro al 25 milioni 
per l’attivazione di una rete, dipendente- 
mente dalla collocazione e da tutta una se- 
ne di problematiche intrinseche. 

La multifunzionalità di NCR 7731 permet- 
te, dunque, al cassiere di compiere in mo- 
do semplice e automatico tutta una sene 
di operazioni, che oggi richiedono hardware 
specializzato e rendono necessario «tratta- 
re» più di una volta il documento, (a cui im- 
magine è acquisita proprio nel punto di in- 
gresso deH’agenzia. ovvero alla cassa. 

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Hewlett-Packard 
serie dì prodotti 
in ambienti di rete 


ó Paolo Ciardelli 



L a HP ha preseniato il 26 febbraio a Mi- 
lano una sene di nuovi prodotti pensati 
per l’ambiente LAN. A pane il rilascio della 
nuova release di HP Lan Manager 1.1 e del 
futuro rilascio di Lan Manager 2 1 tramite 
un accordo stretto tra la sfessa HP e la Mi- 
crosoft, cinque sono i prodotti di spicco il 
Vectra 486 a 33 MHz. l'HP Vectra 486/251 
la sfampanfe LaserJet IIISi da 16 pagine mi- 
nuto. la sua scheda di infefconness/of?e in 
rete e l'HP Network Storage System. 

HP Vectra 486/33T e 486/2ST 

Per II primo, Il PC HP Vectra 486/33T, s 
tratta di un nuovo modello, mentre per il se- 
condo di una sene di miglioramenti appor- 
tati al primo PC basato su processare i486. 

Le due nuove macchine, m cabinet ver- 
ticale da pavimento, offrono livelli di atfida- 
fariita e prestazioni per l'impiego come LAN 
server e server muliiutente. Il Vectra 
486/33T è m grado di supportare piu di 200 
utenti collegati in LAN o fOO terminali Unix 
m una configurazione multiutente. 

La configurazione di base del PC HP Ve- 
ctra 486/33T comprende microprocessore 
i486 a 33 MHz, 8 alloggiamenti di espan- 
sione EISA a 32 bit, controller di memoria 
HP con 128 <byte di memoria cache ester- 
na e supporto burst mode, 4 Mbyte di me- 
moria principale a zero stati di attesa (am- 
pliabile a 64 Mbyiel, zoccolo per coproces- 
sore Weitek 4167, 2 porte seriali e una pa- 
rallela ed un controller del disco ngido/fies- 
sibiie. Completa l'offerta un vasto assorti- 
mento di dispositivi di memoria di massa 
opzionali, compreso il nuovo adattatore bus 
masiered SCSI-2 m architettura EISA, le 
unità a disco da 440, 670 e 1000 Mbyte 
ottimizzate per le configuraziom come ser- 
ver e una gamma di sotiosisiemi con con- 
troller AT incorporati ed ESDI che assicura- 
no il miglior rapporto prestazioni prezzo- 
li nuovo host bus aoapter SCSI-2 m ar- 
chitettura EISA realizzato da HP fornisce le 
prestazioni che permettono all'utente di 
sfruttare completamente l'alta velocita del- 
la CPU e del bus EISA del Vectra 486/33T 
Oltre a supportare fino a 33 Mbyte/secon- 
do di velocita di trasferimento daii sul bus 
EISA a 32 bit, il suo microprocessore a 16 
bit e l’accesso diretto alla memoria bus 
mastered, consentono ella CPU host di 
concentrarsi sul trattamento dei dati, senza 
preoccuparsi della gestione dell'operazione 
di I/O 

Negli ambienti multitasking, poi. le pre- 
stazioni risultano ulteriormente potenziate 


dal supporto dei dispositivi SCSI-2 e dal ca- 
shing. Infine, dato che il controllore suppor- 
ta anche l'interfaccia SCSI veloce (10 MHzi 
sara possibile sfruttare i vantaggi dei dispo- 
sitivi di memoria di massa ad alte presta- 
zioni (SCSI veloce) non appena saranno di- 
sponibili. 

Veniamo al personal computer HP Vectra 
486/25T che sostituirà l‘H(^ Vectra 486, il 
primo PC a standard EISA, 

Le prestazioni complessive parlano un 
po’ da sole- 4 Mbyte di memoria principale, 
il floppy disk oa 3.5’' da 1 .44 Mbyte. i nuovi 
host bus adapter SCSI-2 bus mastered e le 
unità 3 disco SCSI-2 

HP LaserJet lllSi 

A partire da oggi, la famiglia di stampanti 
HP LaserJet ha una nuova ammiraglia' HP 
LaserJet IIISi Questo prodotto oltre alle in- 
novazioni introdotte con la tecnologia RET 
(Enhancement Resoluiion Technology) e dal 
linguaggio HP PCL 5, offre una velocita di 
stampa di 16 pagine al minuto. 

Ai prezzo di Lire 8 180.000, la nuova 
stampante dispone di due cassetti d' ali- 
mentazione delta carta da 600 fogli e assi- 
cura agli utenti una qualità di stampa a 300 
dpi superiore grazie all’esclusiva tecnologia 
RET e al nuovo toner microfine apposita- 
mente sviluppato. Il suo formatter in archi- 
tettura RISC, basato su AMD 29000, con- 
sente alle stampante di scalare caratteri e 
impaginare testi e grafici praticamente alla 
stessa velocità della meccanica Le opzioni 
disponibili comprendono Adobe PostScript 
integrato, meccanismo per la stampa fron- 
te-retro, interfaccia ad alte prestazioni per il 
collegamento m reti Token Ring o Ethernet 
con sistema operativo Novell NetWare e 
3Com 3-kOPEN. 

Sulla superficie superiore della stampante 
e ricavato un vassoio per la raccolta m usci- 
ta di 500 fogli, in ordine corretto, con il lato 
stampato verso il basso. Standard e anche 
un vassoio d’uscita con una capacità di 50 
fogli in ordine inverso e faccia all’insu che 
può essere selezionato da software. 

Allo scopo di consentire agli utenti di in- 
dividuare facilmente l’inizio e la fine dei Sin- 
goli documenti nel vassoio d'uscita, HP La- 
serJet IIISi provvede a sfasare di circa 1 pol- 
lice 1 vari lavon Inoltre, per evitare intasa- 
menti della carta, gli utenti che stampano 
grossi volumi in batch possono attivare un 
sensore sul vassoio d'usota da 500 fogli 
che segnala quando è pieno. 

Nella sua configurazione standard, la 


stampante HP LaserJet lilSi dispone di 2 
Mbyte di memoria e di 4 alloggiamenti per 
memoria aggiuntiva su moduli SIMM (Sin- 
gle In-line Memory Modulo) Per l’espansio- 
ne di memoria, sono disponibili moduli 
SIMM opzionali da 1 o 4 Mbyte che con- 
sentono di portare fino a un totale di 17 
Mbyte la memoria installata (1 Mbyte resi- 
dente piu 4 moduli SIMM da 4 Mbyte l’u- 
no) Il costo dei moduli SIMM accessori e di 
Lire 190.000 per quelli da 1 Mbyte e di Lire 
620.000 per quelli da 4 Mbyte. 

HP LaserJet IllSi dispone di 4 famiglie d' 
caratteri scalabili residenti CG Times Uni- i 
vers e Umvers Condensed normali e corsivi. | 
medi e grassetti, piu Zapf Dingbats Inoltre, 
la stampante dispone anche dei 14 font bit- 
mapped che sono standard sulle altre HP 
LaserJet. 

HP Network Storage System 

Si tratta di una soluzione che offre capa- 
cita di memorizzazione e diagnostiche (tipi- 
camente associate soltanto ai mmicompu- 
ter), aftidabilita e facilita d'uso riunite in un 
unico sistema SCSI di grande capacita Con- 
sente agli utenti di configurare numerosi di- 
spositivi di memoria di massa SCSI ad alte 
prestazioni m un unico contenitore modula- 
re. su un singolo dispositivo HBA (Host Bus 
Adapter), con le capacità di un bus maste- 
red Gli utenti possono scegliere i dispositivi 
di memona on-line e di backup che meglio 
rispondono alle loro esigenze, compresi 
hard disk SCSI da 332 Mbyte, 664 Mbyte e 
1 Gbyte oltre a unità DAT (Digital Audio Ta- 
pe) da 1.3 Gbyte. ffce 



MCmicrocompuier n 1(36 - aprile 1991 


103 




NEWS 


Nuove unità a disco fisso 
Seagate per qualsiasi 
fascia d'utenza 

Nel corso di una conferenza stampa orga- 
nizzata presso la sede milanese della Bur- 
son-Marsteller, Garry Garretlson, vicepresi- 
dente per le strategie di prodotto Seagate, 
ha presentato le nuove unita a disco fisso 
che la società californiana lancerà sul mer- 
cato internazionale per il 1991. 

Con sede a Scotts Valley iCalifomia, USA), 
Seagate Technology Ine. è oggi il primo for- 
nitore nel mondo di prodotti per la memo- 
rizzazione su disco per OEM lòrigmal Equip- 
ment Manufacturerl e distributori. 

Nel quadro della gamma di unità a disco 
fisso da 3.5’'. vengono annunciati i modelli 
ST3144A e ST3144N, caratterizzati da di- 
mensioni ridottissime lun pollice m altezza), 
rispettivamente da 130 e 127 MByte di ca- 
pacita dopo la formattazione e funzionalità 
ideali per l'mstallazione su personal compu- 
ter desktop e laptop o workstation di grande 
diffusione. 

Altre caratteristiche condivise dalle due 
unita sono il tempo medio di ncerca inferiore 
ai 16 millisecondi e la velocita massima di 
trasferimento dati di 14.5 Mbit per secondo. 



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104 


MCmicrocompuier n 106 - aprile 199' 




NEWS 


L obieuivo della resa massima di memoria 
viene raggiunio dall’adozione della tecnologia 
Zone Bit Recording, congiuntamente alla pre- 
senza del buffer SeaCache e di speciali ser- 
vomeccanismi dedicati. 

L’affidabilita dei due modelli, raggiunta dal- 
la tecnologia Seagate Head Disc Assembly e 
da un'arcbitettura ideata per assorbire urti e 
vibrazioni, si traduce in un MTBF (tempo tra- 
scorso tra due guasti consecutivi) di 150 mila 
ore L’utente può inoltre programmare uno 
speciale sistema di gestione dell’energia che 
consente l’ottimizzazione dei consumi. 

Nel formato 3.5” e 5.25” sono state pre- 
sentate due unità a disco fisso con interfac- 
cia SCSI-2 veloce. Sono I'ST1481N, discen- 
dente diretto della linea ST1480, che diventa 
il primo modello da 3.5” con interfaccia 
SCSI-2 veloce, e il Wren 8 (ST41651N), da 
5.25”. che punta a proseguire i secessi della 
famiglia ST41650N. Entrambe le unità offro- 
no maggion velocità di trasferimento dati e 
buffer cache rispetto ai loro predecessori di- 
retti, allargando il livello di fruizione della tec- 
nologia SCSI-2 fino alle workstation di gran- 
de diffusione e ai sistemi di fascia media. 

Il nuovo ST1481N ha una capacità a disco 
formatttato di 426 MByte, con un buffer di 
256 KByte, mentre la sua interfaccia permet- 
te velocita di trasferimento di 10 MByte per 
secondo Anche m questo caso e stato ot- 
timizzato lo sfruttamento della tracce più 
esterne del disco, Un tempo medio di ricerca 
di 14 millisecondi e una velocità di trasferi- 
mento dati di 25 Mbit per secondo lo por- 
ranno all'anenzione di utenti di PC 386 e ^6, 
file server di rete, disc arrav e e workstation. 


Il Wren 8. oltre a una capacità di memo- 
rizzazione di 1420 MByte, vanta un tempo 
medio di ncerca di 15 millisecondi e 2.5 mil- 
lisecondi con tempo medio di ricerca da trac- 
cia a traccia, con un consumo medio di ener- 
gia di 21 W II controllore SCSI-2 standard in- 
stallato nell’unita offre inoftre tempo di laten- 
za nullo, cache multipla a segmenti, scrittura 
immediata su disco. Cosi come in tutti i nuo- 
vi modelli, sono qui incorporate la tecnologia 
Zone Bit Recording e l'architettura Head Disc 
Assembly. Le prossime tre unità a disco fis- 
so da 5.25” annunciate, permetteranno di m- 
lergrare prestazioni da mainframe in sistemi 
dalle dimensioni di un personal computer. Si 
tratta dei nuovi Elite 2 IPl (ST41800O ed Eli- 
te 2 SCSI-2 IST42400NI, basati sulla collau- 
data tecnologia Elite 1, m produzione da oltre 
un anno. L'Elite 2 IPl da 1.8 GByte è la prima 
unita da 5.25" a offrire operatività con due 
testine in parallelo, risultante nella velocita di 
trasferimento dati di 7.5 MByte per secondo. 
L'Elite 2 SCSI-2 supporta invece 2.4 GByte di 
spazio su disco. 

La terza proposta consiste nel Wren 9 
SCSI-2 (42100N), basato sui modelli Wren 7 
e Wren 8, con una capacità di memonzza- 
zione di 2100 MByte e una velocità di tra- 
sfermento dati su bus sincrono di 10 MByte 
per secondo 

Derivato alla famiglia ST82500, il nuovo 
Sabre 6 (ST82030I, offre una soluzione piu 
veloce, affidabile ed economica per il mer- 
cato di fascia alta Elenchiamo di seguito le 
caratteristiche tecniche che lo rendono fun- 
zionale ad applicazioni su sistemi hardware 
complessi' 


— 1 1 millisecondi di tempo medio di acces- 

— 2 millisecondi di tempo di ricerca da trac- 
cia a traccia; 

— 8.5 millisecondi di tempo di latenza me- 
dia, 

— 90 W di consumo medio; 

— 12,6 kg di peso; 

— MTBF di 250 mila ore. 

Le testine di lettura hanno uno spessore 
ridottissimo e un servosistema monopezzo a 
calibrazione automatica ne permette un piu 
rapido posizionamento per un tempo di ricer- 
ca ridotto, indipendentemente dalla lunghez- 
za dei dati. Il Sabre 6 ST82030 è disponibile 
con interfaccia SMD o IPI-2 standard ANSI 
Dalla sua fondazione, nel 1979, Seagate ha 
consegnato oltre 25 milioni di unita disco, 
fatturando 2.4 miliardi di dollari e impiegando 
circa 40.000 tra tecnici specializzati, operai e 
impiegati m tutto il mondo. 

Nell'ottobre del 1989, Seagate acquisto 
una sussidiaria della Control Data Corprora- 
tion, la Impnmis Technology Ine., accreditata 
di un fatturato di 1,2 miliardi dollari. L'unione 
delle società ha anche incrementato il patri- 
monio di conoscenze e di ricerca che Impn- 
mis ha acquisito nelle componente per l’im- 
magazzinamento dei dati. 

F.F.C. 



MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991 


105 


NEWS 



A nche la Unisys punta sui computer por- 
tatili. La mossa e a sorpresa (l'azienda 
non aveva mai tentato d< inserirsi m questo 
segmento del mercato), ma m un certo 
senso quasi obbligata. Ad una crescita del 
settore informatico che si va assestando in- 
torno ad un -1-13% all'anno, il comparto dei 
portatili fa registrare tassi d'incremento at- 
torno al 30%. 

Un business significativo, dunque, che ha 
indotto molte case a tentare l'avventura in 
un segmento caratterizzato da un alto con- 
tenuto di innovazione e quindi che necessi- 
ta forti investimenti in ricerca E il caso, ad 
esempio, di Olivetti, che con il suo nuovo 
portatile “Olivetti 1“ intende conquistare fm 
dal primo anno il 10% del mercato del Vec- 
chio Continente. 

E programmi ambiziosi ha anche la Uni- 
sys contano infatti di inserirsi tra i primi 
Cinque venditori di portatili sul mercato ita- 
liano, come annunciato durante la presenta- 
zione dei nuovi modelli avvenuta a Milano 
in contemporanea mondiale Comunque si 
punta su una clientela di fascia alta e qum 
di, tra Unisys e i prodotti Olivetti, non ci 
sarà concorrenza diretta 
Olivetti e Unisys dovranno comunque fa- 
re I conti con tre concorrenti estremamente 
agguerriti, che dalla loro hanno un'espenen- 
za pluriennale m mento ai portatili la Toshi- 
ba (che oggi copre il 32% circa del mercato 
europeo), la Compaq (14%) e la Zenith 
(10%). È la Zenith che attualmente (dopo 
l’amvo di energie fresche provenienti dalla 
Bull) ha I programmi maggiormente aggres- 

Lo scorso anno, m Europa, sono state 
vendute 650 mila unita portatili Ma il dato 
piu interessante è che c'è la tendenza a so- 
stituire, anche m azienda, i computer da ta- 
volo con I lap-top 

E facilmente intuibile quindi come il busi- 
ness vada allargandosi In effetti i nuovi 
computer portatili, grazie ai progressi da un 
lato dell'industria elettronica, dall'altro delle 
tecniche di miniaturizzazione dei compo- 
nenti (la tecnica 'ibonsam, coma la chiama- 
no I costruttori giapponesi) ha permesso la 


produzione di computer dalle dimensioni ri- 
dotte e dal peso contenuto ma dalla poten- 
za elaboraiiva uguale ai •'fratelli maggionn 
non trasportabili. 

Ma per la Unisys e i suoi portatili c'e 
un'altra incognita da non sottovalutare Da 
P'u parti SI parta ormai di un ingresso m 
grande stile della IBM nel settore E ciò do- 
vrebbe avvenire in tempi relativamente bre- 
vi L'impegno della multinazionale america- 
na nel comparto dei portatili, con una fami- 
glia di computer in grado di copnre tutte le 
fasce di utenza, potrebbe tradursi in un 
“terremolOii per quanto riguarda le prospet- 
tive di aziende (come Olivetti e Unisys) già 
provate dalla cnsi del settore informatico 


E altrettanto vero che la mossa della ca- 
sa di Harmonk era ampiamente prevista e 
le società impegnate nel settore non pos- 
sono non aver messo m conto questa 
eventualità nell'elaborazione delle proprie 
strategie. 

Fatta questa dovuta premessa, vediamo 
da vicino la sene Power-Port della Unisys, i 
personal portatili con prestazioni da desk 
top. Progettata e prodotta da Unisys, que- 
sta sene definisce una nuova classe di PC 
I "Desktop Laptopi'. Questi sistemi sono in 
grado di coniugare, m un portatile, le fun- 
zionalità dei prodotti desktop e la portaulna 
tipiche dei lapiop, eliminando al tempo 
stesso le attuali limitazioni dei sistemi por- 
tatili. 

Il mercato dei personal portatili sta rapi- 
damente cambiando. I primi utenti di questi 
sistemi sopportavano pazientemente, m no- 
me della portabilita, la difficolta di lettura 
sullo schermo, la lentezza nel rispondere ai 
comandi, le ridotte capacita di memoria del- 
('hard disk (se non addirittura la sua com- 
pleta assenza) e tastiere tanto minuscole 
quanto difficili da utilizzare. 

Secondo una ricerca svolte dal "Gartner 
Group", entro il 1993 almeno il 25% dei 
desktop saranno sostituiti dai laptop o i due 
tipi saranno equivalenti. 

inoltre, uno studio condotto dalla «Mar- 
ket Facts» dimostra che tuttora, malgrado 
la grande diffusione dei portatili, essi ven- 
gono utilizzati soprattutto per contmure il la- 



106 


MCmicrocompuler n 106 • aprile 1991 



NEWS 


VOTO in luoghi diversi dall'ufficio, rna non 
vengono normalmente utilizzati in altre cir- 
costanze come per esempio quando ci si 
trova seduti su un aereo, o in campagna o 
su una spiaggia. 

Un computer portatile che non sia quindi 
m grado di fornire le stesse prestazioni di 
un sistema utilizzato in ufficio, risulta made- 

La sene PowerPori della Unisys rappre- 
senta la convergenza tecnologica delle mi- 
gliori soluzioni di modulanta, capacità di 
memoria dell’hard disk, lettura dello scher- 
mo ed espandibillta. 

Il PowerPoft e m grado di fornire un'e- 
stensione fino a 32 bn ad un costo di poco 
mfenore a quello di un normale desktop. In 
piu, grazie alla predisposizione di collega- 
menti per le periferiche e per le comunica- 
zioni via rete, tramite due moduli fissi di 
connessione (docking station), gli utenti 
non dovranno rinunciare a nessuna delle 
opzioni di connettività Usare un unico per- 
sonal, Sia in ufficio, sia fuori, produce anche 
altri vantaggi. 

L'approccio PowerPort assicura una com- 
pleta integrità dei dati e un risparmio di co- 
sti e di tempo, poiché gli utenti non dovran- 
no piu effettuare la manutenzione e l'ag- 
giornamento del software su due sistemi 
differenti. Inoltre, i file sono immediatamen- 
te disponibili per essere usati m qualsiasi 
momento, con possibilità di gestione di da- 
tabase. spreadsheet e altri documenti. 

L'ergonomia, è un altro aspetto che me- 
nta grande attenzione. 

La sene PowerPort offre agli utenti un 
ampio schermo per facilitare la lettura e 
una tastiera standard. 

La serie PowerPort è costituita 
da due modelli: 

• Il modello PP386-SXI utilizza il micropro- 
cessore Intel 386SX a 20 MHz, un hard di- 
sk da 60 MB e 2 MB di memoria RAM. 
Questo modello può utilizzare anche un co- 
processore matematico opzionale 80387SX. 

• Il modello PP38&DX1 utilizza il micro- 
processore Intel 386DX a 33 MHz, un hard 
disk da 120 MS con drive da 3.6" e 4 MB 
di memoria RAM Anche questo modello 
utilizza un coprocessore matematico opzio- 
nale 80387DX. 

Ed ora vediamo nel dettaglio le caratteri- 
stiche tecniche. 

• Tastiera a 85 tasti con 12 tasti funzione 
collocati in posizioni standard, I tasti hanno 
una corsa da 3,5 mm che forniscono il 
l'iouch and feel» di una tastiera desktop 
La tastiera Power-Pori e dotata inoltre di irv 
dicaiori LED per facilitare la digitazione 

’ Nuovo schermo di grande onentabilita 
VGA ad alta risoluzione in bianco e nero 



Sul reno del Dortshle possono essere inserire eveniusli espansioni olire alla banana al piombo di durala 
maggiore 


con 32 toni di grigio (contro i 16 usualmen- 
te disponibili) La dimensione del display vi- 
deo è di 11 pollici luna delle maggiori nella 
categoria dei portatili) e ha uno spessore di 
7.6 mm. 

I comandi di regolazione per la luminosità 
e il contrasto dello schermo sono situai' al 
suo fianco Esso può essere facilmente 
staccato nel caso si voglia utilizzare uno 
schermo di normali dimensioni 

• La carrozzeria e costruita con materiale 
in lega di magnesio leggerissima e robusta. 
Questo materiale disperde il calore elimi- 
nando la necessita di una ventola per il raf- 
freddamento 

• Opzione modem/fax. Un modem a 2400 
bps cornptabile Hayes é collegato con una 
scheda è in grado di supportare comunica- 
zioni sincrone e asincrone e una correzione 
di errore MNP classe 5. La scheda fax e 
compatibile con le specifiche CCITT Gruppo 
III. 

• Connessioni I/O due porte seriali a 25 
pin, una porta parallela bidirezionale, due 
connessioni a 6 pin (mini DIN) per la tastie- 
ra e il mouse, due spinotti RJ-l 1 per la li- 
nea telefonica, bus di espansione, connes- 
sione per il monitor esterno VGA 

‘ Conversione veloce per utilizzo desktop 
Fino a 9 diversi cavi possono essere colle- 
gati ad un modulo fisso di connessione at- 
tivo 0 passivo, Facendo semplicemente 
scattare due serrature elettroniche, il Po- 
werPort e immediatamente dismseribite dal 
modulo fisso di connessione, pronto per 
essere trasportato e successivamente ricol- 
legato. Inoltre, il modulo fisso attivo forni- 
sce il supporto a due schede di espansione 
ISA a 16 bn, permettendo la connessione a 
tutte le piu importanti reti e ad un'ampia 
gamma di periferiche il modulo fisso atnvo 
può anche essere utilizzato come piattafor- 
ma per un monitor esterno e le dimensioni 
di ingombro sono inferiori a quelle di un 
normale desktop. 

• Alta capacità di memoria. La serie Po- 
werPort supporla una notevole capacita di 
espansione della memoria interna ed elimi- 
r^a la necessita di disporre di ingombranti 
schede di memoria aggiuntive. La memora 
di base del PP3B6-SX1 e dr 2 MB, estendi- 
bile internamente fino a 4 MB per arrivare a 


un totale di 10 MB di memora RAM allo 
stesso modo la memoria standard di 4 MB 
del PP386-DX1 può essere estesa fino a 
16MB 

• Batteria II PP386-SX1 comprende una 
batteria al piombo dalle prestazioni supenon 
a quelle delle quivalenti Ni-Ca. La batteria e 
molto facile da installare e da rimuovere. Si 
ricarica in quattro ore. Il PP386-DX1 funzio- 
na, invece, solo con la normale alimentazio- 
ne elettrica. 

• Gestione intelligente dell’alimemazione II 
PP386-SX1 comprende un sistema di corv 
Irollo dell'alimentazione che renile inattivi lo 
schermo, il disco fisso, la CPU e il modem 
dopo un certo periodo di inattività che vie- 
ne precedentemente specificato dairuien- 
te. 

• Microsoft Windows 3.0/MS-DOS La se- 
ne PowerPort viene fornita di MS-DOS e 
Windows 3.0 già installati II sistema com- 
prende anche un mouse Microsoft. 

■ Custodie Le custodie di entrambi i mo- 
delli sono di materiale molto resistente e 
adatto ad accogliere, oltre al sistema stes- 
so, altri elementi essenziali, quali il trasfor- 
matore, la batteria interna, il mouse, i flop- 
py disk e la manualistica I manuali per l'u- 
tente, infatti, sono stati espressamente stu- 
diati per essere trasportati con facilità insie- 
me al sistema. Insomma nulla più e lasciato 

La Unisys ha progettato e realizzato la 
Sene PowerPort nel proprio stabilimento di 
Flemingion, negli Stati Uniti. Per quanto ri- 
guarda l'utenza europea, l'installazione del 
software nazionale, delle vane opzioni e 
l'assemblaggio finale dei sistemi sono rea- 
lizzati nello stabilimento Unisys che ha se- 
de a Villers-Ecalles, m Francia. Il monitor e 
fornito da Hitachi 

Due notizie importanti per chiudere. La 
pnma riguarda i prezzi. 8.950.000 lire il pri- 
mo e 12 800.000 lire il secondo, mentre il 
costo della «Docking Stationn è di 
2.500.000 lire ma la Unisys non intenda in- 
serirsi nel settore di fascia bassa, soprattut- 
to n previsione di un mercato 386 e, dun- 
que. di «élite" 

La vendita prevista entro la fine del 1991 
e di 3000^000 unita. 

FF.C 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


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PageMaker 4.0 e Persuasion 
per Windows 3 

di Massima Truscelli 


Il 26 febbraio u.s. sono state annunciate 
ufficialmente m tutto il mondo. Italia 
compresa, le versioni per l'ambiente grafico 
Microsoft Windows 3 di Aldus PageMaker 
4.0 e di Aldus Persuasion 
Con l'occasione, nella conferenza stampa 
svoltasi a Milano e stala presentata anche 
la consociata italiana Aldus con sede a 
Guanzate IComol. diretta da Nancy Allan, 
Country Manager per l'Italia, che offre 
assistenza ai distributori Aldus italiani 
Elcom di Corizia e MODO di Reggio Emilia 
per la piattaforma Apple Macintosh, ancora 
MODO e J.Soli di Milano per i prodotti 
operanti in ambiente Windows 3 


PageMaker 4.0 

Aldus PageMaker e certamente il piu noto 
programma di desktop publishmg, già esi- 
stente nella versione 4.0 per la piattaforma 
hardware Macintosh è ora disponibile per 
l’ambiente Windows e si avvia a divenire il 
più valido antagonista del più affermato soft- 
ware DTP per MS-DOS, ovvero Ventura Pu- 
blisher La versione Windows di PageMaker 
nasce otto mesi dopo la presentazione della 
versione 4 per Macintosh, nel frattempo i 
progettisti della Aldus non hanno solo pen- 
sato alla semplice trasposizione dell’opera- 
tivita dalla versione Mac alla versione per 
Windows, ma hanno apportato molte miglio- 

Come 'nella versione per Macintosh, le 
due principali novità sono lo Story Editor, un 
vero e proprio word processor, e una serie 


di strumenti per la preparazione di pubblica- 
zioni particolarmente lunghe. 

Lo Story Editor consente una serie di so- 
fisticate funzioni, classiche dei programmi di 
scrittura, come ad esempio la correzione or- 
tografica, la funzione di cerca e sostituisci 
(ora con la grande novità di poter cercare 
una parola e far inserire automaticamente il 
riconoscitore per farla apparire nell'indice 
della pubblicazione) In questo modo il pro- 
gramma diventa indipendente e non è pu 
indispensabile lavorare il testo m preceden- 
za con un word processor e poi inserirlo nel 
nostro documento di DTP 

È possibile la ncerca e sostituzione di let- 
tere, frasi, font, stili di paragrafi e caratteri di 
controlla presenti all'interno di un testo se- 
lezionato, di un intero brano, o di tutti i brani 
di una pubblicazione di PageMaker L'opzio- 
ne «Libro» consente di combinare più file di 
PageMaker la stampa a catena, di generare 
indici e sommari di un insieme di documen- 
ti. Ogni file può essere di 999 pagine e la 
lunghezza di un «libro» e limitata esclusiva- 
mente dalla capacita della memora di mas- 
sa, inoltre e possibile l'associazione di ele- 
menti grafici come fili e cornici al testo m 
modo che possano essere spostati insieme 
al testo. 

Uno degli aspetti piu interessanti è la 
compatibilità con una ampia gamma di file 
provenienti da word processor (WordPerfect 
5.1, MS-Wofd 5.5. WinWord), fogli elettro- 
nici (Excel 3, Lotus 1-2-3 ver 3 1), database 
(dBase 111 e IV). programmi di grafica ITIFF a 
24 bit ed m formato Windows Metafile). Ta- 
le caratteristica è implementata grazie alla 
presenza in Microsoft Windows del cosid- 


detto DDE — Dynamic Data Exchange le 
possibilità del DDE consentono all’utente di 
eseguire operazioni di taglia e incolla su do- 
cumenti elaborali da programmi differenti e 
mantenere un Imk tra l'oggetto incollato in 
un documento e il suo originale (una tabella 
preparata con un foglio elettronico e poi in- 
collata in un documento di scrittura). A! va- 
riare dei dati nel documento onginsle, anche 
quelli «incollati» nell'altro documento posso- 
no essere aggiornati automaticamente II 
programma include un Table Editor, ovvero 
un programma per la generazione di tabelle, 
separato, ma collegato dinamicamente me- 
diante una funzione che permette, dall'inter- 
no di PageMaker, di richiamare l’applicazio- 
ne che ha generato il file sul quale si sta la- 
vorando, semplicemente premendo due vol- 
te il tasto del mouse m congiunzione alla 
pressione del tasto Control, 

Nel Table Editor esistono numerosi filtn d' 
importazione da fogli elettronici comprese le 
nuove versioni di Excel e Lotus Altre im- 
prortanti opzioni riguardano il controllo di im- 
postazioni tipografiche come la possibilità di 
far ruotare il testo di 90 gradi, allargare o re- 
stringere I caratteri dal 5 ai 250%, impostare 
l'interlinea con incrementi di un decimo di 
punto 0 scegliere le grandezze dei font in 
una scala compresa tra 4 e 650 punti. 

Tali impostazioni possono essere rese 
compatibili con le specifiche delle stampanti 
PCL e PostScript con l’aiuto di Adobe Type 
Manager, che verrà incluso gratuitamente 
per un penodo di tempo limitato. 

Oltre a tutto ciò PageMaker offre la pos- 
sibilità di impiegare il colore nel testo ed m 
illustrazioni utilizzando una palette di colori 



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MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 




NEWS 


secondo lo standard Pantone, oppure se- 
condo uno dei tre metodi per la definizione 
del colore RGB, HLS, CMYK. 

La configurazione consigliata prevede un 
sistema 80386 dotato di scheda video VGA, 
SuperVGA o analoghe, disco rigido da alme- 
no 40 Mbyte ed almeno 2 Mbyte di memo- 
na RAM, ma è possibile utilizzare anche un 
sistema 80286 con 2 Mbyte di memoria 
RAM ed una scheda video EGA. 

Aldus PageMaker 4.0 per Windows è di- 
sponibile in Italia dalla fine di marzo al prezzo 
di 1.765.000 lire. 

Gli utenti registrati di PageMaker 3 e 3.01 
per Windows potranno ottenere l'upgrade 
alla versione 4.0 al prezzo di 216.000 lire 
mentre é previsto un aggiornamento gratui- 
to per gli acquirenti di PageMaker 3.01 che 
hanno acquistato il prodotto nel periodo 
compreso tra il 26 febbraio 1991 e la data di 
effettiva disponibilità della versione 4.0 

La versione 3.01 continuerà ad essere 
commercializzata ad un prezzo ridotto di 
1 660.000 lire 

Persuasion 2.0 

Persuasion e un'applicazione, presentala 
per la prima volta nel novembre 1988 per 
l'ambiente Macintosh, che consente la rea- 
lizzazione di presentazioni e la produzione di 
lucidi, diapositive 35mm e presentazioni su 
schermo. 

Comprende strumenti per l'oullming. l'e- 
laborazione di testi, il disegno, la creazione 
di grafici e rimpaginazione e si adatta alla 
produzione di presentazioni In bianco e nero 
ed a colon corredate di noce per il relatore 
olire che di documentazione cartacea per il 
pubblico. 

Come per la versione Macintosh, anche la 
versione annunciata per Windows si baserà 
sull'uso degli AutoTemplate, ovvero una se- 
ne di formati già pronti (36 quelli forniti in 
dotazione), oppure definibili daH’utenie. nei 
quali inserire testo e immagini al fine di crea- 
re una scaletta delle idee e dei concetti che 
SI vogliono esporre durante la presentazio- 

Aldus Persuasion 2.0 offrirà un word pro- 
cessor in grado di offrire, oltre alle funzioni 


standard di un tale tipo di programma (corv 
trollo dei font e dei relativi stili, opzioni ri- 
guardanti I paragrafi, funzioni di cerca e so- 
stituisci! anche il controllo ortografico in 10 
diverse lingue, funzioni riguardanti l'uso del 
colore all'interno di un blocco di testo e di 
kerning sul caratteri. Sarà possibile importa- 
re file di solo testo generati con programmi 
di elaborazione testo come Word per DOS. 
Word per Windows. WordPerfect. Word- 
Star, MultiMate, XyWnie, DCA/RFT, RFT e 
ASCII. 

Le funzioni grafiche permetteranno la ge- 
nerazione di una vasta gamma di formati 
grafici (a pila, a torta, a linee, ad aree) a par- 
tire dai dati inseriti direttamente daH'uience 
in un apposito foglio dati, oppure importati 




da applicazioni esterne come Lotus 1-2-3, 
Symphony e Excel oltre che m formato tab 
delimited ASCII e dBase. La funzioni di di- 
segno permetteranno la creazione e l’utiliz- 
zazione di fili, rettangoli, cerchi, frecce, ar- 
chi, ed altre forme definibili dall'operatore, 
una funzione di zoom consentirà di lavorare 
con ingrandimenti fino a 4 volte maggiori 
mentre una (unzione di import consentirà di 
poter impiegare disegni creati in altre appli- 
cazioni purché appartenenti ad uno dei se- 
guenti formati grafici MacPaint. PCX, MSP, 
UFF, HPGL, ADI lAutoCAD), Windows Me- 
laFile (WMF!, EPS, CGM e PIC. 

Fra le altre caratteristiche di Aldus Per- 
suasion vate la pena citare la possibilità di 
utilizzare una palette di 200 colon e l'acces- 
so ad oltre 16.800.000 colon operando 


opzioni di copia da una presentazione già 
realizzata, personalizzazione e salvataggio 
delle opzioni colore per una successiva uti- 
lizzazione. 

Sara possibile la visualizzazione completa 
delle diapositive create, con la possibilità di 
spostamento manuale o automatico lungo 
tutta la presentazione. In modalità di visua- 
lizzazione delle diapositive di tipo self-run- 
ning o manuale sarà possibile scegliere tra 
16 diversi effetti di transizione assegnabili 
ad intere diapositive oppure a singole zone 
di una diapositiva. Anche per Persuasione 
2.0, quando sarà disponibile, è prevista l’in- 
tegrazione con Adobe Type Manager per 
Windows. Le configurazioni hardware richie- 
ste saranno analoghe a quelle utilizzabili con 
PageMaker 4.0. (se 



Altre nuove fumioni nguardano il collegamenio ai file presenti nella puttlicazione e la gestione di opiioni avamaie come la rotazione dei testi e ta loro giustifica 
forzata 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


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Logitech TrackMan Portable 
e nuovi prodotti per Macintosh, 
Amiga e MS-DOS 


C on una conferenza stampa s>mltasi il 13 
marzo, la Logitech ha annunciato una 
vera e propna raffica di nuovi prodotti, che 
abbiamo avuta modo di vedere e toccare al- 
lo stand Logitech al CeBIT '9 1 in svolgimen- 
to proprio nella data degli annunci ad Han- 
nover e che, secondo le dichiarazioni rila- 
sciate da Fabio Righi. Vice Presideni Sales e 
Marketing della Logitech Ine di Fremont iCa- 
lifornial, testimoniano una volta di più l'in- 
tenzione della Logitech di fornire dispositivi 
quanto più possibile personalizzali per sod- 
disfare le esigenze dell'utente 
Gli annunci toccano praticamente tutte le 
piattaforme hardware piu diffuse spaziando 
dai dispositivi di puntamento statici e dina- 
mici TrackMan Portable per MS-DOS, Logi- 
Mouse Pilot Amiga, MouseMan e TrackMan 
Macintosh: fino allo scanner manuale Scan- 
Man Modello 32 dotato di software Gray- 
Touch per la piattaforma MS-DOS 

TrackMan Portable 

La diffusione sempre piu ampia dei por- 
tatili MS-DOS laptop e notebook con presta- 
zioni avanzate in grado di concentrare poten- 
ze e caratteristiche tipiche di stazioni desk- 
top in ridotte dimensioni, ha condotto ine- 
vitabilmente aH'uiilizzazione sui portatili di 
ambienti ed applicazioni grafiche che richie- 
dono la presenza degli inevitabili dispositivi 
di puntamento per la gestione di punteton. 
icone, menu a tendina e finestre. Sulla base 
di questa considerazione, la Logitech, so- 
cietà leader mondiale nella produzione di di- 



spositivi di input per personal computer e 
workstation, ha creato TrackMan Portable 
un dispositivo di puntamento realmente er- 
gonomico che seguendo i parametri di ver- 
satilità e comodità d'uso dell'ultima genera- 
zione di prodotti Logitech, può essere indif- 
ferentemente usato da mancini e destrimani 
come mouse statico sia per sistemi desktop 
che espressamente per laptop e notebook. 

La forma ergonomica è il frutto degli studi 
condotti dai laboratori del 6CA (Biomecha- 
nics Corporation of America), un istituto del 
quale la Logitech si è avvalsa per uno studio 
sulla riduzione dei disturbi fisici legati alla 
sindrome CTS (Carpai Tunnel Syndrome) e 
la successiva realizzazione della sene Mou- 
seMan. 

La realizzazione del design è stata affidata 
alla frogdesign. una società fondata a Stoc- 
carda negli anni '70 da Hartmut Essingler e 
Specializzata nella realizzazione di prodotti 
dal design ergonomico e stilisticamente 
avanzato, che annovera tra i propn clienti an- 
che nomi altrettanto affermati come Advan- 
ced Vision Research, Apple, AEG, Sony, 
Epson, NeXT e per finire, in un settore com- 
pletamente diverso, anche Louis Vuitton. 

Il TrackMan Portable (il nome in codice 
del quale pare sia stato suggerito da quello 
di un oggetto presente nella saga fanta- 
scientifica di StarTrek) si adatta perfetta- 
mente. grazie alla convessità priva di spor- 
genze e spigoli della parte inferiore, alla for- 
ma della mano, una clip metallica a scatto 
ne consente il fissaggio al lato della tastiera 
dei portatili permettendo contemporanea- 



mente la chiusura del coperchio senza la ne- 
cessità di doverlo rimuovere Tale sistema di 
fissaggio presenta pero la caratteristica di 
sganciarsi facilmente nel caso di urto invo- 
lontario per evitare che oltre al TrackMan fi- 
nisca per aria anche il portatile. Può essere 
impiegato fissato alla tastiera con una incli- 
nazione che ne consente un uso realmente 
ergonomico senza posizioni innaturali della 
mano, ma può anche essere appoggiato ver- 
ticalmente sulla scrivania occupando in tal 
modo uno spazio molto ridotto, oppure, il 
TrackMan Portable può essere tenuto in me- 
no ed azionato con il pollice con la mede- 
sima precisione di movimento tipica degli al- 
tri dispositivi di puntamento Logitech, 

Ho avuto modo di toccare ed usare per 
qualche attimo uno dei due prototipi preserv 
ti ad Hannover e devo dire che tra la mano 
dell’operaiore ed il TrackMan Portable si in- 
staura un vero e proprio reciproco «feeling'i. 

L'uscita del cavo di collegamento, di lun- 
ghezza ottimizzata per l'uso con i portatili, 
può essere posizionata in maniera che non 
crei problemi nell'uso né ai mancini, né ai 
destrimani 

Compatibile al 100% Microsoft, il Track- 
Man Portable offre tre tasti posizionati per 
rispettare rigorosamente la posizione natu- 
rale delle dita. Uno di essi, quello presente 
sul fianco, può essere estratto, ruotato e n- 
posizionato secondo le esigenze dell'utiliz- 
zaiore mancino o destrimano. i restanti due 
offrano una flessibilità molto elevata grazie 
alla loro possibile completa programmazione 
ed alle funzioni di blocco di trascinamento 



Il TrackMan Porrable è doralo di una pratica cu- 
stodia per il rrasporio e può essere usato anche 
dai manam, fissare alla lasuera e poggiato sui ta- 
volo. l'usata del cavo vana m funzione dell'uso 


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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



NEWS 


come 'lassignable drag-log>- per l'ottimizza- 
zione dei movimenti del cursore 

Le utility MouseWare di gestione softwa- 
re includono una funzione per rendere più 
visibile il cursore sul display di qualsiasi ap- 
plicazione DOS. mentre il Mouse Control 
Center, studiato specificamente per il pan- 
nello di controllo di Windows 3 facilita la 
creazione delle opzioni di menu personaliz- 
zati. L'alto grado delle innovazioni e delle so- 
luzioni introdotte e testimoniato dalla com- 
pleta assenza di parti m metallo per la chiu- 
sura della scocca e per la sospensione ela- 
stica della pallina, cosi come dalla garanzia 
di due anni prevista per la commercializza- 
zione Il TracKMan Portable sarà disponibile 
presso 1 rivenditori autorizzati Logitech, 
completo delle utility software MouseWare 
e di un elegante astuccio per la sua effettiva 
ponatilita. a parure dal prossimo luglio 

MouseMan e TrackMan Macintpsh 

Con questi prodotti, già vincitori deH'am- 
bito premio “IF Design Forum Award» di 
Hannover, la Logitech offre l'incremento ot- 
timale della produttività negli ambienti ope- 
rativi Macintosh QuickDraw, A/UX ed offre 
finalmente la soluzione lungamente attesa 
dagli utenti X-Windows in ambiente Mac. 

Logitech è tradizionalmente fornitore uffi- 
ciale fin dal 1986 dei dispositivi di punta- 
mento personalizzati impiegati m ambiente 
Mac e per l'occasione fornirà i nuovi dispo- 
sitivi conedati di utility software INIT Mou- 
seKey (adatta al System Apple 6.07 ed an- 
che al System 7.0, quando disponibile! per la 
programmazione dei tre tasti ed il controllo 
di parametri come quelli riguardanti l'elevata 
sensibilità del cursore per l'alta risoluzione, 
la programmazione della velocità di scorn- 
mento e la risposta di attivazione dei pulsan- 
ti L'interfaccia utilizzata dai nuovi prodotti è 
la porta AD6. ragione per la quale il colle- 
gamento è possibile con tutta la gamma di 
sistemi Macintosh. La soluzione TrackMan e 
particolarmente adatta agli utenti che lavo- 
rano con poco spazio a disposizione ed offre 
caratteristiche di ergonomia molto avanzate 
basate sulla maggiore mobilità del pollice ri- 
spetto alle altre dita della mano, maggiore 
mobilità derivante dalla presenza di un mag- 
gior numero di muscoli, nervi e per la sua 
particolare struttura di giunzione ossea con 
cartilagini a segmenti MouseMan Macinto- 
sh sarà disponibile già dal prossimo mese di 
maggio. 

LogiMouse Pilot Amiga 

Dopo le versioni Atan e MS-DOS. con la 
versione Amiga del suo LogiMouse Pilot, la 
Logitech rafforza la sua presenza nel mer- 
cato degli home computer offrendo le me- 
desime doti di ergonomia, comfort, precisio- 
ne proprie degli altri suoi prodotti. 

Il LogiMouse Pilot (già provato m versione 
Italiana per MS-DOS con it nome di Junior 
Mouse Pilot sul numero 97 di MCmicrocom- 
puterl è un mouse optomeccanico dotato di 
sensori optoelettronici e rilevamento tachi- 
metrico con un design che, oltre ad essere 
particolarmente gradevole, offre una miglio- 
re impugnatura del dispositivo ed assicura 
un migliore comfort e movimenti del curso- 
re molto precisi 



Il Tocl^Man e MouseMan per Maoniosh sono lar- 
lìiu cempleri delle uliitly software MouseKey per le 
compieu gestione di tutte le fumioni del Pannello 
di Controllo, encn» m previsione dei System 7 0 



Il LogiMouse fitor a due lesu in versione Amiga. 


Adattandosi perfettamente all'anatomia 
della mano, il LogiMouse Pilot Amiga rende 
piu confortevoli anche sessioni di lavoro pro- 
lungate mentre il dispositivo autopulente 
della sfera la mantiene libera da polvere ed 
impurità. 

Anche per LogiMouse Pilot è previsto un 
periodo di assistenza in garanzia di due anni 
ed è disponibile al prezzo di 85 000 lire IVA 
esclusa 

ScanMan Modello 32 e GrayTouch 

La sene di nuovi annunci comprende an- 
che lo ScanMan Modello 32 abbinato al soft- 
ware GrayTouch Si tratta di una ulteriore 
conferma del primato detenuto da Logitech 
riguardante la creazione del primo scanner 
manuale. Il Modello 32 si pone ad un gra- 
dino più basso rispetto al precedente Mo- 
dello 256 già provato sul numero 102 di 
MCmicrocomputer, ma continua ad offrire 



prestazioni elevate quali la possibilità di di- 
gitalizzazione e l'editing di immagini a 32 li- 
velli di grigio e fino a 256 livelli di grigio in 
unione a GrayTouch per applicazioni DTP m 
ambiente operativo MS-DOS. Infatti, rispet- 
to al 256 l'ambiente di utilizzo è il sistema 
operativo MS-DOS invece che il Microsoft 
Windows 3 

Lo ScanMan 32 offre una qualità delle im- 
magini sufficientemente elevala che può es- 
sere incrementata con l'uso di GrayTouch, il 
software a corredo capace di offnre 256 li- 
velli di grigio, una completa sene di stru- 
menti di editing, comandi per saldare le im- 
magini a pagina intera, l'opzione de-skew 
per fiallineare le illustrazioni, funzioni di con- 
trollo per la regolazione di luminosità, con- 
trasto e nitidezza delle immagini, e la pos- 
sibilità di convenire immagini retinate m ve- 
re e proprie tonalità di gngio. 

Le immagini digitalizzate possono essere 
salvale nei formati IMG. TIFF (normale. LZW 
e compresso], PCX. Tre opzioni di stampa 
per la gestione delle mezzetmte assicurano 
la migliore qualità di stampa delle immagini 
digitalizzate, mentre il supporto della memo- 
ria estesa facilita l'elaborazione di immagini 
di dimensioni superiori alla capacità della 
memoria RAM del sistema utilizzato. 

ScanMan Modello 32 rappresenta anche 
la soluzione ideale, se impiegato congiunta- 
mente al software OCR Logitech Catch- 
Word. per la digitalizzazione e la trasforma- 
zione di testi in formato ASCII. 

Già disponibile dal mese di aprile Scan- 
Man 32 può essere installato su personal 
computer I8M XT, AT, PS/1, PS/2 (modello 
25 e 30) e compatibili con almeno 1 Mbyte 
di memoria RAM in ambiente MS-DOS 3.0 
e versioni successive. 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 






Microsoft BalIPoìnt Mouse 


Collaborazioni & alleanze 

La prima società costruttrice di laptop 
che ha scelto il dispositivo di puntamento 
portatile Microsoft BalIPoint Mouse 6 stata 
la Compaq Computer Corporation che lo of- 
fre senza alcun costo supplementare insie- 
me ai portatili delle linee Compaq LTE e 
Compaq SLT acquistati dall'l 1 marzo al 30 
giugno 1991 

Sebbene il morsetto universale fornito 
con Microsoft BalIPoint Mouse consenta il | 
collegamento alla maggior parte dei portatili 
presenti, la Microsoft sta ancora lavorando 
per sviluppare metodi di adattamento per- ' 
sonalizzaii. Ciò vuol dire un "Custom clip>' 
per modelli specifici, o la costruzione di un , 
ricettacolo in grado di contenere Microsoft I 
BalIPoint Mouse nello chassis dei laptop I 
che verranno prodotti in futuro. | 

Prezzo e configurazione 

Il Microsoft BalIPoint funziona sia su lap- I 
top che desktop in ambiente operativo MS- 
DOS, MS-Windows e OS/2. Richiede un un ' 
sistema operativo superiore alla versione 
2.0 dell'MS-DOS o PC-DOS o OS/2 1.2 o 
superion. un floppy disk drive da 3,5"e 20 1 
Kbyie di RAM II suo prezzo di vendita e di 
L. 310.000 IVA esclusa. MS 


Milano. 13 mano 1991 La Microsoft ha 
annunciato Microsoft BalIPoint Mouse, 
progettato specificatamente per computer 
portatili IBM e compatibili. Pisultaio di piu 
di due anni e mezzo di sviluppo, combina 
la tecnologia mouse e trackball m una 
nuova categoria di dispositivi di 
puntamento. Ha la stessa alta risoluzione 
400 punti per pollice, del Microsoft Mouse 
per I computer da scrivania, ma essendo 
stato studiato per i panatili risolve problemi 
di spazio e di movimento 

Descrizione 

Microsoft BallPomt Mouse è di forma ro- 
tondeggiante e di colore chiaro come il 
mouse sempre Microsoft Per il fissaggio 
alla tastiera è corredato di un morsetto 
adattabile che permette inoltre la possibilità 
di regolare l'angolazione del dispositivo ri- 
spetto alla tastiera stessa. 

Ha un set di quattro tasti programmabili 
disposti sulla parte superiore curva del di- 
spositivo Ciò consente di selezionare, tra- 
mite una procedura di set-up, quali dei quat- 
tro tasti attivare isi pensi anche all'uso con 


la mano sinistra oltre che destra). Il driver 
software è stato aggiornato (versione 8.0) 
per supportare anche Microsoft BallPomt 
Mouse ed e compatibile con tutte le appli- 
cazioni e gli ambienti operativi. La nuova 
versione del dover consente di controllare 
se Microsoft Mouse standard o Microsoft 
BalIPoint Mouse sono collegati a! sistema, 
di caricare le utility opportune e. nel caso 
dell'ambiente grafico MS-Windows di visua- 
lizzare l'icona appropriata. 

Un plus e rappresentato dalla possibilità 
di caricare il driver in memoria high o espan- 
sa, un efficiente programma di Setup facil- 
mente utilizzabile, help m linea e le utility 
Mouse Menus e MenuMaker 


zione. Rimanendo nell'ambito dei sensori di I 
movimento, da annotare che questi sono | 
del tipo -meccanico'- In pratica sono com- 
posti da due cerchi di circuito stampato su i 
CUI sono stati incisi dei raggi Sugli stessi 
scorrono due coppie di contatti a pattino. I . 
due perni m acciaio su cui poggia la pallina. I 
terminano la composizione del gruppo 

Impressioni d'uso 

Il primo impatto e significativo. Poter I 
camminare sullo schermo con il cursore ' 
senza dover allontanare la mano dalla tastie- i 
ra, non è male. Superato il pnmo impano I 
nettamente positivo, pero l'uso intensivo fa I 
affiorare dei nei I tasti sono un po' piccoli I 
e SI tende a fare un sforzo nel premerli Tra- 
scurabile Ima non troppol il fatto che ec- 
cettuati l'indice, il medio ed il pollice le due ^ 
restanti dita rimango inutilizzate e tendono 
a cercare una posizione di riposo che non , 
trovano. 

Il programma di settaggio e valido e com- 
pleto in entrambi gli ambienti operativi 
DOS e MS-Windows. Possibili problemi, co- 
me l'impossibiliia di allungare piu di tanio il 
percorso di path, sono spiegati e vengono ^ 
fornite soluzioni ad hoc 

A questa accuratezza costruttiva del sofi- i 
ware, fa però contrasto alcune -sbavature" 
nella costruzione hardware II montaggio 
sulla tastiera del portatile non consente una | 
presa sicura al 100% e comunque sembra ' 
instabile 


Uno sguardo aWinterno 

Dal punto di vista elettronico la compo- 
nentistica è ridottissima e altamente inte- 
grata Spiccano un -ichippone". si fa per di- 
re, marcato Microsoft ma di produzione 
Motorola, ed una discreta quantità di semi- 
conduttori miniaturizzati, 

1 gruppi sensori di movimento e i quattro 
switoh sono collegati elettricamente tramite 
circuito stampato flessibile, un po' usando 
la tecnologia di montaggio propria delle 
macchine fotografiche dell'ultima genera- 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


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Microsoft Word 5,5 italiano 


I E stata annunciata la disponibilità della 
I versione 5.5 in italiano del programma di 
; word processing Word Tra le maggiori 
I peculiarità c’e la nuova interfaccia che 
I consente un accesso piu semplice ed 
' immediato a tutte le fumionahtà del 
programma rimanendo compatibile 
con gli altri prodotti della famiglia Word 

L'interfaccia utente 

L'evoluzione che ha condono alla creazio- 
ne del nuovo aspetto grafico dell'interfaccia 
utente e il frutto di uno studio che ha evi- 
denziato come una struttura di comandi 
orientata agli “oggetti» sia di piu semplice 
' apprendimento e utilizzo. II maggiore con- 
tributo comunque deriva dallo sfruttamento 
delle innovazioni introdotte nei word pro- 
' cessor grafici (Word per Windows, Word 
per OS/2 e Word per Macmioshi che so- 
stituisce rinterfaccia a carattere 
I menu sono a discesa e sono presenti 
numerose finestre di dialogo ed altri stru- 
menti per la formattazione del testo, simili 
a quelli di altri ambienti operativi. 


di Paolo Ciardelh 


I comandi ora sono presentati in maniera 
intuitiva, possono essere selezionati tramite 
l’uso del mouse o della tastiera. Rispetto al- 
la versione precedente molti dei comandi 
che dovevano essere richiamati in maniera 
specifica, ora sono accessibili dai menu fo- 
gli di stile, il glossano e le macro. 

I comandi piu comuni per la formattazio- 
ne del testo appaiono nella parte alta dello 
schermo sotto forma di due nuove icone il 
nastro ed il righello Entrambi permettono 
per esempio l'uso degli attributi di stampa, 
dei margini e delle tabelle, il cui risultato ap- 
pare immediatamente a video. 

Migliorata anche la Guida, che è sensibile 
al contesto e piu ricca e che apprare senza 
nascondere m maniera totale il testo che si 
sta editando 

Per ovviare a quei comandi la cui “inizia- 
le» e variata, agli utenti viene messa a di- 
sposizione un'utility che converte le macro 
scritte per la vecchia versione (Word 5.01 
oppure mantenere invariato il menu. Duran- 
te l’instailazione si può infatti scegliere se 
continuare a utilizzare la tradizionale inter- 
faccia di Word 5.0 o passare alla nuova, con 


I menu a tendina, le finestre di dialogo, il 
nastro ed il righello. 

Thesaurus in italiano 

A parte la nuova interfaccia grafica, la 
maggiore novità e rappresentata da! dizio- 
nario dei sinonimi e contrari (Thesaurus) m 
lingua italiana. La sua grandezze é ragguar- 
devole 16.000 parole chiavi e 150.000 vo- 
caboli. Un notevole passo avanti per l’uten- 
za che sfrutta un programma di elaborazio- 
ne testi m maniera massiccia. 

Prezzi e requisiti di sistema 

La versione 5 5 per MS-DOS è g<a dispo- 
nibile al pubblico a 950 000 lire, mentre per 
gli utenti registrati l’aggiornamento e di 
250.000 lire. 

Word 5.5 richiede un computer IBM o 
compatibile, due floppy disL drive o hard 
disk, 348 Kbyte di Ram Opzionale t'uso del i 
mouse, una scheda video grafica ed una ' 
memoria estesa o espansa lEMS 3 2 n al- 
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114 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



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NEWS 


I. CO. Graphics 1991 

d' Luciano Macera 


N el periodo 5-3 marzo si è tenuta, come 
ogni anno tra febbraio e marzo nell'ambito 
della Fiera di Milano. I.CO.Craphics, convegno 
intemazionale e mostra sulle applicazioni della 
computer graphics. I. CO. Graphics è una mo- 
stra convegno tra le più importanti per dimen- 
sioni e contenuti a livello europeo, dedicata 
alCAE, CAD, CAM, ed alla computer graphics. 
Nell'ambito dell'attività congressuale tra i par- 
tecipanti era presente anche il sottoscritto che 
insieme a Luisa Franchina, presentava un la- 
voro dal titolo «Preprocessamento per rico- 
nasatore adattamo di immagini», basato 
(guarda caso,..! sulle reti neurali. Tale lavoro 
é stato sviluppato presso il Dipartimento di 
E/etrronica della Facoltà di Ingegneria dell'U- 



niversità di Roma «la Sapienza». La mostra 
copnva un'area espositiva notevole ed era di- 
slocata su tre piani e dato il particolare target 
di pubblicoacui era destinatala manifestazione 
l’esposizione di hardware nguardava solo PC 
di fascia alta 1386, 4861 e workstation All'in- 
terno della mostra erano presenti van punti di 
informazione multimediali realizzati dalia Com- 
modore mediante un Amiga 300custamizzato 
con touchscreen e sistema di altoparlanti per 
la sintesi vocale, mentre il software utilizzalo 
era Amigavision Data la varietà e la quantità 
dei prodotti hw e sw esposti daremo solo una 
stringata rassegna di guanto era presente, m 
guanto lo spazio disponibile non ci consente 
diversamente 


Epson 

Nello Stand Epson erano presenti diversi 
prodotti interessanti a partire dal «piccolo», 
ma solo nelle dimensioni, EL 3/33 un PC 
compatibile con 386 a 33 MHz con 2 MB di 
RAM espandibili a 12 sulla motherboard con 
3 slot di espansione disponibili Tra l'altro, 
l'alto grado di integrazione raggiunta ha per- 
messo di ottenere un prezzo di vendita par- 
ticolarmente interessante. 

La stampante a getto di inchiostro EPJ- 
200 oltre a presentare un design accattivante 
garantisce una eccellente gestione della car- 
ta, potendo stampare nei formati A3, A4 e su 
modulo continuo con una risoluzione di 300 
punti per pollice. 

Di particolare interesse anche il video- 
proiettore a cristalli liquidi VP-100 PS che con 
un peso di circa 6,5 kg garantisce una ele- 
vata versatilità di impiego. 

Il funzionamento di questo piccolo gioiello 
e particolarmente semplice- ta luce emessa 



divisa e inviata a tre schermi a cristalli liquidi 
che operano nelle tre bande di colore base. 
Cioè rosso, verde e blu: i tre fasci vengono 
poi fatti convergere su una comune lente 
che permette di proiettare una immagine a 
colon con risoluzione 320x264 anche su una 
comune parete bianca. 


IBM 

Nello stand IBM vi era una gran guarnita 
delle nuove workstation RISC svsiem/6000 e 
quasi a smentire chi riteneva che il software 
applicativo per queste nuove macchine fosse 
ancora scarso, erano presenti decine di ap- 
plicativi che coprono tutta la fascia di norma- 
le utilizzo delle workstation vale a dire i set- 
ton del CAD, CAE, ecc. 

Appaiono fondate quindi le notizie che tut- 
te 0 quasi le software house che operano in 
questi settori stiano effettuando il porting 
delle proprie applicazioni verso queste mac- 


Sony 

Nello stand era presentata di workstation 
Sony News con la presentazione in antepri 
ma di 3 nuovi modelli, due da tavolo ed uno 
portatile. 

L'attenzione era comunque tutta sulle 
workstation portatili 1250 e 3260 

La prima già nota, è dotata della coppia 
68030/^82 con clock a 25 MHz, 8 MB di 
RAM e un HardDisk da 240 MB 11 sistema 
operativo e lo Unix BSD 4 3 e con la mac- 
china vengono forniti anche i linguaggi C. 
Fortran, Pascal e Liso ad un prezzo notevol- 
mente ribassato e inferiore ai 10 milioni di 

La seconda workstation annunciata sullo 
scorso numero é dotata del processore Risc 
R3000 e coprocessore R3010 con clock a 20 
MHz che permette di «volare» a 17 MIPS e 
a 1,8 MFLOPS. 

La memoria RAM disponibile è di 16 MB 
espandibile a 48 MB, il disco rigido ha una 
capacita di 406 MB ed il sistema operativo 



ne 


MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991 






NEWS 



formio e lo Unix System V.4 il tutto per meno 
d' 20 milioni. 

Entrambe le workstation sono dotate di un 
display LCD da ben 1 1 20x780 pixel e pesano 
circa 8 kg. Riteniamo che queste due pro- 
poste Siano veramente degne di nota m 
quanto chi sviluppa applicazioni sotto Unix 
può COSI disporre di una stazione di sviluppo 
a basso costo e dalle prestazioni interessan- 
ti, senza menzionare poi la flessibilità dovuta 
alla ponatiliià. 


Sun 

Nello stand della Sun microsysiems ci 
aspettavamo di vedere le nuove SPARCsta- 
tion 2. ma purtroppo siamo ornasti delusi. Le 
novità SI limitavano ai nuovi acceleratori gra- 
fici annunciati per le SPARCstation 2 e dispo- 
nibili anche per i modelli più piccoli, e ad una 
interfaccia per la digitalizzazione e l'output di 
immagini video orientata alle applicazioni 
multimediali. 

Era comunque presente tutta la gamma di 
workstation prodotte da Sun e in particolare 
SI facevano apprezzare le macchine di lascia 
bassa che. con costi paragonabili a quelli di 
un 386 di fascia alta, garantiscono prestazio- 


ni che non sfigurano affatto rispetto a quelle 
delle macchine più grandi (e costose) 
Quella della realizzazione di interfacce per 
applicazioni multimediali sembra comunque 
una tendenza generale di tutti < principali 
costruttori di hardware; infatti quasi tutti i 
principali marchi presentavano o annuncia- 
vano disponibilità di prodotti m questo sen- 


Silicon Graphics 

Le immagini che potete vedere in foto 
rappresentano la zona di Firenze vista dal- 




l'alto. Nulla di eccezionale starete pensan- 
do, ma grazie alla potenza e alla versatilità 
delle workstation Iris della Silicon Graphics 
la mappa m 3D veniva ruotata m tempo rea- 
le seguendo i movimenti del mouse dell'o- 
peratore. Una dimostrazione degna della fa- 
ma che tale marchio ha conquistato nella 
applicazioni nel campo della computer gra- 
fica Bisogna comunque ammettere che 
quasi tutti I demo grafici erano degni di no- 
ta, tranne alcuni casi, come ad esempio in 
uno stand dove era visualizzato un cubo wi- 
re frame senza neppure l'eliminazione delle 
linee nascoste che ruotavano in tempo rea- 
le (Sighi). 


Tektronix 

Nello stand della Tektronix l'attenzione 
era catalizzata attorno alla stampante Pha- 




Luciano Macera a Lui- 
sa Frsnchina ai conve- 
gno di I.CO Gmphica 
‘Elaboraiione di im- 
magini da teierileva- 
menlo per il isrhiono 
e l'ambienlei dove 
hanno presentalo il lo- 
ro lavoro rPreproces- 
samenio per ricono- 
scimento edatlativo di 
immaginiti basato sul- 
le reti neurali, svilup- 
pato presso il Diparti- 
mento di Elettronica 
della Facoltà di Inge- 
gnena dell'Università 
degli Studi di Roma 
"La Se^man 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 




NEWS 


ser 11 PX, una stampante a colon a trasfe- 
rimento termico che supporta il PostScript 
ed è capace di una risoluzione di 300 punti 
per pollice. 

Basata su un microprocessore 68020 a 
16 MHz con 6 MB di memoria di base, la 
stampante è dotata di interfacce standard 
seriale, parallela e AppieTalk, purtroppo il 
prezzo di tali dispositivi e ancora piuttosto 
elevato per il grande pubblico, infatti il co- 
sto di ogni pagina stampata (circa 1000 lire) 
può essere giustificato solo da utenti che 
utilizzano tale prodotto in campo professio- 
nale 


Delphi 

Oltre 81 modelli delle workstation Unix a 
basso costo della Acoro 140. 260 e 225 
nello stand della Delphi faceva bella mostra 
di se la Pixel Machine di AT&T 

Un super computer parallelo che può 
montare fino a 64 processori' tale compu- 
ter è stato esplicitamente progettato e rea- 
lizzato per impieghi di computer grafica e 
garantisce prestazioni entusiasmanti Ine n- 
parleremo presto! 


Prime 


In questo stand 
dobbiamo dire che 
le nostra attertzione 
è stata monopoliz- 
zata non tanto dalle 
eccellenti worksta- 
tion né tantomeno 
dal software che vi 
girava sopra, ma da 
un esemplare del 
gruppo motore- 
cambio della nuova 
Bugatti. 12 cilindri, 

5 valvole per cilin- 
dro, 4 turbocom- 
pressori, cambio a 

6 velocità in blocco 
con il propulsore ed 
infine 550 cavalli a 
9000 giri questi so- 
no I anumeri» di 
questo gioiello della 
tecnica motoristica 
interamente pro- 
gettato con CAD 
Computervision. 




sistemi entry levei e sul 68040 per i sistemi 
di fascia alta. Erano presenti inoltre alcune 
delle workstation delle nvecchiei' sene e tra 
tutte spiccava un Apollo 10000 che presen- 
tava sullo schermo un video animato m tem- 
po reale (nella fotol con un robot che si muo- 
veva m maniera abbastanza plastica e reali- 
stica. m 



Apple 

Nello stand Apple non vi erano grosse no- 
vità, oltre la gamma di macchine e penfen- 
che esposte ed operanti nel settore orientato 
al CAD meccanico ed architettonico, era de- 



gno di nota il software Mac RenderMan della 
Ptxar per la generazione di video di altissima 
qualità Con una certa cunosità abbiamo no- 
tato anche un CAD orientato alta progetta- 
zione e realizzazione di circuiti elettronici 
McCad. Tale prodotto è uno dei pochi CAD 
di tipo elettronico presenti nel mondo Mac 
(almeno in Italia) e sulla carta presenta pre- 
stazioni interessanti, essendo dotalo anche 
di un modulo per la simulazione e un modulo 
per lo sbroglio automatico dei circuiti stam- 
pati. 


HP 

Hewlett Packard presentava tutta la sene 
delle nuove workstation realizzate dopo la 
funzione con Apollo, basate sul 68030 per i 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 




,i Abbiamo trovato^ , 

^il sistema per stupirvi! 


sistema 48633-128 


sistema 48625 



Dotato di bus EISA combina ottima- 
mente l'alta qualità con il prezzo de- 
cisamente competitivo. 

Tra le principali caratteristiche tecni- 
che la CPU 80486 a 25 MHz ed una 
memoria Ram di 2 Mb espandibile 
a bordo a 8/32 Mb. Opzione per con- 
troller SCSI con memoria cache 2/4/8 
Mb. scheda di rete e scheda ‘video tut- 
ti con bus EISA. 

Il prezzo nella configurazione base 
con 2 Mb Ram. FDD da 1.44 Mb. 
controller IDE AT bus, tastiera, mo- 
bile tipo desk top, è di 

Lire 6.950.000* 


Basato sul bus EISA, rappresenta 
il più alto livello di prestazioni dispo- 
nibile su piattaforma a processore 
singolo. 

Tra le principali caratteristiche tecni- 
che figurano la CPU 80486 a 33 
MHz. una memoria cache esterna 
di 128 Kb ed una memoria Ram di 
4 Mb espandibile a bordo a 8/16/32 
Mb. Opzione per controller SCSI 
con memoria cache 2/4/8 .Mb, sche- 
da di rete e scheda video tutti con 
bus EISA. 

Il prezzo nella configurazione base 
con 4 Mb Rara. FDD da 1.44 Mb. 
controller IDE AT bus. tastiera, mo- 
bile tipo desk top. è di 

Lire 9.990.000* 


labduà M’uITcìu 31 VlaffM 1991 




NEWS 


HANNOVER MESSE 

[SCéBIT'91 


13. 


20. MARZ 1991 


Hannover CeBIT '91 

di Massimo Tnjscelh 


Si è svolto ad Hannover dal 13 al 20 marzo il consueto appuntamento con la più importante 
manifestazione fieristica tedesca dedicala all'Informatica. L'occasione è stata sfruttala da molte società per 
annunciare e presentare al pubblico ed agh operatori molte novità sia hardware che software con un 
programma di conferenze stampa piuttosto denso ed m molti casi quasi impossibile da seguire 
per la contemporaneità degli eventi. 

Nelle pagine che seguono offriamo una breve carrellata dei prodotti notati negli stand della manifestazione 
nel corso di una rapida visita nei padiglioni affollatissimi quest'anno, come vuole l'attuale tendenza di 
mercato, da una vera e propria miriade di portatili laptop e notebook 


AST 

L'oggetto che ha attratto maggiormente 
l'interesse del pubblico nello stand AST è 
stato il notebook Premium Exec 386SX/20 
(finalmente visibile), che è equipaggiato chia- 
ramente con il processore 8Ò386SX a 20 
MHz. dispone in configurazione base di 1 
Mbyte di RAM, hard disk da 20 Mbyte (op- 
pure 40 0 80 Mbyiel, disk drive da 1.44 
Mbyte 3-5’’ e display VGA a 32 toni di grigio. 



NeXT 

Una presenza distribuita in molti stand di 
altre ditte software e hardware qualificate 
fad esempio Lotus. Informix, WordPerfect, 
BKSl oltre che. logicamente, nello stand Ne- 
XT Computer Europe gremito all'inverosimile 
dal pubblico desideroso di vedere oltre che il 
celebre "cubo» nato dalla poliedricità di Ste- 
ven Jobs, anche la nuova NeXTstation, ov- 
vero una versione del sistema, equipaggiata 
con processore Motorola 68040 a 25 MHz 
completa di disk drive della capacità di 2.88 
Mbyte e compatibile con i formati DOS da 
1 44 Mbyte e 720 Kbyte, 8 Mbyte di RAM, 




Logitech 

Grosso interesse per i nuovi annunci del 
leader mondiale dei dispositivi di input, an- 
nunci tra I quali il nuovo TrackMan Portable 
ed I MouseMan e TrackMan per Macintosh 
descritti meglio in questo stesso numero di 
MC. Stand su due piani molto affollato, cor- 
tesia e gentilezza 


processore digitale di segnali DSP 56001. 
porte SCSI ed Ethernet, ad un prezzo di circa 
10.000 marchi. 


Seikosha 

Un depliant piuttosto provocante descrive- 
va la LT-20, una originale proposta di stam- 
pante a 24 aghi, peraltro ampiamente espo- 
sta nello stand, del peso di soli 3 kg ed 
espressamente ideata per essere utilizzata 
come base per computer portatili quasi a for- 
mare un corpo unico con quest'ultimo, ma 
dalle caratteristiche sicuramente interessan- 
ti: 9 font residenti, 120 cps in draft e 50 cps 
in LQ. alimentazione a batterie NiCd oppure 
con alimentatore di rete, cassetto di alimen- 
tazione della carta per formati A4. B5 e Let- 
ter e possibilità di stampa con alimentazione 
manuale di un ongmale e due copie 


Pioneer 

Proprio al CeBIT 1991 la Pioneer ha pre- 
sentato un nuovo LaserDisc Player dual mo- 
de (NTSC/PAU. 

Il nuovo LD-V4300D permette di poter es- 
sere utilizzato sia con sorgenti salvate nei 
formati europei ed americani, è previsto per 
essere operativo compatibilmente con gli 
standard di codici a barre pu diffusi ed as- 
sicura la possibilità di poter essere mterfac- 
ciato mediante una porta sonale RS232 a si- 
stemi di interrogazione informatici. Le carat- 
teristiche tecniche del quale il lettore è do- 
tato comprendono anche salti istantanei con 
passi di 100 frame ed interrogazioni a codici 
definiti daH'uteme. 


Amstrad 

Era questo uno degli stand con il maggior 
numero di novità' da un trasportabile 
80386SX a 20 MHz equipaggiato con un di- 
splay LCD a colori in tecnologia Aciive Matnx 
TFT di qualità veramente elevata, ad un per- 


120 


MCmicfocomputer n. 106 - aprile 1991 



Citizen 



sonai notebook molto rassomigliarne al Com- 
paq LTE ed anch'esso equipaggiato con 
80386SX a 20 MHz, display VGA, hard disk 
da 40 Mbyte, ad un desktop, PC4386SX. 
equipaggiato con il medesimo processore e 
di dimensioni molto compatte nonostante la 
presenza di hard disk da 80 Mbyte, 4 Mbyte 
di RAM. adattatore grafico VGA e due slot a 
16 bit standard ISA 


Anche nello stand Citizen era esposta una 
stampante portatile, la PN48 Notebook Prin- 
ter delle dimensioni di 28 x 5 x 9 cm e del 
peso, completa di batteria di alimentazione, 
di 1.17 kg. 

Non mancavano gli altri modelli piu con- 
venzionali di stampanti a 9 e 24 aghi, corre- 
date ora dai driver specifici per Windows 3 e 
distribuiti gratuitamente a chi ne faceva ri- 
chiesta: la gamma di display LCD, della qua- 
le la Citizen è fornitore OEM molto apprez- 
zato anche a marchi blasonati nel settore dei 
personal computer portatili lapiop e note- 
book, e tutta la gamma di disk drive, tra i 
quali uno da 3.5" dell'incredibile peso di 170 
grammi e della capacità per ora di fino a 2 
Mbyte, ma quanto prima di ben 4 Mbyte 




Sygnos 


La ditta, di origine orientale, ma con una 
sede anche in Europa, proponeva una sene 
di display a standard VGA, EGA, CGA, MDA 
& Hercules di tipo piatto dalle caratteristiche 
qualitative piuttosto interessanti. 


Microsoft 

Interesse concentrato sul nuovo Excel per 
Windows 3, appena presentato, con una nu- 
merosa sene di postazioni dedicate alle di- 
mostrazioni così come per il BalIPomt, il nuo- 
vo dispositivo di puntamento descritto piu 
ampiamente in questo stesso numero di 
MCmicrocomputer. 


Siemens Nixdorf Informationssysteme AG 


Facendo la dovuta proporzione. Siemens- 
Nixdorf sta alla Germania cosi come la Fiat 
sta all'Italia, ragione per la quale non c'é 
da stupirsi se lo spazio espositivo di di- 
mensioni maggiori dei CeBIT era proprio 
quello del gruppo nato dalla fusione dei 
due colossi tedeschi nel campo dell’infor- 
matica una vera e propria fiera nella fiera 
con stand distribuiti in padiglioni diversi ed 
in qualche caso di dimensioni mastodonti- 
che (basti pensare che uno di essi si di- 
stribuiva su 4 piani ed utilizzava ben tre 
ascensori). 

L'occasione è stata sfruttata dalla Sie- 
mens-Nixdorf per offrire agli operatori il 
punto delta situazione a distanza di pochi 
mesi dalla fusione delle due società. 

Nel corso di una conferenza stampa 
svoltasi nel padiglione 1, Hans-Dieter Wie- 
dig e Horst Nasko, rispettivamente presi- 
dente e vicepresi- 
dente del gruppo, 
hanno delineato li 
quadro riguardan- 



te I compiti, le strategie e gli investimenti 
per il prossimo futuro della società nata il 
r ottobre 1990 

In particolare, Nasko ha illustrato la linea 
dei nuovi prodotti e le strategie riguardanti 
la produzione di personal computer, work- 
station, sistemi mini e mainframe, soluzio- 
ni di rete, interfacce utente, software e 
soluzioni di tipo client/server 

Nel settore dei personal computer non 
sono mancate novità piuttosto interessanti 
riguardanti configurazioni desktop e tower 
che privilegiano indifferentemente le archi- 
tetture EISA e MicroChannel oltre che no- 
vità nel campo dei portatili laptop e note- 
book come il "lettersize" PCD 2N 

Analogo discorso vale anche per una 
nuova linea di workstation a tecnologia RI- 
SC a completamento della famiglia di pro- 
dotti W>C200 con processori Intel/CISC, ba- 
sate SUI processori MIPS R3000 e succes- 
sivamente R4000 ad alto grado di integra- 
zione del codice sorgente delle applicazioni 
tra gli ambienti CISC e RISC. 

Ma il settore nel quale la Siemens Nix- 
dorf ha offerto la piu ampia sene di novità 
6 rappresentato dalla linea di mainframe 
compatibili BS2000 che rappresenteranno, 
secondo le previsioni, un terzo del fattura- 
to per l'anno fiscale in corso. 

Non a caso, sono state ben 18 le nuove 
unita centrali della sene BS2000 versione 
10, una sene che offre rinnovate presta- 
zioni come la doppia registrazione sui di- 


schi ed il suppone della ridondanza nel- 
l'hardware, oltre all'accesso tramite chip 
card a protezione dell’integrità dei dati. So- 
luzioni che hanno permesso di ncevere dal 
BSI (l'Ente Federale per la sicurezza nelle 
tecnologie informative) il certificato di si- 
curezza europea, analogo aH'amencano Se- 
curity Level C2 

Altre imponanti novità hanno riguardato 
le linee di prodotto Targon e MX in am- 
biente Sinix, specialmente per ciò che n- 
guarda la linea MX per la quale e previsto 
il rilascio di architetture multiprocessore fi- 
no a 7 elementi basate su Intel 80486 per 
il raggiungimento di potenze di calcolo, ad 
esempio nel caso del modello 90, dell'or- 
dine dei 105 MIPS. In un'ottica di comple- 
ta integrazione dei vari ambienti e delle va- 
rie categorie di pro- 
dotti, la Siemens Nix- 

dorf ha studiato an- 
che un ambiente so- 
ftware con carat- 
teristiche comuni de- 
finito come SNI Style 
Guide che permette 
di rispettare le regole 
dello standard Com- 
mon User Access di 
IBM e quelle della 
Motif Style Guide 
di Open Soft- .• 
ware Founda- 
tion. 



MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


121 



NEWS 



La presenza orientale ha caratterizzato for- 
temente il CeBIT al punto che su molti dei 
padiglioni capeggiava a grandi lettere la dici- 
tura “Business with Hong Kong». 

Molti I padiglioni affollati da marchi di Tai- 
wan, come ad esempio Chicony che espo- 


Epson 

Stand di dimensioni ragguardevoli con stel- 
le di primo piano come la nuova laser Post- 
Script EPL-7500 (presentata piu ampiamen- 
te in questo stesso numero della rivisial, 
uno stupendo portatile noiebooK con dimen- 
sioni da foglio formato A4 (che speriamo di 
vedere regolarmente commercializzato al 
piu presto anche m Italia), caratterizzato dal- 
la sigla NB3s e dotato di processore 
a0386SX, hard disk da 20, 40, 60 Mbyte, di- 
splay VGA. il lutto ad un peso di circa 2 7 
kg. ia completa sene di display LCD mono- 
cromatici, a colon e da videoproiazione co- 
me il modello VP-100 capace di accettare 
segnali RGB analogici e digitali oltre che vi- 
deocompositi con caratteristiche qualitative 
di livello molto elevato. 


neva un bel notebook (N85620) basato su 
386SX e solita VGA 

Taiwan era presente anche con il CETRA 
(China Extemal Trade Development Council) 
Exhibition Department che si cura dell'orga- 
nizzazione annuale del Computex, la mostra 
dedicata ai computer, alle penfenche, al soft- 
ware, all’informatica in generale che si svol- 
gerà anche quest'anno dal 4 al fO giugno al 
Taipei World Trade Center 


Taiwan Information Industry 


Unibit 

Una delle poche presenze italiane al CeBIT 
oltre ad Olivetti, nel padiglione S esponeva la 
completa gamma di prodotti commercializza- 
ti, comprendente modelli desktop, laptop e 
tower basati sui processori Intel 8086, 
80286, 80386SX e 803860X, 80486, la gam- 
ma dei portatili Unibit by Texas Instruments, 
delle penfenche di stampa Umbit by Fujitsu 
e dei monitor Unibit by NEC. 


Sharp 

Una parete intera dello stand era letteral- 
mente tappezzata con i notebook 6220, ma 
molto interesse ha destato anche il laptop 
PC 4700, basato sul processore NEC V40, vi- 
sibile nella foto 



QMS 

Nello stand era presentala tutta la gamma 
di stampanti e dispositivi di stampa a colon 
Ira le quali la nota ColorScnpi 100 (visibile 
nella foto) per la stampa a trasfenmento ter- 
mico di immagini a colon in formato A3/A4 
anche m PostScript 



Laser 

L'attenzione nello stand Laser Computer 
Europe era sicuramente focalizzata sul por- 
tatile notebook LT321 basato su 80386SX a 
16 MHz, RAM da 1 Mbyte standard, display 
LCD a standard VGA capace di visualizzare 
32 livelli di grigio per un peso di 3.2 kg ed un 
“peso» in valuta di circa 6000 marchi 


Kyocera 


L’oggetto che ha desiato maggior interes- 
se era sicuramente il Jet-Pnni. uno speciale 
sonosistema intelligente, sviluppato da una 




terza parte tedesca (Schwartz Engineering 
Office), munito di CPU 80C188 a 12 MHz, 
hard disk da 20 a 1 20 Mbyte, memoria da 256 
Kbyte, interfacce seriale e parallela, m grado 
di sveltire ed alleggerire il lavoro deH'uniia 
centrale nella stampa di documenti mollo 
complessi, ed eventualmente anche m assen- 
za del computer stesso, per l’incremento del- 
le prestazioni delle stampanti laser Kyocera 


122 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 






Sanyo 

Nello stand Sanyo erano esposti numerosi 
monitor oltre ad una completa gamma di 
computer, anche qui non mancavano due 
modelli di notebook il modello MBC 13 NB. 
con processore 803S6SX a 20 MHz, e l'MBC 
17 NB equipaggiato con 80C286 a 12.5 e 8 
MHz di clock 



Apple 

Nello stand Apple l’interesse era rivolto 
principalmente alle nuove stampanti Perso- 
nal LaserWriter e StyleWnter oltre che al 



portatile Macintosh che, come nel resto del- 
l'Europa, ha subito un forte calo dei prezzi 
probabilmente in vista del lancio di nuovi pro- 
dotti della stessa categoria. 


PSION 

Interesse concentrato sul portatile MC400. 
il Mobile Computer eletto m Germania conv 
puter dell'anno, ma che in Italia non abbiamo 
ancora avuto li piacere di poter vedere no- 
nostante le sue elevate caratteristiche, inte- 
resse anche per altri prodotti come il porta- 
tile laptop MC 600 ed il notissimo PSION Or- 
gamzer 

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MCmicrocompuler n 106 • aprile 1991 




PROVA 


Atari TT 

di Vincenzo Folcarelli 


L e tendenze attuali nel campo del 
personal computing indicano il bi- 
sogno di macchine sempre più 
user friendly e conseguentemente po- 
tenti e flessibili. Nel mondo dei compa- 
tibili il successo di Windows 3.0 è la 
conferma di tale premessa. Per gli uten- 
ti Atari, flessibilità, potenza e semplicità 
sono sempre stati un punto fermo che 
giustificava la loro scelta. Oggi, ai pro- 
fessionisti più esigenti, qualcosa comin- 
cia ad andare «stretto». La limitata 
espandibilità della sene Mega ST, la 
necessità di nuovi standard di velocità e 
di prestazioni grafiche sono alcuni 
esempi delle «ristrettezze» da cui devo- 
no districarsi. 


Descrizione esterna 

L'estetica dei prodotti Atan è sempre 
stata caratterizzata da scelte non «alli- 
neate» a quelle di mercato e nel caso 
del TT la tradizione non viene smentita 
Per gli atansti di lunga data il cabinet del 
TT sembra pensato affiancando al box 
di un Mega uno dei gloriosi hard disk 
SH 104/204 e fondendo i due box su un 
piano rialzato. Pur non potendo giurare 
su una tale ispirazione non ci sono 
motivi per negarla. Tra l’altro il posizio- 
namento del hard disk ha un valore 
funzionale: rimuovendo una sola vite, è 
possibile sostituire l'intera meccanica. 
Quasi a voler stilizzare l'insieme, il cabi- 


net risulta ricco di scanalature ed il 
risultato estetico complessivo, pur risul- 
tando posticcio agli specialisti, ha rice- 
vuto numerosi consensi dai non «addet- 
ti ai lavori». Significativo il giudizio del 
nostro fotografo: » . dopo tanti scatolot- 
ti quadrati qualcosa di diverso! » Passia- 
mo all'analisi dei «reali» contenuti este- 
riori. La tastiera, completamente italia- 
nizzata. ha lo stesso numero di tasti 
deirST (95), ma é dotata di maggiore 
ergonomia e qualità. La sensibilità del 
click è motto vicina a quella di un buon 
compatibile, unico neo l'assenza di un 
led per il CapsLock o in sostituzione un 
tasto con blocco meccanico {nello stile 
Apple) L'inclinazione di circa 20 gradi, 



124 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



PROVA 
ATARI TT 


Ottenibile con i piedini retrattili, rende 
più comoda la digitazione, ma si trasfor- 
ma in un fastidioso ostacolo in caso di 
uso intenso del floppy. Sul lato destro 
sporge, forse eccessivamente, il con- 
nettore del mouse/joystickl e, simme- 
tricamente sul lato sinistro, il connetto- 
re )oystick2. Tale disposizione è estre- 
mamente comoda soprattutto per colo- 
ro che mal sopportano le precedenti 
soluzioni ST, Sopra i tasti funzione, é 
presente una leggera scanalatura utile 
per trattanere penne o simili. Il frontale 
del TT presenta tre spie, due indicanti 
l'attività del floppy e dell'hard ed una 
l'accensione della macchina. Sul lato 
sinistro troviamo in ordine il connettore, 
tipo RJ phone, della tastiera, lo slot per 
cartridge (completamente compatibile 
con la serie ST), le prese MiDi In ed 
Out, la presa LAN/RS-422 ed il tastino 
di reset. Oltre alla felice sorpresa di 
trovare un connettore AppleTalk compa- 
tibile é apprezzabile la facile raggiungibi- 
lita del tasto di reset a differenza dei 
precedenti modelli Atan, Sulla presenza 
del connettore LAN è facile fantasticare 
ma per ora non ci sono certezze. Il 
pannello posteriore del TT é, a dire 


Atari TT 


Distributore: 

Afar/ ItaUa S.p.A. 

Via V. Bellini, 21 - 2009S Cusano Milanino 
Prezzi UVA esclusal: 

Alari 77030/4 L 4.390.000 

Monitor PTC 1426 a colori L 890.000 


poco, «zeppo» di connettori. Da destra, 
troviamo i due connettori RCA corri- 
spondenti ai due canali stereo, le due 
prese modem RS-232C a nove poli, la 
presa di alimentazione, la presa monitor 
standard VGA a 15 poli, il connettore 
standard Centronics per la stampante, 
la presa ACSI-DMA per i tradizionali 
dispositivi Atari (SLM 804. SH205, 
ecc...), la presa per floppy esterno ed 
un connettore SCSI standard. 

Sul connettore Centronics è presente 
uno sportellino removibile plurifunziona- 
le. Aprendolo si accede al bus di espan- 
sione in standard VME, lasciandolo 
chiuso può essere utilizzato, come nel- 
l’esemplare in prova, quale supporto 


per due connettori seriali DB9 supple- 
mentari. 

Descrizione interna 

L’apertura del TT non è operazione 
semplice. Tolte le numerosi viti, per 
sollevare il coperchio superiore é neces- 
sario sconnettere sia l’hard disk che il 
floppy. L’elettronica è «ingabbiata» in 
un insieme di schermature rimovibili 
solo con estrema pazienza. Tolte que- 
ste è possibile analizzare la complessa 
architettura della macchina. Globalmen- 
te tutta l’elettronica risiede su tre sche- 
de: la scheda CPU. la mother board e la 
scheda controller, Eh già, la CPU, un 
MC 68030 a 33 MHz, non é alloggiata 
direttamente sulla mother board ma su 
una piccola daughter board! Questa so- 
luzione. non é chiaro se sia. una scelta 
funzionale temporanea o definitiva, ha 
in qualunque caso un vantaggio, even- 
tuali upgrade di CPU possono essere 
ottenuti sostituendo direttamente la 
daughter board. Il controller SCSI è al- 
loggiato in corrispondenza dell’hard disk 
e permette complessivamente il con- 
trollo di tre dispositivi senza l’uso del 



La lasliora. complelamenle ilahamnata. ha lo stesso numero di tasti delI'ST. aoé 95 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


125 




memoria RAM/ROM. Il primo é costitui- 
to da 16 chip DRAM/DIP da 256 Kbyte 
(con velocità di accesso di 100 ns) per 
complessivi 4 Mbyte, il secondo è costi- 
tuito da quattro chip EPROM per com- 
plessivi 256 Kbyte. Tutti i chip di memo- 
ria sono montati su zoccoli rendendo 
facile ogni futura espansione. In termini 
reali utilizzando chip da 4 Mbit è possi- 
bile ottenere 26 Mbyte di RAM on- 
board. Al centro della scheda domina il 
bus di espansione in standard VME. Lo 
standard seguito è del tipo Eurobus, in 
cui é presente un parallelismo a 16 bit 
per I dati ed una larghezza di 24 bit per 
la zona indirìzzabile. Nell’uso industriale 
del bus VME i connettori, come quello 
presente nel TT, sono due e le schede 
vengono installate «a ponte» tra questi. 
In tal modo il data-bus viene portato a 
32 bit. La comunicazione tra CPU e 
porta di espansione può avvenire in 
burst mode, garantendo un'ottima velo- 
cità di trasferimento. La scelta di un 
data bus a 16 bit per le espansioni, pur 
non essendo una scelta ideale, è co- 
munque sufficiente per realizzare otti- 
me schede di controllo industriale o, più 
familiari, schede grafiche ecc... Il con- 
nettore VME é disposto in modo oriz- 
zontale e collegato alla mother board 
tramite due fiat-cable. Per evitare pro- 
blemi di sincronizzazione o atee, la con- 
nessione è bypassata da cinque buffer 
three-state. Questa soluzione, peraltro 
inevitabile quando si fa uso di collega- 
menti estesi sul bus della CPU, rappre- 
senta una complicazione progettuale, 
ma rende più affidabile il funzionamento 
delle schede esterne. Per convincersi di 
CIÒ basta riflettere a quante problemati- 
che comporta l’installazione di una 
espansione RAM in un tradizionale ST 
non dotato di accesso bufferizzato al 
bus. Per rinforzare la meccanica del 


connettore VME, i progettisti hanno ben 
pensato di agganciarlo rigidamente alla 
schermatura metallica. Bisogna, quindi, 
fare molta attenzione nel sollevare tale 
schermatura per evitare il danneggia- 
mento del connettore se non addirittura 
della scheda madre! Oltre ai fiat-cable 
del VME bus, le altre connessioni volan- 
ti riguardano l'hard disk, il floppy e le 
due seriali supplementari collegate allo 
sportellino «VME»- Affianco al 68030, 
ma sulla mother board, è visibile il co- 
processore matematico 68882. 


Il TOS030 è in italiano 


Un nuovo e cosi potente hardware 
non poteva non essere affiancato da 
una nuova versione a 32 bit del tradizio- 
nale TOS- Il TOS030 rappresenta il cuo- 
re software del nuovo TT. Lo sviluppo 
del nuovo Kernel ha dovuto necessaria- 
mente seguire il «contorto viale» che 
porta all’aggiornamento senza rinuncia- 
re alla compatibilità. Non sono disponi- 
bili, al momento della prova, le comple- 
te specifiche del nuovo S.O. è comun- 
que verificabile e scontato Taggiorna- 
mento del BIOS per la gestione dei 
nuovi dispositivi hardware come cache- 
memory, hard disk SCSI, nuove porte 
seriali, la nuova presa LAN (!?), ecc... 
L'ottimizzazione di alcune routine è su- 
bito avvertibile nell’uso della porta DMA 
e nella gestione dello scrolling video. Il 
GEM ovvero lo Shell (AES) e le routine 
grafiche (VDI) che gestiscono le risorse 
del TT sono state aggiornate (per sfrut- 
tare ad esempio le nuove risoluzioni 
grafiche e la nuova palette), ma non 
rivoluzionate. In realtà TOS030 eredita 
le migliorie introdotte nel non diffusissi- 
mo TOS 1 .4 e quindi molte sue funzioni 
hanno un valore di novità solo per gli 
utenti del TOS 1 .2/1 .3 . Il Desktop ovve- 
ro il «banco di lavoro» per gestire le 
risorse del S.O. è stato significativa- 


daisy-chain Quest’ultimo schema di 
collegamento, tipico della presa DMA, 
permette la connessione contempora- 
nea di ben sette dispositivi ma obbliga 
a tenere questi sempre attivi (accesi) 
per evitare il blocco del sistema. La 
mother board, che occupa tutta la base 
del cabinet, evidenzia tutta la sua com- 
plessità al semplice sguardo. É bene 
ricordare che tra le specifiche di proget- 
to del TT un ruolo primario aveva la 
compatibilità hardware con TST e que- 
sto risultato non poteva essere ottenu- 
to senza una completa implementazio- 
ne elettronica delle funzionalità di que- 
sto Tutto CIÒ ha reso necessario un 
largo uso di componenti custom affian- 
cati da componenti a tecnologia stan- 
dard. Vediamo alcuni dettagli significati- 
vi. Sul lato destro, sotto il controller 
SCSI, sono alloggiati i due banchi di 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



PROVA 
ATARI TT 



mente aggiornato. Le nuove caratteristi- 
che seguono la direzione della maggiore 
elasticità ed intuitività. I tradizionali me- 
nu drop-down risultano aggiornati sia da 
un punto di vista operativo, con nuove 
VOCI, che funzionale essendo raggiungi- 
bili direttamente attraverso short-cut 
(ovvero sfruttando combinazioni di tasti) 
che velocizzano notevolmente le funzio- 
ni ripetitive. Nel menu FILE troviamo, 
oltre alle tradizionali Apri, Informazioni, 
Chiudi finestra. Crea cartella e Formatta 
disco, I nuovi Cerca, Cancella Oggetto, 
Finestra attiva. Seleziona tutti. Scegli 
filtro. Cerca, permette la ricerca e sele- 
zione di un file contemporaneamente 
su tutti I drive logici selezionati, dando- 
ne in input la stringa completa o incom- 
pleta. Cancella oggetto, permette l'eli- 
minazione di file senza far uso del tra- 
scinamento nel cestino. Finestra attiva, 
permette di portare in primo piano una 
finestra a sfondo. Questa possibilità è 
più significativa nel TT rispetto alI'ST 
soprattutto per l'aumentato numero 
(sette) di finestre disponibili contempo- 
raneamente sul desktop, Scegli filtro, 
permette una visione selettiva dei file 
nella finestra. Nel menu VISIONE sono 
disponibili te seguenti voci: Formato 
icone. Formato testo. Ordinata per no- 
me. Ordinata per data. Ordinata per 
ampiezza. Ordinata per tipo. Senza ordi- 
namento. Dimensioni ideali. Scegli colo- 
re e stile. Tutte hanno un significato 
molto esplicito. Molto comoda la possi- 
bilità di non ordinare i file, ovvero di 
lasciarli nella sequenza in cui vengono 
registrati e quindi affiancarli per associa- 


zioni funzionali. Ciò non va comunque 
confuso con il posizionamento libero. 
Nel menu OPZIONI sono presenti le 
novità di maggior rilievo. Installa icona. 
Installa programma. Installa dispositivi. 
Rimuovi icona. Imposta preferenze. 
Leggi file .INF, Configura piano di lavo- 
ro, Salva piano di lavoro. Stampa scher- 
mo, Cache. Tramite Installa icona è pos- 
sibile scegliere il simbolo più intuitivo da 


associare ad un file o risorsa, sia sul 
desktop che all'interno di una finestra. 
Con Installa programma è possibile ol- 
tre che definire l'estensione delle sue 
applicazioni, definire l'insieme di tasti 
che possono avviarlo, il suo stato all'ac- 
censione del computer (autobootj ed i 
parametri che possono essergli passati. 
Sia l'installazione di una icona che di un 
programma acquistano maggiore impor- 



ta scheda conirollar SCSI 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


127 




PROVA 
ATARI TT 




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CXD (Sili) 


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S conligumiiong del piano di 


tanza con il nuovo desktop. Infatti un 
programma, un file, una cartella posso- 
no essere visti come risorse di base 
alla stregua di dischi, stampanti, ecc 
Questa generalizzazione avviene sem- 
plicemente trasportando l'oggetto diret- 
tamente su desktop Installa dispositivi 
permette il riconoscimento dei disposi- 
tivi attivati dopo l'accensione del com- 
puter. Non e trascurabile l'utilità di tale 
aggiornamento, soprattutto nello sirut 
tamento dei dispositivi ACSI che deb- 
bono essere necessariamente accesi al 
momento del boot. Configura piano di 
lavoro permette di associare diretta- 
mente al desktop i parametri definibili 
neirinstalla programma oltre a poter 
configurare gh short-cut ed i tasti fun- 
zione di ogni voce dei menu. Ad esem- 
pio SI può configurare il piano di lavoro 
in maniera tale da indicare come direc- 
tory standard quella attiva e quindi il 
programma userà questa per leggere o 
scrivere i suoi dati Selezionando o de- 
selezionando Cache si attiva o disattiva 
la cache memory del 68030 Questa, 
molto semplicisticamente, avendo un 
tempo di accesso inferiore alle tradizio- 
nali RAM evita al microprocessore ec- 
cessivi tempi morti e molti programmi, 
in particolar modo quelli CPU-intensive, 
possono girare piu velocemente Un 
uso corretto di tale memoria non può 
prescindere dal codice in esecuzione 
ed in alcuni casi, ad esempio un pro- 
gramma che si automodifica, sorgono 
problemi. Per evitare questi é stata 
prevista la disattivazione della cache. Al 
di la di tutu gli aggiornamenti citati, la 
novità di maggiore interesse presente 
nel nuovo desktop riguarda la gestione 
degli accessori Oltre ai tradizionali 
ACC del GEM, è disponibile un nuovo 
accessorio; XCONTROL.ACC. Come 
nel MAC è presente un «pannello di 
controllo", che permette di aggiungere 


Sul desilop del TT 
sono vlsu3ll^^ablll 
conremporaneamenie 



o attivare nuove risorse, tramite XCON- 
TROL possono essere installati tutta 
una serie di accessori in grado di 
aumentare in maniera modulare gli 
strumenti a disposizione Tali strumenti 
vengono visti dal S.O. come Me con 
estensione CPX e caricati automatica- 
mente all'accensione della macchina. 
Gli aggiornamenti effettuati nella ge- 
stione delle finestre non sono numero- 
si Oltre al già citato aumento a sette, 
di quelle contempo'aneamente aperte, 
é disponibile una mformazion-bar che 
visualizza automaticamente il numero 
di byte complessivo nel caso si selezio- 
nino piu file 

I miglioramenti generali dell'AES ri- 
guardano anche I dialog-box che sono 
tipicamente più funzionali Una nota 
conclusiva sul S.O riguarda la sua im- 
mediata Italianizzazione 

La possibilità di usare, sm dal lancio 
della macchina, un TOS nazionalizzato 
é una scelta che avrà certamente effet- 
ti positivi impattando con le attuali esi- 
genze degli operatori meno «casa- 
linghi» 


Grafica e suono 

L'importanza che hanno oggi le doti 
dì multimedialità di un computer, han- 
no dato una grossa spinta all'evoluzio- 
ne degli standard grafici e sonori Le 
scelte grafiche operate sul TT sono 
frutto di un compromesso tra il vecchio 
standard ST ed i nuovi (non troppo! 
standard VGA. Le risoluzioni disponibili 
sono sei Le tre risoluzioni ST 1320 v 
200 X 16. 640 X 200 x 4, 640 x 400 
X 2) e tre nuove risoluzioni VGA com- 
patibili 320 X 480 X 256, 640 x 480 x 
16 e 1280 X 960 x 2. Ad esclusione 
dell'ultima che richiede il monitor ECL 
TTM194 con una banda passante di 
llOMHz, tutte le risoluzioni sono visua 
lizzabili sul monitor PTC1426 m dotazio- 
ne standard Quest'ultimo è sicuramen- 
te utilizzabile anche come monitor per 
PC, sul retro è infatti presente uno 
switch che seleziona la modalità TT/ 
VGA, viceversa un normale monitor 
VGA potrebbe non essere sufficiente 
In termini assoluti le capacita grafiche 
del TT non sono di prim'ordine e sep- 
pur sufficienti per applicazioni base m 


128 


MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991 







DTP 1640x480) e videografica 
(320x480) risultano insufficienti nell'u- 
so professionale Questo soprattutto in 
previsione di una adeguata diffusione 
dei nuovi pacchetti grafici per il ritocco 
di immagine (Cranach Studio, Repro 
Studio Pro, Retouche). Sono comunque 
già disponibili almeno due schede grafi- 
che professionali per TT, una di queste 
e l'evoluzione della stupenda Matrix 
provata su MC n. 102 L'elevattissima 
risoluzione 1280x960, rispetto alI'ST. 
sarà disponibile ad un costo nettamen- 
te inferiore non essendo necessaria 
raggiunta di alcuna scheda grafica. La 
velocita di gestione delle routine grafi- 
che è senza dubbio ottima sia nello 
scrolling che nel tracing. Gran mento è 
del 68030 a 32 MHz. Le capacità sono- 
re del TT sfruttano come generatore lo 
stesso Yamaha presente nelI’ST inoltre 
e presente uno stadio di conversione 
DIA per segnali PCM ed un'uscita pre- 
amplilicala stereo. 

Questa uscita può essere collegata 
direttamente ad un impianto stereo ca- 
salingo migliorando sensibilmente la 


qualità, soprattutto in termini di lineari- 


Impressioni d'uso 

Quale maggiore impressione può es- 
sere favorita da una macchina dotata di 
68030/68882 a 32 MHz se non quella 
di un'incredibile velocità?! La realtà è 
proprio questa. Nelt'utilizzo del TT sia 
attraverso le risorse di S.O. che l'ese- 
cuzione dei vecchi programmi per ST, 
la velocità è la punta di diamante. Gra- 
zie all'adozione di hard disk SCSI ed 
alle nuove routine dei TOS, le operazio- 
ni di I/O risultano più efficienti permet- 
tendo un troughput complessivo tipico 
di un super server! Per citare un sem- 
plice «riscontro cronometrico», Quick 
Index 1.5 evidenzia miglioramenti in ve- 
locità, da tre a trenta volte, in qualun- 
que potenziale collo di bottiglia. L’uso 
del nuovo desktop è piacevole, alcune 
operazioni come copie di dischi, instal- 
lazione di nuovi dispositivi, cambio di 
risoluzione sono immediate e non crea- 
no «idiosincrasie da macchinosità». Le 


applicazioni ST che girano con minori 
problemi sul TT sono ovviamente quel- 
le scritte in GEM: Wordplus, Calamus, 
LDW Power, Dynacadd, Repro Studio, 
ecc... Non pongono comunque seri 
problemi neanche Arabesque, GFA Ba- 
sic ed altri programmi non strettamen- 
te GEM. Seri problemi pongono invece 
molti programmi di grafica pittorica. Se- 
condo I responsabili Atari un buon 35% 
del software disponibile per ST gira 
senza problemi anche sul TT. Che un 
programma funzioni non implica che 
sfrutti a pieno le nuove potenzialità. Ad 
esempio la nuova risoluzione grafica 
640x480 è disponibile soltanto con 
Wordplus. Calamus può girare corretta- 
mente sul TT solo alla risoluzione di 
640 x 400 

Conclusioni 

Il TT rappresenta per molti versi l'asso 
nella manica perl'Atan Corporation. I suoi 
punti di forza sono, come tradizione, un 
elevato contenuto tecnologico ad un 
costo relativamente basso. I necessari 
compromessi non riguardano le presta- 
zioni ma una serie di dettagli costruttivi 
che permeiti utenti sono poco significati- 
vi. La macchina non viene venduta in 
configurazioni entry levei trascurando un 
mercato hobbystico e puntando tutto sul 
professionale (la presenza standard del 
68882 ne è una evidente conferma) 
Sfortunatamente l'ST non e uno standard 
nel professionale ed un obiettivo primario 
é per ora l'integrazione in sistemi infor- 
matici misti. Le ricche dotazioni di I/O, 
LAN e SCSI sopra tutte, semplificheran- 
no certamente tale integrazione. Per il 
tradizionale utente Atari i! TT è molto 
vicino alla dream machine e molto proba- 
bilmente sarà il primo ad apprezzarne le 
straordinarie doti. ps 


MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991 


129 






PROVA 


Unidata AX90G4 

di Corrado Ciustozz’ 


C 5 erano una volta i mainframe. In 
effetti ci sono ancora, ma sono 
un po' diversi da quelli di una 
volta. I mainframe di qualche anno fa 
(non molti anni fa, diciamo una dozzina! 
avevano una potenza di calcolo dell'or- 
dine del MIPS, una memoria centrale 
che andava da mezzo MByte ad un paio 
di MByte. dei dischi da qualche centi- 
naio di MByte. Una macchina del gene- 
re all'epoca era considerata piuttosto 
grande e veniva usata per servire qual- 
che decina di utenti. Ovviamente il co- 
sto di un mainframe era di molte cen- 


tinaia di milioni, il peso di alcune ton- 
nellate, il consumo di svariati chilowatt. 

Diamo ora uno sguardo all'oggetlo in 
prova questo mese: costa come una 
piccola berlina, pesa poche decine di 
chili e consuma meno di un tostapane; 
eppure supera i 10 MIPS, arriva a 64 
MByte di memoria, può avere fino a 2 
GByte di disco. Più potente dunque di 
un grasso mainframe del passato, ma 
perfettamente alta portata di una piccola 
azienda o di uno studio professionale 
che possono trovare in esso la soluzio- 
ne a tutti i problemi di calcolo intensivo 


0 di informatizzazione in ambienti distri- 
buiti. 

La macchina in prova è l'ultimo pro- 
dotto della Unidata che da sempre fa 
della tecnologia per l'automazione 
aziendale il suo credo. Per la cronaca il 
piccolo «mostro" che a ha consegnato, 
la cui sigla è AX90C4. detiene al mo- 
mento il primato di macchina più poten- 
te finora provata su queste pagine. Il 
merito é ovviamente del microproces- 
sore 80486 a 33 MHz, finalmen te dispo- 
nibile in medi volumi, che a parità di fur- 
to il resto consente un incremento nelle 



130 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 




PROVA 

UNIDATA AX90G4 


preslazioni di circa un terzo rispetto al 
chip precedente a 25 MHz. 

li resto dei computer si commenta da 
sé. La piastra madre può accogliere fino 
a 16 MByle di RAM, che possono di- 
ventare addirittura 64 MByte usando 
moduli SIMM da 4 Mbit (peraltro ancora 
rari); è presente una cache di secondo 
livello da 64 KByte o 256 KByte per ot- 
timizzare le prestazioni del microproces- 
sore; il bus di sistema è misto ISA/EI- 
SA, con 6 slot EISA a 32 bit e 2 slot ISA 
a W bit; il cabinet tower, costruito su 
specifiche Unidata con dettagli tipici dei 
mini, permette di ospitare quattro me- 
morie di massa accessibili dall'esterno 
(in tre slot da 5.25" ed uno da 3.5") e 
due dischi rigidi full-size interni dalla ca- 
pacità massima di 1 Gbyte ciascuno: è 
disponibile opzionalmente un alimenta- 
tore dotato di batteria di emergenza in 
tampone entrocontenuta. Altro che 
mainframe! 

Destinazione tipica di una macchina 
del genere è, quasi naturalmente, la 
multiutenza. Il costruttore la propone in 
effetti in tre versioni: server di rete sot- 
to OS/2 + Lan Manager o Novell, siste- 
ma dipartimentale sotto Unix o worksta- 
tion CAD sotto DOS. Quella che abbia- 
mo ricevuto era configurata come ser- 
ver di rete sotto OS/2 e, dunque, cor- 
redata di schede Ethernet e di un ter- 
minale intelligente Unistatìon per 
permetterci effettivamente di lavorare 
in ambiente distribuito. 


Descrizione esterna 

Il contenitore tower deH’AX90G4 è 
piuttosto imponente ma la sua altezza è 
tale per cui esso può anche entrare sot- 
to una scrivania di altezza standard. Co- 
me dicevamo in apertura si tratta di una 
realizzazione originale su specifiche Uni- 
data. come peraltro e consuetudine per 
questo OEM romano che tiene molto ai 
particolari costruttivi dei suoi prodotti. E 
dobbiamo dire che da questo conteni- 
tore traspaiono sicuramente un'attenta 
progettazione ed una speciale cura per 
I particolari. Già molte altre volte in pas- 
sato, da queste stesse pagine, ci siamo 
lamentati del fatto che macchine oramai 
potenti come I mini (ed usate come tali) 
meriterebbero anche una costruzione 
meccanica adeguata, dotata cioè di tutti 
quegli accorgimenti che conferiscano al 
sistema le necessarie doti di affidabilità 
e sicurezza. Fra tutti i «superpersonal» 
da noi provati questo Unidata ci sembra 
finora quello che più si avvicina a tale 
filosofia, e la cosa non è affatto da tra- 
scurare. Particolari come il reset sotto 
chiave, l'apertura della fiancata sotto 
serratura, i passacavi di protezione po- 
steriori, le rotelline per il trasporto, le 


Unidata AX90G4 


Costruttore: 

Unidata S.r.l. 

Via S. Damaso. 20 
00165 Roma 
Prezil UVA esclusa) 

AX90G4; 8048&33, 2S6 Kbyte 
cache, 4 MByte RAM. 

VGA, 1 floppy, Winchester 

200 MByte Ut. 11.200.000 

c.s. ma con Winchester 

330 MByte Ut. 13.500.000 

espansione RAM. ogni MByte Ut. 170.000 


ventole supplementari di raffreddamen- 
to dotate di filtri antipolvere, non sono 
gadget secondari ma elementi essen- 
ziali che distinguono un’impostazione 
professionale da una convenzionale, ed 
una macchina «heavv duty» da una 
amatoriale. Discuteremo in dettaglio la 
funzione di ciascuno di questi particolari 
man mano che il discorso lo renderà ne- 
cessario, anche se ci sembrava oppor- 
tuno sottolinearne complessivamente la 
presenza in apertura: per adesso prose- 
guiamo con la descrizione delle parti 
esterne del computer. 

Il frontale nel suo stato normale pre- 
senta in vista la sola serratura di sicu- 
rezza oltre alle spie di alimentazione e di 
attività del disco; l’interruttore di ali- 
mentazione e le memorie di massa ac- 
cessibili dall’esterno si trovano invece 
riparati dietro un’antina incernierata la- 
teralmente con chiusura a pressione. La 
serratura dispone di tre posizioni, due 
stabili ed una a ritorno automatico: le 
prime due corrispondono allo stato di 
tastiera attivata o disattivata, mentre la 



terza innesca il reset hardware del com- 
puter. L'aver messo «sotto chiave» il ta- 
sto di reset è ovviamente una sicurezza 
in più contro eventuali azionamenti in- 
cauti 0 involontari che. in un sistema 
specificamente destinato ad un utilizzo 
in multiutenza, avrebbero ovviamente 
conseguenze drammatiche. 

Il pannellino contenente le memorie 
di massa estraibili è inclinato di qualche 
grado verso l’alto per permettere un mi- 
gliore accesso alle unità. Esso prevede 
lo spazio per tre moduli standard a mez- 
za altezza da 5,25" ed uno da 3,5": 
quest’ultimo, per risparmiare spazio, è 
affiancato all’interruttore di alimentazio- 
ne generale, che è rosso e dalle gene- 
rose dimensioni in piena tradizione IBM. 
Siccome i Winchester sono montati in- 
ternamente in altre posizioni, tutti gli 
spazi previsti in questo pannello posso- 
no essere effettivamente utilizzati per 
memorie estraibili: e c’è di che sbizzar- 
rirsi quanto ad espandibilità perché do- 
po aver montato un drive per microflop- 
py, uno per minifloppy ed il consiglia- 
tissimo streamer a cartucce di nastro 
per il backup, rimane ancora uno spazio 
libero per qualcosa d'altro (CD-ROM?). 

Posteriormente troviamo nella parte 
superiore del tower la sezione alimen- 
tatrice ed in quella inferiore le feritoie 
per le schede di espansione, ben otto in 
tutto. In corrispondenza di queste ulti- 
me SI può montare sul pannello una par- 
ticolare «scatola» metallica avente la 
funzione di copertura e protezione dei 
connettori nonché di guida dei cavi in 
uscita; tale accorgimento evita ovvia- 
mente eventuali strappi ai cavi oltre a 
limitare il rischio di smontaggi non au- 
torizzati dei medesimi. Tale copertura 
poggia, in basso, su una voluminosa 
sporgenza del mobile che contiene una 
delle numerose ventole di aerazione di 
cui è fornita la macchina; il suo fissag- 
gio avviene mediante grosse viti godro- 
nate azionabili a mani nude. 


Descrizione interna 

Dicevamo in apertura che anche l'ac- 
cesso all’Interno del computer è protet- 
to da una serratura: tale accorgimento 
serve principalmente per impedire mo- 
difiche non autorizzate alla configurazio- 
ne delle schede, cosa che per via del 
bus EISA, potrebbe portare a malfunzio- 
namenti del sistema; il bus EISA tiene 
infatti conto sia del numero che della 
posizione delle schede, richiedendo una 
speciale riconfigurazione via software 
ogni volta che qualcosa viene spostata 
0 modificata. La serratura blocca in par- 
ticolare l'estrazione del pannello laterale 
sinistro del computer (per chi guarda dal 
davanti), che è appunto quello posto sul 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


131 



PROVA 

UNIDATA AX90G4 


lato schede della motherboard. Il pan- 
nello opposto è bloccato da una vite a 
mano posta all'interno del computer. In 
definitiva la macchina non si può in al- 
cun modo aprire senza l'apposita chia- 
ve, a meno ovviamente di non danneg- 


giarla piuttosto pesantemente dal punto 
di vista meccanico. 

Come SI vede dalle foto, l’interno, 
benché piuttosto ricco di parti, e co- 
munque caratterizzato dalla presenza di 
ampi spazi liberi i quali consentono una 


salutare circolazione dell’aria fra i vari 
componenti- In effetti le problematiche 
di raffreddamento sono state affrontate 
con decisione dai progettisti Unidala, in 
considerazione bella destinazione i>hea- 
vy duty- della macchina sono infatti 


LAN Manager: il NOS 
diventa grande 



Administrator 


di Leopoldo Ceccarelli 


L AN Manager 2.0 è contenuto in un ro- 
busto contenitore in cartone formato da 
due custodie estraibili. Una volta aperta la 
confezione troviamo una serie innumerevo- 
le di manuali 

Il software fornito per la prova e conte- 
nuto in ben 18 dischi da B" e 1/4 (ovvia- 
mente si può avere anche un supporto ma- 
gnetico da 3" e 1/2) tra setup per server e 
workstation e driver vari il tutto sia per 
OS/2 che per MS-DOS 
Tra tanti manuali non sappiamo proprio 
da dove cominciane, ma ecco infine che un 
pregevole pieghevole ci illustra le fasce di 
competenza dei manuali ed i rispettivi con- 
tenuti principali. 

Per il novizio una breve guida, una cin- 
quantina di pagine m tutto, lo introdurrà nel- 
l'ambiente delle reti. Si parla dei concetti 
generali e dei termini chiave che un utente 
di rete deve conoscere. Con estrema sem- 
plicità e chiarezza viene spiegato che cosa 
sia una rete locale, quali siano i componenti 
che la compongono e quali i benefici appor- 
tati da un ambiente di lavoro condiviso da 
piu utenti. 

Dopo questi primi passi viene mostrato 
come il neofita possa effettuare il logon, la 
connessione (e sconnessione) ad una risor- 
sa condivisa o ad una coda d' stampa e co- 
me sia possibile e facile inviare messaggi 
ad altri utenti della rete. Pochi passi e po- 
che pagine per illustrare in modo molto di- 
scorsivo quelle nozioni che e bene siano 
conosciute anche da un utente non specia- 

Chi ha già una certa dimestichezza delle 
problematiche LAN può affrontare diretta- 
mente urta delle guide d'utente. Va detto a 
questo punto che per quanto riguarda l'MS- 
OOS ne esistono due: una LAN Manager 
Enhanced ed una LAN Manager Basic. 

Ovviamente la versione base mette a di- 
sposizione solo un piccolo Shell di comandi 
che pur essendo ressenziali» sono neces- 
sarie e più che sufficienti nella maggior par- 
te dei casi. 

L'uso dei comandi di LAN Manager é ol- 
tretutio molto semplificata da una interfac- 


cia a finestre che, in modo semplice e ve- 
loce, permette di conoscere i server condi- 
visi dalla rete, analizzarne le risorse dispo- 
nibili, effettuare i collegamenti alle risorse e 
COSI via. 

É ovviamente possibile poter utilizzare 
anche semplici comandi m linea, > più 
esperti potranno quindi evitare di caricare 
l’interfaccià a menu ogni volta che debbono 
effettuare operazioni in rete. Vediamo insie- 
me qualcuno di questi comandi 

Con net use possiamo condividere una 
risorsa, mentre net use/deiete fornisce 
l'effetto contrario. Piu m dettaglio con il co- 
mando net use d \\serverl\editor la 
sharename «editore del file server 
«server! « e vista dall'operatore come un 
disco logico d proprio. Per conoscere lo 
stato di una coda di stampa a cui ci si è già 
connessi SI osa net print cfevioename men- 
tre per farlo stampare un file e sufficiente 
net print fitename devicename. Esiste an- 
che un help in linea net help fornisce la li- 
sta dei comandi disponibili, net help co- 
mando fornisce l’heip dello specifico co- 
mendo. 

Come vedete anche senza usare appositi 
meno a finestra i comandi sono piuttosto 
elemenian. Per la versione MS-DOS Basic i 
comandi sono in totale sene. Molto più po- 
tente è invece la versione Enhanced che 
consente tra l'altro di conoscere i nomina- 
tivi degli utenti collegati, cambiare la propna 
password, inviare messaggi, spostare bloc- 
chi di file, eco. Un’altra differenza tra le due 
versioni DOS sta nella quantità dt memora 
utilizzata 50 K e 120 K rispettivamente. 

Molto potante, ed innovativo, è il LAN 
Manager per workstation OS/2, dalla relea- 
se 1.21 m poi. Sfruttando il multitasking e 
la nuova versione del file sv&tem propri 
deirOS/2 si ha la possibilità di onenere ca- 
pacità di comunicazione tra processi, in 
questo caso la stazione interessata offre un 
sottoinsieme delle prestazioni tipiche di un 
sen/er pur non operando come tale. La li- 
mitazione é che sok) un altro utente ed il 
propnetario possono condividere assieme la 
risorsa offerta da quella macchina. 


Le guide per l'amministratore sono total- 
mente diverse da quelle degli utenti giac- 
ché diverso e l’approccio. 

Il primo manuale dell’amministratore, ve- 
rosimilmente chi installa la rete si occuperà 
anche della gestione, e il Microsoft LAN 
Manager Installation Guide che è formia tra 
l'altro di una quick reference per l’installa- 
zione. CI pare estremamente succinta ed 
efficace, l'amministratore di rete e guidato 
secondo precise flow chart dalla accensio- 
ne del computer fino alla completa installa- 
zione del software. Le flow chart sono ov- 
viamente due, una per le workstation MS- 
DOS ed una per server e workstation OS/2 
Seguendo direttamente questa procedura si 
esegue una installazione, diciamo cosi, 
iiguidatau, infatti la maggior parte delle n- 
sposte sono di default mentre ci si soffer- 
ma solo sulle opzioni che verosimilmente 
andranno cambiate, gli account ad esem- 
pio. Per capire esattamente cosa si sta fa- 
cendo è bene consultare la guida vera e 
propria, utilizzando magari il flow chart per 
capire la procedura globale ed i pass> suc- 
cessivi. 

Sarebbe impossibile esporre tutte le pos- 
sibilità di controllo e di mien/ento rnesse a 
disposizione dal sistema operativo diretia- 
mente o indirettamente, aH’amministratore 
oltre ai lavon di «routine" Per questo mo- 
tivo vogliamo enunciare solo alcuni aspetti 
che ci sembrano particolarmente importanti 
e/o innovativi dal punto di vista della sicu- 
rezza e, più in generale, deH'affidabiliià. 

LAN Manager dispone di una sene di ca- 
ratteristiche atte a rendere tranquilli i sogni 
deH’ammmistratore di rete. 

Per esempio sappiamo perfettamente 
che l’estrema velocità di risposta dei com- 
puter è un’arma a doppio taglio. Quanti di 
VOI hanno visto quei programmi che gene- 
rano una sequenza velocissima di usema- 
me e password fino a quando il computer 
scemo (scemo lui o chi lo ha programma- 
to?) non concede l’accesso a proposito, 
succede la stessa cosa con gli antifurti per 


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MCmtcrocomputer n 106 - aprile 1991 


PROVA 

UN1DATA AX90G4 


ben quattro le ventole supplementari in- 
stallate nel sistema oltre a quella incor- 
porata come standard nell'alimentatore, 
Di una. quella posteriore, già abbiamo 
detto poco fa. Altre due, dalle dimen- 
sioni decisamente generose, sono po- 


macchma, non lo sapevate’ Bene, non ap- 
pena SI digita una password errata LAN 
Manager produce una pausa di qualche se- 
condo. un tempo che, esperienza alla ma- 
no. non e avvertito dall'utente onesto, ma 
sbadato, ma che risulta essere strategico 
per bloccare i programmi interattivi di cui 

Sempre al riguardo della sicurezza vi è la 
possibilità del controllo diretto dell’utente. 
Per ogni account l'amministratore può deci- 
dere gli orari di abilitazione, il periodo di uti- 
lizzo di una password e. questa è ancora 
piu interessante, te stazioni di lavoro abilita- 
te per singolo utente. 

Altro lavoro 3 cui e chiamato >l gestore 
della rete è l'installazione, la configurazione, 
l'up-grading e l'ottimizzazione dei driver 
supportati dalla rete, in questa fase è di ba- 
silare aiuto, come il titolo lascia supporre, il 
volume LAN Manager Network Dovice Dri- 
ver Guide. LAN Manager permette di gesti- 
re più server raggruppandoli in domini Ido- 
main) e cioè considerandoli come se si trat- 
tasse di una sola macchina. 

In questa maniera è possibile eliminare 
lavori ripetitivi, ad esempio è possibile mo- 
dificare gli account di tutti i server dello 
stesso domain con un'unica operazione. 

Allo stesso modo si può aggiornare il soft- 
ware di tutu I server di un certo domain. 

Specificatamente per l’affidabilita è inte- 
ressante il meccanismo «hot-fixu con cui 
vengono protetti i dischi, nel caso di errore 
di lettura 0 scrittura LAN Manager trasfen- 
sce automaticamente i dati su spazi di me- 

Sempre per il disco abbiamo il mirroring, 
che consiste nell'accoppiare un disco fisso 
ad un'altra unita di back-up. cosi facendo si 
ha un duplicato dei dati e gli utenti possono 
continuare il lavoro anche in caso di guasto 
del disco primario. Molto interessante è la 
possibilità di poter eseguire copie selettive 
di dati da un server ad un altro secondo 


ste in corrispondenza del pannello fron- 
tale sotto le memorie di massa estraibili 
ed hanno lo scopo di raffreddare le 
schede di espansione ed i Winchester 
Installati sul fondo del contenitore: a 
quest'ultimo scopo è stala collocata, 


una programmazione predefimta ed auto- 
matica. 

Nel caso di mancanza di energia elettrica 
potremo apprezzare una particolare carette- 
nsbca di LAN Manager riguardo all'uso dei 
gruppi di continuità. Si può infatti utilizzare 
un particolare sistema di alimentazione anti 
black-out definito UPS lUninterrupt Power 
Supplyl. 

Allorché manca la corrente l'UPS notifica 
l'evento al server attraverso una porta se- 
riale. 

Quando la batteria del gruppo di conti- 
nuità sta per esaurirsi il server può vemre 
disattivato dopo aver chiuso tutte <e sessio- 
ni in maniera di non perdere alcun dato. 

Torniamo alla confezione, troviamo anco- 
ra un opuscolo con le note supplementari 
dell'ultima ora (degni di menzione sono due 
driver per gestione della memona estesa o 
espansa che cortsentono di risparmiare un 
bel po' di memoria convenzionale) ed il 
Sytos Pius della Sytron. 

Quest'ultimo è un potente tool di File Back- 
up espressamente tagliato per LAN Mana- 
ger 

Sviluppi futuri 

LAN Manager si basa sul DOS e 
suirOS/2, a questi aggiunge un ambiente di 
sviluppo aperto ad applicazioni client-server, 
offre a livello di trasporto su rete una serie 
nutrita di protocolli standard. 

Vi è un ulteriore aspetto che vorremmo 
mettere in luce ed è questo: LAN Manager 
2.0 si presenta come una architettura aper- 
ta Per ( programmatori è disponibile il LAN 
Manager Programmer's Toolkit che com- 
prende. oltre al Programmer's Reference, 
anche esempi di codice LAN Manager. È 
possibile quindi mettere a punto del soft- 
ware specifico, ritagliato su specifiche del- 
l'utente 

Per quanto riguarda le interfacce per rete 


davanti alla ventola piu bassa, una spe- 
ciale flangia sagomata «ad ala» che di- 
rige parte del flusso d'aria propno sulle 
unità a disco. Notiamo che tutte le ven- 
tole responsabili dello scambio d'aria fra 
interno ed esterno sono dotate di filtro 


I driver debbono essere scritti m base alle 
specifiche NDIS (Network Device Interface 
Specification) messe a punto e commercia- 
lizzate da Microsoft insieme alla 3COM, 
uno dei leader nel settore LAN. 

In pratica il singolo costruttore scrive un 
solo driver secondo specifiche NDIS senza 
preoccuparsi minimamente del protocollo di 
trasporto usato giacché è LAN Manager 
che fornisce la possibilità di fare coesistere 
diversi protocolli di trasporto. Massima con- 
nettività per l'utente, quindi, massima oui- 
minazione per il costruttore che non si de- 
ve più preoccupare dei singoli protocolli 
giacche conformandosi a questo standard li 
offre praticamente tutti, massima conve- 
nienza per LAN Manager che grazie a que- 
sta possibilità invoglia i costruttori e incre- 
menta l’offerta. 

A proposito di accordi non possiamo non 
citare il recente accordo tra Microsoft e 
3COM, affiancati nella realizzazione di una 
piattaforma LAN unica basata appunto su 
LAN Manager. 

Questo accordo favori l'installazione di re- 
ti estese e multivendor, si avranno inoltre 
altre funzionalità quali sistemi di connetti- 
vità globale e di network management, che 
forniranno un elevalo valore aggiunto alla 
LAN. 

Si tratta dunque di un notevole sforzo 
congiunto Che mira a porre LAN Manager 
come superamento dei sistemi operativi 
proprietari per diventare ciò che l'MS-DOS 
è per I PC. L’accordo non poteva lasciare 
indifferenti i concorrenti (leggi IBM e No- 
velli ed infatti a loro volta essi sono perve- 
nuti ad un accordo che dovrebbe portare at- 
l'integrazione commerciale del sistema ope- 
rativo NetWare della Novell nella catena 
IBM. 

Tutto questo accade m un mercato che. 
secondo alcuni studi, avrà per l'anno in cor- 
so un tasso di crescita del 60%.. la rete si 
allarga' 



MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


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PROVA 

UNIDATA AX90G4 


amipolvere, un accorgimento da main- 
frame. forse addirittura eccessivo in una 
macchina di questa classe ma sintoma- 
tico della cura con la quale è stata pen- 
sata e realizzata. La quarta ventola sup- 
plementare, di dimensioni questa volta 
piuttosto ridotte, è posta direttamente 
sopra il microprocessore 80486 median- 
te un'apposita struttura metallica anco- 
rata allo chassis: la sua presenza è pre- 
cauzionale e serve ovviamente ad evi- 
tare l'eventuale surriscaldamento del 
chip anche durante il funzionamento 
continuativo della macchina per lunghis- 
simi periodi- 
la piastra madre, come detto in aper- 
tura, dispone di un banco di RAM a mo- 
duli SIMM dalla enorme capacita; usan- 
do I moduli convenzionali con chip da 1 
Mbit SI può raggiungere la considerevo- 
le cifra di 16 MByte, ma con quelli (nuo- 
vi ed ancora rari! da 4 Mbit si può arri- 
vare addirittura a 64 MByte on board, 
un valore che fino a pochissimi anni fa 
era appannaggio esclusivo dei più gros- 
si fra I mainframe. 

Il microprocessore, che come detto è 
un 80486 con clock a 33 MHz. dispone 
come noto di una cache interna da 8 
KByte; questa viene però coadiuvata. 


L'Uniserver 


Uniserver e una macchina basata sul- 
l'ottimo AX9000 specializzata al lavoro 
di server di rete per mezzo di appositi dri- 
ver. 

I componenti che troviamo all'interno 
mostrano immediatamente il taglio decisa- 
mente professionale, come deve essere 
quando si parla di un server di rete. Dob- 
biamo innanzitutto sottolineare l’accoppiata 
controller EISA a 32 bit e disco SCSI parti- 
colarmente valida sul piano delle prestazioni 
pure. Il disco presente nella configurazione 
in prova con i suoi 330 MB può essere suf- 
ficiente anche per una media utenza. 

vita del server di rete non è facile e lo 
è ancora di meno quella dei server destinati 
a montare sistemi operativi di rete multita- 
sking. In questo caso infatti al server verrà 
richiesta anche potenza elaborativa e non 
solo l'accesso a risorse condivise. Da que- 
sto punto di vista la memoria è comunque 
tanta. Per un server con LAN Manager, so- 
no richiesti almeno 5 MB di RAM: i 16 MB 
presenti sul nostro esemplare ci lasciano ab- 
bastanza tutelati da questo punto di vista. 

Nella configurazione fornita non è presen- 
te alcun dispositivo di back-up, se diciamo 
nessuno è pierchè immaginiamo non esista- 
no persone dotate di buon senso che pos- 
sano pensare di effettuare back-up giorna- 



come e oramai pratica usuale, da una 
cache esterna costituita da ben 256 
Kbyte di RAM statica ad altissima velo- 
cità. Essa permette di incrementare 
sensibilmente le prestazioni del sistema 
specialmente nell’uso in ambienti di 
multitasking o multiprogrammazione, 
dove i continui context switch si avvan- 
taggiano particolarmente del più veloce 
accesso alla memoria. 

Il disco fisso installato nella macchina 
in prova è un bell’esemplare full-size da 
330 MByte con 15 millisecondi di tem- 


po medio d’accesso Sono pero dispo- 
nibili modelli dalla capacita di 200 
Mbyte, 640 MByte e addirittura 1050 
MByte, sempre di tipo full-size. Sicco- 
me lo chassis dispone di spazio a suf- 
ficienza per alloggiare due unità, la ca- 
pacità complessiva del sistema può es- 
sere di oltre 2 GByte, decisamente un 
bel valore! I dischi sono di tipo SCSI e 
vengono pilotati da un controller «intel- 
ligente», dotato cioè di una propria lo- 
gica e di una buona quantità di RAM a 
bordo. Il controller sfrutta il nuovo bus 


lieri usando dischetti, sia pure ad alta den- 
sità. Per questo importante sen,nzio si può 
però scegliere tra diverse soluzioni; si pos- 
sono avere streamer con capacita di 150, 
250 e 526 Mbyte. 

Molto interessante ci pare la possibilità di 
montare a richiesta un gruppo di continuità 
interno. 

Questa e senz'altro una dote notevole 
poiché rende più tranquilla la vita al net- 
work manager ed agli utenti, Abbiamo pro- 
vato a staccare la corrente di rete, imme- 
diatamente l’unità di alimentazione emette 
un segnale di allarme di alcuni secondi, e 
contir^ua ad alimentare il server per circa un 
quarto d'ora. 

Al di là della notevole capacità sia in ter- 
mini elaborativi che di memoria l'Uniserver 
ha il suo punto forte sul sistema operativo 
basato sull’OS/2. 

Il caro avecchio» DOS che ci ha servito 
fino ad ora (sono felice del fatto che il mio 
personal non sia cosciente di quello che 
scrivo, finché dura...) è un sistema operati- 
vo certamente affidabile e potente, ma è 
stato pensato e implementato per i proces- 
son disponibili parecchio tempo fa, e, se ri- 
cordate, all’epoca il mitico 8088 INTEL non 
era neanche il microprocessore più polente 
disponibile. 


Dal 80286 in poi la INTEL ha implemen- 
tato SUI microprocessori il modo di funzio- 
namento «protetto». Da quel momento è 
stato virtualmente possibile implementare il 
multitasking. Infetti le diverse applicazioni 
concorrenti vengono isolate in modo hard- 
ware in maniera che il blocco di una appli- 
cazione non influenzi le altre. Con OS/2 si è 
sfruttata questa proprietà per implementare 
il funzionamento multitasking, ovvero per 
avere più processi attivi contemporanea- 
mente. 

Avere piu processi attivi in un certo istan- 
te implica la possibilità di avere un mecca- 
nismo per trasferire mformaziom da un pro- 
cesso ad un altro. Anche questo meccani- 
smo è stato implementato in OS/2. Ora un 
sistema operativo per LAN è qualcosa che 
si appoggia al sistema operativo specifico 
della macchina. 

Se si utilizza un sistema operativo basato 
suirOS/2, e LAN Manager è ovviamente 
uno di questi, tutte le capacità proprie 
de!l’OS/2 si estendono automaticamente al- 
l’ambiente di rete. 

L’architettura client-server è il componen- 
te cardine delle aj^licazioni LAN. Nel caso 
di NOS aventi il DOS come base non c’è 
un vero colloquio tra la workstation e il ser- 
ver, quest’ultimo si limita ad inviare al Client 
Il file 0 il record richiesto. 

L’Uniserver è basato sull’OS/2 ed II signi- 
ficato di Client-server cambia un pochino. 
Infatti vengono considerate le due parti di 
una applicazione (per applicazione intendia- 
mo il programma specifico che utilizziamo 


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MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


PROVA 

UNIDATA AX90G4 



EISA assicurando pertanto un transfer 
rate sempre elevatissimo. 

Fra le schede di espansione fornite 
con la macchina notiamo una porta 
Ethernet ed una SVGA basata su chip 
Trident in grado di montare 1 MByte di 
RAM per raggiungere modi grafici piut- 
tosto estesi quali il 1024x768 in 256 
colori 

Ultima annotazione: nella macchina in 
prova era montato lo speciale alimenta- 
tore dotato di batteria tampone, in gra- 
do di assicurare una decina di minuti di 


per lare qualcosa di nostro uso e cor>su- 
mo), quella montata sul server e quella 
montata sul vostro PC. La parte client chie- 
de le informazioni atl'utence e dopo averle 
masticate secondo il caso le spedisce al 
sen/er. La parte server riceve le richieste, 
le elabora e le invia al Client. Questa parti- 
colarità SI traduce in una maggiore potenza 
per l'esecuzione di programmi sul server. 
Molto interessante, sotto questo aspetto, è 
la possibilità di usare il potente data base 
relazionale SQL Server della Microsoft. 

Finora abbiamo visto le prestazioni pure 
mentre non abbiamo assolutamente accen- 
nato ad un aspetto che per molti utenti è <1 
punto fondamentale per la valutazione della 
bontà di un server. Stiamo parlando della 
affidabilità, a proposito della quale non si 
possono fare delle stime ad occhio o a pe- 
so giacché si parla di parametri che hanno 
a che fare con la statistica. Pertanto ci 
guarderemo bene daH'awenturaro in valu- 
tazioni avventate e senza basi certe. Ad 
^ni modo ci rendiamo conto che la nostra 
è la stessa situazione che si pone ad una 
società 0 uno studio professionale intenzio- 
nati a munirsi di una rete interna e pertanto 
non possiamo comunque mettere in luce 
alcuni aspetti esteriori che lasciano ben 
sperare. La qualità realizzativa é molto ele- 
vata ed inoltre l’integrazione spinta implica 
un aumento diretto dell’sffidabilità del siste- 

Una buona impressione la ricaviamo inol- 
tre dall'esame di alcuni particolari costruttivi 
non secondan, quali la protezione della con- 


autonomia all’intera macchina in caso di 
assenza di tensione di rete. 

Impressioni d'uso 

In questo paragrafo limiteremo di ne- 
cessità il resoconto suH’utilizzo del si- 
stema ai soli particolari operativi di ca- 
rattere generale in quanto il funziona- 
mento specifico come server è oggetto 
di un più ampio commento separato. 

Cominciamo ovviamente parlando 
delle prestazioni che, come c'era da 


nessione dei cavi o l'accesso alla tastiera 
che può essere messo sotto chiave, che la- 
sciano capire come nessuna variabile, an- 
che apparentemente secondaria, sia lascia- 
ta al caso. 

Tutto sommato questa macchina si pre- 
senta come un sistema per LAN medio-pic- 
cole capace sicuramente di dare il meglio in 
combinazione con sistemi operativi, come il 
LAN Manager fornito di serie, che ne pos- 
sano sfruttare le notevoli caratteristiche. 
Per quanto riguarda il prezzo della macchina 
server comprensiva di sistema operativo 
questo deve essere inquadrato nell'ambito 
del target che si prefigge. Abbiamo detto 
che la macchina è tagliata per utenze me- 
dio piccole, parliamo ovviamente di un uni- 
co Uniserver (scusate il gioco di parole ma 
è dall'inizio dell'articolo che mi trattenevo): 
bene il prezzo è molto, molto concorrenzia- 
le. è pur vero che la concorrenza nblasona- 
la» può vantare delle macchine costruite 
appositamente mentre la Unidaia ha adatta- 
to una macchina di sene. L'uso del 486 a 
33 MHz però rende comparabili le presta- 
zioni con la concorrenza mentre il prezzo ri- 
mane concorrenziale. Altri punti positivi so- 
no rappresentati innanzitutto dai sistemi 
operativi utilizzabili, praticamente quanto di 
meglio offre il mercato. 

Decisamente la UNIDATA sembra aver 
affrontato con idee chiare, sul piano della 
qualità, del servizio e del prezzo, un merca- 
to destinato ad una crescita esponenziale 
nei prossimi anni. 

LC. 


aspettarsi, sono entusiasmanti. Il 486 
con clock a 33 MHz consente infatti un 
incremento teorico netto del 33% circa 
rispetto ad un comune 486 con clock a 
25 MHz. ed i ben 256 KByte di cache 
esterna si fanno nettamente sentire. In 
termini assoluti i nostri benchmark in- 
terni sono dunque concordi nell’asse- 
gnare a questo Unidata una velocità su- 
periore di oltre cinquanta volte rispetto 
a quella del PC originale, il che equivale 
grosso modo a dire che esso è in grado 
di fare in un minuto ciò che un PC fa- 
ceva in un'ora. Una simile potenza di 
calcolo è ovviamente necessaria per far 
girare sistemi operativi pesanti quali 
Unix e ancora di più OS/2, specie se 
quest’ultimo è caricato col Lan Mana- 
ger. Notiamo che in entrambi i casi la 
presenza di un cospicuo numero di 
MByte di memoria centrale (almeno 8) 
diventa un «must» se non si vuole de- 
gradare il throughput del sistema. 

Ottime anche le prestazioni del disco, 
vero collo di bottiglia in applicazioni mul- 
tiutenti o di rete. L’alta velocità intrin- 
seca di accesso, aiutata dalla velocità 
del controller, contribuisce a mantenere 
l'unità sempre ai massimi livelli di resa. 
Il throughput complessivo risulta per- 
tanto elevato e soprattutto ben equili- 
brato. Ovviamente il massimo vantag- 
gio per l'utente si ricava non usando il 
vecchio ed inefficiente file System a 
FAT del DOS ma i file System ad alte 
prestazioni di OS/2, di Unix o del server 
Novell. 

I particolari costruttivi citati in prece- 
denza ci sembrano una garanzia sull’af- 
fidabilità della macchina anche per im- 
pieghi intensivi ed in condizioni gravose. 
In mancanza di un gruppo di continuità 
esterno, sempre auspicabile in installa- 
zioni «sene», la batteria tampone inter- 
na all'alimentatore (che, lo ricordiamo, è 
un dispositivo opzionale) è altamente 
raccomandata. Il suo scopo non è, co- 
me forse qualcuno penserà, quello di 
permettere al sistema di lavorare a lun- 
go in assenza di rete, bensì quello di of- 
frire all’operatore il mimmo di autono- 
mia necessaria per effettuare uno shut- 
down ordinato; cosi facendo si mette il 
file System al riparo dal rischio di cor- 
ruzione, inevitabile In caso di spegni- 
mento brutale, in modo che quando tor- 
nerà la tensione di rete si potrà ripren- 
dere immediatamente a lavorare senza 
dover effettuare i lunghi check e le te- 
mute riparazioni sulla struttura dei file. 
Notiamo a tale proposito che questo di- 
spositivo è in grado di segnalare al si- 
stema lo stato dell'alimentazione; basta 
coliegare ad una porta seriale lo specia- 
le cavetto uscente dall’alimentatore. 

II costruttore fornisce appositi driver 


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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


PROVA 

UNIDATA AX90G4 




Soc;s una viaia 
genersis (Sei txmouler 
eoeno Notare in basso 

secondo wnchester 
A /ianco la scheda 
Elheinet 

Sotto II eenireiler SCSI 





Sopra panicolate del reset ‘sotto chiave- 
Sotto dettaglio del BIOS 




software per i principali sistemi opera- 
tivi, I quali cosi sono messi in grado di 
monitorare il sottosistema di manteni- 
mento effettuando eventualmente in 
modo del lutto automatico lo shutdown 
controllato nel caso in cui l'autonomia ri- 
masta scenda al di sotto di un determi- 
nato valore critico. Un sistema muJtiu- 
tente non deve mai fermarsi, ma nel ca- 
so si fermi deve almeno farlo nel modo 
meno traumatico possibile' 

Conclusioni 

Concludiamo con il consueto esame 
del listino prezzi. È chiaro che le cifre 
variano sensibilmente a seconda delle 
varie opzioni installate, dunque per 
orientarci vedremo alcune configurazio- 
ni tipiche, In ogni caso i prezzi compren- 
dono un floppy e la VGA ma non il mo- 
nitor Cominciamo dalla versione piu 
piccola, che essendo dotata di ksoIi'< 4 
MByte di RAM e 200 MByte di disco è 
adatta essenzialmente ad un uso mo- 
noutente (diciamo il CAD)' il suo costo 
e di undici milioni e duecentomila lire. 
Volendo aumentare la RAM ad 8 
MByte, il mimmo se si vuole usare Unix 
0 OS/2, il prezzo sale a quasi undici mi- 
lioni e novecentomila lire, volendo inve- 
ce il disco da 330 MByte anziché quello 
da 200 MByte il prezzo sale a tredici mi- 
lioni e mezzo, In ogni caso con seicen- 
tomila lire in piu si può ottenere l'ali- 
mentatore con batteria tampone. 

Cosa succede, per curiosila, all’estre- 
mo superiore? La macchina espansa al 
massimo in configurazione da fanta- 
scienza. con 32 MByte di RAM e 2,1 


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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



PROVA 

UNIDATA AX90G4 


La Unistation 


I n ogni rete il server, per quanto bello sia, 
viene utilizzato da posizione remota. Il 
modo piu immediato per accedere alle ri- 
sorse condivise è quello di connettersi, tra- 
mite una scheda inserita in un personal, al- 
la rete. Una seconda soluzione è quella 
che ci viene presentata dalla UNIDATA con 
le Umstation. 

Le Unistation sono, come si intuisce dal 
nome, dei posti di lavoro ottimizzati per l’u- 
iilizzo in LAN. 

Si tratte in pratica di tre macchine che 
utilizzano processori del tipo 80286 o 
80386SX. e quindi abbastanza potenti, 
aventi di sene l’interfaccia per connettersi 
alla LAN. 

Estremamente gradevole all'occhio, la 
Unistation, con un corpo base slim di di- 
mensioni compatte, è decisamente un og- 
getto grazioso. 

Le dimensioni del corpo «pensanteu so- 
rto 30 per 7 (frontale per altezza) per una 
profondità di 36 cm. 

In pratica si tratta di ven e propri Perso- 
nal fornibili a richiesta con un video ad alta 
definizione monocromatico o colore e 
scheda VGA normale o super. La tastiera 
di sene e quella estesa. Nel caso in cui l'in- 
gombro rappresenti un problema si può 
opzionalmente avere una tastiera compatta 
0 un video da 9". 




La memoria vana dai 640k minimi del 
modello UNI286E agli 8 MB massimi della 
UNI386E. 

Effettivamente sembra proprio che stia- 
mo parlando di comunissimi compatibill- 
AT, immaginiamo vorrete quindi sapere do- 
ve Sia il guadagno e a chi serve. Presto 
detto. Il pnmo aspetto positivo ò H rispar- 
mio: una Unistation in configurazione stan- 
dard non ha dischi, quindi per forza di cose 
deve costare meno di un personal di pan 
caratteristiche ma completo. 

Di ntomo occorre anche considerare che 
l’assenza di parti m movimento e di sup- 
porti magnetici aumenta notevolmente l’af- 
fidabilità del sistema. Il buon senso dice in- 
fatti che 1 pezzi che non ci sono non si 
rompono e, si sa. l’affidabilita del supporto 
di massa influisce pesantemente sulTaffi- 
dabihtà dell’intero sistema. 

L’uiilizzatore finale non potrà certamente 
essere una persona che sviluppa software. 
rUnisiation si rivolge a personale meno 
specializzato che magari usa il PC solo per 
editare testi e per il quale utilizzare un co- 
modo sistema a finestre per accedere agli 
applicativi può essere di grande aiuto. 

L’uso della Unistation permette di risol- 
vere anche un particolare aspetto, priorita- 
rio in particolari ambienti di lavoro, quale 
un accesso controllato alla rete e quindi un 
elevato grado di sicurezza intrinseca. Nes- 
suno potrà copiare software o dati presenti 
sul server, né, tantomeno, aggiungere so- 
ftware in modo non controllato. Capirete 
benissimo che. con tutti i virus che girano 
di questi tempi, il poter limitare «fisicamen- 
te» gli utenti non é vantaggio da poco. 

< La scheda Elhernal ó /ornila di conneltore coas- 
siale e DBIS 

Nel oannello posteriore si noia ira l'alno la minu- 
scola veniol» di mffreddamenK 



Bene, abbiamo un PC senza dischi, lo at- 
tacchiamo m rete, e poi? Come facciamo il 
bootstrap? Che sedati, è una fortuna che i 
progettisti ci abbiano pensato fornendo 
due diverse possibilità. Possiamo effettua- 
re il boot per mezzo di ROM interna con- 
tenente l’MS-DOS 0 in maniera remota 
usando la rete. Nella ROM è eventualmen- 
te possibile installare dei programmi base 
necessan per l'apertura di un canale di co- 
municazione 0 per qualsiasi altra necessità 
dell’operatore. Il boot remoto consente al- 
l'amministratore di rete di poter variare con 
estrema facilità il tipo di accesso nonché i 
file di configurazione per tutti gli utenti. 

Le Unistation possono opzionalmente 
essere comunque dotate di un floppy disk 
da 3,5" o di un hard disk da 40 MB. in 
questo caso però vengono a cadere molti 
dei vantaggi suddetti, it loro utilizzo deve 
essere quindi attentamente valutato Ciò 
vale in particolare per il floppy disk il cui 
uso è consigliato solo m virtù di una reale 
necessità in quanto il poter prelevare ed 
immettere file senza controllo può essere 
pericoloso. Costo a parte invece l’adozione 
dei disco rigido da 40 MB non ha altre con- 
troindicazioni e potrebbe essere utilizzato 
con soddisfazione come unità di back-up 
locale. 

Sul retro della macchina a nostra dispo- 
sizione troviamo due interfacce seriali ed 
una parallela che ci consentono di connet- 
tersi localmente a stampanti, modem, 
mouse e quani’attro sia fornito delle inter- 
facce suddette. La connessione con la rete 
è affidata ad una scheda Ethernet dotata 
sia di un bocchettone BNC, che va usato 
con un cavo coassiale sottile, e di un con- 
nettore DB) 5 per cavo drop collegabile ad 
un transceiver esterno. 

Le schede di rete a catalogo sono mol- 
teplici e permettono la connettività presso- 
ché totale, tra l'altro e possibile utilizzare 
applicazioni DOS, OS/2 e Windows in am- 
biente Novell NetWare, Microsoft LAN Ma- 
nager e Unidata Network-OS (scheda 
NE1000 compatibile) ed ancora in ambienti 
Unix, TCP/IP e NFS, ed anche Lantastic 
(scheda WD 800E compatibile). 

Decisamente la Unistation è un prodotto 
interessante ben mgegnenzzato e che mo- 
stra, piu che lo stesso Uniserver, le reali in- 
tenzioni Umdata di proporsi come fornitore 
di servizi globali per reti locali. Oltre all’U- 
niserver e ail’Unistaiion troviamo in catalogo 
schede Ethernet e Token Ring con bus XT, 
AT 0 MCA, bridge e irasceiver, La Unidatà 
mette a disposizione anche un sen/izio ca- 
pillare al cliente towiamentel, sia per l'as- 
sistenza che per l’installazione hardware e 
software. LC. 


GByte su disco, viene poco meno di 
trentuno milioni: cifra apparentemente 
alta in termini assoluti ma ridicolmente 
contenuta se paragonata al costo di 
molti mini e supermini anche piuttosto 
recenti ma caratterizzati da capacita lar- 
gamente inferiori. 


In definitiva il giudizio su questa mac- 
china non può che essere positivo. Si 
tratta di un prodotto pensato per un im- 
piego pesante e realizzato con cura ed 
attenzione. Le sue prestazioni e la co- 
struzione robusta sono ottimi segnati 
che ne fanno prevedere un buon com- 


portamento sul campo anche in situa- 
zioni stressanti. Ovviamente l’applica- 
zione ideale, lo ripetiamo ancora una 
volta, e quella in ambienti distribuiti ma 
anche nell’uso monoutente come su- 
perstazione CAD questa macchina può 
trovare una eccellente riuscita. ,-i 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


137 



PROVA 



Polaroid 

Presentation Copiar 

di Massimo Truscelh 


M a adesso MC pubblica gli artico- 
li anche sulle fotocopiatoci?... 
Errore! 

Conveniamo con voi che fermandoci 
alla visione superficiale della foto di 
apertura di questo articolo l'idea che si 
può trarre deH'oggetto presentato é 
quello di una fotocopiatrice: m effetti il 
Polaroid Presentation Copiar è un og- 
getto che solo marginalmente interessa 
il settore informatico prophamente det- 
to, ma è sicuramente uno di quei pro- 
dotti. ai quali la Polaroid ci sta abituan- 
do. che merita l'attenzione di chi si 
occupa di office automation. 

Si tratta di uno strumento per la ripro- 
duzione fotografica su pellicola 35 mm 
0 supporto Polaroid di documenti fino al 


formato A4 ed in genere di oggetti di 
spessore non elevato, il suo campo di 
applicazione é molto vasto ed in alcuni 
ambiti rappresenta veramente uno stru- 
mento insostituibile, ma vediamone 
meglio le caratteristiche. 

Descrizione 

Il nome in codice del prodotto in 
esame è IPC-2 e, sinceramente, una 
volta giunto in redazione, siamo rimasti 
un po' perplessi per le sue dimensioni. 

Si tratta di un oggetto che come 
abbiamo già detto non ha esattamente 
delle valenze strettamente informatiche, 
ma che se impiegato nella maniera più 
accorta può essere molto utile anche in 


ambiti attinenti alla desktop presenta- 
tion, al desktop publishing, al trattamento 
delle immagini ed alla produzione tipogra- 
fica tradizionale, e se vogliamo, può 
essere utilizzato anche per la catalogazio- 
ne di piccoli oggetti. Il Presentation Co- 
piar SI presenta come una grossa "scato- 
la» contraddistinta da un’appendice late- 
rale a sbalzo; sul frontale un pannellino 
operativo assimilabile a quello di una 
fotocopiatnce offre indicazioni, regolazio- 
ni e tasti operativi che permettono di 
adattare la risoluzione e le caratteristiche 
fotografiche al formato del documento, 
dell'oggetto o dell'Immagine che si inten- 
de riprodurre, sia essa un testo, un'illu- 
strazione. la pagina di un depliant, di un 
catalogo o di una rivista. 


138 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


PROVA 

POLAROID PRESENTATION COPIER 


Il pannello di controllo è essenzial- 
mente composto di un indicatore della 
dimensione dell'immagine da acquisire 
a scelta, come vedremo più avanti, tra 
due formati; di un selettore del dorso 
fotografico (35 mm oppure 8,3 x 10,8 
cm Polaroid); di un selettore di pellico- 
la; di un comando slider per la regola- 
zione delta luminosità e contrasto, sud- 
diviso in due scale distinte attivate o 
meno in funzione della selezione della 
pellicola; di un display alfanumerico a 
due cifre in grado di indicare il numero 
di scatti utili per il formato 35 mm ed 
eventuali codici di errore; il pulsante di 
copia ed un indicatore di attesa che 
lampeggia quando il Presentation Co- 
piar svolge funzioni che non permetto- 
no la «manovrabititàii da parte dell’ope- 
ratore. 

Di fianco al pannellino operativo può 
trovar posto, in una scanalatura a tal 
fine predisposta, uno dei mini-manuali, 
in inglese, francese o tedesco, che ri- 
porta le istruzioni basilari per il corretto 
funzionamento del dispositivo. 

La parte superiore è occupata dal 
piano di acquisizione, costituito, analo- 
gamente ad una tradizionale fotocopia- 
trice. da una spessa lastra di vetro tra- 
sparente sormontata da un coperchio 
plastico asportabile: una soluzione che 
permette la riproduzione da libri volumi- 
nosi e la riproduzione di oggetti con un 
certo spessore. 

Sempre sul piano superiore, in prossi- 
mità del vetro, è presente una barretta 
metallica che seleziona due diversi fat- 
ton di ingrandimento: uno adatto al for- 
mato A4, l'altro indicato per il formato 
americano 5X7 pollici. Il Presentation 
Copier viene fornito completo di un 
foglio di acetato recante le mascherine 
corrispondenti ai due formati utilizzabili 
in modo da permettere l'esatto posizio- 
namento deiroriginale. 


Paisraid Presentation Copier 


Produttore e Distributore: 

Polaroid Italia Spa, Via Piave 1 1. 

21051 Arciaate tVA). Tei: 0332/470031. 

Prezzo UVA esclusali 

Polaroid Presentation Copier L. 4.700.000 


Ancora nella parte superiore del Pre- 
sentation Copier sono presenti due di- 
versi dorsi fotografici per l'impiego di 
normali pellicole fotografiche 35 mm o 
delle celebri pellicole a sviluppo e stam- 
pa immediata che si avvalgono del pro- 
cesso Polaroid- 

li dorso 35 mm è quasi compieta- 
mente automatizzato; l'aggancio ed il 
posizionamento della pellicola sono se- 
miautomatici ed avvengono automatica- 
mente non appena si chiude il dorso; 
l'avanzamento dopo ogni scatto è auto- 
matico, cosi come è automatico il riav- 
volgimento a fine pellicola. Il dorso Pola- 
roid è invece di tipo manuale: non si 
avvale di alcun automatismo e sincera- 
mente avremmo preferito poter contare 
su funzionalità più avanzate. 

Il Presentation Copier è infine fornito 
con una sviluppatrice automatica moto- 
rizzata per le pellicole Polaroid 35 mm a 
sviluppo immediato per la produzione di 
slide a colori o bianco/nero e di una 
taglierina per il montaggio delle slide nei 
consueti telaietti plastici. 

Hardware 

La «ferraglia» che costituisce il Pre- 
sentation Copier è di natura prevalente- 
mente ottica, anche se bisogna ammet- 
tere che l'elettronica gioca un ruolo 



piuttosto importante. Accedere all'inter- 
no non è cosa semplice poiché la scoc- 
ca plastica è suddivisa in più parti e 
ricopre uno chassis metallico stipato di 
numerosi elementi elettro-meccanico- 
ottici: l'interno del Presentation Copier 
ospita infatti due diverse torrette ognu- 
na con un gruppo ottico di due distinti 
obiettivi per ogni dorso; una serie di 
specchi, alcuni dei quali motorizzati, che 
si muovono in funzione del dorso sele- 
zionato. le schede con l'elettronica di 
controllo delle funzioni automatiche del 
dorso 35 mm, del controllo delle torret- 
te con i gruppi ottici, del controllo delle 
funzioni relative alla sensibilità delle pel- 
licole selezionate; infine del controllo 
delle due lampade ad alta potenza, in 
pratica due lampade flash, che con il 
numero, la durata e la potenza dei loro 
lampi determinano la corretta esposizio- 
ne della pellicola fotografica. 

Bisogna ammettere che la realizzazio- 
ne è molto accurata e si avvale di 
numerosi motorini elettrici che sovrin- 
tendono praticamente a tutte le funzioni 
meccaniche dell'apparecchiatura, com- 
presa la rotazione delle torrette corri- 





PROVA 

POLAROID PRESENTATION COPIER 



spondenti ai due dorsi ed il posiziona- 
mento dell’obiettivo più adatto al forma- 
to selezionato. 

Molta cura è stata riservata alla sezio- 
ne di pilotaggio e potenza delle due 
lampade ad alta potenza, ognuna dotata 
di un proprio alimentatore e conseguen- 
temente di una propria sezione dedica- 
ta: alla sezione di controllo de! pannelli- 
no operativo e della gestione del dorso 
fotografico 35 mm. 

Uso 

Il Presentation Copier può essere uti- 
lizzato con un numero molto elevato di 
tipi di pellicola. Il pannello frontale per- 
mette la selezione delle pellicole Polaro- 
id T669 e T691, rispettivamente per 
foto su carta e pellicole trasparenti a 
colon nel classico formato 8.3 x 10.8 
cm; PolaSlue, per diapositive 35 mm 
immediate bianco su blu ad alto contra- 
sto; PolaChrome, per diapositive imme- 


diate 35mm a colon; PolaPan, per dia- 
positive 35 mm immediate in bianco e 
nero; PolaGraph, come la precedente, 
ma per diapositive ad alto contrasto; 
infine, le pellicole Polaroid Presentation 
Chrome per la produzione di diapositive 
a colon con i tradizionali processi foto- 
grafici (E-6). 

Quesl’ultima selezione permette logi- 
camente l'impiego di pellicole di altre 
marche purché con una sensibilità di 
100 ASA e quindi non necessariamente 
per la produzione di slide, ma anche di 
negativi tradizionali a colon e b/n per la 
successiva realizzazione di stampe di 
qualsiasi dimensione con i tradizionali 
processi fotografici 

La qualità delle diapositive 35 mm è 
veramente molto buona (potrete con- 
statarla dagli esempi pubblicati! e, con- 
siderando che l'operatività deH’ulente è 
realmente minima, si può tranquilla- 
mente affermare che la facilità d'uso 
con le pellicole 35 mm è paragonabile 



effettivamente a quella di una fotoco- 
piatrice. 

Diverso e il discorso con le pellicole 
Polaroid utilizzabili con il dorso dedicato, 
in pratica le T-669 per stampe a colon e 
le T-691 per la produzione di trasparenti 
a colon adatti alta proiezione da lavagna 
luminosa. 

La qualità di questo tipo di pellicole è 
sicuramente inferiore, ma il vantaggio di 
poter disporre immediatamente delia 
copia dell'Immagine originale e senza 
dubbio innegabile 

Nelle prove condotte m redazione ab- 
biamo avuto modo di notare che pur- 
troppo l'impiego di queste pellicole e 
piuttosto macchinoso, forse anche a 
causa della nostra inesperienza 

Il processo di sviluppo immediato sul 
quale si basano queste due pellicole 
sfrutta un particolare tipo di supporto 
costituito da due fogli uniti a sandwich, 
uno rappresenta la superficie sensibile 
alla luce, l'altro è il supporto cartaceo o 
lucido sul quale l’immagine viene fissa- 
ta; perché ciò possa avvenire é neces- 
sano attivare un reagente chimico con- 
tenuto in una membrana disposta all’in- 
terno del medesimo sandwich- l’attiva- 
zione del processo avviene con la rottu- 
ra della membrana al passaggio del fo- 
glio di pellicola tra due rulli cilindrici 
metallici che provvedono contempora 
neamente a distribuire il reagente chi- 
mico uniformemente mentre si estrae 
la pellicola Polaroid dal dorso conse- 
guentemente alla sua esposizione Se 
l'estrazione avviene con un movimento 
irregolare e se i rulli sono sporchi (in 
proposito la Polaroid raccomanda prati- 
camente in quasi tutte le pagine del 

MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



PROVA 

POLAROID PRESENTATION COPIER 


manuale la pulitura periodica di tali rulli) 
il reagente può non distribuirsi unifor- 
memente sulla superficie sensibile 
creando in qualche caso delle zone 
d'ombra o di mancato sviluppo dell'im- 
magine. 

Avremmo preferito, visto che esisto- 
no e visto che il costo non avrebbe 
probabilmente influito in maniera deter- 
minante, l’adozione di un più moderno 
dorso fotografico Polaroid motorizzato 
del tipo adottato su altri prodotti della 
stessa Polaroid come ad esempio il 
Freeze Frame. 

Esposte le dovute considerazioni ri- 
guardanti questo aspetto del Presenta- 
tion Copier bisogna anche ammettere 
che il suo uso è veramente semplice e 
soprattutto che il suo utilizzo è realmen- 
te insostituibile in alcuni casi. 

Abbiamo provato a «fotografare» ol- 
tre che immagini da supporti piani, an- 
che oggetti di vana foggia e di dimen- 
sioni più 0 meno piccole con risultati 
sorprendenti. 

Il Presentation Copier può essere uti- 
lizzato oltre che per la produzione di 
slide adatte a presentazioni, magari uti- 
lizzando come originali delle semplici 
stampe eseguite da una stampante la- 



te lorreiie girevoli che ostmeno le oiiiche 
lo specchio di deviazione dell'immagine 


ser 0 grafici prodotti da un tradizionale 
plotter, anche per settori di applicazione 
piu ampi 

Ad esempio, se è necessario catalo- 


Gli accessori 


Un discorso a parte mentano la sviluppa- 
trice automatica per pellicole 35 mm, deno- 
minata 35mm PowerProcessor, e la taglie- 
rina par il montaggio dei lelaietti per diapo- 
sitiva fornita in dotazione con il Presenta- 
tion Copier 

La prima è stala espressamente concepi- 
ta per il trattamento delle pellicole Polaroid 
35 mm del tipo a sviluppo immediato 
Al suo interno devono essere posizionati 
il rullo da sviluppare e la corrispondente 
scatola dei reagenti chimici che e consiglia- 


bile conservare m frigorifero e lasciar «am- 
bientare» almeno mezz'ora prima deH'uiiliz- 
zo La sviluppatrice e di uso abbastanza 
semplice e per la sua conformazione è 
piuttosto difficile sbagliare le operazioni di 
sviluppo 

Una sene di regolator e di spie luminose 
permettono di adattare i tempi di sviluppo 
alle caratteristiche della pellicola II procedi- 
mento avviene in maniera automatica ed il 
suo avvenuto completamento vierre segna- 
lato dall'emissione di un segnale acustico e 
dal lampeggiamento di una spia luminosa 
Il tempo massimo di sviluppo é di circa 
quattro minuti, ma dipende esclusivamente 
dal tipo di pellicola impiegato 
I risultati migliori si ottengono ad una 
temperatura di 21 gradi Celsius, ma e 
possibile adattare i tempi di sviluppo alle 
temperature allungando eventualmente i 
tempi se la temperatura é più bassa di tale 
valore 

La taglierina dispone di un piano lummo- 
alimentabile da quattro pile a secco 
oppure mediante un alimentatore 
esiemo- 

Una lente permette di posi- 
zionare in modo esalto la 
diapositiva da montare nel te- 
laietto in modo che l'immagine sia 
allineata ad esso ed una taglierina 
scorrevole consente di tagliare con pre- 
cisione il fotogramma una volta montalo 




I ai due dorsi lolograhci, nel caso del 35 mm si noli 


gare piccoli oggetti appartenenti ad un 
medesimo gruppo di una collezione, 
con il Presentation Copier l'operazione 
può essere molto agevole, cosi come 
può risultare indispensabile per riprodur- 
re immagini da oggetti piani per un loro 
eventuale inserimento in processi tipo- 
grafici tradizionali. Un campo di applica- 
zioni vastissimo che trova la soia limita- 
zione della fantasia dell'utente. 


Conclusioni 

In queste note conclusive è bene 
considerare che il Presentation Copier è 
un prodotto che esula in un certo modo 
dal campo di interesse principale di 
MCmicrocompuler e che di conseguen- 
za I giudizi espressi possono logicamen- 
te essere non del tutto esatti, ma ci 
sembra che il Polaroid Presentation Co- 
piar sia un oggetto che non può trovare 
riscontro in un pubblico di appassionati 
e/o di hobbysti, ma pnncipalmente pres- 
so un'utenza evoluta e professionale; 
per tale ragione il suo costo ci sembra 
ben rapportato alia qualità della realizza- 
zione. seppur con qualche riserva sul 
dorso Polaroid adottato, e soprattutto 
alle prestazioni in grado di offrire. 

La sua collocazione ideale ci sembra 
all'interno di studi di riproduzione, m 
ambienti editoriali e fotografici, nell'am- 
bito dei supporti audiovisivi di piccole e 
grandi aziende oltre che per applicazioni 
legate alla produzione di presentazioni 
audiovisive. In definitiva un altro prodot- 
to che mantiene i dovuti riferimenti con 
il mondo professionale verso i) quale la 
Polaroid ha sempre riservato la giusta 
attenzione. 


MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991 


141 



PROVA 



Texas Instruments 
microLaser 


di Massimo Truscelli 


T erminata la fase di espansione del 
mercato delle stampanti ad impat- 
to con tecnologia della testa di 
stampa a 24 aghi, sembra che il futuro 
prossimo venturo debba vedere l'asce- 
sa di quel segmento rappresentato dalle 
stampanti laser. 

Di costo elevato o meno: ad alta o 
bassa velocità: con o senza PostScript; 
con interfaccia parallela Centronics, se- 
riale RS232 o bus AppleTalk; con più o 
meno emulazioni; con dotazioni più o 
meno ricche di foni e/o di memoria; a 
tecnologia laser tradizionale o a matrice 
di led: le stampanti laser sembrano es- 
sere le protagoniste degli anni Novanta. 
Nel variegato mondo informatico non 


c'è nome, più o meno tradizionalmente 
legato al settore delta stampa, che non 
abbia intensificato la ricerca e lo svilup- 
po nel settore delle stampanti laser ar- 
rivando a proporre negli ultimi tempi 
una vera messe di nuovi modelli con 
prestazioni sempre più avanzate e con 
prezzi sempre più invoglianti all'acqui- 
sto. 

Questo mese parleremo di un prodot- 
to che, contraddistinto da un marchio 
come quello della Texas Instruments, 
non legato principalmente al settore dei 
dispositivi di stampa, ma comunque un 
marchio «storico» per l'informatica, 
sembra offrire prestazioni avanzate ad 
un prezzo molto conveniente e, partico- 


lare non trascurabile in vista di un even- 
tuale mutare delle esigenze dell'utente, 
una elevata espandibilità. 

Descrizione 

La stampante laser Texas Instrumen- 
ts microLaser è disponibile in numerose 
configurazioni, ma tutte caratterizzate 
dalle ridotte dimensioni della base che è 
di soli 34 X 36 cm; dimensioni che ne 
confermano l'originaria destinazione ad 
uso di stampante personale. 

Le ridotte dimensioni dell'impronta di 
base permettono il posizionamento del- 
la microLaser al posto della tradizionale 
stampante ad aghi e sebbene lo svilup- 


142 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


PROVA 

TI MICROLASER 


po in altezza non sia particolarmente 
contenuto (27 cm), bisogna ammettere 
che alla fine lo spazio occupato è lo 
stesso di una stampante tradizionale 
munita del suo supporto, nella parte 
sottostante, per il deposito del modulo 
continuo. 

Il peso è di una quindicina di chilo- 
grammi e la forma pressoché cubica ne 
consente una facile integrazione in qua- 
lunque ambiente. 

Nei contenitore spicca il pannello 
operativo, posto sul frontale, piuttosto 
ricco poiché comprende ben 12 tasti a 
membrana dissimulati sotto le corri- 
spondenti serigrafie. 4 indicatori lumino- 
si costituiti da altrettanti led ed un di- 
splay LCD da 16 caratteri. 

I 12 tasti abilitano altrettante funzioni 
corrispondenti: alla stampa di un vero e 
proprio manuale di riferimento (help); al- 
ta scelta dei parametri riguardanti il font 
(font); alla stampa dei dati presenti net 
buffer con la conseguente espulsione 
del foglio (form feed); alla selezione o 
meno della stampante per il trattamen- 
to dei dati (offline/online); alia configu- 
razione della stampante secondo le pro- 
prie esigenze (printer setup): alla sele- 
zione del cassetto di alimentazione o 
dell'alimentazione manuale (tray): all'o- 
rientamento della stampa (portrait/land- 
scape): alla inizializzazione della stam- 
pante come se appena accesa (reset). 
Poiché la microLaser «comunica» con 
l'operatore mediante un display LCD su! 
quale sono di volta in volta visualizzate 
le possibili scelte, i rimanenti quattro ta- 
sti permettono di selezionare le varie 
opzioni muovendosi tra te varie scelte 
con le modalità up, select, previous e 
next. Le quattro indicazioni luminose 
sono invece riferite alla selezione della 
stampante (oniine). al trattamento dei 
dati presenti nel buffer, al funzionamen- 
to con introduzione manuale dei fogli ed 
infine, alla verificata condizione di erro- 
re . 

Sempre sul frontale, sotto il pannello 
operativo, una fessura permette la rein- 
troduzione del foglio per una eventuale 
stampa fronte/retro o per l’introduzione 
manuale di un foglio singolo con con- 
seguente esclusione del cassetto di ali- 
mentazione inferiore. 

Sul retro è presente uno sportello che 
una volta aperto permette di raccogliere 
i fogli stampati in ordine decrescente e 
con la parte stampata rivolta verso l'os- 
sen/atore invece che rivolta verso il bas- 
so e con ordine crescente cosi come 
accade nel vano di raccolta ricavato pro- 


re» 


struments microLaser 


Produnore e distributore: 

Texas Instrumenis Italia Spa. Centro Direzio- 
nale Colleoni Pai. Perseo, Via Paracelso 12, 
200Ì1 Agrate Brianza tm. Tel.: 033/S3221. 
Prezzi UVA escluse): 

stampatile microLaser base L. 2.BS0.000 

stampante microLaser 

17fontPS L4.290.000 

stampante microLaser 

35 font PS L. 4.690.000 

vaschetta supplementare 


alimentatore buste posteli L. 500.000 
interfaccia RS232/422 ApplaTalk L. 280.000 
scheda espansione 

1 Mbyte RAM L. 800.000 


prio nel pannello superiore della micro- 
Laser. Ancora sul retro, nella parte più 
bassa, è dislocata la scheda elettronica 
che ospita l'interfaccia parallela Centro- 


nics, gli slot per le eventuali espansioni 
di memoria e per l'introduzione delle 
cartucce di font opzionali. 

Tale scheda è facilmente estraibile 
con un sistema a slitta per consentire 
l’implementazione di ulteriori funziona- 
lità come l'adozione di interfacce dedi- 
cate (seriale RS232/422, AppleTalk), l'e- 
spansione della memoria fino ad un 
massimo di 4.5 Mbyte. Timplementazio- 
ne del PostScript nelle due versioni di- 
sponibili (17 o 35 font). 

In configurazione base la microLaser 
offre l'emulazione HP LaserJet II; 512 
Kbyte di memoria: l'interfaccia parallela 
Centronics: una dotazione di font resi- 
denti comprendente Courier, Courier 
Bold, Courier Italie (nei corpi 10 e 12 


La microLaser in 
configurazione 
completa di secondo 
cassetto di 
alimentazione e di 
cassetto di 
alimentazione per 
buste da lettera. 


li pannello di controllo 
che permette la 

programmazione di 
tutte le funzioni e 
fornisce indicazioni, 
tramite il display LCD. 
in pingue lingue. 




MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


143 


TI MICROLASER 



So'ils parala tìi aserrìpi in grandezza reale la leswia di MC da Adotv lilusrraior 83 MacmlPsh 
Jessica Habbn su PaintOrush Windows 3. un grafico generato da BodaiKt Quanto Pro m emulasione 
HP LaserJet n Bagle I6 da PC-Pamlorush della Z-Soll Tre esempi di stampa corrispondenti all uso 
del PostScript ed ai caratteri Counar e linePnnter Questi ultimi m emulasiong HP LaserJet 
nella colonna a destra 1 35 fonr standard del PaslScnol stampati m congiun/ione al Maciniosl^ 



. Meridione 
Settenlrione 
Adriatico 
Tirreno 



Terminata la fase di 
con tecnologia della 
prossimo venturo debt 
rappresentato dalle s 
Di costo elevato o me 
PostScript; con intez 
AppleTalk; con piu' o 


Terminata la fase di espans 
della testa di stampa a 24 a; 

segnunto rappresentato dalle stam; 
Di costo elevato o meno: a 
interfaccia parallela Centi 
emulazioni; con dotazioni / 
laser tradizionale o a matrice 
anni novanta. 


Terminata la fase di espansione del 
a 24 aghi, sembra che il futuro prc 
stampanti laser. 

Di costo eierato o meno; ad atta o 
Centronics, seriale RS232 o bus Ap( 
font e/o di memoria; a tecnologia i 
le protagoniste degli anni novanti 
Nel variegato mondo informatico noi 
che non abbia Intensificato la ria 
negli ultimi tempi una vera messe t 


The quick brown fox jump 
The quick brown fox/ump 
The quick brown fox jump 
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The quick brown fox ju 
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The quick brown fox Jump 
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The quick brown fox 
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®Qi 


144 


MCnvcrc FI 106 -aprile 1991 


PROVA 

TI MICROLASER 



punti), Lineprinter (8.5 punti/pitch 
16,66), lutti utilizzabili con orientamento 
landscape e portraii; un caricatore di 
carta da 250 fogli in formato A4. In 
opzione e possibile dotare la microLaser 
di un secondo caricatore da 250 fogli m 
grado di aumentare complessivamente 
la capacita deiralimentatore a 500 fogli 
m formato A4, sempre in opzione e di- 
sponibile anche un alimentatore auto- 
matico di buste per lettera, un acces- 
sorio unico nel suo genere che permet- 
te in tal modo di poter rinunciare alla fi- 
nestratura sulle buste grazie alla possi- 
bilità di stampa diretta dell'indirizzo sulla 
busta. 

Il procedimento di stampa della mi- 
croLaser, analogamente a quello di tut- 
te le stampanti laser, è assimilabile a 
quello impiegato m una qualsiasi foto- 
copiatrice, l'unica differenza consiste 
nella diversa sorgente dell’immagine da 
stampare, che nel caso della microLa- 
ser e rappresentata dai dati inviati da 
una CPU costituita dal nostro computer. 

Interno 

Poiché l'immagine da stampare avvie- 
ne con il trasferimento sulla carta di mi- 
croscopiche particelle colorate, la polve- 
re denominata toner, la stampante è do- 
tata di un tamburo contraddistinto dalla 
sigla OPC (Organic Photo Conductor) la 
superficie del quale viene caricata elet- 
tricamente prima di essere scandita dal- 
la luce generata da un diodo laser che 
ricompone in tal modo sul tamburo l'im- 
magine da stampare. 

Questo procedimento provvede ad 
eliminare la carica elettrica dalle zone 
colpite dalla luce provocando l'attrazio- 


ne ed il successivo deposito in queste 
zone delle microparticelle del toner che 
a sua volta, sottoposto ad un ulteriore 
passaggio a contatto con il foglio di car- 
ta. si deposita su quest'ultimo prima di 
esservi fissato con un ulteriore passag- 
gio in una zona bella stampante dove il 
foglio viene riscaldato, nel caso della 
microLaser fino a 185 gradi centigradi, 
affinchè le particelle del toner si depo- 
sitino in maniera uniforme, e poi sotto- 
posto ad una elevata pressione per il 
raggiungimento del fissaggio finale del 
toner stesso. 

La parte elettromeccanica che si oc- 
cupa di svolgere tutto il procedimento è 
quella che viene comunemente chiama- 
ta “motore» 0 «engine» laser. 

Nel caso della microLaser ci pare evi- 
dente la sua origine nipponica. 

L'accesso alle parti che richiedono 
manutenzione è privo di qualsiasi tipo di 
complicazione poiché basta sollevare 
tutta la parte superiore della stampante 
per avere libero accesso alla cartuccia 
del toner e del developer per la loro so- 
stituzione ed al filamento (denominato 
corona) che determina il trasferimento 
uniforme del toner sulla carta. 

Altrettanto semplice è l’accesso al 
tamburo OPC, anch'esso facilmente so- 
stituibile dall’utente. 

La sezione elettronica può facilmente 
essere estratta svitando due grosse viti 
presenti sul pannello posteriore in cor- 
rispondenza dei connettori d'interfaccia, 
il risultato è l'estrazione di tutta la sche- 
da in grado di ospitare eventuali espan- 
sioni di memoria, l'implementazione del 
PostScript e la dotazione di interfacce 
opzionali RS232 e AppleTalk La mede- 
sima scheda è anche dotata di due slot 


laterali che corrispondono a due fessure 
presenti sul fianco della stampante e 
che permettono l'introduzione di cartuc- 
ce di font opzionali. 

Uso 

Le stampanti laser sono software-di- 
pendenti. nel senso che è indispensa- 
bile, se SI vogliono sfruttarne al massi- 
mo le possibilità, che il software che le 
gestisce sia dotato di driver corretti 

Grazie all'emulazione HP LaserJet II, 
in ambiente MS-DOS la microLaser tro- 
va un ambiente quanto mai consono al- 
le sue possibilità anche m configurazio- 
ne base Qualunque applicazione dotata 
di driver software corrispondenti all’e- 
mulazione delle stampanti laser Hewlett 
Packard e in grado di gestire la micro- 
Laser al massimo delle possibilità. 

Le prove sono state condotte su piat- 
taforma MS-DOS con software di vario 
genere come fogli elettronici (Borland 
Quattro), pacchetti di elaborazione testo 
(Microsoft Word), applicazioni ed am- 
bienti grafici (PC-Paintbrush della Z-Soft 
e Microsoft Windows), ottenendo sem- 
pre risultati molto convincenti. 

Per CIÒ che riguarda il mondo MS- 
DOS le prove sono state eseguite sfrut- 
tando sia l'emulazione HP che sfruttan- 
do il PostScript implementato sul mo- 
dello in visione. Vale la pena ricordare 
che per poter sfruttare al massimo le 
funzioni tipiche del PostScript, quest'ul- 
timo deve essere implementato in ver- 
sione autorizzata dalla Adobe sul soft- 
ware che piloterà la stampante, altri- 
menti I risultati possono risultare anche 
molto scadenti, 

Poiché la microLaser in visione era 


MCmicrocomoutar n 1(D6 - aprile 1991 


145 


PROVA 

TI MICROLASER 



lotorutloa ^ 



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K.s-SiS.. 


s=i:TSìrrss: 




ed AppleTalk, logicamente non abbiamo 
rinunciato al suo uso in unione anche al- 
la piattaforma Apple Macintosh. 

Con l’tmplementazione del PostScript 
e dei suoi 35 font, la microLaser può 
tranquillamente essere paragonata, 
tranne che per la velocità di stampa, alla 
LaserWriter II NTX delta Apple. 

La dotazione di font PostScript com- 
prende: Times (Roman, Boid, Italie, 
Bold Italie), Helvetica (plam text. Bold, 
Oblique, Bold Oblique). Palatino (Ro- 
man. Bold. Italie, Bold Italie), iTC Boo- 
kman Demi e Light (plain text ed Italie), 
Courier (plain text, Bold, Oblique, Bold 
Oblique). Helvetica Narrow (negli stessi 
stili del precedente Helvetica), ITC 
Avant Carde (Book. Book Oblique, De- 
mi e Demi Oblique), New Century 
Schoolbook (plain text, Bold, Italie, Bold 
Italie), ITC Zapf Chancery Medium Italie, 
ITC Zapf Dingbats ed il Symbol set. 

La compatibilita con Apple Quick 
Draw è totale e tutte le applicazioni in 
grado dì funzionare con una stampante 
laser Apple sono state in grado di fun- 
zionare allo stesso modo con la Texas 
Instruments microLaser. 

L’installazione non necessita di alcu- 
na precauzione poiché basta sedare la 
modalità di funzionamento della stam- 
pante, mediante il suo pratico pannelli- 


no, con uso dell'interfaccia AppleTalk e 
impiego del PostScript. DaH'applicazio- 
ne software corrente su Macintosh, se- 
lezionando dal menu mela l'opzione di 
Scelta Risorse, il funzionamento e as- 
solutamente trasparente poiché basta 
selezionare una stampante laser con- 
nessa ad AppleTalk per vedere compa- 
nre nella finestra il nome assegnato alla 
nostra, che, elogio aH’originalità, si chia- 
ma proprio microLaser. 

Grazie alle doti della piattaforma Ma- 
cintosh, la microLaser può essere usata 
tranquillamente anche come stampante 
di rete in modalità spool, noi lo abbiamo 
fatto sotto TOPS senza rilevare incon- 
venienti con software come Quark 
XPress, PageMaker, Microsoft Word, 
Adobe lllustrator 88 

L'uso è in definitiva molto amichevo- 
le, soprattutto grazie al pratico pannello 
di controllo in grado di uparlare» a scel- 
ta ben cinque lingue: inglese, francese, 
italiano, tedesco e spagnolo. Inoltre, la 
microLaser dispone dell’utilissima pos- 
sibilità di sedare ben 4 differenti confi- 
gurazioni personali facilmente selezio- 
nabili sempre grazie al solito pannello. 

Le quattro configurazioni controllano 
il tipo di emulazione, l’interfaccia, il cas- 
setto di alimentazione, l'orientamento 
tìeirimmagine sulla carta, il numero di 
linee per pagina, il carattere di default. 



8 dubbio positive. Le 
mini», le prestazioni 
, ampiamente 
3 vogliamo di più? 
r è una stampante m 
•escare secondo le esigenze 
ente, ma che rappresenta vera- 
mente un affare per il suo prezzo se 
comprata in configurazione base. Una 
configurazione base che comunque of- 
fre di per sé già molte caratteristiche in- 
teressanti ed una dotazione tutt'altro 
che trascurabile. 

Due milioni e seicentonovantamila li- 
re per la configurazione base non sono 
certo una grossa cifra per una qualità di 
stampa da far invidia al tipografo; se poi 
si considera la possibilità di far crescere 
la stampante secondo il mutare delle 
esigenze potendo contare sempre sulla 
stessa qualità e convenienza che distin- 
gue la microLaser anche da sola, non sì 
possono avere più dubbi. 

La microLaser Texas Instruments po- 
trebbe benissimo essere considerata 
come il prodotto da scegliere da parte 
di chi acquista la «prima laser», senza 
per questo rinunciare alle prestazioni 
superiori per molti versi inevitabili dopo 
un primo periodo di «assuefazione» alla 
configurazione base. 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



E' il perfetto personal computer da utilizzare 
come workstation nelle applicazioni grafiche 
e dì database ad elevato volume di ricerche. 
Costrutto su un processor 80386SX a 
16 MHz, memoria RAM di I MB, con 
possibilità di espansione fino a 6 MB 
sulla motherboard, dispone di 


sette slot AT, di un floppy disk da 1 .44 MB 
e di uno hard disk veloce, oltre a due porte 
senali ed una parallela. Viene fornito 

completo di monitor monocromatico 
VGA di 14", ditastiera. di MS-DOS 
4.0 1 e PCTooIs Deluxe, oltre al cavo 
di collegamento alla stampante. 


fg/LASER filili 


Personal Computer 


LASER COMPUTER ITALIA s.p.a.- Via Monte Nevoso. 1 -20131 MILANO -Tel. 02/70602841 - Fax 02/2666824 



Agenzia centro sud; Agenzia Triveneto; 

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The Norton 
Antìvìrus 

tfj Gabriele Romanzi 


P eter Nortorì è uno dei nomi più 
famosi nel campo dei prodotti 
software per l'ambiente MS- 
DOS. chi di noi non ha mai fatto ricorso 
ad una delle celebri Norton Utilities per 
trarsi d'impaccio da qualche problema 
con l'hard disk o con un floppy un po'... 
strapazzato in borsa’ 

Il nome di questo gemale imprendi- 
tore statunitense è da sempre stato le- 
gato ad una serie di prodotti che hanno 
avuta un enorme successo tra gli utiliz- 
zatori di personal computer grazie alla 
loro estrema facilità di utilizzo unita ad 
una grossa potenza operativa. 

Prodotti, quindi, utilizzabili da tutte le 
categorie di utenti (anche i meno sma- 


liziati) che permettono di accostarsi in 
maniera guidata aH'utilizzo delle risorse 
del proprio elaboratore per poterne trar- 
re il meglio in termini di prestazioni ed 
affidabilità (famosa, a questo riguardo, è 
la manualistica delle Norton Utilities, 
una vera guida di riferimento per le me- 
morie di massa in generale!. 

Per non parlare poi di prodotti quali il 
Norton Commander (forse il piu famoso 
Shell per MS-DOS) 0 il Norton Backup 
(per il salvataggio periodico del conte- 
nuto dell'hard disk): tutti prodotti, come 
SI vede, nati con l'impronta del ((facili- 
tare il lavoro con il PC». In questo filone 
SI inserisce il prodotto oggetto di questa 
prova, il Norton Antivirus, che si propo- 


ne come sistema software per la pre- 
venzione e l'eliminazione dei piu noti vi- 
rus esistenti in ambiente MS-DOS. 

Il problema dei virus ha ormai rag- 
giunto uno spessore tale da comportare 
delle considerazioni abbastanza sene in 
termini di possibili danni economia e va 
quindi tenuta nella giusta considerazio- 
ne sia dai gestori di sistemi di PC in rete 
locale sia dai singoli utilizzatori peri qua- 
li il computer è lo strumento di lavoro 
principale. 

Virus, vermi e Cavaili di Troia 

Vediamo brevemente come vengono 
catalogati i vari virus attualmente cono- 


148 


MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991 




PROVA 

THE NORTON ANTIVIRUS 


sciuti e qusli sono i loro «sintomin più 
comuni; per una trattazione più detta- 
gliata VI rimando al più esauriente arti- 
colo di Stefano Tona sul numero 1 00 di 
MC. 

Un virus altri non è che un software 
il quale, una volta inseritosi in un siste- 
ma (PC), opera sulle sue risorse in ma- 
niera sconosciuta all'utente, replicando- 
si, installando una propria copia in altri 
programmi eventualmente presenti, so- 
vrapponendo propri messaggi a quelli 
degli applicativi che vengono fatti girare 
sulla macchina o, nel peggiore dei casi, 
alterando alcune componenti del siste- 
ma (cancellazione di file, formattazione 
del disco rigido, ecc...). 

Da tutto questo si comprende il per- 
ché sia stato assodato il nome di «vi- 
rus» a questi programmi (che nel loro 
modo di operare ricordano proprio i mi- 
croorganismi presenti nel corpo umano] 
ed I motivi che li rendono particolarmen- 
te temuti dagli utenti di personal com- 
puter. La differenza tra virus, vermi 
(«woims») e Cavalli di Troia è nel modo 
in CUI essi agiscono per entrare nel si- 
stema informatico e quindi propagarsi; 
in sintesi possiamo dire che: 

— il virus è generalmente immerso in 
un programma che. in determinate cir- 
costanze (ad esempio quando viene 
mandato in esecuzione) si propaga ad 
altri programmi trovati nel sistema, at- 
taccando una propria copia all'eseguibi- 
le da «infettare», rendendolo cosi un 
«portatore» in grado di attaccare a sua 
volta il virus ad altri programmi (come 
vedete la terminologia usata nel campo 
dei virus informatici ha mutuato molti 
termini dal campo medico); 

— il verme è un programma concepito 
non tanto per diffondere il contagio ad 
altri programmi quanto per replicarsi un 
numero indefinito di volte, sia in RAM 
che su memoria di massa, in modo tale 
da provocare un progressivo intasamen- 
to delle risorse della macchina con con- 
seguente pesante rallentamento delle 
prestazioni, fino (a volte) a provocare il 
blocco totale del sistema; 

— un Cavallo di Troia, infine, opera 
con II principio del suo omonimo mito- 
logico: immerso in un programma 
«ospite», dal comportamento apparen- 
temente innocuo, viene attivato soltan- 
to in determinate circostanze (una par- 
ticolare data, una determinata operazio- 
ne richiesta al programma ospite) pr> 
vocando danni spesso gravi (come la 
formattazione del disco rigido). I Cavalli 
di Trota, in genere, non replicano se 
stessi in altri programmi. 

Da questa breve descrizione dei vari 
tipi di virus e delle conseguenze che es- 
si possono provocare qualora riescano 
ad installarsi in un PC, si può compren- 

MCmicrocomputer n. 1(36 - aprile 1991 


The Norton Aniivirus 


Produttore: 

Symaniec. 

Distributore: 

Via Aurelio Saffi, 16 -20123 Milano 
Tel. 02/4390421 

Prezzi UVA esclusal: 

The Norton Aniivirus inglese L 2BO.OOO 

Versione in italiano disponibile 

fine aprile 9? L 295.000 


dere come il problema della protezione 
dei propri dati o programmi abbia ormai 
assunto un posto di primo piano, so- 
prattutto in sistemi collegati in rete tra 
di loro. 

La migliore protezione contro questi 


virus, nati inizialmente come «scherzi 
tra informatici» ma poi diventati un ve- 
ro e proprio flagello, è senza dubbio il 
back-up periodico dei dati; ciò non 
esclude comunque che occorra prende- 
re delle opportune contromisure per 
evitare il contagio (o per eliminare il vi- 
rus quando possibile) ed a questo sco- 
po è destinato proprio il Norton Antivi- 
rus, che ora andiamo ad analizzare nel 
dettaglio. 

// pacchetto, l'installazione 
ed il funzionamento 

Apecta la confezione troviamo un ma- 
nuale di circa 80 pagine ed una busta 
contenente i floppy (in entrambi i for- 
mati) con il programma, unitamente ad 
una serie di brochure pubblicitarie, 

La prima cosa che salta all'occhio è il 
logo SYMANTEC presente su tutte le 
componenti del pacchetto; è stato in- 






PROVA 

THE NORTON ANn'IVIRUS 


fatti raggiunto di recente un accordo di 
fusione tra la Peter Norton Computing e 
questa società, già famosa negli Stati 
Uniti per pacchetti come Q&A, 

La Peter Norton Computing rimane 
inalterata con il suo staff tecnico di svi- 
luppo e supporto ai prodotti, la cui di- 
stribuzione è ora affidata alla SYMAN- 
TEC (la classica foto di Peter Norton in 
maniche di camicia continua sempre a 
campeggiare sulle confezioni dei pro- 
dotti come una sorta di «marchio di 
qualità >i). 

La manualistica è ben fatta e spiega 
nei dettagli le singole fasi dell'Installa- 
zione e dei primi passi con questo pro- 
gramma, salvo tornare nell'ultimo capi- 
tolo («Reference») ad una descrizione 
dettagliata delie singole voci dei menu. 

Prima di procedere aH'installazione 
del programma e delle utility accesso- 
rie sul disco rigido viene giustamente 
consigliato di effettuare un boot da di- 
schetto (protetto in scrittura) e quindi 
lanciare NAV.EXE (il modulo principale 
del Norton AntivirusI direttamente dal 
dischetto originale, in modo da verifica- 
re l'assenza di virus eventualmente già 
presenti sul disco fisso, che potrebbero 
infettare lo stesso programma NAV 
Iche comunque ha una sua funzionalità 
di auto-controllo). 

Già in questa fase possiamo vedere 
come lavora il Norton Antivirus; il disco 
e le sue eventuali partizioni vengono 
scanditi un file alla volta alla ricerca dei 
virus conosciuti. 

In una finestra sulla destra dello 
schermo viene visualizzato il procedere 
dell'analisi ed alla fine viene generato, 
sempre su schermo, un report dei vi- 
rus eventualmente trovati con il relativo 
nome del file infetto. 

La ricerca dei virus nei file viene ef- 
fettuata basandosi sulle informazioni 
contenute in una sene di schede di de- 
finizione in cui sono riportati alcuni tra i 
dati più significativi di ognuno dei virus 
conosciuti, una sorta di «identikit» del 
virus; per permettere all'utente di ave- 
re un prodotto sempre aggiornato man 
mano che vengono individuati nuovi vi- 
rus, è presente tra i menu una voce 
(«Definitions») che. una volta seleziona- 
ta, presenta una scheda di definizione 
in bianco da riempire con i dati identi- 
ficativi dei nuovi virus prelevabili dalla 
BBS della Symantec. 

Nella parte sinistra dello schermo so- 
no presenti le voci delle principali ope- 
razioni che si possono effettuare al ter- 
mine della fase di scansione;' nel caso 
vengano rilevati dei virus è possibile sia 
cancellare il (ile incriminato che tentare 
di recuperarlo cancellando la parte in- 
fetta. Molto saggiamente nel manule 
viene ripetutamente consigliato di intra- 


prendere preferibilmente la prima delle 
due strade, riservandosi la seconda sol- 
tanto in casi particolari (quando ad 
esempio non si ha a disposizione una 
nuova copia del file) ed in ogni caso di 


procedere al recupero dei file infetti 
uno alla volta, rilanciando sempre l'ope- 
razione di <scanning> per essere certi 
deH’avvenuta eliminazione del virus. 

Una volta assicuratici che il disco fis- 


150 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 







so è immune da virus, possiamo pro- 
cedere all'installazione su di esso del 
programma, dando prima un’occhiata al 
file READ. ME presente su floppy con 
gli ultimi aggiornamenti e correzioni del- 
la manualistica; durante la fase di instal- 
lazione viene creata una directory in cui 
vengono copiati i file contenuti sul flop- 
py e quindi viene aggiunta al Config.- 
sys l'istruzione per il caricamento del 
device driver NAV SYS, 

In questo modo, a partire dal succes- 
sivo boot del sistema, verrà caricato in 
memoria un programma residente (de- 
nominato VIRUS INTERCEPT) che veri- 
fica, ad ogni operazione di lancio o co- 
pia di un programma, l’eventuale pre- 
senza di virus, attivando in caso affer- 
mativo la visualizzazione di una finestra 
di allarme sullo schermo oltre ad una 
segnalazione acustica tramite l'altopar- 
lantino del PC. 

Questo modulo di protezione occupa 
soltanto 15 Ktryte di memoria RAM e 
può quindi essere caricato senza ec- 
cessivi problemi, fornendo uno scudo 


protettivo in prima istanza contro even- 
tuali attacchi da virus prima che questi 
possano manifestarsi con i loro perico- 
losi "Sintomi»; qualora si voglia evitare 
il caricamento di questo programma 
basterà tenere premuti contempora- 
neamente i due tasti di shift durante il 
boot della macchina. 

Tornando al programma NAV c'è da 
segnalare una sua interessante caratte- 
ristica: se si sceglie la modalità di fun- 
zionamento <ADVANCED> è possibile 
INOCULARE I file man mano che ven- 
gono verificati. Vediamo un po' piu nel 
dettaglio cosa comporta questa opera- 
zione. 

Quando un virus si attacca ad un pro- 
gramma ne modifica la lunghezza o la 
struttura di una sua parte: la procedura 
di inoculazione prevede il calcolo del 
checksum dì ogni file analizzato e que- 
sto dato viene confrontato ogni volta 
che il file è soggetto ad una qualche 
operazione: in caso di variazione nel ri- 
sultato ottenuto dal calcolo del check- 
sum occorre quindi verificare l'integrità 


PROVA 

THE NORTON ANTIVIRUS 


del file per controllare che non sia sta- 
to infettato. 

I dati dei vari checksum calcolali ven- 
gono memorizzati in appositi file con 
attributo hidden (nascosto), quindi non 
facilmente individuabili; lo svantaggio 
di questa operazione è l’aumento dello 
spazio occupato sul supporto di massa 
e per permetterne una periodica pulizia 
viene fornita una apposita utility (UNI- 
NOCUL) che si occupa dell’eliminazio- 
ne dei file con i valori di checksum pre- 
senti nella directory specificata (oltre 
che nelle sue sottodirectory). 

II Norton Antivirus e configurabile, 
tramite la voce <Configure> del menu 
Options, in modo da adattarlo alle spe- 
cihche esigenze di ogni utente: è pos- 
sibile sellare il tipo di monitor, la palet- 
te di colori più idonea, se memonzzare 
0 meno l’attività del Virus Intercept m 
un file di lesto oltre che abilitare o di- 
sabilitare alcune delle opzioni di inter- 
vento SUI file infetti. Per un uso in rete 
locale è possibile far eseguire da una 
stazione la ricerca dei virus su tutti i 
drive di rete. 

Le varie opzioni di configurazione so- 
no soggette ad una password di con- 
trollo, che garantisce l’utente (o il ge- 
store della LAN) contro manipolazioni 
esterne. 


Conclusioni 

Spesso non è facilmente quantifica- 
bile in termini monetari il danno provo- 
cato dalla perdita di dati o programmi: 
per questo motivo la spesa necessaria 
per l’acquisto di un programma come il 
Norton Antivirus la si potrebbe definire 
quasi irrisoria. 

Per quanto si voglia essere attenti e 
scrupolosi, il rischio di trovarsi il com- 
puter infettato da uno dei tanti virus in 
circolazione non è poi cosi remoto, ri- 
tengo quindi che un programma che 
non solo funga da filtro di controllo ma 
che in caso di problemi possa essere 
di un qualche aiuto per la rimozione 
"deH'ospite indesiderato» sia senza 
dubbio consigliabile. 

È facile da usare, é configurabile, as- 
sicura vari livelli di protezione ed inoltre 
permette di aggiornare la base dati dei 
virus conosciuti man mano che ne ven- 
gono scoperti di nuovi, salvaguardando 
quindi la spesa sostenuta per l'acqui- 
sto. 

Il marchio di Peter Norton è inoltre 
garanzìa di qualità ed affidabilita; da 
tutte queste considerazioni non posso 
quindi che consigliare caldamente que- 
sto prodotto a tutte quelle persone per 
le quali la sicurezza dei dati del proprio 
PC è un fattore di importanza primaria 
PS 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


151 





PROVA 



Coreco Oculus 20 

Vìdeo Digitizer 
Super VGA 

ài Francesco Petrom 


N ei numero di novembre 1989 di 
MC abbiamo presentato la prova 
della scheda Oculus 10 prodotta 
della canadese Coreco e distribuita dalla 
Penel di Torino, definita Video Digitizer 
VGA. 

Si tratta, questo vale per il tipo W e 
per il tipo 20. che vediamo ora, di sche- 
de che permettono di interfacciare il PC 
con una comune telecamera o un an- 
cora piu comune videoregistratore, e 
che sono dotate di un software che per- 
mette il settaggio dei vari parametri in 
gioco durante la ripresa e infine di ese- 
guire l'acquisizione dell'immagine. 

In queU'articolo fummo molto esau- 
rienti sulle finalità di tale tipologia di hard- 


ware e ne descrivemmo nel dettaglio al- 
cuni ambiti applicativi. 

La Oculus 20, presentata ora, è una 
scheda sostanzialmente simile alla pre- 
cedente solo più "potente» in termini di 
prestazioni, in quanto riconosce "qual- 
cosa in più» rispetto allo standard VGA 
ed è dotata di un software più moderno 
ed efficiente rispetto alla sorella minore 

L'abbiamo definita Super VGA in 
quanto supporta la risoluzione 640 per 
^0 per 256 colon. Non supporta invece 
la 800 per 600 per 16 a 256 colon, pre- 
stazioni che invece rientrano nelle carat- 
teristiche dello standard lo quasi) Super 
VGA per le schede video. 

Altra caratteristica più "moderna» 


della Oculus 20 é la sua utilizzabilità m 
collegamento con la macchina fotogra- 
fica Canon XAP Shot. quella, per inten- 
derci. che non usa pellicola ma dischet- 
ti magnetici e le cui "foto» si vedono 
attraverso un collegamento al televiso- 
re. 

La Pertel, che distribuisce / prodotti 
Coreco, è una società specializzata m 
questo tipo di apparecchiature hardwa- 
re ed è quindi in grado di offrire non so- 
lo una nutrita sene di schede dalle pre- 
stazioni via via crescenti, che vanno 
chiaramente utilizzate ir una catena har- 
dware in CUI tutte le apparecchiature 
siano allineate in termini di prestazioni, 
ma anche alcuni prodotti "Chiavi in ma- 


152 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


PROVA 

COREGO OCULUS 20 


no», in CUI l’acQuisizione via telecamera 
di immagini esterne è una fase di un 
complesso processo di elaborazione 
che può riguardare problematiche me- 
diche. chimiche, industriali, ecc. 

Il nostro campo di interesse è meno 
qualificato rispetto, ad esempio, a quel- 
lo medico 0 a quello industriale, ma è 
sicuramente in notevole espansione. Si 
tratta ovviamente del DeskTop Presen- 
tation e del DeskTop Publishing. 

Scanner o Video Dìgitizer 

Per acquisire immagini dal mondo 
esterno esistono due tipologie di peri- 
feriche di input «economiche». Lo scan- 
ner, piano 0 a mano, e il Video Digitizer. 

Tra le due tipologie esistono notevoli 
differenze, sia riguardanti il «soggetto» 
che si può riprendere, che nel caso del- 
lo Scanner deve essere una immagine 
già rappresentata su carta, mentre nel 
caso del Video Dìgitizer può essere an- 
che una persona «in posa» o un pano- 
rama video-registrato, sia riguardanti il 
formato, in termini di punti, dell'imma- 
gine. 

Nello scanner sono il soggetto, o me- 
glio la larghezza della striscia letta, e la 
risoluzione di lettura, che determinano 
la dimensione del file misurata in nume- 
ro di pixel. Nel Video Dìgitizer invece è 
il tipo di scheda Video, e conseguente- 
mente di Monitor, che determina la mi- 

Ad esempio se si «scannerizza» una 
figura formato A4 letta a 300 punti per 
pollice la dimensione conseguente è di 
3.600 per 2.400 pixel. Invece se si ese- 


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gue con il Video Digitizer una ripresa in 
formato VGA, 640 per 480 a 16 colori, 
il file conseguente, stampato senza 
operazioni dì «scaling». risulta di 2 per 
1,5 pollici circa. 

// formato del file 

Il processo di acquisizione è una ca- 
tena di montaggio m cui entra in gioco 
la qualità della telecamera che, se è di 
tipo «domestico», non arriva certo a un 
cosi elevato numero di righe. 

Quindi nel caso di scheda video con 
640 per 480 pixel per 256 colori, che è 
le risoluzione che abbiamo utilizzato per 
la prova, in realta si ha un effetto di «ac- 
corpamento dei pixel», che in ogni ca- 
so, se i colori sono tanti e quindi non vi 
sono brusche discontinuità cromatiche, 
non producono quasi mai scadimenti 
evidenti della qualità deirimmagine. 

II confronto si può fare tra il file d’e- 
sempio in CUI i dati numerici sono ef- 
fettivamente 640 per 480 per 256 e una 
immagine ripresa in cui le 480 righe so- 


no limitate dalla qualità della telecame- 
ra. 

li formato grafico prodotto con questa 
versione del software di acquisizione e 
direttamente il TIFF, mentre nelle ver- 
sioni precedenti il formato ottenuto era 
(I COR, specifico della Coreco. che ne- 
cessita di conversioni per poter essere 
utilizzato con altri prodotti software. 

Il TIFF è sicuramente, a tutt'oggi, il 
formato più versatile, in quanto non è 
legato ad una specifica dimensione del 
video (Video Indipendent) e contiene 
nel suo interno tutte le informazioni re- 
lative alla Palette dei colori. Inoltre se 
caricato in situazioni hardware differen- 
ti il file TIFF vi si adatta con facilità al 
contrario degli altri formati Video dipen- 
denti. 


La scheda e il software 
in dotazione - L'installazione 

La scheda, quella da noi provata, di- 
spone di un Bus AT. Va semplicemen- 
te infilata nello specifico alloggiamento 
e i dischetti con il software vanno river- 
sati in una stessa Subdirectory tramite 
una elementare procedura di installazio- 
ne, in cui viene richiesto il tipo di input 
previsto e il tipo di scheda grafica Su- 
per VGA installata, scelta tra una venti- 
na. Ribadiamo che per formato Super 
VGA intendiamo 64Ò per 480 per 256 
colori. 

Se occorre una risoluzione differente, 
ad esempio una semplice VGA 1640 
per 480 per 16 colori o 320 per 200 
per 256 colori) si può ricorrere ad un'al- 
tra scheda o ad un altro software for- 



La scheda vera e o'opna f visibile, in allo a destra. ii connetlore per l'input del segnale video 

MCmicrocomputer n 106 - apnie 1991 153 



PROVA 

COREGO OCULUS 20 




Figura 3 - Coreco Oco- 
lus 20 — Elaboraii(yi» 

di immagini B/N con 
PaimB/afh 

Con la scheda Coreco 
SI ottiene una immagi- 
ne in tonnato TIFF, uli- 
liazabiie direttamente 
con orodotii DTP eA> 
con prodow grafici Se 
Il prodotto di destina- 
aione è di tipo bn-map- 
ped. come il classico 
PaintBniSti IV, l'imma- 
gine può essere ulte- 
riormenie rielaborata 
Qui ad una immagine 
3JN e associata 




nito a richiesta dalla Pertel. Molto im- 
portante è infine la disponibilità di vane 
utility di conversione, che permettono 
sia di passare da una versione del TIFF 
ad un'altra versione, sia di passare dal 
TIFF al PCX, al GIF, ecc. 

Molte di queste funzionalità sono co- 
munque presenti di fatto nei prodotti 
grafici più evoluti che possono leggere 
in un formato e scrivere in un altro. Ad 
esempio con il PaintBrush IV, che ab- 
biamo utilizzato per post-processare al- 
cune delle immagini catturate, è possi- 
bile anche modificare le palette dei co- 
lori 0 intervenire direttamente sul con- 
trasto dell'immagine. 

Sempre nel PaintBrush IV, ma il di- 
scorso vale anche con qualsiasi altro 
prodotto bit-mapped. sono presenti 
strumenti con i quali intervenire per 
modificare non solo la palette ma an- 
che il contenuto della immagine, ad 
esempio per sovrascrivergli dei testi o 
per «ritoccare», a livello di pixel, un 
particolare, o per fare decine di altre 
cose. 


Una sessione di lavoro 
e risultati conseguiti 

Parleremo solo del programma piu 
recente che. a differenza degli altri, la- 
vora direttamente sul video grafico. Di- 
spone di una barra di menu con solo 
tre voci- 

La prima, GRAB, lancia l'acquisizio- 
ne. in pratica attiva il segnale prove- 
niente dal videoregistratore o dalla te- 
lecamera, e non ha sottomenu- Le altre 


154 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 




Greta 

Garbo 


PROVA 

COREGO OCULUS 20 




Figurò S - Coreco Ocvius 20 - Oue immagm BiN in DTP. 

Ecco IB classica prova di utilazo di due immagini m urv pagina reaiiiiata con un prodorto DTP o WP 
e^iuio È chiaro che in questo caso la scheda dlgllali2^3rrice viene soitouulmata sia perche non si usano 
I eoio’i na ‘ toni di gngio, nprodotli comurn/ue dalla laser con punrmaiura. sa perche il lormalo della im- 
magine. misurato in numero di pixel, e limitalo da quello reahieabile sullo schermo 


Figura 6 - Copeco Ocu- 
'US 20 - Sfondo Wrn- 


Qu! vediamo un -de- 
eiBssamenio- della fi- 
gura che npresa a 6d 
toni di grigio, e stata 
iraliata solo m quattro 

lame uno sfondo oer 
Windons 3 Windows 


immagini di a^a^siasi 
C'ovenienw ^ à già 

'0 peimeue di lavorare 
con I 256 COkm 



due, FILE e OPTtONS, presentano cia- 
scuno una «minitendina'i con poche 
opzioni sottostanti, tutte peraltro preve- 
dibili. 

File permette di caricare e/o salvare 
immagini TIFF, sia intere che ritagliate 
attraverso una elastic-box. che appare 
sul video nero, se si sta caricando un 
file, 0 sulla immagine acquisita se si 
sta salvando. 

Le VOCI di Option riguardano le ope- 
razioni di Calibration Ifig. 11, attraverso 
le quali si stabilisce il contrasto e la lu- 
minosità dell'operazione di lettura, e di 
Adjust (fig. 2) che servono per variare 
le tre componenti cromatiche, RGB. 
Questo sia per correggere eventuali 
squilibri cromatici, sia per forzare effetti 
voluti di coloratura. 

Sempre attraverso Option e possibile 
determinare il numero dei grigi, 2, 16 o 
64, 0 il numero dei colon. 

Va di nuovo precisato che la scheda 
Oculus 20 non e in rapporto 1 a 1 con 
questo software, Pertel dispone di sva- 
riati prodotti software, che aggiungono 
alle funzionalità di base per l'acquisizio- 
ne, funzionalità di post processing nu- 
merico del file grafico, una volta che 
sla stato acquisito. 

Conclusioni 

Se svolgete con il vostro computer 
un’attività che preveda un minimo di 
Publishing o di Presentation dovreste 
disporre di apparecchiature per acquisi- 
re immagini dal mondo esterno. 

Gli strumenti più a buon mercato so- 
no lo scanner manuale (per il bianco e 
nero) e il Video Digitizer (per il colore). 

I rispettivi risultati in termini di resa sia 
su video che su stampa sono classifi- 
cabili come Ksemiprofessionali». Sono 
peraltro del lutto allineati con quelli rag- 
giungibili con una scheda standard VGA 
0 Super Vga a 256 colon. 

In particolare l’uiilizzo della scheda 
video digitalizzatrice e talmente ele- 
mentare e talmente affidabile, in termi- 
ni di resa finale dell'immagine, che una 
volta che se ne disponga, viene natura- 
le sfruttarla al massimo per arricchire le 
proprie presentazioni o le proprie stam- 
pe con immagini dal vivo. 

Una volta acquisita nel migliore dei 
modi, rispetto alla destinazione previ- 
sta, l'immagine e quasi sempre neces- 
saria una sua conversione e/o un suo 
post trattamento eseguibile con le uti- 
lity fornite con la scheda oppure con 
prodotti «stand alone’* di cui l'operato- 
re DTP 0 Presentation sicuramente di- 
spone In tale maniera si aggiunge an- 
che un tocco di «creatività»! ad un'atti- 
vità che potrebbe sembrare eccessiva- 
mente meccanica. jjg 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


155 



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Master Mìnd 


di Corrado Giustozzi 

Il Master Mind è un «IntelHGIOCO» di nome e di fatto. Uscito oramai da una ventina 
d'anni, ha goduto inizialmente di un grande successo ma pian piano è finito net 
dimenticatolo. Ed è un peccato perché si tratta di un passatempo utile ed 
interessante. Specie quando ci si mette di mezzo il computer 


P remetto subito che 
nella mia scaletta ori- 
ginaria il soggetto del- 
la puntata di questo mese 
avrebbe dovuto essere un 
altro. Per la precisione vole- 
vo riferirvi tempestivamente 
del risultato del miniconcor- 
so lancialo due mesi fa in 
merito al calcolo dell’ultima 
cifra non nulla del fattoriale 
di diecimila. Ma per cause di 
forza maggiore mi trovo a 
dover posporre di un mese 
tale tema, anticipando quello 
previsto per il mese prossi- 
mo, Nulla di male, tanto ora- 
mai sapete quanto labili ed 
evanescenti siano le mie 
scalette. É pero interessante 
che io VI spieghi qual è la 
"Causa tecnica" che mi ha 
costretto a rimandare la pro- 
clamazione dei risultato della 
sfida e del vincitore del mi- 
niconcorso. Si tratta «sem- 
plicemente" della quantità 
incredibile di posta che ho ri- 
cevuto: molte e molte deci- 
ne di lettere per un totale di 
oltre quattro chili di carta! 
Devo dire che in redazione 
più di una persona è rimasta 
allibita sia nel vedere questa 
piccola montagna di posta 
che cresceva di giorno in 
giorno sia nel constatare la 
celerità con la quale erano 
giunte le prime risposte: 
qualcuna addirittura via fax o 
per telegramma! La cosa mi 
ha fatto ovviamente un im- 
menso piacere perché è se- 
gno che quel che racconto 
su queste pagine vi piace e 
VI interessa {e quando qual- 


cosa vi «punge sul vivo» 
scrivete in massa..,). Di con- 
tro il numero delle vostre let- 
tere, tutte peraltro interes- 
santi. mi ha costretto ad un 
lungo lavoro di smistamento 
che ancora non ho termina- 
to; probabilmente non avrò 
ugualmente lo spazio per ci- 
tare I nomi di tutti coloro che 
mi hanno scritto, ma mi di- 
spiacerebbe comunque pub- 
blicare la puntata senza aver 
almeno letto con calma tutte 
le lettere. 

Posso comunque darvi 
qualche anticipazione di ca- 
rattere, per cosi dire, folclo- 
ristico, sulla partecipazione 
al miniconcorso. La stragran- 
de maggioranza dei parteci- 
panti ha Identificato la cifra 
corretta, che peraltro ancora 
non VI rivelo. 

Circa la metà ha 
usato un algorit- 
mo di ricerca «a 
forza bruta», 
calcolando cioè 
il fattoriale di 
diecimila per 
esteso, mentre 
gli altri hanno 
usalo algoritmi 
più furbi e velo- 
ci che non cal- 


colavano tutto il fattoriale, 
ma solo la sua ultima cifra 
non nulla. I linguaggi che 
l'hanno fatta da padrone so- 
no ovviamente C e Pascal: 
qualcuno, ma meno di quan- 
ti mi aspettassi, ha usato il 
Basic: e sono arrivati niente- 
meno che un programma in 
Fortran (I), uno in Lisp (!!) ed 
uno in CoboI (!!!). 

Ma non voglio togliervi il 
gusto di leggere la prossima 
puntala e dunque sospendo 
qui le anticipazioni e passo 
subito ad introdurre l'argo- 
mento di questo mese. Si 
tratta del Master Mind, gio- 
co molto interessante, ma 
purtroppo pressoché dimen- 
ticato al giorno d'oggi. 


A mio parere e un peccato 
che sia scomparso perché si 
trattava di un 
gioco realmente 
intelligente, il 
suo meccani- 
smo, semplice 
ed elegante, 
modellava infat- 
ti in modo mol- 
to efficace il 
procedimento 
induttivo tipico 
dell’indagine 
scientifica. 



Il Master Mind 

ed il metodo scientifico 

Chi oggi ha meno di ven- 
ticinque anni probabilmente 
non ha mai sentilo parlare 
del Master Mind. È questo 
un gioco che ha subito una 
sorte strana' apparso sulla 
scena mondiale come una 
meteora una ventina d’anni 
fa, suscitò subito molto inte- 
resse e diede origine a fede- 
razioni e campionati; poi pe- 
rò, dopo neanche una decina 
d’anni, scomparve di scena 
senza più far parlare di sé. 

Il termine gioco nel caso 
del Master Mind va preso 
nel suo significato piu am- 
pio: in effetti si tratta piu di 
un solitario perché, pur es- 
sendo formalmente richiesta 
la presenza di due giocatori, 
uno solo ha realmente una 
parte attiva mentre l'altro 
svolge un ruolo sussidiano 
puramente meccanico. 

Cos'é dunque il Master 
Mind^ In poche parole si 
tratta di scoprire un «codice 
segreto», costituito da una 
determinata configurazione 
di pioli colorati, basandosi 
sui risultati ottenuti da una 
serie di «esperimenti» di in- 
dagine, Ogni risultato otte- 
nuto aggiunge nuova cono- 
scenza sulla struttura del co- 
dice segreto avvicinando 
cosi alla sua identificazione. 
Scopo del gioco e ovviamen- 
te quello di scoprire il codice 
segreto effettuando il minor 
numero di tentativi. 

Vi spiegherò fra un attimo 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


157 




1NTELUGIQCHI 


I dettagli fisici del gioco, ma 
vorrei subito notare una co- 
sa. La struttura del Master 
Mind, nel quale si procede 
verso l’identificazione di una 
regola non nota mediante 
tentativi mirati, è un modello 
estremamente rappresenta- 
tivo ed elegante del metodo 
scientifico, Uno scienziato 
che vuole scoprire una legge 
fisica gioca una grande par- 
tita di Master Mind contro la 
Natura. Egli per prima cosa 
formula un'ipotesi sulla 
struttura di tale legge, dopo- 
diché procede ad una verifi- 
ca "Sul campo» della sua 
teoria preparando degli 
esperimenti ad hoc. Essi 
mostreranno la maggiore o 
minore corrispondenza della 
teoria ai fatti reali; lo scien- 
ziato provvederà quindi a 
modificare la teoria per farle 
tenere conto dei risultati 
sperimentali e successiva- 
mente organizzerà nuovi 
esperimenti piu precisi e raf- 
finati per verificare la nuova 
teoria. E andrà avanti cosi, 
per prova ed errore, impa- 
rando sempre di più ad ogni 
esperimento e facendo sem- 
pre più luce sulla regola na- 
scosta fino a che non l’avrà 
perfettamente identificata e 
compresa. E questo il meto- 
do scientifico dovuto a Gali- 
leo ed universalmente rico- 
nosciuto come l’unico in gra- 
do di dare risultati rigorosa- 
mente attendibili. Com’è no- 
to esso SI basa su un ragio- 
namento di tipo induttivo, 
nel quale cioè da tanti risul- 
tati particolari si cerca di 
estrarre la norma generale, 
la regola universale. 

Il lavoro mentale generato 
dall’esercizio del Master 
Mind e dunque di primissi- 
ma qualità- esso insegna l’a- 
strazione, allena a vedere re- 
gole generali da un insieme 
di dati sperimentali, ed abi- 
tua a determinare gli esperi- 
menti piu significativi ed ef- 
ficaci in un dato contesto. 
Chi non ha processi mentali 
particolarmente ordinati non 
riesce a districarsi nel gioco, 
ed e forse questo il motivo 
del calo di interesse che es- 
so ha subito poco dopo il 
suo grande boom: non sono 
forse molti coloro i quali pos- 


sono provare un sincero pia- 
cere intellettuale in una par- 
tita a Master Mind. 


La storia 

del Master Mind 

Immaginate un distinto si- 
gnore di mezza età. con ca- 
pelli e barba rossi molto cor- 
ti, seduto in una poltrona di 
velluto rosso. Il suo volto de- 
nota un'acuta intelligenza, 
egli tiene le mani unite per 
le punte delle dita come chi 
sta pensando intensamente, 
mentre gli occhi ed il volto 
sono atteggiati ad un’e- 
spressione che è assieme di 
sfida e di sdegnosa superio- 
rità. Dietro a lui, in piedi, si 
trova una bella ragazza orien- 
tale dai lunghi capelli neri e 
dairaspetto enigmatico ed 
un po’ inquietante; ella ci 
guarda in modo obliquo 
mentre si appoggia con una 
mano alla spalliera della pol- 
trona di lui. Chi sono’ Se lo 
sono chiesto m molti, ma 
nessuno lo ha mai saputo 
realmente. Questi strani e 
misteriosi personaggi cam- 
peggiavano sul coperchio 
della confezione del Master 
Mind originale, come forse 
qualcuno di voi ricorderà. 
Sulla loro identità fiorirono 
moltissime illazioni: quella 
che preferisco, e che ritengo 
più attendibile, è che si trat- 
tasse nientemeno che del- 
l’incredibile dottor Irving Jo- 
shua Matrix e di sua figlia 
Iva, i poliedrici numerologi 
resi famosi in tutto il mondo 
da Martin Gardner che, co- 
me noto. Il ha frequentati 
personalmente in più di 
un’occasione. Niente di più 
probabile che l’eccentrico 
dottor Matrix e la sua Figlia 
di sangue misto giapponese 
abbiano prestato la propria 
immagine per sottolineare la 
profonda valenza di sfida in- 
tellettuale del gioco. 

Eravamo nel 1972 quando 
la Inviata Plastics Limited di 
Leicester immise sul merca- 
to inglese il Master Mind. 
L’idea sembra fosse stata 
proposta l'anno prima alla 
Fiera del Giocattolo di No- 
rimberga da Marco Meirovi- 
tz, inventore di giochi polac- 
co. Fu subito un successo. 
Nei primi dodici mesi ne fu- 
rono vendute oltre centocin- 
quantamila confezioni. Nel 
1974 il Master Mind vinse il 


titolo di "Gioco dell’Anno» 
alla Fiera Internazionale del 
Gioco dì Brighton, Nel 1975 
si meritò una citazione sul- 
l’Encvclopaedia Britannica; 
nello stesso anno venne 
commercializzato negli Stati 
Uniti dove raggiunse presto 
il traguardo del milione di co- 
pie vendute. Da li a cinque 
anni sorsero federazioni di 
Master Mind m molte nazio- 
ni e si organizzarono i primi 
tornei. Nel 1979 la Invicta, 
cresciuta di cinquecento per- 
sone, affermava di aver ven- 
duto oltre trentacinque milio- 
ni di scatole di Master Mind 
in un centinaio di paesi del 
mondo. 

Da allora in poi, strana- 
mente, Il Master Mind co- 
minciò ad avviarsi sulla via 
del declino. In parte si trattò 
di un calo di interesse dovu- 
to alle troppo esagerate ana- 
lisi del gioco da parte di 
"esperti» che pretendevano 
di trattarlo allo stesso livello 
degli scacchi. Furono pubbli- 
cati libri nei quali il gioco fu 
dissezionato e, se vogliamo, 
snaturato; in essi si discute- 
va della "teona delle apertu- 
re», si davano consìgli sul 
"Centro partita» e in qualche 
caso si analizzava perfino il 
"gioco psicologico»! Ovvia- 
mente in molti casi si tratta- 
va di palesi aberrazioni, ma 
non del tutto prive di un fon- 
do di verità; presto ci si ac- 
corse che la complessità del 
gioco non era tale da per- 
mettere un perpetuarsi airin- 
fmito di serrati tornei e di 
partite sempre diverse, co- 
me da secoli avviene invece 
per gli scacchi. Dopo un po’ 
I "professionisti» del Master 
Mind furono delusi ed an- 
noiati dalla sua «semplicità». 
La invicta reagì tirando fuori 
il Super Master Mind, ver- 
sione estesa dalla comples- 
sità maggiorata; ma l’neffet- 
to novità» era ovviamente 
compromesso e la nuova 
versione non risollevò molto 
le sorti oramai segnate del 
gioco. Cosi come avvenne in 
seguito per il Cubo di Rubik, 
il Master Mind dopo un 
boom esaltante subi un gra- 
duale declino per poi cadere 
infine in un inglorioso oblio. 

Di tanto in tanto esso vie- 
ne oggi utilizzato come test 
psicologico 0 come criterio 
di valutazione attitudinale 
(sembra soprattutto per esa- 


minare i programmatori), ma 
nulla più. 

La struttura 
del Master Mind 

Ma vediamo ora la struttu- 
ra del gioco. Per descriverla 
farò riferimento al Master 
Mind Originale ed accennerò 
poi alla successiva versione 
Super 

Il gioco si svolge su una 
tavola di plastica contenente 
alcune sene di fon dove van- 
no ad incastrarsi dei pioli di 
plastica colorata. Vi sono 
due tipi di pioli; quelli «Co- 
dice» e quelli «Chiave». I pri- 
mi sono di sei colori diversi 
(in origine Rosso, Verde, 
Blu, Giallo, Bianco e Nero) 
ed I secondi di due soli colon 
diversi (Bianco e Nero). I fori 
sulla tavoletta sono organiz- 
zati in dieci file di quattro più 
quattro fon ciascuna, e cioè 
quattro per i Pioli Codice e 
quattro per i Pioli Chiave, piu 
un’ulteriore fila di quattro fo- 
ri coperta da uno schermo 

I due giocatori prendono 
posto alle estremità opposte 
della tavoletta. Quello «pas- 
sivo», detto Codificatore, 
sceglie quattro Pioli Codice 
e II inserisce nei fori scher- 
mati dell’ultima fila, dove so- 
lo lui può vederli; essi costi- 
tuiscono il «codice segreto» 
che l’altro giocatore, quello 
«attivo» detto Decifratore, 
deve tentare di scoprire. 

Per fare ciò il Decifratore 
pone sulla prima riga oriz- 
zontale di fon (dal suo lato) 
quattro Pioli Codice che rap- 
presentano il suo primo 
«esperimento». Può darsi 
che indovini subito il codice 
segreto, ma siccome le 
combinazioni con ripetizione 
di sei colori presi quattro per 
volta sono 1.296 la probabi- 
lità che ciò si verifichi è ab- 
bastanza remota Più usual- 
mente succederà che solo 
alcuni dei colori scelti dal 
Decifratore nel suo primo 
tentativo compaiano anche 
nel Codice Segreto, e di essi 
pochi 0 magari nessuno sia 
al posto giusto. Il Codificato- 
re risponde allora al tentativo 
del Decifratore informandolo 
appunto di quanti colori sono 
stati indovinati e di quanti di 
essi sono al posto giusto. 
Per fare ciò egli dispone nei 
fon opportuni tanti Pioli Chia- 
ve neri quanti sono i colori 


158 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


IIMTELLIGIOCHI 


giusti al posto giusto e tanti 
bianchi quanti sono i colori 
giusti al posto sbagliato. Na- 
turalmente l'ordine dei Pioli 
Chiave non ha alcuna impor- 
tanza e non fornisce alcuna 
indicazione su quale dei co- 
lori del Decifratore sia giu- 
sto; tutto ciò che si sa e 
quanti sono giusti. 

Il gioco va avanti con un 
nuovo tentativo del Decifra- 
tore CUI segue un'analoga ri- 
sposta del Codificatore, ripe- 
tendo il tutto fino a quando il 
primo non riesce ad identifi- 
care il Codice Segreto o non 
esaurisce i tentativi a sua di- 
sposizione. 

Il gioco in versione origina- 
le, dicevo, si basa su una 
struttura a sei colori e quat- 
tro fori che fornisce uno spa- 
zio delie combinazioni di 
1.296 elementi. Per la riso- 
luzione vengono concesse 
dieci mosse, che possono 
sembrare poche ma in effet- 
ti non lo sono: tant'è vero 
che in una successiva ver- 
sione tascabile, detta Mini, il 
numero di tentativi fu ridotto 
a sei senza limitarne sostan- 
zialmente la giocabilità. Il Su- 
per Master Mind, cui accen- 
navo prima, ha invece una 
struttura ad otto colori e cin- 
que fori, per un totale di 
32.768 combinazioni; il nu- 
mero di tentativi concesso è 
di dodici, e ciò effettivamen- 
te rende il gioco alquanto più 
impegnativo rispetto alia ver- 
sione originale. 

Il Master Mind 
e il computer 

Quando usci ii Master 
Mind I personal computer 
ancora non esistevano. Pec- 
cato perché in effetti la figu- 
ra dei Codificatore ha un ruo- 
lo cosi passivo e meccanico 
da risultare terribilmente 
noiosa per un umano ed in- 
vece adattissima ad una 
macchina. 

Verso la fine degli anni 70 
cominciarono infine ad usci- 
re le prime calcolatrici pro- 
grammabili. La Invicta com- 
mercializzò allora il cosiddet- 
to Master Mind Elettronico 
che, svolgendo il ruolo del 
Codificatore, permetteva ap- 
punto di giocare tranquilla- 
mente da soli- Il Master 
Mind Elettronico era una 
macchinetta delle dimensio- 
ni di una grossa calcolatrice 


tascabile (di allora... 1, con di- 
splay luminoso a sette se- 
gmenti, nella quale ovvia- 
mente i colori erano sostitui- 
ti da Cifre; fatto interessan- 
te, si poteva variare il livello 
di difficoltà dei gioco stabi- 
lendo il numero di «colori» e 
di «fori» virtuali da adopera- 
re. Il Master Mind Elettroni- 
co era però piuttosto costo- 
so e soprattutto abbastanza 
scomodo e farraginoso da 
usare: inoltre le partite per- 
devano completamente 
quelle importantissime con- 
notazioni visive e tattili date 
tìaH'uso dei pioli colorati. Per 
questo, e per il fatto di es- 
sere uscito abbastanza tardi, 
tale apparecchietto non go- 
dette mai di un reale succes- 
so. 

La scarsa diffusione dei 
computer all'epoca della 
massima diffusione del Ma- 
ster Mind ebbe anche un'al- 
tra conseguenza: molto po- 
che furono le analisi del gio- 
co svolte a mezzo dell'elabo- 
ratore, e di esse nessuna fu 
realmente significativa (al- 
meno a quanto ne so io). 
Quando i personal furono un 
fenomeno popolare il Ma- 
ster Mind si era già pratica- 
mente estinto. Ne segue 
che la maggior parte delia 
«saggezza popolare» che cir- 
colò nella letteratura sul Ma- 
ster Mind fu frutto più delle 
esperienze empiriche e delle 
convinzioni aprioristiche de- 
gli «esperti» che di analisi 
probabilistiche rigorose. 

Nel nostro Paese il Master 
Mind fu commercializzato, 
piuttosto timidamente, ver- 
so il 1976. lo ne venni a co- 
noscenza un paio d'anni do- 
po e subito ne rimasi colpito. 
Quando in seguito acquistai 
la mia prima calcolatrice pro- 
grammabile (una gloriosissi- 
ma TI-59 di cui già altre volte 
in passato vi ho parlato) ov- 
viamente una delle prime 
cose che feci fu quella di 
emularvi sopra il Master 
Mind Elettronico, Scrissi 
cioè un programmino che 
svolgeva il ruolo del Codifi- 
catore, rapidamente e senza 
errori, di modo che io potes- 
si esercitarmi a giocare sen- 
za dover tediare un compa- 
gno umano. 

Dopo un po' cominciai 
però a pensare se fosse 
possibile fare l'inverso; ov- 
vero scrivere un programma 


che svolgesse il ruolo del 
Decifratore anziché quello 
del Codificatore. In altre pa- 
role volevo che fosse la 
macchina a giocare a Master 
Mind. Realizzare una cosa 
del genere sulla TI-59 era ov- 
viamente impensabile, alme- 
no per la versione standard 
del gioco. Diedi allora di pi- 
glio al buon vecchio Fortran 
ed usai un computer vero, 
un piccolo mainframe dell'e- 
poca sul quale avevo spesso 
occasione di lavorare. Dopo 
qualche tentativo ottenni in- 
fine un programma piuttosto 
decente che risolveva i pro- 
blemi standard (quelli con 
sei colon in quattro fori) con 
una efficienza piuttosto buo- 
na. In effetti per valutare con 
precisione la sua efficienza 
ne scrissi una versione mo- 
dificata che giocava contro 
se stessa (senza imbroglia- 
re!) e contabilizzava i risulta- 
ti. Dopo qualche centinaio di 
incontri la media si era sta- 
bilizzata sul valore di 4,6 ten- 
tativi per partita, con una de- 
viazione standard del 19%; 
per la cronaca il tempo me- 
dio di soluzione di una parti- 
ta era di circa tredici secon- 
di. 

Il buon successo dell'im- 
presa mi spinse a tornare 
sulla TI-59 dove, con un po' 
di fatica, implementai un 
programma analogo per una 
versione ridotta del gioco (a 
quattro colori in tre fori) che, 
devo dire, funzionava altret- 
tanto bene e mi diede molta 
soddisfazione. 


Soluzione automatica 

In realtà scrivere un pro- 
gramma che giochi attiva- 
mente a Master Mind è me- 
no difficile di quello che sem- 
bri. Esiste infatti un approc- 
cio diretto, del tipo «a forza 
bruta», che funziona molto 
bene ed è assai facile da im- 
plementare. Ovviamente un 
umano che gioca a Master 
Mind segue metodi comple- 
tamente diversi ma non diret- 
tamente traducibili in pro- 
gramma; conferire ad una 
macchina la capacità di svol- 
gere ragionamenti per indu- 
zione non è uno scherzo! 

Un programma in grado di 
giocare a Master Minò, co- 
munque, riscuote sempre 
una grande ammirazione per- 
chè va a toccare l'archetipo 



L3 versione portatile del Master 


della «macchina intelligente» 
che giace dentro lutti noi, I 
più colpiti sono soprattutto 
coloro che. pur avendo una 
certa confidenza con i com- 
puter, non sono però dei veri 
e propri «addetti ai lavori»; 
essi infatti, ignorando la pos- 
sibilità dell'approccio diretto 
alla soluzione del problema, 
sono portati a credere di tro- 
varsi di fronte a chissà quale 
miracolosa applicazione del- 
l'intelligenza artificiale! Ecco 
dunque che con un program- 
ma del genere potete anche 
fare bella figura presso qual- 
che vostro conoscente, pre- 
sentandogli una macchina 
che sembra in grado di ragio- 
nare induttivamente meglio 
di un essere umano di intel- 
ligenza media. 

Vediamo subito, allora, il 
semplicissimo principio sul 
quale si basa un programma 
del genere. All'inizio della 
partita ci si costruisce l'assie- 
me di tutte le combinazioni 
possibili, e come primo ten- 
tativo SI sceglie ovviamente 
una configurazione a caso. 
Ricevuto il responso dal Co- 
dificatore si provvede ad eli- 
minare dall'Insieme delle so- 
luzioni possibili tutte quelle 
che risultano incompatibili 
con esso. In pratica si con- 
fronta il tentativo appena ef- 
fettualo con ciascuna posi- 
zione possibile e si scartano 
tutte quelle che forniscono 
una risposta differente da 
quella effettivamente ricevu- 
ta. Dopo questa «scremata» 
le soluzioni rimaste diventa- 
no il nuovo insieme delle so- 
luzioni possibili per il prossi- 
mo tentativo; basta dunque 
sceglierne una a caso fra di 
loro e proseguire allo stesso 
modo. L'insieme delle solu- 


MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991 


159 


INTELUGIOCHI 


zioni rimanenti dopo ciascu- 
na selezione andrà via via re- 
stringendosi fino a compren- 
derne infine una sola, che 
sarà ovviamente il Codice Se- 
greto. Tutto qui. 

Può naturalmente succe- 
dere che li caso vi faccia in- 
dovinare il Codice Segreto 
prima di questo punto, e al- 
lora tanto di guadagnato; se 
invece arrivate alla fine aven- 
do scartato tutte le soluzioni, 
e non ve ne rimane nessuna 
valida, significa semplice- 
mente che il Codificatore 
umano contro il quale il vo- 
stro programma sta giocando 
ha imbrogliato (o si è sbaglia- 
to) dando qualche risposta 
errata nel corso della partita! 

Un programma costruito 
su questa falsariga giocherà 
ovviamente, intervento del 
caso a parte, meglio di un 
giocatore umano perché non 
farà mai errori «di distrazio- 
ne»; ad esempio non pro- 
porrà mai un tentativo incon- 
sistente, tale cioè che il suo 
risultato non arricchisca la co- 
noscenza accumulata. Ogni 
suo tentativo contribuisce at- 
tivamente a portare nuova lu- 
ce ed a restringere l'insieme 
delle soluzioni possibili. Il 
Master Mind è dunque un 
gioco in CUI, contranamente 
agli scacchi, le ristrette di- 
mensioni del problema ren- 
dono l’approccio «a forza bru- 
ta» piu efficiente di quello 
«intelligente». 

II programma Fortran di cui 
VI parlavo prima girò per la 
prima volta vero la fine dei 
1981. La versione originale. 




Figura 7 - Aicurre par- 
lile di Masier Mino 
giocale dal compuler 
contro se stesso I co- 

lettere progressive 
dell'allabelo. rnenire 
la X e la 0 rappresen- 
lano nspeiiivamenie i 
proli nen (colore giusto 
al posto giusto) e bran- 
chi (colore giusto al 

media di risolutone 
su molte decine di gio- 
chi e inferiore ai cin- 



si fine di risparmiare preziosa 
memoria centrale, «appog- 
giava» l'insieme delle solu- 
zioni possibili su un file, col 
risultato di esibire una lentez- 
za lumachesca nell'elabora- 
zione dei tentativi. Una ver- 
sione successiva, dell'anno 
seguente, faceva invece uso 
di un normale arrav ed era ov- 
viamente molto più veloce (i 
tredici secondi che dicevo 
prima.,.) da non rendere te- 
diosa una partita interattiva. 

Bene, in occasione di que- 
sta puntata ho pensato di fe- 
steggiare il quasi decennio di 
tale programma riscrivendolo 
in C. Detto e fatto l'ho pre- 
parato in quattro e quattr'otto 
senza badare troppo alla for- 


Figura 2 ■ Dieci mie- 
, 0 tessami problemi di 

0 0 Master Mmd, anch'es- 

‘0 ai generar! dai calcola- 

' * lare, per mettere alla 



ma. Sono venute fuori circa 
duecento linee di sorgente 
che, per la cronaca, sul mio 
AT a 16 MHz risolvono una 
partita mediamente in tre de- 
cimi di secondo scarsi! Po- 
tete vedere un esempio di 
come funziona in figura 1 do- 
ve ho riportato uno stralcio 
dell'ouput generato. 1 colon 
sono stati sostituiti dalle let- 
tere da 'A' ad 'F' mentre le 
’X’ rappresentano i Pioli Chia- 
ve bianchi e le '0' quelli nen. 
Vicino ad ogni tentativo ho in- 
dicato il numero delle solu- 
zioni inizialmente possibili, il 
numero di quelle scartate in 
base all'analisi del tentativo 
stesso ed il numero di quelle 
ancora rimanenti. Tali cifre 
sono molto interessanti in 
quanto danno un'idea molto 
precisa del funzionamento 
del programma e dell'effica- 
cia delle varie scelte. Ovvia- 
mente in una versione «non 
demo», ossia scritta per gio- 
care effettivamente contro 
un giocatore umano, tali in- 
formazioni è meglio che non 
compaiano per dare un’aura 
più misteriosa alle scelte del 
computer 

Ma non vi do altre indica- 
zioni sulla struttura del pro- 
gramma per non togliervi il 
gusto di scriverne uno da voi. 
Vi invito anzi a metterne a 
punto uno completo (ossia in 
grado di svolgere una rego- 


lare partita contro un gioca- 
tore umano) ed a mandarme- 
lo; gli autori dei migliori pro- 
grammi che riceverò verran- 
no Citati in una eventuale se- 
guito di questa puntata. 

Sarebbe anche interessan- 
te eseguire un’analisi piu ap- 
profondita di qualche centi- 
naio di partite giocate dal 
computer contro se stesso 
(cosa che io non ho fatto), 
essa dovrebbe dare indica- 
zioni pratiche, valide per i gio- 
catori umani, su quali siano 
ad esempio le aperture piu 
efficaci 0 le mosse da evita- 
re. Qualcuno di voi ha voglia 
di compiere un simile lavoro’ 

Conclusione 

Purtroppo lo spazio e co- 
me al solito tiranno e mi im- 
pone di giungere alla fine del 
discorso. Peccato perché sul 
Master Mind vi sarebbero 
molte altre cose interessanti 
da dire Spetta dunque a voi, 
come al solito, farmi sapere 
se l’argomento vi ha interes- 
sato e se volete che vi ritorni 
sopra in futuro, magari pro- 
prio per presentare i vostri la- 
vori in merito. Sapete come 
le scelte degli argomenti sia- 
no fortemente influenzate 
dalle vostre opinioni, per cui 
se volete una nuova puntata 
sul Master Mind... scrivetemi 
e possibilmente mandatemi 
delle vostre osservazioni ori- 
ginali. 

Nel frattempo vi invito a 
procurarvi una confezione di 
Masier Mind, se già non l'a- 
vete, ed a praticare un po’ 
questo gioco che menta an- 
cora un po' d'attenzione per 
l'ottimo esercizio di logica 
che comporta. Per invogliarvi 
VI propongo, in figura 2, al- 
cuni interessami quesiti ge- 
nerati dal mio programmino 
citato poco fa. In ognuno di 
essi la soluzione e unica, os- 
sia discende necessariamen- 
te e senza ambiguità dall’a- 
nalisi dei tentativi precedenti 
Essi sono un buon inizio alla 
pratica del gioco. Ovviamen- 
te dovreste cercare di risol- 
verli a mente e non al com- 
puter, altrimenti non c’e al- 
cun gusto! 

E con questo chiudo dan- 
dovi appuntamento a) prossi- 
mo mese per il promesso re- 
soconto del miniconcorso sui 
fattoriali Arrivederci fra tren- 
ta giorni. 


160 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 199l 


PC COMPATIBILI 
EUROSYSTEM 

Qualità & convenienza 

XT EuroSystem 12 MHz 499.000 

CPU Nec V20 compatibile 8088, cabinet "baby" con 
alimentatore 180 W. tastiera estesa 101 tasti. 512 KB 
Ram espandibili a 1 MB, controller FDD, disk drive a 
scelta da 360 KB o 720 KB, scheda video duale 
Hercules+CGA, porta parallela Centronics, zoccolo 
per coprocessore opzionale 8087, 0 wait States. 


286 EuroSystem 12 MHz 740.000 

286 EuroSystem 16 MHz 850.000 


CPU 80286, cabinet "baby" con alimentatore 200 W, 
tastiera estesa 101 tasti, 1 MB Ram espandibili a 4 MB 
EMS, controller AT-bus interleave 1:1, disk drive a 
scelta da 1.2 MB o 1.44 MB, scheda video duale 
Hercules+CGA, porta parallela Centronics, zoccolo 
per coprocessore opzionale 80287, 0 wait States. 


386-SX EuroSystem 16 MHz 1.295.000 

386 EuroSystem 25 MHz 1.590.000 

386 EuroSystem 25 MHz 64K cache 2.890,000 

386 EuroSystem 33 MHz 64K cache 2.190.000 


CPU 80386, cabinet "baby" con alimentatore 200 W, 
tastiera estesa 101 tasti, 1 MB Ram espandibili a 8 MB 
EMS, controller AT-bus interleave 1:1,1 disk drive a 
scelta da 1.2 MB o 1.44 MB, scheda video duale 
Hercules+CGA, porta parallela Centronics, zoccolo 
per coprocessore opzionale 80387, 0 wait States. 

486 25 MHz stessa configurazione a solo 3.700.000 


Configurazioni aggiuntive: 

con secondo drive 1.2 o 1.44 a scelta + 120.000 

con seriale multi I/O AT (scriale+prinicr+gamc) + 25.000 

con VGA 800x600 256 KB Ram + 75.000 

con SuperVGA 1024x768 512 KB Ram + 199.000 

con SuperVGA 1024x768 1 MB Ram + 299.000 

con hard disk Seagate 45 MB (28 ms., 600 KB/scc.) ... + 430.000 
con hard disk Seagate 125 MB (19 ms.. 800 KB/sec.) . + 890.000 
con h. d. Conner 210 MB (15 ms.. 1000 KB/sec.) .... + 1.490.000 

per ogni l MB Ram aggiuntivo + 1 15.000 

monitor 14" duale monocromatico 190.000 

monitor 14" CGA colori 399.000 

monitOT 14" VGA monocromatico 230.000 

monitor 14" VGA colori 640x480 540.000 

monitor 14" VGA mulliscan colori 1024x768 695.000 

monitor 19" VGA colori 1024x768 ... 2.250.000 


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emulare le schede video Hercules e CGA. suppOTia hard 
disk c mouse, e tantissimo altro ancora. 


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Adattatore per Amiga 2000 130.000 

Adattatore per Atari 1040 STE 130.000 

Adattatore per Atari Mega ST 99.000 


HARDWARE 

Espan-sione 512 KB A-500 «8.01)0 

Espansi(»te5t2 KB con clock A-500 114.000 

Vidcon ir 450.000 

Vidcon III' Amiga 560.000 

Vidcon III' PC 740.000 

DigiView 4.0 390.000 

PAL-RGB converter 220.000 

Drive esterno con switch IfiS.OOO 

Drive esterno HD 1.44 MB Amiga 259.000 

MiniGen A-500 299.000 

Mouse di ricambio Amiga 59.000 

Hard card A-2091 45 MB A-2000 880.000 

Espansione 2 MB per A-590 e A-2091 195.000 

Scheda dc-inlcrlaccr per A-2000 450.000 

Chip di espansione per A-3000 1 9.000 cad. 

Tavoletta grafica seriale Amiga o PC 499.000 

Faitcr Agnus 8372/A 179.000 

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STORYWARE 


Mentre procede inarrestabile il flusso dei racconti che pervengono alla nostra 
redazione, sentiamo il bisogno di una pausa riposante — tra scenari futuribili, 
marchingegni diabolici e super-computer che decidono gli umani destini, spuntano 
ogni tanto dei racconti anormali»: eccone un paio 

Non solo fantascienza 


di Elveno Petroui 



F a piacere ogni tanto im- 
battersi in racconti che 
presentino dette situa- 
zioni dal vago sapore familiare. 

È il casa dei due lavori che 
pubblichiamo questo mese, 
due ambientazioni piuttosto ri- 
correnti nelle quali ho ritrovato 
le sono certo che accadrà an- 
che a voi) due figure che spes- 
so incontro nella vita di ogni 
giorno. 

Il protagonista di i>Jennifer« 
mi ha richiamato alla mente, 
tra le altre, l'immagine di Cor- 
rado Giustozzi, naturalmente 
non per quei tratti di subordi- 
nato, improponibili nel sua ca- 
so. ma per quel febbrile entu- 
siasmo che assale Filippo lan- 
ciato alta scoperta della nuova 
macchina e che immagino as- 
salga anche il buon Corrado 
ogniqualvolta si trovi di fronte 
ad un nuovo modello o prodot- 
to da iitastareii. 

Nel protagonista de «L'affa- 
re» invece, ho rivisto, con una 
punta di tristezza, alcuni per- 
sonaggi. di CUI non faccio il 
nome per correttezza, che so- 
no riusciti e riescono ad igno- 
rare ogni cosa che non abbia 
attinenza con il mondo infor- 
matico. SI tratti pure di un sen- 
timento altrui. 

Entrambi i racconti lasciano 
un po' d'amaro in bocca, ma 
non SI tratta di un sapore in- 
ventato: è proprio il gusto 
agrodolce dell'ossessione da 
computer, un male del quale 
sono affetti anche numerosi 
lettori di riviste del settore 
(non certo della nostra, mi 
auguro) 


È anche per evitare che i 
sìntomi di questi malesseri 
peggiorino che è nata Story- 
ware. una rubrica «diversai- 
ideata per distrarre qualcuno, 
anche se i suoi effetti, me ne 
rendo conto, possono essere 
anche solo quelli di una sorta 
di pastiglietta per l'alito cat- 


Jennifer 

di Cosimo Cardellicchio 

"Massime prestazioni per il 
vostro nuovo computer... Un 
investimento sicuro.. Ogni ri- 
sorsa utilizzata». Il capo si de- 
gnò di alzare gli occhi dalla 
pubblicità che aveva appena 
letto ad alta voce, enfatizzan- 
do le parole prestazioni, risor- 
se e soprattutto investimento. 


gorgogliando qualcosa II dove 
c’erano i dettagli tecnici. Filip- 
po ascoltava con finto interes- 
se questo sproloquio, chie- 
dendosi dove il Boss volesse 
arrivare. 

"Ho deciso», egli continuò, 
«di comprarne una cinquanti- 
na, e questo modello mi sem- 
bra particolarmente indicato 
per le esigenze della Ditta. 
Credo che il prezzo sia ade- 
guato e risulterà un buon inve- 
stimento» concluse, svento- 
lando il depliant che aveva ap- 
pena declamato a suo modo. 

Già Filippo non lo stava più 
ascoltando e immaginava 
quella testa da Capo che parla- 
va, fatta a riquadri come un 
tabellone elettronico, con le 
voci Ricavi. Spese, Ammorta- 
menti. ma soprattutto con Uti- 
le Netto che lampeggiava mar- 
tellante. quando senti giunge- 


re alle sue orecchie un «Cosic- 
ché lei lo proverà» «Co- 
me?!», farfuglio il tapino, trop- 
po immedesimato nella sua 
fantasia 

«Lei lo proverà», ribadi il 
Superiore. «Ho già preso ac- 
cordi con la gente che vende 
questa roba. Ce ne lasciano 
uno m prova, cosi possiamo 
decidere. Sabato le sarà scari- 
cato a casa sua il trabiccolo, 
cosi potrà divertirsi per tutto il 
fine settimana... poi lunedi mi 
consegna una relazione detta- 
gliata SUI vantaggi che ne rica- 
verebbe la Ditta dall'acquista- 
re questo e non un altro af- 
fare» 

"Sabato’», gemette misera- 
mente il subordinato, vedendo 
compromesso il suo fine setti- 
mana. «Certo», prosegui il de- 
spota. «e non si preoccupi per 
la bolla di accompagnamento. 
Ho già sistemato tutto io.. Le 
offro un week-end di diverti- 
menti e dovrebbe ringraziar- 
mi... Ah, dimenticavo, La rela- 
zione... scritta in termini com- 
prensibili e in buon italiano, 
ovviamente» 

«Ovviamente», acconsenti 
il subordinato. Tornando alla 
sua scrivania, maledisse il 
giorno m cui si era vantato di 
essere un drago dei compu- 
ter. Un cumulo di carte lo fece 
tornare alla realtà più imme- 
diata e un «ci penseremo sa- 
bato», concluse mestamente 
il suo rimuginare. 

Filippo viveva solo e trascor- 
se con una strana agitazione il 
sabato mattina; il fine settima- 
na era compromesso e avreb- 


MCmicrocomputer n. 106 - a,nrile 1991 


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STORYWARE 


be ancRe dovuto scrivere una 
relazione ir> perfetto italiano, 
cort congiuntivi e condizionali 
al loro giusto posto Nonostan- 
te tutto CIÒ, non era dispiaciu- 
to dal dover esaminare questo 
nuovo computer, di cui si era 
fatto un gran parlare, ma che 
nessuno dei suoi conoscenti 
aveva ancora visto all'opera. 

Solo nella tarda mattinata, 
due giovanotti dall'età indeci- 
frabile gli portarono a casa una 
sene di scatoloni che, una vol- 
ta aperti, rivelarono il loro con- 
tenuto: Jennifer, il computer 

Il nostro firmò velocemente 
tutte le carte che i due gli 
sottoposero: una strana ecci- 
tazione cresceva in lui al vede- 
re il calcolatore prendere 
forma 

"Si diveda», gli augurò an- 
dandosene uno dei due con 
aria sorniona, ma egli non ci 
badò. 

Jennifer era II. sul tavolo del 
suo studiolo, e lo aspettava: 
un ampio schermo a colon so- 
vrastava il computer vero e 
proprio due semisfere spor- 
gevano alle estremità superio- 
ri, appena sotto lo schermo, 
mentre più in basso la tastiera 
era quasi incastrata nel com- 
puter, sebbene potesse esse- 
re agevolmente rimossa di là 
e allontanata: sul retro, incon- 
fondibili. erano presenti due 
casse acustiche che, a causa 
delle loro dimensioni, sembra- 
vano promettere un suono 
stereofonico di qualità; poco 
sopra la tastiera, m una posi- 
zione insolitamente centrale. 
VI era un drive per dischetti, 
nonostante la pubblicità assi- 
curasse servire poco, per 
"l'abbondanza di memorie di 
massa di nuova concezione» 

Questa sapiente disposizio- 
ne delle vane unità operative, 
e un sapiente arrotondamento 
degli spigoli, conferivano a 
Jennifer un aspetto decisa- 
mente gradevole, lontano, re- 
moto quasi, dal solito paralle- 
lepipedo di plastica e metallo 

"Dove sarà il mouse?» si 
chiese Filippo, ma capi subito 
che non c’era mouse. «Ah, 
ecco, queste due semisfere 
sono due irackball... dovevo 
immaginarlo... è l'ultima diavo- 
lena per indicare un punto sul- 
lo schermo.. Strano, non le 


avevo mai viste in posizione 
verticale». 

Cominciò a rovistare fra i 
manuali (quanti') che i due gli 
avevano lasciato; «Guida al- 
l'installazione — lasciamo 
perdere è già installato. Ma- 
nuale del Basic: non mi serve 
per ora. Il Word-processor e il 
foglio elettronico: poi... poi 
Jennifer, filosofia d'uso...» e 
qui il suo rovistare si arrestò. 
Lesse quel libretto affascina- 
to, ingurgitando disordinata- 
mente un peperone ripieno, 
uno yogurt, un panino col ton- 
no, una fetta di ananas e una 
birra, per placare le rivendica- 
zioni dello stomaco 

"L'aspetto innovativo è un 
esteso uso del multitasking, in 
CUI piu programmi lavorano 
contemporaneamente, coordi- 
nati da Jennifer, il programma 
supervisore, che sfrutta tutte 
le risorse disponibili ed espri- 
me un giudizio su una migliore 
utilizzazione delle stesse..». 
COSI era scntto sul manuale, in 
maniera decisamente poco 
chiara. 

Decidette allora di passare a 
un contatto diretto. Fu con tre- 
pidazione. culminata poi in un 
gesto deciso, che il giovane 
dette corrente "Ciao, io sono 
Jennifer», cosi si presentò il 
computer con voce suadente. 
"Le procedure di installazione 
non sono complete: devi veri- 
ficare il funzionamento delle 
Irackball e della tastiera. Puoi 
variare le costanti di tempo 
dei tasti, puoi variare.. » e qui 
la voce elenco tutta una sene 
di desideri attuabili, dal volu- 
me della voce, ai suoi toni, 
dalla luminosità, ai contrasti 
dello schermo e cosi via. 

Provò allora la tastiera: (a 
senti morbida, soffice quasi, 
ma di pronta risposta, Accon- 
senti alle richieste che gli pro- 
venivano dalla voce, provando 
via via I tasti, cosi come gli era 
suggerito. 

Fatto CIÒ. sullo schermo 
comparve allora un fittissimo 
reticolo e l'invito a provare le 
trackball, raggiungendo e indi- 
cando alcuni punti evidenziati 
Filippo, incantato, obbedì e vi- 
de che il cursore si spostava 
rapidamente e con notevole 
precisione, al seguito della sua 
azione sulle trackball: dapprin- 
cipio. le sfiorava appena con le 
dita della mano aperte, ma in 
seguito SI rese conto che la 
risposta era sempre veloce e 
precisa, anche a un comando 


più rude, più profondo si direb- 
be quasi. Di II a poco acquistò 
familiarità, lui che non era 
mancino, a manovrare anche 
la Irackball di sinistra. 

"Vedo che impari in fretta». 
SI complimentò la voce sua- 
dente. «Bene, le procedure di 
installazione sono terminate, 
passiamo al lavoro» Il giovane 
aveva un sorriso soddisfatto e 
una curiosità che cresceva a 
dismisura 

«Vuoi usarmi solo per lavoro 
(batti L) o per lavoro e gioco 
(batti qualsiasi altro tasto)?». 
Filippo, trionfante, aveva pre- 
muto una sintomatica G. 
quando si senti chiedere «In 
quanti mesi vuoi ammortizzare 
il mio acquisto?»- 

Rimase perplesso alla ri- 
chiesta Sibillina, ma la filosofia 
del " premi-un-tasto-poi-si-ve- 
dràn prevalse in lui, convin- 
cendolo a esercitare una pres- 
sione suin, seguito da un fati- 
dico Invio. 

«Dovremo lavorare dura- 
mente», dedusse con voce 
grave Jennifer. Comparvero 
sullo schermo tanti siparietti 
con delle scritte. Filippo indicò 
con la trackball di destra quel- 
lo chiamato «Foglio elettroni- 
co» e 'I sipario si ingrandì, si 
apri e fu disegnato il reticolo 
dello spreadsheet. 

Si intrattenne per un po': 
era veramente potente, ma 
ciò che io rendeva profonda- 
mente diverso da tutti gli altri 
programmi in commercio era 
proprio Jennifer, il programma 
supervisore e consigliere. 
"Quella cella può essere rag- 
giunta più facilmente con la 
trackball di sinistra»; «Invece 
di battere dieci volte il simbolo 
di addizione, usa la funzione 
Somma, m cui gli addendi so- 
no gli operandi»; «Non usare 
m quel modo il simbolo %: è 
errato» 

Ogni suggerimento diminui- 
va uno strano numero che ap- 
pariva in alto sullo schermo 
Filippo, che aveva letto velo- 
cemente solo Filosofia d'uso, 
ipotizzò che indicasse i suoi 
progressi nell'imparare e che 
col tempo questo numero sa- 
rebbe scomparso 

Quando si fu stancato, chie- 
se al computer di uscire da 
quel programma e provò i) 
word-processor Jennifer ave- 
va un vocabolario ricchissimo 
e conosceva persino la gram- 
matica. e gli segnalò tutti gli 
errori di battitura commessi, 


spingendosi persino a ipotizza- 
re un uso improprio di un con- 
giuntivo 

Provò poi il programma Ar- 
chivio, e poi un gneratore mu- 
sicale, e poi un favoloso pro- 
gramma grafico, con cui si 
senti emulo di Piero della 
Francesca. Era tutto cosi sem- 
plice e divertente e poi c’era 
Jennifer, sempre pronta a n 
prenderlo dolcemente, se sba- 
gliava, 0 a svelargli tutte le 
innumerevoli risorse a disposi- 
zione (quante'). 

Il pomeriggio volò via m 
queste esplorazioni, quando, 
verso le 19, un impellente bi- 
sogno fisiologico lo condusse 
in bagno per qualche minuto 
Ne tornò con calma, desidero- 
so si di continuare, magari per 
un’altra ora. ma anche di usci- 
re un po' di vantare con gli 
amici quanto avesse in casa 

Fu quando sfiorò la trackball 
di sinistra per puntare il sipa- 
rietto Giochi che udì la voce, 
in tono inconfondibilmente ira- 
to: "Dove eri andato a finire, 
vagabondo? Sono 4' e 43" 
che non mi premi un tasto O 
siamo dati alla bella vita’ Ri- 
corda che dobbiamo ammor- 
tizzare l'acquisto m un mese» 

Filippo ammutolì II pro- 
gramma supervisore aveva 
preso un po' troppo a cuore 
queir 1 che aveva premuto co- 
si alla leggera, ma, passata la 
sorpresa, gli venne da ridac- 
chiare pensando a quanto quel 
computer fosse simile al Ca- 
po. Vide che c'era un sipariet- 
to dedicato agli scacchi e lo 
segnalò: immediatamente fu 
disegnata una scacchiera, 
completa di tutti i pezzi 

Non era mai stato un gran- 
de giocatore, ma rimase di 
sasso quando, alla quinta 
mossa, gli fu segnalate «Non 
e COSI che si gioca la Spagno- 
la, stai per metterti in guai 
grossi». Quando poi alla nona 
mossa l'umano perse un ca- 
vallo senza alcuna controparti- 
ta, il computer sbotto «0 non 
sai giocare, o non ti stai impe- 
gnando Il tuo atteggiamento 
è indegno» 

Ormai intimorito, l’umano 
punto l'icona di Ime partita, fra 
un sarcastico «Era ora!», e 
optò per la dama, ma . già alla 
ventiduesima mossa, la perfi- 
da aveva un vantaggio schiac- 
ciante e un tono di voce sem- 
pre più alterato Chiese allora 
la fine del programma e, dal 
menu principale, chiese la fine 


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MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991 


STORWVARE 


di quella ormai imbarazzante 
sessione «Che cosa’», tuonò 
il computer, «dobbiamo anco- 
ra lavorare duro per am- 
ba voce SI bloccò. Filippo 
aveva raggiunto il tasto di ac- 
censione e aveva interrotto il 
calcolo di quella furia. Rimase 
per circa due minuti seduto e 
in silenzio: il tonno, lo yogurt, 
l'ananas, la birra e i peperoni 
SI erano improvvisamente ri- 
svegliati nel suo stomaco e 
tenevano il battito accelerato 
del suo cuore. 

«L’idea del programma su- 
pervisore che aiutasse, consi- 
gliasse. tenesse il tempo, 
un'agenda e cosi via è otti- 
ma». pensava fra sé e sé, 
«ma questa é troppo petulan- 
te». Vero é che quell'l battuto 
COSI imprudentemente aveva 
costretto il microprocessore a 
fare i conti in un certo modo .. 
La sua esperienza gli consigliò 
di riaccendere e. non appena 
gli sarebbe stato chiesto in 
quanto tempo ammortizzare i 
costi, doveva rispondere 100, 
0 1000 0 10000. Cosi tutto 
sarebbe tornato come prima, 
compreso la voce suadente. 

Premette il tasto di accen- 
sione ma CIÒ che udì gli fece 
accapponare la pelle: «Allora, 
sfaticato, hai cercato di zittir- 
mi’ Ricorda che ci sono le 
batterie tampone, con 
un’autonomia di 48 ore. Al la- 
voro L., 

Il giovane era impaurito e 
nel panico levò corrente di 
nuovo a Jennifer: l'interrutto- 
re scattò, ma il computer non 
SI spense. «Mi dispiace», 
commentò acida l'arpia, «ma 
non posso permettere un tuo 
nuovo gesto inconsulto. Ho 
inserito le batterie tampone. 
Al lavoro!» 

Filippo balzo dalla sedia: le 
sue mani si congiunsero sul 
capo, scendendo fino al collo, 
e distaccandosi poi, umide di 
sudore. <iAI lavoro.. Al lavo- 
ro' ». imponeva la voce, «Al 
lavoro .. Al lavoro!» 

Quel ritornello gli entrò nel 
cervello, né riuscì a modificar- 
le il tono di voce. 

I comandi erano disabilitati. 
Corse in cucina, ma anche da 
li udiva: «Al lavoro. Al la- 
voro'». 

«Chi se lo tiene per 48 ore 
questo animale? Homo sa- 
piens, pensa qualcosa», si in- 
coraggiò Filippo, «e anche m 
fretta!». 


Ritornò daH'insaziabile e 
chiamò di nuovo il word pro- 
cessor, scrisse qualcosa e 
chiese di memorizzarlo, Jenni- 
fer si calmò. In seguito a que- 
sta pausa, l'umano nprese fia- 
to e cercò qualcos'altro. Vide 
un siparietto dal titolo Nuovi 
Orizzonti e lo indicò. Voleva 
andare via, uscire di casa, par- 
lare con essen umani, toccare 
qualcosa di diverso da quella 
morbida plastica, ma sapeva 
anche che doveva far tacere 
queU’avidissimo programma. 

In un'icona lesse «Insieme 
di Mandeibrot» e il suo viso si 
illuminò. «Adesso ti sistemo 
io», esclamò trionfante, ar- 
meggiando con le trackball. 
«Volevi lavorare? Ora te ne 
do IO occasione...». Egli ricor- 
dava quella volta che si era 
cimentato con l'insieme di 
Mandeibrot, con il suo vec- 
chio e fedele computer — 
mai troppo invadente — 
quando il programma che 
aveva scritto aveva impiegato 
oltre 4 ore e 21 minuti per 
disegnare una misera immagi- 
ne bianco/nero 

«Quanti colori?» chiese 
Jennifer «65536», batté Filip- 
po ghignante «Quale regio- 
ne?». La trackball fu diretta 
su un’icona che aveva scritto 
Casuale e fu dato il via. Lo 
schermo si annerì e poi, dal 
basso verso l'alto, cominciò a 
popolarsi di tanti puntini lumi- 
nosi, inequivocabilmente l'in- 
sieme di Mandeibrot. 

«Conclusione prevista fra 
30 secondi», scandi sicura 
Jennifer, «20... 15... 10... fatto. 
Un'altra regione?» 

Il giovane era allibito e ter- 
rorizzato; confermo meccani- 
camente l'icona Casuale e os- 
servò con quale ridicola facili- 
tà l'insieme di Mandeibrot era 
calcolato. «Fatto... Un'altra re- 
gione?», chiese l’instancabile. 

Ancora una volta egli con- 
fermò. Che fare? Telefonare 
ta sua disperazione a qualcu- 
no? E a chi’ Causare un corto 
circuito, aprendo la bestia e 
martellando qui e là? Meglio 
di no. Jennifer aveva già di- 
mostrato di sapersi ben difen- 
dere. 

Era orami preso da tremiti 
e sudori freddi: non sapeva a 
quale Santo del Paradiso inol- 
trare la sua pressante richie- 
sta di soccorso. Posizionò al- 
lora la trackball sull’icona Ca- 
suale e confermò ancora e ri- 
mase davanti allo schermo a 


pregare che gli venisse un’i- 
spirazione. 

La trackball era umida di 
sudore e, ai termine di quel- 
l'altro quadro riempito dalla 
solerte, confermò ancora una 
volta Casuale. 

Le due dna non si staccaro- 
no dalla trackball, mentre Jen- 
nifer disegnava ancora. 

Fu allora che un lampo at- 
traversò 1 SUOI ormai provati 
neuroni; premette il tasto In- 
vio con una matita, fermando- 
la poi in quella posizione con 
due pezzi di nastro adesivo. 
Ogni volta che Jennifer termi- 
nava un quadro, ripartiva im- 
mediatamente da un altro set- 
tore a caso in omaggio all’ico- 
na Casuale indicata dalla 
trackball e confermata dall'fn- 
vio sempre premuto 

Le immagini si susseguiva- 
no alle immagini. Filippo si ac- 
casciò sulla sedia, godendo di 
quell'automatico disegnare. « 
Ci sono infinite possibilità nel- 
l'insieme di Mandeibrot», si 
disse felice. 


L'affare 

di Federico Creselin 

Lo vedevo ogni mattina alla 
solita ora. quando uscivo da 
scuola: se ne stava seduto in 
una panchina del parco, con i 
gomiti appoggiati aH'indietro 
sullo schienale e le gambe 
stese in avanti. Guardava 
sempre nel vuoto davanti a 
sé. senza per questo trascura- 
re di farmi un cenno di saluto 
col capo ogni volta che pas- 

La cosa andava avanti or- 
mai da due mesi abbondanti, 
ma non mi ero mai deciso a 
fermarmi per parlargli, nono- 
stante lo conoscessi da ven- 
t'anni e più. 

Non avevo neanche mai 
pensato che fosse ridotto ve- 
ramente male, voi mi capite... 
Sapevo che aveva del suo, 
che lavorava da sempre m 
banca; sapevo anche che si 
era sposato con una donna 
intelligente e vivace e che 
non aveva mai avuto figli. 

Un filo di curiosità attraver- 
sava comunque la mia men- 
te: perché se ne stava li. intri- 
stendo ogni giorno di più, 
senza far nient’altro che guar- 
dare le foglie cadere e i pas- 
seri saltellare sul ghiaietto? 

Se non mi avesse però ri- 


volto lui la parola, per quella 
mia abituale riservatezza e 
quella solita mancanza di vo- 
glia di rinverdire vecchie co- 
noscenze, quei filo non l’avrei 
mai raccolto. 

«Fermati per una volta. Ca- 
satti...» mi disse quattro mesi 
fa circa, un giorno che stavo 
attraversando il parco per arri- 
vare alla macchina Era vesti- 
to come al solito: la cravatta 
allentata e la barba lunga gli 
davano un’aria trasandata 
piuttosto incongrua rispetto 
all'abito di buona fattura Ap- 
poggiato alla panchina c'era 
un ombrello nero e sulla pan- 
ca una vecchia cartella di 
pelle. 

«Ehilà, Bombini. Come ti 
va?» feci IO rallentando il pas- 
so ma voltando solo il viso, 

«Voglio proporti un affare, 
ma se hai fretta non im- 
porta...». 

Decisi di fermarmi, rasse- 
gnato all’inevitabile resoconto 
di disgrazie e sfighe. 

«Se hai bisogno di soldi, 
prestiti non ne faccio, ma die- 
ci carte te le do volentieri». 

Arrossi violentemente, visi- 
bilmente offeso. Mi affrettai a 
scusarmi, dandomi del cretino 
per essere passato troppo in 
fretta a conclusioni che non 
avevo nessun diritto di trarre: 

« .. Anche tu, però, dopo 
tanti anni che non ci vedia- 
mo . ammetterai di avere 
un'aria un po' di merda... Scu- 
sami tanto, ma sei invecchia- 
to un sacco e ii curi poco... Di 
questi tempi tutto può esse- 
re... Se ne sono viste 

Si tirò in piedi, raccolse 
l'ombrello e la cartella, si 
strinse il nodo della cravatta e 
mi disse: 

«Se non ti vergogni a girare 
con me, ti accompagno per 
un pezzetto e ti spiego l'af- 
fare». 

Acconsentii, lieto di vedere 
che non si era offeso più di 
tanto. Interruppe subito le 
scuse che continuavo a sciori- 
nare. 

«Parliamoci chiaro, Casattr 
non sei il primo che mi scam- 
bia per un barbone. Tuttavia 
le apparenze ingannano: non 
ho bisogno di soldi, anzi me 
la passo bene da quel punto 


MCmicfocompuler n. 106 - aprile 1991 


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STORYWARE 


di vista. Ho ereditato un sac- 
co di grana, tanto che ho po- 
tuto permettermi di lasciare la 
banca. Tu insegni sempre, 
vero?», 

uSi. ma adesso sono al 
liceo». 

“Allora la mia proposta for- 
se ti interessa. Ho un compu- 
ter da vendere». 

“Prima di tutto non mi pia- 
ce comprare usato e poi ne 
ho già uno. con due floppy». 

“Non farmi ridere. Un 386 
di otto mesi. 33 megaHertz, 
120 mega di hard, supen/igi-à. 
zeppo di programmi NUOVIS- 
SIMI!» 

«Guarda, allora non penso 
di. ». 

«Otto mega di RAM, video 
16 pollici, 1024 per 768...». 
Mentre parlava, gli occhi gli 
brillavano e minuscole perle 
di sudore gli scendevano sulla 
fronte, «Stampante 24 aghi, 
tutu I manuali del soft... Anco- 
ra in garanzia. Niente di copia- 
to, tutto originale. Venti cubi 
di valore totale, e anche, 
anche...». 

«Ma non ho i soldi... Venti 
cubi per un computer!». 

«Quattro milioni. Mi basta- 
no quattro milioni». 

«Bé, quattro milioni anche 
ce li avrei» mi scocciava pas- 
sare per un poveraccio, se lui 
poteva spendere quei soldi 
per quello che doveva essere 
soprattutto uno svago, «ma 
credo che ne prenderesti di 
più da un qualsiasi negozian- 
te». Eravamo intanto arrivati 
alla macchina. Devo dire a 
questo punto che l'offerta mi 
solleticava. 

Avevo letto qualcosa recen- 
temente e alcuni colleghi a 
scuola (quello stronzo di Cer- 
tani con le sue arie da tecno- 
crate! E anche Quozzi l'untuo- 
so...) ti facevano una testa co- 
si con quel che facevano con 
I loro AT, AD o quel che pic- 
chio avevano. Rimanevo un 
po' perplesso per il timore di 
una truffa, anche se avevo 
sempre considerato il Bombi- 
m un onesto totale. 

Mi spiegò rapidamente l'in- 
ghippo: non era ancora sicuro 
di volersene liberare. Un po’ 
per gli occhi che gli dolevano 
(«Ma sono io l’orbo, sai. mica 
c'entra lo schermo, che è an- 


tiriflesso...»), un po’ perché 
voleva dedicarsi ai viaggi, 
pensava di fare una prova: 
me lo cedeva per tre mesi, 
dopo di che o se lo ripigliava 
indietro o gli pagavo i quattro 
cubi, a seconda di come an- 
dava l'esperimento, 

In teoria avrei dovuto con- 
sultare mia moglie, come 
ogni qualvolta c'è una spesa 
grossa da fare, ma avendo bi- 
sticciato la sera prima per un 
qualche motivo, assaporai il 
gusto dell’azione di forza e mi 
accordai col Bombini per an- 
dare a vedere la «macchina» 
(cosi la chiamava lui) subito 
dopo le ripetizioni del pome- 
riggio. 

Abitava in una palazzina si- 
gnorile del centro. La moglie 
era come me la ricordavo e, 
nonostante avessimo avuto 
una conoscenza men che su- 
perficiale, mi accolse con 
molta simpatia: 

«Casatti, quanto tempo! E 
tua moglie? E il bambino, 
quanto ha? Come, hai anche 
una bambina? Loris, lo sa- 
pevi?». 

Passammo in studio a ve- 
dere Il computer e fui subito 
stupito nel constare che tutto 
corrispondeva alle descrizioni 
della manina. 

Il Bombini era fremente 
quando accese il marchinge- 
gno. Le sue dita volavano sul- 
la tastiera, gli occhi erano in- 
collati allo schermo e. a dire il 
vero, non mi sembravano per 
niente affaticati. Ogni tanto, la 
mano destra afferrava con 
leggerezza ed affetto il 
mouse, lo muoveva un attimo 
e si udiva un clic. 

Mi fece vedere di tutto, 
parlando incessantemente, 
soffermandosi sulle cose più 
importanti, passando da un 
programma all'altro con una 
velocità ed una competenza 
invidiabili. Era molto bravo a 
spiegare e. in una serata sol- 
tanto, riuscii a comporre nel 
mio cen/ello molto di quello 
che avevo solo orecchiato da 
Quozzi e Certani, rendendomi 
conto della portata effettiva 
dell’iiaffare». 

Dopo tre ore di computer, 
entrò la moglie di Bombmi 
con panini e birra. Il mio ami- 
co continuò 3 trafficare men- 
tre mangiava, parlando con la 
bocca piena e seminando bri- 
ciole sulla tastiera. 

«Allora (0 prendi, Casatti?» 
chiese a un certo punto la 


moglie, in un tono vagamente 
ansioso. 

«Per tre mesi...» bofonchiò 
Bombini. La donna gli lanciò 
un'occhiata gelida e voltò le 
spalle a noi e alla macchina, 
dicendo in tono tagliente: 

«Fra tre mesi dovrai sce- 
gliere, certo...». 

Alquanto rosso in viso, 
Bombmi farfugliò qualcosa del 
tipo «noncibadarepoilepassa», 
SI riprese e continuò con le 
spiegazioni. 

Un mondo nuovo s'era 
aperto ai miei occhi: i termini 
sciorinati dal Bombini mi si 
rivelavano nella loro praticità 
ed essenzialità e I nomi dei 
programmi fin da subito en- 
trarono a far parte di me co- 
me se dovesse essere per 
sempre. 

Caricammo il materiale nel- 
la mia Duna familiare. Prima 
che me ne andassi, la moglie 
di Bombmi mi strinse forte la 
mano e mi baciò sulla guan- 
cia. Aveva un profumo inten- 
so e gli occhi le brillavano. 

Il Bomba, che non aveva 
più detto nulla da quando le 
operazioni di carico erano ter- 
minate, rimase sul portone a 
salutare con la mano. Mi 
sembrava ancora peggio m ar- 
nese della mattina, sotto il 
neon del lampione 

Sono passati già quattro 
mesi e. come d’accordo, il 
computer è rimasto a me. 
L’altro giorno ho telefonato a 
Bombini per i quattro cubi e 
ci siamo accordati per incon- 
trarci l'indomani, ai giardini. 

Quasi non lo riconoscevo: 
sembrava ringiovanito di dieci 
anni e somigliava molto di più 
al vecchio Bomba del liceo. 
Mi raccontò dei viaggi che 
aveva fatto, di come stesse 
bene e, soprattutto, del desi- 
derio di adottare un bimbo 
che aveva riavvicinato lui e la 
moglie dopo un periodo di 
forte crisi. Intascò l’assegno 
senza neanche controllare 
l'importo. Mi accompagnò fin 
sulla porta della scuola e si 
congedò abbracciandomi viril- 
mente le spalle. Non una pa- 
rola sul computer. 

Quanto a me, posso dirmi 
molto soddisfatto deH'affare 
col Bombmi: ormai sono en- 
trato perfettamente in sinto- 
nia con la macchina. E come 
se avessi una nuova vita; do- 
po tanti anni, tra l’altro, ho 
riscoperto la voglia di studia- 
re, d’imparare e le ore che 


passo davanti al monitor mi 
volano via lasciandomi sem- 
pre in uno stato di esaltazio- 
ne. Mi sembra di avere sco- 
perto in me risorse intellettua- 
li mai sospettate (sempre sta- 
to un umanista!). 

Al di là dei lavori (che, del 
resto, ho sempre fatto anche 
con il vecchio XT), mi piace 
un sacco imparare ad usare 
programmi che non mi servi- 
ranno mai, come i logli elet- 
tronici ed i database, disegna- 
re col mouse, fare giochini: 
ho cominciato anche con un 
po' di programmazione. A vol- 
te mi chiedo se continuo ad 
andare a scuola, oltre che per 
lo stipendio, anche per poter 
assaporare l’invidia di Quozzi 
e Certani Nei miei sogni ad 
occhi aperti gioco spesso a 
squash con Bill Gates. 

Mi rendo conto che tutto 
questo è un po’ infantile; tra 
l’altro, la mattina allo spec- 
chio, dopo le tre ore di sonno 
che mi concedo di questi 
tempi, non mi sembro certo 
un ragazzino I miei figli mi 
trattano un po' con condi- 
scendènza, ma IO mi sento di 
nuovo, dopo parecchio tem- 
po, veramente up-to-date e 
non ho complessi nei loro 
confronti. 

Sarebbe davvero una vita 
felice, se non fosse per mia 
moglie. I rapporti tra noi sono 
ormai pessimi e, anche se 
non ricordo più la causa del 
litigio, sono certo che la no- 
stra crisi cominciò proprio il 
giorno prima del mio incontro 
col Bombirti. È tanto che non 
facciamo l’amore e basta un 
niente per farla scattare. Ho 
cercato anche di iniziarla al 
computer, ma è come se le 
parlassi di calcio: non gliene 
frega niente. 

Spesso la notte, quando mi 
butto a letto dopo aver ripuli- 
to il personal dai Bak e aver 
riassestato la mia GUI per il 
giorno dopo (mi piace avere 
uno schermo diverso ogni vol- 
ta). la vedo al mio fianco e la 
sento teneramente estranea. 
è allora che indago in me e 
ammetto d’amaria ancora e 
mi induco a sentirmi m colpa, 
come se la trascurassi. Forse 
dovremmo parlare di più, ed 
ho un po’ it sospetto che lo 
sforzo maggiore sarà meglio 
che lo faccia io. 

Uno di questi giorni aprirò 
sicuramente una finestra di 
dialogo. fi^g 


)66 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



Il T338 e’ un prodotto che 
permette di collegare attra- 
verso una Porta Parallela 
I.B.M. 0 I.B.M.compatibile 
qualsiasi periferica che pre- 
veda un collegamento SCSI. 

Utilizzando le nuove tec- 
nologie e’ stato possibile rea- 
lizzare un convertitore di 
protocollo dalle dimensioni 
ridotte con le stesse caratteri- 
stiche ed efficacia di una nor- 
male scheda SCSI. 

Questa rivoluzionaria tec- 
nologia converte una sempli- 
ce porta parallela in una 
high-speed SCSI bus alla 


quale si possono collegare 
sette differenti SCSI Hard 
Drivers, Streaming Tape, Di- 
schi Ottici, rimovibili, o CD- 
ROMS. 

Usare T338 e’ estrema- 
mente facile. 

Inserite semplicemente il 
T338 nella porta parallela del 
P.C., -inserite lo SCSI device 
dov’e’ indicato SCSI porte la 
stampante nella parte termi- 
nale del T338. 

Installate quindi il softwa- 
re sul Vs. disco rigido o su un 
boot disk dove semplicemen- 
te copierete gli SCSI drivers 


per il T338 e le operazioni di 
installazione sono terminate. 

Inclusi nel software del 
T338 ci sono anche una serie 
di utility per la formattazione, 
le partizioni, ed i tests di ogni 
drive. Con questi programmi 
e’ possibile utilizzare al me- 
glio le periferiche SCSI colle- 
gate senza alcuna difficolta’. 

Con il T338 avete la per- 
fetta soluzione per collegare 
al Vs. portatile qualsiasi pe- 
riferica SCSI. 

Consultate un tecnico per 
avere ulteriori informazioni. 


(S 


DISTRIBUITO DA: 


COMPUTERS E AZIENDA S.r.l. 

ViaC. Mirabello. 12 
00195 Roma 

Tel, 384015 -315884 - Fax. 3216966 



Via delle Sette-Chiese, 144 
00145 Roma 

Tel. 06/5133491 - 5133106 
5180477 R.A. Fax 06/5122245 


tUROCOMP 


PlayWorld 


Celestiali amia e cordiali 
sostenitori della nostra 
rubrica preferita, questo 
mese il mio spazio di 
chiacchierata con voi ha per 
argomento lo stato dell'arte 
del nostro genere 
d'intrattenimento preferito. 
Vorrei farvi cordialmente 
notare, se per caso non 
l'avete già notato da voi 
stessi, che dappertutto si 
parla di realtà virtuali, di 
mondi simulati, di territori 
artificiali e di altre definizioni 
consimili che sempre hanno 
per oggetto quello che molti 
anni orsono ebbi a definire, 
con apparente e spesso a me 
rimproverato futurismo, 
simulmondo. Essa, il 



PW Avvenimento 1 


Wing Commander 

Chris Roberts lUSAI 
Origm (USAI 
PC VGA 

Wing Commander non svi- 
luppa un tema particolar- 
mente originale: con i viaggi 
spaziali, anzi con le invasioni 
spaziali cominciò tanti anni 
fa (Space invadersi l’epopea 
dei videogame Per questo 
probabilmente ha senso che 
ogni nuovo inizio, e in que- 
sto stupendo mondo interat- 
tivo i nuovi inizi sono stati 
finora moltissimi e non si 


d' Francesco Carla 


simulmondo che altri 
chiamano cyberspace o 
virtuality (crasi di Virtual e 
realltyl é ormai un altro luogo 
di vacanze a parte quelli già 
noti; una specie di Maldive o 
di Caraibi dove é possibile 
fare incontri di ogni tipo e 
frequentare gente di ogni 
risma. Comunque sia. il 1991 
rischia di essere ricordato 
come l'anno delle novità nel 
mondo ultimamente molto 
asfittico dell'interactive 
enferfa/nmenf. Non che non 
siano usate negli scorsi mesi 
interessanti produzioni, solo 
che ormai l'Amiga non nasce 
più a strabiliare come aveva 
fatto negli scorsi anni e il 
pubblico chiede cose più 


belle e colori più vivi. Un 
anno fa avevo facilmente 
predetto, non ci voleva una 
grande acutezza di vedute 
per farlo, che le più 
interessanti e veloci news 
sarebbero giunte dal mondo 
PC. Le schede VGA 
costavano ormai poco e, 
sebbene ostacolate nella 
diffusione dalla necessità di 
avere un monitor multiscan o 
multisync. presto avrebbero 
fornito le visioni più 
innovative. Questo mese vi 
propongo per l 'appunto 
alcuni nuovi simulatori che 
beneficiano della versione a 
256 colori sul PC. Pervadere 
altre cose interessanti temo 
che dovremo aspettare 


ancora un po' e provare il 
CDTV della Commodore e 
soprattutto il Super Famicom 
di Nintendo che ha alcuni 
pezzi di hardware che sono di 
stretta derivazione dalle sale 
giochi e che consentono 
evoluzioni tecniche da brivido 
simulato. Spero di rapirne 
uno al più presto anche se 
decisamente non so dirvi 
quanto presto. Certoseio 
dovessi fare una scommessa 
su quale macchina prevarrà 
nei prossimi anni e a 
consentirà di simulare meglio 
e più realisticamente, credo 
che punterei il mio piccolo 
gruzzolo sul PC: il tremendo 
e immortale personal 
computer di IBM e Bill Gates 


Index 

I tre avvenimenti sono: Wing Commander della Origm. 
The Secret of Monkey Island delia Lucasfilm, Big Game 
Fishing della Simulmondo. Poi troverete uno speciale sui 
nuovi game del bellissimo portatile dell'Atari il 
pluridecorato Lynx e la consueta rubrica Panorama. 

Vi auguro buona lettura. 


rischia mai la noia, sia segna- 
to da una definitiva (é sem- 
pre definitiva anche se non 
io è sul serio mai...) saga 
spaziale. 

Vi dico quello che ho visto 


e interagito anche se meglio 
di me lo racconteranno le 
immagini che vedete a cor- 
redo delle mie parole. Ho 
visto schiantarsi megaastro- 
navi colorate e pronte a tut- 


to, disegnate con un misto 
di grafica bitmap e d'mgran 
dibilità vettoriale Contempo- 
raneamente. mentre cercavo 
di riprendermi da un parziale 
sbalordimento, ho visto che 



168 


MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991 


PLAYWOFILD 


le megaastronavi ce l'aveva- 
no con me e sembravano 
intenzionate ad assassinar- 
mi. Forse però era solo un 
sogno, 0 piuttosto un sogno 
dentro un sogno se è vero 
che i simulmondi assomiglia- 
no ai sogni. Infatti era davve- 
ro un sogno e il game over 
che era frattanto comparso 
sullo screen non era quello 
definitivo di Wing Comman- 
der, ma solo il game over di 
un videogame arcade conte- 
nuto in Wing Commander. 
Insomma. per capirci, qual- 
cosa come «game over, il 
gioco comincia». 

Ho letto da qualche parte 
che il videogame di Wing 
Commander si chiama 
Trainsim, cioè simulatore per 
l'allenamento, per il training. 
Dopo un po' di confidenza 
con l'ambiente di W. Com- 
mander capirete, che il 
Trainsim sta nel bar, luogo di 
piacevoli intrattenimenti e 
pettegolezzi del piloti della 
base, piloti incastrati nel set- 
tore di Vega dai perfidi anti- 
confederati di Kilrathi. Il 
Tramsim è un simulatore/vi- 
deogame dell'autentico e 
ben più fornito cockpit degli 
aerei/astronavi in dotazione 
all'esercito spaziale confede- 
rato. I nostri contano sugli 
Hornet, sui Rapier, sugli Sci- 
mitar, sui Raptor. sui Ventu- 
re, SUI Drayman, sugli Exe- 
ter, SUI Tiger's claw Kilrathi 
ha nel suo range i Krant, i 
Gratha. i Jalthi, i Dorkir, i 
Ralari, i Fralthi 

Nell'hangar il colonnello 
Halcyon è determinato ad af- 
fidarci le consegne; compre- 
so l'obiettivo e la rotta. Noi 
siamo sempre il capo squa- 
driglia. 

Dopo il briefing c'è una 
wonderful sequenza che ci 
porta dritto dentro ii caccia e 
pronti per la sequenza di lan- 
cio. Durante il volo possiamo 
cambiare quattro tipi di astro- 
nave; ognuna di esse è dota- 
ta di una vasta serie di stru- 
menti di bordo, incluso li pilo- 
ta automatico e chance di 
comunicazione con la base. 
Ogni missione ha il suo obiet- 
tivo e la sua conclusione: 


come in ogni simulator che si 
rispetti quest'ultima può es- 
sere positiva o negativa. Co- 
munque dalla sommatoria 
dei nostri successi o insuc- 
cessi dipenderà il trionfo del 
bene (la confederation) o 
quello del male (la definitiva 


schiavitù del settore di Vega 
da parte di Kilrathi). 

lo ho preso parte ad una 
campagna di scarso succes- 
so e ho ancora nelle orec- 
chie le grida filtrate dalla mia 
scheda Roland, e il sibilo 
acuto e mortale dei temibili 


razzi di Kilrathi. Neppure un 
vecchissimo Patriot a difen- 
dermi da un'altra evitabile 
morte. Cosi ho salvato la pri- 
ma missione infilandomi sot- 
to le coperte della branda 
Ioad & save delia camerata 
dei piloti. 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


169 







PLAYWORLD 



PW Avvenimento 2 


The Secret 
of Monkey Island 

Ron Cilben /USA) 

Lucaslilm (USAI 
PC CGAA/GA. Amiga Iscreen 
versione PC 16 colorì VGAì 

Ho provato questa meravi- 
gliosa avventura abbarbicato 
al PC 386 VGA del sig. Ma- 
drigali della CTO, che voleva 
farmi vedere la traduzione 
Italiana che avevano fatto in- 
sieme alla Lucasfilm Europa. 
Madrigali aveva in memoria 
una versione debugging do- 
tata di un sacco e una sporta 
di piacevoli option in grado di 
skippare i punti più difficili e 
le zone più ostiche, cosi ho 
visto perfino il finale che cre- 
do non molti nei prossimi 
giorni vedranno. 

Nei panni di Guybrush 
Threepwood, giovane buca- 
mere di belle speranze, stia- 
mo per affrontare alcuni diffi- 
cili giorni di pura interattività 
a Monkey Island. Il resto ve 
lo racconterò, in parte, fra 
poco. 

Monkey Island utilizza il fa- 
moso sistema simulante del- 
ia Lucas, sperimentato fin 
dai bellissimo Labyrinth del 
C64 e upgradato via via, ne- 
gli anni, fino ad Indiana Jo- 
nes, Zak MC Kracken e un 
po' modificato in Loom. Qui 
SI decidono azioni e si com- 
pongono parole, cliccando 
con la massima naturalezza 
parole in sequenza (in ottimo 
italianol a formare la senten- 
ce desiderata. Giocare, quin- 
di è facile. 

Scusatemi ora. Ma il pove- 
ro Guybrush ha qualcosa da 
dire: «Maledico ancora la 
sorte che mi ha fatto scivola- 
re nella gola della scimmia di 
pietra. Che fine avevano fat- 
to I miei sogni di poter sac- 
cheggiare galeoni e ubriacar- 
mi di Grog (una specie di 
Coca Cola molto in voga a 
Monkey Island, bevanda che 
VI consiglio di tenere d'oc- 
chio perché avrà un ruolo 
notevole nel bellissimo e 
inatteso finale di Monkey 
Island)?». Mi dissero: «Tre 
piccole prove e sarai un pira- 


ta come noi!!! Tutto norma- 
le!? Se solo avessi potuto 
reggere il ripugnante intru- 
glio che quei poveracci di 
lupi di mare tracannavano, il 
resto sarebbe stato uno 
scherzo. Come potevo im- 
maginare che avrei incontra- 
to una donna bella e potente 
con un corteggiatore molto 
geloso e troppo stupido per 
capire che era morto da pa- 
recchi anni? E come potevo 
attraversare la grande scim- 
mia di pietra per cercare un 
uomo che camminasse tre 
pollici da terra e desse fuoco 
alla sua barba ogni giorno?». 
Non so, purtroppo, come es- 
sere d'aiuto a Guybrush. 
Certo, possono dirvi, che 
Monkey Island è in assoluto 
il più bel software della Lu- 
casfilm e contemporanea- 
mente la più poetica, avven- 
turosa e divertente operetta 
interattiva dai tempi di Aste- 
roide. I personaggi son carat- 
terizzati e indimenticabili co- 


me in un film; gli sfondi so- 
no prospettici e vivaci e illu- 
minati come in un mondo 
vero; la musica è dolce e in 
carattere come in un musi- 
cal. E ci sono dieci o dodici 


PW Avventmento 3 


Big Game Fishing 

Gabriele Ponte Amiga; 

Giuseppe e Andrea Alleva 
Programma PC. Alan ST 
e Amiga; Leonardo Chianvm 
e Michele Sangwnetti Grafica 
AmigaePCCGA. EGA. VGA 
Simulmondo Utalial 

Molti anni fa parlai spes- 
sissimo su Playworid di uno 
straordinario simulatore di 
pesca in laghetti di monta- 
gna che si chiamava Gone 
Fishin' e in una seconda e 
rivista versione Reel Fishing. 


mega di grafica e suoni sem- 
pre diversi. 

Cosi anche a voi sembrerà 
di vivere a Monkey Island, 
candita isola mistica di tanti 
ingenui pirati 


Quel simulatore mi piacque 
moltissimo e ancora adesso, 
sometime, rimetto nel drive 
il dischetto tre pollici e mez- 
zo che lo contiene e spero di 
prendere un black bass più 
grosso del solito. Incondizio- 
nato amore per la pesca si- 
mulata. 

Nessuna casa di software, 
da allora, ha mai più prodotto 
un simulatore di pesca. Big 
Game Fishing è un interatti- 
vo di pesca d’altura, quel ge- 
nere di fishing che si pratica 
dalla barca, normalmente im- 
bragati ad una sedia, impu- 
gnando con forza una corta 
canna che deve contrastare i 


170 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 




PLAYWORLD 


terribili sforzi dei gigarìti del 
mare. Questi giganti sono 
pescioni a volte anche di tre- 
centosessanta chili, noti co- 
me Blue e Black Marlin. 
Sharks Isquali). Tunas (tonni) 
e Swordfishes (pescispada). 
Scopo di Big Game Fishing é 
catturarne il maggior numero 
possibile nel corso di lunghe 
battute di pesca in cui sarete 
assiduamente impegnati, in 
una vasta area di mare com- 
presa nella mappa simulata. 

Il simulatore si divide in 
due fasi: la prima è quella 
deH'approwigionamento tec- 
nico. Avete un budget omni- 
comprensivo che dovrete 
cercare di far durare il massi- 
mo tempo possibile e con 
quel budget dovrete con- 
temporaneamente acquista- 
re il materiale necessario per 
equipaggiare la vostra barca 
in maniera adeguata per il 
rischioso sport/lavoro che vi 
siete scelto. Dico sport/lavo- 
ro perché i pescioni che sa- 
rete in grado di catturare sa- 
ranno vendibili con incasso 
nei porti inseriti nella zona di 
pesca. Il simulatore vi avver- 
tirà giorno per giorno su qua- 
le sia tl pesce più richiesto, 
in modo che per ottimizzare 
sforzi e guadagni possiate 
dedican/i alla pesca dei be- 
stioni più pagati sul mercato. 
In questa prima fase potrete 
comprare lenze, sarde per la 
pastura, carburante per la 
barca, razzi di segnalazione 
per Farvi trainare in caso di 
avaria o di fine carburante, 
batterie per far funzionare 
l'ecoscandaglio. Provvisti di 
tutto questo potete passare 
alla fase due. Adesso siete 
sulla barca. L'inquadratura 
prescelta è quella della sog- 
gettiva della canna. Prima 
operazione richiesta l'inseri- 
mento della lenza; seconda 
operazione il collegamento 
alla lenza di un'esca: terza 
operazione l'avvio dei moto- 
n; quarta operazione la mes- 
sa in acqua di un numero 
sufficiente (secondo voi) di 
metri di lenza da trainare. 
Adesso siete sul serio in pe- 
sca. Qui molto dipenderà 
dalla vostra maestria di pe- 
scatori simulati: io posso 
darvi qualche consiglio: se- 
guite bene il passaggio dei 



gabbiani a volo semiradente 
la barca: l'esperienza inse- 
gna che dove ci sono i sun- 
nominati volatili non di rado 
sono presente i boniti, picco- 
li pesci di cui si cibano i 
marlin e gli altri giant. Prova- 
te a pasturare in presenza 
dei gabbiani, poi tenete la 
canna in tiro e preparatevi a 
ferrare se vedete la punta 
della canna flettere. Se ave- 
te preso un pesce vi convie- 
ne non cercare di tirarlo subi- 
to a bordo: ne ricavereste 
soltanto la perdita del mede- 
simo 0 nella peggiore delle 
ipotesi quella della lenza e 
dell'esca. 

Anche le esche vanno 
scelte con attenzione: vanno 
usate quelle più appetite da 
ogni singolo pesce. Con un 
po' di prove capirete quali 
sono. Potrei darvi molti altri 
consigli, ma credo di dovervi 
dire che la sensazione di 
avere un blue marlin simula- 
to sotto la canna è di difficile 
riferibitità: è qualcosa che 
somiglia a recuperare lenza 
da un mulinello inesistente 
eppure sentire egualmente 
una gran resistenza. Come 
un sogno ad occhi spalan- 
cati. 



Formulali ^ 

SIMULMONDO irl - via B»nl Plebei, 28 • Bologn» • (OSI) 25133B 






MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


171 





PLAYWORLD 



Con questo speciale Lynx è mia intenzione tranquillizzare 
gli ansiosi acquirenti della tremenda macchina portatile 
e a colori deU'Atah. tranquillizzarli sul fatto che 
molto altro software è già disponibile per il loro 
videogame handheld e che moltissimo altro è annunciato. 
Intanto vi parlo di quello che ho già provato, 
appena avrò il resto ne troverete giudizioso resoconfo 
sulle pagine mensili di Playworid 


Robosquash 


Robosquash è un curioso 
esempio di contaminazione e 
clonatura tra videogame. Qui 
CI sono in differente utilizzo 
almeno du software. Break- 
out per i mattoncini tre D che 
devono essere abbattuti e 
Block Out per il punto di vista. 
Poi é anche una libera inter- 
pretazione dello squash con- 
dita d'improbabili splattamen- 



tempi sulle piccole dimensio- 
ni di screen del Lynx. 

Paperboy non é stato affat- 
to maltrattato e anzi, se appe- 
na appena ci fate un po' l'abi- 
tudine. vi sembrerà di non 
aver fatto altro nella vostra 
vita se non consegnare all'al- 
ba i giornali ai vostri abbonati 

Inutile che dica che si sente 
la mancanza del manubrio di 
bicicletta della versione arca- 
de: qui solo figurine minute, 
ma visibili, oggetti tutto som- 
mato sufficientemente inte- 
ragibili sullo schermo. Un po- 
chino spixellato per i miei 
difficili gusti. 


Rampage 


Altra vecchia conoscenza 
dei frequentatori assuefatti di 
arcade. Questo è il videoga- 
me della gloriosa ditta Bally 


Zsrtor Marcenary 



Zarlor Mercenary 


Dei dieci nuovi videogame 
del Lynx questo è probabil- 
mente il migliore. E un vi- 
deogioco spaziale con scrol- 
ling orizzontale e mi ricorda 
moltissimo il vecchio Zaxxon 
della Sega, eroe delle prime 
saiegioco. Solo che questo è 
addirittura più veloce e più 
curato graficamente. Se vo- 
glio per forza trovargli degli 
altri paragoni, direi che mi 
ricorda anche Xenon 2, per il 
meccanismo degli acquisti 
nelle taverne galattiche dei 
mercenari. 

Ma il vero punto forte d'i- 


Paperboy 


spirazione (migliaia di vi- 
deogame gli devono qualco- 
sa, compreso Asteroids) é 
Star Wars. 


ti della biglia rossa che diven- 
ta una goccia di stranissimo e 
un po' fuori tema sangue 
simulato. 

Con l'ultima goccia il vaso 
trabocca e si schianta in mille 
pezzi di un soggettivo para- 
brezza interattivo. 


Paperboy 

AlBarker 

Ero molto curioso di vedere 
come sarebbe stato converti- 
to uno dei più classici vi- 
deogame Atari arcade di tutti i 


dei pinball cari a) mio amico 
Wiz Croci, ditta che non rea- 
lizza troppo spesso nuovi vi- 
deogiochi, ma quando lo fa 
solitamente riesce a lasciare 
abbastanza il suo segno, al- 
meno in ironia e originalità 
Qui I mostri, che siamo noi, 
hanno assalito la città. Loro 
sport preferito è la mastica- 
zione dei grattacieli con con- 
seguente crollo dei medesi- 
mi, Ogni tanto qualche abitan- 
te dei succitati skyline viene 
sorpreso in irriferibili faccen- 
de affaccendato. Rampage 
mi sembra molto ben conver- 
tito e reso ancora più giocabi- 
te dell’originale. 



172 


MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991 




PLAYWORLD 


Rygar 


La tenden2a della produzio- 
ne di videogame per il Lynx 
sembra essere quella di attin- 
gere a piene mani dal catalo- 
go dei videogame da salaglo- 
chi che sono i più collaudati in 
giocabilità e divertimento, do- 
ti necessarie per il pubblico 
dei videogame portatili- Que- 
sto Rygar é un arcade del 
1967 della Tecmo (di questi 
tempi più celebre in Italia per 
il discutibile, ma molto ap- 
prezzato videogioco da sala 
del calcio,,,) che propone i te- 
mi classici dell'interattivo nip- 
ponico: mostri e bestiacce 
malintenzionate e un aitante 
e marzialissimo personaggio 
protagonista. La vita del quale 
può essere riassunta tutta in 
una lunghissima corsa ad 
ostacoli sempre più impegna- 
tivi. Mi piace molto. 


Roadblasters 


Reso molto più facile e 
giocabile dell’originale Atan 
arcade da un'intelligente op- 
zione di reinizio dal punto in 
CUI è stato sentenziato il pre- 
cedente game over, questo 
Roadblasters è un vorticoso 
e violentissimo videogame di 
corse e sparatone. Può esse- 
re sintetizzato nella sensazio- 
ne di spirale e di conseguen- 
te attiramento in essa che si 
prova correndo nel suo spa- 
zio simulato. Importante è 
resistere a denti strettissimi, 
cercando d'imboccare la par- 
te giusta delle varie carreg- 
giate quella più sgombra dei 
noiosissimi veicoli nemici. Mi 
viene anche in mente Spy 
Hunter 


MSPacMan 


Difficile che potesse man- 
care aH'appello del Lynx il vi- 
deogame che di videogame è 
diventato sinonimo anche se 
di recente è stato affiancato 
in questo ruolo di portaban- 



diera del divertimento interat- 
tivo da Tetris e da Mario Bros. 
Ovvio che io stia parlando di 
Pac Man qui rappresentalo in 
particolare dalla puntata due 
della saga e cioè MS Pac 
Man. Spero che non vorrete 
che mi dilunghi sui come si 
gioca, semmai posso dire che 
le dimensioni del labirinto e 
quelle dei personaggi non so- 
no per nulla d'aiuto ad un pre- 
sbite. Ma credo che non si 
contino molti tra i furiosi e 
giovani utilizzatori del Lynx. 


Klax 



Klax. 


per la sua derivazione dal Mah 
Jongg, Shangay fece furore 
quattro anni fa quando uscì su 
Amiga. Colpi moltissimo la 
mia e la vostra fantasia la tro- 
vata finale del dragone che 
spaccava il vetro simulato e 
roteava il suo occhione arros- 
sato a destra e a sinistra. Qui 
è stato convertito stupenda- 
mente e credo di dovervelo 
consigliare con calore. Oltre- 
tutto il problema dell'esigua 
dimensione delle tesserine è 
stato brillantemente risolto 
con un escamotage intelli- 
gente e pratico, Il miglior rom- 
picapo portatile disponibile. 

Xenophobe 


opera dell’Atari Tengen 
questo Klax è stato realizzato 
per rubare la popolarità all'or- 
mai fin troppo noto Tetris. E di 
Tetris infatti riprende il con- 
cetto di gioco anche se qui si 
tratta di allineare tessere su 
un nastro trasportatore simu- 
lato. Se non mi piaceva molto 
Tetris figuriamoci se può pia- 
cermi Klax, eppure sono pron- 
to a scommettere che questo 
videogame si venderà molto 
e piacerà altrettanto in questa 


versione a colori e portatile, 
perché si adatta molto alle di- 
mensioni e alla grafica del 
Lynx. 


Shangay 

Eric Ginner 

Quasi lo stesso discorso 
che ho appena fatto su Klax 
posso ripetere su Shangay. 
Gioco nobile, anzi nobilissimo 


Ho lasciato volutamente 
per ultimo questo Xenophobe 
perché è senz'altro il più bel 
videogame Lynx di questa on- 
data e il più bello In assoluto 
della collezione del portatile 
Alan in combutta con Blue 
Lightning. Ricchissimo di hu- 
mour e di originalità, è la sto- 
ria di una difficile caccia all'a- 
lieno insopportabile e appicci- 
coso e oltretutto restio a farsi 
catturare- Questa ostinatezza 
dell'essere di un altro mondo 
e questa sua pervicacia ad op- 
porsi agli sforzi dei nostri eroi 
(possiamo scegliere da un va- 
sto range di personaggi Inte- 
raglbili...} per debellarlo, fini- 
scono per renderci sempre 
più xenofobi, fino alla merita- 
ta punizione che contiamo di 
infliggere al più presto al mai- 
nato. Labirinto tesissimo, spi- 
ritoso e sdrammatizzante. Mi 
ricorda il bellissimo Escape 
from thè Planet of thè Robot 
Monsters. 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


173 





PLAYWORLD 



Questo mese lo spazio non é moltissimo 
per la rubrica qui presente delle news mterstandard 
(Amiga. C64. PC. ST) e quindi ho dovuto scegliere 
fra l'immane quantità di videogame e interattivi 
piovuti sul mio tavolo, le cose più interessanti. 

Se v'interessa la tendenza l'avrete 


È incredibile come alcune 
volte nascano delle improv- 
vise e simultanee mode nel- 
l’interactive software. 

Quest'anno è stato il tur- 
no dei simulaton della guer- 
ra mondiale numero uno vi- 
sta dalla prospettiva aerea 
dei piloti. 


Nel giro di pochi mesi 
hanno usato questo tema ri- 
spettivamente: la Cinema- 
ware con Wings, la Micro- 
prose con Knight of thè sky. 
la Dynamix con il bellissimo 
Red Baron e la SSixty con 
questo Blue Max. 

Per rappresentare la ten- 


fl/ue Max 






174 


MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991 




PLAYWORLD 




denza ho scelto proprio Blue 
Max perché mi ricorda dal 
titolo un vecchio e giocabi- 
lissimo videogame di Bob 
Polin delta Synapse del 
1984. Qui tutto si é fatto più 
complicato e il software è 
un simulatore di volo bellici- 
stico con landscape in vetto- 
ri pieni. Resta abbastanza 
giocabile e perfino interes- 
sante. Specie quando mi ap- 
puntano le medegiie simula- 
te sul petto. 

Agatha Christie era famo- 
sa per trascinare i suoi per- 
sonaggi. ignari e tranquilli 
protagonisti di vacanze dora- 
te. in improvvisi assassini e 
assassinati. Per questo ri- 
tengo con poche riserve che 
proprio la vecchia Agatha 
possa essere l’ispiratrice di 
questo nuovo Cruise for a 


Corpse (Crociera per un ca- 
davere delia Delphine, casa 
francese conosciuta per le 
avventure interattive Opera- 
tion Stealth e Future Wars). 
I francesi hanno notevol- 
mente aumentato la dimen- 
sione dei personaggi coin- 
volti neN'avventura e ulte- 
riormente semplificato il già 
semplice metodo d'interatti- 
vità. Cosi l'avventura si pre- 
senta più giocabile e più in- 
teressante. Un giallo classi- 
co dai molti intrecci. 

Dalla tedesca Rainbow 
Arts arriva un videogame 
d'intelligenza che più tede- 
sco non si può. 

Il gioco si chiama Logicai 
e prevede che voi riempiate 
in rapidissima sequenza ar- 
chitetture sempre più multi- 
formi di palline colorate. 


Mi ha colpito, anche se io 
normalmente odio questo 
genere di trastulli interattivi, 
per la freddissima glacialità 
teutonica dell’incedere. 

Un ghiacciolo strategico 


perfidissimo e incatenante. 

Dall’Electronic Arts un 
software e che é un incro- 
cio tra Star Trek e Populous. 
L'interattivo di cui sto par- 
lando si chiama Hard Nova 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


175 



PLAYWORLD 



Hartì Onvtn' Il 


Logicai 


e a me ricordava non so 
perché Nikita, il recente film 
di CUI é protagonista una 
giovane donna che m realtà 
è una specie di macchina da 
violenza. 


In realtà, a parte la coper- 
tina che riprende in qualche 
modo il tema di Nikita com- 
presa la frase di commento 
al titolo «She's Out of Con- 
trol», Hard Nova è un più 


tradizionale space game 
strategico con prospettiva e 
piano di gioco che devono 
molto a Populous- Lunghe 
ore di solitudine stellare. Ap- 
paganti. 


E chiudo questo numero 
primaverile di Playworid con 
una citazione di Hard Dnvin' 
2 (Drive Harder) che ripren- 
de il bellissimo e da me plu- 
ncitato simulatore di guida 


176 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


PLftYWORLD 






vettoriale dell'Atari. propo- 
nendo altre e più perigliose 
piste e insieme depurando il 
programma originale dei nu- 
merosi e a volte fastidiosi 
bug di CUI era provvisto e 


velocizzando anche un po- 
chino la poligonale animazio- 
ne. Mi piaceva prima, mi 
piace a maggior ragione 
adesso. Arnvederci a 
maggio. «e 


MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991 


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SPREADSHEET - DB 


Borland Quattro Pro 2 e Paradox 3*5 
Sinergie 


di Francesco Pet'oni 

Questo articolo ha come obiettivo quello di fare il punto della situazione 
in «casa» Borland relativamente ai suoi due prodotti di punta nella 
categoria Spreadsheet e DBMS. Parliamo ovviamente del Quattro 
Professional, ora giunto alla versione 2.0, e de! Paradox giunto alla 
versione 3.5, che unifica in un solo prodotto la precedente versione 3.0 
e la 2.0 per 386. 

Non si tratta di versioni rivoluzionarie, ma di versioni di consolidamento, 
per prodotti che già vantano un ottimo risultato in termini di gradimento 
da parte del pubblico e della critica. 

Più che una prova vera e propria abbiamo preferito descriverne, in 
questo articolo, le principali novità, e di rimandare alle due prove delle 
versioni precedenti, pubblicate rispettivamente su MC91 e 97 perii 
Quattro e 85, 86 e 87 per il Paradox, gli interessati anche alla parte 
descrittiva generale. Inoltre in uno dei prossimi numeri ci siamo 
ripromessi di approfondire, in un articolo specifico, il concetto di 
Multitabella e Multirecord del Paradox 


Nel futuro di ambedue ì prodotti c'è. 
come più volte dichiarato da Philippe 
Khan, il «capo» della Borland, Windows. 
E che I tecnici della casa siano già 
all'opera lo dimostra l'uscita dell' Object 
Vision, l'interessante prodotto per la ge- 
nerazione dei Form, che non solo lavora 
sotto Windows ma sposa totalmente la 
filosofia Object-Oriented, che Windows 
stesso stimola (fig U. 

E dalla Borland non ci si aspetta solo 
una conversione in Windows dei suoi 
due gioielli guanto una «rivisitazione» 
degli stessi sulla base del nuovo modo 


di operare reso possibile da Windows. 

Intanto esaminiamo queste due ver- 
sioni di consolidamento, la cui principale 
caratteristica, già emersa nell'anteprima 
presentata nel numero 102, è quella di 
poter essere lanciate l'una dall'altra. 
Questo è possibile ovviamente se si 
dispone di una macchina con almeno 2 
megabyte di memoria espansa. Dal Pa- 
radox si può lanciare il Quattro attraver- 
so il comando di tastiera Cntr FIO. Al 
contrario stando in Quattro Pro si pos- 
sono delegare al Paradox tutte le funzio- 
ni di DataBase, ad esempio l'interroga- 



QUATTROPRO 


PARADOX 


zione, tramite il Query by Example, di 
una serie di archivi relazionati, e tornati 
in Quattro si possono ulteriormente ma- 
nipolare I risultati dell'Interrogazione 
(figg. 2 e 3). Ma di questo ne parliamo 
tra un po' 

Quattro Professional versione 2 

Anticipiamo subito che si tratta di una 
versione «ponte» tra la prima versione, 
la 1 , e la 3, di cui già si parla e che sarà, 
con la sua filosofia WYSIWYG, un ulte- 
riore passo verso Windows. 

Le innovazioni riguardano prevalente- 
mente l'aspetto Grafico, in quanto la 
parte spreadsheet base ha subito po- 
chissime modifiche. Esiste in più solo la 
funzione Risolvi che, come detto nel- 
l'anteprima pubblicata due numeri fa. 
sen/e per risolvere problemi partendo 
dal risultato. 

Tornando alla Grafica le novità riguar- 
dano fondamentalmente due aspetti, le 
tipologie di grafici, che si arricchiscono 
di tipi tridimensionali (fig. 4), e l'ambien- 
te Editor che dispone di nuovi strumenti 
sia per migliorare e rendere più produtti- 
va la fase di realizzazione delle immagi- 
ni. sia per realizzare con le immagini 
stesse degli slide show (fig. 5). 

L'ultimo aspetto toccato è quello rela- 
tivo alle funzioni di DataBase, che i vari 
produttori sviluppano secondo filosofie 
assolutamente differenti 

Lotus inserendo, solo sulla versione 3 
e successive, lo strumento DataLens 
per dialogare con file di formato esterno 
e all'interno aggiungendo alcune funzio- 
ni «relazionali». Excel, con la versione 3. 
sofisticando l'Add-ln Q-i-E. cui vengono 
delegate le funzioni relazionali e quelle 
di DataLens verso l'esterno. 

La filosofia del Quattro Pro 2 è quella 
di utilizzare direttamente il Paradox co- 
me superfunzionalità DBMS (fig. 3). ma 
è anche vero il viceversa, in quanto il 
Quattro Pro può fare da superfunzionaii- 
tà spreadsheet di Paradox 3.5. 

All'obiezione che cosi occorre acqui- 
stare due prodotti anziché uno la Bor- 
land risponde con una politica di offerte 
speciali, tramite la quale si arriva in 
pratica ad acquistare due prodotti al 
prezzo di uno. Ad esempio a chi acqui- 

MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


SPREADSHEET - DB 


sta Paradox viene offerto Quattro Pro 2 
a sole 299-000 lire. 


Paradox 3.5 

Anche Paradox utilizza ora la tecnolo- 
■gia VROOMM (Virtual Runtime Object- 
Oriented Memory Manager), già utilizza- 
ta nel Quattro Pro e nei Reflex 2, e che 
consiste nella riduzione del codice del 
prodotto in piccoli «granuli» overlay. 

La conseguenza è che il prodotto 
accetta di girare su macchine «vecchie» 
e quindi con poca memoria. 

Paradox 3.5 incorpora anche un pro- 
prio gestore della memoria estesa per 
CUI funziona anche da versione 386, nel 
caso, più fortunato rispetto al preceden- 
te, in cui si disponga di una macchina 
con tale processore e con un bel po' di 
RAM. 

La Guida di Aggiornamento descrive 
in maniera approfondita il funzionamen- 
to del Paradox 3.5 nelle varie situazioni 
hardware, per cui l'utente può facilmen- 
te documentarsi su quella che lo riguar- 
da (fig. 6) 

Paradox 3.5 è inoltre già predisposto 
all'aggancio con il Paradox SQL Link, 
che è un ulteriore prodotto della fami- 
glia Paradox e che permette al normale 
utente Paradox, che conosce ed utilizza 
I comandi Paradox, di accedere alle ban- 
che dati residenti su Mainframe o su 
Server di rete (fig. 7). L’SQL Link si 
occupa, in maniera trasparente per l'u- 
tente, di tradurre il comando QbE in un 
comando SQL e in tal modo di far 
apparire come normali tabelle Paradox 
gli archivi remoti, che non risiedono sul 
PC, 

È migliorata l'utilizzabilità dei campi 
calcolati nei Report ed è aumentato da 
5 a 9 il numero delle Tabelle inseribili in 
maschera Multitabellare (figg. 8 e 9). 

Sono migliorate le funzionalità per la 
personalizzazione dell'ambiente, che ri- 
mane C.U.I. Il programma Custom vi- 
sualizza un campionario di ambienti 
operativi e di combinazioni di colori at- 
traverso I quali è possìbile personalizza- 
re notevolmente l'interfaccia. Nelle 
Schede è poi anche possibile inserire 
elementi grafici come Bordi e Linee (fig. 
10). 


Figura I - Borland - 
Foro di Gruppo con 
Windows. 

Borland Quattro Pro 2 
e Paradox 3.5 rappre- 
sentano dichiarata- 
mente un momento di 
consolidamento e di 

futuro Windows. Il pri- 
mo a giungere al tra- 
guardo è stato pero 
ObiecI Vision, prouato 
nel numero scorso, e 
che (a parte a pieno 
titolo della strategia 
Borland, che compren- 
de anche Quattro Pro 
e Paradox per Win- 


BORLAND Application 
Family , 


Paradox ObjectVialon Quattro 
Windows ^ Windows 



F rrr'Tf fq. 

■i''"'"TTrr"T n 




181 


MCmicrocomputer n. 1 06 - aprile 1 991 




SPREADSHEET - DB 


Paradox 3.5 e Quattro Pro 2 
insieme 

. Approfondiamo questo aspetto che è 
Sicuramente il più interessante dal pun- 
to di vista tecnico. 

I prerequisiti per far lavorare insieme i 
due prodotti sono sia di tipo hardware 
(occorre una macchina con due mega di 
memoria espansa o estesa) sia di tipo 
software. 

Occorre aver lanciato il comando 
DOS Share. aver definito con il coman- 
do Path la posizione delle directory con i 
due prodotti, aver lanciato, se si parte 
da Paradox, lo stesso con una apposita 
specifica. 

Di tutto questo si può occupare un 
semplice programma Batch, ad esem- 
pio il PXACCESS.BAT inserito nel mato- 
naie di Quattro Pro 2. 

Da Paradox si può passare al Quattro 
premendo Cntr FIO, tasto scorciatoia 
che lancia il comando PAL (il linguaggio 
di programmazione di Paradox) TOQ- 
PRÒ. Nel Batch di lancio del Paradox si 
può anche inserire il nome del file Quat- 
tro da aprire e il nome della Macro. 
interna a tale file, da lanciare. 

Da Quattro Pro si può lanciare Para- 
dox per mezzo della specifica voce del 
menu Dati, Accesso a Paradox. In prati- 


Figuia 6 Borland Paradox 3.5 - Tabella delle 

ca II Paradox 3.0 e il Paradox 386 A seconda delle 
vane modalilà di lancio indicale m questa tabella, è 
possibile’ ouimiziare lo slruiiamenio delia macchi- 
na. che può essere un semplice 8088. con 512 
kbyte. un 286 con una scheda di espansione EMS. 
un 336 con diversi mega di memona estesa 


Figura 4 • Borland 
Quattro Pro 2 - L'am- 
biente Operativo 
Quattro Pro 
In un recente numero 
della nvista amencana 
PC Magagne, dedica- 
la agli spreadsheet 
gralici. il Quattro Pro. 
e SI trattava ancora 
della versione I 0, ha 
ricevuto l'ambito rrco- 
noscimenlo ‘Editor 
Choicen, a conferme 
della ottima integrazio- 
ne in esso realizzata 
Ira caratteristiche di 
base, proprie di un lo- 
glio elettronico, pro- 
prietà estetiche e fun- 
zionalità grafiche 





Le differenze tra la 
versione Pro 2 e la 
precedente riguardano 
pnncipalmenie le ac- 
cresciute posSiOiliia m 
termini di Presenta 
non In un grafico rea- 
lizzato nelTambiente 
Editor del Quattro Pro 
é ora possibile inserire 
anche dei ‘bottoni- 
attivi, che. se chckati 

un altro grafico 0 lan- 



Paradox SQL Link Access 


OPRO tskee edvontage of thè power oT Paredcnr 



Figura 7 - Borland Quattro Pro. Paradox e SQL ■ Il flusso dei dati 
Questa diapositiva dimostra la ‘filosofian Borland nei conlionit delI'SOL 
Attraverso il Paradox SQL si crea un ponte tramite il quale l'ulilizzaiore del 
Quanto può accedere, sfruttando come rmoton di servizio- Paradox e Paradox 
SQL, agli archivi in rete 


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MCmicrocomputern. 106 - aprile 1991 




SPREADSHEET - OS 



Figura 8 ■ Borland Pa- 
radox 3.6 - Mullila- 

Nella versione 3 5 ve- 
ne ulieriormente po- 
lemiaia la fumionalita 
Muliilabella e MuHire- 
cortì . che, come nolo, 
é Quella che permeile 
di realiiiare Schede di 
acQuisiiione deli che 
operano su più archivi. 
Ira loro relaiionali. Ora 
le labelle collegale 
possono essere nove 
Abbiamo (deciso di 
iratiare speoficamen- 
le QUBSlo aigomenio 
un po' più evoluto in 
un prossimo articola 


Figura 9 - Borland Pa- 
radox 3.5 • Campi oal- 
colali nel Form 
Altri miglioramenii in 
Paradox nguardano la 
possibilità di insenre, 
nei Prospeiii e nelle 
Schede, anche dei 
campi calcolali, che 
Quindi non occupano 
spazio nella struttura 
detl'aichivo ma vivono 
solo all'interno del Re- 
perì che II ncalcola al 
momento opportuno e 
poi h abbandona 




Figura IO - Borland Paradox 36 - Conhgurailone dei Colon 
Attraverso Questo campionario di ambienti operativi e di combinazioni di colon 
à possibile personalizzare notevolmenie l'interfaccia utente, che rimane, ow^ 
mente a carattere. Nelle Schede ó poi anche possibile inserire elementi grafici 


ca l'accesso consiste nel poter accede- 
re ad un archivio temporaneo generato 
da Paradox, del quale l’utente può defi- 
nire il nome. In genere però si tratta del 
file RISPOSTA. DB che é il file tempora- 
neo che Paradox genera come risultato 
di una Query. 

Tale file temporaneo può essere quin- 
di salvato come file, vero e proprio, 
sotto Paradox, oppure trasferito su 
Quattro dove diventa un «lavoro» Quat- 
tro a tutti gli effetti. 

La «catena» si allunga se con Para- 
dox é stato installato anche SQL Link. 
In tal caso da Quattro Pro si può acce- 
dere agli archivi SQL residenti su 
Mainframe o Server. Riassumiamo, per 
maggior chiarezza una sessione tipica, 
quella in cui con Paradox si esegue una 
interrogazione sul DataBase e in Quat- 
tro si manipolano ulteriormente i dati 
risultato della interrogazione. 

— Lancio del file PXACCESS. 

— Impostazione sotto Paradox di un 
Quesito tramite lo strumento QbE. 

— Esecuzione de! Quesito, con il tasto 
F2. 

— Paradox crea un file temporaneo RI- 
SPOSTA.DB. 

— Passaggio m Quattro prò, tramite il 
comando Cntr FIO. 

— In Quattro troviamo già scaricati sul 
foglio i dati, compresi i nomi dei campi, 
presenti in RISPOSTA.DB. 

— Per eseguire ulteriori Quesiti, con 
Cntr FIO 0 con la voce di menu Base, 
Accesso a Paradox, dal Quattro si ritor- 
na in quest'ultimo. 

Queste sono le fasi operative in caso 
dt lavoro in contemporanea con Quattro 
e Paradox. Se non si è in grado, per 
motivi hardware, di sfruttare questa si- 
nergia si può ovviamente ricorrere a 
sistemi più tradizionali. Ne citiamo due. 

Sia Paradox che Quattro sono il grado 
di caricare, sfruttando funzioni di con- 
versione. file in formato diverso dal pro- 
prio, ed in particolare Paradox importa il 
formato Quattro e il Quattro legge diret- 
tamente il formato Paradox. 

L'altra possibilità è quella di utilizzare 
le funzioni di DataBase del Quattro che 
possono riferirsi a file esterni in formato 
Paradox. Ad esempio si potrebbe: 

— in Paradox eseguire una interroga- 
zione QbE, 

— in Paradox salvare RISPOSTA.DB 
come file, 

— in Quattro definire come «Base In- 
terrogazione Blocco» il file esterno Rl- 
SPOSTA.DB, 

— tramite «Base Interrogazione Condi- 
zione» eseguire una ulteriore estrazione 
di dati, 

— i dati estratti vanno a finire nel foglio 
Quattro. 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


183 





SPREADSHEET • D8 


Le strategie Borland 

Nel pacchetto del Quattro Pro 2 era 
inserito un dischetto zeppo di materiale 
illustrativo delle strategie future della 
Borland e che abbiamo anche usato in 
parte per questo Articolo- 

Risulta interessante ovviamente per 
chi segue questo mercato come utente 
0 come spettatore. 

Interessante anche perché è stato del 
tutto sviluppato con il Quattro Pro utiliz- 
zato come prodotto di DeskTop Presen- 
tation. 

Parla delle varie famiglie di prodotti 
della Borland ed in particolare viene 
confermato il futuro, a medio termine, 
riguardante Windows, sia per Quattro 
che per Paradox. 

Trovano spazio in queste Slide l'Ob- 
ject Vision, provato sul numero scorso e 
primo ambasciatore Borland nel mondo 
Windows (fig. 12). e il Paradox SQL 
Link, per l'aggancio, tramite LAN o col- 
legamento ad host, a sistemi operativi 
più evoluti. 

Il materiale 

Il materiale è sostanzialmente lo stes- 
so delle versioni precedenti e quindi 
anche in questo caso vi rimandiamo alle 
prove. Ricordiamo solo che si tratta di 
materiale «voluminoso'i e «ricco». Sono 
presenti opuscoli integrativi che segna- 
lano le differenze tra le versioni prece- 
denti e le nuove. 

Insomma il grosso della manualistica 
é quella vecchia e questo non fa che 
confermare la relativa importanza da un 
punto di vista innovativo di queste nuo- 
ve release. 

Al Quattro Pro 2 è inoltre allegato il 
Prodotto Power Pack che consiste in un 
dischetto con 100 immagini CGM (fig. 
131 e in un catalogo che le mostra e ne 
favorisce la scelta. Contiene anche alcu- 
ne presentazioni dimostrative adatte ad 
illustrarne le varie funzionalità. 

Queste immagini si vanno ad aggiun- 
gere alie circa 60 presenti, in formato 
CLP, nel materiale «normale». 


Le funzioni grafiche di Quattro 
Professional versione 2 

La filosofia é nota. 

Buona parte degli utilizzaton di spread- 
sheet hanno anche necessità di impagi- 
nare in forma editoriale i dati elaborati. 



Figura 1 1 Borland Pa 
ràdo» 35 - Specifici'^ 
del Cistico 
Il Paradox é tuttora Fu 
nico piotìDIIo DBMS. 

Winckiws lancora per 
poco!, che disponga di 
proprie lunponi per te 
produzione di Busi- 
ness Grar^cs. attiva- 
bili con procedure 
pressoché analoghe a 
quelle necessarie per 
realizzare e lanciare > 


Figura 12 - Borland 
Obiect Vision - Link 
con Paradox 
Una delle pnme imma- 
gini dell'articolo a ri- 
carda che la famiglia 
Borland si 6 recente- 
mente arncchita del- 
l'Obiect Vision Si trat- 
ta di un generatore di 
Form in cui vanno de- 
finiti dei campi che de- 
vono alla fine essere 
caliggaii ed un Archi- 
vio esterno Paradox. 
dBase o altro 




Figura 13 ProShow 
Povrer Paci - Immagi- 

Questo pacchetto vie- 
ne fornito come dota- 
zione standard del 
Quallro Pro 2 Contie- 
ne una libreria di 100 
immagini CGM. diret 
lamente inseribili nel- 
l'editore grafico del 
Quattro Pro Conr«?no 
anche una sene di to- 
gli WOI con delle Ma 
ero che realizzano de- 
gli ShdeShavr. utili per 

de! Quattro Pro noi 
DeskTop Presenta- 


MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991 



SPREADSHEET - DB 


Figura 14 Borland 
Quadro Pro 2 - Ante- 
prima di stampa. 

In un prodotto con fr 
natila DTP con il Quale 
e Quindi possitela deh- 
nire piu tipologie di ca- 
ranen ed a possibile 
insenre lileiu, retini, 

portante la fumione di 
Previeirr, con la Quale 
conifoWara efficace- 
mente la corietleiia 
deil’impaginaiione pri- 
ma della stampa fi- 




Figura 15 -Borland 
Quattro Pro 2 ■ Impor- 
tallone file CCM 
Altra conferma delle 
migliorale funzionalità 
Grafictìe è la possibili- 
lè di importare ligure 
in formato CGM, oltre 
che immagini di for- 
malo "propnefsno» 
CLP In altre parole é 
possibile sia disegnare 
con il Quattro Pro. Sia, 
nel caso il disegno sia 
già disponibile con un 
altro prodotto o sia 
stalo realizzalo con un 
altro prodotto, recupe- 
rare. tramite il formato 
CGM. integralmente il 


Figura 16 - Borland 
Quanto Pro 2 ■ Scelta 
delle Modalità 132 co- 

Direltamente dal me- 
nu, l'opiione é Opzioni 
Modo di Visualizzazio- 
ne. é possibile confi- 
gurare. se sr àrspone 
cb una scheda grafrca 
che lo permetio. una 
modalità a 132 colon- 
ne. mollo comoda se 


'3 so piu fogli Oc- 
e ovviamente di- 
re di una scheda 


SuperVGA 



E quattro Pro dispone di funzioni DTP, 
consistenti nella possibilità di attribuire i 
formati estetici più svariati alle celle e al 
loro contenuto, nella possibilità di impa- 
ginare sul foglio anche i grafici, e nella 
possibilità di controllarne i risultati nel- 
l'anteprima di stampa (fig, 14). 

Buona parte degli utilizzatori di 
spreadsheet hanno anche necessità di 
realizzare sia Slides che mostrino i dati 
elaborati, sia Slides testuali con com- 
menti, sia Slides con altre tipologie di 
disegni. 

Questa attività, che si chiama Desk- 
Top Presentation, e che necessita in 
genere di prodotto grafici '(dedicati» 
può essere del tutto sviluppata con 11 
Quattro Pro 2, 

Dispone deirambiente Grafo Editor 
sul quale viene riversato il Grafico defi- 
nito sul foglio e che qui giunto può 
subire ulteriori manipolazioni. È possibi- 
le anche, utilizzando svariati tool grafici, 
«disegnare» ulteriori elementi, per cia- 
scuno dei quali si possono definire una 
serie di caratteristiche estetiche, 

Nelt'ambiente Editor si possono «cu- 
cire» figure esterne in formato proprie- 
tario CLP o universale CGM (il famoso 
Metafile. fig, 15), Inoltre in fase di stam- 
pa SI possono produrre formati PCX 
(cioè il PaintBrush, che è ormai un 
«quasi» standard) e EPS (file di stampa 
in codifica PostScript). In Quest’ultimo i 
font Bitstream vengono tradotti nei cor- 
rispondenti PostScript. 

Con più Slides, opportunamente no- 
minate, si organizza in genere uno Slide 
Show e quindi una sequenzializzazione 
della visualizzazione delle immagini. 

Questa si può eseguire sia attraverso 
una funzione Slide Show che comporta 
la elencazione delle stesse in una zona 
del Foglio. 

Una ulteriore e più sofisticata possibi- 
lità è quella che consiste nel definire, 
nella Slide, un testo di tipo «Pulsante» 
cui va assegnata una ulteriore Slide, che 
appare quando si «clicka» sul pulsante, 
oppure una Macro che viene eseguita. 
Una Macro può ad esempio comportare 
un ricalcolo e la successiva rielaborazio- 
ne della figura sulla base del risultato 
del calcolo stesso. 

Insomma utilizzando sinergicamente 
funzioni di foglio e funzioni di grafica si 
possono realizzare delle Procedure «mi- 
ste» il CUI risultato finale sia uno Slide 
Show interattivo sia in termini di Imma- 
gini visualizzate che di calcoli eseguiti 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


185 




SPREADSHEET - DB 



Figura 17 ■ Borland 
Quattro Pro 2 - Multi- 
foglio 

Bisperio alla concai- 
rema, il Quattro Pro 
dispone di eccellenti 
fumionaliià di lavoro 
su più fogli Sia di tipo 
estetico, in guanto ae- 
scun foglio può essere 
laciimente posizionato 
sul video, sta di hpo 
operativo, in quanto é 
possibile scnvere for- 
mule di calcolo che 
operano su fogli di- 


Oltre a questa che è una novità asso- 
luta, citiamo altre novità presenti nel 
Quattro Pro 2. 

La possibilità di sfruttare al meglio 
schede SuperVGA, che sono molto dif- 
fuse ma poco riconosciute dai prodotti 
non solo grafici. Quattro Pro 2 ne rico- 
nosce una dozzina con le quali permette 
una modalità di visualizzazione a 132 
colonne, molto utile per fogli di calcolo 
molto pieni (fig. 16). 

Sono anche migliorati i driver di stam- 
pa per le stampanti HP LaserJet. Viene 
ottimizzata la distribuzione del carico del 
lavoro di stampa tra il computer, che 
genera i font software BitStream. e la 
stampante, che dispone di propri font 
oppure carica fino ad otto font Bit- 
Stream. 


Figura 18 - Borland 
Quattro Pro 2 - Stam- 
pa -i la DTPi 
La sezione DTP del 
Quattro é supportata 
dal generatore di ca- 
ratteri software Bit- 

stallalo e che genera 
font, secondo vari li- 
vetli e a nchiesia. du- 
rante la installazione di 
Quattro Pro 2. Nel ca- 
so in CUI SI scelgano 
per il proprio lavoro 

lati questi vengono co- 
munque generati li per 
li. sia per la Preview. 
sia per l’Editor grafico, 
sia per la Visualutiaiio- 
ne dei Grafici, sia infi- 

e propria 



Conclusioni 

Si tratta come detto di versioni di 
consolidamento di prodotti già diffusi ed 
apprezzati. Sono certamente poco signi- 
ficative in termini' di novità esteriori. Lo 
sono un po' di più in termini di novità 
di... background, prima tra tutte il poter 
lavorare in sinergia. Una versione di 
consolidamento ha comunque il pregio 
di essere sicuramente più affidabile dì 
una totalmente nuova in quanto pochi 
cambiamenti sono sicuramente meno 
pericolosi rispetto ad un'eventuale rivo- 
luzione. Questo dovrebbe rassicurare i 
«Vecchi» utilizzatori, con un parco appli- 
cazioni da difendere, e i nuovi che stan- 
no scegliendo il loro nuovo spreadshe- 
et- D'altro canto i tempi tecnici per il 
trapasso in ambiente Windows non 
possono, né debbono essere brevi, se 
si vuole un prodotto realmente evoluti- 
vo, soprattutto ora che il concorrente 
più diretto non è più l’Excel 2. ma il 3, e 
che si profila all'orizzonte anche il Lotus 
123 sotto Windows. 

Secondo noi. lo abbiamo detto più 
volte, la cosa migliore sarebbe una af- 
fermazione dello standard Windows do- 
vuta alia diffusione di tanti prodotti sot- 
to Windows anche, ma forse soprattut- 
to. in concorrenza tra di loro. 

Borland con Object Vision ha dimo- 
strato di saperci fare anche con il nuovo 
ambiente e quindi ci aspettiamo anche 
per Quattro e per Paradox dei prodotti 
all'altezza della qualità che anche il mer- 
cato riconosce come caratteristica stan- 
dard dei prodotti di questa casa. 

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WINDOWS 3 


Àncora suirAsymetrìx ToolBook 

Primi strumenti di programmazione 


dì Francesco Petroni 


Nel numero di febbraio di 
MCmicrocomputer abbiamo 
eseguito la prova 
derAsymetrix ToolBook, 
prodotto con finalità 
Ipertestuali che ha buone 
possibilità di diventare 
l'analogo dell' HyperCard 
dell'Apple Macintosh. 
Abbiamo descritto il prodotto 
soffermandoci più che altro 
sul livello iniziale di 
utilizzazione, sia come lettore 
(Reader) del Book. sia come 
autore lAuthor) che utilizzi 
però solo funzioni prede finite 
o al massimo il Macro 
Recorder. Inoltre abbiamo 
semplicemente citato le 
caratteristiche generali del 
suo linguaggio interno di 
programmazione che si 
chiama OpenScript. 

In questo numero, dopo un 
necessario riassunto della 
puntata precedente, dedicato 
agli smemorati o a chi non ha 
letto la prova di febbraio, 
approfondiamo l'argomento 
OpenScript affrontandolo, 
come nostra abitudine, nella 
maniera più pratica possibile 


Lo scopo di questo articolo non é 
quello di «fare un corso» di OpenScript. 
che richiederebbe un bei po' di pagine, 
e che risulta perlomeno prematuro, ma 
quello di fornire un «assaggio» della 
filosofia sottostante un prodotto per 
utente finale di categoria Object Orien- 
ted. che lavora in sinergia con il mondo 
Windows e che permette di sviluppare 
applicazioni ipertestuali. 

In questi due mesi peraltro, sono 
apparsi su varie riviste del nostro setto- 
re numerosi articoli sul ToolBook. Que- 
sto a conferma dell'interesse da parte 
del pubblico. Purtroppo nessuno di que- 
sti articoli aveva, per lo meno quelli che 
ho letto, un taglio «pratico». Molta filo- 
sofia sulla programmazione ad Oggetti. 
SUI prodotti Ipertestuali, e poco... ar- 
rosto. 

Questo a giustificazione del taglio che 
intendiamo dare al nostro articolo. 


Riassunto delle puntate 
precedenti 

Il ToolBook può essere utilizzato in 
modalità Reader, questo é il semplice 


utilizzatore di un'Applicazione sviluppata 
da altri, e in modalità Author, che è lo 
sviluppatore dell'Applicazione. 

L'Author agisce in un ambiente ope- 
rativo completo, dotato di una barra di 
menu con svariate opzioni e di una serie 
di Tool e di Window (fig. 1). Il Reader 
agisce in un ambiente più ristretto e 
può attivare solo le funzionalità che 
l'Author gli ha lasciato attive. 

Con ToolBook si generano applicazio- 
ni chiamate Book, composte da Pages. 
Ogni Page può contenere degli oggetti 
di vario tipo, che hanno differenti carat- 
teristiche estetiche e funzionali. 

La Pagina può essere composta da 
un Background, i cui oggetti appaiono 
su tutte le pagine cui il Background 
stesso è associato, e da un Foreground, 
( cui oggetti appaiono solo in quella 
pagina. I vari tipi di oggetti sono definiti 
nella figura 2 che ne mostra anche la 
gerarchia, rispettata dagli Script. 

Ad ogni oggetto di qualsiasi tipo 
(Book, Page, Buttons, Hotword, Field di 
vario tipo, Graphic. Group, ecc.) può 
essere associato uno Script, in pratica 
un programma, che può avere qualsiasi 


Figura I - Asxmerr« 
ToolBook - L'ambiente 
operativa deH'Auihor 
Come spiegalo abbon- 
dantemenle nell'arli 
colo di prova, pubbli 

nel ToolBook esistono 
due ligure. Quella del 
Restìe’, ovvero l'unia- 
aaiore delTapplicaiio 
ne e Duella dello 
Aulhor, il personaggio 
che sviluppa l’spphca 

Questo é sll'opers la 
bta di strumenti di (a- 



MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991 



WINDOWS 3 


lungheiza, che viene eseguito al verifi- 
carsi di un certo evento 

Gli eventi possibili sono un centinaio. 
Ad esempio il click sul mouse, oppure 
l'ingresso m una pagina, oppure ti dop- 
pio click su un bottone, ecc. 

Un «eventi! invia air«obiect». entro il 
quale è stato generato, un «message». 
Se in questo «object», non è previsto 
un «handler» per quel «message» viene 
chiamato in causa l'nobiect» gerarchica- 
mente superiore. 

La programmazione quindi consiste 
nel disegno degli oggetti e nella scrittu- 
ra degli Script che prevedano per ogni 
evento possibile una corrispondente 
azione. 

Lo Script può essere realizzato in due 
maniere, registrando, con il Macro Re- 
corder, una serie di operazioni, oppure 
scrivendo i comandi nell'editor di Tool- 
Book. 

In figura 5 mostriamo la schematizza- 
zione della situazione più semplice. Un 
Bottone attraverso il quale si attiva 
un'Azione, e un Field che contiene il 
risultato dell'Azione 

In questo caso. Il più semplice, ma 


Figura 2 - Asymelnx ► 
ToolBook - Gerarchia 
dagli Oggoiti 
In Questa Igura mo- 
striamo Sia I possibili 
oggetti manipolabili 
con ToolBook sia l'or- 
dinamento gerarchico 
COI seno sorioposd. 

/'oggeffo, entm il Qua- 
le c slaro generalo, un 
♦ message". Se in 
Questo non e previste 
un nhandlern per Quel 
imessagen viene 
chiamato In causa 
l'nobiecti- geraic/iica- 
menre superiore 


Figura 3 - Asymeirn 
ToolBook - Csmpiona- 
no di Windows con 

Si IratlB di un prodotto 
Obtect Onenied Uti- 
libando I van tool a 
disposinone, che ap- 
paiono nelle vane Win- 
dows spostabili a pia- 
cere sul video. Si inse- 
riscono 1 0bjeclsv nel- 
la pagina e gii si attri- 
buiscono le csraflen- 
sriche estetiche desi- 
derare 
w 





Fgura i - Asymetrix ToolBook - Delinaione delle propneia degli oggeih 
Le caraneristiche lunnonali, le propnetà non estetiche Quindi, di aascur 
oggetto si deliniscona attraverso delle speo/iche finestre di diatogo in cui si 
msensce lo ideniilicalore dell'oggeito e da cui si spiolonda nell'Edilor dello 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


189 


Cilckando sul Bottone 'Esegui II Calcolo' 
questo riceve un messaggio 'Butlonllp* 
allora ToolBook cerca nello Script 
collegato al Button un Handler 
relativo et messaggio BuRonUp 



Figurs 5 - AsYfy’Binx ToolBook - Causa-£/ferto. 

ScFernaliuis'ry} nella mar7iera più semplice possibile il rapporto causa-effello tra un 
oggetto, il Bottone, su cui si compie un’Ajione e un altro oggetto, il FieltJ. ctie subisce 
l'Aiione stessa Ambedue gli oggetti possono essere ubatteaaatin con un ideniilicatore. in 
pratica un nome nutihiiabile negli Script. 



anche il più frequente. l'Evento che 
attiva l’Azione consiste in un click del 
mouse sul Bottone. L'Azione consiste 

termin a con un comando che scrive il 
rlstiHaro nel Field Che' a’ppàf^ accanto 
alla parola Risultato. 

Si tratta di un approccio Object Onen- 
ted. nel senso che l'Author prima defini- 
sce gli oggetti dell'applicazione e poi 
distribuisce tra questi i vari «pezzetti» 
della programmazione. 

Non è invece ancora chiaro quale 
possa essere il campo di applicazione 
più evoluto del ToolBook- Non lo é per 
una serie di motivi. 

Un primo limite é costituito.dal fatto 
che ToolBook è un prodotto fiat-file. 
L'applicazione e i dati da questa gestiti 


risiedono in un unico file, che ha desi- 
nenza TBK. e che viene tutto caricato in 
memoria da ToolBook (o meglio da Win- 


dows). Esistono comunque dei comandi 
OpenScript che permettono di fare del- 
le «Chain» tra le applicazioni. 

Ma ToolBook è un esponente a tutti 
gli effetti dell’Universo Windows e co- 
me tale ne gode i vantaggi. 

Già con il prodotto vengono fornite 
una serie di DLL, Librerie Dinamiche di 
Windows, richiamabili dagli Script, che 
svolgono i compiti più disparati. 

Citiamo quella che permette di collo- 
quiare con archivi DBF. il che consente, 
ad un'applicazione ToolBook, di svolge- 
re anche attività di gestione di archivi, 
che rimangono esterni e nel formato 
nativo. Oppure quella che permette di 
eseguire delle melodie musicali nel pie- 
no rispetto delle filosofia Ipertestuale. 

Il limite superiore per le applicazioni è 
quindi, almeno per ora. costituito dalla 
velocità di esecuzione che, in applicazio- 
ni in cui entrino in gioco tutte queste 
funzionalità, risulta troppo lenta, del tut- 
to inadatta ad esempio per applicazioni 
con finalità gestionali. 




/ nostri esercizi 

Ne abbiamo sviluppati quattro che 
descriveremo nel dettaglio. 

— Applicazione di calcolo matematico. 

— Applicazione per verificare il concetto 
di Hotword. 

— Applicazioni per esemplificare vane 
modalità di movimento tra le pagine del 
Book. 

— Applicazione per generare un ciclo di 
scorrimento delle pagine. 

Per ognuna di queste applicazioni pre- 
sentiamo una videata lato Reader. cioè 
quello che vede l'utilizzatore e non lo 
sviluppatore, e un listato in cui abbiamo 
messo insieme, per comodità, i vari 
Script, che in realtà sono associati cia- 
scuno ad un oggetto. 

Descriveremo anche a cosa serve 
l'applicazione e cosa significano i vari 
comandi inseriti negli Script. 

Lo scopo, ribadiamolo ancora una vol- 
ta, è quello di dare un piccolo assaggio 
della filosofia sottostante ToolBook. 


190 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 



WINDOWS 3 


Non abbiamo non solo lo spazio a 
disposizione, ma neanche ancora le co- 
noscenze necessarie per proporre 
Script molto complessi. 

Questo aspetto è peraltro ben coper- 
to dalla ricca dotazione di esempi fornita 
con il pacchetto ToolBook e che è ac- 
cessìbile anche internamente passando 
nella modalità Author. 

Ci ripromettiamo comunque di conti- 
nuare tra qualche numero il discorso. 

Premessa ai quattro esercizi 

Prima di cominciare sintetizziamo l'e- 
lenco degli strumenti a disposizione in- 
dicandoli nell'ordine in cui vanno logica- 
mente utilizzati in una applicazione stan- 
dard- 

Book- Il primo oggetto da sistemare è 
il Book. E la prima operazione da fare è 
quella di definirne il formato in pollici. 
Esiste una funzione di menu e una 
corrispondente funzione di OpenScript 
che adegua la grandezza della finestra 
alla dimensione fissata per la pagina. 

In questa maniera si evitano sia spazi 
vuoti intorno alla applicazione sia la 
comparsa delle barre di scorrimento sui 
bordi delta finestra che non riesca a 
contenere la pagina intera. 

Se si vuole, ma solo nel quarto esem- 
pio. utilizziamo questa possibilità, perso- 
nalizzare la barra e le voci di menu e 
attivare un programma direttamente al 
caricamento della Applicazione, occorre 
scrivere uno Script specifico per il Book. 

Il Book è composto da Pages, delle 
quali a loro volta vanno definite le carat- 
teristiche. Non può essere variata la 
loro dimensione in quanto rimane quella 
definita per tutto il Book. 

La Page si può scomporre in una 
porzione Background, in cui vanno inse- 
riti tutti gii oggetti fissi, che appaiono 
cioè in tutte le pagine (ad esempio i 
campi di un archivio), e in una porzione 
Foreground, che al contrario contiene 
gli oggetti variabili da pagina a pagina. 

Lavorando sulla Page si possono atti- 
vare. attraverso l'opzione di Menu Win- 
dow. una serie di finestre contenenti i 
vari tool di lavoro. La più importante, 
non eliminabile, è quella che permette 
di scegliere il tipo di oggetto da inserire 
nella pagina. Attraverso la voce del me- 
nu Object Group si possono raggruppa- 
re più oggetti e si possono attribuire 
all'intero loro insieme delle caratteristi- 
che. ad esempio un Script. 

L'altra funzionalità che facilita il lavoro 
è quella che permette di definire, visua- 
lizzare ed attivare una Grid. indispensa- 
bile per il corretto allineamento degli 
oggetti nella pagina. In figura 2 mostria- 
mo la gerarchia e quindi anche l’elenco 
completo degli oggetti manipolabili. 


In figura 3 e 4 un campionario di tool 
e tre delle Finestre di Dialogo che ap- 
paiono al momento della definizione 
delle Properties degli oggetti. 

Per introdurre ora il concetto di Script 
analizziamo di nuovo, più nel dettaglio, 
la figura 5. citata prima, in cui schema- 
tizziamo la situazione più semplice. 

In una finestra esistono tre oggetti: 
un semplice Testo «Risultato», un But- 
ton «Esegui il calcolo» e un Field che 
riceve il risultato del calcolo. 

Il Field va battezzato, anche se Tool- 
Book assegna un identificatore numeri- 
co ad ogni oggetto, in modo che sia 
possibile richiamarlo secondo le varie 
necessità e attraverso varie modalità. 

Al Button va associato un program- 
ma, che in ToolBook si chiama Script e 


che conterrà le istruzioni che eseguono 
un calcolo e un'istruzione che scrive 
direttamente il risultato del calcolo nel 
Field. 

Uno Script più complesso conterrà 
una serie di istruzioni OpenScript, rag- 
gruppate in più parti chiamate «hand- 
lers», che servono per definire il com- 
portamento dell'oggetto rispetto al veri- 
ficarsi di un evento. 

L'evento più diffuso è il click del 
mouse sull'oggetto e si traduce in due 
istruzioni: 

50 handle buttonUp 

definizione dell'azione da eseguire end 

La gerarchia vista prima definisce, 
come già accennato, l'ordine con il quale 


Figura 8 - Asymetrix 
ToolBook ■ Program- 
ma di Hotworó - Rea- 

In questa seconda ap- 
phaarione 3àtnamo m- 
sento tre Holword Ri- 
chiamano tre Script 
che eseguono tre azio- 
ni mollo simili tra di 
loro in quanto tanno 

oggetto ^nascostoli 
alla vista. La prima ri- 
chiede un elici. Le al- 

Azione semplicemen- 
te ai passaggio del 
mouse sopra la parola. 




MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


191 



WINDOWS 3 



Figura IO - Asymeirm 
ToolBook Program- 
ma di Navigatone 
Reader 

OueslB e un'applica 

mostra alcune modali- 
là di movimento tra le 
stesse Esistono bot- 
toni specifici che ap 
paiono m una determi- 
nala pagina e nmanda- 
no semplicemenie ad 
un'atira pagina, botto- 
ni di Background che 
appaiono quindi su tut- 
te le pagine. Holword 
di Link che generano 
un'andata con ritorno 


gli Object reagiscono al verificarsi di un 
Evento. In pratica se si clicka su un Field 
per il quale non è previsto uno Script e 
questo Reld fa parte di un Group il Click 
viene passato allo Script del Group. Gli 
ultimi gradini della gerarchia sono le 
librerie DLL, richiamabili con specifici 
comandi OpenScript, e il System, in 
pratica il modulo Runtime di ToolBook, 
che è quello che serve per far «girare»' 
l'applicazione in qualità di Reader. 

L'applicazione Calcolo. 

iFigg. 6 e 7) 

La prima applicazione che vi proponia- 
mo è un semplice programma di calco- 
lo, Necessita di una sola Pagina e in 
questa non serve definire un Back- 
ground, 

Utilizza due Field in cui vanno digitati i 
valori numerici, un Field che accoglie il 
nsultato e due Buttons che attivano due 
Scnpt, uno per l’azzeramento dei valori 
e l'altro, dipendente dal campo Scroll, 
che esegue il calcolo e visualizza il 
risultato. 

La sintassi degli Script è molto discor- 
siva ed è facile, anche da parte di chi 
non conosce i van comandi, compren- 
derne non tanto il significato esatto, 
quanto lo scopo (fig. 71, 

Vediamo prima lo Script sottostante 
l'Oggetto di tipo Field Scroll Bar. battez- 
zato Funzione, e che contiene quattro 
nomi di operazioni matematiche 

Al verificarsi del Click (to handle but- 
tonUp) sul campo Funzione viene loca- 
lizzato e letto il testo della nga e posto 
nella variabile standard II (la traduzione 
m Italiano è Questo). 

Questa viene testata (conditions .. 
end) e a seconda del suo contenuto 
viene eseguita la conseguente operazio- 
ne matematica. 


192 


Le variabili in gioco altro non sono 
che i nomi dei Field, NI. N2 e RIS. 

Il secondo Script, in coda nella figura, 
è quello che azzera i campi ed è sempli- 
cissimo per cui non lo descriviamo. 

Si può notare come ToolBook tratti 
solo valori testuali e come, se questi 
sono dei numeri si possano comunque 
eseguire delle operazioni matematiche. 

Applicazione Hotword. 

IFigg. 8 e 9) 

L’Hotword è l'oggetto di livello gerar- 
chico più basso. Qualsiasi parola inseri- 
ta in un Field di tipo testuale può diven- 
tare una Hotword e gli si può associare 
uno Script. 

In questa seconda applicazione abbia- 
mo quindi inserito tre Hotword che ri- 
chiamano degli Script che eseguono tre 
azioni molto simili tra di loro in quanto 
fanno apparire oggetti «nascosti» alta 
vista. Li abbiamo riportati tutti e tre 
nella figura 9. 

Il primo richiama al semplice passag- 





gio (mouseEnter) del mouse su di esso, 
il Field «appa» scritto prima e poi na- 
scosto. 

Il secondo fa la stessa cosa con un 
Gruppo grafico, che mostra una tazzina 
di caffè che spansce quando il mouse 
non è più posizionato sopra la parola. 

Il terzo Click contiene l’istruzione but- 
tonUp. che pretende il Click per entrare 
in Azione. L’azione é costituita dal sem- 
plice comando requestatesto» che mo- 
stra una finestra Windows che contiene 
il «testo» e dalla quale si esce attraver- 
so un bottone OK. Tale finestra non 
appare nella foto 

Applicazioni Movimenti 
tra le Pagine. 

IFigg. 10 e 11} 

Questa è un’applicazione che si svi- 
luppa su più pagine e che mostra alcu- 
ne modalità di movimento tra le stesse 

Abbiamo quindi prima generato più 
pagine e poi ne abbiamo battezzate 
alcune. 

In ogni pagina appaiono sia i Bottoni 
posti nel Background, che sono quelli in 
fondo alla pagina, sia quelli propri della 
pagina. 

Ad esempio nella prima pagina, quella 
della foto, esiste un indice che rimanda 
a pagine predeterminate e una pulsan- 
tiera, tipo VCR, posta nel Background, 
che manda avanti e indietro di una 
pagina, oppure alla prima pagina o all’ul- 
tima. Il tasto centale non serve a niente. 

Oltre a questi due tipi dt movimento 
abbiamo inserito un campo di tipo 
CheckBox, che rimanda alla ultima pagi- 
na e poi una Hotword (la parola è Micro- 
computer) sulla quale é attivato un Link 
Un rimando ad una pagina specifica con 
ritorno, attraverso un tasto opportuno 
posizionato nella pagina di destinazione 

In figura 1 1 alcuni tipi di rimando. 

É chiaro che i vari movimenti tra le 
pagine possono essere eseguiti in nu- 
merosissimi altri modi Esistono funzio- 
ni di Menu, sottostanti la voce Page, e 
alcuni comandi di tastiera 

Applicazione animata 

IFigg. 12 e 13) 

Abbiamo realizzato, per finire, un'ap- 
plicazione animata, utilizzando le 16 fi- 
gure del Mondo in Rotazione disponibili 
in una delle schermate di Clip-Art forni- 
te con il prodotto e visibili sullo sfondo 
della videata. 

Le abbiamo poste in 16 pagine di un 
Book, spogliato, lato Reader, di tutti i 
menu (tranne quello che consente il 
ritorno al livello Author) e dotato di un 
Bottone che lancia un Loop di scorri- 
mento delle pagine. 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



WINDOWS 3 


Figura 13 - Asymerm 
ToolBook Program 
ma di Animaiione 

AObiamo leah/iaio 
un'applicazione amma- 
la. ulilazando le 16 li 
gore del Mondo in Ro- 
tazione. disponibili «1 
uni? delle schermalo di 
Clip-Arl tornile con il 
piodoiio (sullo sfon 
do) Le abbiamo poste 
sulle 15 pagine di un 
Book. spoglialo, lato 

manne duello che 
consenle il nlomo al 
livello AulhorI e dolalo 
di un doftono cfie lan 

memo 



Passando agli Script verifichiamo 
quello connesso al Book e che serve 
per ridisegnare l'albero dei menu lato 
Reader. Si può notare anche l'istruzione 
che serve per adattare la finestra alia 
dimensione della pagina, che in questa 
applicazione e estremamente ridotta. 

Nel secondo Script una istruzione 
classica per generare un Loop, attraver- 
so una variabile locale. 


Conclusioni 

Si è trattato di una sene di »assaggi- 
ni» che. se non visti nella giusta ottica, 
possono Ksviare» il lettore, al quale 
consigliamo comunque di rileggere le 
premesse ai quatto esercizi. 

ToolBook non serve a fare questo 
tipo di applicazioni. ToolBook utilizza 
queste tipologie di strumenti, da noi 
inseriti m applicazioni elementari, per 
realizzare applicazioni anche mollo com- 
plesse. 


Chi proviene dalla programmazione 
«tradizionale", necessita di un breve 
periodo di ambientamento, durante il 
quale non deve tanto imparare concetti 
nuovi (in ToolBook ci sono tutte le strut- 
ture classiche della programmazione), 
quanto convertirsi alia nuova filosofia 
Object Oriented. 

Il costo di cale periodo di ambienta- 
mento sarà ammortizzato solo se si 
realizzeranno in seguito un ceno nume- 
ro di applicazioni, non lo sarà se se ne 
deve realizzare solo «una nella vita» 

Mentre oggi sono già disponibili pro- 
grammi di supporto, è presumibile che 
nel futuro, del ToolBook usciranno nuo- 
ve versioni che miglioreranno le presta- 
zioni generali, inadatte oggi ad applica- 
zioni molto voluminose, e che facilite- 
ranno ulteriormente l’interattività tra 
Author e Script. 

Ad esempio non ci dispiacerebbe che 
ci fosse un Editor guidato, in cui i vari 
«statement» possano essere scelti via 


figura 14 - Asymetn.< 
ToolBook Applicazio- 
ne Ipermediale 
Nel package del Tool- 
Book sono inserile 
una sene di applicazia- 

dichiarato di Zar vede- 
re le numeroso tipolo- 
gie di applicaziom svi- 
luppabili con il Tool 
Book stesso Ad 
esempio in questa ap 
plicazione Ipetiesiuale 
la Luna sorgo e la mu- 
sica suona Tali appli 

per essere rsaccheg- 
gtaicu dallo autore che 
può atKhe copiare gli 
serpi e I pezzi degli 




scroll list e in cui anche la costruzione 
sintattica dell'handler sia guidata. 

L'esempio cui ci riferiamo è il Deci- 
ston Tree del Borland Object Vision, 
provato nel numero scorso, in cui la 
programmazione viene ridotta al dise- 
gno di una struttura logica di tipo grafi- 
co, durante la realizzazione della quale il 
prodotto propone passo passo gli ele- 
menti costruttivi utilizzabili in quella si- 
tuazione. A parte queste considerazioni 
suH’ambiente Editor Script, chiamato 
pesantemente in causa m caso di pro- 
grammazione spinta, resta il fatto che 
ToolBook è un prodotto multiforme, che 
può coprire svariate esigenze applicati- 
ve su svariate tipologie di campi applica- 
tivi, in CUI SI mischiano problematiche 
evolute di programmazione con proble- 
matiche grafiche e con problematiche 
Windows. Ed è per queste caratteristi- 
che del tutto originali per il mondo PC. 
che ToolBook si conferma un prodotto 
molto interessante per chi lo esamina e 
stimolante per chi lo usa. 


MCmicrocompuler 


106 -aprile 1991 


193 




VIRUS 


Classificazione dei virus 
secondo le modalità di attacco 

di Stefano Toria 


Prende l'avvio da questo 
numero una rubrica 
focalizzata su uno dei più 
preoccupanti fenomeni 
riguardanti l'informatica 
personale: i virus. Ciascun 
articolo, realizzato in modo da 
fornire informazioni a un 
pubblico il più possibile vasto, 
si soffermerà sia sugli aspetti 
tecnici — laddove necessario 
— che su quelli pratici, 
mirando soprattutto a fornire 
delle linee di azione all'utente 
«medio», che non desideri 
approfondire eccessivamente 
i tecnicismi che stanno dietro 
al funzionamento dei virus, 
ma che voglia giustamente 
tutelare l'integrità del proprio 
patrimonio informativo dal 
rischio di danneggiamento 
che un virus può realizzare in 
breve tempo e senza che 
l'utente se ne accorga 


Classificazione dei virus 
per modalità di attacco 

Nel parlare di virus o vermi si fa fre- 
quente uso di termini come «attacco», 
«infezione», «penetrazione», «difesa», 
«vaccinazione», «eliminazione». Tale 
terminologia di origine medico-terapeu- 
tica è stata adottata per conseguenza 
della assimilazione tra virus informatici 
e virus biologici: l'operazione è tutt'altro 
che velleitaria, poiché molti concetti e 
molte prassi adoperati nei trattamento 
dei programmi virus trovano una corri- 
spondenza logicamente congruente nel 
trattamento degli agenti patogeni del 
colpo umano. 

Un virus può trasmettersi aH'interno 
di un sistema solo ed esclusivamente 
se vengono eseguite le istruzioni del 
programma che gli fa da portatore. Que- 
sto conceno, sul quale non si insisterà 
mai abbastanza, significa che non è suf- 


ficiente che venga lena la directory di 
un dischetto, oppure che venga letto o 
stampato un file che si trova sul disco 
infetto, bensì è indispensabile che ven- 
ga eseguito un programma. Questa 
condizione sovente porta gli utenti me- 
no esperti a commettere degli errori, 
come nel seguente esempio: si sup- 
ponga che un dischetto contenga, tra 
l'altro, due file: l'uno, READ. ME, è il 
breve testo introduttivo che il produtto- 
re del software si riserva di scrivere al- 
l'ultimo momento, subito prima di distri- 
buire i dischetti; l'altro, README.EXE, 
è un programma realizzato per consen- 
tire una più agevole lettura del file REA- 
D.ME, ad es. con lo scorrimento delle 
pagine a piacimento dell’utente. 

Nella situazione esemplificata il co- 
mando TYPE READ. ME, che provoca lo 
scorrimento del testo sul video, non ha 
alcuna conseguenza secondaria. La vi- 
sualizzazione del file READ. ME a mezzo 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


VIRUS 


del programma README.EXE potrebbe 
causare l'infezione del sistema, qualora 
quest'ultimo programma fosse infetto. 
Per l'utente inesperto non vi è pratica- 
mente alcuna differenza tra le due ope- 
razioni, poiché entrambe consistono 
nella «lettura del testo contenuto in 
READ. ME». Per contro, la differenza tra 
le due operazioni è fondamentale, poi- 
ché la prima si avvale di una funzione 
già residente nel personal computer (il 
comando TYPE), mentre la seconda uti- 
lizza un programma che proviene dall’e- 
sterno e che potrebbe pertanto essere 
fonte di infezione. 

Il «Desktop» del Mac 

Questa situazione è apparentemente 
ancora più complessa sui sistemi Apple 
Macintosh. Una caratteristica del siste- 
ma operativo di questa macchina age- 
vola infatti la trasmissione di virus. Cia- 
scun disco (fisso 0 removibile) contiene 
un file denominato «desktop», che de- 
scrive le caratteristiche del disco stesso 
e mantiene traccia del posizionamento 
sul video della «finestra» relativa al di- 
sco. Questo file contiene tra l'altro un 
breve programma eseguibile, utilizzato 
per le funzioni di modifica dell'aspetto 
della finestra relativa al disco. Trattan- 
dosi di istruzioni che vengono eseguite, 
vi è il presupposto perché un virus ap- 
positamente costruito infetti il desktop, 
come infatti si è verificato nel caso del 
virus WDEF. 

La maggiore complessità a cui si ac- 
cennava poc'anzi deriva dal fatto che 
molti utenti non sono a conoscenza del- 
l’esistenza di questo breve programma 
contenuto nel desktop: venendo a co- 
noscenza della presenza di un virus nel 
proprio sistema, possono ritenere di 
averlo contratto semplicemente introdu- 
cendo un disco nei drive, poiché appun- 
to ignorano che tate operazione deter- 
mina l’esecuzione delle istruzioni conte- 
nute nel desktop. 

La diffusione del contagio 

Si tralascerà per il momento l'analisi 
dei percorso che un virus può seguire 
per raggiungere e infettare un partico- 
lare sistema, rinviandola a una trattazio- 
ne successiva. 

Una volta raggiunto un elaboratore e 
ottenuto l’accesso, con la collaborazio- 
ne attiva dell’inconsapevole proprietario 
o utente dello stesso elaboratore, il vi- 
rus inizia la propria attività nel momento 
in cui viene eseguito il programma che 
gli fa da portatore. I virus si possono 
suddividere secondo il proprio compor- 
tamento in fase di propagazione. 

MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


I parassiti 

Virus parassiti sono quelli che si tra- 
smettono utilizzando come veicolo un 
programma eseguibile (.COM o .EXE, in 
alcuni casi anche .OV*). La prima fase 
del contagio consiste nella identificazio- 
ne di un programma candidato all'infe- 
zione. 

Nella seconda fase il virus infetta il 
programma prescelto posponendogli 
una copia di se stesso, e modificando 
opportunamente le prime istruzioni del 


Orìgine e breve 

Uno dei segreti più gelosamente cu- 
stoditi dai diretti interessati riguarda l’i- 
dentità delle persone che hanno realizza- 
to la maggior parte dei virus in circola- 
zione. Secondo le classificazioni più re- 
centi le varianti assommano a 481 , quindi 
si può stimare che almeno due-trecento 
persone abbiano speso una parte del pro- 
prio tempo nello sforzo di realizzare pro- 
grammi aventi il fine di distruggere risor- 
se e informazioni e di far perdere tempo. 

Questa segretezza, che certamente 
trae origine dal timore di giustificate azio- 
ni legali — oltre che di comprensibili, 
seppure meno giustificate, azioni «di fat- 
to» — rende difficile il lavoro di ricostru- 
zione della storia dei programmi aggres- 
sori, e l’identificazione deH'origine di tali 
programmi. Tuttavia un primo impulso al- 
io sviluppo di questo genere di program- 
mi è provenuto dagli studi sulla modifica 
automatica del software, in particolare in 
contesti distribuiti. 

Il primo virus fu sviluppato nel novem- 
bre 1 983 con fini dimostrativi, nell'ambito 
di una ricerca finanziata da una delle prin- 
cipali società costruttnci di elaboratori e 
inserita in un più generale progetto di 
studio della sicurezza dei sistemi infor- 
mativi. L’obiettivo della ricerca era dimo- 
strare come le possibilità di un attacco al 
patrimonio informativo di un'azienda non 
fossero limitate a quelle tradizionalmente 
prese in esame negli studi sulla sicurez- 
za, e cioè l’attacco fisico, la conoscenza 
illegittima di password, la modifica al co- 
dice sorgente etc.. L'esperimento, per- 
fettamente riuscito, dimostrò anzi che 
predisponendo opprortunamente il pro- 
gramma aggressore era possibile attac- 
care qualsiasi sistema. Il virus sperimen- 
tale, sviluppato in otto ore da un esperto, 
impiegava meno di mezzo secondo per 
replicarsi infettando un altro programma, 
che diventava a sua volta portatore del vi- 
rus. 

Pochi mesi dopo, nei luglio 1984. si di- 
mostrò come II modello Sell-LaPadula (un 
sistema di sicurezza all’epoca ritenuto tra 
i più affidabili) fosse del tutto inadeguato 


programma in modo da determinare l’e- 
secuzione di se stesso. Allo stesso 
tempo, il virus «si identifica» in qualche 
modo, così da essere in grado di rico- 
noscere la propria presenza in un parti- 
colare programma e non ripetere l'infe- 
zione in seguito. 

Appartengono a questa categoria vi- 
rus come l’Amstrad, il Christmas Tree, 
il Cookie, il DataCrime. Tutti questi virus 
si propagano ogni volta che viene ese- 
guito il programma portatore, facendo 


Storia dei virus 


a tutelare un sistema informativo dai ri- 
schio di un attacco virale. 

Il modello Bell-LaPadula essenzialmer^ 
te consiste in una formulazione che as- 
segna livelli crescenti di nservatezza alle 
informazioni e di autorità agli utenti, i 
quali possono accedere soltanto alle in- 
formazioni al proprio livello di autorità o a 
quelli inferiori. L’esperimento del luglio 
1984 dimostrò come un virus avesse la 
possibilità di trasmettersi verso i livelli più 
alti di protezione, e l’utente apparente- 
mente più limitato e controllato, quello 
cioè con il più basso livello di autontà, 
fosse invece quello che aveva la maggio- 
re possibilità di danneggiare l'integrità del 
sistema mediante un virus. 

La diffusione degli esiti di questi pnmi 
esperimenti suscitò la curiosità dei più 
esperti utenti di personal computer. i 
quali tentarono — a volte con successo 
— di replicare sui propri sistemi i pro- 
grammi-virus creati negli ambienti di pro- 
va. Senza alcun apparente collegamento 
tra di loro, tra il 1965 e il 1986 due gruppi 
di persona, l'uno in Israele, l’altro in Pa- 
kistan. svilupparono dei programmi dotati 
della proprietà di replicarsi autonoma- 
mente, utilizzando come supporto i nor- 
mali file eseguibili del sistema operativo 
MS-DOS (.COM 0 .EXE) oppure il boot 
sector. cioè quel settore di disco che 
contiene l’immagine del sistema operati- 
vo, e che viene letto ed eseguito all’atto 
dell'avvio della macchina, oppure quando 
viene premuto il pulsante di reset, oppu- 
re quando l’utente preme simultanea- 
mente I tasti Ctrl-Alt-Del. 

Dal programma israeliano, denominato 
«Suriv» (è la parola «virus» scritta da de- 
stra a sinistra), ebbe origine quel ceppo 
di virus attualmente noto come «Jerusa- 
lem», di CUI esistono diverse vanenti. 

Il programma pakistano è attualmente 
noto come «Brain». Nonostante siano 
passati cinque anni dalla data del rilascio, 
continuano a verificarsi casi di infezione 
da Brain; questo fatto di per sé dovrebbe 
far riflettere sulla pericolosità del feno- 
meno virus. 


195 


VIRUS 



Virus in sovraimpressione 

Una terza tipologia di virus che attac- 
cano i file eseguibili è costituita da quei 
programmi che vanno a sovrapporsi alle 
legittime istruzioni del programma vitti- 
ma. La tecnica è simile a quella adottata 
dai parassiti, salvo che il virus non si re- 
plica copiando se stesso in coda al pro- 
gramma che intende infettare, o in 
un'altra zona disponibile; le istruzioni 
del virus vengono trascritte in una parte 
del programma che contiene altre istru- 
zioni, con il risultato che quasi sempre 
il programma infetto non può essere di- 
sinfettato in quanto parte di esso è an- 
data perduta. 

Appartiene a questa categorie il Le- 
high, uno tra i primi virus ad essere stati 
identificati e analizzati. 


Il boor sector di un floppy disk da 3.5" 


divenire a sua volta portatore ciascuno 
dei programmi contagiati. In questo mo- 
do l'utente può inconsapevolmente tra- 
sportare il virus su altri elaboratori, con- 
tribuendo attivamente alla diffusione 
deH'infezione. 

I parassiti residenti 

Un caso particolare di virus parassiti è 
costituito da quei programmi che riman- 
gono residenti in memoria dopo essere 
stati eseguiti la prima volta. La tecnica 
adottata da questi programmi consiste 
nel fare uso di una particolare funzione 
del DOS detta «Terminate and Stay Re- 
sident», abbreviato in TSR. Un program- 
ma TSR installa una copia di se stesso 
in memoria, allo scopo di rimanere sem- 
pre pronto per l'esecuzione. Fanno par- 
te della categoria dei TSR numerosi pro- 
grammi di utilità, tra i quali alcuni sono 
anche piuttosto noti (e ovviamente non 
sono virus) come il Sidekick della Bor- 
land. Lo stesso DOS fa uso di funzioni 
TSR, ad esempio nella esecuzione dei 
comandi Mode e Print e nella definizio- 
ne delle funzioni della tastiera (keybit o 
Simili). 

La funzione TSR, se utilizzata da un 
virus, lo rende ancora più pericoloso. Un 
virus parassita non residente, una volta 
raggiunto un sistema, vivrà una fase ini- 
ziale di svilupi» piuttosto lento, con la 
curva di diffusione che cresce in forma 
esponenziale man mano che riesce a 
raggiungere e contaminare sempre più 
programmi, e quindi a diffondersi attac- 
cando quei programmi che l'utente ese- 
gue più frequentemente; dopo la fase 


di più ampia djffusione si raggiungerà 
una situazione di saturazione, in cui tutti 
i programmi disponibili sono stati infet- 
tati. Per contro, la diffusione di un virus 
parassita residente non ha un avvio len- 
to dato che l'esecuzione del programma 
virale non dipende dalla esecuzione di 
uno specifico programma portatore, in 
quanto questo è già stato eseguito e ha 
lasciato una traccia permanente in me- 
moria, pronta ad attivarsi secondo quan- 
to è stato specificato dal programmato- 
re. Questa attivazione avviene sovente 
in congiunzione con la richiesta di co- 
muni funzioni del DOS: l’apertura di un 
file, la lettura di un dato sul disco, la co- 
pia di un file da un disco a un altro. Si 
intuisce come in questo caso la diffu- 
sione del virus sia inizialmente molto 
più rapida proprio perché è lo stesso 
DOS a divenire idealmente portatore 
del virus, e le funzioni del DOS vengono 
eseguite in continuazione neH'ordinaria 
attività di un utente di personal compu- 
ter. 

Alla categoria dei virus parassiti resi- 
denti appartengono molti tra quelli più 
noti, tra cui l'Alabama, il Cascade, il 
Dark Avenger, il Fish. 


Il boot sector 

È in crescita anche il numero di virus 
che fanno uso del boot sector come 
veicolo per il trasporto dell'infezione. 
Ogni disco formattato dall'MS-DOS o 
dal Pc-DOS contiene, in una posizione 
prestabilita, un breve programma detto 
«boot» 0 «bootstrap». Questo program- 
ma può svolgere due distinte funzioni, a 
seconda di come il disco è stato predi- 
sposto: se si tratta di un disco di siste- 
ma, utilizzabile cioè per l'avvio del siste- 
ma operativo, il boot costituisce il primo 
stadio della partenza del sistema stes- 
so, e le istruzioni che lo compongono 
vengono prelevate dal PC all'atto del- 
l'accensione per essere eseguite. Soli- 
tamente il boot procede alla ricerca e al 
prelievo della parte centrale del sistema 
operativo, contenuta in alcuni file pre- 
definiti: i file vengono caricati in memo- 
ria e il sistema prende l'avvio. Se per 
contro non si tratta di un disco di siste- 
ma, il boot consisterà in un semplicis- 
simo programma che scrive sul video 
un avvertimento all'utente, segnalando 
il fatto che ha inserito nel drive un disco 
che non contiene il sistema operativo e 
invitandolo a rimuoverlo e ad inserirne 
uno corretto. 

In entrambi i casi si tratta di program- 
mi che vengono eseguiti, con modalità 


Prossimamente... 

Gli argomenti che saranno affrontati nel prossimo futuro comprenderanno i criten 
per il riconoscimento della presenza di un virus in un sistema, l’identificazione del virus 
colpevole dell'infezione e la recensione di uno tra i più diffusi prodotti software svi- 
luppati appositamente per la difesa dalle aggressioni virali. 


196 


MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991 




VIRUS 


e A2r77ME ssAHcee 

r A32A7M9 1C2C7NA 
2 93836612 72333277 

2 EieAESBB 28B6E98A 

3 1E66S6S3 51S26Eir 
6 78716816 78717922 

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ir modificdio a seguito dell'infeiione da iPmg Porgi-. 


diverse rispetto a quelli contenuti nei fi- 
le .COM e .EXE ma con gli stessi effetti 
ai fini di questa trattazione: il boot infatti 
può essere infettato esattamente come 
avviene a un programma contenuto in 
un file. 

Nella maggior parte dei casi noti il 
boot sector viene sostituito con uno di- 
verso, contenente il virus, e l'originario 
boot sector viene riposto in una diversa 
zona del disco, per essere eseguito do- 
po che è stato eseguito il virus. Dopo 
l'infezione quindi il disco rimane un di- 
sco di sistema, ma contiene anche il vi- 
rus. Alla successiva richiesta di carica- 
mento del sistema operativo dal disco 
infetto il PC svolgerà le operazioni in 
questa sequenza; 

- caricamento del boot sector che 
contiene il virus; 

— esecuzione del virus, che quasi 
sempre rimarrà residente; 

- caricamento, ad opera del virus, del 
boot sector originario prelevato dalla po- 
sizione in cui era stato memorizzato; 

— caricamento del sistema e avvio del 
funzionamento, apparentemente nor- 
male, del computer. 

L'utente può non avvedersi subito 
della presenza del virus, ma questi ri- 


mane latente e procederà ad infettare, 
con lo stesso metodo, tutti i dischi che 
l'utente inserirà nel drive. 

Si avvalgono del boot sector come vei- 
colo di propagazione alcuni tra i più noti 
virus diffusi nel mondo, tra cui il Ring 
Pong, il Brain, il Den Zuk, il Disk Killer, 


La tavola delle partizioni 

Un caso particolare di infezione di un 
boot sector è costituito da quei virus 
che infettano la tavola delle partizioni. In 
un personal computer IBM o compati- 
bile i dischi fissi vengono gestiti suddi- 
videndoli in zone di ampiezza prestabi- 
lita, a piacimento dell'utente o con vin- 
coli particolari a seconda della versione 
di sistema operativo che viene utilizza- 
ta. Un disco può contenere anche una 
unica partizione, nel quat caso la strut- 
turazione è praticamente invisibile all'u- 
tente, ma su ciascun sistema dotato di 
disco fisso sarà presente una tavola del- 
le partizioni. 

L'avvio del sistema da un disco fisso, 
anziché da un disco removibile. richiede 
una fase in più. Infatti il primo program- 
ma ad essere prelevato dal disco è 
quello che gestisce le partizioni; esso 
determina quale sia la partizione da cui 
deve essere caricato il sistema operati- 
vo, in base a quanto è stato stabilito in 
sede di installazione del computer, e 
quindi procede con le fasi già descritte, 
leggendo il boot e proseguendo nell'av- 
vio del sistema. 

Alcuni virus, tra i quali il più noto è lo 
Stoned, utilizzano il programma di ge- 
stione delle partizioni come veicolo per 
l'infezione. Tali virus sono in grado di di- 
stinguere se il disco che stanno trattan- 
do è un disco fisso, che debba essere 
infettato nella tavola delle partizioni, o 
un dischetto di cui dovrà essere infet- 
tato direttamente il boot. 



MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


197 




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OCR: occhi e cervello per il PC 

di Mauro Gandini 

Parleremo in questo numero dell'OCR — Optical Character Recognition. 

Fino ad oggi i sistemi disponibili sul mercato non hanno brillato per affidabilità, ma la 
tecnica software ha fatto ultimamente grandi passi in questo campo ed i risultati 
iniziano ad essere interessanti. Vedremo alcune problematiche dell'OCR, una breve 
comparazione tra alcuni prodotti leader di questo mercato e una prova su strada di un 
prodotto che. specialmente nell'ambiente Apple Macintosh, sta raccogliendo molti 
consensi: Typist della Caere 


Prologo 

Appena la tecnologia ha permesso di 
poter avere uno scanner sulla propria 
scrivania a fianco di un personal com- 
puter, e più tardi, grazie alla Logitech 
con i suoi ScanMan, anche nel palmo 
della mano, c'è stato subito chi ha pen- 
sato di andare oltre alla semplice acqui- 
sizione di immagini, sebbene i problemi 
da risolvere siano stati enormi, provan- 
do ad acquisire anche il testo: il solo 
fatto di dover leggere materiale scritto 
con differenti font di varie grandezze ha 
comportato infatti grandi limitazioni. 

La prima soluzione è consistita nel- 
l'appiìcazione di tecniche di intelligenza 
artificiale: si trattava in pratica di inse- 
gnare al computer a leggere. Di base II 
programma di lettura riconosceva a 
grandi linee l'andamento delle differenti 
lettere, ma non era in grado di ricono- 
scere I differenti font con cui queste let- 
tere venivano utilizzate. In pratica una 
volta acquistato il programma bisognava 
attivare la sua parte di apprendimento e 
iniziare le prove. Per tutte le lettere il 
programma chiedeva la corrispondenza, 
fino ad interpretare l'intero alfabeto. 

Ovviamente questo metodo era al- 
quanto scomodo, anche se le ultime 
versioni di questi programmi erano già 
abbastanza furbe da accontentarsi di 


Produttore: 

Caere Corporation ■ 100 Cooper Court 
Los Gatos. CA 95030. 

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Per Macintosh: Delta ■ Via Brodolini, 70 
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leggere un paio di pagine per essere poi 
operativi con il carattere letto (l’opera- 
zione andava poi ripetuta con tutti i tipi 
di caratteri che si pensava dovessero 
essere letti dal programma durante la 
normale attività). 

Ma quello a cui volevano arrivare i 
progettisti era ben altra cosa: volevano 
infatti che il programma potesse, senza 
alcuna necessità di training, leggere un 
po' di tutto anche con caratteri differen- 
ti nello stesso testo, di diverse grandez- 
ze. Alla fine si è arrivati alla elaborazione 
di algoritmi estremamente complicati in 
grado di interpretare testo senza una 
specifica istruzione. 

La nuova generazione 

I programmi basati su questi algoritmi 
sono comunemente chiamati «omni- 
font» proprio per questa loro abilità di 
leggere differenti tipi di font senza la 
necessità di attuare uno stage di uinse- 
gnamento». Quasi tutti i produttori di 


programmi per OCR dichiarano che la 
precisione di lettura arriva ora al 99 %: 
forse come dato è un po' esagerato, ma 
senza dubbio non si discosta molto 
dall'85-90%. 

Ovviamente i risultati dipendono da 
molti fattori, in primo luogo la bontà del 
documento che si intende leggere, la 
qualità dello scanner utilizzato e la sua 
taratura. Esaminiamo come questi tre 
fattori influiscono con la qualità dei ri- 
sultati ottenibili. 

Documento da leggere 

Si può decidere di acquistare un pro- 
gramma di lettura per diverse ragioni: 
registrare in forma elettronica dati da 
vecchi documenti, immagazzinare infor- 
mazioni tratte da libri e giornali, trasfe- 
rire materiali stampati in forma elettro- 
nica per successive elaborazioni, archi- 
viare tutti i materiali possibili su disco. 

Nel primo caso probabilmente ci tro- 
veremo in una situazione nella quale i 
documenti sono simili tra loro, ma di 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


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scarsa qualità dovuta all’usura del tem- 
po. Nel secondo caso, invece, dovrem- 
mo trovarci nella miglior situazione visto 
che si tratta di materiale stampato. Il 
terzo caso ci consente di prestare meno 
attenzione alla qualità dell'Interpretazio- 
ne da parte del programma di scrittura, 
in quanto poi il materiale va rielaborato. 

Infine, il terzo caso è senza dubbio 
anche quello dove si richiede l'impegno 
maggiore poiché la qualità dei docu- 
menti è molto variegata: si passa dalla 
lettera stampata con stampante ad 
aghi, alla pagina stampata, al telefax 
(quanto di peggio si possa augurare ad 
un programma di lettura). 



Qualità dello scanner 

Sul mercato vengono proposti diffe- 
renti tipi di scanner con differenti riso- 
luzioni (mediamente tra i 200 e i 400 
punti per pollice); diverse configurazio- 
ni, diversi ambienti operativi (dal mondo 
MS-DOS all'Apple Macintosh senza tra- 
lasciare MS-Windows), diverse dimen- 
sioni (dagli scanner a piano fisso in for- 
mato A4 agli scanner dello stesso for- 
mato a foglio mobile all'ultima genera- 
zione di scanner manuali «inventati» 
dalla Logitech). Utilizzando un vecchio 
scanner da 200 punti/pollice, i risultati 
saranno senza dubbio peggiori rispetto 
ad un moderno scanner da 400 punti 
per pollice. Inoltre la velocità di interpre- 
tazione risulterà notevolmente più alta 
poiché il carattere in acquisizione risul- 
terà meno ricco di informazioni da inter- 
pretare. 

Taratura 

Anche questo è un fattore molto im- 
portante. Molte volte si incolpano gli 
scanner di scarsa qualità e affidabilità, 
ma è invece colpa nostra solo perchè 
non si ha la pazienza di cercare la mi- 
glior soluzione di luminosità e contrasto 
per la lettura del documento, Ciò vale 
indifferentemente sia per la lettura di 
testo che per l'acquisizione di immagini. 


Quesla 6 la rinesfra 
che appare selB 2 ip- 
nsncfe Typist dal menu 
mela. Si notino le pos- 
sibilità di scelta delia 
lingua utilizzata, il con- 
trollo della luminosità, 
direzione di scan e ti- 
po del lesto Selezio- 
nando l'Immagine • 

come normale scan- 



Lnc 

z 


Qualche trucco 

Bisogna anzitutto dire che un testo 
letto da OCR quasi mai sarà perfetto. 
Esistono tuttavia due tipi di consigli che 
vorremmo dare a chi si accinge ad ini- 
ziare una attività di lettura con OCR: 
consigli pre-lettura e consigli di correzio- 
ne dei testi acquisiti. 

Consigli pre-lettura 

In pratica si tratta di quanto detto pri- 


Caretteri nitidi 


L nq 


Liid 





Regolare il controllo della luminosità su Più scuro Regolare il controllo della luminosità su Più chiaro 


Ecco Ire tipologie di caratteri- il primo caso ò il migliore, nel secondo notiamo i caratteri leggermente slocab a causa del poco contrasto, nel terzo caso i caratteri 
sono troppo pieni ed é necessario agire sul controllo della luminositè nducendoia 


200 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


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ma sult'utilizzo dello scanner e sulla sua 
taratura- Prima di tutto ricordiamo di uti- 
lizzare lo scanner alla sua massima de- 
finizione per ottenere il massimo di in- 
formazioni che saranno senza dubbio 
maggiormente gradite dal vostro pro- 
gramma di OCR. Inoltre ciò comporta 
anche tempi di interpretazione decisa- 
mente più contenuti. 

Per quanto riguarda la taratura dei pa- 
rametn di lettura dello scanner, come 
per esempio la luminosità (es. lettura 
documenti su carta colorata), vi consi- 
gliamo un approfondito stage di prova 
con le differenti tipologie di documenti 
che intendete leggere. Per ogni tipolo- 
gia di documento preparate quindi un 
prospetto relativo alla miglior taratura 
dello scanner per la lettura del docu- 
mento in questione. Sarete cosi certi di 
non dover perdere troppo tempo ogni 
qualvolta sia necessario leggere un de- 
terminato tipo di documenti. 

Consigli di correzione 

Questi consigli servono per risparmia- 
re tempo in fase di correzione degli er- 
rori di lettura. Partiamo proprio dalle dif- 
ferenti tipologie di errori per stabilire le 
migliori procedure da adottare per la 
correzione dei testi. 

Caratteri di segnalazione — I pro- 
grammi di lettura utilizzano dei caratteri 
poco utilizzati per indicare eventuali ca- 
ratteri irriconoscibili 0 riconosciuti, ma 
con un’alta probabilità di errore. Con la 
funzione di ricerca del vostro program- 
ma di scrittura potrete trovarli ed appor- 
tare le dovute correzioni. 

Spazi multipli — Molte volte i pro- 
grammi di scrittura non riescono ad in- 
terpretare perfettamente gli spazi bian- 
chi tra le vane parole, specialmente se 
SI sta leggendo un testo di tipo giusti- 
ficato; in questo caso vengono infatti di- 
stanziate le parole in maniera regolare, 
ma non corrispondente alla classica sin- 
gola spaziatura. Ci si potrebbe quindi 
trovare con un testo pieno di doppi o 
tripli spazi. Per eliminarli utilizzeremo la 
funzione di «cerca e sostituisci» del pro- 
prio programma di scrittura. 

Si chiederà alla funzione di ricercare 
due spaziature consecutive e di sosti- 
tuirle con una singola (utilizzando la pos- 
sibilità di sostituzione automatica lungo 
tutto il documento). Per essere sicuri di 
aver eliminato tutte le doppie spaziature, 
VI consigliamo di eseguire questa pro- 
cedura tre volte di seguito: in tal modo 
sarete sicuri di aver eliminato fino a 8 
spaziature consecutive. Con questo si- 
stema si potranno eliminare anche altri 
caratteri come per esempio tabulatori, 
ecc. Se il programma di riconoscimento 
dei caratteri ha inserito nel testo un ri- 
torno a capo ad ogni fine riga incontrata, 
dovremmo anche in questo caso ese- 
guire un «cerca e sostituisci», ma la pro- 
cedura sarà leggermente differente. Per 
prima cosa dovremo essere sicuri che 


tra ogni paragrafo ci siano due a capo 
consecutivi (in pratica una linea di spa- 
ziatura). Poi andremo a sostituire tutti i 
doppi a capo con un qualsiasi simbolo 
non comune T, *. (5’, £) oppure con due 
X (xx). A questo punto elimineremo tutti 
gli a capo con un cerca e sostituisci: ogni 
a capo dovrà essere sostituito con uno 
spazio. Infine si andranno a cercare e so- 
stituire i simboli che avevamo inserito in 
luogo dei doppi a capo (ovviamente con 
dei nuovi doppi a capo). L'ultima ope- 
razione da svolgere è un bel passaggio 
con il correttore ortografico. Alcuni pro- 
grammi di lettura hanno già al proprio 
interno un correttore ortografico che 
provvede ad inserire le corrette parole, 
per esempio avendo interpretato la pa- 
rola 'femmonile', questa verrà modifica- 
ta dal correttore in 'femminile'. Alla fine 
è consigliabile rileggere tutto in quanto 
esistono una serie di vocaboli che pos- 
sono sfuggire al correttore come per 
esempio parole al singolare e plurale (es. 
«femminile» e «femminili») o altre pa- 
role molto simili tra loro (es. «quando» 
e «quanto»). 

Qualche prova 

Oltre agli articoli specifici già pubbli- 
cati suH’argomento in questa ed in altre 
rubriche ed apparsi nei precedenti nu- 
meri di MCmicrocomputer (ai quali vi ri- 
mandiamo per conoscere le caratteristi- 
che dei prodotti già presentati), in que- 
sta occasione sono state eseguite an- 
che alcune prove su programmi OCR at- 
tualmente disponibili (tra i quali Accu- 


Text, OmniPage, Recognize, TextPert) e 
dei quali riportiamo i risultati nella rela- 
tiva tabella. Per eseguire il test abbiamo 
provato a far leggere singoli fogli simu- 
lando una lettera scritta a macchina 
(con classico font Courter), testo con 
differenti font da 8 a 14 punti e la co- 
pertina di MCmicrocomputer. 

La configurazione utilizzata per i pro- 
grammi su Mac era un Macintosh II con 
8 Mb di RAM, mentre per i programmi 
MS-DOS abbiamo utilizzato un IBM 
PS/2 70 con 6 Mb di memoria RAM. 


Typist: leggere con la matìo 

Come già è stato detto in apertura, ab- 
biamo rivolto la nostra attenzione su un 
prodotto che sta riscuotendo molto suc- 
cesso negli Stati Uniti d'America; un pro- 
dotto che non è un semplice program- 
ma, ma quasi un sistema integrato, 

Typist della Caere Corp. è infatti com- 
posto da un lettore hardware, in pratica 
uno scanner manuale a scorrimento sul 
foglio, di colore nero e di dimensioni 
non certo ridotte, e da un software di 
gestione per l'utilizzazione OCR. Ad un 
costo che comprende non solo il soft- 
ware di lettura, ma anche l'hardware 
necessario, Typist fornisce prestazioni 
molto buone. 

Typist viene fornito in 3 versioni: per 
Macintosh (quella da noi utilizzata per la 
prova), per macchine MS-DOS e per 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


201 


DESK TOP PUBLISHING 


macchine operanti in ambiente Windo- 
ws 3. Il lettore è identico per tutte le 
versioni: si tratta, come già detto, di 
uno scanner manuale di ragguardevoli 
dimensioni, con una testa di lettura lar- 
ga 16 cm (12,7 cm di finestra utile) e 
una comoda impugnatura. Da notare i 
rulli di gomma di scorrimento che con 
una distanza tra loro di 9 cm consento- 
no una lettura sufficientemente precisa 
evitando le possibilità di ondeggiamenti 
a destra o sinistra. 

Nella parte superiore una cupola tra- 
sparente consente di vedere cosa sta 
leggendo lo scanner; lo scanner è poi 
completato da un grande pulsante per 
la sua attivazione, una spia per confer- 
mare il funzionamento ed un commu- 
tatore che consente di regolare la sen- 
sibilità alle tonalità di grigio (esiste an- 
che la posizione per leggere immagini al 
tatto, cioè solo bianchi e neri, da utiliz- 
zare quando si usa Typist come lettore 
di testo). 

La versione per Macintosh compren- 
de rinterfaccia per il collegamento alla 
presa SCSI (l'interfaccia è settata con il 
commutatore relativo al dispositivo 
SCSI sul valore di defauit 6, ma può es- 
sere variato a piacere), completa di ali- 
mentatore, La versione per PC ha inve- 
ce una scheda di interfaccia da inserire 
in uno slot libero. In entrambi i casi il 
lettore è collegato all'interfaccia me- 
diante un cavo terminato con un con- 
nettore di dimensioni sufficientemente 
comode. 

Anche il software risponde alle tre di- 
verse tipologie: per Macintosh, per per- 
sonal computer MS-DOS e per sistemi 
in ambiente Windows 3. 

Per installare il software in versione 
MS-DOS e Windows è sufficiente inse- 
rire il solito disco nell'unità del compu- 
ter e digitare arTINSTALL. Appariranno 
alcune maschere con una serie di do- 
mande sulla configurazione del sistema, 
risposto alle quali il software sarà instal- 
lato secondo i parametri indicati. Se si 
desidera vengono anche aggiornati i file 
AUTOEXEC.BAT e WIN.INI: in tal caso 
il programma viene automaticamente 
caricato all'accensione del computer 
(versione per PC) oppure nel momento 
in cui viene attivato Microsoft Windows 
3. Inoltre è possibile ottimizzare la me- 
moria estesa o espansa mediante una 
utility interna: il funzionamento di que- 
sto programma è abbastanza inconsue- 
to, poiché lavora per passi successivi. In 
pratica avviata l’utility, il computer si 
blocca e va fatto ripartire, dopo di che si 
ripete l’avvio dell’utility che si chiama 
TUNE, ripetendo l'operazione fino a 
quando non avviene più alcun blocco (3 
0 4 passaggi). La configurazione minima 
del sistema richiesta consiste in un per- 







inee l'andamento delle diffj 









U„, ~vi— ■ìIZ,, iJIHULU 

ere sembravano 





lura mina t'elaborazio- 

interprelazione nor- 
malmente 'I program- 

cesSM Vediamo infat- 

lazione avviene ad un 
ceno grado di delini- 
aione e poi mgranden- 

questa operazione ser- 
ve mollissima memo- 
ria Il programma vi- 
sualizza in questo mo- 
do l'operazione 


sonai computer MS-DOS compatibile 
con processore 286, 386 o superiori, 
640 Kbyte di memoria RAM e 2 Mbyte 
di memoria espansa o estesa, almeno 2 
Mbyte su hard-disk, MS-DOS 3.1 o ver- 
sioni successive. 

Il software per Macintosh consiste in 
tre programmi: l'accessorio di scrivania 
che consente la regolazione di alcuni 
parametri di utilizzo dello scanner, il pro- 
gramma di acquisizione delle immagini 
e quello di lettura del testo. L'accesso- 
rio di scrivania va installato nel System 
attraverso la classica procedura attra- 
verso il D/A Font Mover, mentre gli altri 
due programmi sono in pratica degli 
INIT che devono essere inseriti nella 
cartella di sistema e che vengono atti- 
vati all'accensione del sistema. La con- 
figurazione minima richiesta consiste in 
un Macintosh SE o superiore con 4 


Mbyte di memoria RAM (a dire il vero 
noi siamo riusciti a farlo funzionare an- 
che con 2.5 Mbyte), almeno 2 Mbyte di- 
sponibili sul disco rigido, Multifinder e 
System 6 o versioni successive, un ca- 
vo SCSI (stranamente non è fornito in 
dotazione). 

Typist è in grado di leggere qualsiasi 
carattere non stilizzato da 6 a 72 punti 
e gruppi di caratteri in 11 lingue diffe- 
renti. La capacità di scansione è di 258 
cm* (12,7x20,3 cm), ma se la lenura 
del testo è eseguita dall'alto in basso e 
la colonna di testo letta è più stretta dei 
12,7 cm delia finestra di lettura massi- 
ma dello scanner, si può raggiungere 
un'area massima di lettura di 355 cm*. 


Macintosh, attento lettore 

Typist è un’applicazione sempre atti- 



Ecco il testo interpretalo la prova e stata eseguita stampando la poma parte del testo di questo articolo 
in Couner 12 punti II nsulrato é molto buono. 


202 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


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va in Macintosh per cui necessita di 
Multifinder, non è assolutamente pos- 
sibile utilizzarlo con il Finder, La memo- 
ria RAM necessaria al solo Typist è di 
almeno 2 Mbyte: per questa ragione è 
consigliata una memoria di almeno 4 
Mbyte. Il programma di lettura esegue 
automaticamente un'operazione di «In- 
colla» del testo appena letto nella ap- 
plicazione attiva in quel momento: in 
pratica sarà indispensabile avere aperto 
un documento di scrittura dove Typist, 
dopo averlo interpretato, possa inserire 
il testo. 

Una volta attivato dal menu mela 
l'accessorio della scrivania, appare una 
finestra di dialogo con alcune richieste 
di informazione e consenso. Innanzitut- 
to due finestre consentono di indicare 
alcuni parametri relativi al testo in en- 
trata e al testo in uscita verso il word 
processor. Le indicazioni sul testo in 
entrata sono in pratica due: se il testo 
è stato scritto con stampanti a matrice 
di punti (9 aghi, non alta definizione) o 
meno e la lingua in cui è scritto il testo 
(per la ricerca di caratteri speciali nelle 
vane lingue, 11 per l’esattezza: dane- 
se, francese, inglese, irlandese, italia- 
no, norvegese, olandese, portoghese, 
spagnolo, svedese e tedesco]. Si pos- 
sono anche tenere attive più lingue 
contemporaneamente, ma ciò rallenta 
l'operatività della lettura a causa del 
maggior numero di controlli necessari. 

li testo in uscita verso il word pro- 
cessor può contenere alcune indicazio- 
ni a scelta dell'utente: all'inizio del te- 
sto acquisito da scanner può apparire 
un'indicazione riguardante l’inizio del 
blocco letto dal computer (es. /inizio/); i 
caratteri non letti possono essere indi- 
cati da un simbolo, il programma pro- 
pone “ ■ ", ma possiamo variare il carat- 
tere a piacere; stessa cosa dicasi per i 
caratteri sospetti che vengono di de- 
fauli indicati con ’. 

Inoltre, il documento in uscita potrà 
contenere un ritorno a capo per ogni ri- 
ga o solo alla fine del paragrafo. Sem- 


pre a livello di documento potrà essere 
richiesta la lettura di un foglio elettroni- 
co e la sua uscita sempre su foglio 
elettronico (ogni 5 spazi Typist inseri- 
sce un tabulatore). 

Più sotto troviamo altre due richie- 
ste; la prima è relativa alla duplicazione 
del testo, la seconda riguarda l'attiva- 
zione 0 meno di un avviso acustico re- 
lativo alla duplicazione. La duplicazione 
del testo può essere disattivata quando 
il testo viene acquisito con passaggi 
multipli (vedremo poi come è possibile 
ciò) in modo da non ottenere la lettura 
della stessa riga due volte. L'indicazio- 
ne acustica è comoda quando si acqui- 
siscono testi di particolare lunghezza: 
in questi casi il computer può avere la 
necessità di dedicare alcuni minuti ad 
esaminare e «leggere» tutto il testo; 
grazie all'avvisatore acustico sarà pos- 
sibile dedicarsi ad altre attività sicuri 
che il computer ci avviserà con un 
beep al termine dell'elaborazione. 

Infine, le impostazioni dello scanner: 
prima di tutte la luminosità che ci con- 
sente di variare le condizioni di ripresa 
a seconda del tipo di documento che 
stiamo leggendo, cioè con caratteri (o 
immagini) chiari o scuri. Segue l'indica- 
zione della posizione della colonna che 
dobbiamo leggere (valida nel caso di 
testo su più colonne o tabelle). Infine la 
direzione della lettura: automatica, ver- 
so il basso, verso destra e verso sini- 
stra. In questa maniera sarà possibile 
riprendere tutte le tipologie di docu- 
menti, anche parti di libri, difficilmente 
accessibili al centro, dove c'è la rilega- 
to ra. 

Sempre nella finestra di dialogo tro- 
viamo anche una opzione che consente 
di utilizzare lo scanner per le imma^ni: 
una volta attivata questa funzione viene 
richiamato il programmino per la lettura 
delle immagini e si può iniziare il rela- 
tivo lavoro di acquisizione. Alla fine 
l'immagine apparirà a video e potrà es- 
sere salvata come immagine TIFF, TIFF 
compressa o PICT 2 (PCX nel caso di 


computer MS-DOS). Per meglio regola- 
re la resa alle tonalità di grigio si potrà 
agire su un piccolo commutatore a 4 
posizioni presente sullo scanner stes- 
so. 

Ma veniamo alla lettura del testo che 
avviene in tre fasi: attivazione dei let- 
tore e scansione del testo: interpreta- 
zione del testo; funzione di trasferi- 
mento con una semplice operazione 
«incollali del testo letto nel documento 
di scrittura. Come già detto prima Ty- 
pist funziona solo sotto Multifinder ed 
è sempre attivo: basta posizionare lo 
scanner sul testo, premere il testo di 
attivazione, attendere l'accensione del- 
la spia verde che indica l'awenuta atti- 
vazione e iniziare la scansione. Finita 
questa operazione apparirà automatica- 
mente una finestra che visualizzerà le 
operazioni d'interpretazione e fornirà 
l'indicazione dell’andamento della stes- 
sa, Quando quest'operazione sarà ter- 
minata. automaticamente il testo verrà 
incollato nel documento di scrittura che 
stiamo preparando, esattamente nel 
punto in cui abbiamo lasciato il cursore. 

A questo punto bisognerà controllare 
che la lettura sia stata eseguita esatta- 
mente adottando le varie procedure di 
controllo del testo letto consigliate pre- 
cedentemente. 

Con Typist è possibile anche leggere 
testi più larghi dei 12,7 cm consentiti 
fisicamente dal lettore: infatti è possi- 
bile eseguire letture multiple: il pro- 
gramma penserà ad eliminare le even- 
tuali parti acquisite due volte. 

Conclusioni 

I risultati sono stati abbastanza buo- 
ni, anche se comunque il testo acquisi- 
to va senza dubbio rivisto per apportare 
qualche correzione. Se vengono adotta- 
ti gli accorgimenti consigliati in questo 
articolo si riescono ad ottenere risultati 
migliori. L'importante è perdere un po' 
di tempo aH'inizio per poi non perderne 
più in seguito. 

Senza alcun dubbio il costo consente 
di acquistare questo dispositivo sapen- 
do già in partenza che le prestazioni so- 
no rapportate al prezzo: al dire il vero 
bisogna ammettere che la qualità otte- 
nuta nella scansione di immagini è ot- 
tima, in alcuni casi migliore di quella di 
altri scanner di costo molto maggiore. 

Per quanto riguarda il riconoscimento 
dei caratteri (OCR), il discorso non fini- 
sce certo qui; vedremo cosa il futuro ci 
porterà (per esempio la lettura del te- 
sto scritto a mano) e soprattutto quale 
peso potranno avere questi sistemi al- 
l'interno del desktop publishing. 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


203 



GRAFICA 


Lo spunto per questo articolo 
ci é stato dato dal recente 
Microsoft Excel 3 ed in 
particolare dalle sue nuove 
funzionalità inerenti la 
produzione ed il controllo di 
diagrammi di tipo Business 
Graphics tridimensionale 
In caso di produzione di un 
diagramma di tipo 
tridimensionale è possibile 
intervenire sulle modalità di 
visualizzazione del grafico 
stesso utilizzando una finestra 
di dialogo che permette, 
attraverso una serie di 
bottoni, di ruotare il 
diagramma, di avvicinare/ 
allentare II punto di vista, ecc. 
La situazione operativa ricorda 
molto quella del «vecchio» 3D 
Perspective. alias Boeing 
Graph, prodotto «stand 
alone» specializzato in grafici 
tridimensionali, che aveva 
numerose funzionalità con le 
quali controllare il modo di 
vedere il diagramma 
realizzato. 

Invece nel caso di Excel si 
tratta di una funzione 
accessoria, inserita in un 
prodotto di tipo Spreadsheet, 
che fa anche grafica, e che tra 
i numerosi tipi di grafici, ne fa 
anche alcuni tridimensionali 


Computer Grafica 
varie prospettive 

di Francesco Petroni ed Aldo Azzan 


Chi segue MC da molti anni, e non 
butta via i numeri «vecchi», potrà con- 
statare come su MC siano stati più 
volte trattati temi di grafica tridimensio- 
nale e conseguentemente argomenti 
relativi al come rappresentare oggetti 
tridimensionali. 

Lo stesso lettore avrà potuto notare 
come all’inizio venivano presentati sem- 
plici programmini che timidamente pro- 
ponevano il problema, oggettivamente 
complesso, in quanto tira in ballo argo- 
menti di trigonometria e di analisi mate- 
matica non certo elementari e suggeri- 
vano alcune soluzioni. Citiamo ad esem- 
pio un articolo apparso sul numero 45 
dell'ottobre del 1985. 

Con il passare del tempo e con l'evo- 
luzione dell' hardware e del software, 
gli stessi temi, prima affrontati soprat- 
tutto a scopo sperimentale, sono stati 
ampiamente sviluppati e risolti in ma- 
niera talmente standardizzata che la loro 
soluzione è ormai inserita come funzio- 
nalità in quasi tutti i prodotti CAD, in 
numerosi prodotti di tipo Business 
Graphic e, con Excel 3, ora anche in 
prodotti a base Spreadsheet, 

La storia della prospettiva 

La nascita della prospettiva, ovvero la 
corretta rappresentazione grafica dello 
spazio, ottenuta tramite l'applicazione 


delle sue leggi matematiche, coincide 
con il Rinascimento, l’irnpetibile periodo 
storico in cui la pratica di tutte le arti, 
principali e minori, riesplose dopo il lun- 
go letargo del medioevo. 

Scopo della prospettiva era quello di 
rendere su una superficie a due dimen- 
sioni (un quadro, una stampa, un moni- 
tor; no, il monitor è nato dopo) anche la 
terza dimensione, la profondità, che esi- 
ste nella realtà, ma che su un supporto 
a due dimensioni non esiste. 

Ptìma del Rinascimento i grandi arti- 
sti. Giotto per esempio, non trovarono 
la soluzione di questo problema, se 
pure la cercarono. 

Dopo il Rinascimento, molto dopo, 
alla fine deH'Ottocento. vi furono cor- 
renti artistiche che superarono la pro- 
spettiva, troppo costretta in regole ma- 
tematiche precise ed inderogabili, e ipo- 
tizzarono altri spazi ed altre regole. Ad 
esempio il Cubismo, l'Espressionismo, 
l’Arte Astratta, il Futurismo. 

I Futuristi, per citare questi ultimi, si 
posero il problema di rappresentare an- 
che il movimento nelle loro immagini. 

Oggi tutti 1 manuali tecnici di numero- 
se discipline trattano l'argomento pro- 
spettiva. La trattazione dipende da chi è 
destinato il manuale ed é sempre fina- 
lizzata a fornire le regole e gli strumenti 
operativi per la costruzione della corret- 
ta prospettiva. 



Figura 1 - Leonanlo ùa 
Vinci — Studi sulla 
orospeiuva 
Le prrXjlematiche sot- 
tostanti le prospettiva 
riguardano sia gli arti 
sii che I tecnici I pnmi 
sono interessati a for- 
nire viste -soggetti- 
ve- della realtà, gli al- 
tri a fornire viste -og- 
gettive- dei propn pro- 
di a quelle fornite dall' 
occhio umano, in mo- 
do da rappresentare al 
meglio l'aspetto futuro 
assunto dall oggeito 
progettuale una volta 


204 


MCmicrocomputer n, 106-aprile 1991 


GRAFICA 



Figura 2 - Raffaello — La Scuola di Alane nelle Stame Valicane 

È stato nel laoo che • pittori hanno "Scoperto" la prospettiva Hanno tradotto, per la pnma volta, m sistemi 
cosrn/tfivi facilmenle praticabili, il complesso problema della riproduiione su una superticie piana di una 
•reallév che esiste solo nello spano 


Nella figura 3 riproduciamo un esem- 
pio di queste trattazioni. Si tratta di un 
disegno tratto da un vecchio Manuale 
deH'Architetto (è del 1946) nel quale il 
problema della prospettiva viene quindi 
affrontato in maniera «pratica». 

Viene descritta la terminologia relati- 
va al problema, che, come si può vede- 
re dalla figura, consta di una dozzina di 
elementi opportunamente nominati. 

Senza voler scendere nel dettaglio, 
diremo solo che risultano coinvolti un 
soggetto, un osservatore e un quadro, 
nel quale lo stesso vede l'immagine 
formata, e una direzione di vista, lungo 
la quale si dirige lo sguardo dell'osser- 
vatore e che deve attraversare il qua- 
dro. Ognuno di questi quattro elementi 
ha una propria posizione ed un proprio 
orientamento nel riferimento spaziale. 
Si tratta evidentemente di un problema 
complesso che ha due differenti fami- 
glie di soluzioni. 

La prima è quella pratica che si basa 
su sistemi costruttivi per mezzo dei 
quali il disegnatore partendo da sempiici 
disegni in pianta e in prospetto ricostrui- 
sce l'immagine «realistica», utiiizzando i 
propri strumenti tradizionali (il disegna- 
tore tecnico usa il classico tecnigrafo). 

In questi metodi entrano in gioco ad 
esempio i famosi punti di fuga, verso i 
quali convergono quelle linee che in 
realtà sono parallele ma che in una vista 
prospettica tendono a congiungersi in 
un unico punto. 

Il processo ottico sottostante avviene 
nel nspetto di alcune regole. Ne citiamo 
due. La grandezza degli oggetti diminui- 
sce progressivamente man mano che si 
allontanano dallo spettatore. Le rette 
verticali ed orizzontali non mutano il loro 
andamento sia da vicino che da lontano. 

I tipi di prospettiva sono due (fig. 4). 
In quella centrale una delle facce della 
figura è parallela al quadro su cui si 
forma l'immagine ed il punto di fuga è 
centrale. In quella angolare nessuna del- 
le facce è parallela al quadro e i punti di 
fuga diventano due. 

La seconda famiglia di soluzioni è 
quella analitica e si basa sulla traduzione 
in formule matematico/trigonometriche 
dei vari elementi in gioco. 

L'osservatore ha una sua posizione 
nel riferimento cartesiano e guarda ver- 
so un suo punto di vista. Un punto 
dell'oggetto determina a sua volta con 
l'osservatore un'altra linea e anch'essa 
passa per il quadro. Le varie intersezio- 
ni, che corrispondono a punti calcolabili 
con specifiche formule di geometria 
analitica, delle rette che congiungono i 
punti che identificano l'oggetto e il pun- 
to, unico, che identifica l'osservatore, 
definiscono la rappresentazione dell'og- 
getto stesso sul quadro. 


Con la nascita del computer e soprat- 
tutto con la nascita delle applicazioni 
grafiche su computer gli si è subito 
delegata la soluzione analitica del pro- 
blema. E la soluzione è stata ottimizzata 
nel senso che il problema è stato oppor- 
tunamente semplificato. 

Ad esempio è inutile prevedere la 
rotazione deil'ossen/atore attorno all'og- 


getto quando lo stesso effetto visivo si 
ottiene con una corrispondente rotazio- 
ne dell'oggetto su se stesso. É inutile 
anche prevedere che l'osservatore 
guardi in una direzione opposta rispetto 
all'oggetto. 

Riducendo il problema all'osso, di pa- 
rametri in gioco ne possono rimanere 
solo tre, come nel caso dell'Excel. Rota- 



205 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



GRAFICA 



Figura 5 Microsof! 
Excel 3 — Controllo 
del Grafico Tndimen- 
sionale. 

Un disegno indimen- 
sionale chiama neces- 
sariarnenie in ballo un 
metodo di visuahua 
none spanale il quale 
a sua volta necessita 

stabiliscono il «modo 
di vedere- l'oggetto 
Qui vediamo i "botto- 
ni» con p quali Excel 3 
permette di ruotare 
nelle due direiioni 
(longitudine e lalitudi 
nel e di awicinare/al- 
lonianare il soggetto. 


che ni 
Diagrar 


Oltre alla novità costi- 
tuita dalle quattro tipo- 
logie tridimensionali, 
in Excel 3 é stalo an- 
che aumentato il nu- 
mero delle serie grah- 
cabili Inoltre 6 possi- 
bile sellare un bel po' 
di carattensiiche este- 
tiche. Ad esempio per 
le barre, si possono 
definire le dimensioni 
della base e degli spa- 
zi vuoti Ira le Colonne 




zione secondo due angoli, dell'oggetto 
rispetto all'osservatore, e rapporto tra le 
due distanze oggetto-osservatore e 
puadro-osservatore. 

/ tre bottoni di Excel 3 

In Excel 3 esistono quattro tipologie 
di grafici tridimensionali. Torte, Barre, 
Aree e Nastri, per un totale di 24 sotto- 
tipi. Se se ne sceglie uno. ci riferiremo 
per il nostro discorso ad un 3D Bar, la 
voce del menu principale Format pre- 
senta due opzioni che permettono di 
modificare alcuni parametri che incido- 
no sul risultato grafico del disegno. 

La prima finestra si chiama Main 
Chart, permette di variare le dimensioni 
dello spazio tra le colonne, nelle due 
direzioni, e questo comporta la possibili- 
tà di accostarle Cuna all'altra o di dira- 
darle e di variare il rapporto tra una 
direzione e l'altra. In questo ultimo caso 
la conseguenza è quella di avere delle 
barre non a base quadrata ma rettango- 
lare. 

La finestra di dialogo che incide più 
direttamente sulla prospettiva è la 3-D 
View {fig. 5) che mostra tre coppie di 
bottoncini che permettono di definire: 
Elevation ( da -90 a -F90), in pratica il 
diagramma può essere visto dal di sotto 
(—90), di fronte (0). dal di sopra (90) e 
da tutte le visuali intermedie. 

Rotation (da 0 a 360), che permette di 
fare un giro completo attorno al dia- 
gramma. Excel provvede, in caso di 
inserimento di Assi, a disporli al meglio 
rispetto alla posizione dell'osservatore. 
Perspective. È il parametro, variabile da 
0 a 100. che avvicina o allontana l'osser- 
vatore. Il valore 100 indica la massima 
distanza, quella che produce una asso- 
nometria e che in realtà dovrebbe corri- 
spondere a distanza infinita. Il valore 
opposto, il valore 0, produce una vista 


distorta del soggetto in quanto l'osser- 
vatore gli si è avvicinato troppo, fino a 
toccarlo. 

Nella stessa finestra di dialogo c'è un 
box in cui si può inserire il valore 
«height», che rappresenta il rapporto tra 
valori X e Y e valore Z. Serve per 
l'schiacciare» il grafico e si può utilizza- 


Figura 4 - ! due tipi di 
prospettiva — Centra- 
le ed angolare 
I tipi di prospettiva, 
che svilupperemo an- 
che con AutoCAD, so- 
no due In quella Cen- 
trale una delle facce 
della figura à paralleia 
al quadro e il punto di 
tuga 6 centrale In 
quella angolare o acci- 
dentale nessuna delle 
facce è parallela al 
quadro e i punti di fu- 
ga diventano due. 


re per migliorare rimpaginazione dello 
stesso. 

Nella figura numero 5 vediamo un 
normale grafico a colonne assieme alla 
finestra 3D View. Poi, nella successiva 
6, un grafico in cui le colonne sono 
state accostate e sono state private 
delle linee di contorno per fagli assume- 
re al massimo un senso di continuità. 

Nella figura 7 invece quattro viste 
dello stesso grafico a barre realizzato 
con i quattro valori 2 1 2 3. É da tener 
presente che si tratta dello stesso tipo 
di grafico con gli stessi valori. 

In un caso bidimensionale stesso tipo 
di grafico, con stessi valori da visualizza- 
re e stessi parametri «al contorno», ad 
esempio stessa scala, producono lo 
stesso diagramma. 

Nella grafica tridimensionale va consi- 
derato, come elemento in più, anche il 
modo di vedere il diagramma, per cui lo 
stesso diagramma può assumere anche 
aspetti molto differenti. 

Un programma in Basic 

Se utilizzate un prodotto Grafico, di 
tipo Business, come Excel, o di tipo 



206 


MCmicrocomputer n. 106 -aprile 1991 



GRAFICA 


Figura 7 - Microsoft 
Excel 3-2123 
Con ouosli auetlro nu- 
men, inseriti nelle sole 
Ouauro celle in allo a 
sinistra ilei loglio di la- 

realiizato auailro dia- 
grammi uguali come 
contenuto numerico, 
come tipologia e co- 
me caratteristiche 

piamo attillato qualtio 
viste differenti 


nrmì 







altivaPili via finestra di 
dialogo di Excel e a 
dimostraaione del fat- 
to che in fondo il pro- 
blema é sempre lo 
stesso ed é indipen- 
dente dallo strumento 
con il Quale lo si vuole 
risolvere. 



queste routine, dette delle linee nasco- 
ste. sono presenti e direttamente utiliz- 
zabili nei prodotti grafici più evoluti. 

AutoCAD, il comando Vistad 

Disegnato un oggetto tridimensionale 
con AutoCAD è possibile ottenere facil- 
mente non solo una proiezione parallela 
dell'oggetto (assonometria), ma anche 
una proiezione prospettica (prospettiva). 

Per realizzare una vista prospettica 
AutoCAD ricorre a funzioni che in parte 
simulano tecniche e terminologie del 
linguaggio fotografico. Il risultato è una 
vista non operativa, nel senso che non 
ci si può lavorare sopra, al contrario di 
quanto avviene con le viste assonome- 
triche. 

Praticamente, dati uno o più oggetti, 
comunque tracciati nello spazio, occorre 
definire un punto di mira di coordinate 
X.Y.Z che rappresenta il punto verso il 
quale si guarda, ed un punto, sempre 
definito da tre coordinate, che rappre- 
senta la posizione della macchina foto- 
grafica. cioè la posizione dell’osservato- 
re. La retta identificata dai due punti 
viene chiamata «Direzione di Vista». 

Successivamente occorre definire il 
tipo di obiettivo montato sulla macchina 
(28 mm, 35 mm, 50 mm. 135 mm, 
ecc.). In termini fotografici, la lunghezza 
focale dell'obiettivo. 

Nel caso che la vista ottenuta non 


CAD. come AutoCAD, trovate, pronte 
per essere attivate, le soluzioni al pro- 
blema della prospettiva. 

Le stesse non sono presenti nei 
«vecchiii linguaggi. Vanno quindi risolte 
con un programma. 

In figura 8 vediamo un programma 
scritto in Basic, di cui in figura 9 vedia- 
mo anche un output rielaborato, che 
realizza una serie di parallelepipedi nello 
spazio e li mostra in una prospettiva 
semplificata, basata suH'utilizzo dei 
quattro parametri D, E, A, B. 

Il programma è estremamente sem- 
plificato e manca di tutta una serie di 
routine di controllo che invece nei pro- 
dotto grafici evoluti sono sempre pre- 
senti. Manca una routine per lo Scaling 
dell'output. Si tratta del procedimento 
di calcolo attraverso il quale il disegno 
viene amplificato o ridotto per occupare 
al meglio lo spazio a disposizione sul 
monitor (anche di questo abbiamo più 
volte parlato). 

Manca una routine per rappresentare 
correttamente i solidi. In genere si colo- 
rano le facce in modo tale che quelle 
più distanti coprano, nascondendole, 
quelle più vicine aH’osservatore. Anche 


Figura 9 - La vista pro- 
sai anni fa. questo 
programma é infatti 
una rielaboranone di 
uno più complesso e 
completo, apparso su 
MC numero 46 nell'ot- 
lobre BS, non c'erano 
prodotti che elaboras- 
sero viste prosperti- 
che. Si poteva al mas- 

gramma, come questo 
m Basic, in cui trasfen- 
re. magan semplifican- 
dole come in questo 
caso, le complesse 
procedure di calcolo 
sottostanti il pro- 



MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991 






GRAFICA 



soddisfi le aspettative, è sempre possi- 
bile apportare modifiche ai parametri 
impostati, ad esempio cambiando tipo 
di obiettivo alla macchina fotografica, 
oppure spostando il punto di mira ri- 
spetto alla macchina o la macchina ri- 
spetto al punto di mira. Il comando che 
permette di ottenere viste prospettiche 
con AutoCAD è il comando Vistad che 
SI trova nel menu principale, quello a 
destra, sotto la voce Visual, ma che è 
richiamabile ed impostabile anche attra- 
verso una finestra di dialogo. 

Una volta selezionato il comando ap- 
pare un primo messaggio che chiede di 
selezionare gli oggetti che devono esse- 
re visualizzati nella prospettiva. Non é 
detto perciò che debbano essere sele- 
zionati tutti gli oggetti presenti nel dise- 
gno, ma CI si può limitare solo a quelli dì 
CUI interessa la resa prospettica. 

Una volta selezionati gli oggetti, appa- 
re l'elenco delle opzioni proprie della 
vista prospettica e che sono: 

Appfot/puntodiMira/Distanza/PUmi/Pan/ 

Zoom/Obliquo/Ritaglio/Nascosto/OFF/AN- 

nulla/<Fine>: 

L’opzione Appfot esegue una rotazione 
dell'apparecchio fotografico (cioè del 
punto di vista dell'osservatore) rispetto 
al punto di mira. Occorre praticamente 
specificare i valori dell’angolo di rotazio- 
ne sul piano XY e rispetto al piano XY. 

I valori possono essere inseriti da 
tastiera oppure essere determinati grafi- 
camente usando due cursori grafici pre- 
senti SUI bordi dei video e che permet- 
tono anche un controllo dinamico della 
vista stessa. 

L’opzione puntodiMira ha la stessa 
sequenza dell’opzione precedente, ma 
la rotazione in questo caso avviene ri- 
spetto ai punto in CUI è posizionata la 
macchina fotografica. 

Si può assimilare ad una rotazione 
della testa dell'osservatore (mentre il 
corpo rimane fermo nello stesso punto) 
in modo da poter osservare l'oggetto da 
diverse angolature. 

L'opzione Distanza è quella che de- 
termina la grandezza della vista prospet- 
tica (oggetti lontani piccoli e oggetti 
vicini grandi). 

Corrisponde ad uno slittamento della 
macchina fotografica lungo la direzione 
di vista, cioè la citata retta passante per 
il punto di mira e il punto In cui è 
posizionata la macchina fotografica. 

Anche in questo caso l'input può es- 
sere grafico, si agisce con il mouse e 
quindi si controlla graficamente sul mo- 
nitor quello che accade, oppure manua- 
le. e si digitano da tastiera i fattori di 
ingrandimento o di rimpicciolimento. 

L’opzione PUnti permette di nposizio- 


nare sia l’apparecchio fotografico che il 
punto di mira immettendone diretta- 
mente le coordinate X,Y,Z. 

Le fasi di immissione delle coordinate 
possono essere sempre supportate dal- 
l'uso di strumenti OSNAP o delle coor- 
dinate Filtro. 

L’opzione Pan è simile all’opzione 
Pan del menu «classico». In pratica si 
sposta l'immagine senza portare altera- 
zioni alla prospettiva. 

Occorre specificare un punto sullo 
schermo e quindi un secondo punto 
che identifica la direzione e la lunghezza 
dello spostamento. 

L'opzione Zoom simula la traslazione 
dell'obiettivo della macchina fotografica. 

Modificando il valore delta distanza 
focale della lente (il valore di default è di 
50 mm) SI cambia il campo visuale della 
prospettiva. 

Diminuendo la distanza focale si si- 
mula un grandangolo mentre aumentan- 
do la distanza si simula un teleobiettivo. 

Anche nell'opzione Zoom come nel- 
l’opzione Distanza e come nelle altre 
l’input può essere effettuato sia con lo 
strumento puntatore che digitando il 
valore per la focale della lente. 

L’opzione Obliquo permette di ese- 
guire una rotazione della vista attorno 


alla direzione di vista. É sufficiente digi- 
tare da tastiera il valore per l'angolo di 
rotazione, oppure operare come al soli- 
to con lo strumento puntatore. 

Con l’opzione Ritaglio è possìbile vi- 
sualizzare soltanto una porzione della 
prospettiva. 

In pratica equivale a disporre dei piani 
invisibili (piano di ritaglio anteriore e 
posteriore) che sì interpongono perpen- 
dicolarmente alla direzione di vista, fra il 
punto di mira e l'apparecchio fotogra- 
fico. 

I piani producono un oscuramento di 
tutte le parti del disegno che si trovano 
avanti a! piano «anteriore» e dietro al 
piano «posteriore». 

Operativamente bisogna rispondere 
alla richiesta: 

Retro/Fronte/<off> 

scegliendo il tipo di posizionamento del 
piano- 

A questo punto si deve specificare la 
distanza del piano di ritaglio dal punto di 

Questa operazione può essere fatta 
sia da tastiera immettendo il valore per 
la distanza che graficamente agendo da 
puntatore. 


208 


MCmicrocomputer n 106-apnle 1991 





GRAFICA 




Figure 12. 13 - Pro- 
gramma m AuloLisp 
— Lisi e Output. 
AutoCAD, essendo 
programmabile, per- 
mette anche di scrive- 

veri e propri program- 
mi per la costruitone 
di entità tridimensio- 

liiiBiione. Afe proper- 
marno uno che npro- 
duce, legandolo ad al- 
cune misure ncAiesre 
via input, li problema 
2 123 VISIO con Excel 


Con l'opzione Nascosto è possibile 
eliminare le linee nascoste presenti nel- 
la vista corrente. 

L'opzione Off disattiva la prospettiva. 

Con ANnulla si può eliminare l'ultima 
operazione effettuata con Vistad proce- 
dendo a ritroso. 

L'opzione Fine permette di uscire dal 
comando Vistad rigenerando il disegno 
in linea con la vista corrente. 

Una vista prospettica è anche rea- 


lizzabile con un programma Lisp. ne 
forniamo un esempio nelle figure 12 e 
13. Mentre il programma ausiliario 
AutoSHADE produce «sempre» una vi- 
sta prospettica «realistica», partendo da 
un disegno tridimensionale. Anche dì 
quest'ultimo abbiamo parlato più volte. 

Relativamente al listato diremo che il 
programma Lisp chiede inizialmente un 
punto di origine per i quattro parallelepi- 
pedi, poi la dimensione del lato impo- 


Figuta 14 - Funiioni di 
Estrusione e di Pro- 
spettiva in Corel 

Corel Draw. ora giunto 
alla versione 2.0. è un 
prodotto di tipo Pre- 


Pur essendo, owia- 
menie. data la sua ca- 
tegoria. bidimensiona- 
le. dispone Sia di fun- 
tionalilà che danno 
profondità agli oggelii, 
ad esempio l'estrusio- 
ne impostabile lungo 
le due direzioni, sia di 
funzionalità per la ge- 

dOM prospettiva 



Stabili via tastiera o via mouse e poi 
elabora i quattro elementi e le quattro 
viste prospettiche. 

Conclusioni 

Concludiamo questa panoramica sulla 
tridimensionalità in prodotti di Compu- 
ter Grafica e non, a larga diffusione, 
citando l'interessante caso fornito dal 
Corel Draw 2.0. 

Costui, già eccellente nella preceden- 
te versione 1 .2, raggiunge con la versio- 
ne 2,0 caratteristiche decisamente 
«prò». Dispone, tra le altre, di nuove 
funzioni di Estrusione e di Prospettiva 
(fìg. 14). 

Pur essendo, ovviamente, data la sua 
categoria, bidimensionale, dispone quin- 
di sia di funzionalità che danno profondi; 
tà agli oggetti, come l'estrusione appun- 
to, impostabile lungo le due direzioni, 
sia di funzionalità per la gestione di una 
«pseudo» prospettiva. 

Quest'ultima si attiva su una selezio- 
ne di oggetti già tracciati, e non sull'in- 
tero disegno, e comporta in pratica l'ap- 
parizione di uno 0 due punti di fuga, cui 
tendono ad esempio i due lati opposti di 
un rettangolo. I punti di fuga sono attivi, 
sono quindi agganciabili e spostabili, 
con la conseguente modifica dell'orien- 
tamento dei lati del poligono. 

In altre parole il disegnatore dispone 
di un potente strumento in più con il 
quale «simulare» una vista tridimensio- 
nale di un oggetto che nasce bidimen- 
sionale. 

Questo strumento, unito alle straordi- 
narie doti di «incassatore» del Corel 
Draw. che può leggere praticamente 
tutti I formati di file grafici, sia raster 
che vector, tra cui anche il DXF di 
AutoCAD, rende il prodotto particolar- 
mente adatto a funzionalità di post-pro- 
cessing di file grafici. 


MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991 





Computer & Han dicap 

Computer & handicap psichico: 
considerazioni generali 


Premessa: 

if computer è troppo difficile? 

Qualcuno, di fronte alla proposta di 
usare il computer per aiutare bambini 
disabili ad imparare qualcosa di utile, è 
talvolta portato a replicare: 

— Il computer? Per bambini che hanno 
difficoltà a leggere qualche parola e a 
fare le quattro operazioni?! 

Questa obiezione «istintiva» nasce 
probabilmente da un pregiudizio, causa- 
to a sua volta da un modo tutto particola- 
re di accostarsi e di Far accostare i 
bambini al calcolatore. Il pregiudizio è 
che il computer sia qualche cosa di 
misterioso e difficile e nasce dall'idea 
che prima di usarlo dovremmo capire 
come è fatto e come funziona. Per 
qualunque altro strumento questa idea 
sarebbe considerata una follia; non è 
necessario sapere com’è fatta e come 
funziona un'automobile per imparare a 
guidarla, né conoscere la fisica del suo- 
no per usare un registratore. La stessa 
cosa, ovviamente, vale per il calcolatore: 
io, per esempio, sto scrivendo questo 
articolo con un programma di elaborazio- 
ne testi, vedo comparire sui video le 
parole che via via digito con la tastiera e 
più tardi, quando avrò finito e corretto, 
stamperò tutto senza avere la minima 
idea di come abbiano fatto i programma- 
lori ad elaborare un programma cosi 
utile per scrivere. Invece si pretende a 
volte di avvicinare un neofita al calcolato- 
re cominciando a spiegargli il sistema di 
numerazione binaria. Cominciare dalla 
numerazione binaria o dalla teoria della 
programmazione strutturata è un ottimo 
metodo se l'obiettivo é allontanare una 
persona dal computer, scoraggiarlo una 
volta per tutte, farlo rinunciare ad un 
mezzo che gli apparirà chiaramente trop- 
po al di sopra delle sue possibilità di 
comprensione. Se invece l'obiettivo è 
quello opposto, di avvicinare una perso- 
na ad uno strumento nuovo, é meglio 
fargli vedere come il computer può es- 
sere utile per risolvere problemi quoti- 
diani; come é semplice e rapido, per 
esempio, preparare una lettera usando 


di Fabio Celi 

un buon programma di scrittura, come è 
comodo poterla memorizzare e stampar- 
la in un secondo momento oppure cor- 
reggerne automaticamente l'ortografia. 
Il discorso non cambia, naturalmente, se 
abbiamo a che fare con bambini, tanto 
più se presentano difficoltà nell'appren- 
dere. Certo che il computer è uno stru- 
mento inutile se si pretende di insegnare 
loro a programmare in Pascal. Persino il 
famoso {forse fin troppo famoso) Logo é 
forse al di sopra delle possibilità di molti. 
Ma un computer può essere program- 
mato per insegnare concetti elementari 
in modo semplice e spesso anche molto 
divertente. Ed in questo lavoro può rive- 
larsi un collaboratore prezioso. 

Ricerca sperimentale 
e psicologia dell'apprendimento 

Credo che un buon esempio di que- 
sto ci possa venire da alcune ricerche di 
laboratorio svolte nei pnmi anni Sessan- 
ta da Terrace {1963 e 19651 sulla capaci- 
tà di discriminazione di colori e forme 
nei piccioni. Semplificate al massimo, 
queste ricerche possono essere cosi 
descritte. In un primo tempo Terrace 
provò ad insegnare ad alcuni piccioni a 
riconoscere due colon (per esempio il 
rosso e il blu). Il dispositivo sperimenta- 
le automatico per ottenere questa di- 
scriminazione era molto semplice e si 
basava sul principio che una risposta 
seguita da una ricompensa si nnforza, 
diventa cioè più probabile la sua com- 
parsa futura. L'animale era posto di 
fronte ad uno stimolo formato da un 
cerchio di colore rosso ed uno di colore 
blu. Quando casualmente dava un colpo 
di becco sul cerchio blu riceveva del 
cibo (la risposta veniva rinforzata): quan- 
do dava un colpo di becco sul cerchio 
rosso non succedeva nulla (la risposta 
veniva lasciata morire). In questo modo 
il piccione imparò a colpire col becco 
sempre il cerchio blu e mai il cerchio 
rosso, indipendentemente dalla posizio- 
ne di presentazione dei due colori.' Pos- 
siamo dire che aveva imparato a distin- 
guere un colore da un altro. Non con- 


tento di questo risultato, Terrace provò 
ad insegnare ad un piccione a discrimi- 
nare forme diverse (per esempio un 
triangolo da un quadrato). Mise a punto 
un dispositivo sperimentale molto simi- 
le al precedente, nel quale la scelta del 
triangolo veniva sistematicamente rin- 
forzata con del cibo, mentre quella del 
quadrato veniva ignorata. Ma non ac- 
cadde nulla. Anche dopo molte prove, 
l'animale continuava a colpire col becco 
quando il quadrato, quando il triangolo, 
più 0 meno in modo casuale. Terrace ed 
i suoi collaboratori provarono a lungo 
con questo tipo di addestramento; pro- 
varono con molti piccioni; ma il risultato 
era sempre lo stesso: gli animali non 
imparavano a distinguere un triangolo 
da un quadrato. Di fronte a questi espe- 
rimenti sarebbe stato lecito concludere 
che i piccioni sono in grado di imparare 
a riconoscere i colori, ma non sono in 
grado di imparare a sconoscere le for- 
me. Terrace rovesciò invece i termini 
della questione e disse: queste ricerche 
ci dimostrano che il mefocfo utilizzato 
per insegnare ai piccioni a riconoscere i 
colori non é adatto per insegnare loro a 
riconoscere le forme. Durique, provia- 
mo a cambiare il metodo. È chiaro che, 
dal punto di vista deH'educatore. una 
conclusione di questo genere rappre- 
senta una vera e propria rivoluzione 
copernicana. La responsabilità dell’in- 
successo viene spostata dall'allievo al 
metodo di insegnamento. Il dispositivo 
sperimentale automatico venne allora 
così modificato. Anziché presentare il 
triangolo e il quadrato su fondo bianco, 
Terrace presentò il triangolo su fondo 
blu e il quadrato su fondo rosso. Dopo 
pochi tentativi, ovviamente, l'animale 
imparò la discriminazione. Allora, nel 
passo successivo, venne attenuato gra- 
dualmente il suggerimento dato dal co- 
lore; il triangolo fu presentato su fondo 
azzurro e il quadrato su fondo rosa. Una 
volta accertato che il piccione continua- 
va a non commettere errori, i colori di 
sfondo vennero attenuati ancora di più 
e infine eliminati del tutto. Il piccione fu 
così messo in grado di scegliere sem- 


210 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


COMPUTER & HANDICAP 



pre il triangolo, dimostrando di avere 
imparato una discriminazione nuova, 
grazie all'aiuto di uno stimolo di soste- 
gno (il colore) che gli aveva impedito di 
sbagliare. Mano a mano che lo stimolo 
di sostegno diventava meno necessario 
venne attenuato. Quando si dimostrò 
superfluo fu tolto del tutto. Nacque in 
questo modo una metodologia didatti- 
co-terapeutica, particolarmente adatta 
per allievi con deficit cognitivo, nota 
come apprendimento sema errori. (L'at- 
tenuazione dell’aiuto viene detta anche 
fading, dal termine inglese che significa 
appunto «dissolvenza»)- 

L'apprendimento sema errori 
e le sue possibili applicazioni 

(j figura 1 illustra come questa meto- 
dologia possa essere applicata all'Inse- 
gnamento del concetto di quantità. Il 
programma è stato messo a punto per 
bambini con ritardo mentale di grado 
lieve. L'allievo deve imparare a distin- 
guere un insieme maggiore da uno mi- 
nore; l'aiuto è costituito dalla lunghezza. 
Con un bambino che non riesce a rico- 
noscere un insieme più grande da uno 
più piccolo, ma che è capace di discri- 
minare un oggetto più lungo da uno più 
corto, è possibile usare questi stimoli 
(appunto /ungo e corto) come aiuti per 
insegnare la discriminazione nuova. Nel- 
le prime fasi dell'apprendimento si chie- 
de al bambino: «scegli il bastoncino più 
lungo, quello dove ci sono più quadret- 
ti» (o più alberi, o più case; oppure il 
meno lungo, quello dove ci sono meno 
quadretti, o meno alberi o meno case). 
Mano a mano che il bambino dimostra 
di essere in grado di effettuare la scelta 
corretta, l'aiuto della lunghezza viene 
attenuato (fading), e infine eliminato 
completamente (Celi, 1984), Allievi con 
ritardo mentale di grado lieve e anche 
medio-lieve, o con disturbi di apprendi- 
mento. imparano in questo modo a di- 
scriminare quantità diverse con relativa 
facilità, con poco sforzo, con un tasso 
mimmo di errori e di conseguenza con 
poca frustrazione. 

Un computer per maestro 

Se siamo interessati all'uso del com- 
puter nella didattica, cosa possono inse- 
gnarci queste esperienze? Secondo me 
tre cose fondamentali, che avremo mo- 
do di approfondire in articoli successivi 
più tecnici. Prima di tutto, questi pro- 
grammi di apprendimento devono esse- 
re molto ben strutturati nei loro passag- 
gi, se vogliamo che siano efficaci. Que- 
sto significa che gli stimoli da presenta- 
re all'allievo devono avere dei ben preci- 
si requisiti: devono essere chiari e fadli- 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


tare la risposta corretta con aiuti ade- 
guati, come è illustrato a titolo di esem- 
pio nella figura 1, In secondo luogo, 
devono essere valutate con grande at- 
tenzione le risposte che il bambino for- 
nisce, e il programma deve essere in 
grado di modificarsi e di adattarsi a 
queste risposte. Se il bambino sbaglia 
molto, é necessario continuare ad ero- 
gare gli aiuti, non avere fretta di passare 
a fasi successive più difficili. Se invece 
il bambino dà molte risposte corrette, 
dimostrando di padroneggiare una certa 
fase, bisogna avere il coraggio e la 
prontezza di attenuare gli aiuti e propor- 
re compiti più complessi, altrimenti non 
progredirà mai. Infine, ed è forse questa 




la cosa più importante e più difficile da 
ricordare, ogni nsposta corretta deve 
essere rinforzata, deve essere cioè se- 
guita da un segnale positivo. Per restare 
all'esempio del concetto di quantità, tut- 
te le volte che il bambino sceglie l'insie- 
mé che gli abbiamo richiesto deve es- 
sere informato del fatto che ha dato la 
risposta giusta, qualcuno deve dirgli per 
esempio: «va bene, sei stato bravo, hai 
scelto proprio il disegno dove ci sono 
più alberi». Anche il programma meglio 
costruito sulla carta non ha speranza di 
riuscita se l'insegnante dimentica que- 
ste cose fondamentali. Ma l'insegnante 
è un essere umano che può stancarsi, 
sbagliare nello scegliere una figura sti- 


Riferimenti bibliografici 

BARA 8. (1990) Scienza cognitiva Edizioni Boringhieri, Tonno 

CAMPI R.. FINI M., LORINI S. e ROSSI L. (1990) Informatica e handicap. Etas Libri, 

Milano. 

CELI F. (1984) Il concetto di quantità ed il suo insegnamento: un'applicazione del fading. 
HD Giornale Italiana di Psicologia e Pedagogia dell'handicap e delle disabilità di 
apprendimento, 4, 10 - 15 

CELI F. (1989) Imparo a leggere senza errori. Edizioni Centro Studi Enckson, Trento. 
CELI F. (1990) Apprendimento senza errori, avviamento alla lettura e autonomia. In 
CORNOLDI C. e VIANELLO R. la cura di) Handicap, autonomia e socializzazione. Edizioni 
Juvenilia, Bergamo. 

TERRACE H.S. (1963) Discrimination leaming with and withoul «errors» Journal of 
Experimenlal Analysis of Behavior. 6, 1 — 27. 

TERRACE H.S. (1965) Errorless transfert of a discrimination aerosa two continua 
Journal of Experimenlal Analysis of Behavior. 15, 347 - 354. 


211 


COMPUTER & HANDICAP 


Sordomuti informatici 

Viaggio di un sordomuto tra promesse, enti e telefoni 


molo, avere fretta di andare avanti op- 
pure fermarsi troppo a lungo su un 
punto perché ha perso il conto de) nu- 
mero di risposte corrette consecutive 
date dal suo allievo, dimenticare talvolta 
di rinforzarlo per le sue risposte giuste 
oppure perdere la pazienza e sgridarlo 
per le sue risposte sbagliate. Lo stesso 
programma portato su computer non 
soffrirà di questi difetti. Se il program- 
ma è stato costruito in modo corretto, 
la macchina non sbaglierà, per distrazio- 
ne, la scelta dello stimolo da presenta- 
re; non si farà prendere dalla fretta o 
dall'Impazienza di passare ad una fase 
più difficile quando l’allievo non è anco- 
ra pronto per affrontarla: non dimenti- 
cherà di registrare il numero di risposte 
corrette consecutive e dunque di atte- 
nuare o eliminare del tutto gli aiuti quan- 
do non saranno più necessari; ricorderà 
sempre la regola d’oro di qualsiasi pro- 
gramma di apprendimento: mandare un 
segnale positivo forte dopo ogni rispo- 
sta giusta e un segnale negativo debole 
dopo ogni risposta sbagliata. È una re- 
gola cosi semplice da esporre e da 
esemplificare (■iBravissimohi quando il 
bambino dà la risposta corretta; «Atten- 
to... guarda meglio» quando il bambino 
dà la risposta errata), ma così difficile da 
mettere in pratica. Quante volte l'inse- 
gnante. preso da un momento di stan- 
chezza 0 di nervosismo, inverte la rego- 
la d'oro? Quante volle manda un segna- 
le positivo debole (magari solo un cen- 
no del capo) dopo la risposta giusta e 
poi, al primo errore, si lascia sfuggire un 
«Nooool Sei proprio una testa dura»? 

Se il programma è gestito dal compu- 
ter non si verificheranno mai problemi 
di questo genere. Lavorare al computer, 
inoltre, è straordinariamente motivante 
per il bambino. Avete mai visto una sala 
giochi? Li non ci sono maestre che 
promettono buoni voti o la promozione 
ai ragazzi che si impegnano di più. Anzi, 
fare un videogioco costa anche dei sol- 
di, eppure i ragazzi restano incollati alla 
macchina per un sacco di tempo, e si 
impegnano ai massimo. Lo stesso, 
identico effetto di fortissima motivazio- 
ne, può essere raggiunto con grande 
facili tà cor a-urr programma didattico ben 
fatto. Un bambino, anche disabile, che 
magari bisogna pregare venti minuti 
perché Si convinca a fare un esercizio di 
matematica o di lettura, é capace di 
passare un'ora intera incollato al video 
se quello stesso esercizio é proposto da 
un PC, che suona una musichetta dopo 
ogni risposta giusta. Credo che que- 
st'ultima considerazione sia particolar- 
mente importante- Nessun insegna- 
mento è possibile contro la volontà di 
chi dovrebbe imparare. Al contrario tut- 
to diventa facile quando l'allievo è moli- 


Negli ultimi anni è stata messa in com- 
mercio una notevole mole di programmi ed 
interfacce destinati ai più svanati setton del 
campo civile. Alcuni di questi programmi 
hanno trovato, forse involontariamente, no- 
tevole importanza sociale. Tra questi quelli 
di sintesi vocale che hanno fornito un aiuto 
ai videolesi, dando loro la possibilità di 
tradurre le parole scritte in suoni. Esistono 
infatti programmi che intercettano i caratte- 
n inviati allo schermo e li traducono in 
suoni, ed altri che traducono i suoni delle 
parole in caratteri. Esiste addirittura un 
giornale per videolesi che ha in allegato un 
dischetto contente II testo degli articoli più 
importanti, che può essere ascoltato da un 
programma di sintesi vocale. 

Vista la continua evoluzione del campo 
informatico ed elettronico si potrebbero 
studiare dei prodotti specifici e standardiz- 
zati rivolti a categorie sociali che general- 
mente vengono dimenticate. 

Come figlio di una donna sordomuta ho 
avuto modo di osservare in questi anni lo 
sviluppo delle promesse fatte da enti pub- 
blio e privati e di come queste non hanno 
migliorato di molto la situazione. 

Circa tre anni fa una ditta operante nel 
campo dell'elettronica, ed evidentemente 
sensibilizzata dal problema del sordomuti- 
smo. mise m commercio un apparecchio 
che permetteva ai sordomuti di comunica- 
re tra loro via telefono, 

Il dispositivo in questione era una tastie- 
ra dotata di un display su cui scorrevano le 
parole e di un interfacciamento alla rete 
telefonica. Una sorta di microcomputer pri- 
vo ogni tipo di memora, sia di massa che 
RAM 0 ROM 

Nel frattempo il servizio Videotel si stava 
muovendo e veniva introdotto il servizio 
CHAT. Per chi non lo sapesse, collegarsi in 
CHAT significa coHegarsi in più persone ad 
una banca dati e poter scambiare messaggi 
in tempo reale, o quasi vista la lentezza: il 
messaggio veniva messo in circolo dopo 
circe due minuti. 

L’Ente Nazionale Sordomuti (ENS) lo 
scorso anno stipulò un accordo con l'ente 
gestore del servizio telefonico nazionale 
(SIP) I sordomuti, certificando la loro invali- 
dità, potevano avere ad un prezzo speciale 
un terminale Videotel ed il relativo abbona- 
mento. Potete immaginare la gioia al sape- 
re che non si era più costretti a leggere i 
messaggi dell'altro interiocutore che scor- 
revano su un display, e che ora si aveva a 
disposizione una sorta di «piccolo televiso- 
re» Già, quale gioia. Una gioia che si é 
presto spenta quando si è scoperto che le 
linee telefoniche non permettevano un col- 
legamento efficiente e duraturo. Proprio 
cosi. Come ben sappiamo le linee telefoni- 


vato ad apprendere. Anche in questo 
senso il computer si rivela spesso una 
carta vincente. 

Credo che il campo della didattica 
speciale assistita da computer, pur 
avendo visto anche in Italia in questi 


che non sono in ottimo stato e non sono 
ancora in grado di sopportare uno scambio 
di dati a velocità elevate senza modificare o 
perdere parte di questi II sordomuto che, 
dopo aver tentato infinite volte di collegarsi 
a) servizio, riusciva a non capitare in una 
caduta di linea, vedeva spesso appanre 
sullo schermo una sene di simboli che non 
avevano niente a che vedere con ciò che 
poteva essere un linguaggio. Di conse- 
guenza. causa difficoltà di connessione, di 
trasmissione e di scambio messaggi, il 
nostro sordomuto rinunciava ad utilizzare il 
servizio e tornava a non poter comunicare 
a distanza (dopo aver pagato bollette mo- 
struose) 

Alla fine del mlllenovecentonovanta sem- 
bra sia arrivato un regalo di Natale Due 
ditte con uffici a Roma, la APPEL e la 
AUDIN, hanno messo in commercio un 
nuovo DTS (Dispositivo Telefonico per Sor- 
domuti), 

Questo è disponibile in due versioni: una 
fissa da tavolo della AUDIN ed una portatile 
della APPEL La prima è costituita da un 
visore display a quattro linee e da una 
tastiera da collegare alla linea telefonica, 
mentre la seconda tastiera dispone di un 
diplay di due (sigh!) linee. Nonostante non 
ci siano, apparenti differenze rispetto al 
primo DTS uscito tre anni fa, la novità é 
che l'unità DTS portatile é disposta all'inter- 
no di una valigia ed incorpora un accoppia- 
tore acustico. Finalmente ecco qualcosa di 
importante: un DTS valido e funzionale 
(nonostante le quattro linee) e la possibilità 
di chiamare un altro sordomuto (possesso- 
re di un DTS) anche da una cabina telefoni- 
ca. Unico neo (ma per il momento accon- 
tentiamoci) è l'impossibilità di collegarsi 
con banche dati esistenti, alle quali oramai 
ci stiamo abituando sempre più, alle quali 
affidare i nostn messaggi e dalle quali 
preleviamo l'ultimo programma shareware 

Per concludere vorrei lanciare un’Idea 
che potrebbe essere raccolta da qualche 
progettista hardware 

Esistono oggi i computer laptop. ed i 
modem su scheda hanno raggiunto dimen- 
sioni motto piccole: perché non «svuotare» 
un laptop con un «bel» display (grande), 
delle memorie RAM e ROM, degli hard 
disk e di tutte le interfacce per i collega- 
menti a monitor e stampanti? Per un DTS 
portatile, che si possa anche utilizzare age- 
volmente a casa, sarebbe sufficiente dota- 
re un laptop «vuoto» di un mini-modem e 
di un accoppiatore acustico attivabile a 
piacere. Per lo standard di comunicazione 
ne potrebbe esser creato uno nuovo oppu- 
re scelto uno (ed uno solo o tutti) tra quelli 
attualmente esistenti. 

Raffaele Pinna 


ultimi anni qualche tentativo pionieristi- 
co interessante, sia ancora in grandissi- 
ma parte da esplorare, soprattutto in 
relazione alle sue straordinarie possibi- 
lità. 


212 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



Basato sul bus EISA, rappresenta 
il più alto livello di prestazioni dispo- 
nibile su piattaforma a processore 
singolo. 

Tra le principali caratteristiche tecni- 
che figurano la CPU 80486 a 33 
.MHz. una memoria cache esterna 
di 128 Kb ed una memoria Ram di 
4 .Mb espandibile a bordo a 8/16/32 
Mb. Opzione per controller SCSI 
con memoria cache 2/4/8 Mb. sche- 
da di rete e scheda video tutti con 
bus EISA. 

11 prezzo nella configurazione base 
con 4 .Mb Ram. FDD da 1.44 Mb. 
controller IDE AT bus. tastiera, mo- 
bile tipo desk top. è di 

Lire 9 . 990 . 000 * 



sistema 486 25 

Dotato di bus EISA combina ottima- 
mente l’alta qualità con il prezzo de- 
cisamente competitivo. 

Tra le principali caratteristiche tecni- 
che la CPU 80486 a 25 MHz ed una 
memoria Ram di 2 Mb espandibile 
a bordo a 8/32 Mb. Opzione per con- 
troller SCSI con memoria cache 2/4/8 
Mb. scheda di rete e scheda 'video tut- 
ti con bus EISA. 

Il prezzo nella configurazione base 
con 2 Mb Ram. FDD da 1.44 Mb. 
controUer IDE AT bus. tastiera, mo- 
bile tipo desk top. è di 

Lire 6 . 950 . 000 * 




COMPUTER & VIDEO 


Laboratorio video amatoriale 

di Bruno Rosati 


Quando nel secondo articolo 
di C&V (MCmicrocomputer 
W2Ì abbiamo provato ad 
abbozzare una prima scaletta 
degli argomenti da trattare, tra 
le altre cose, abbiamo messo 
in cantiere la possibilità di 
organizzare alcuni 
«laboratori». 

Preparandoci ad affrontare 
quelli dedicati alla grafica, con 
particolare riferimento alle 
tecniche per l'acquisizione e 
la manipolazione delle 
immagini, questo mese, a 
coronamento della prima fase 
videografica legata 
all'argomento «Sigle e 
Titolazioni», ne introduciamo 
uno a carattere spiccatamente 
video 


Immaginiamo il camcorder che funge 
da lettore, il computer con le sue grafi- 
che animate, il genlock o qualsiasi altra 
apparecchiatura per la video sincronizza- 
zione, una centralina di montaggio e, 
finalmente, il videorecorder; poi, da una 
parte, una pila cosi dì cassette e dall’al- 
tra. la torre pendente dei nostri floppy 
disk di «presentazione». 

Tutto pronto, ma solo in teoria, solo 
sulla carta. 

In realtà, fra apparecchiature di ogni 
genere, cavi e cavetti, genlock e calorifi- 
ci monitor, potremmo anche morire. 

Come ogni altra bella passione anche 
la videografica può essere (soprattutto 
inizialmente! fonte di angustie. Non c'è 
argomento videografico che non generi 
problemi, che non porti complicazioni, 
fatica e sudore. 

Le nostre riprese ad esempio; le 
sempre troppe ore di registrato: come 
fare per ridurre una E-180 in un concen- 
trato di 20/30 minuti massimi? Quali 
criteri usare per la scelta delle scene? 

Titoli e sovnmpressioni grafiche m 
genere; cosa fare per sincronizzarle al 
video? 

In definitiva, partendo dal sublime 
caos di immagini e videoscnpt animati, 
c'é un modo per far coincidere la perfe- 
zione teorica (dettagliatamente raggiun- 
ta nello storyboard) con la pratica? 

Per rispondere compiutamente a que- 
sti interrogativi, probabilmente non ba- 
sterebbe un intero numero di MC. né 
nessun altro studio cartaceo Si farebbe 
ancora e solo teoria; mentre a noi serve 
la pratica, l'esperienza visiva. 

Nei limiti imposti dai ntmi e gli spazi 
di Computer & Video, quello che possia- 
mo provare a fare allora é basarci sull'e- 
sperienza. 

In un gioco di parole che piace teo- 
rizzare la pratica E fin quando C&V avrà 
lo spazio di quattro/cinque pagine e 
resterà staticamente compresa (e com- 
pressa) nel menabò di una rivista, per 
«laboratorio» potremo sempre e solo 
intendere il concetto applicato di pratica 
teorizzata. Un significato giusto e gradi- 
to nella misura nella quale, facendo 


estrema attenzione, non cadremo nella 
facile trappola del «nozionismo». 

Bilanciamenti, messe a fuoco, pano- 
ramiche, tipi e piani di ripresa, come il 
più complesso significato che si dà alla 
«composizione delle immagini», oltre a 
farci subito cadere nel temuto nozioni- 
smo. CI porterebbe immediatamente 
fuori tema. Trasformerebbe MCmicro- 
computer in quello che non è né può 
diventare: una rivista di video. Fidiamoci 
perciò delle nostre capacità ed aldilà di 
ogni ulteriore indugio cominciamo a ri- 
solvere il primo dei quesiti: quali criten 
usare per la selezione delle scene? 

Selezione delle scene 

Giusto un anno fa. di ritorno da una 
visita ai Musei Vaticani, parlando con la 
maestra di mio figlio e sentendone il 
triste presagio; «... ed ora. con tutto 
quello che hanno visto, ci sarà da im- 
pazzire per riuscire a sintetizzarne i temi 
scolastici!» l'idea che mi venne m men- 
te. oltre che per dovere di padre, la 
suggerii e la proposi anche «ad expen- 
mentum». 

Questo l’illuminante dialogo: «Se 
vuole ho qui due ore di teleriprese; può 
lavorare con queste!» 

«Due ore? Ma sarebbe come se li 
riportassi ai Musei...» 

«Già!», ma nel tono di quell'esclama- 
zione già c'era il sentore dell’idea che, 
dopo un rapido scambio di sguardi, im- 
ploranti da parte dell'insegnante e rassi- 
curanti da parte mia, mi rendevo dispo- 
nibile a realizzare: 

«...Allora potremmo provare a sinte- 
tizzarle noi queste immagini. A prende- 
re le scene più importanti e... magari, a 
presentarle con dei titoli, qualche sche- 
ma grafico e schede di riferimento ani- 
mate da far salire, in video, dal com- 
puter!» 

L’entusiasmo delle mie parole fu con- 
tagioso. L'insegnante prese m prestito 
la mia E-120 e studiatane ogni scena, 
nel breve volgere di un paio di giorni, la 
riconsegnò assieme ad un foglio, bontà 
sua, con tutte le indicazioni utili per il 


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COMPUTER & VIDEO 


montaggio. Era una scaletta di lavoro 
dettagliatissima; con i tempi, gli IN/OUT 
di ogni scena prescelta e i vari riferi- 
menti didattici. 

Con quel preziosissimo foglio, la cas- 
setta in una mano, il mouse nell'altra, 
cominciò il «gioco» di un papà felice. 
Felice di poter riconvertire, per almeno 
una volta, la personale passione vi- 
deografica a scopi ben più meritevoli. 

Il fatto più importante, per quanto 
riguarda C&V e in particolare la «selezio- 
ne delle immagini» era già avvenuto e 
stava nello storyboard didatticamente 
organizzato dall'insegnante. Le scene 
prescelte, partendo dal presupposto di- 
dattico, raggiungevano una durata di 
circa 15 minuti! 

Centoventi meno quindici uguale cen- 
tocinque: l'esperienza scolastica della 
«mia regista» aveva compiuto ii miraco- 
lo. Centocinque minuti di «REC» super- 
flui al fine illustrativo erano stati letteral- 
mente cancellati! 

La ripresa di un sarcofago egizio che 
originariamente durava oltre un minuto 
(una lenta discesa con l'ottica in posizio- 
ne macro) fu sintetizzata da una vista 
d’insieme (5 secondi) ed una discesa 
nei particolari (10 secondi) rapide e fis- 
sativo. L'iscrizione funeraria che avevo 
npreso appena entrato neila prima stan- 
za dei museo (un Campo Medio, una 
lenta zoomata ed infine il Primissimo 
Piano, per un totale di 30 secondi) gra- 
zie all'intervento della sempre più sor- 
prendente regia, si ridusse a soli 10 
secondi. 

Più eseguivo più mi convincevo. In 
sede di ripresa bene avevo fatto ad 
indugiare su tutta «la storia» che mi 
circondava. Ma, chiaramente, far vede- 
re tutta la ripresa cosi com’era venuta, 
era la negazione dello stesso mezzo 
visivo del quale disponevo. La negazio- 
ne del concetto di sintesi, dei ritmi e dei 
tempi che rendono l’equilibrio fra il valo- 
re delle immagini e l'interesse a ve- 
derle. 

La concentrazione e lo sforzo fissati- 
vo che (o spettatore opera vanno conti- 
nuamente sollecitati attraverso il ritmo 






Giesiz. 


scriv^vciiosu 

fogicrroioa; 


ricova! do'lo 


pania o,p:p‘o 
tr--/ 




Scmpie dalla stessa 
cassetta sul Museo 
Egizio, ecco una 
Bsemolaie dimostra- 

grafica, immagini e so- 
vrimpressioni possono 
fornire validi nsuftali 
didattici e non solo i 
pur godibili montaggi 
KvacanziBnn Per inci- 
so. in tale passaggio 
videografico, oltre alla 
didascalia laterale, ad 
un ceno punto si pro- 
porrà la sovnmpressio- 
ne del ricalco grafico 
dei geroglifici, sparirà 
l'immagine reale e. 
per una piu chiara ed 
attenta informazione. i 
segni ricalcati verran- 
no spiegati ai bambini 
dal pupazzetto-guida 


Un frame bloccato le 
magari solarizzato! op- 
pure immagini reali in 
scorrimento (ma npre- 
se in Campo Lungo! 

massimo spazio visi- 
vo Solitamente il 
Campo Lungo si olire 
per lo scrolling vertica- 
le di apenura. mentre 
il freeze-Irame per 
quello di chiusura 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


215 



COMPUTER & VIDEO 



con il quale scene ed inquadrature si 
agganciano e si susseguono. Se, dalle 
riprese, trasale il senso di scontato (la 
camminata di avvicinamento ad un og- 
getto) 0 quello indugiante (gli oggetti 
ripresi monotonamente a quadro fisso) 
l'attenzione dello spettatore sfuma 
automaticamente. 

Il mio indugiare su quella serie di 
oggetti funerari (giusto se inteso quale 
riserva di materiale visivo per offrire alla 
sceneggiatura tempi larghi d'intervento) 
in sede di montaggio andava rapida- 
mente sveltito. Invece degli indugiati 
tempi di posa (15/20 secondi per cia- 
scuna npresa) era più che sufficiente un 
Primo Piano di «soli» 5 secondi. 

In definitiva, tutto ciò, pur mirando al 
discorso didattico, rappresentava una 
lezione anche per il sottoscritto. 

Una dimostrazione di come, dai giusti 
«tempi lunghi» che lavorando in presa 


diretta avevo dedicato alla ripresa, si 
poteva (e si doveva!) passare ad un 
montaggio rapido e ritmato. Un montag- 
gio che seguendo un concetto fonda- 
mentale rappresentato dall'integrazione 
fra immagini e parlato, eventualmente 
inciso in audiodub sulla cassetta, adatta 
al meglio i significati ed i relativi tempi 
visivi delie scene, di ogni singola inqua- 
dratura. 

Morale della favola; se il nostro fine 
ultimo sarà quello di ricorrere al mon- 
taggio, durante le riprese in diretta po- 
tremo (e dovremo!) indugiare. Arrivare a 
disporre del maggior quantitativo di ma- 
teriale possibile. Poi... via agli indugi 
sulle inquadrature, uso frequente di 
stacchi, dolci ma evidenti fra un oggetto 
e l’altro, e via alle lunghe introduzioni 
che precedono l'effettiva azione sceni- 
ca. bare il ritmo senza togliere il senso 
continuativo ad immagini e suoni. 


Ecco, a lezione impartita, disponevo 
tranquillamente delle scene prescelte, 
ne avevo cronometrato le durate e, per 
ciascuna, i momenti salienti in cui dove- 
vo far salire scritte in sovrimpressione o 
agganciare un commento sonoro. 

Le immagini tutte selezionate e pron- 
te per il montaggio, quello che ancora 
mancava erano propno le sovrimpres- 
sioni grafiche... 

Tecniche di Superimpose 

La necessità descrittiva (come anche 
il più semplice vezzo estetizzante che ci 
possa animare) ci porta ora nell'affasci- 
nante mondo delle tecniche di superim- 
pose. 

Superimpose, ovvero: il complesso 
processo elettronico che impone, ad un 
segnale video originano posto ad uno 
degli ingressi di «certe» apparecchiatu- 
re, la sovrimpressione di un secondo 
segnale. I due segnali sovrapposti si 
sommano ed uscendo dall’apparecchio 
speciale, diventano un unico segnale. 
Nuovo e sommatorio, tale segnale potrà 
esser videoregistrato normalmente. 

Tutto per mento di queste apparec- 
chiature che svolgono una funzione 
chiamata gentocking. Schede video o 
box esterni chiamati Genlock vengono 
oggi prodotti per i nostri computer in 
modo che, a) segnale video originano di 
una teleripresa, possa essere sovrim- 
presso quello grafico prodotto dal no- 
stro personal computer. 

Allo stesso fine (ed oggigiorno dispo- 
nibili anche per il mercato «consumer») 
sono utilizzabili i Mixer Video che accet- 
tando più segnali in ingresso operano la 
stessa funzione di sincronizzazione, 
svolgendo il superimpose fra i segnali di 
due VCR. una telecamera, una titolatri- 
ce, e se si vuole, anche quello del 
nostro computer. Il Genlock (VCR più 
computer) è un sistema più ngido e 
particolarmente dedicato al computer, il 
Mixer Video (VCR-1, VCR-2. telecamera 
ed «AUX») risulta decisamente più po- 
tente ed elastico; il loro uso congiunto, 
infine, è qualcosa di diabolico' A voi la 
scelta per la realizzazione di una sene di 
effetti videografici 

Titoli in Superimpose. L'applicazione 
più classica; quella che permette di 
assegnare scritte in sovrimpressione 
(per tìtoli di testa e di coda) ed eseguirle 
per mezzo di video-script. La funzione 
più usata, per far salire tali scritte sulle 
immagini reati in scorrimento, è quella 
che genera il cosiddetto Scrolling. Di 
solito, .tale effetto viene utilizzato m 
scorrimento verticale, dal basso dello 
schermo verso l'alto, per i titoli di aper- 
tura e in scorrimento orizzontale, da 
destra verso sinistra, per le chiusure. 


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COMPUTER & VIDEO 


Altra specialità è quella, già descritta 
in un altro articolo, delle Didascalie che, 
internamente alle scene, vengono utiliz- 
zate per identificare luoghi, personaggi 
e situazioni. 

NeH'imporre le titolazioni ed indiffe- 
rentemente al fatto che queste siano di 
testa, coda o d'identificazione, il nostro 
«fare pratico» si svolgerà con le stesse 
identiche azioni operative. 

Anzitutto, osservando e catalogando 
le immagini, si dovrà stabilire la durata 
di queste e, in base a ciò, settore il 
tempo relativo allo «slide-show» pre- 
scelto. Ciò è importante perché oltre a 
far sincronizzare i tempi, obbligherà la 
velocità di scorrimento (o apparizione/ 
scomparsa) dei titoli. Se lo Scrolling, per 
concentrare tutte le parole che compon- 
gono la titolazione nel tempo obbligato 
della scena sovrimpressa, avverrà trop- 
po rapidamente... bisognerà correre ai 
ripari. 0 abbandonare l'effetto e quindi 
optare per delle eventuali tabelle in Ra- 
de IN/OUT, oppure diminuire, nei limiti 
del possibile, il numero delle parole in 
titolazione, 

Tutto dovrà esser sempre svolto in 
funzione della chiarezza e dei ritmi di 
lettura visiva. 

Altro attento studio da compiere è 
quello del «tipo d'immagine». Un pae- 
saggio npreso in Campo Lungo (CL) o 
addirittura in Campo Lunghissimo ICLL) 
potrà esser titolato con scroll verticale. 
Allo stesso modo, e sempre dal punto 
di vista estetico, anche un'immagine 
fissa (freeze-frame particolarmente inte- 
ressante) potrà essere utilizzata come 
screen su cui far scorrere il verticale. 

Al contrario invece, si dovrà optare 
per il Rade IN/OUT delle scritte allorché 
la ripresa da sovrimporre è un Primo 
Piano (PP) eventualmente ricercato e 
montato per l'occasione. 

Per quanto poi caratterizza le didasca- 
lie identificative. l'unica particolarità è 
quella dell’mdividuare con accortezza 
sia il miglior font (in fatto di grandezza e 
chiarezza visiva) che il suo posiziona- 
mento. Di solito, il «posto» è il «bottom 
center», per dirla all'americana. Come 
abbiamo visto la volta scorsa, anche la 
barra titolatrice (tipo Tg2) è da tenere in 
considerazione. 

Aldilà di tutte queste disquisizioni (an- 
che se il gusto estetico alla visione 
finale riveste la massima importanza), il 
dato principale di cui tener massima- 
mente conto resta quello della durata 
delle immagini. 

Il tempo che andrà, da un paio di 
secondi dopo il Rade IN ad un paio di 
secondi prima dell'eventuale Rade OUT 
(se la scena chiude in tal modo) sarà il 
cosidetto Set Time da imporre al nostro 
script. In ordine d'importanza, da dentro 



Ultima grido in tetto dì passione creativa, la centralina per l'editing ed il montaggio delle immagini, é un 
investimento che, se non già elfettuato, è senz'altro da preventivare Le facilitazioni operative perla ricerca 
e la marcatura delle sequenze, più la memorizzazione degli evenli di IN/OUT degli agganci aulomalizzah. 
tanno della centralina le massima espressione del nuovo mercato dello PROSUMETt Posto a mezza via. 
cosi come lo testimonia il nome, tra il PROfessionale ed il conSUMER 


l'editor del nostro software prescelto, 
seguono poi il Size dei caratteri e il 
Color che, senza impazzire, potremo 
perennemente settare sui bianco. Cer- 
to. se il software ce lo consentisse, 
sarebbe bellissimo poter disporre di un 
effetto di cotor-cycle. ma a questo si 
può giungere con un'operazione di «fai 
da te» videografico. 

Animazioni in Superimpose. In questa 
affascinante specialità grafica, la massi- 
ma importanza è rivestita dai tempi di 
sincronizzazione. Un campo su cui inda- 
gheremo con i promessi studi delle 
tecniche creative (il nostro «Papenno- 
RogerRabbit») e che, nella fattispecie, 
ha già trovato uso e gradito apprezza- 
mento nella creazione del personaggio- 
guida che ha presentato alla scolaresca 
gli oggetti/reliquie del museo egizio. 

In questo genere di applicazioni tanto 
é affascinante la riuscita finale dell'ani- 
mazione sincronizzata, quanto è compli- 
cata la gestione dei tempi. Rar coincide- 
re un movimento o la visione di un 
particolare reale della teleripresa con il 
relativo animarsi del personaggio o l'ob- 
ject in genere sovrimpresso, è una fati- 
ca tantalica. Soprattutto a livello amato- 
riat-semiprofessionale. 

Ci vorrebbe un controllo «frame-by- 
frame», codici di riferimento, macchine 
dedicate e software grafico dedicato. 

Come vedremo in uno dei prossimi 
articoli invece, anche noi VC-maker ten- 
teremo l'impresa. Ardua ma inebriante, 
questa sì baserà sulla più empirica delle 
tecniche; il tentativo! Senza il controllo 
del single-frame, ci fideremo del 
counter del nostro VCR, del Set Rate 
dei programmi di animazione e c'imbar- 
cheremo lo stesso. In questa occasio- 
ne, basti solo l'informazione e, per il 
momento, il già importante metodo ap- 


plicativo per fare la Titolazione. Le no- 
stre immagini (video) e ì nostri titoli 
(computer); finalmente abbiamo tutte e 
due le cose. Pronte e scalettate, ma 
con una evidente differenziazione. Le 
immagini sono da dividersi in due tipi: 
quelle da titolare e quelle originali. Que- 
st'ultime, senza passare sotto genlo- 
cking, potranno assemblarsi fra toro con 
tempi e modalità squisitamente video. 
Le prime no, andranno trattate: sorge 
subito la domanda: ma con quale confi- 
gurazione e con quale metodo? 

Secondo il mio modesto parere quel- 
lo che va soprattutto ricercato é il meto- 
do; il più pratico possibile. Una volta 
individuatolo, saranno proprio le sue 
modalità operative ad indicarci la conse- 
guente configurazione lavorativa. 

Ed anche se nella tabella 1 (vedi 
pagina seguente) provo a schematizzare 
la configurazione/metodo universalmen- 
te adottata (quella della MASTERIZZA- 
ZIONE IN TEMPO REALE) intorno alla 
quale c'è poco da dire e... molto da 
fare, sospingo subito la vostra attenzio- 
ne verso quanto è invece rappresentalo 
nella tabella 2. Una tabella che mostra 
un procedimento diviso in due fasi ope- 
rative, distinte come «B» (Premaste- 
ring) e «C» (Mastering). A conti fatti, 
malgrado la suddivisione, la «B» è del 
tutto simile alla configurazione della ta- 
bella precedente. Il Player, il Computer, 
il Genlock (sulla cui particolare schema- 
tizzazione spiegherò più avanti) ed il 
Recorder, sono difatti gli stessi della 
REAL TIME MASTERING. Il particolare 
estremamente più qualificante, è rap- 
presentato daH'iniroduzione della Cen- 
tralina di Editing per quanto riguarda la 
seconda fase. Un componente sempre 
più indispensabile, la centralina, e sutl'u- 
tilizzo reale del quale è facile convincer- 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


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COMPUTER & VIDEO 


I CCMriùIfllAZIONE "A" 

I MAStOì In REAI. TIME 




Tabella 2 


si. Gli automatismi di «REC/Pause», la 
memoria di bordo per immagazzinare le 
informazioni temporali relative agli 
eventi dì IN/OUT degli inserti, la pratici- 
tà di gestire Player e Recorder dal suo 
pannello di comando (con tanto di ma- 
nopole Jog-Shuttle di ricercai e di mar- 
care e nconoscere i punti codificati do- 
ve. SUI videonastri precedentemente vi- 
sionati, ha marcato per noi i propri se- 
gnali di riferimento, significano, aldilà 
del costo aggiunto (max. 900.000 lire!) 
praticità, rapidità e perfezione produtti- 
va. Tutto bene, in poco tempo e senza 
fatica. 

Come è possibile notare osservando 
sempre la seconda tabella, l'uso della 
Centralina è previsto solo nella configu- 
razione l'C». allorché si passa al mon- 
taggio effettivo della cassetta «prema- 
ster» su quella definitiva. 

Ma cosa significa «Cassette di Pre- 
master»? Italianamente tradotto in 
«premontaggio» ciò sta a caratterizzare 
la fase in cui vengono prodotte le vi- 
deotitolazioni. 


Quindi le scene più complesse, quel- 
le che comportano l'uso delle tecniche 
di Superimpose. Perché questo? Per- 
ché laddove serve una videotitolazione 
0 una didascalia, è preferibile, pur nei 
limiti della qualità del segnale, operare 
con una preìncisione. Realizzare degli 
anelli-video che finiranno in videocas- 
setta producendo si, il temuto «passag- 
gio in più», ma garantendo (grazie an- 
che alla tranquillità di provare e riprova- 
re con tutti i tentativi che vorremmo 
fare) la massima qualità dell'operazione 
finale. 

Disporre degli anelli-video, in definiti- 
va significherà di avere solo «cassette» 
da riversare e in montaggio automatiz- 
zato (ecco quindi l'importanza della cen- 
tralina). Un modo di procedere più lento 
(solo all'inizio però) ma straordinaria- 
mente pratico, rapido e preciso nella 
fase finale. 

Avete ancora timore del «passaggio 
in più», vero? OK, guardate a questo 
punto al box-tratteggiato che ho chia- 
mato Genlock e considerate i due com- 


ponenti che VI sono ivi compresi. In 
effetti, quello che vi si consiglia non è 
un classico e semplice Genlock su 
scheda da inserire in una slot de) vostro 
computer. Aldilà dei tempi ancora bui 
che sembrano gravare sulla videografica 
dei «compatibili» (per i quali la configu- 
razione «B» risulta pressoché obbligato- 
ria) la soluzione è altamente evoluta. 

In pratica si tratta di un Genlock a 
«due componenti». Un Codificatore 
RGB/PAL (per i PC c'è l'eccellente Jo- 
vian VIN) che prelevando e codificando 
(in S-Video o videocomposito) il segnale 
del computer lo trasporta all'ingresso di 
un mixer video. 

Qui, ad attenderlo cl sarà il segnale 
video delle nostre teleriprese, con l'ef- 
fetto di superimpose si potrà inviarlo 
direttamente nel mixer; probabilmente 
lo strafamoso AVE-5 della Panasonic. In 
tal modo oltre ad avere una soluzione 
assai più elastica (ma mai come quella 
VCR-Computer-Genlock e MixerVi- 
deo...) CI garantiremo la risincronizzazio- 
ne continua dei segnali e, sopra ogni 
altra cosa, la vettorizzazione dei colon. 
Ovvero il contenimento massimo del 
deterioramento del segnale, con il 
dramma del «passaggio in più» final- 
mente smitizzato! 

Chiaramente vi sto consigliando di 
spendere una barca di soldi, ma aldilà 
del fatto che siete liberi d’avventurarvi 
come meglio credete, l'acquisto della 
centralina di editing (ripeto: massimo 
900.000), quella dell'AVE-5 (1.800.000 
l'ultima quotazione) e di un encoder (un 
milione, un milione e mezzo) pur portan- 
dosi ad un totale di quasi 4 milioni, 
comporta un investimento da effettuar- 
si gradatamente nel tempo. 

Ad esempio, chi con Amiga già lavora 
da VC-maker. dispone sicuramente del 
Genlock o di una scheda video; a costui 
non resta che la centralina e. solo se ha 
un grosso timore del «passaggio in 
più», quello del mixer video. Tra l'altro, 
net caso della configurazione più raffina- 
ta, il «... compro 0 non compro anche il 
Mixer Vìdeo?», sarà un interrogativo da 
valutarsi sulla base di eventuali rientri 
economici. 

In conclusione, fra il metodo «A» e 
quello composito «B-*-C». c'è spazio e 
soddisfazione per tutti. Un po' di fatica 
in più per chi meno spende e un po' 
meno per chi più spende. Ma è sempre 
stato cosi, sempre lo sarà e in tutte le 
cose; non solo nel campo della vi- 
deografica. 

OK, credo di aver detto parecchio; 
tanto che. sviscerato «tutto il video fo- 
togramma per fotogramma», mi rendo 
benissimo conto di dover programmare, 
e al più presto, anche un altro laborato- 
rio: quello Audio. tss 


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SmOSHASL92AI 
r 0€LLA SUA CLASSE 
IN BELLA SCmTUAA 



Una nitidezza mai vista prima, caratteri disegnati • 
con precisione assoluta. Certo, Seikosha SL-92AI /• - 
vanta il primato della sua classe in bella scrìtto- / 
ra, perché riunisce un’elettronica sofisticata e 
una meccanica di alta precisione in un connu- ì 
bio perfetto. La testina a 24 aghi è dotata di 
una forza d'impatto superiore e sui modu- 
li multicopia esprime tutta la sua potenza 
stampando perfettamente dal primo al- 
l’ultimo foglio. Naturalmente, offre la 
più ampia scelta di stili e caratteri, 
infatti, dispone di due fonts residen- 
ti oltre ai sette opzionali. Ma non so- 
lo, Seikosha SL-92AI stampa 240 ca- 
ratteri per secondo e sviluppa questa no- 
tevole velocità nel silenzio di soli 55 dBA 


1 - 



Come se non bastasse, la dotazione compren- 
de un buffer di 44 Kbyte che permette 
! ' un considerevole risparmio del tempo di 
impegno della CPU. Anche il trattamen- 
i] to della carta è di prim'ordine. I suoi trat- 
I tori, del tipo a spinta, consentono il par- 
L cheggio del modulo continuo ed è pre- 
disposta per il sistema automatico di 
caricamento ed espulsione dei fogli sin- 
goli. Non ultimo e a tutto vantaggio 
della semplicità operativa, tutte le lun- 
zioni principali sono gestite direttamen- 
te da una pratica tastiera posizionata sul 
frontale della macchina. Seikosha SL-92AI, 
prima della sua classe in bella scrittura, 
seconda a nessuno in tutto il resto. 


SEIKOSHA 

COMPANY OF SEIKO GROUP 


Distribuzione esclusiva: MAFF System - Via Paracelso, 18 - 20041 Agrate Brianza (Milano) - Tel: 039/651761 - Fax: 039/651764 -Tlx: 350118 RA-GE 


ARCHIMEDES 


Le funzionalità del VDU sono 
ampie e vanno ben oltre 
quelle viste, anche se non 
approfonditamente, lo scorso 
appuntamento. Il discorso lo 
avevamo lasciato su di un 
tasto dolente del nostro 
glorioso Risc-OS, la gestione 
di testo e grafica in ambiente 
wimp. Ma in fondo questo 
appunto non è che un 
granello di sabbia in 
confronto alle numerose 
potenzialità offerte da! 
sistema, del resto tutte 
lodevoli in quanto a 
funzionalità e praticità; come 
fra l'altro per ciò che riguarda 
lo sfesso VDU di cui andiamo 
ad occuparci 


VDU 


RISC-OS 


DRIYERS 


(II) 


Cursor Editing 

Ho in precedenza parlato di interatti- 
vità fra VDU e user; ebbene eccone qui 
un esempio pratico. Di solito sul moni- 
tor è presente un solo cursore, quello 
lampeggiante che indica dove sarò vi- 
sualizzato il futuro carattere digitato. Nel 
momento in cui pigiamo uno dei quattro 
tasti freccia, posti al lato sinistro della 
tastiera alfabetica, il R.O. entra in modo 
editing e il cursore di testo si sdoppia in 
un cursore di output (rettangolino nero 
fisso) ed in uno di input, quest’ultimo 
lampeggiante e controllabile in posizio- 
ne tramite i tasti freccia. Questo mec- 
canismo viene attivato anche quando pi- 
giamo il tasto Copy ed anche in questo 
caso il cursore viene sdoppiato in uno 
d'ingresso ed uno di uscita che visua- 
lizzerà tutti i caratteri ad esso inviati- Il 
modo editing non è attivabile dal modo 
VDU 5 ed inoltre una volta attivato se 
ne ottiene la disattivazione inviando un 
ASCII 13 0 , ciò che è lo stesso, un Re- 
turn. Non c'è bisogno, ma lo dico lo 
stesso, che queste operazioni passino, 
e vengano realizzate, tutte sotto il con- 
trollo della OS_WriteC. 


Palette e Colori 

I colori contemporaneamente visualiz- 
zabili nei vari modi grafici implementati 
nel R.O. vanno da un minimo di due per 
volta ad un massimo di 256. Ogni volta 
che si entra in un nuovo modo grafico 
I colori assegnati sono quelli di default 
che successivamente possono essere 
liberamente cambiati intervenendo sulla 
palette, nella maggior parte dei casi in 
modo piuttosto trasparente per l'user 
stesso, in quanto chiamato ad interve- 
nire in una banalissima operazione di ca- 
ricamento file, quello della palette ap- 
punto. Nei modi a 256 colori in effetti i 
colori sono ottenuti trattando in modo 
opportuno, ovvero aggiungendo e sot- 
traendo velature d'ombra a 64 colori dif- 
ferenti in modo da ottenere per ognuno 
di essi quattro diverse gradazioni, che in 
totale fanno 256 colori. Per il testo o le 
immagini che vogliamo visualizzare pos- 


siamo scegliere un colore diverso da 
quelli dì default offerti dal modo grafico 
stesso: per questo motivo il R.O. per- 
mette di cambiare per ognuno il colore 
di foreground e cioè il colore con cui sa- 
ranno stampati a monitor testi ed im- 
magini, ed il background permette di 
cambiare il colore di fondo di tutto lo 
screen, Il color background è anche 
usato dal R.O. per effettuare l’operazio- 
ne di clear screen. Un'altra importante 
funzione ricoperta dal VDU è la palette. 
Essa rappresenta all'interno del VDU la 
tabella di conversione fra colon logici e 
colorì fisici. La palette può essere pro- 
grammata in termini d’intensità di se- 
gnale da mandare ai rispettivi cannoni 
del monitor. Sempre attraverso la palet- 
te è possibile attribuire sia al bordo 
schermo che al puntatore del mouse 
colori del tutto indipendenti dal modo 
grafico che stiamo usando, Ad ogni mo- 
do senza entrare troppo in dettagli tec- 
nici in quanto al funzionamento della pa- 
lette vi rimando per un approfondimen- 
to della stessa all’ottimo articolo (Bit- 
Piane, Bitmap e Color Palette) del col- 
lega Cardinale decotti apparso sul nu- 
mero 104 di MC. 


Tinta 

Sempre nei modi a 256 colori ogni pi- 
xel è rappresentato tramite un pattern 
da otto bit. Sei di questi bit rappresen- 
tano il colore logico mentre i restanti 
due la tinta. In pratica la tinta ci permet- 
te, come abbiamo visto prima, di mo- 
dificare i 64 colori base tramite interven- 
to su scala di grigi in modo da ottenerne 
dai 64 ai 256. Dato che per intervenire 
su uno dei 64 colori base con velature 
differenti di grigio abbiamo a nostra di- 
sposizione due soli bit dell’intero pat- 
tern rappresentante il pixel il conto è 
presto fatto: 22x64=256 colori. 

ECF Patterns 

Per I modi grafici a 2, 4, 16 colon il 
R.O. offre un modo alternativo per vi- 
sualizzare più colori contemporanei di 
quelli offerti dal modo grafico stesso. Il 


220 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


ARCHIMEDES 



The Extended Color Fili Patterns per- 
mette quindi di miscelare I colori base 
contemporaneamente disponibili per 
quel modo grafico, permettendo un no- 
tevole risparmio in quantità di memoria 
grafica riservata in quanto in mode 12 
(16 colori) vengono occupati 80K di ram 
mentre m mode 15 (256 colori) ben 
160K, 


Bell 

Fra i vari compiti del VDU c'è anche 
la gestione del campanello di sistema 
che squilla al ricevimento deH'ASCII 7 o 
ciò che è lo stesso, alla pressione di 
Control-G. L'intensità, il volume e il pi- 
tch della campanella possono essere 
controllati tramite gli appropriati coman- 
di. E se la campanella di default non do- 
vesse allietare il vostro orecchio potete 
sempre sostituirla con uno degli otto 
suoni di sistema residenti in rom. 


Pointer 

Il Risc-OS permette al programmato- 
re tramite VDU la completa gestione del 
puntatore del mouse. Esso sempre at- 
traverso il VDU può assumere una for- 
ma grafica diversa dalla freccetta di de- 
fault. In pratica il mouse pointer può es- 
sere rappresentato da uno sprite di 
qualsiasi forma e colore purché prece- 
dentemente disegnato, cosi come se 
ne possono controllare i colori indipen- 
dentemente da quelli del modo usato. 
Oltre a ciò h Risc-OS offre all'user il 
controllo della velocità di spostamento 
del puntatore del mouse via software. 

Screen Configuration 

Il VDU permette una notevole intera- 
zione con esso da parte del program- 
matore sopprattutto per la gestione vi- 
deo. In questo caso il VDU permette di 
intervenire sul settaggio e allineamento 
dell'immagine a monitor sia orizzontal- 
mente che verticalmente. Questa para- 
metrizzazione è stata supportata per 
quegli sfortunati utenti che non siano in 
possesso di un monitor con controllo di 


linee verticali e orizzontali, ammesso 
che ce ne siano. Insieme al controllo 
delle linee il VDU permette l'attivazione 
e l'opposto, del modo interlace. Sul 
fronte di un raddoppio orizzontale di ri- 
ghe di risoluzione l'immagine è pratica- 
mente invedibile su monitor non multi- 
sinc fornito di serie causa l'eccessivo fli- 
ckering o sfarfallio. Comunque con un 
monitor ad alta persistenza le cose mi- 
gliorano notevolmente. Sempre grazie 


Valori ritornati dal VDU 

1) Dimensioni e posizioni delle finestre 
grafiche e di testo. 

2) Posizioni del cursore grafico e di te- 
sto. 

3) Descrizione del modo grafico attual- 
mente selezionato. 

4) Dimensioni della memoria di scher- 

5) Mappature della palette. 

61 Colon di foreground e di background 
sia del testo che della grafica. 

7) Banchi di memoria usati dal VDU e 
dallo schermo. 

6) Numero di byte richiesti alla compo- 
sizione del comando VDU. 

9) Numero di linee di pagina. 

10) Se in VDU 5 mode o no. 


In questo soecchietio sono riportate tutte le inlor- 
maaoni che possono essere richieste dell'user al 
VDU driver 


al VDU il R.O. permette il settaggio di 
diversi tipi di monitor e quindi l'automa- 
tica disponibilità dei modi grafici ad es- 
so adatti. Con questo sistema vengono 
evitati gli erronei accessi a modi grafici 
non attivabili sul proprio monitor. 

Multiple Banks 

Il più delle volte viene riservato allo 
screen memorv un solo banco di me- 
moria, ma ciò non toglie che in certe ap- 
plicazioni possa essere necessaria la 
presenza di due banchi di memoria per 
io schermo o addirittura 3, 4 e più. In 
particolar modo si abbisogna di più ban- 
chi nella realizzazione di animazioni in 
Quanto mentre un banco è visualizzato 
l'altro è al lavoro in ombra. Appena il la- 
voro di quest'ultimo è terminato si ef- 
fettua un swap dei banchi e il banco in 
precedenza visualizzato viene messo a 
lavorare e poi di nuovo swap. Questa 
tecnica permette ovviamente una ge- 
stione mollo più fluida delle animazioni. 
In teoria per avere una fluidità pari a 
quella di un cartone animato bisogne- 
rebbe disporre di 24 banchi scambiabili 
ogni secondo. Quando si parla di gua- 
dagni c'è sempre in fondo qualcosa da 
pagare e cioè quantità di memoria ne- 
cessaria ai banchi. In pratica a seconda 
della memoria mk che il solo modo gra- 
fico richiede, e del numero di banchi n 
la memoria richiesta è nxmk. 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


221 


ARCHIMEDES 


Basic Assembler 
Il Set condizionale (II) 

di Massimo Miccoli 


Graphics 

Abbiamo già visto come si possano in- 
viare in finestre grafiche o di testo i dati 
che viaggiano sullo streamer del VDU. 
Così come abbiamo visto che testo e gra- 
fica possono essere inviati in un'unica 
finestra alla posizione del cursore grafico, 
insieme a ciò parlammo di un'ulteriore 
interpretazione del VDU in caso di ca- 
ratteri non propriamente ASCII prima di 
stamparli a monitor. Tutti questi caratteri, 
che altro non sono che veri e propri co- 
mandi grafici, permettono al VDU di in- 
viare in output su screen i seguenti og- 
getti: 

1) circonferenze, ellissi, archi, segmenti 
e settori; 

2) triangoli, rettangoli e parallelogrammi; 

3) punti e tratti; 

4) iinee continue e a tratti: 

5) testo in VDU 5 mode. 

Gli oggetti appena visti sono stati ri- 
portati solo a scopo informativo per il mo- 
mento mentre verranno approfondita- 
mente trattati quando ci occuperemo del- 
la gestione degli sprite. Fino a questo 
momento ci siamo occupati di come il 
VDU immette i dati da esso trattati in 
output ma il VDU come del resto ne- 
cessario ai fini delle funzionalità di tutto 
il sistema lavora nei due sensi. Il VDU 
stesso permette di leggere le informa- 
zioni presenti in screen dall'interpreta- 
zione dei relativi codici ASCII al colore e 
agli oggetti presenti in video. Dall’Infor- 
mazione sul colore di un singolo pixel si 
può risalire alla palette correntemente at- 
tiva. Grazie al comportamento in senso 
alternato del VDU è possibile salvare in- 
tere schermate che potranno conseguen- 
temente esser trattate con pacchetti 
paint. Insieme alle informazioni di screen 
possiamo ottenere dal VDU informazioni 
riguardo alla sua configurazione interna 
e al suo stato. 

VDU Extension Vector 

Come tutte le routine di sistema viste 
dall'inizio anche quelle relative al VDU 
sono vettorizzate e dipendono tutte dal 
vettore VDUXV. Quindi così come per gli 
altri vettori visti in precedenza le routine 
ad esso relative possono essere com- 
pletamente sostituite 0 eventualmente 
accompagnate da altre routine tramite 
l'intercettazione della chiamata al vettore 
che nel caso specifico è appunto il VDU- 
XV, Nel caso del VDU il VDU driver può 
essere completamente sostituito da un 
suo equivalente che rielabora l'output a 
seconda delle proprie esigenze. È questo 
il meccanismo usato dai Font Manager 
per accelerare le operazioni di visualiz- 
zazione di font complessi. 


Lo scorso appuntamento abbiamo visto 
una parte del set di istruzioni condizio- 
nali dell'ARM; in particolare queste im- 
ponevano che certe condizioni venisse- 
ro soddisfatte in anticipo rispetto all’i- 
struzione stessa e, solo a condizione 
soddisfatta, l’istruzione veniva esegui- 
ta. 

Questa volta ci occuperemo invece 
di condizioni che devono essere soddi- 
sfatte dopo l’esecuzione di una istruzio- 
ne di comparazione fra due operandi 
affinché l'istruzione successiva venga 
eseguita. 

Naturalmente anche in questo caso 
parlando di condizioni mi riferisco a 
quelle relative allo stato dei flag del re- 
gistro R15. 

Prima di andare a parlare del set di 
istruzioni condizionali, voglio di nuovo 
sottolineare il fatto che le condizioni 
devono essere soddisfatte dal risultato 
della comparazione dei due operandi 
dell'istruzione immediatamente prece- 
dente a quella sulla quale le stesse 
condizioni debbano avere effetto. 

In altre parole ciò è valido solo in re- 
lazione all'istruzione di comparazione 
che presenta la seguente sintassi: 

CMP (<suffisso>) <1 operando, <11 
operando> 

dove il suffisso è sempre opzionale e 
può essere sia uno di quelli visti nel 
precedente numero, ovvero un sempli- 
ce suffisso condizionale, o uno di quelli 
che tratteremo in questo articolo sem- 
pre che l’istruzione CMP sia preceduta 
da un’altra CMP in grado o meno di 
soddisfare le condizioni poste dall'altra. 

Per quanto riguarda gii operandi, essi 
possono essere sia registri che fattori 
numerici, questi ultimi preceduti dal 
simbolo «*». 

Ci occuperemo comunque meglio 
degli operandi nel prossimo appunta- 
mento quando tratteremo del formato 
dei dati da processare. 

HI. Maggiore di (comparazione fra operandi 
senza segno) 

Condizioni C flag=set e Z llag-clear 

Le istruzioni recanti questo suffisso 
saranno eseguite se e solo se nella 
precedente Istruzione di comparazione 
il primo operando risulti essere maggio- 


re del secondo. Si tenga presente che 
l'operazione di comparazione viene ef- 
fettuata su operandi senza segno ognu- 
no dei quali è totalmente rappresentato 
in grandezza da tutti i suoi 32 bit. 

Esempio 
CMP R11.R6; 

comparazione dei registri RII e R6 
MOVHI R11,#0: 

se R11 è > di R6 allora e solo allora poni 
RII a 0 

LS:minore o uguale a (comparazione fra 
operandi senza segno) 

Condizioni C flag=clear o Z flag=set 

Questa è in parte la condizione inver- 
sa di quella appena vista, in quanto l’i- 
struzione con questo suffisso viene 
eseguita nel caso m cui la precedente 
istruzione di comparazione fra operandi 
ritorna come risultato true se ii primo 
operando è minore o uguale al secon- 
do. 

E di nuovo voglio ricordare il fatto 
importante che la comparazione viene 
effettuata su operandi senza segno. 

Esempio' 

CMP R4.R2, 

comparazione dei registri 
ADDLS R4,R4,#1, 

se è R4 <= R2 allora poni R4=R4+1 

GE:maggiore o uguale a (comparazione fra 
operandi con segno) 

Condizioni: N flag=set e V flag=set 
oppure: N flag=clear e V flag=sei 

Questo suffisso condizionale si com- 
porta esattamente in modo opposto a 
quello appena visto. In pratica l'istruzio- 
ne con questo suffisso sarà eseguita nel 
caso in cui la comparazione verifichi di 
fatto che il primo operando è maggiore 
0 uguale del/al secondo. 

Da notare inoltre che al contrario dei 
due soffisi già visti, in questo tipo di con- 
dizionali possono essere usati, nelle re- 
lative comparazioni, anche operandi con 
segno. 

Esempio' 

CMP R1,#0 ; comparazione dei registri 
SUBGE R5,R5,*0 , se e R5 >= R2 allora 
poni R5=R5-2 


222 


MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991 


ARCHIMEDES 



LT- minore di (operandi con segno) 

Condizioni N flag=set e V flag=clear 
oppure N flag=clear e V flag=set 

Le istruzioni contenenti questo suffis- 
so verranno eseguite nel solo caso in 
cui nell'istruzione di comparazione pre- 
cedente risulti che il primo operando è 
minore del secondo. In caso contrario 
l'istruzione verrà saltata nel flusso di 
esecuzione del programma che la con- 
tiene. 

Anche in questo caso possono esse- 
re tranquillamente usati operandi con o 
senza segno. 

Esempio. 

CMP R1,*0 ; comparazione del registro RI 
con il valore 0 

RS8LT R1,R1,*0 : se è RI < 0 allora poni 
R1=0-R1 

Si noti che in questo piccolo esempio 
il condizionale permette di invertire il 
segno del contenuto del registro. 

GT- maggiore di (operandi con segno) 
Condizioni- N flag=set e V flsg=set 


oppure; N flag=clear e V flag=clear 
con; 2 flag=clear 

Le istruzioni che presentano il suffis- 
so GT saranno eseguite solo nei casi in 
cui l'istruzione di comparazione che pre- 
cede quella con suffisso dia come risul- 
tato true il fatto che il primo operando 
sia maggiore del secondo. 

Esempio: 

CMP R8,R9 , comparazione dei registri 
SWIGT 256-hASC(«>«); se è R8 > R9 Stam- 
pa il carattere > 

In questo esempio è evidente l'uso 
dei suffissi condizionali anche per le 
SWI. Vi è inoltre un esempio d'uso di 
funzioni Basic direttamente utilizzate in 
ambiente Assembler. 

Voglio sottolineare che la funzione 
ASC verrà valutata ai momento dell'as- 
semblaggio del codice e non al momen- 
to dell'esecuzione dello stesso. 

LE. minore o uguale a (operandi con segno) 

Condizioni: N flag=set e V flag=clear 
oppure: N flag=clear e V llag=set 
oppure; Z flag=set 


La condizione imposta con questo 
suffisso è che nella precedente compa- 
razione il primo operando sia minore o 
uguale al secondo, e solo in tal caso la 
seguente istruzione condizionata sarà 
eseguita. 

Esempio: 

CMP R13,#100; 

viene comparato il contenuto di R13 con 100 

SUBLE R13,R13,#10; 

se è R13 <= 100 allora sottrai 10 a R13 

Trattando del set condizionale ci sia- 
mo resi conto di quanto sia importante 
e fondamentale il ruolo del registro di 
stato in cui vengono preservate tutte le 
condizioni di stato dei flag. 

Da questo primo approccio elencativo 
del set condizionale sembrerebbe che il 
registro di stato effettui un continuo 
monitoraggio delle condizioni di esecu- 
zione delle istruzioni riflettendo il tutto 
sui suoi flag interni. Ma ciò non è vero 
in quanto il set istruzioni dell’ARM la- 
scia piena libertà all'user nello scegliere 
quali delle istruzioni eseguite abbiano 
influenza sullo stato dei flag. In altre pa- 
role siamo noi a decidere quando mo- 
dificare lo stalo dei flag in risposta al- 
l'esecuzione di quelle o di quella istru- 
zione. Il suffisso in esame presenta il 
codice mnemonico S che ovviamente 
sta per STATUS. 

Esso può essere usato sia solo che 
con istruzioni condizionali così come 
mostrano I seguenti esempi; 

1) ADD R0,R2,R4; 

addiziona R2 ad R4 e poni il risultato in RO 

2) ADDS R0,R2,R4, 

addiziona R2 ad R4 e poni il risultato in RO 

3) ADDCCS R0,R2,R4; 

addiziona R2 ad R4 e poni il risultato in RO 

Nel primo esempio l'esecuzione del- 
l'istruzione non avrà nessun effetto sul- 
lo stato dei flag, indipendentemente dal 
risultato deH'operazione. 

Nel secondo invece il risultato dell'ad- 
dizione verrà in ogni caso riflesso sullo 
stato dei flag. 

Nell’ultimo esempio viene mostrato 
l’uso misto di suffisso condizionale e in- 
fluenza del risultato ritornato sul flag di 
stato. 

In questo caso quindi l'addizione vie- 
ne eseguita se la condizione flag CC = 
clear è vera e qualunque sia il risultato 
dell'operazione esso verrà riflesso nello 
status register. 

Con il listato di esempi di compara- 
zione e istruzioni da esso condizionate 
SI conclude il discorso sul set condizio- 
nale dell'ARM. 


223 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


MACINTOSH 


Raffaello De Masi 


Utility et alia 

Ovvero come godersi la vita facendo lavorare gli altri 


T utti noi credo abbiamo avuto, nel- 
la nostra famiglia, quello che. nel 
bellissimo libro autobiografico di 
De Crescenzo viene definito, tout court. 
Ilio Vincenzino o' pallista», sorta di zio 
degenerato e un po' debosciato, ovvia- 
mente scapolo e donnaiolo, che ha reso 
la vita palestra di divertimento, goduria 
personale e riposo assoluto, lo. nella 
mia famiglia, ho un fratello di tal fatta, 
Gabriele, direttore di una rivista, che. 
sebbene sposato e padre di due figli, 
non ha mai abbandonato l'abito del vi- 
tellone gaudente, applicando la sua lau- 
rea di filosofia alla continua speculazio- 
ne del piacere lo meglio ancora, del non 
fastidio) personale. 

Cosi appioppa i due figlioletti alla non- 
na Icui sono prematuramente incanutiti 
I capelli) per giornate intere, si fa por- 
tare comodamente in giro dalla moglie 
in macchina, è eternamente invitato a 
pranzo da me. dai miei fratelli, da mia 
madre, e cosi via fino ad esaurire l'albo 
dei parenti viventi, per poi ricominciare 
dall'inizio. E una volta, poiché è uomo di 
gran cultura e di interessi poliedrici, alla 
mia richiesta sul perché si comportasse 
in questo modo, mi ha detto: «Caro fra- 
tello, io ho applicato su di me le utility 


che tu monti nei tuoi computer!». Tou- 
ché! Mi aveva proprio colpito in pieno 
nel mio punto debole, che poi, nel Mac, 
è il sistema operativo. Un paio dì mesi 
or sono dissi che il mio System pesava 
circa 20 mega, ma erano altri tempi! 
Oggi tra bagagli di Font , Sound. FKey, 
Accessori di scrivania stipati in 74 vali- 
gette di Suitcase ho dovuto comprare 
un disco rigido della Jasmine da 40 Mb, 
che ho inserito nel mio FX e che ho de- 
dicato solo alla cartella sistema. E. a 
completare questo bel panorama, da 
qualche tempo sono intervenuti i CDEV, 
gli Init e compagnia cantante. 

Naturalmente le bombe non manca- 
no. anzi abbondano, ma che volete. «La 
vita è fatta anche di questo», come dice 
l'artificiere dell'IRA. E così eccomi a par- 
lare di «cosucce», che. senza pretende- 
re il premio Nobel dell'informatica, si 
fanno apprezzare per rendere più facile 
e piacevole la vita di tutti i giorni. 

Utility, CDEV & INIT, 
dolci amori del Mac 

Oggi, tra shareware e programmi 
commerciali, il mercato delle utility è di- 
venuto immenso. In quanto a numero di 


presenze, probabilmente, i pacchetti de- 
dicati a questo tipo di software battono, 
nel campo Mac, tutti gli altri pacchetti 
messi insieme. Basta dare una occhiata 
ai ben nutriti cataloghi di Dr.Mac, di Mac- 
Zone 0 di MacConnection , tanto per ci- 
tare qualche nome, per vedere pagine 
intere di titoli di pacchetti che fanno il 
pensabile e l'impensabile. 

Ma il vero regno delle utility e il PDS 
{il software di dominio pubblico) e lo sha- 
reware. MacClub, MacWheel e Mac- 
Store hanno, tra tutti e tre, più di 1200 
titoli di micropackage di quelli di cui non 
SI sente la mancanza fino a quando non 
se ne ha bisogno. Come dipanarsi in co- 
tanta selva? Meno male che c'è chi li 
prova sulla propria pelle e riferisce ai let- 
tori delle riviste! 

In questa ottica ho deciso di dedicare 
un paio di puntate alla prova delie utility 
specifiche per il Mac; ma come fare a 
scegliere in questo mare magnum? So- 
lo tra quelle sparse nella mia discoteca 
di più di 2500 dischetti ne avrei potuto 
mettere insieme diverse centinaia! Al- 
lora ne ho approfittato per raccoglierle 
tutte su un disco removifaile da 45 Me- 
ga, e di qui è cominciato il grande mas- 
sacro a colpi di scure; mi sono accorto, 




ResourcB Editor in azione, la finestra generale lai, e le vane pos- 
siMité di intervento sulle risorse code Ibi, icona lei, ouipvl dia- 
gnostico Idi, menu lei. stnnghe di messaggio ed errore III 


224 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


MACINTOSH 


infatti, che, accanto a materiale molto 
pregevole c'era vero e proprio ciarpa- 
me, costruito in maniera tanto rudimen- 
tale da interferire in maniera vistosa ad- 
dirittura con il sistema operativo. Da qui 
sono poi passato a scegliere le «pièce» 
più interessanti e cosi, taglia qui, taglia 
là, eccomi con una diecina di titoli che 
vale davvero la pena di guardare un po- 
co più da vicino. 

fìesEdit 2.0 
Apple Computer Ine. 

Resource Editor è uno dei più vecchi 
e noti programmi di utility di uso gene- 
rale; prodotto e distribuito direttamente 
dalla Apple fin dalla comparsa del 128k, 
era paurosamente invecchiato fino al- 
l'anno scorso (praticamente, in circa 6 
anni, non c'era stato alcun upgrading) 


ma sia per la sua struttura relativamen- 
te semplice, sia per l'eccellente qualità 
della sua realizzazione continuava a fare 
il suo dovere in maniera onesta ed ef- 
ficiente. A distanza di sei anni (per la 
precisione neil"89) Apple metteva in cir- 
colazione una beta version che poi, sen- 
za altre modifiche, veniva, l'anno suc- 
cessivo, proposta in catalogo. 

Parlare di ResEdit è come voler sco- 
prire l'acqua calda. Il pacchetto è fin 
troppo noto agli specialisti perché io 
possa qui dire qualcosa di nuovo sulle 
sue finalità e sulle sue caratteristiche 
d'impiego. Ma accanto agli specialisti 
c'è la gente comune, che ha tutto il di- 
ritto, anzi, forse ha più diritto degli altri, 
di sapere che cosa c’è dentro al softwa- 
re che possiede. Ecco, a questo serve 
ResEdit. 

Cerchiamo di essere più chiari; la par- 


ticolare filosofia di utilizzo del software 
Mac e la struttura d’interfaccia cosi fa- 
miliare si basa per la maggior parte sulla 
gestione di una serie di risorse presenti 
nel programma stesso. Se idealmente 
potessimo scindere un programma nel- 
le sue parti principali vedremmo che es- 
so è composto di tanti pezzi diversi, tan- 
te per cosi dire unità di programmazio- 
ne, concorrenti, ognuna per le sue spe- 
cifiche mansioni, a creare il risultato fi- 
nale. Abbiamo cosi una parte del pro- 
gramma che gestisce le finestre di 
errore, una che fa la stessa cosa con i 
menu, una che permette di manipolare 
I file e evidenziare i messaggi relativi, 
una che gestisce le stringhe di messag- 
gio che compaiono sullo schermo. Ogni 
operazione che, per una maniera o per 
l'altra, in parte o del tutto, fa ricorso a 
routine di ROM, di Sistema operativo, di 



MACINTOSH 


Finder, o comunque di altro program- 
ma, è agganciata a una o più risorse (le 
famigerate Resources di cui tanto si 
parla nel mondo Mac). 

Immaginiamo, ad esempio, che un 
importatore abbia messo in distribuzio- 
ne un pacchetto, realizzato in USA; que- 
sto avrà, ovviamente, tutti i menu, le 
chiamate, i messaggi scritti in lingua in- 
glese. Resource Editor permette di apri- 
re le risorse contenenti questi parame- 
tri-messaggi e di eseguire modifiche al 
loro contenuto, modifiche che appari- 
ranno la successiva volta in cui il pro- 
gramma sarà lanciato. Così, tanto per 
intenderci, sono state realizzate tutte (o 
quasi tutte) le versioni italiane (francesi, 
spagnole, e cosi via) dei package pre- 
senti sui vari mercati nazionali. Non so- 
lo, ma con Resource Editor è possibile 
personalizzare addirittura tutto quel che 
SI desidera e che è ovviamente raggiun- 
gibile attraverso una risorsa. Cosi pos- 


siamo sostituire al banale e un poco 
freddino «Benvenuto in Macintosh» del 
bootstrap un più piacevole «Salve, co- 
me stai?», modificare o addirittura cam- 
biare la forma di una icona, intervenire 
sull'aspetto di una finestra, personaliz- 
zare un menu con messaggi, e magari 
cambiare gli shortcut. 

Questo faceva la versione 1 di Res- 
Edit, con la nuova versione le cose sono 
cambiate in maniera sostanziale (non a 
caso il programma è di ben 450K, circa 
tre volte l'edizione originale). Resource 
Editor può intervenire in maniera più 
massiccia su stringhe, icone, menu an- 
che gerarchici, permettendo di modifi- 
care (peccato che le hardcopy in b/n non 
rendano giustizia alla qualità dell'out- 
put) in maniera sostanziale l'aspetto to- 
tale di tutto l'ambiente (ho costruito, 
per puro spirito di prova un Disk First 
Aid con menu che sembrano un arco- 
baleno). Ma non basta. A differenza di 


quanto era possibile (anzi non era pos- 
sibile) nella precedente versione, Res- 
Edit può intervenire, addirittura, su pro- 
grammi in funzione (per assurdo può 
agire anche sut System in uso e sul Fin- 
der) e, udite udite, anche su se stesso. 
Comunque, per essere precisi, è lo 
stesso programma che mette in guardia 
l'utente dal tentare esperimenti in tal 
senso, che potrebbero dare luogo a pro- 
blemi di diverso tipo fino alla totale inu- 
tilizzabilità dell'applicazione manomes- 
sa. 

Approfittando delle più avanzate tec- 
niche di programmazione ResEdit non 
manca di certe «finezze» che comun- 
que avevamo già visto in altri pacchetti; 
tra queste quella che ci è sembrata più 
interessante è la possibilità di aprire 
contemporaneamente due o più appli- 
cazioni diverse, possibilità non trascura- 
bile se si considera che , col solito taglia 
e incolla, è possibile importare ed 



DiskTop: in a/ la finestra principale, simile al finper, da coi è possibile accedere alle directory In bl l'apertura della scnvama de! disco rigido, in c) un esempig 
di ricerca del file con le oplioni esTremamenie ariicolalB Infine, in di il rrasrenmenfo di file da una cartella all'altra. 


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MACINTOSH 



esportare risorse da un pacchetto all’al- 
tro. La caratteristica più divertente, in- 
vece, ci è parsa quella di poter trasfor- 
mare, anche se con un poco di lavoro e 
pazienza, menu lineari in gerarchici. 

In conclusione ResEdit è un tool mul- 
tiuso, efficiente e facile da usare, alme- 
no nel campo del «fun and easy»; in 
mano a professionisti è effettivamente 
il tool d’eccellenza per esplorare, modi- 
ficare, rielaborare e, perché no?, curio- 
sare nei programmi e package costruiti 
nel rispetto delia filosofia Mac e con 
quei formidabili mattoni che sono le ri- 
sorse. Praticamente inesauribile nelle 
sue applicazioni si presenta oggi in un 
upgrading che lo rende, a dir poco, pra- 
ticamente un nuovo programma. 

Disk Top 

CE Software me. 

Ì854 Fuller Road, P.O Box 65580 
tVest Des Momes. IO 50265 USA 
Tel. 515 224 1995. 

Il package Disklop è essenzialmente 
rappresentato da due Desk Accessory, 
DiskTop, appunto, e Laser Status. Essi 
vanno montati con il Font D/A Mover, o 
programma simile e sono del tutto com- 
patibili con DiskExpress. Accanto a que- 
sti, che sono le basi del package, il di- 
schetto (800k, comprendente la cartella 
sistema) che viene fornito nel package 
contiene un altro programma, WidGet, 
un DiskTop Init File, e un numero enor- 
me di esempi, di disegni EPS, alcuni file 
PICT e bitmap, e cosi via. 

Parliamo prima di tutto di Top. La fi- 
losofia di questo DA è semplice: con 
DT è come avere un Finder a disposi- 
zione sotto la mela; Finder cosa fa, in 
effetti? Permette una serie innumerevo- 
le di operazioni sui file, come apertura, 
cambio di nome e di sistemazione nelle 
cartelle, cancellazione di documenti, e 
cosi via. Inoltre, se utilizzato in combi- 
nazione con programmi più efficienti del 
Finder (come Power Station, ad esem- 


pio), offre ancora maggiore flessibilità, 
velocità ed efficienza. 

All’apertura (il programma è uno dei 
pochi DA richiamabili attraverso una 
combinazione di tasti, nel caso partico- 
lare Shift-Option-Command-D). DiskTop 
offre una finestra organizzata più o me- 
no come la scrivania. In una configura- 
zione normale dell’hardware vedremo il 
disco rigido, il floppy e il cestino (e ma- 
gari la RamDisk, se stiamo usando il 
portatile). Di ogni elemento vengono 
riassunti i dati caratteristici, come no- 
me, tipo gerarchico e memoria totale e 
disponibile. Ancora, sono presenti tutti i 
comandi già visti net Finder, e, come in 
questo ambiente, è possibile, ad esem- 
pio, rimuovere dischetti trascinandoli 
nel cestino. Ma sarebbe ancora poco (in 
fondo con Multifinder si fanno le stesse 
cose, gratis, e con pari facilità e veloci- 
tà) se ci fermassimo a questo: invece 
DiskTop fa ben altro! 

Tanto per cominciare DiskTop funzio- 
na anche col solo Finder e anche sul 
vecchio Plus (in pratica dà una boccata 
di respiro a questa macchina che sta di- 
venendo rapidamente obsoleta, aggiun- 
gendo potenzialità di modelli ben più 
muscolosi) A parte ciò la prima utile 
sorpresa la scopriamo tentando di fare 
una ricerca di un File. A quest’uopo fun- 
ziona sia il Find File di sistema, sia il Fa- 
st Find (notevole per la sua velocità), 
ma DiskTop aggiunge diverse opzioni in 
più: la ricerca può essere eseguita at- 
traverso una sene di opzioni, combina- 
bili tra loro, che prevedono la scelta del 
tipo di formato (es. APPL, PICT, 
MSWD, TIFF, ecc.l, della sigla de) 
CREATOR (opzione ben nota a chi ha 
appena leggiucchiato l’inside Macinto- 
sh), della data di creazione o di modifi- 
ca, delle dimensioni. Come dicevamo 
tutte le opzioni sono combinabili tra lo- 
ro, e, inoltre, il tutto riesce ancora piu 
sofisticato dalla opzione not e dalla pos- 
sibilità di selezionare il titolo secondo 
criteri molto sofisticati, come esatta- 


mente eguale a. iniziarne con, terminan- 
te con, contenente, il tutto senza sacri- 
ficare eccessivamente la velocità di ri- 
cerca. La ricerca, manco a dirlo, può es- 
sere indirizzata ad una sola cartella, i ri- 
sultati sono visualizzati, in forma gerar- 
chica, secondo lo stile già visto in 
FastFind. 

Quante volte ci siamo trovati a regi- 
strare un documento, e a ritrovarci nella 
necessità di doverlo inserire in una car- 
tella nuovaT Certo, con Multifinder e 
possibile uscire sulla scrivania, creare il 
folder e ritornare neH'applicazione per la 
successiva registrazione. DiskTop fa 
tutto questo in maniera più pulita e ra- 
pida. Lanciandolo si ha sempre il docu- 
mento sottomano, ma è possibile sele- 
zionare e aprire cartelle (che saranno 
poi aperte nella finestra di registrazio- 
ne), crearne di nuove, settarne una par- 
ticolare come locazione di default (la 
cartella di default è quella in cui alcune 
applicazioni vanno a leggere periodica- 
mente, 0 dove depositano file tempo- 
ranei (come, ad esempio quelli di spoo- 
ler di stampa o quelli di setting di de- 
fault, appunto), e, ancora eseguire copie 
di file 0 di intere cartelle, spostare do- 
cumenti da una locazione all'altra, cam- 
biare nomi 0 cancellare documenti. 

E adesso arriviamo al fino; la prima 
delle raffinatezze la scopriamo in una 
delle opzioni poco usate dalla maggior 
parte degli utenti Mac: la finestra delle 
informazioni. Per la venta questi non 
hanno tutti I torti a usare poco questa 
pur valida possibilità messa a disposizio- 
ne da System; basta infatti ricostruire la 
scrivania (operazione sempre consiglia- 
bile) per perdere tutti i commenti inse- 
riti. A questo inconveniente mette rime- 
dio il Gel Info migliorato di questo pac- 
chetto. A parte la possibilità di separare 
le informazioni in formato DT e Apple, 
le prime non vanno perse quando viene 
eseguita la ricostruzione del desktop. 
Inoltre, scegliendo l'opzione di livello 
tecnico, viene visualizzata, a destra del- 
la finestra principale, una sene di casel- 
le che caratterizzano il file analizzato; di- 
vengono, quindi, volendo, per incanto, 
visibili, invisibili, incopiabili, autolancian- 
tisi, bloccali, e cosi via, file e applica- 
zioni di qualunque tipo (e poi se la pren- 
dono con I pirati!), 

Vi assicuro che giocherellare con Di- 
skTop è più piacevole e semplice di 
quello che si intuirebbe da quanto ho 
scritto in queste nghe, provare per cre- 
dere! Ma poiché lo spazio è tiranno pas- 
siamo all’altro DA, piu specializzato e 
per questo meno di uso generale. 

Laser Status, guarda caso, è dedicato 
alle stampanti laser. E, in breve, un pro- 
gramma che analizza le condizioni, il 
funzionamento e le caratteristiche della 


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MACINTOSH 


Laser collegata alla macchina (anche se 
in rete); in altri termini è il sistema mi- 
gliore per tenere sotto controllo lo stato 
e il funzionamento della Laser. Esso for- 
nisce una serie utile di informazioni cir- 
ca lo stato della memoria della stam- 
pante (compreso l'elenco dei font at- 
tualmente scaricati, il numero delle co- 
pie eseguite, la quantità di memoria 
usata, ia versione PostScript adottata e 
cosi via. Inoltre è possibile resettare la 
macchina senza spegnerla, eseguire il 
downloading di font e di file PostScript 
(ed EPS). 

Come d'uso in numerosi pacchetti 
USA, oltre ai programmi principali, c'è 
sempre, nei dischetti, qualcosa di più, 
un regalino deH'ultimo momento che 
spesso risulta utile almeno come l'ap- 
plicazione pnncipale. Nel disco DiskTop 


c'è il programma Widgets che mi ha da- 
to, per la verità, un sacco di piacevoli 
sorprese. 

Che cosa fa Widgets? Esattamente 
quello che promette la parola' Potrem- 
mo definirlo, parafrasando la parola e 
considerando quello che fa, una colle- 
zione di piccole funzioni e utility messe 
insieme per forza di cose in un pro- 
gramma unico. 

La sua funzione principale è quella di 
creare una o più librerie di menu, dedi- 
cate a DiskTop e a LaserStatus. Vengo- 
no creati cioè dei Set di comandi che 
possono essere richiamati immediata- 
mente e utilizzati accanto o al posto di 
quelli già esistenti. Ma accanto a queste 
possibilità ecco quelle, forse più frivole, 
di creare uno startup screen (ma è pos- 
sibile anche farlo con MacPaint II), tra- 


sformare un formato PICT in Paint, 
stampare i file di disegno, in formato ri- 
dotto, sulla Laser (fino a sessanta per 
pagina), cambiare formato di pagina (so- 
lo sulle (magewriter, ovviamente), cam- 
biare Theap di sistema, ed infine ecco 
l'ultima delle possibilità, che poi si e ri- 
velata la migliore! 

Tutti sanno che all'accensione le La- 
ser Apple stampano un foglio di Star- 
tup: si tratta di una vera e propria sec- 
catura che, se da una parte permette di 
verificare lo stato e la qualità della stam- 
pa. dall’altro può provocare crisi di nervi 
per la intrinseca lentezza deH'operazio- 
ne, davvero esasperante. Una passata 
di Widgets e via! 

, La pagina di partenza è bell’e abolital 
La laser è pronta per la stampa in qual- 
che secondo. 



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MACINTOSH 


La piccola ulìlty INIT 
Control. Che permeile, 

eh abilitare e disabilitare 
im e CDEV 



Auto Mac IV 

Genesis Micro Software 
Believue, Washington 
USA 

Di creatori di Macro, esistono, a 
quanto mi risulta, sul mercato sei pac- 
chetti che, chi più , chi meno, eseguono 
tutti il medesimo compito. Tra questi 
brillano Tempo, per la sua completezza, 
e Macro Maker, per essere gratuito, es- 
sendo compreso nel dischetto delle uti- 
lity di sistema. Ma un pacchetto dimo- 
stra davvero di saper raccogliere il me- 
glio dal punto di' vista della rapidità, 
completezza e facilità d’uso, ed è. ap- 
punto. Auto Mac. 

Giunto alla versione IV. si tratta di un 
vecchio pacchetto esistente, credo, dal 
1987, quando, nella prima versione, co- 
stava circa 20 $. Il fatto caratteristico é 
che il pacchetto, nella versione III (pe- 
raltro non molto dissimile dalla IV, e co- 
munque sempre molto efficiente) è 
compresa nel package MS Word edizio- 
ne USA, insieme a SuperPaint e Word 
Finder (tre pacchetti tutti molto utili e 
stranamente scomparsi nella versione 
Italiana), 

Il principio di funzionamento del pro- 
gramma è simile a quello offerto dai 
concorrenti, e, in termini piuttosto sem- 
plificati. si basa sull’associazione di una 
sene di operazioni definibili dall’utente, 
abbinata a una combinazione di tasti o a 
una chiamata da menu. 

I pacchetti più semplici, come Macro 
Maker, si limitano a questo, quelli più 
complessi, come il nostro, permettono 
ben altro. Si va, infatti dalla chiamata del 
programma stesso attraverso combina- 
zioni di tasti, a tecniche sofisticate di re- 
gistrazione dei movimenti dei ritardi, a 
una vera e propria programmazione glo- 
bale della macro. Premettiamo che Au- 
to Mac è un INIT, e come tale si auto- 


lancia alla partenza: a questo punto la 
presenza di una piccola icona, a forma 
di A, nella barra di menu evidenzia co- 
me Auto Mac sìa pronto a servire le ri- 
chieste dell’utente, in qualunque pro- 
gramma SI stia lavorando. 

Cominciamo con la descrizione delle 
caratteristiche generali del programma, 
per poi passare alle fasi più sofisticate. 
La finestra di registrazione si apre dic- 
cando la nA», e per la verità si presenta 
piuttosto complicata (ben tredici botto- 
ni). La registrazione della macro avviene 
in modo piuttosto simile a quella di Ma- 
cro Maker, ma sono presenti una serie 
di opzioni piuttosto interessanti, come 
quella di poter registrare i movimenti 
completi del mouse (in defauli il pro- 
gramma tiene conto solo del punto di 
partenza e di arrivoL l’aggiunta di un ri- 
tardo finale, la registrazione in tempo 
reale e così via. Può addirittura essere 
costruita una macro di startup, che si 
autolancia quando il programma parte, 
ed è possibile, colmo della raffinatezza, 
costruire macro composte di macro di- 
verse. 

Dicevamo della sofisticazione: niente 
male se si tien conto che è possibile 
eseguire il tracking del mouse, inserire 
un messaggio personalizzato o un box 
nel momento desiderato, comandare 
una sospensione della esecuzione della 
macro fino a che non avviene un certo 
evento, eseguire salti condizionati da 
macro a macro. Il maneggio dei box 
personalizzati non è dei più semplici (oc- 
corre definire le «frontiere» del box in 
punti e inquadrare la stringa di messag- 
gio con una certa attenzione, ma si trat- 
ta di operazioni piuttosto sofisticate, 
che hanno la loro ragion d’essere in ma- 
no a utenti già professionali). 

Auto Mac. a dimostrazione di essere 
un programma di gran pregio, ha due 
caratteristiche fondamentali: la adatta- 


bilità alle esigenze dell’operatore e la 
programmabilità. Nel primo caso la cosa 
è utile, soprattutto per quel che attiene 
alla utilizzabilità dei tasti a disposizione, 
mentre nel secondo caso si ha a dispo- 
sizione un ambiente di programmazione 
dalle caratteristiche versatili e potenti. 

Per la verità, imparare il linguaggio di 
Auto Mac è perfettamente inutile. Infat- 
ti e lo stesso pacchetto che genera un 
codice facilmente leggibile (si tratta di 
un Idioma molto simile a quello di 
HyperCard), con comandi del tipo «Clik 
3(3,40» 0 «Beep». Chiamando l’opzione 
Edit viene sviluppato alia nostra vista 
tutto i! programma, ben costruito in li- 
nee, cui è possibile accedere per ese- 
guire correzioni, aggiunte o cancellazio- 
ni (spesso risulta semplice per la corre- 
zione della combinazione dei tasti chia- 
ve). A titolo di esempio, mi è stato mol- 
to utile per «rallentare» l'esecuzione di 
certi comandi sull’FX, che, forse fin 
troppo veloce, non permetteva la rego- 
lare esecuzione di una macro dove ve- 
nivano aperte diverse finestre. 


Image Grabber 

Sabastian Software 

Prima di concludere, una piccola utility 
che semplifica molto la vita a chi ha bi- 
sogno di documentazione sul software 
e, più in generale, Image Grabber è un 
DA che permette di eseguire hard copy 
dello schermo su macchine che non ac- 
cettano la combinazione Shift-Comman- 
d-3 0 4, Ideale per costruire documen- 
tazione, esso permette anche di esegui- 
re stampe ritardate, utili per stampare il 
contenuto dei menu discendenti. Tutto 
quanto appare sullo schermo può esse- 
re trasferito sulla stampante, ma anche 
a un file PICT o PAINT, e, addirittura 
conservato sugli appunti o su una me- 
moria di massa sotto fonte di risorsa, in- 
dipendente o inserita in un altro pac- 
chetto. 

E, tanto per gradire, due righe di fine 
articolo: quante volte abbiamo messo 
nel nostro bel system(one) tanti di quei 
begli INIT, per poi scoprire che interfe- 
rivano tra loro e mandavano in bomba 
sistemi 0 applicazioni. Ecco una bella 
utility pubblicata su SoflDisk di settem- 
bre 1989, INIT Control . un DA che per- 
mette di attivare e disattivare a piaci- 
mento gli INIT in una maniera a dir poco 
semplice e immediata. Basta dare una 
occhiata alla figura per rendersi conto di 
come funziona. Più semplice e facile di 
così' 

E con ciò termina la prima parte del- 
l'esame delle utility più interessanti di- 
sponibili per il Mac. A risentirci la pros- 
sima volta. ag 


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MACINTOSH 


di Raffaello De Masi 


La programmazione Object Oriented 

SmallTalk- 80 


Per una serie di circostanze 
diverse (e persino 
avventurose) SmallTalk-80 è il 
primo linguaggio definibile 
come orientato all'oggetto, e 
di esso ne esiste una 
implementazione molto 
efficiente anche su Mac. Si 
tratta di un linguaggio di 
programmazione piuttosto 
facile da utilizzare, ma altresì 
tanto potente da permettere 
un tipo di programmazione 
motto sofisticato e articolato. 

Il suffisso "80» presente nel 
nome si riferisce alla versione 
del linguaggio stesso adottata 
definitivamente da Xerox nel 
1980. Versioni precedenti 
sono SmallTalk-76 e 
SmallTalk-72 ma si tratta di 
implementazioni vecchie e 
ormai completamente 
abbandonate 


La caratteristica che rese SmallTalk- 
80 rivoluzionario alla sua comparsa fu il 
fatto che, al contrario di altri linguaggi, 
anch'essi dedicati, come Clascal e 
Object Pascal, esso è un vero e proprio 
ambiente di programmazione, includen- 
te compilatore, debugger, facility di 
cross reference, e un completo editor 
grafico Come è stato definito frequen- 
temente, esso è l’insieme di Object Pa- 
scal, Mac WorkShop con supporto del- 
l'ambiente e della scrivania Mac. 
Sebbene si tratti di due filosofie di am- 
biente sviluppate indipendentemente 
runa dall'altra, SmallTaIk-80 include tutti 
I concetti familiari aH'uiente Mac, come 
finestre sovrapposte, barre di scroll, ico- 
ne, e menu che appaiono e scompaiono 
a seconda della necessità. Non è azzar- 
dato quindi dire che il familiare ambien- 
te Mac deve molto a questo suo pre- 
decessore. 

Le caraneristiche 
di SmallTalk-80 

SmallTalk-80 è estremamente inusua- 
le in quanto I progettisti, fin dairinizio si 
imposero di costruire un ambiente tra- 
sportabile sotto qualunque hardware, il 
problema fu risolto «simulando» una 
macchina virtuale, dalle caratteristiche 
ben definite, ma che non era legata ad 
alcuna architettura hard ben definita. 
Questo m fin dei conti si è rivelato un 
gran vantaggio non solo perché l'am- 
biente è stato sviluppato in maniera ab- 
bastanza rapida sotto diverse architettu- 
re, ma perché, anche nell'ambito della 
stessa architettura hard l’implementa- 


zione per Mac riusciva ad adattarsi a di- 
verse configurazioni. Infatti su macchi- 
ne da 512 RAM SmallTaIk-80 si autoa- 
datta a girare in una forma per cosi dire 
«ridotta», mentre su macchine da 1 
Mega e più gira in tutta la sua potenza. 
Inoltre su macchine di memoria supe- 
riore a 2 mega è possibile utilizzare una 
versione avanzala, dalia potenza eleva- 
ta. 

Solo in un aspetto SmallTalk è diver- 
so rispetto a Macintosh. L’ambiente (e 
la scrivania) virtuale di SmallTalk-80 è 
costruito per una stazione di lavoro do- 
tata di un mouse a tre bottoni, contro 
quello a un solo bottone del Mac. Si 
tratta di una differenza non peregnna, 
visto che esistono diverse filosofie di 
pensiero e che ogni costruttore presu- 
me di essere il depositario della verità in 
tal senso; così per Xerox il numero 
ideale di bottoni sul mouse è tre, per 
Microsoft due, per Apple 1, Purtroppo 
la grande disponibilità Xerox verso gli al- 
tri standard è stata qui inflessibile ed ha 
imposto a tutti l'uso del suo mouse, 
con tre diversi bottoni, posti orizzontal- 
mente. e definiti con i tre colori di ros- 
so, giallo e blu (i colon sono divenuti 
uno standard de facto nel mondo delle 
applicazioni SmalìTalk-801. Apple ha 
mantenuto il suo mouse a un solo bot- 
tone, che simula il rosso, mentre il se- 
condo (il giallo) viene simulato via so- 
ftware cambiando la pressione del mou- 
se con il tasto Option, e il terzo com- 
binando mouse e Enter. Ciononostante 
Apple ha ridotto di molto l'uso del se- 
condo e terzo bottone, e inoltre ha in- 
trodotto delle facility che evitano l'uso 





E LID 

/TiB CJciittìtS W 

@ BIBÌaBSl E3 S 11 -0 


Il Form Ediior 
SmsllTsIk, nonno 
del più moderno 
led efficmniel 
MacPaint 


230 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


MACINTOSH 


di essi (un esempio è la sensibilità dei 
title bar al click del mouse). 

In SmallTalk-80 ogni particolare è 
frutto di orientazione aH'oggetto. Ogni 
costrutto, ogni passaggio di program- 
ma, ogni routine, ogni elemento del- 
l’ambiente di programmazione e, ovvia- 
mente, ogni applicazione , è costruita 
in ambiente Object Oriented. 

È nella sua interfaccia programmalo- 
ria che SmallTalk-80 è totalmente diver- 
so da qualunque linguaggio e, per certi 
versi, è cosi vicino alla filosofia Mac. Il 
testo è evidenziato quando viene sele- 
zionato, le finestre si spostano quando 
vengono afferrate attraverso la barra 
del titolo, i termini «cleam, «cut», «co- 
py» e «paste» sono di casa qui come 
nel Mac. In un paio d'ore un utente 
Mac non sprovveduto, proprio per la 
somiglianza dei due ambienti, potrebbe 
essere già in grado di padroneggiare 
l’interfaccia SmallTalk-80. Oltre tutto la 
somiglianza delle interfacce è tanto 
avanzata da includere testo in varie 
font, stili e grandezze, grafica in bitmap 
e uso estensivo del mouse. Questo do- 
vrebbe far pensare a due cose; al no- 
tevole sforzo eseguito da Xerox per co- 
struire dal niente una interfaccia così 
complessa, e al contributo di Apple, 
che, recuperata l’idea (che, alla fin fine, 
non aveva goduto di gran fortuna) ha 
saputo ancora di più migliorarla, otte- 
nendo come risultato una interfaccia 
utente tra le più sofisticate e semplici 
da usare. Uno dei migliori esempi della 
transizione tra i due ambienti è il raf- 
fronto tra SmallTalk Form Editor e Mac- 
Paint. Sebbene il secondo sia molto più 
facile da usare spetta ai primo il merito 
di aver rappresentato una applicazione 
che — sono le parole degli implemen- 
tatori — «sta al disegno come il word 
processing sta al testo». 

Uno dei riferimenti più completi alla 
filosofia e alla sintassi di programma- 
zione di SmallTalk è il bel volume di 
Adele Goldberg «SmallTalk-80: The In- 
teractive Programming Environment» 


Le ligule sono iratie da Schmucker nObject 
Onenied Programming^^, opera alata 


Il browser tn funzione, 
durante la definizlona 
di una nuova classe, si 
noti, ancora una valla, 
la particolare sirullura 
del menu. 





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MACINTOSH 


pubblicato da Addison-Wesley. É da que- 
sto volume che sono state tratte le note 
relative alla trattazione di SmallTalk- 
80. 

Continuando a descrivere l’interfaccia 
SmallTalk-80 occorre evidenziare che 
forse la differenza più caratteristica tra 
gli ambienti nominati sta proprio nell'u- 
so del mouse. Tanto per fare un esem- 
pio I menu pop-up di SmallTalk appaio- 
no nel punto della attuale locazione del 
cursore del mouse, appena viene toc- 
cato il tasto giallo o blu del mouse. In 
ambiente Mac, invece, i menu a tendi- 
na sono fissi e scorrono dalla sommità 
dello schermo. Altra grande differenza 
tra I due sistemi è che in ambiente 
SmallTalk (e in numerose applicazioni 
relative) si hanno a disposizione solo 
due menu alla volta. Ancora, sempre ri- 
guardo ai bottoni del mouse, tutte le 
applicazioni aderiscono alla convenzio- 
ne per CUI I comandi impartiti con me- 
nu giallo agiscono sui contenuti della fi- 
nestra, mentre quelli diretti dal blu si ri- 
feriscono alla finestra completa. 

Ancora, sempre per quanto riguarda 
la differenza tra i due ambienti (non 
parliamo qui di Windows, che aderisce 
in maniera notevole allo standard Mac; 
non a caso Sigizia Montalcini, a pagina 
17 del numero di ComputerWorId del 
21/2/91 lo definisce «sempre lo stesso 
vestito, rimesso a nuovo») notiamo la 
presenza delle scroll-bar che però non 
compaiono sullo schermo finché non 
sono necessarie (vale a dire finché il 
cursore non ha raggiunto il fondo pagi- 
na). Inoltre, in SmallTalk sono presenti 
tool di debug molto sofisticati, Esso si 
basa su tre pacchetti diversi: il lettore 
(browser, letteralmente il brucatore, co- 
lui che legge avidamente), il debugger 
vero e proprio e l'ispettore (inspector). 
Il primo consente di accedere alle clas- 
si definite nell’applicazione, come pure 
di crearne di nuove, in questo caso at- 
traverso una opzione (class editing ) 
presente nel menu stesso; stesso di- 
scorso per quanto attiene aH'editing de- 
gli oggetti- Ógni elemento (classe, me- 
todo, oggetto) può essere testato sin- 
golarmente, e, in caso di errore, una 
speciale finestra di debug può essere 
utilizzata per determinare quale ele- 
mento ha determinato l'errore. Infine 
entra in azione ('inspector, che consen- 
te di osservare e/o modificare i valori 
delle variabili in ogni oggetto. 

La struttura del linguaggio 
di SmallTalk 

Tenendo conto di quanto detto nelle 
puntate precedenti, la sintassi e la 
grammatica di SmallTalk è quanto di 
piu facile ci sia da imparare. SmallTalk 


implementa tutte le caratteristiche e le 
strutture (oggetti, metodi, ecc.) descrit- 
ti in precedenza, facilitati dall’interfaccia 
finestre mouse già descritta. 

Tutto in SmallTalk-80 è oggetto. E, 
per eseguire qualunque cosa, occorre, 
in base alla filosofia della programma- 
zione 0.0. inviare un messaggio ad un 
oggetto (per essere precisi, viene man- 
dato un messaggio a un oggetto attra- 
verso un riferimento al nome stesso 
del messaggio). Ad esempio il messag- 
gio 

rettangolo centro 

invia il messaggio centro all'oggetto 
rettangolo. I tipi di messaggio inviabili 
sono tre in tutto: 

a) messaggio unario: è il tipo più sem- 
plice di messaggio. Un esempio è quel- 
lo appena visto, o ancora: 

striscia stringa 

che invia una frase da inserire in una 
striscia, appunto; 

b) messaggi chiave: dotati, in numero 
variabile, di argomenti multipli. Un 
esempio, abbastanza ovvio, è: 

punto X 5 y;8 

che manda il messaggio x-y, con rela- 
tivi parametri, all’oggetto (punto); 

c) messaggi binari: usati per indicare 
alcune operazioni di tipo infisso ad ope- 
ratori, Es : 


nel quale viene mandato il messaggio 
[-I-] ad a. Ma si tratta solo di esempi; il 
linguaggio di programmazione proprio 
di SmallTalk-80 permette di affrontare 
problemi, ovviamente, ben più com- 
plessi. E questo discorso ci porta, per 
forza di cose, alle librerie. 

Le librerie in SmallTalk-80 

Per la sua stessa filosofia di linguag- 
gio 0.0. più che di statement è il caso 
di parlare, in questo ambiente, di libre- 
rie. Di esse, in forma di primitive, ce 
ne sono a disposizione almeno 300 nel- 
la implementazione standard. Occorre, 
per una dettagliata descrizione, fare ri- 
ferimento a «SmallTalk-80 — The Lan- 
guage and its Implementation», di Ade- 
le Goldberg, pubblicato da Addison-We- 
sley. Il migliore riferimento a SmallTalk- 
80 in generale è rappresentato comun- 
que da «SmallTalk-BO System Protocois 
Manual» di Evelyn Van Orden, pubbli- 
cato, ovviamente, da Xerox Corp. 

Ci sono, in SmallTalk-80 una serie di 
sottoclassi di librerie ben organizzate e 


molto ben implementate. E possibile 
adottare diversi tipi di rappresentazioni, 
inclusi interi, razionali e irrazionali, nu- 
meri reali, date e tempo. La grafica e 
gestita in maniera inusuale, anche se 
efficiente (è molto simile all'Object Pa- 
scal) attraverso oggetti come punti, ret- 
tangoli, poligoni 0 addirittura strutture 
grafiche organizzate in bitmap. Altre se- 
rie di classi sono un poco meno usuali, 
come quelle destinate a manipolare 
strutture (liste collegate, gruppi ordinati 
e disordinati, e vari tipi di array, diver- 
samente dimensionate). Non mancano 
le strutture di controllo, come strutture 
condizionali, salti condizionati e incondi- 
zionati, o, ancora scheduling di proces- 
so. In ossequio alla più avanzata liceità 
ai dettati dell’O.O. addirittura anche il 
browser, i debugger e il compilatore 
sono strutturati come classi. 

Accanto a questa dovizia di strutture 
invece appare il vero tallone d’achilie 
deH’ambiente. Sembra strano che, a 
fronte di una documentazione eccellen- 
te per quanto attiene alla struttura 
stessa del linguaggio (cosa ancora più 
significativa se si considera la limitatez- 
za dell’hardware del periodo in cui 
SmallTalk comparve per la prima volta) 
esistono forti lacune nella gestione del- 
l’interfaccia utente (vedasi, ancora, di 
A. Goldberg, «SmaliTalk-80, creaiing a 
user interface and graphical applica- 
tion»). Ma il relativo ritardo con cui si è 
affrontato l’argomento ha portato addi- 
rittura a un beneficio che allo stato at- 
tuale si basa sulla individuazione, nella 
creazione e gestione di una corretta in- 
terfaccia utente, di tre strutture (classi, 
ancora una volta) principali il modello, 
la forma e il controller. 

Essenzialmente, la struttura modello- 
vista-controller (detta confidenzialmen- 
te MVC) rappresenta la divisione del la- 
voro tra le vane componenti dì una 
struttura grafica interattiva. 

Il primo componente (modello) con- 
serva l’informazione (rillustrazìone) sul- 
lo schermo, in una struttura di dati 
complessa che contiene informazioni 
grafiche e non grafiche. Compilo del 
blocco «vista» e quello di rendere l'in- 
formazione presente nel modello come 
una immagine che può essere proietta- 
ta sullo schermo. Infine appare il con- 
troller, che manipola le interazioni del- 
l’utente (pressione di tasti, di mouse o 
di comandi software) per modificare 
l'immagine proiettata dalla componente 
iiview». 

E cosi, anche stavolta, dobbiamo fer- 
marci, continueremo però a parlare del- 
la struttura dei modelli, anche per 
quanto attiene all'interfaccia in una del- 
le prossime puntate. 

ss 


232 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


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ATARI ST 


NeoDesk 3*0 

Il nuovo desktop per ST e TT 

di Vincenzo Fofcarelh 


Il desktop standard delle 
macchine ST. pur essendo 
molto semplice ed intuitivo, 
non usufruisce di una grafica 
accattivante e di numerosi 
strumenti per lo sfruttamento 
delle risorse del sistema 
operativo. Il prodotto in 
prova, NeoDesk 3.0. 
sviluppato dalla Gribnif 
Software al contrario si 
prospetta come una completa 
ed adeguata rielaborazione 
del desktop delle macchine 
ST e finanche dei nuovi TT 


Presentazione ed installazione 

Il confezionamento del programma e 
del tipo «economico»: scatola in carto- 
ne leggero, manuale (per ora in inglese) 
in brossura, due floppy disk (Master Di- 
sk con il programma, Extra Disk con uti- 
lity ed accessori), li programma non è 
protetto e per evitare una eccessiva dif- 
fusione illegale, i distributori hanno 
adottato la tecnica della certificazione e 
personalizzazione implicita nella installa- 
zione. La prima fase deH'installazione 
avviene lanciando il programma REGI- 
STER.PRG (contenuto nel Master Disk) 
che, in un appropriato dtalog box, richie- 
de tutti I dati dell’utente o della società. 
A registrazione terminata i dati vengono 
criptati airinterno del disco, che quindi 
deve essere sprotetto. Questo disco o 
una copia di questo, saranno necessari 
per l'avviamento del nuovo desktop. 
Una copia deve comunque essere fatta 
per inviarla al distributore italiano (Uma- 
na S&S) che prowederà ad inviare gli 


aggiornamenti, compreso il prossimo 
manuale italiano, al cliente ufficiale. 

Avviamento 

Dopo la personalizzazione, il Master 
Disk può essere salvato su hard disk 
per sfruttare la maggiore velocita di 
questo ed eventualmente per assicurar- 
si il nuovo desktop direttamente in 
boot- Per avviare in boot NeoDesk è ne- 
cessario seguire strade diverse se si uti- 
lizza il TOS 1.4 0 le precedenti versioni. 
Nei primo caso basta installare l’appli- 
cazione NEODESK3.PRG come auto nel 
Menu Instali Application, nel secondo 
caso è necessario copiare nella cartella 
auto il programma STARTGEM.PRG e 
nella root directory il file START- 
GEM.INF. Quest'ultimo contiene sem- 
plicemente il path del programma del 
NEODESK3.PRG. L’avviamento del pro- 
gramma può avvenire anche dall’interno 
di un programma che preveda il lancio 
di applicazioni (ad esempio ADIMENS 
provato sullo scorso numero di MC). 
Nella richiesta di memoria RAM NeoDe- 
sk è piuttosto parco (solo 35K) e quindi, 
a meno di particolari incompatibilità, 
non ci sono problemi lavorando con me- 
no di un Mbyte, 

Il nuovo desktop 

I) nuovo desktop si mostra immedia- 
tamente più curato graficamente e con 
nuove risorse (Printer e Clipboard). In 
realtà c'è molto altro dietro il semplice 
«lifting». Le icone a disposizione posso- 
no essere completamente rielaborate 
senza limiti di forma (rimangono limitate 
le dimensioni), il fondo può essere qua- 
lunque immagine in formato Degas o 
NeoChrome, sul fondo stesso possono 
essere inseriti in maniera interattiva 
messaggi lunghi fino a 1024 caratteri. Il 
font utilizzato in questi testi è il corpo 6 
delle icone, sufficiente ad aggiungere 
informazioni ed aiuti sotto le varie risor- 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



ATARl ST 



se. Il clipboard è uno strumento utilis- 
simo come buffer nello scambio veloce 
di file di ogni tipo ma non va confuso 
con una ram disk (comunque installabi- 
le), in quanto ad ogni lancio di applica- 
zioni. il suo contenuto viene annullato. 
Questo perché il clipboard utilizza la 
memoria in maniera dinamica e la rila- 
scia completamente quando si lancia 
un'applicazione. Un punto molto qualifi- 
cante del nuovo desktop è la possibilità 
di aggiungere risorse, semplicemente 
trasportando utility o più in generale 
programmi, direttamente sul suo piano 
di lavoro. Questa possibilità è apprezza- 
tissima soprattutto quando si utilizzano 
frequentemente gli stessi programmi. È 
comunque evidente che l'applicazione 
deve essere raggiungibile attraverso il 
floppy inserito o meglio l'hard disk. 
Queste nuove risorse, definite Active 
Icons, possono essere gestite esatta- 
mente come quelle tradizionali (disk dri- 
ve, hard drive, ecc...). Trasportando, ad 
esempio, l'icona di Wordplus sul de- 
sktop si trasforma il programma in Acti- 
ve Icon e trasportando su questa un 
qualunque file testo si ottiene il lancio 
del programma e l'editing del file. Per 
ottenere il massimo della operatività 
con le Active Icons è estremamente 
consigliato l'uso di un hard disk o di lar- 
ghe ram disk. L'ottimizzazione degli 
strumenti del desktop ha condotto, tra 
l'altro, ad un sistema polente ed effi- 
ciente nella copia di floppy, indipenden- 
temente dalla loro formattazione. In det- 
taglio sono disponibili tre modalità di co- 
pia: Files Oniy, With Format, No For- 
mat. La prima permette la copia dei soli 
file, anche nascosti, senza cancellare il 
contenuto del disco destinazione. La se- 
conda riproduce, per quanto possibile, 
la formattazione del disco sorgente sul 
disco destinazione. La terza modalità di 
copia è un'ottimizzazione in velocità di 
quella tradizionale. 

Le nuove finestre 

Le nuove window di NeoDesk sono 
arricchite di nuove informazioni e con- 
trol-button. La prima novità che si nota 
è l'assenza deila scroll-bar orizzontale. 


Questo perché le nuove finestre pre- 
sentano i file sfruttando la massima lar- 
ghezza fissala e distribuendo gli even- 
tuali rimanenti in lunghezza. In tal modo 


è necessario scorrere con il solo 
«ascensore» verticale, evitando quel fa- 
stidioso movimento incrociato per ricer- 
care un file. Le nuove informazioni vi- 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


ATARI ST 



sualizzate riguardano il Volume Name. 
le informazioni dei file selezionati ed il 
path editabile (anche se attraverso un 
comando della Menu-Bar). I nuovi con- 
trol-button permettono l’invio a sfondo 
della finestra, la duplicazione della stes- 
sa (utile quando sono presenti piu sub- 
directory), la divisione in due parti con- 
trollabili separatamente (ad esempio per 
visualizzare contemporaneamente solo 
Cima e fondo della finestra), la possibi- 
lità di selezionare tutti gli item e la pos- 
sibilità di visualizzarli per testo od icona. 
La gestione dei file tra le finestre per- 
mette non solo la copia ma anche il mo- 
vimento. Questa modalità può essere 
configurata nel Set Preference. Le fine- 
stre ora contemporaneamente visualiz- 
zabili sono 7 ed ognuna di queste può 
avere un diverso ordinamento, un diver- 
so filtro di visualizzazione, una qualun- 
que combinazione di finestre ad icone o 
a testi (anche con font diversi). Sfortu- 
natamente tali proprietà non sono ere- 
ditate dai programmi che sfruttano il 
GEM e le sue finestre (Wordplus non 
può comunque visualizzare più di quat- 


tro documenti contemporaneamente). 
La nuova gestione delle finestre inattive 
è più flessibile. Infatti quando una fine- 
stra non è selezionata, compaiono 
ugualmente tutti i control-button (ascen- 
sore, frecce di scorrimento, ecc...) e 
sfruttando entrambi i tasti del mouse 
(premendo prima il destro e poi il sini- 
stro) è possibile gestirne le funzionalità 
(ad esempio facendo lo scroHing di una 
finestra senza renderla attiva). Relativa- 
mente ai diaiog box, la novità essenziale 
è la possibilità di trasportarli in una qua- 
lunque zona rendendo visibile le infor- 
mazioni sottostanti (che il più delle volte 
sono essenziali nella compilazione dei 
campi). 

La nuova Menu-Bar 

Alle quattro Menu-Entry del tradizio- 
nale desktop (Desk, File, View, Options) 
è stata aggiunta la nuova Sort. Scorren- 
do con il puntatore i vari Menu si os- 
serva immediatamente l'aumento delle 
funzioni e soprattutto l'uso di Keystro- 
ke, ovvero della possibilità di attivare le 


varie funzioni anche attraverso combi- 
nazioni di tasti e non necessariamente 
puntando e cliccando. Tra le voci della 
NeoDesk-Entry si trovano i soliti acces- 
sori del GEM 0 specifici di NeoDesk ol- 
tre alla About NeoDesk. Cliccando su 
quest’ultima si ottengono numerose in- 
formazioni tra cui la versione del TOS 
n.O, 1.2, 1.4), la memoria installata e 
quella libera. Nel Menu File le voci nuo- 
ve sono Setect All Item, Search Drive, 
Search at Path. Queste permettono ri- 
spettivamente di selezionare tutti gli og- 
getti di una finestra attiva (operazione 
peraltro disponibile sulla finestra stes- 
sa), di ricercare un file sul drive selezio- 
nato (Search Drive) o quello corrente 
(Search at Path), Tutti i comandi tradi- 
zionali Open, Show Information, Format 
Disk, ecc... risultano aggiornati e velo- 
cizzati. Il nuovo comando Open quando 
applicato a file non eseguibili come file 
testo 0 file immagine non genera il so- 
lito diaiog box per la stampa o la visione 
ma ne dà immediata visualizzazione a 
schermo sfruttando l'editor interno o un 
qualunque editor installato ad hoc. Per i 
file immagine (Degas o Neo) se si è nel- 
la corretta risoluzione si ha direttamente 
la visualizzazione. La procedura di for- 
mattazione dei floppy prevede il settag- 
gio del numero di tracce, settori e la 
compatibilità con la formattazione MS- 
DOS. Tra l'altro è possibile interrompe- 
re una formattazione in qualunque mo- 
mento premendo Undo o Control-C. Nel 
Menu View la novità più interessante è 
quella di poter settate le informazioni da 
visualizzare per ogni file (data, lunghez- 
za, ecc...) e la possibilità di stampare la 
directory del drive attivo. Nel Menu 
Options si osservano le facility che più 
delle altre rendono interessante (fino al- 
l'indlspensabilità) l'uso di NeoDeskS. In- 
stali Desktop Icon permette l'installazio- 
ne e la rimozione di una Active (con, po- 
tendo scegliere tra i vari clip grafici o 
creandone di nuovi. Per creare nuove 
icone è disponibile il comando Edit 
Icons. Cliccando su questo si ottiene un 
completo icon editor. Instali Application 
riprende, espandendole, le funzionalità 
del desktop tradizionale. Cliccando su 
Begin Macro diviene finalmente dispo- 
nibile per gli utenti ST un registratore di 
macro in GEM, Dopo il clic ogni opera- 
zione effettuata con il mouse o con le 
varie combinazioni di tasti, viene regi- 
strata; lo stop alla registrazione si dà 
cliccando su End Macro. La macro vie- 
ne catalogata sia con un nome che at- 
traverso un definibile Keyboard Shortcut 
che altro non è che una combinazione 
di tasti. Premendo tale combinazione di 
tasti 0 richiamando la macro attraverso 
il comando Excute/Change Macro si ot- 
tiene l'esecuzione dei passi registrati. 


236 


MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991 



ATARI ST 


I diBlog box possono 
mlerawvsmenie 




Le macro definite possono essere lega- 
te al desktop, in maniera tale da averle 
in linea nel momento stesso in cui si av- 
via NeoDesk. attraverso il Set Preferen- 
ce. Set Preference permette il settaggio 
di un insieme di parametri operativi e di 
sistema. Quelli operativi permettono di 
stabilire la richiesta di conferma nelle 
operazioni sui file, elencare gli accessori 
da installare ed i file .INF da caricare; 
quelli di sistema stabiliscono se far ri- 
siedere in memoria permanentemente 
NeoDesk, quale sia il numero massimo 
di folder. quale programma deve essere 
eseguito in auto, ecc... 

Accessori ed utility 

NeoDeskS può caricare sia i tradizio- 
nali accessori GEM che quelli sviluppati 
direttamente con le sue nuove risorse. 
A questi ultimi appartengono Neo Con- 
trol Panel. Printer Queue, Recoverable 
Trashcan. Il nuovo control panel per- 
mette di aggiornare data ed ora oltre a 
decidere se visualizzare l’orologio nel 
desktop, attivare o disattivare l’eventua- 
le blitter, scegliere il formato dei floppy, 
attivare lo screen saver (stile Piró per 
MAC), regolare la velocità di ripetizione 
dei tasti, visualizzare l'uso del tasto Ca- 
ps Lock, ecc... Il Printer Queue lavora in 
connessione con l’icona standard di 
stampante presente nel desktop. Pos- 
sono essere inviati in stampa un mas- 
simo di dieci file, ognuno di questi verrà 
stampato in background. Sfortunata- 
mente la stampa in background viene 
interrotta lanciando programmi TOS. 
Recoverable Trashcan è l’alternativa al 
classico Trash che cancella i file in mo- 
do irrecuperabile. In questo nuovo “ce- 
stino rifiuti» i file vengono cancellati so- 
lo virtualmente e possono essere recu- 
perati in ogni momento. Un punto es- 
senziale nella gestione di questi nuovi 
accessori, il cui numero massimo è die- 
ci, è la loro installazione: oltre a dover 
risiedere nella root directory devono es- 
sere previsti nel Set Preference. In par- 
ticolare tali accessori, predisposti nel 
preference con un numero d’ordine, 
possono essere richiamati direttamente 
premendo il tasto Alternate contempo- 
raneamente al numero d’ordine (0-9). 
Tra le utility, disponibili nel package in 
prova, si fanno apprezzare un utile Neo- 
Desk Font Converter che permette al 
desktop di importare e gestire font 
GDOS. Degas e FED, ed un NeoDesk 
CU che permette la gestione a comandi 
(MS-DOS like) delle risorse del sistema 
operativo. Alcune voci dei drop-down 
Menu come Edit Environment, hanno 
significato soltanto se utilizzate con- 
giuntamente al NeoDesk CLI. Sia gli ac- 
cessori che le utility citati sono esempi 


di programmi sviluppati espressamente 
per il nuovo ambiente. In questi si ap- 
prezzano tutte le feature di interesse 
come la disponibilità dei dialog box tra- 
sponabili, finestre inattive controllabili, 
ecc... 


Compatibilità 

Contro ogni ipotesi semplicistica, 
NeoDesk non crea problemi di consi- 
stenza con il software di maggiore uso 
e produttività. La prova è stata effettua- 
ta lanciando dai nuovo desktop nume- 
rosi programmi tra cui Calamus, Word- 
pius. Adimens, CAD 3D, LDW Power 
senza riscontrare il benché mimmo pro- 
blema. Diverso è il discorso per pro- 
grammi particolari come giochi, swi- 
tcher ed in generale programmi stay re- 
sident. Dal punto di vista, invece, del 
pieno sfruttamento delle nuove risorse, 
nessun programma indipendentemente 
dalla compatibilità ne trae beneficio di- 
retto. Solo gli accessori, disponibili at- 
traverso la Menu-Bar, possono essere 
utilizzati da qualunque programma 


GEM. Per stimolare lo sviluppo di ap- 
plicazioni specifiche per il suo ambien- 
te, la Gribnif rende disponibile un com- 
pleto development per i programmatori 
in C. 


Conclusioni 

L’utente che ha avuto, anche casual- 
mente. la possibilità di utilizzare inter- 
facce grafiche utente (GUI) diverse da 
quella standard ST, ha sempre avvertito 
una certa limitatezza m quest’ultima. 
Molte utility hanno preteso di colmare 
singole lacune, senza puntare ad una 
adeguata integrazione. Alcune caratteri- 
stiche di NeoDesk3 sono già presenti 
nel nuovissimo TOS030 del TT. In qua- 
lunque caso il prodotto Gribnif risulta 
superiore. Concludendo, NeoDeskS po- 
tenzia la facilità d’uso del S.O., sempli- 
fica le operazioni più frequenti, mette a 
disposizione nuovi strumenti il tutto 
per... 85.000 lire. Perché non acquistar- 
lo!’ 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


237 



AMIGA 


ANIM in LoRes 

ricerca ed analisi di un metodo produttivo 

di Bruno Rosati 


Se la Commodore, con il 
gigante 3000 partorisce il 
topolino deirécs. dove i colori 
e le risoluzioni 

videograficamente praticabili 
da sei anni a questa parte, 
restano sempre le stesse... se 
l'Agnus da due megabyte 
ancora non può garantire il 
«di più» grafico che 
s'immaginava... se la 
Professional Video Adapter 
dev'esser ormai considerata 
al pan di un bluff... se un 
cerchio tracciato in LoRes è 
sempre un insieme di linee 
spezzate... se insomma tutto 
CIÒ mostra l'indisponente 
sfaf/c(fà del progetto: cosa 
resta da fare a noi, poveri 
amighevoli videografici? 


Il primordiale slogan di mamma Com- 
modore incitava ad «... amare Amiga!». 
Senza nessuna coercizione, ma per libe- 
ra e perfino comprensibile scelta, se 
('amore è ormai andato, alla prossima 
fermata di autobus si può anche scen- 
dere. Scendere da Amiga e montare, 
cito ad esempio, sul neonato ivlacin- 
tosh-LC del quale tanto si vocifera, ma 
del quale sinceramente non conosco 
perfettamente le caratteristiche. Senza 
tante perifrasi e con estrema pacatezza. 

(Via se amore è? Se amore ancora è... 
bisogna rimboccarsi le maniche e dedi- 
carsi a riaccenderne la passione. Un'im- 
presa che deve partire da un attento 
«check-up» al quale è da sottoporre, 
hardware e software, l’intero nostro si- 
stema di lavoro. 

Censire e dividere i «più» dai «me- 
no». determinarne il peso e quantifica- 
re, in relazione alle proprie esigenze, 
quello che c’é da investire per rinvigori- 
re la macchina grafica dei nostri (sfuma- 
ti?) desideri. 

Come affermammo neH'articolo di 
febbraio, Amiga trova oggi, pur nel suo 
staticismo, ancora due ottimi campi ap- 


plicativi: l'animazione e la titolazione. 
Bene, dando per «l'arte del titolare» 
appuntamento ad uno dei prossimi nu- 
meri. in questa occasione ci dedichiamo 
al completamento della lunga conferen- 
za sull'animazione. 0 meglio: l'ANIMa- 
zione, come abbiamo sempre scritto, 
per rendere sempre evidente l’impre- 
scindibile punto di partenza e di arrivo: 
lo standard ANtIVl. Oltre a questo, a 
nostro modesto parere ce n’è stato 
concesso soltanto un altro di «più»: la 
tecnica aggiuntiva dell’uso dei mezzi 
toni. I 64 colori deH’HalfBrite che accen- 
dono il sesto bit-colore. 

Bene, sommiamo ANIM ad HalfBrite, 
aggiungiamo (’Overscan continuando a 
tenerci stretto il nostro DPaint-lll e pro- 
viamo a darci sotto d’ingegno, Ingegno 
che, attraverso l’esemplificazione porta- 
ta dalle diapositive poste a corredo, 
spero di rappresentare nel modo più 
completo possibile. Almeno nel senso 
«amighevole» della videografica 

E tanto per cominciare mettiamo su- 
bito. sui piatti della bilancia videografica, 
i «prò» ed i «contro» e vediamo qual è 
l'equilibrio ricavabile. 



figura ì ■ I Irancabolli 
di tre diverse simula- 
zioni graliche cancan- 

malB per dimostrare 
l’elBSliciia applicativa 
dei 64 colon. i Irucchi 
dello slumeiure di 
nempimenio ed indi 
care l’indirizzo produt- 
tivo che il campo me- 
dico-chirurgico ancora 
può offrire. 


238 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


AMIGA 


LoRes: prò e contro 

Se la vìdeografica fosse davvero una 
bilancia, i «prò» su un piatto e i «con- 
tro» sull'altro, vedremmo subito quanto 
sarebbe (e tutto a favore dei «contro»! 
lo squilibrio. 

ANIM ed HalfBrite da una parte, l'uni- 
co componente negativo sarebbe rap- 
presentato dal pesantissimo «peso spe- 
cifico» dell'effetto di aliasing. Riscontra- 
bile su qualsiasi tipo di font si voglia 
utilizzare e in ogni oggetto che abbia 
forma sia circolare che ellittica, regolare 
e non, il nostro, grande ed unico nemi- 
co é lo «scalino». 

Di risolverlo, a meno che non si usino 
solo che linee orizzontali e verticali, 
nemmeno a parlarne. I nostri sforzi do- 
vranno esser indirizzati al suo esclusivo 
contenimento. E fortunatamente di 
trucchi e tecniche atte allo scopo ce ne 
sono di efficaci. È anzitutto possibile 
aggiungere sul piatto dei «prò» le fun- 
zioni di ritocco e miglioramento (quelle 
presenti nel Mode menu) del DPaint, 

Un discorso più approfondito merita- 
no i trucchi. Il primo è quello del riempi- 
re gli oggetti con il maggior numero 
possibile di sfumature cromatiche e di 
creare, fra quella più esterna (perimetra- 
le) e il colore dello sfondo, il contrasto 
più armonico. Evitando il nero, ad esem- 
pio, quando il colore perimetrale dell'og- 
getto tende a gradazioni chiare o vice- 
versa. In definitiva bisognerà aver cura 
di evitare contrasti troppo netti. Un 
background blu intenso, messo a con- 
trasto con una perimetrale azzurra, op- 
pure di nuovo il nero ma quando, a 
perimetro, è posto un grigio, «nascon- 
deranno» all'occhio i pixel più seghet- 
tanti. 

Se osserviamo i francobolli che com- 
pongono la figura 1. possiamo notare 
come, sia nelle forme irregolari delle 
cellule che in quelle dell'occhio, è utiliz- 
zato a piene mani il trucco delle sfuma- 
ture cromatiche. Un espediente questo 
che ha anche una sua risposta psicolo- 
gica. L'occhio difatti, è inconsciamente 
attratto dagli effetti concentrici che il 


cromatismo procura e raramente saie 
ad osservare i colori più periferici. Con- 
trollando gli scalini esterni e fidandosi 
del lato psicologico, la questione si risol- 
ve felicemente. 

Se l'Insieme delle diapositive vi ha 


incuriosito, vi sarete senz'altro resi con- 
to che l'intero set è dedicato in modo 
esclusivo al tema medico-chirurgico. Un 
importante fattore da evidenziare per- 
ché animazione, presentazione e simu- 
lazione grafica in genere, aldilà del vec- 



239 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


AMIGA 




I_ rRFPBNTD ITFl I H 

□□RNER 

□□□□□□ 


Figura 4 - Sempre il 
Diamond in pnmo pia- 
no Slavolla. opporlu- 
namenle ingrandito ed 
aUinato come «lipo- 
40“. svolge addirittura 
lumioni di lilolasione 



preggiatur 
che in HallBiiie Mo- 
de. tecnica di smooth 
SUI pixel propria del 
DPaini 


kkM 

MA 

AAA 


chto discorso didattico {i tentativi di pro- 
durre videolibri) offrono ormai ad Amiga 
solo tale alternativa: ia realizzazione di 
video-presentazioni congressuali. 

Uno sbocco sempre interessante, an- 
che se, rispetto al boom verificatosi in 
passato, in lenta ma inesorabile chiu- 
sura. 

I margini ancora ci sono e questo 
articolo deve provare a farveli sfruttare 
nel miglior modo possibile. Per evitarvi 
la brutta figura dei pixel-scalinati, per 
rendervi consigli ed idee sulle modalità 
di presentazione ed altri semplici accor- 
gimenti estetici. 

Arrivare a realizzare prodotti inappun- 
tabili dal punto di vista tecnico e grade- 
voli da quello puramente scenografico. 

A tal riguardo porto ad esempio un 
frame tratto da una videopresentazione 


sulle Tecniche Chirurgiche per il Tra- 
pianto della Cornea. Un vecchio script 
(vedi fig. 21 che realizzai a suo tempo 
con il terribile DVideo 1.2. 

L'avvento dell'ANIM, la possibilità 
dell’HalfBrite. ma soprattutto le versioni 
«3» del DPaint e dello stesso DVideo. 
mi hanno recentemente permesso di 
realizzare una sorta di nupgrade» che il 
cliente ha chiaramente gradito. 

Soddisfazione reciproca a parte, covo 
comunque un profondo senso di rabbia 
e di rimpianto per il fatto che, ANIM, 
DPaint e DVideo III, potevano benissi- 
mo nascere due anni prima e dare ad 
Amiga quel mercato che poteva avere e 
non ha (ingiustamente) avuto. 

É triste che potenzialità facilmente 
sfruttabili fin dall'Inizio, siano state rag- 
giunte soltanto cinque anni dopo e pro- 


prio quando l'Amiga sembra aver inizia- 
to una fase meno «scoppiettante" dal 
punto di vista dell'innovazione. Una pro- 
grammazione miope che ci conferma 
(poveri amighi) d'esser nati da «un dio 
minore». 

Comunque, tornando in tema ed aldi- 
là dell'apprezzamento al riguardo della 
forma grafica ed al tipo di colorazione 
dell'occhio, voglio attirare la vostra at- 
tenzione sul tipo di titolazione imposto 
alla presentazione dell'ANIM-script. Due 
fasce nere che operano con semplici 
«MOVE TO» e sulle quali, stampate in 
bianco, viaggiano scritte composte dal- 
l'unico tipo di font che, soggettivamen- 
te parlando, non presta il fianco all'effet- 
to scalino: il Diamond de! wortòench. 
Sembrerà strano, ma senza andare in 
cerca di videofont a destra e a manca, è 
nel vecchio font-drawer di sistema che 
ho trovato soddisfazione. La figura 3 
mostra, del Diamond nei tipi 1 2 e 20, un 
alfabeto maiuscolo/minuscolo sul quale, 
lavorando di fino, ho ulteriormente affi- 
nato i pixel più sporgenti. Questa figura, 
come fatica, non è costata niente; il 
sudore è però sceso voluminoso al mo- 
mento di effettuare le modifiche sotto il 
FED (Font EDitor) presente anch'esso 
sul disco di sistema. 

Nella figura 4, ad ulteriore conferma 
(sempre a giudizio del tutto personale, 
per carità!) è possibile vedere un altro 
Diamond, opportunamente ridimensio- 
nato, anche nel tipo «40» che ho ricrea- 
to con le funzioni di resize del DPaint. 

Impostogli un rapido ed efficace an- 
tialiasing manuale, il titolo si è poi facil- 
mente (e fluidamente) prestato ad uno 
dei tanti tipi di «effetti... ad effetto» con 
I quali la pagina di un titolo può essere 
ravvivata. 

In realtà il pannello nero su cui poggia 
il titolo è composto da due semiquadn 
tagliati in verticale che. ad un certo 
punto, muoveranno uno verso sinistra e 
l'altro verso destra aprendo lo schermo 
all'immagine dell'occhio che mano a 
mano apparirà a centroschermo. 

Una tendina (wipe) a scorrimento la- 
terale, diranno in molti, ricreabile senza 
troppa fatica (e senza DVideo IN...) attra- 
verso le funzioni elettroniche di un ge- 
neratore di effetti. SI, rispondo io, ma il 
generatore di effetti fa aprire e chiudere 
tendine solo se uno lo possiede. Di 
contro poi non si porta via i titoli sovrim- 
pressi ed anche se produce in modo 
estremamente pratico, non può certo 
garantire l'elasticità dell'ANIM. 

Nel mio ANIM si aprono i due pannelli 


240 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 





AMIGA 



laterali e mano a mano che questi 
scompaiono appare la figura dell'oc- 
chio; su questo screen poi ecco scorre- 
re le fasce nere dei titoli-guida, quindi 
un eventuale wipe a «polvere di stelle» 
di un box indicativo e così via. Quello 
che insomma voglio metter in grande 
evidenza è il notevole spazio creativo ed 
estetizzante che gli screen «ANIManti» 
rendono alla nostra abilità videografica. 

Tutto nelle pagine grafiche da flippe- 
rare. tutto grafico-digitale. 

Le pulsazioni sanguigne a livello arte- 
rioso, le contrazioni cardiache, il movi- 
mento dei flagelli, fusioni e divisioni 
cellulari, colorate ed animate dapprima 
in singoli ANIMbrush e come tali inseriti 
poi nell'ANIMscript finale; quindi le 
schematizzazioni animate di dati statisti- 
ci, come quelli raffiguranti i segni carat- 
teristici delle «Malattie Reumatiche», 
riportati nelle altre figure a corredo: 
simulazioni e presentazioni animate tro- 
vano nelTANIM menu del DPaint, rispo- 
ste pronte e praticabili. 

E se a ciò aggiungiamo un geniocic? 
Pensiamo ad una schermata dove si 
procede alla simulazione grafica del tra- 
pianto corneo visto prima; nessuno ci 
vieta d’inserire un francobollo di «colore 
zero» e su quello, con wipe ricreati in 
ANIMbrush, di aprire in trasparente per 
farci entrare dentro una fotografia ripre- 
sa con la nostra telecamera. Foto bella- 
mente analogiche arricchiranno la no- 
stra rappresentazione grafica senza al- 
tro sforzo se non quello della sincroniz- 
zazione delle varie fasi simulate in grafi- 

Insomma l'ANIM e il DPaint (più un 
genlockl sono in grado di rendere un 
ampio margine produttivo. Massima im- 
portanza poi all'uso delTHalfBme e delle 
funzioni del Mode menu. 

Funzioni come Smooth e HalfBrite 
l'uso delie quali sarà pressoché obbliga- 
to al fine di contenere l'aliasing sui 
videofont e sugli oggetti; una complica- 
zione necessaria questa, giacché il risul- 
tato che tali funzioni contribuiranno a far 
ottenere darà finalmente equilibno ai 
«piatti» della bilancia. 

ANIM. DPaint. DVideo, HalfBrite e 
tecniche di superimpose ancora rendo- 
no possibile il «miracolo» e di conse- 
guenza di fronte a tale rasserenante 
affermazione, è giusto farci «due con- 
ti». Delineare, sia come hardware che 
come software, la nostra Workstation 
Grafica e porci infine la più classica 
delle domande: quanto costa un'opera- 
zione amighevole del genere? 


Il software 

Un sistema che si configura tutt'intor- 
no alle potenzialità grafiche dei 64 colori 
dei 352x290 pixel di risoluzione trova le 
sue basi-software in applicativi chiave 
quali il DPaint-ill (per il disegno e la 
creazione in ANIM) e il DVideo-lll (quale 
player). 

Il costo dei due applicativi è intorno 
alle cinquecentomila lire totali. 

Dischi di font-video (gli ANIMfont del- 
la KARA Computer Graphics ad esem- 
pio) 0 generatori di effetti speciali in 
ANIM-format come TANIMagic della 
Oxxi-Aegis, utili se non necessari, ag- 
giungono al conto-software un altro 
mezzo milione, portando il totale alla 
classica cifra a set zen; un milione per 
avere tutto. 


Il Paint, il Generatore di Effetti Spe- 
ciali, il Player e i Font animati; in pratica 
tutto quello che un applicativo integrato 
(di pari valore in fatto di costi) rende ad 
altri personal, ma con risultati qualitativi, 
mi sia concessa l’immodestia, inferiori a 
quelli che i quattro «moduli» amighevoli 
ci rendono. Una volta bastavano «mille 
lire al mese» per sognare. Oggi solo per 
videografare ci vuole almeno un mi- 
lione. 


L'hardware 

Il primo problema è rappresentato 
dalla velocità «grafica». Lavorando in 
LoRes non sarà fortunatamente un pro- 
blema il limite imposto dagli 8 Mhz del 
68000. Chi tempestivamente ha già 
provveduto a dotare di scheda accelera- 


MCmicrocomputer n, 106 • aprile 1991 


241 


AMIGA 



Figura 8 La crescia 
ammala di ogni spirale 
avverrà con un efieiio 
simile al nempimenio 
di un biccdieie In que- 
sta diapositiva vengo- 
no rappresenlali alcuni 
fotogrammi principali 
dell'ANiMbrush che 
contiene l'intero set di 
trame Maggiore sarà 
il numero di questi tra- 
me e il loro Sellale, 
maggiore sarà l'ellello 
di lluidilà 


trtce (A2620 per )a maggior parte dei 
casi) il proprio Amiga vivrà ovviamente 
meglio, ma per gli altri che ne sono 
sprovvisti (e a cui non mi sento più di 
consigliarne l'acquisto visto quanto co- 
stano queste schede e quanto di diver- 
so offre il mercato...) non sarà certo una 
sofferenaa. 

Il mio A2000 in LoRes va ancora forte 
col suo Blitter in resta! 

Un acquisto altresì indispensabile è 
invece l'hard disk. 

Calcolando poi che un 40 Mbyte é 
ormai il minimo e che nella fattispecie 
l'accesso ai dati lo vorremmo il più 
rapido possibile, ecco introdursi la ne- 
cessità di disporre di una card della 
GVP. 

La nuova sene 2 dell'lmpact, con una 
velocità di accesso ai dati nell'ordine 
degli 1 1 ms, piu l'opportunità di poter 
portare a bordo da 2 ad 8 Mbyte di 
FastRAM, cade proprio a pennello. Un 
40 Mbyte/11 ms con 2 Mb di RAM al 
seguito, costa orientativamente intorno 
al milione e mezzo. 

Sottintendendo la disponibilità e l’e- 
strema utilità di una tavoletta grafica 
(l'Easyl che vi presentai tempo fa), un 
altro acquisto da mettere in grossa evi- 
denza é quello di una genlock card. 
Questo a differenza dell'acceleratore è 
davvero indispensabile. Senza pensare 
al «broadcast» della MAGNI (roba da 5 
milioni) è una ottima soluzione l'acqui- 
sto del «semiprofessionale» Commodo- 
re siglato A-2301 . 

Le sue cinquecentomila lire le vale 
tutte ed offre in più l'opportunità di 
prelevare la sua uscita RGB per indiriz- 
zarla ad un encoder di qualità (RGB/ 
PAD per un eventuale miglioramento 
del segnale. 


L'encoder da acquistare potrebbe es- 
ser individuato nel mercato dell'usato 
professionale, con un investimento me- 
diamente attestato sul milione e mezzo. 
Tra l'altro potremmo anche scegliere fra 
codificatori (RGB/PAL videocomposito) 
e più sofisticati transcodificaton (RGB/ 
PAL S-Video), 

Questi ultimi separando il segnale di 
uscita nelle sue componenti di luma e 
chroma (il segnale dei S-VHS e degli Hi- 
8) costeranno un po' di più. 

Ma a prescindere dal tipo di codifica- 
zione prescelta, attenzione; questo del- 
l'encoder. è e resta un punto estrema- 
mente importante e con un fine di vita- 
lissimo significato: la qualità del segnale 
da videoregistrare. 

Un conto è vedere la stabilità e la 
beltà deH’RGB, un conto lo scarso 
output del videocomposito. Da questo 
punto di vista sarà preferibile rinunciare 
perfino all'hard disk ma MAI alla qualità 
del segnale sull'output! 

In definitiva, la nostra workstation ri- 
configurata intorno all'amato A2000 po- 
trebbe essere cosi concepita: 

V HDcard/AO Mb-11 ms 

12 Mb di FASTRAMI L I 500.000 

2l Scheda genlock A-2301 L 500.000 

3/ Fncoder esterno 

IRGB/PAL e/o S Videoì L 1.500.000 

41 Videonlll L 500 000 

SI DPainl-lll L 250 000 

61 DVideo-lll L 250 000 

71 Easvl 2000 L 1.000 000 

81 Software opzionale L 500 000 

Il costo totale di sei milioni fra hard- 
ware e software (a cui sarebbe d'ag- 
giungere anche quello iniziale del com- 
puter) è sconvolgente e vista l'uscita di 


altri personal addirittura meglio dotati 
(per non dire anche meno costosi) mi 
farebbe passare come minimo per paz- 
zo, se lo commentassi con le solite 
chiacchiere di circostanza. 

In effetti questa sarebbe la cifra che 
dovrebbe spendere uno che, acquistato 
da poco il suo A2000, si troverebbe a 
doverlo ovviamente configurare all'uo- 
po. Sparandogli addosso queste cifre 
tale amico scapperebbe via ed avrebbe 
tutta la mia solidarietà, perché non é 
assolutamente cosa «igienica». 

Ma andando per gradi: fra chi fa 
videografica con me, da quattro anni a 
questa parte e su queste colonne, chi è 
quello che non ha già il DPaint. il DVi- 
deo, il digitalizzatore e probabilmente 
anche l'hard disk? Lo affermo con 
estrema convinzione: nessuno' Altri- 
menti non sarebbe videografico e non si 
sarebbe comperato neanche il 2000. 
Non VI sembra logico? OK; chi più, chi 
meno, dentro il suo computer, avrà già 
infilato pure un'espansione e forse la 
scheda di Easyl.. 

Insomma. chi ha una «card» chi ne ha 
un'altra, gli acquisti da fare non sono 
certo tutti quelli esposti negli otto punti. 

Valutando per esperienza, peso la ci- 
fra media dell'ulteriore investimento in- 
torno ai due milioni. Forse qualcosina di 
meno, ma certamente non di più. 

Anche se oggi potenziare un A2000 è 
un'operazione da svolgersi con estrema 
prudenza ed intelligenza c'è da conside- 
rare un fatto determinante: Amiga pud 
essere una soluzione «low-cost» (anche 
se ormai mi sembra un eufemismo), ma 
se si vuole ancora produrre, con i suoi 
bravi ANIM, «creare buchi» per il gen- 
lock 0 digitalizzare e manipolare tutte le 
immagini che vogliamo, ciò non signifi- 
ca né mai potrà giustificare una «low- 
quality» finale. 

Il prodotto dovrà esser assolutamen- 
te all'altezza e dovremo quindi attrezzar- 
ci di conseguenza. 

Sì, Amiga può ancora dire la sua, é 
una macchina ancora valida, soprattutto 
in mano a chi la possiede da tempo e 
con qualche scheda già inserita nelle 
sue slot. 

Come dicevamo all’inizio; «Amare 
Amiga» E lo confermo; amare si può 
ancora e per amore uno é disposto 
anche a spendere qualcosa, magari 
aspettando sempre quella specie di mi- 
racolo sotto (orma di una scheda grafica 
a 24 bit che ribalti completamente la 
situazione. 

ssss 


242 


MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991 




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faXx mv 



AMIGA 


ÀRcxx 

Il lìnsuagsìo REXX per Amiga 

di Marco Ciuchini e Andrea Suatom 

sesta parte 


Dopo diverse puntate 
dedicate all'esposizione della 
semantica del linguaggio, 
cercheremo di mettere in 
pratica le conoscenze 
acquisite, discutendo 
un'applicazione di utilità 
generale che non sia 
finalizzata all'esemplificazione 
dei concetti esposti, come i 
semplici programmi che 
abbiamo mostrato finora. 
Discuteremo in particolare di 
come realizzare in ARexx un 
parser di comandi che abbia 
caratteristiche simili a quelle 
della funzione ReadArgs, 
presente nella dos.library 
dalla versione 36 in poi 
IS.O. 2.0) 


ARskx: Th« REXX Language 


Produttore: 

William S. Hsives 

P.O. Box 308 Maynard, MA 01754 

Prezzo :S50 


Un parser dì comandi in ARexx 

Vogliamo dunque realizzare in ARexx 
qualcosa di più di un semplice esempio, 
sia per dare un saggio delle potenzialità 
del linguaggio, solo accennate durante 
l'esposizione sistematica, pur condita di 
esempi, sia perché l'esperienza ci inse- 
gna che, appresi i concetti fondamen- 
tali, è indispensabile metterli in pratica 
su problemi concreti di una certa com- 
plessità e, con il parser intendiamo pro- 
prio stimolarvi in questo senso, propo- 
nendo un problema che, come vedre- 
mo, è di interesse generale e una so- 
luzione che si presta ad essere rielabo- 
rata secondo le diverse esigenze dei 
programmatori. 

Tuttavia qualcuno di voi si starà chie- 
dendo perché proprio un parser, qual- 
che altro invece si domanderà cosa si 
intende per parser d\ comandi- Cerchia- 
mo di accontentare tutti. Con il termine 
parser di comandi intendiamo una fun- 
zione in grado di eseguire l'analisi (nfare 
il parsing») di una sequenza di caratteri 
in base a delle regole sintattiche oppor- 
tunamente codificate. Detto in questi 
termini si può pensare che si tratti di un 
argomento estremamente tecnico e pri- 
vo di interesse pratico, mentre è vero 
esattamente l'opposto. È operativamen- 
te importante che un sistema operativo 
definisca a livello di interfaccia verso l'u- 
tente, la CLl (Command Line Interface) 
nel caso di Amiga, uno standard per il 
parsing dei comandi, in modo che l'u- 
tente possa trovarsi a proprio agio an- 
che di fronte a comandi mai utilizzati pri- 
ma. conoscendo quanto meno i metodi 
fondamentali per ottenere maggiori in- 
formazioni 0 fornire parametri di ovvio 
significato. Gli utenti di Amiga sanno 
bene che questo non accade con la ver- 
sione 1 .3 del sistema operativo, in cui 
non esiste un parser di sistema, cosa 
che ha provocato una spiacevole diso- 
mogeneità nel modo in cui i vari coman- 
di AmigaDOS accettano gli argomenti. 
Anche a questa mancanza ha posto ri- 
medio l'ottimo lavoro dei programmato- 
ri di ARP (Amiga Resource Project), i cui 


comandi fanno tutti uso delia funzione 
GADSO della arp. library, un parser ve- 
ramente efficace. Non intendiamo qui 
descrivere il suo funzionamento (mag- 
giori dettagli si trovano nell'articolo 
l'SF». pubblicato su (V1C 86, nello spazio 
dedicato al software dei lettori). .Ci limi- 
tiamo a dire che la nuova versione del 
sistema operativo di Amiga, il cui rila- 
scio ufficiale dovrebbe essere imminen- 
te, dispone finalmente di un parser, le 
cui caratteristiche sono praticamente 
identiche a quelle della GADSO, 

Questa vicenda ci insegna che è op- 
portuno che i comandi di linea abbiano 
un modo uniforme, ma flessibile allo 
stesso tempo, di chiedere all'utente gli 
argomenti di cui hanno bisogno. Questa 
è proprio la funzione a cui assolve un 
parser di comandi. Se si considera che, 
soprattutto sulle macchine veloci 
(A2500 e A3000), gli script ARexx sono 
destinati a sostituire molle delle utility 
di sistema e non, attualmente scritte in 
altri linguaggi, si capisce la necessita di 
avere un parser efficiente anche per 
questo linguaggio. Se poi questo parser 
avesse le stesse caratteristiche di quel- 
lo di sistema e considerato che la shell 
esegue gli script ARexx esattamente 
nello stesso modo in cui esegue un co- 
mando CU, allora per l'utente l'integra- 
zione tra ARexx e il S,0, 2,0 sarebbe 
compieta... 

Come avrete ormai capito, lo script 
che vogliamo decrivere implementa un 
parser quasi completamente compatibi- 
le con quello di sistema nel S.O. 2.0 di 
Amiga. Tra le sue caratteristiche elen- 
chiamo: 

— riconoscimento di parametri definiti 
da una stringa di template comunque 
ordinati sulla linea; 


Bibliografìa 

The REXX Language: a Practical Approach 
to Programming -Second Edition M.F. Co- 
wlishaw- Preniice Hall, 1990 ISBN 0-13- 
780651-5. 


244 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


245 




246 


MCmicfocomputer n, 106 - aprile 1991 


AMIGA 


Tipo Descrizione 

«/A» Parametro obbligatorio. Se non è presente viene riportato un codice d'errore. 

«/Fu Seleziona il resto della linea. Quando viene incontrato Questo tipo l'intera strìnga 
che segue l’opzione viene presa come parametro, anche se contiene altre possibili 
opzioni. 

ii/K» Parola chiave. Il parametro viene definito solo se è specificata la parola chiave 
definita dal nome dell'opzione. 

«/M» Parametri multipli. L'opzione di questo tipo prende come argomento un numero 
arbitrano di stringhe <in forma di vettore), prendendo tutte quelle che non soddi- 
sfano le altre opzioni. Solo un’opzione di questo tipo per tempiale ha significato. 

u/Nm Parametro numenco. Il parametro viene convertito in formato numerico. 

«/Sn Parametro booleano. Il parametro viene impostato a VERO (TRUE) se è presente 
la parola chiave definita dal nome della opzione. 

n/Tu Parametro booleano. Il parametro viene cambiato di stato se è presente la parola 
chiave definita dal nome della opzione. 


TaOella A - 1 tipi ncpnosciuii dal parser 


Funzione 


Descrizione 


datatype(Str,[Opz)) 

index(Strl,Str2.|Da)) 

substr(Str,Da.|Perì.[Con)) 

upper(Sir) 
wordlStr. Num) 
words(Str) 
writechfFile, Su) 


Controlla se il tipo de) parametro »Strn è iiOpz» e tor- 
na un booleano. 

Toma la posizione di "Str2» m «Stria a partire da 
«Daa 0 0 se «Su2» non c'è. 

Torna la sottostringa di «Stra a partire da «Oaa per 
«Peni caratteri. 

Converte «Stra m maiuscolo. 

Torna la parola alla posizione «Numa m «Stra. 

Torna il numero di parole in «Stra. 

Scrive «Su» sul file logico «File». 


Tabella B - Elenco delle fumioni bwll-in in "Parse.renxi 


al massimo due, di cui una deve essere 
il tipo «/A». Inoltre, rispetto al parser di 
sistema nel S.O. 2.0, ci sono differenze 
nell'interpretazione del tipo «/N» e delle 
opzioni senza tipo {che non vengono ri- 
conosciute dalla nostra funzione). 

Veniamo finalmente al programma 
vero e proprio, il cui listato è visibile in 
figura 1 . È doveroso dire che comunque 
si tratta di uno skeleton, la cui affidabi- 
lità non deve considerarsi certa, ma che 
può essere tranquillamente preso come 
base e adattato (ma non troppo, se non 
si vuole perdere l'aderenza allo standard 
di cui abbiamo discusso) alle proprie 
esigenze. In particolare è eventualmen- 
te possibile eliminare, se non richieste, 
le parti che riguardano il parsing delle 
ozpioni di tipo k/F». «/A» e «/M». con 
evidenti vantaggi in termini di dimensio- 
ni e di velocità di esecuzione. Il pro- 
gramma, che consiste di una routine di 
test, della funzione ReadArgsO, che im- 
plementa il parser vero e proprio (inci- 
dentalmente questo è anche il nome 
della funzione di parsing di sistema del- 
la 2.0), e di alcune funzioni ausiliarìe, è 
ampiamente commentato e non do- 
vrebbe essere difficile da leggere. Tro- 
verete all'opera molti dei concetti, delle 
istruzioni, delle funzioni discusse nei 
mesi passati, Se pensate vi possa es- 
sere utile, vi invitiamo ad esaminarlo, 
considerando le soluzioni da noi adotta- 
te. ed a lavorarci sopra, scrivendoci 


eventualmente i miglioramenti (e/o i 
bug) da voi trovati. Nella tabella B si tro- 
va una breve descrizione delle funzioni 
bui!t-in che abbiamo utilizzato. I linkerdi 
MC-Link potranno risparmiarsi la fatica 
di digitazione, giacché provvederemo a 
mettere on-line il listato con la keyword 
AREXX. 

Vediamo, attraverso il programma di 
test, come funziona il nostro parser. 
Una serie di esempi è riportata in figura 
2. Si noti, all’inizio, la richiesta di help 
interattivo. Ecco alcune osservazioni sul 
comportamento del parser, che merita- 
no di essere sottolineate: 

— i parametri vengono riconosciuti in- 
dipendentemente dalla posizione; 

— la mancanza di parametri dichiarati 
obbligatori causi il ritorno della condizio- 
ne di errore (numero negativo); 

— le abbreviazioni possono essere usa- 
te liberamente, come pure il carattere 
« = », invece dello spazio, come separa- 
tore tra keyword e parametro; 

— opzioni di alcuni tipi possono avere 
effetti sulle altre opzioni. Ad esempio le 
opzioni di tipo «/A» vengono soddisfatte 
prima di quella di tipo «/M» e le opzioni 
di tipo <i/F» prima di tutte le altre. 

Come vedete i casi sono molti e la 
complessità del programma è più che 
giustificata. 

A questo proposito non nascondiamo 
che in presenza di molti parametri e di 
tempiale complessi, la funzione impie- 


ga, su Amiga 500 e 2000 non accelerati, 
un tempo non trascurabile, sebbene 
mai molto lungo, a completare la sua 
opera. 

Tuttavia nella maggior parte dei casi 
questo non costituisce un grave proble- 
ma ed è un prezzo più che accettabile 
da pagare in cambio di un'interfaccia 
verso l'utente cosi flessibile. 

Questo parser, modificato secondo le 
esigenze, può costituire una valida so- 
luzione per i vostri script ARexx. Sotto- 
lineiamo comunque che fa funzione 
ReadArgs di cui abbiamo parlato DEVE 
essere una funzione INTERNA (ovvero 
non può essere salvata in un file sepa- 
rato). 

Questo perché solo le funzioni inter- 
ne possono condividere in tutto o in 
parte la symboi table del chiamante (nel 
nostro caso lo stem «Params» è in co- 
mune) e il REXX non prevede un altro 
meccanismo semplice per passare un 
numero variabile di argomenti. Inoltre 
altre soluzioni potrebbero essere prese 
in considerazione, non ultima, almeno 
con il S.O. 2.0, quella di chiamare diret- 
tamente la funzione di sistema, dato 
che ARexx, con varie tecniche di cui for- 
se parleremo in futuro, è in grado di 
chiamare qualunque funzione delle li- 
brerie del sistema operativo di Amiga, 
sia residenti che su disco. 

Conclusioni 

Anche questa puntata è giunta al ter- 
mine e qualche soddisfazione l'abbiamo 
ricavata. Sul fronte del linguaggio vero e 
proprio ci stiamo avviando a trattare ar- 
gomenti forse meno didattici, ma di in- 
teresse più concreto. Inoltre la prossi- 
ma volta si inizierà finalmente a parlare 
di interprocess communication, di mes- 
saggi e porte, di programmazione in C 
(dopo tutti questi mesi), il tutto ovvia- 
mente connesso sempre con ARexx e 
con il suo standard di comunicazione. 
Non mancheremo comunque, quando 
sarà possibile, di condire il tutto con gli 
script, che sono comunque la base della 
programmazione in ARexx e che vi in- 
vitiamo a realizzare e ad utilizzare il più 
possibile, in ogni occasione in cui la ve- 
locità di esecuzione non e un parametro 
fondamentale e può essere sacrificata 
in cambio di una maggiore flessibilità e 
possibilità di personalizzazione. 

Questa è la linea di sviluppo che vor- 
remmo seguire nel prossimo futuro. 
Speriamo che voi ci seguiate. In ogni 
caso siamo in attesa di feedback da par- 
te vostra, per postai, o nella annunciata 
area ARexx su MC-Link, pronti a correg- 
gere la rotta se ci accorgiamo di avere 
accorciato (o allungato) troppo i tempi. 

PS 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


247 


AMIGA 


Programmare in C su Amiga (32) 

di Dario de Judicibus (MC2Ì20I 


Eccoci finalmente a parlare di 
pulsanti a rilascio incrociato, 
un controllo composito che 
non fa parte di quelli standard 
dell'Amiga, ma che Intuition 
ci dà comunque la possibilità 
di definire, estendendo cosi 
l'interfaccia standard del 
sistema m modo elegante pur 
restando in linea con quelle 
che sono le caratteristiche 
del sistema 


Conliguraiioni posSiMi 


Nelle scorse due puntate abbiamo vi- 
sto quelle che sono le due classi di pul- 
santi più comuni, e precisamente quelli 
a rilascio automatico e quelli a rilascio 
manuale. In questa e nella prossima 
puntata vedremo una tecnica per defi- 
nire un gruppo di pulsanti mutualmente 
esclusivi, e cioè a rilascio incrociato. 

Mentre per i pulsanti a rilascio auto- 
matico e per quelli a rilascio manuale 
esistono delle ben precise tecniche di 
sviluppo, la possibilità di costruire dei 
pulsanti a rilascio incrociato è solo ac- 
cennata nei ROM Kernel Manuais della 
Commodore. Questi tuttavia riportano 
comunque una serie di regole da segui- 
re nello sviluppare questa classe di pul- 
santi, al fine di evitare effetti collaterali 
e problemi anche alla luce di nuove ver- 
sioni del sistema operativo. 

La tecnica qui adoperata è quindi solo 
una delle tante che possono essere uti- 
lizzate per la definizione e la gestione di 
pulsanti mutualmente esclusivi, ed è 
stata da me sviluppata proprio per que- 
sta serie di articoli pubblicati da MCmi- 
crocomputer. Inutile dire che essa se- 
gue tutte le raccomandazioni della Com- 
modore relative a questa classe di pul- 
santi. 

Qui, più che nei casi precedenti, si fa 


uso della possibilità di estendere la 
struttura Gadget per mezzo del punta- 
tore UserData, a cui assoceremo come 
di consueto l'indirizzo ad una struttura 
UBUT, leggermente modificata rispetto 
a quella utilizzata per i pulsanti a rilascio 
automatico e manuale. 

Rispetto alle scorse puntate c'è una 
novità: i quiz. Intramezzate al testo del- 
l'articolo, ho introdotto un certo numero 
dì domande, riportate in corsivo. Ogni 
domanda si riferisce al codice che in 
quel momento sto descrivendo, chie- 
dendovi di Identificare in esso errori, im- 
precisioni, 0 possibili miglioramenti. 
Nella prossima puntata pubblicherò le ri- 
sposte a questi quiz. 

Andiamo quindi a descrivere le due 
nuove funzioni CreateXButtonsO e De- 
leteXButtonsI). Nella prossima puntata 
vedremo la SelectXButtonsO e la Di- 
splayBattonsO, che sostituisce la Di- 
splayGadgetf) presentata in preceden- 
za. 


Pulsanti a rilascio incrociato 

Il criterio di base utilizzato e il seguen- 
te: 

Considerare il gruppo dei pulsanti mu- 
tualmente esclusivi come un unico con- 
trollo. in CUI ci sia sempre uno ed un so- 
lo pulsante selezionato, ed in cui la se- 
lezione di un altro pulsante comporti la 
deselezione automatica di quello sele- 
zionato fino a quel momenro. 

Per quello che riguarda la struttura di 
questo nuovo controllo, ho scelto due 
configurazioni fra le tante possibili' una 
struttura orizzontale, in cui tutti i pulsan- 
ti si trovano allineati lungo una retta di- 
sposta parallelamente al bordo superio- 
re della finestra, ed una struttura verti- 
cale. in CUI i vari pulsanti sono incolon- 
nati uno sotto l'altro, leggermente di- 
stanziati e con i bordi laterali allineati, 
come SI può vedere in figura 1. 

In entrambi i casi i pulsanti hanno tut- 
ti le stesse dimensioni, e cioè hanno la 
stessa altezza, basata sulle dimensioni 
dei caratteri del testo, e la stessa lar- 
ghezza, calcolata prendendo il testo piu 

MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



AMIGA 



lungo fra Quelli associati ad i singoli pul- 
santi del gruppo. La scelta è stata fatta 
per motivi puramente estetici, e quindi 
soggettivi. D’altra parte, se per la con- 
figurazione verticale tale scelta porta a 
dare al gruppo una forma rettangolare, 
esteticamente più elegante, nel caso 
della configurazione orizzontale si po- 
trebbe optare per una scelta tesa ad ot- 
timizzare lo spazio disponibile, dato che 
comunque la forma dell'intero gruppo ri- 
mane quella di un rettangolo basso e 
molto lungo, come si può vedere in fi- 
gura 2. 

In quest'ultimo caso, tuttavia, sarà 
necessario modificare la funzione che 
crea il gruppo di pulsanti, differenziando 
I due casi. Lascio a voi questo semplice 
esercizio. 

Per quello che riguarda il posiziona- 
mento del gruppo, valgono le stesse 
considerazioni già fatte nella 30® punta- 
ta per gli altri pulsanti, con l'unica dif- 
ferenza che tale posizionamento non è 
relativo ad un singolo pulsante, ma al 
rettangolo che circoscrive il gruppo, pre- 
so come un tutt'uno. 

Quindi, se le ascisse sono positive, si 
riferiscono alla distanza del bordo sini- 
stro del primo pulsante dal bordo sini- 
stro del contenitore. Se esse sono ne- 
gative, si riferiscono alla distanza del 
bordo destro àeW'ultimo pulsante dal 
bordo destro del contenitore. Analoga- 
mente, se le ordinate sono positive, al- 
lora si riferiscono alla distanza del bordo 
superiore del primo pulsante dal bordo 
superiore del contenitore, mentre se 
sono negative, si riferiscono alla distan- 
za del bordo inferiore óeW ultimo pulsan- 
te dal bordo inferiore del contenitore 
(vedi figura 3). 

L’unico controllo che non viene effet- 
tuato automaticamente è che il gruppo, 
così posizionato, rientri effettivamente 
tutto nella finestra. 



MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


249 


AMIGA 


Strutture e costanti 

Vediamo quali nuove costanti e quali 
strutture e stalo necessario definire per 
disegnare e gestire un gruppo di pulsan- 
ti a rilascio incrociato Fate riferimento 
al listato riportato in figura 4. 

Innanzi tutto abbiamo due nuove clas- 
si, e precisamente ROWBUTTON- 
GROUP per la configurazione orizzonta- 
le. e COLBUTTONGROUP per quella 
verticale. Si e reso necessario inoltre 
modificare la struttura UserButton, già 
utilizzata in precedenza, aggiungendovi i 
puntatori a due strutture Gadget. First 
punta sempre al primo pulsante del 
gruppo, mentre Selected punta sempre 
al pulsante che al momento si trova nel- 
lo stalo selezionato. In questo modo, in 
pratica, ogni pulsante del gruppo sa co- 
me trovare questi due pulsanti. Il primo 
serve infatti quando si vuole operare 
sull'intero gruppo, dato che di fatto il 
puntatore a tale pulsante rappresenta 
anche il puntatore all'intero gruppo, Ad 
esempio, quando si deve rimuovere il 
gruppo per poter effettuare qualche 
cambiamento ai dati ad esso associati. 
Il secondo serve quando l’utente sele- 
ziona un altro pulsante, e quindi la pro- 
cedura di gestione del gruppo deve de- 
selezionare quello precedentemente se- 
lezionato Una raccomandazione: se do- 
vete effettuare una Qualunque modifica 
ad un campo m una delle strutture che 
definiscono un pulsante, dovete prima 
rimuovere il pulsante dalla lista dei con- 
trolli. effettuare la modifica in questio- 
ne. e quindi raggiungere quel pulsante 
nella lista 

Questo non vale solo per i pulsanti a 
rilascio incrociato, ma per qualsiasi altro 
pulsante gestito da intuition 

CreateXButtonsO 

Questa è la funzione che definisce le 
vane strutture necessarie ad Intuition 
per disegnare il gruppo di pulsanti mu- 
tualmente esclusivi. La struttura è ana- 
loga a quella della CreateButtonO. già 
utilizzata per i pulsanti a rilascio automa- 
tico e manuale. A differenza di quest'ul- 
tima, tuttavia, sono presenti una serie di 
cicli \loop\ dato che in effetti dobbiamo 
definire piu di un pulsante. 

Vediamo ora in dettaglio la procedura. 

Per prima cosa vediamo quali para- 
metri vanno passati per definire il grup- 
po dei pulsanti. Sono otto, e precisa- 
mente 
ìd 

l'tdeniilicativo del grupp». dal quale vengono 
ricavati gli identificativi dei singoli pulsanti: 

txt 

il puntatore ai testi da visualizzare nei singoli 



pulsanti. 

container 

il puntatore alla solita struttura contenitore. 
*.V 

ia posizione del contenitore del gruppo, se- 
condo I criteri precedenten^ente riportati, 
class 

la classe relativa alla configurazione scelta 
per il gruppo, e cioè se a pulsanti allineati op- 
pure incolonnati, 
button 

il numero d'ordine de! pulsante che va ini- 
zialmente selezionato (e cioè se il primo, il 
secondo, il terzo, e cosi via). 

QUIZ #7 • nel codice riportato in figu- 
ra 5 mancano alcuni controlli che vanno 
assolutamente effettuati per prevenire 
un utilizzo improprio della funzione, e 
garantire cosi che esso venga eseguito 
correttamente. Quali sono queste veri- 
fiche? 

Un paio di considerazioni aggiuntive. 
Dato che il gruppo di pulsanti a rilascio 
incrociato è un controllo composito, è 
necessario assegnare ad ogni singolo 
pulsante del gruppo un proprio identifi- 
cativo. Intuition infatti non riconosce il 
nuovo controllo come un singolo ogget- 
to, ma vede ogni pulsante come una 


entità a sé stante, e quindi passa alla 
funzione che gestisce i messaggi rela- 
tivi alla selezione di un pulsante del 
gruppo l'identificativo di quel messag- 
gio, e non quello del gruppo. Quando 
definite l'identificativo del gruppo, quin- 
di, riservatevi un certo numero di iden- 
tificativi a partire da quello, pari almeno 
al numero di pulsanti nel gruppo. Me- 
glio ancora, nel caso che in una versio- 
ne successiva del vostro programma 
decidiate di aggiungere altri pulsanti al 
gruppo, lasciatevi alm 
identificativi in più. Non 
A questo propo'sito, p 
re una funzione che ver' 
pulsante fa parte di un g 
in figura 6 ho riportato le S| 
la funzione in questioni 
La seconda consideri 
testi da associare ad i 
Al contrario di quanto 
CreateButtonO, qui v 
puntatore ad un vettore di stringhe di 
caratteri, piuttosto che quello ad una 
singola stringa. Attenzione quindi ad as- 
sicurarvi che tale vettore contenga un 
numero di elementi uguale (o superiore) 



250 


MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991 


AMIGA 





s:siii;ais::;s, ssKussi::;::,--.', 




MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


25- 


AMIGA 






Figura 6 - isButlonInGroupI). 


Figura 7 ■ DeleteXButlonsO. 


a quello passato nel parametro n, altri- 
menti correte il rischio di associare al 
testo di un pulsante un'area di memoria 
a caso, magari lunga svariate centinaia 
di byte prima che venga incontrato un 
byte nullo che segnali la fine della falsa 
stringa. 

E torniamo ora alla CreateXBut* 
tonsO. 

La prima parte è analoga a quella del- 
la CreateButtonU. Serve cioè ad allo- 
care la memoria necessaria ad allocare 
le singole strutture dati necessarie a de- 
finire il gruppo. Notate come la tecnica 
adottata rivela ora tutta la sua potenza 
permettendo di effettuare una sola al- 
locazione di memoria a fronte dell'allo- 
cazione di un numero elevato di strut- 
ture. Si tratta di una tecnica da me svi- 
luppala quando ho scritto la prima ver- 
sione del programma gadgets e che 
oramai applico spesso nei miei pro- 
grammi. 

Il blocco di codice seguente contiene 
un ciclo che assegna ad ogni pulsante 
quei campi che sono comuni a tutti i 
pulsanti (come Flags o GadgetRen- 
der), l'identificativo del pulsante (calco- 
lato a partire da quello di gruppo), ed il 
puntatore al testo associato a quel pul- 
sante. Ogni pulsante, poi. viene aggan- 
ciato a quello successivo nel gruppo, 
utilizzando il campo NextGadget. 

Come si può vedere in figura, al cam- 
po Activation è stato assegnato il va- 
lore 

GADGETIMMEDIATEITOGGLESELECT 

Ora, se ben ricordate quanto detto tre 
puntate fa, esistono delle precise rac- 
comandazioni della Commodore a que- 
sto riguardo. Queste consigliano di uti- 
lizzare il valore GADGETIMMEDIATE 
ma non il valore TOGGLESELECT. Ora, 
è vero che seguire una raccomandazio- 
ne da parte della casa madre è impor- 
tante, ma è pur vero che è fondamen- 
tale per un programmatore capire il per- 


ché della stessa, in modo da utilizzarla 
nel modo migliore, ed avere la possibi- 
lità di valutare i rischi che si corrono od 
i problemi che si possono incontrare 
ignorandola. 

Saper programmare non vuol dire in- 
fatti seguire pedissequamente un insie- 
me di regole ed applicare alia lettera al- 
goritmi definiti da qualcun altro, ma ca- 
pire a fondo un problema in un contesto 
ben definito, ed individuare una soluzio- 
ne che risolva tale problema in modo ef- 
ficace, e con un buon rapporto tra effi- 
cienza e costi- 

Vediamo quindi di capire il perché la 
Commodore consiglia l'utilizzo di certi 
valori, e perché ho deciso di seguire so- 
lo parzialmente tali raccomandazioni. 

Per quello che riguarda il valore GA- 
DGETIMMEDIATE il motivo è sostan- 
zialmente il seguente. Quando un pul- 
sante del gruppo viene premuto, il pro- 
gramma che riceve da Intuition tale in- 
formazione, prima di effettuare qualun- 
que modifica alle strutture relative al 
gruppo al fine di gestirne un corretto 
funzionamento, deve rimuovere tali 
strutture dalla lista dei controlli, per evi- 
tare seri problemi ad Intuition. 

Dopo tutto non si può certo preten- 
dere che uno continui ad usare la pro- 
pria automobile mentre il meccanico ne 
sta riparando i freni, no? Ora, almeno 
sotto 1 .3, rimuovere un controllo attivo 
può creare dei problemi. Supponiamo di 
aver specificato RELVERIFY invece di 
GADGETIMMEDIATE. Allora un utente 
può tenere premuto un certo pulsante 
per un periodo lungo senza che il pro- 
gramma lo sappia, dato che è il rilascio 
del pulsante ad emettere il messaggio. 
Supponiamo ora che l'utente faccia un 
doppio click sul pulsante, tenendolo poi 
premuto sul secondo click. Il primo click 
scatena l'evento RELVERIFY, la proce- 
dura di gestione del gruppo di pulsanti 
a rilascio incrociato viene attivata e, ov- 
viamente, cerca di rimuovere tutti i pul- 
santi del gruppo, uno dei quali, però 


(proprio quello che ha fatto emettere il 
messaggio da Intuition) è tuttora attivo 
e premuto. E questo crea seri problemi 
ad Intuition. Usando viceversa solo GA- 
DGETJMMEDIATE, il controllo rimane 
attivo solo all'istante della selezione, e 
non per tutto il tempo che l'utente lo 
tiene premuto. 

In quanto al valore TOGGLESELECT, 
c'è tuttora un dibattito in corso nel mon- 
do dei programmatori Amiga, Il motivo 
iniziale che ha portato la Commodore a 
consigliare l’utilizzo del rilascio automa- 
tico per I pulsanti mutualmente esclusi- 
vi, consiste nel fatto che di tali pulsanti 
SI sa sempre lo stato dopo che l'utente 
li ha selezionati, mentre nel caso dei 
pulsanti a rilascio manuale bisogna con- 
trollare il campo Flags, per verificarne 
effettivamente lo stato. In pratica e piu 
semplice gestire i primi che i secondi. 
Non esiste tuttavia una vera controindi- 
cazione all'uso di TOGGLESELECT per 
i pulsanti a rilascio incrociato. Ed e pro- 
prio questo il motivo che mi ha spinto 
ad utilizzare questa tecnica di rilascio. 
Volevo vedere effettivamente a che tipo 
di problemi potevo andare incontro. Al 
momento non ne ho riscontrato alcuno. 
Se poi qualcuno dovesse invece trovarsi 
di fronte ad un comportamento anoma- 
lo imputabile alla TOGGLESELECT, gli 
sarò grato se vorrà informarmi a riguar- 
do, e con me molti altri che stanno tut- 
tora analizzando la cosa negli Stati Uniti 
ed in altri paesi. 

QUIZ #2: esiste un modo per rispar- 
miare memoria ed ottimizzare cosi l'in- 
sieme delle strutture che definiscono il 
gruppo 

Il ciclo calcola anche la lunghezza e 
l'altezza massima dei singoli testi asso- 
ciati ai pulsanti del gruppo. 

QUIZ #3: nel codice contenuto in 
Questo ciclo, c'è un'Istruzione che po- 
trebbe essere tranquillamente portata 
fuori ciclo. Quale? 

A questo punto c'è un secondo ciclo, 
che associa ad ogni pulsante la stessa 


252 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


AMIGA 




lunghezza ed altezza, e centra il testo. 

QUIZ #4; nel codice contenuto in 
Questo ciclo, c'è un errore che altera il 
risultato che si vorrebbe ottenere. Qual 

Il blocco successivo calcola la posizio- 
ne dei primo e/o dell'ultimo pulsante, a 
seconda del segno delle coordinate pas- 
sate per il posizionamento del gruppo. 
Da notare che il codice in questione non 
calcola necessariamente la posizione 
completa di uno dei due pulsanti estre- 
mi. Infatti, se ad esempio l'ascissa è po- 
sitiva ma l’ordinata è negativa, viene 
calcolata l'ascissa del primo pulsante, e 
l'ordinata dell'ultimo. 

Per questo, quando poi si calcola la 
posizione completa di tutti gli altri pul- 
santi del gruppo a partire da questi dati, 
vengono inclusi nel ciclo successivo an- 
che I due pulsanti estremi. Tale calcolo 
è impostato in due blocchi di codice se- 
parati, a seconda della configurazione 
scelta. 

Nell’ultimo blocco di codice si costrui- 
scono le strutture bordo. La scelta dei 
colori in questo caso è stata la seguen- 
te; 

il bordo interno ha sempre lo stesso co- 
lore (registro #2), sia che il pulsante sia 
stato selezionato, sia che sia nello stato 
non selezionato, mentre il bordo ester- 
no è trasparente (registro #0) per i pul- 
santi rilasciati, mentre ha un colore dif- 


ferente [registro #3) per quello selezio- 
nato- 
li risultato finale è quello di avere tutti 
I pulsanti del gruppo rappresentati da 
una cornice di un certo colore che in- 
cornicia il testo, salvo quello selezionato 
che in più ha una seconda cornice di co- 
lore differente che circonda la prima. 
Selezionando un altro pulsante, la cor- 
nice di selezione si sposta su quest'ul- 
timo, e I! rimane fino a che non viene 
effettuata una nuova selezione. 

L'ultima istruzione serve appunto a 
selezionare inizialmente uno dei pulsan- 
ti del gruppo, dato che in questo ci deve 
essere sempre un pulsante selezionato. 

QUIZ #5.' notate come questa istru- 
zione si trovi dopo i due blocchi di co- 
dice che posizionano i van pulsanti, e 
non prima. Perché? 

DeleteXButtons^) 

Questa macro (vedi figura 7) permet- 
te di chiamare la funzione DeleteBut- 
ton(). Quest’ultima è stata leggermente 
modificata rispetto alla versione prece- 
dente, come riportato in figura 8, in mo- 
do da poter gestire anche gruppi di pul- 
santi, e non più solo singoli pulsanti. In 
pratica ora la funzione OeleteButtonf) 
ricava da UserData anche il numero di 
pulsanti che costituiscono il gruppo, co- 
me già faceva in precedenza per le di- 


mensioni dell'area di memoria utilizzata 
per definire i pulsanti. Ovviamente, nel 
caso di singoli pulsanti, tale numero 
sarà uguale ad uno. I pulsanti di un 
gruppo, infatti, sono aggiunti in sequen- 
za alla lista dei controlli appartenenti ad 
un certo contenitore. Per questo, se uti- 
lizzate questo nuova tipo di controllo, 
aggiungete sempre i vostri altri controlli 
in fondo alla lista, per evitare di infra- 
mozzare fra I pulsanti di un gruppo con- 
trolli che non hanno niente a che vedere 
con quest'ultimo. Se non fate cosi, cor- 
rete il rischio di cancellare anche que- 
sfoltimi quando cancellate il gruppo in 
questione. 

Conclusione 

Nella prossima puntata vedremo altre 
due funzioni relative ai pulsanti a rilascio 
incrociato. La prima serve a gestire gli 
eventi emessi a fronte della selezione di 
un pulsante del gruppo da parte dell’u- 
tente. 

La seconda è una nuova versione del- 
la vecchia DisplayCadgetO, già presen- 
tata in precedenza in questa rubrica, 
modificata per supportare sia pulsanti 
singoli, che gruppi di pulsanti. Vedremo 
inoltre come gestire questo nuovo con- 
trollo composito in gdgmain.c ed, ov- 
viamente, daremo la risposta al vari quiz 
presentati in questa puntata. Come 
sempre, buon lavorol we 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


253 


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PD SOFTWARE MS-DOS 


Un pot-pourri di Pubblico Dominio 

di Paolo Ciardelli 


Pot-pourri, è un termine più 
culinario che altro; indica in 
effetti un miscuglio di 
ingredienti per lo più 
eterogenei che compongono 
una pietanza. Al tempo 
stesso questa rubrica di 
software di Pubblico Dominio 
e Shareware, assume i 
connotati di una miscellanea 
in quanto deve prendere m 
considerazione un po' tutto 
quello che offre il mercato. 
Stavolta iniziamo con 
qualcosa di italiano, e più 
precisamente di librerie in 
Turbo Pascal, ma vedremo 
anche programmi di 
comunicazione, word 
processing, data base, grafica 
e di CAE iComputer Aided 
Engineering) inviatoci da un 
lettore. 

Dimenticavo di ringraziare 
tutti coloro che hanno aderito 
all'iniziativa dei Pubblico 
Dominio che stando alla 
quantità di dischetti arrivati in 
redazione è altissima! Da 
segnalare inoltre che molto 
software pervenuto è 
corredato sia della 
documentazione in italiano 
che inglese: un notevole 
sforzo per varcare le frontiere 


Mouse Tpu 1.1 e NewExec 1.2 

Autore di queste due Unit Shareware 
per II Turbo Pascal 5.5 e/o 6.0 è Fran- 
cesco Duranti di Roma, abbastanza no- 
to negli ambienti della programmazione 
in Turbo Pascal per aver prodotto alcuni 
programmi niente male. 

La prima libreria, Mouse.Tpu, serve 
per gestire una periferica di puntamen- 
to, mouse, con un driver Microsoft 
compatibile da un programma scritto in 
Turbo Pascal. La Unii è composta da 28 
procedure capaci di gestire in modo 


Graphic WorkShop 4.2 

Programma per rielaborare le imma- 
gini nei formati più conosciuti, consen- 
tendo di intervenire sul colore, toni di 
grigio, rotazione, ed altro, per chi lavora 
con le immagini. 

Supporta moltissimi formati, oggi pre- 
senti nel mondo dei computer, tra i qua- 
li Il formato GIF, MAC, IFF, PCX, TIFF. 
WPG (WordPerfect) e tanti altri, 

Il programma permette di convertire 
una immagine a colori in una monocro- 
matica, a sfumature di grigio. Per ese- 
guire questa operazione sono presenti 
più tipi di conversioni più o meno pre- 


Neiia roto a fianco s< 
non il menu dal quale 
SI sceglie il /ormato di 
grafico di 
deslinamne GIF, 
MAC, IFF. FCK TIFF. 
WPG iWordParfecll. 


semplice e potente le caratteristiche del 
mouse. 

La Unit NewExec, invece serve per 
lanciare un programma da Turbo Pascal 
e può essere utilizzata al posto della 
procedura standard EXEC La procedura 
contenuta nella Unii NewExec ricerca 
automaticamente il programma da ese- 
guire con le estensioni ,BAT, .EXE e 
-COM se non ne e stata specificata l'e- 
stensione permettendo di redirezionare 
l'input e l'output. La ricerca del file ese- 
guibile viene effettuata percorrendo l'in- 
tera path del disco ngido. 


cise e che impiegano più o meno tem- 
po per eseguire la conversione. 

Si possono variare le dimensioni di 
un'immagine, ruotarla, stamparla o vi- 
sualizzarla. Appena lanciato verrà visua- 
lizzato l'elenco delle immagini e tramite 
I tasti funzione si potrà scegliere la fun- 
zione da eseguire. 

Questo programma funziona con 
qualsiasi tipo di scheda video e data la 
grande quantità di memoria necessaria 
per convertire un'immagine ha bisogno 
di memona estesa o espansa, In man- 
canza di questa memoria può effettuare 
la conversione <iswappandoi* la memo- 
ria su disco. 



MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


255 



PO SOFTWARE MS-DOS 


Unit TSR, Print e GestEcc 

Vista la enorme richiesta ricevuta in 
redazione per le Unit scritte da Sergio 
Poiini, abbiamo pensato bene di inserir- 
le nel circuito PD. 

Per mezzo della Unit TSR potrete ren- 
dere residente in memoria una proce- 
dura che verrà richiamata alla pressione 


di una combinazione di tasti preceden- 
temente definita. I sorgenti di questa 
Unit sono stati pubblicati a partire dal 
numero 92 di MCmicrocomputer fino al 
numero 97. 

La Unit Print, pubblicata sul numero 
96 di MCmicrocomputer, serve invece 
ad interfacciare un programma scritto in 
Turbo Pascsi con la parte residente del 


comando Print Con questa Unit si può 
mandare in stampa in background qual- 
siasi documento da un programma in 
Turbo Pascal- 

L'ultima Unit. la GestEcc, serve ad in- 
tercettare tutte le situazioni «anomale» 
come ad esempio gli errori critici, le di- 
visioni per zero od altri errori generati 
dal compilatore. 


Pharaoh's Tomb 

Sei Nevada Smith, un assistente del 
professore di archeologia dell’universi- 
tà, non l'indiano del libro di Harold Rob- 
bins «L'uomo che non sapeva amare». 

Per anni hai studiato nella speranza 
che il professore ti avrebbe incluso in 
una delle sue famose cacce al tesoro, 
ma questo non è ancora successo. 

Il professore sta per partire alta ricer- 


ca di una tomba segreta del faraone in 
una delle più grandi piramidi d'Egitto, 
Questo non sarebbe tanto umiliante se 
non fossi stato proprio tu a trovare la 
mappa della piramide in un vecchio li- 
bro. 

Dopo averci pensato molto decidi che 
questa è la volta di agire: entri nella 
stanza del professore all’università e ti 
Impossessi della mappa, poi corri a casa 
per preparare in fretta e furia i bagagli 


per la partenza e ti avvìi verso l’aeropor- 
to per prendere il prossimo volo per l'E- 
gitto. Il gioco inizia con Nevada Smith 
all'ingresso della piramide. 

Nella piramide troverai trabocchetti, 
trappole e le mummie che cercheranno 
di proteggere à tutti i costi il tesoro se- 
greto quindi devi stare molto attento. 
Come unica difesa possiedi alcuni col- 
telli che potrai lanciare contro le mum- 
mie. 


Monument of Mars 

La Nasa ha mandato moltissime mis- 
sioni ad esplorare i misteriosi monu- 
menti presenti sul pianeta Marte ma 
ogni missione si è conclusa con un in- 
successo. Gli equipaggi delle missioni 


non sono mai tornati indietro e nessuno 
è riuscito a spiegarsene il motivo. 

Tu sei l'ultima speranza per sapere 
cosa è successo. Riuscirai ad esplorare 
le strutture marziane ed a rivelarne i se- 
greti? Sarai in grado di sopravvivere e 
scoprire cosa è successo agli uomini 


delle precedenti missioni? 

Per riuscire a finire il gioco dovrai 
esplorare moltissimi livelli per liberare 
gii astronauti prigionieri nel livello finale. 

Ogni livello ha una sua caratteristica 
fondamentale: trappole, tesori e segre- 
ti. Sta a te scoprire il modo migliore per 
sopravvivere nei Monumenti di Martel 


PC-Wrìte 

Mettendo da parte ogni spunto pole- 
mico con la questione dei costi ecces- 
sivi dei pacchetti di word processor, Pc- 
Write è un programma di videoscrittura 
che ha molto poco da invidiare a quelli 
copyright. La sua praticità e la sua ef- 
ficienza gli vengono da una modulariz- 
zazione del pacchetto in vari eseguibili 
che sovraintendono alle varie parti del 
programma. L'help, caratteristica es- 
senziale, è sempre disponibile e pronto 
ad elencare i comandi a disposizione o 
a sciogliere i dubbi. Una cosa fra tutte 
da sottolineare è la gestione della stam- 
pa che prevede praticamente tutte le 
possibili stampanti ad aghi e laser. 

Non posso far altro che concordare 
con le riviste straniere di settore che gli 
hanno attribuito ampi riconoscimenti. 




tumione 


256 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 




PD SOFTWARE MS-DOS 


Shez 6.0b e ZZap 5.6a 

Sullo scorso numero avevo recensito 
un buon numero di programmi di com- 
pressione di dati, uno dei quali (l'ARJ) 
completamente di nuovo tipo. Lo Shez 
(già recensito su MCmicrocomputer n, 
96) è uno Shell ed un convertitore per i 
vari compressori di file. Questa release 
è degna di nota perché appunto gesti- 
sce il nuovo compressore citato prima. 

Una volta lanciato visualizza, in una fi- 
nestra, l'elenco dei file compressi pre- 
senti su disco e permette di visualizzar- 
ne 0 stamparne il contenuto, mandare 
in esecuzione, cancellare o aggiungere 
file all'archivio oppure, cosa molto im- 
portante, di convertirli da un formato al- 
l’altro. 

I compressori supportati da questo 
programma dunque sono: PKZIP, 


LHARC, PAK, ARC, ZOO ed ARJ. 

Per eseguire le varie operazioni sugli 
archivi è necessario avere, oltre allo 
Shez, anche i compressori e decom- 
pressori di file che verranno utilizzati per 
archiviare ed estrarre i file dagli archivi. 
Per mezzo di Shez è anche possibile 
controllare se in un certo archivio sono 
presenti file con dei virus. Bisognerà 
però essere in possesso del program- 
ma Virus Scan di 
J, McAfee. 

ZZap è una ver- 
sione si può dire 
ridotta e line 
oriented di Shez. 

Si limita infatti ad 
essere solo 
convertitore di 
formato. La sua 
caratteristica fon- 


damentale è che può essere configura- 
to per qualsiasi compressore di file. Du- 
rante la conversione può essere control- 
lata anche la presenza dei virus e può 
essere generalo un log per sapere 
quanto spazio si è guadagnato (o perso) 
durante la conversione. 




PC-FUe + 

Diciamo che abbiate bisogno di man- 
tenere una mailing lisi per circolari ai 
dienti 0 che vogliate stampare delle let- 
tere con delle informazioni da un data- 
base, selezionate secondo precisi criteri 
da VOI immessi: PC-File-f è il program- 
ma per farlo. 

Poi potete anche, ad esempio, man- 
tenere dei listini dei materiali e riordinar- 
li per tipo e costo. PC-File-i- è uno dei 
database più flessibili in commercio og- 
gi. Veloce, affidabile e facile da usare. 

Ha tutte le funzionalità rii un Data Ba- 
se di editare, aggiungere, cancellare, ri- 
prendere record cancellati e modificare 
I campi di un Data Base. 

Oltre ad un vasto Help c'è la possi- 
bilità di attivare il Teach Mode cioè una 
modalità di Help interattivo che spiega 
in breve i comandi che potete eseguire 
in una piccola finestra. 

Una delle caratteristiche che si rive- 



MCmicrocomputer n. t06 - aprile 1991 


257 







PD SOFTWARE MS-DOS 


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Omega-Link 

Pur datato, Omega-Link è tutt'ora un 
buon programma di comunicazione tra- 
mite modem. È completamente confi- 
gurabile per le esigenze dell’utente e 
per ventre incontro alle sue esigenze e 
particolari bisogni. I comandi per richia- 
mare le varie funzioni sono quelli «stan- 
dard» in altri pacchetti di comunicazio- 
ne, per esempio Alt-i-P richiama i para- 
metri. cosi da permettere all'utente già 
al primo utilizzo di non trovarsi spaesa- 
to. Tra le altre cose è anche presente 


un comodo help richiamabile tramite il 
tasto Home e che elenca tutti i comandi 
disponibili. Una delle peculiarità di que- 
sto programma sta nella possibilità di vi- 
sualizzare Online immagini di tipo RLE 
(Run Length Encoding), uno degli stan- 
dard grafici sviluppato in U,S,A. che ha 
avuto molto successo in alcune Banche 
Dati d’oltreoceano. 

Un’altra delle caratteristiche piu inte- 
ressanti del programma riguarda la vi- 
sualizzazione della parte di schermo ora- 
mai scrollata via. Mentre altri program- 
mi di comunicazione richiamavano que- 


sta funzione tramite una certa combina- 
zione di tasti, con Omega-Link potrete 
scorrere sul testo scomparso dallo 
schermo tramite i tasti cursori ed i tasti 
Page-Down e Page-Up. 

Per eseguire l'upload o il download di 
un file dispone solamente dei protocolli 
interni Xmodem ed Ymodem ma ha la 
possibilità di definire fino a 15 protocolli 
esterni. Tra le opzioni troviamo la pos- 
sibilità di rinominare I file, cambiare pa- 
rametri di comunicazione, del modem, 
delle stampanti, le dimensioni dei buf- 
fer, le finestre ed i colori. 


Arianna CAB 

Penso che non ci siano parole per 
esprimere la sorpresa di ricevere un so- 
ftware di tale qualità come Pubblico Do- 
minio. Mi riferisco al programma Arian- 
na delia ditta Byte Line sdf di Treviglio, 


che è arrivato in redazione completo di 
foto, lucidi di circuiti stampati in scala 
2:1 e 1:1, l'intero manuale stampato di 
quasi 200 pagine e chiaramente il soft- 
ware, nella versione scompattata e 
compressa autoscompattante. 

Ma veniamo al dunque. Arianna è un 


programma di Pubblico Dominio per la 
gestione dei circuiti stampati, dalia loro 
progettazione, al posizionamento dei 
componenti, allo sbroglio ed alla stampa 
finale del master per la fotoincisione. 

La progettazione può essere svolta in 
buona parte con procedimento automa- 
tico e tale modo è particolarmente ef- 
ficiente nello sbroglio dei circuiti in dop- 
pia faccia, ma è sempre possibile ope- 
rare in modo manuale. 

La stampa di uscita può essere effet- 
tuata sia su stampante che pioiter 

La procedura funziona in ambiente 
MS-DOS 6 gestisce praticamente tutte 
le schede video usate comunemente, 
CGA, Hercules, EGA e VGA, comunque 
si consiglia l’uso di una scheda video 
grafica a colon 

Arianna può operare su di un circuito 
stampato delle dimensioni di 16,2 x 12 
cm e lavora su di un reticolo di 1 28 x 95 
caselle di lato. Il numero massimo di 
componenti gestibili dal programma è 
75, che però può diventare maggiore se 
I componenti vengono raggruppati. 

La procedura necessita di circa 200 
Kbyte di RAM libera. KS 



258 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 






Il PD-software dei lettori di 



Lo spazio tradizionalmente dedicato al software dei lettori 
e quello occupato dal PD-software sono stati unificati. 

In queste pagine parleremo di programmi di Pubblico Do- 
minio (FreeWare o Shareware) disponibili in Italia attraver- 
so i vari canali PD. Tutti i programmi presentati saranno 
reperibili anche attraverso il canale MCmicrocomputer, sia 
su supporto magnetico sia su MC-Link. 

Saranno recensiti sia programmi già nei circuiti PD, sia 
quelli che i lettori stessi vorranno inviarci affinché, se rite- 
nuti meritevoli dalla redazione, siano resi di Pubblico Do- 
minio, 

/ lettori di MCmicrocomputer autori dei programmi dei qua- 
li si parlerà in queste pagine (e i cui programmi saranno 
distribuiti come PD dalla rivista) saranno ricompensati con 
un «gettone di presenza» di 100.000 lire. 

E necessario attenersi ad alcune semplici regole nelTin- 
viare i programmi in redazione. 

1) li materiale inviato deve essere di Pubblico Dominio 
lo Shareware) e prodotto dallo stesso lettore che lo invia. 

2) Il programma inviato deve risiedere su supporto ma- 
gnetico (non saranno presi in considerazione listati), 

3) I sorgenti eventualmente ac- 
clusi devono essere sufficientemen- 
te commentati. 

4) Per ogni programma inviato 
l'autore deve includere due file 
(«readme» e «manuale»), il primo 
contenente una breve descrizione 
del programma ed il secondo una ve- 
ra e propria guida all'uso per gli uten- 
ti, con tutte le informazioni necessa- 
rie per un corretto impiego (se il pro- 
gramma è particolarmente semplice 
può essere sufficiente il solo read- 
me, mentre saranno particolarmente 
apprezzali fra i programmi più com- 
plessi quelli dotati di help in linea). In 
calce ad entrambi i file deve essere 
apposto il nome, l'indirizzo ed even- 
tualmente il recapito telefonico del- 
l'autore. 

5) Al lancio, il programma deve 
dichiarare la sua natura PD (o Sha- 
reware). nonché nome e indirizzo 
dell'autore. È ammesso, alternativa- 


mente, che tali informazioni siano richiamabili da program- 
ma con un metodo noto e indicato nelle istruzioni. 

6) Saranno presi in considerazione solo i lavori giunti in 
redazione accompagnati dal talloncino riprodotto in questa 
pagina (o sua fotocopia) debitamente firmato dall’autore. 

I programmi classificati non come FreeWare ma come 
Shareware (quindi non propriamente di Pubblico Dominio, 
anche se consideratine generalmente parte) comportano 
da parte dell'utente l'obbligo morale di corrispondere al- 
l'autore un contributo a piacere o fisso secondo quanto in- 
dicato dall'autore e conformemente a quanto appare al lan- 
cio del programma. MCmicrocomputer non si assume al- 
cuna responsabilità od obbligo riguardo a questo rapporto 
intercorrente tra autore ed utilizzatore del programma, A 
titolo informativo precisiamo che l'obbligo morale alla cor- 
responsione del contributo scatta non nel momento in cui 
si entra in possesso del programma, ma nel momento in 
cui si passa a fame uso dichiarando implicitamente di ap- 
prezzarne le caratteristiche. 

In nessun caso (per ragioni organizzative) sarà reso noto 
all’autore l'elenco o il numero delle persone che hanno 
eventualmente deciso di entrare in possesso del program- 
ma attraverso il canale MCmicrocomputer. 


Compilare e spedire a 

MCmicrocomputer ■ Via Carlo Perrier 9, 00157 Roma 


Questo tagliando lo fotocopia o equivalente! deve essere inviata ad MCmicrocom- 
puter. unitamente al materiale da selezionare, da pane degli autori di software che 
presentano i propri lavori per la recensione sulla rivista e l'inserimento nei canali PD 

Il sottoscritto 

Cognome e Nome 

Codice Fiscale , . 

residente in 

invia il programma . 

dichiarando di esserne l’autore ed autorizzando MCmicrocomputer alla distribuzione 
secondo le regole ed i canali consueti del Pubblico Dominio. 


Data Firma 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


PD SOFTWAEE AMIGA 


PD Amiga: avanti tutta! 

di Enrico M. Ferrari 
(MC-UNK: MCCX)12) 


Nuovo, nuovissimo software 
in arrivo: la bella novità è che 
sono in aumento i programmi 
(spesso di elevata qualità) 
italiani. Arrivano anche 
contributi postali alla nostra 
rubrica e a questo proposito 
è doveroso rammentare che 
chiunque abbia scritto un 
programma che vorrebbe 
sottoporre alla nostra 
attenzione può sia spedircelo 
per posta oppure farne 
l'upload direttamente sul 
nostro sistema telematico 
MC-Link. Tutti i programmi, 
indipendentemente dal fatto 
che vengano recensiti o 
meno, verranno scaricati su 
MC-Link e quindi resi 
disponibili a tutti secondo le 
regole del software di 
Pubblico Dominio: per invii 
fatti per posta rammentiamo 
di controfirmare il tagliando 
che trovate nella rivista per 
l'autorizzazione 
alTinserimento del 
programma nel circuito PD 


BBS & Log 

Dal romano Giuseppe Riera ci arriva 
un dischetto pieno zeppo di programmi 
e file dedicati all'uso radioamatoriale di 
Amiga. Essenzialmente il programma 
BBS & Log è rivolto al traffico Racket, 
CW, Amtor, RTTY per radioamatori VHP 
e UHF sulla rete Racket Nazionale o HF 
sulle reti intemazionali ed internconti- 
nentali. 

L’autore del programma ricorda giu- 
stamente che l’accesso via radio (NON 
stiamo quindi parlando di BBS e di mo- 
dem telefonici) ai BBS Racket è gratuito 
e l’unica tassa ministeriale da pagare 
costa quattromila lire, naturalmente non 
SI pagano scatti telefonici. 

II traffico packet opera con protocollo 
AX25 a correzione d'errore. 

Ritornando al programma: BBS & Log 
è scritto in AmigaBasic e prevede nu- 
merosi file accessori configurabili da 
parte dell'utente, sono anche possibili 
numerosissime chiamate di sistema 
che vedremo in seguito; viene anche 
fornito un dettagliato manuale diretta- 
mente su file. 

Dai 9 menu selezionabili possiamo 
abilitare le varie funzioni del programma 
che riassumiamo brevemente. 

Funzione Terminale: per effettuare 
una connessione, un colloquio, un ca- 
pture e invio di file e la conversione da 
binario in ASCII tramite i noti programmi 
UUENCODE e UUDECODE, la conver- 


sione viene effettuata automaticamente 
con chiamate da programma. 

Funzione BBS; per gestire aree, mes- 
saggi e programmi (esattamente come 
sui BBS telefonici) con abilitazione all’in- 
vio e al prelievo e la possibilità di col- 
loquio con il sysop corrispondente sen- 
za passare dalla modalità terminale. 

Funzione Remote; Il chiamante può 
interagire con l'Amiga chiamato ed ese- 
guire comandi AmigaDOS sui file e di- 
rectory. la funzione è protetta da un co- 
dice. 

Funzione Remote ai Modem (TNC): 
per visualizzare e modificare i parametri 
del modem. 

Funzione Log: per tenere un registro 
aggiornato delle connessioni al BBS, so- 
no comprese funzioni di ricerca, riordino 
e stampa dei dati. 

Ci sono poi dei menu di funzioni ge- 
nerali completissimi che permettono la 
lettura e/o )a stampa dei file, la varia- 
zione dei parametri della stampante, la 
gestione dei file compressi LZH o l'uso 
dei comandi DOS sulla stessa finestra 
del programma, è anche presente una 
calcolatrice. Il programma è sicuramen- 
te uno dei migliori nel suo genere anche 
se forse è ancora poco diffusa l’attività 
packet radio fra gli utilizzatori di Amiga, 
Per chiunque voglia approfondire l'argo- 
mento ricordiamo che su MC-Link è in 
funzione la conferenza «Radio» dove 
parlare anche di packet radio: inoltre dal 
dicembre 1988 è in funzione un BBS 



260 


MCmicrocomputer n, 106 • aprile 1991 




PD SOFTWARE AMIGA 



packet radio in collaborazione con Alita- 
lla Radio Club e Technimedia con nomi- 
nativo IOAZI-8, sui 14465 MHz. 

Utility varie 

Da Salvatore Pappalardo riceviamo un 
dischetto con alcuni interessanti co- 
mandi CU di rapido uso, ogni comando 
ha un help in linea tipico dei comandi 
AmigaDOS 0 ARP ottenibile digitando 
semplicemente il nome del comando e 
premendo return. Shade Screen visua- 
lizza lo schermo del Workbench con 
sfumature di colore {sono disponibili il 
rosso, il blu e il verde), è anche possi- 
bile «annerire» lo sfondo lasciando inal- 
terati I quattro colon dello schermo. 

Starter lancia un processo in back- 
ground permettendo di chiudere ad 
esempio la finestra di CU con ENDCLI 
senza aspettare la fine del processo, si 
può anche specificare lo stack da asso- 
ciare al programma lanciato. Con Space 
è possibile sapere quanto spazio rimane 
disponibile su un qualsiasi disco di si- 
stema; è anche possibile chiedere 
quanto spazio occupa una directory e 
relative subdirectory, lo spazio viene 
espresso in blocchi e in byte. Backup: 
un efficace programma per copiare file 
da un hard disk o da sue directory oc- 
cupando anche più di un dischetto. Il 
programma provvede a formattare i di- 
schetti quando necessario e produce un 
file di log con statistiche e informazioni 
sul comando eseguito. Spooler uno 
spooler di stampa per snellire il lavoro 
della stampa di più file, una volta instal- 
lato lo spooler basterà digitare da CU il 
comando PRINT per mandare in stampa 
I file desiderati senza essere costretti 
ad attendere la «lentezza» della stam- 
pante. 

È possibile selezionare varie opzioni 
per lo spooler che riguarderanno la for- 
mattazione del file stampato, il suo al- 
lineamento. l'interlinea, il numero di ri- 
ghe e colonne, la densità di stampa e il 
valore in spazi da attnbuire ad un TAB, 

Per vie telematiche Silvano Riccio ci 
fornisce un'altra serie di comandi DOS- 
like, tutti richiamabili da CLI. Amy2MC 
è un programma che filtra un testo eli- 
minando tutti quei caratteri speciali co- 
me accentate italiane o lettere straniere 


come le varie «ò» e «à». Convert con- 
verte la base di un numero in notazione 
esadecimale ottale e viceversa, mentre 
Dfìnd cerca una stringa su una unità 
floppy visualizzando la posizione fisica 
(traccia, settore ecc.) di dove si trovi: è 
anche possibile cercare un numero esa- 
decimale. 

ViewSO II 

Dopo il già citato (su queste pagine 
parecchi numeri fa) ViewSO ecco 
ViewSO II, La Vendetta. 

In realtà quando si tratta di successi- 
ve versioni di un programma siamo so- 
liti dedicare poche righe per annunciare 
le piccole modifiche, ma nel caso di 
questo programma la versione originale 
ha ben poco a che fare con questa nuo- 
va release e merita quindi più attenzio- 
ne. 

Da Federico Giannici giunge questo 
visualizzatore di file, definito a ragione il 
miglior text reader per Amiga. Il concet- 
to di un text reader è semplice: fornire 
l'utente di un visualizzatore rapido che 
non serva ad editare un testo ma a leg- 
gerne il contenuto operando ricerche e 
scelte senza modificare il file in ogget- 
to. Pur conservando l’originale imposta- 
zione ViewSO ha enormi differenze dal- 
l'originale che si intuiscono appena lan- 
ciato il programma; a proposito, potete 
lanciarlo sia da CU associando il coman- 
do CU a file con sintassi tipo «ViewSO 
FILE» oppure da Workbench con una 
icona di tipo Project specificando nel 
campo «DEFAULT TOOL» la path dove 
andare a caricare ViewSO. Dicevamo del 
lancio del programma: se non è stato 
specificato nessun file da caricare 
ViewSO dopo un titolo a caratteri cubitali 


parte con un requester (l'efficientissimo 
requester della req.library) che permet- 
te di scegliere volume, directory e file 
da caricare in pochi secondi anche su 
directory molto «piene». Sulla finestra 
principale del programma distinguiamo 
alcuni gadget; in alto oltre a poter ot- 
tenere un video in reverse possiamo 
cliccare su nove gadget numerati. Ad 
ognuno di essi viene associato un buf- 
fer nel quale caricare il testo, si può 
quindi passare da un file all'altro sem- 
plicemente cliccando sul numero desi- 
derato, tramite apposito gadget possia- 
mo avere un indice dei buffer con l'oc- 
cupazione in byte e linee dei relativo te- 
sto caricato. Sempre sui bordi sono vi- 
sualizzate le dimensioni del buffer e il 
numero della prima linea in alto visua- 
lizzata. 

In basso troviamo la famosa barra 
proporzionale orizzontale, per permette- 
re di visualizzare 80 caratteri e un ga- 
dget di salto a linea desiderata. Il testo 
viene visualizzato sia col mouse che 
con una serie di tasti, lo scroll è il mi- 
gliore mai visto, ben 5 velocità di scor- 
rimento senza problemi di sfarfallio o 
«salti». Spanto il curioso menu centrale 
della prima versione abbiamo ben 6 me- 
nu dai quali eseguire ogni sorta di scel- 
ta. Nel primo menu, da citare è la pos- 
sibilità di salvare il testo integralmente o 
secondo un range prestabilito (l'ultimo 
menu si occupa proprio di gestire le 
scelte di range). Il secondo menu pre- 
senta delle scelte sui caratteri visualiz- 
zabili (se tutti o solo quelli stampabili) 
sulla inizializzazione deila stampante e 
sul font desiderato per il testo presente 
sullo scherno. Il menu di search ha la 
possibilità di effettuare una ricerca at- 
traverso tutti i buffer specificando un 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


261 





PO SOFTWARE AMIGA 



eventuale riconoscimento dei caratteri 
matuscolo/minuscolo. Ottimo il menu 
«COMMAND» dove oltre a poter stam- 
pare tutto 0 parte del testo è possibile 
«estrarre» il testo anche da file IFF per 
poter visualizzare anche file prodotti da 
word processor. 

Sempre dallo stesso menu possiamo 
togliere i codici ANSI ; ViewSO per ragioni 
di velocità lavora solo un bitplane, eli- 
minando le sequenze ANSI possiamo 
leggere il testo «pulito» dai caratteri di 
controllo, superflui alla lettura normale. 
Tramite queste opzioni possiamo utiliz- 
zare ViewSO come convertitore per ge- 
nerare file ASCII facilmente trasportabili. 

ViewSO può leggere direttamente i fi- 
le compressi con PowerPacker decom- 
primendoli al volo mentre li carica: per 
chi ha problemi di spazio e tiene com- 
pressi anche i suoi file di testo può ri- 


sultare molto utile usare un solo pro- 
gramma per visualizzare e decomprime- 
re i file. 

Matcalc 

Un programma matematico realizzato 
da Stefano lacus- Matcalc serve princi- 
palmente a chi ha bisogno di fare com- 
plessi calcoli matriciali, ma serve anche 
ad eseguire una serie di calcoli prelimi- 
nari ben noti agli studenti di Statistica; 
matrici di correlazione, varianza e cova- 
rianza, dati standardizzati, percentuali e 
medie e altro. 

Il programma visualizza in bassa riso- 
luzione una matrice di otto righe per cin- 
que colonne mentre in modo interlac- 
ciato è possibile visualizzare 20 righe 
per 5 colonne. Appena caricata una ma- 
trice (ne vengono fornite due allegate 


come dimostrazione) viene visualizzato 
un quadro informativo con l’indicazione 
della dimensione della matrice, il deter- 
minante, la norma di riga e di colonna. 
In una finestra nella parte superiore del- 
lo schermo oltre ad esserci le informa- 
zioni basilari sulla matrice appare un ga- 
dget proporzionale per far scorrere la 
matrice nel caso non sia visualizzabile 
interamente in uno schermo. Attraverso 
il primo menu è possibile selezionare 
una serie di parametri tra cui la directory 
dei file temporanei e la directory delle 
routine utilizzabili; attraverso questo 
menu è anche possibile cambiare la lin- 
gua del programma tra inglese ed ita- 
liano, il programma è interamente bilin- 
gue e anche la documentazione lo è, 
una iniziativa lodevole anche se faticosa 
che garantisce però il massimo della dif- 
fusione nazionale/internazionale al pro- 
gramma. 

Il secondo menu riguarda tutti i calcoli 
matriciali effettuabili: trasposizione e in- 
versione in memoria, somma e sottra- 
zione di un'altra matrice presente su di- 
sco (purché abbiano le stesse dimensio- 
ni), prodotto con un'altra matrice, po- 
tenza intera della matrice, è inoltre pos- 
sibile cancellare righe o colonne e cam- 
biare le dimensioni della matrice. 

Il successivo menu si incarica di ela- 
borare i dati statistici della matrice con 
la successiva visualizzazione dei valori. 
L'ultimo menu permette di calcolare gli 
autovaiori di una matrice quadrata non 
singolare ed è anche possibile calcolare 
le soluzioni del sistema lineare in cui la 
matrice dei coefficienti relativi sia qua- 
drata e non singolare. 

Hermit 

Molti avranno sicuramente desiderato 
di poter avere come schermata IFF una 
particolare azione di un gioco, oppure 
uno schermo di un programma partico- 
larmente gradevole o utile da ricordare 
nella sua interezza, e cosi via. Oltre ai 
noto programma commerciale Grabbit 
fino ad oggi esistevano pochi program- 
mi che consentissero di salvare facil- 
mente lo schermo frontale su un file. 
Hermit si occupa di questo con una 
semplice combinazione di tasti: una vol- 
ta attivato e stabilita la path dove i file 
verranno salvati basterà premere simul- 
taneamente i tasti Control-i-Alt-i-s per 
ottenere un file IFF dello schermo cor- 
rente. Hermit memorizza i file con una 
numerazione progressiva e con un titolo 
che sintetizza il tipo di immagine, in 
bassa o alta risoluzione ad esempio. Ma 
non è tutto: Hermit consente anche di 
salvare il pointer per poterlo poi riutiliz- 
zare (allegato si trova anche il program- 


262 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 





PD SOFTWARE AMIGA 


ma Showpointer per la configurazione 
di un pointer «esterno») ed è anche 
possibile chiedere il codice in C per il 
pointer attualmente presente. Sempre 
tramite combinazioni di tasti possiamo 
chiedere un nuovo CU oppure chiedere 
il salvataggio de! font visualizzato: Her- 
mit creerà il file PIPPO. Font, la directory 
PIPPO e il relativo file con la dimensio- 
ne del font, molto utile nel caso di pro- 
grammi che usino font che vorremmo 
fossero disponibili anche normalmente. 
Il programma emette una breve segna- 
lazione lampeggiante prima e dopo aver 
effettuato il salvataggio, il tutto comun- 
que prende pochissimi secondi; niente 
da dire, messo all'opera Hermit si è ri- 
velato ben più versatile del sopraccitato 
Grabbit. 

Iconmaster 

Si tratta di un ottimo editor per icone. 
Con il sistema operativo viene fornito di 
serie l’editor Iconed che, per chiunque 
avesse provato ad utilizzarlo almeno 
una volta, lascia largamente insoddisfat- 
ti per la pochezza di opzioni usabili. Con 
Iconmaster è possibile editare anche 
quelle icone dalla doppia immagine e si 
possono direttamente compilare i cam- 
pi «TOOLS TYPE», «DEFAULT TOOL- 
TYPE» e «COMMENT» direttamente 
dall'interno dell'editor. La schermata 
principale del programma permette di 
caricare e visualizzare l'icona desiderata 
informandoci sulle dimensioni e tipo di 
icona e sul settaggio dei relativi flag di 
cancellazione/lettura/eseguibilità. T rami- 
te il menu «ICON TYPE» possiamo 
cambiare il tipo di icona mentre con il 
menu «IMAGE» è possibile modificare 
l'aspetto dell'icona. 

Una volta aperto il menu «EDIT IMA- 
GE» ci viene presentato un nuovo 
schermo con una serie di comandi che 
ricordano molto i vari «tool» usabili sui 
programmi di grafica pittorica. Possia- 
mo disegnare o modificare l'icona e gi- 
rarla nel senso dell'altezza e della lar- 
ghezza: ancora, possiamo scrivere al- 
l'interno dell'icona scegliendo uno dei 
font presenti sul disco di sistema, sono 
selezionabili cerchi, rettangoli e linee, le 
figure possono essere vuote o riempite 
di colore a piacimento. A proposito di 
colori possiamo sceglierne numerosi e 
decidere se avere un «retino» o un co- 
lore pieno. La possibilità di lavorare sulla 
doppia icona permette di personalizzare 
le proprie icone fondendo due diverse 
immagini, l’uso del programma è tal- 
mente semplice che non viene fornito 
nessun file di spiegazione, Iconmaster 
funziona egregiamente anche sotto 
S.O. 2 su Amiga 3000. 




Turbo Imploder 

Sempre più spesso chi utilizza i di- 
schetti senza possedere un hard disk si 
trova di fronte al problema di avere il 
proprio disco d'uso abituale zeppo di 
programmi, utility, comandi tutti indi- 
spensabili che proprio non entrano più. 
Che fare? L'unica soluzione è quella di 
usare un compressore, che pur riducen- 
do le dimensioni di un file lo lasci co- 
munque eseguibile: il file infatti contie- 
ne un header che ne permette la de- 
compattazione e il lancio automatica- 
mente senza passare per una decom- 
pressione manuale. Abbiamo già recen- 
sito Powerpacker parecchio tempo fa, 
ed in effeti quel programma rimane fra 
i più usati. Turbo Imploder ha dalla sua 
la grande velocita di elaborazione: un fi- 
le di circa 1 64 K viene ridotto a meno di 


90 K in un minuto e 40, considerando 
che l'efficienza di compressione era la 
massima selezionabile e che la priorità 
di task del programma era a zero abbia- 
mo una velocità di elaborazione real- 
mente elevata. La compressione viene 
attivata nella modalità turbo solo se la 
memoria disponibile ammonta a qual- 
che centinaio di K, altrimenti il program- 
ma provvede automaticamente a sce- 
gliere le velocità di elaborazione norma- 
le. L’interfaccia grafica del programma è 
estremamente piacevole e semplice da 
usare, durante il caricamento e com- 
pressione del programma vengono vi- 
sualizzate delle barre che indicano lo 
status della compressione, inoltre nella 
finestra di caricamento file compaiono 
informazioni sul tipo di file e la memoria 
necessaria per la sua elaborazione. 

m 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


263 


Il software MS-DOS, Amiga e Macintosh 
di Pubblico Dominio e Shareware distribuito da 



in collaborazione 
con Microforum 


a essere venduto a scopo di tucro ma solo aisinbmlo dietro pagarne 


al larKro del programrrta 


za all'ultimo piano riictiiade EGAiVGA 


COUG3 

mc106 

COM/04 


}n g/afica EGA. rscansiio su 

con lanb magmlici disegni m 

amastico gioco di socie 
rare MAJONG EGA nctiiede se 


EASY LA8ELS 


Fileno 3D con sorgenti in TI 

Qicm 


« scheda EGArVGA 


MRSPOOCK 
:.0, recensito SU me 105 

MONUMENTSOFMARS 
PHARAOH'S TOMB 


HOME MANAGER 
ilalore e calendario.Requisiti di sistema 
I e 2 disk drive o hard tUsk 


dell alfabelo e l'inglese, re 


Giorgie 

Per giocare a golf senza al 
scheda gratica EGA^rOA 

GtOrOlT 
Simulazioni 

GK>018 


TASK MASTER 
igrammare In modo logico GO021 


OBSior 

Un PiDiecl Planning a _ 

e compiuiD lum I progeir siano essi sempiio o complicati 

OBSI03 RELIANCE MAILING LIST 


ABC FUN KEYS 
inni- insegna le lettere 
su mc103. 

COMPUTER TUTOR 


Programma di aulo-apprenoimento 

EDUIC3 PCFASTVPE 

Utilizza la tastiera professionalmente con test e leggi i 
risultali ottenuti RictveOe schede CGA EGA o VGA 


Gtoross 

Siete a Las Vegas ot 
EGAATGA. 


28IT POKER GIO/27 


GIO/02 

Richiede scheda grafica EGAAiGA 

GIOA>3 ASTRO SLASTER 

Versione diSPACE INVAOERS. con voce smtelizzala a van 
tnreki di gioco Consi^ato l'uso di un PC-AT/286. 


Crea un cale ridano 


MINER VGA GRF/05 


MOSAIX 

an liveHi di didicoiia E' accluso un discheito 
male grafiche e richiede sciieda grafica VGA 

OTHELLO EGA 

on grafica per EGAAtGA. recensito su mc103. 

POKER SOLITAIRE 
fa soli Richiede scheda EGAAga 

OUATRIS 

e la riga Richiede scheda EGA/VQA 

SHARKS 

9 scheda gialìca EGAA/GA ^ 


SPCW32 

SPOitO 


GRAPHIC WORKSHOP 

ASEASYAS 
cansifo su mcl03 

eXPRESSCALC 

EZ-SPREADSHEET 

INSTACALC 

OUEBECALC 


BASSTOUa 
)e EGAiVGA 

BLACKJACK 


UTW5 


LOCKTITE 

Protegge i file con una pesewon}. 

UTIrOfi VIRUS SCAN 

E II programma cne prolegge «a virus. 

Un«7 LHARC 

Compressore (Si dall, recansilo su me 10S. 

UTIrOS ARJ 

Compressore (h Oan. rer^nsuo su me 1 05. 

UTI«S LZEXE 

Compressore di tile EXE. recensilosumciOS. 

UTl/lO DIET 

Compressore di tile.EXE. lecensilo su me 105. 

UTH1 PKLITE 

Compressore di lite .EXE. recensilo su me 105. 

UTI/12 NEWSPACE 

Compressore deirmiero Hard Disk, recensdo su me 105. 

UTina CATDISK 

Caialogslors di liie. recensno su me 105. 

UTI/IS SHE2 

SneN di conversione lite compressi, recensito su mciOS. 

UTI/16 2ZAP 

VARIE 

VAR«)t COMPOSER 

Compone ed esegue dei pessi musicaite scrtvs te partitura 
in lorma gialKO/musicale. Usa slampanli OOT-MATRIX. 

VAH/02 CHECK-MATE 

VAFVD3 PIANO-MAN 

Per suonare e registrare musica. lecensno su mcl04 

VARW BAR7ENOER 

Per de ama I cocMail. recensito su melos 


AMQIiOa SVS 

Sulla lalsanga di PacMan. recensito su rne 105 

GRAFICA 

AMORFI PHINT5TU0I0 

AMGR/IH TEXTPAINT 

Editor di schermate graliche ANSI, recensilo su me 1 0S. 

AMGR/03 SCREENX 

AMQH/CIA SETPAL 

Cambia te schermo da NTSC a PAL. recensita su me 105. 


SPREADSHEET 

AMSP/01 SPREAD 

Foglio a calcoto di semplice uso. recensito su mclO< 

UTILITY 

AMUTiOI MACH III 

Tool per mouse. workOench e CUI. recensno su melos. 

AMUT/02 flULER 

AMUTI03 HEX 

File Editor in esadecimale. recensito su melOS 

AMUTrOS MOM 

Aggiunge menu al worhpench, recensno su mc104. 

AMUT/05 CB 

Per avere un Log delle funzioni di I/O, recensito su mct 04 

/W4UT-06 26TAVIHUS 

Antivirus recensno su me 104 

AMUT/07 OIRMASTER 

Utilny per gesuie I lite, recensito su itk 105. 

AMUT/08 KDC 

Per spostarsi nelle Oneetory, recensito so me 105. 


AMUT/10 CD2TAPE 

Se registrale CO su cassane audio, recensito su me 1 05 

AMUT/11 BBS S Log 

AMUT/12 UTILITIES 

Comandi CLIdoS'inca Recensito mct 06. 

AMUT/13 VIEW60 II 

Visualizzalore di lesli Recensito mc106 

AMUT/14 MATCALC 

AMUT/15 ICONMASTER 

Ednor di icone Recensite mc106 

AMUT/16 HERMIT 

Cattura lo schermo in un file. Recensito rncl06 

AML/T/17 TURBO IMPLODER 


MACINTOSH 

GIOCO 

M1G1/01 STELU06SCURA 

Gioco Spaziale m 30. Recensito su me 106 

MIGI/02 PARARENA 

RoNeiboard sullo Skateboard. Recensito su me 106. 

MIGI/03 VIDEO POKER FOR FUN 

Siele a Rino 0 Las Vegas Recensno me 106. 

MIGH04 SPACE STATION PHETA 

Su e giù per te scale. Recensito me 106 

MIGL05 STRATEGO 

Gioco di strategia con te carie Recensno me 106 

GRAFICA 

MIGR.OI CALENDAR MAKER 

Per stampare catendan personakzzBli Recensito rnc 106 


VARiOS DIET DISK 

Vi dice tulio (0 quasi) suite diala e non osavate cniedere 

VAR'06 ELEMENTARV C 

Sena di louUnes m C Numerosi file. Ira cui uno per la 
gestione di un Hayes SmartModem 

VARIO? RECIPES 

VAR/DS PERSONAL C COMPILER 

Semplice compilalcre C. recensito mct 05 

VAR'06 MOUSE.TPU & NEWEXEC 

VAR/10 THS. PRINTS GESTECC 

Unn in Turbo Pascal, recensite su mcl 06. 

VAR/11 ARIANNA 

CAEfCorrteulerAIed Enganeenngl. recensno sumct06. 


WORDPROCESSOR 


WPH/01 

Per insegnare ai bambini 


WPR/02 


W.P.FOR CHILDREN 
la lingua inglese, t'uso del 

FREEWORO 


Strumento per la videoscnttura , recensito su mc103. 

WPR03 PCVmiTE 

EHioenle WP. Consiglialo l'hard disk Recensite su me 1 06 


WPR04 THESAURUS PLUS 

TSR etie suggerisce una sene di sinommi |in inglese) Pud 
essere utilizzate con telaboralore di tese lavcmta 


WPRiOS 


GALAXV 


VideoscrHTura logica proiessio 


GIOCO 


AMIGA 


AMGI/02 




WEUTRIX 


AMUT/09 XCOPYIII 

Veloce copiaiore di dischetti, lecensiiosu me 105 

Compilare e spedire a 

MCmicrocomputer • Via Carlo Perrier 9, 00157 Roma 

Desidero acquistare il software di seguito elencato 
al prezzo dì L 6.000 a titolo (ordine minimo: tre titoli). 

Per l'ordinazione inviare l'importo (a mezzo assegno, o'c o vaglia 
postale) alla Technimedia srl, Via Carlo Perrier 9, 00157 Roma. 


dischetti da 

n 3.5" 

□ 5.25' 

DCodice: 

SlCodice: 

9)Codice: 

21Codice: 

eiCodice; 

lOlCodice; 

3)Codice: 

7)Codice: 

1 DCodice: 



Nome e Cognome 
Indirizzo 


CAP/Città 


Telefono 


MCmicrocomputer non olire alcuna garanzia e non si assume alcuna responsabilità sugli 
eventuali danni diretti o Indiretti derivanti dall'ulilizzo del software distribuito 


PD SOFTWARE MAC 


PD & Mele 

£// Valter Di Dio 


Da questo numero inizia la 
pubblicazione dei programmi 
di PD per Macintosh sia 
prelevati dai circuiti classici 
IBBS 0 Distributori) sia inviati 
direttamente dai lettori. A tal 
proposito ricordo che tutto il 
software inviato deve 
rispettare esattamente le 
prescrizioni che troverete 
insieme al tagliando da 
compilare e inviare alla 
redazione. I programmi che 
non dovessero rispettare le 
norme saranno scartati anche 
se ottimi, quindi siate precisi. 
Tutti i programmi di pubblico 
dominio o shareware inviati 
dai lettori, e che saranno 
pubblicati, verranno immessi 
nel circuito internazionale del 
PD. in MC-Link e saranno 
comunque ricompensati. 
Quindi chi ha già scritto 
qualcosa di interessante, 
magari anche un semplice 
stack di HyperCard, ce lo invii 
subito: gli altri... al lavoro! 


Stella O bscura 1.0 

* 1990 Soft Dorothy Software 
Shareware iWSI 

Stella Obscura in realtà più che un gio- 
co è un tentativo di creare un videogame 
tridimensionale. Infatti l'autore, oltre a 
chiedere un compenso più modesto ri- 
spetto agli altri prodotti della stessa soft- 
ware house, chiede anche la collabora- 
zione degli utenti perché gli inviino una 
lettera con le proprie impressioni sull'u- 
so del gioco. 

Ci sono attualmente tre metodi di ge- 
nerazione di immagini tridimensionali su 
schermi di computer, ottenuti dalle com- 
binazioni tra monitor monocromatico o a 
colori ed immagine finale in bianco e ne- 
ro o a colori (i più bravi in matematica 
obietteranno che le combinazioni sono 
quattro, ma quella monitor in B/N e im- 
magine a colori è attualmente impossi- 
bile). 

Il primo sistema, il più antico, consiste 
nel creare due immagini affiancate, una 
per ciascun occhio, e usare un apposito 
visore per «convogliarle» all’occhio giu- 
sto, Ai miei tempi andava di moda un 
aggeggio che si chiamava View Master 
che sfruttava questo principio: le imma- 
gini possono essere sia in bianco e nero 
che a colori, l’effetto è ottimo ma serve 


un apposito visore. Un secondo sistema 
sfrutta un monitor a colori per sovrap- 
porre le due immagini, destra più sini- 
stra, su un’unica schermata usando due 
colon complementari (generalmente 
rosso e verde) ; con un paio di economici 
occhiali di plastica colorata si separano 
le due immagini che poi l'occhio, o me- 
glio il cervello, fonde tn un’unica imma- 
gine tridimensionale monocromatica. 

Il terzo metodo, che è l'unico che per- 
metta di avere immagini tridimensionali 
a colori da un unico schermo, è piuttosto 
costoso e scarsamente usato nel campo 
video (si usa spesso nel cinema invece), 
utilizza un paio di occhiali con lenti po- 
larizzate montate a novanta gradi (di ro- 
tazione!) e uno schermo polarizzante a 
cristalli liquidi piazzato davanti al monitor 
e «sincronizzato» con il programma gra- 
fico; le immagini destra e sinistra ven- 
gono proiettate in successione cambian- 
do di volta in volta la polarizzazione dello 
schermo a cristalli liquidi. 

Visto che la maggior parte dei MAC ha 
il monitor monocromatico la scelta del- 
l'autore di Stella Obscura è stata ovvia- 
mente (a prima, scelta che costringe 
quindi l'utente a costruirsi il visore ap- 
propriato, Le istruzioni sono tutte nel 
programma sotto un apposito menu, sal- 
vo il fatto che fanno riferimento ad un 



Stella Obscura 1.0. 




266 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 



PD SOFTWARE MAC 


«saltines cracker box» di una forma in- 
solita per noi. Nessun problema comun- 
que. io ho usalo semplicemente un sin- 
golo foglio di cartoncino nero, anche se 
è senz'altro più comodo per chi vuol gio- 
care a lungo costruire il visore completo. 

Il gioco è un classico star war dove si 
devono colpire le astronavi nemiche, 
detto cosi sembra un po’ stupido e da- 
talo, ma devo confessare che ci sono 
rimasto attaccato a lungo per l'emozione 
che l'effetto tridimensionale regala al 
gioco. Tanto che spero che questa stra- 
da venga presto seguita da altre softwa- 
re house, magari con l'opzione degli oc- 
chialetti colorati su monitor a colori che 
consentirebbero di usare tutta l’ampiez- 
za dello schermo. Funziona su qualsiasi 
MAC anche sotto Multifinder. 


Pararena 1.1 

1990 Soft Dororhy Software 
Shareware i8S) 

Come molti shareware il gioco che 
viene distribuito PD manca di alcune 
opzioni importanti, per averle si deve in- 
viare airindirizzo deH’autore una pas- 
sword: vi sarà comunicata allora una 
chiave con cui è possibile sbloccare al- 
cuni menu nascosti. Periodicamente co- 
munque il gioco si blocca di nuovo e bi- 
sogna conoscere la coppia password- 
chiave per sbloccarlo nuovamente. A 
parte queéta protezione originale, il pro- 
gramma è sviluppato molto bene e il gio- 
co è interessante e spesso avvincente. 
Si svolge m una arena a forma di conca 
tra due giocatori su skateboard armati di 
scudo che si contendono una palla da 
infilare nella porta deH'awersario. L'idea 


generale è un po' quella di Rollerboard 
solo che qui si usano gli skate e i gio- 
catori sono solo due. Prima di iniziare la 
partila contro uno dei quattro avversari 
standard consiglio un sano allenamento 
alla cattura della palla e quindi al cen- 
traggio della porta. Tutte e due cose 
semplici a descriversi ma molto compli- 
cate in pratica, infatti la palla può essere 
catturata solo se la affiancate alla stessa 
velocità, altrimenti viene calciata via. C'è 
anche un tempo massimo (alcuni secon- 
di) oltre il quale la palla trattenuta viene 
annullata. 

GII scontri «fisici» con l'avversario 
complicano ulteriormente il controllo 
della palla e della traiettoria dello skate. 
Insomma, almeno per i primi tempi, ci 
sarà da sudare! Molto bella la grafica an- 
che se monocromatica, e molto veloce 
il gioco anche sui MAC classic. Funziona 
correttamente anche sotto Multifinder. 


Calendar Maker 2.2 

' 1985-86 CE software 
Shareware (30$> 

Come il nome suggerisce questo pro- 
gramma permette di creare calendari 
personalizzati. Dalla data di sviluppo si 
desume chiaramente che non è certo 
una novità, però presenta alcune carat- 
teristiche degne di nota. Per esempio, 
come potete vedere dalle fotografie, è a 
colori anche se quando questo program- 
ma è stato scritto i Macintosh a coiori 
non esistevano ancora (in italia era ap- 
pena uscito il Plus), e questo la dice lun- 
ga su come il MAC sia una macchina 
fuori dal comune. Il programma infatti 
gestiva il colore sulla stampante e il vi- 


deo, 0 meglio il QuickDraw, riconosce gii 
stessi attributi e li visualizza corretta- 
mente, naturalmente sono a colori solo 
quelle parti che erano pensate per la 
stampa e i colori disponibili sono solo ! 
sei della Imagewriter. Comunque con 
l'uso dei nuovi mezzi (scanner, laser 
ecc.) il Calendar Maker potrebbe cono- 
scere una nuova giovinezza, almeno fino 
al 2030, massimo anno disponibile sul 
calendario. La grafica naturalmente è un 
po' datata e spartana, ma consente di 
importare grafici da altri programmi. Fun- 
ziona tranquillamente sui nuovi Macin- 
tosh anche con il Multifinder e gestisce 
la stampa sul formato A4 cosa questa 
piuttosto rara tra i prodotti d'oltreocea- 
no. 


Video Poker for FUN 1.0 

by Jon Magg:ora 
® 1990 

Shareware 15$) 

Video Poker for FUN è una versione 
ridotta di Video Poker for REAL che ha 
molte funzioni in più o comunque po- 
tenziate. Nella versione commerciale 
REAL è possibile avere statistiche e gra- 
fici dei profitti e delle perdite, farsi aiu- 
tare nella scelta delle carte da cambiare 
oltre ad esserci il «sonoro»; Video Poker 
for REAL «costa» 25 Dollari USA da in- 
viare aH'indirizzo dell'autore che fornirà 
per posta la più recente versione del gio- 
co compreso il manuale d'uso. Quanto 
a Video Poker for FUN è un semplice 
gioco del Poker a 52 carte, come quello 
delle sale da videogioco, si punta una 
certa cifra e a seconda del punteggio ot- 
tenuto si ottiene una determinata vìncita 



Calendar Maker 2 2. 


Video Poker for FUN 1.0. 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


267 







eccezioni. Se Is carta su cui si finisce è 
una bomba si saita in aria, in pratica si 
viene mangiati, a meno che non ci si sia 
finiti sopra con l'artificiere. Una carta 
speciale, lo scout, gode di particolari 
possibilità di movimento. Visto che tut- 
te le carte sono coperte il gioco è ef- 
fettivamente complesso. Innanzitutto si 
deve partire da una buona disposizione 
delle proprie truppe (non copiate quella 
della foto: è casuale) poi bisogna ricor- 
darsi i punteggi delle carte avversarie 
che ci hanno mangiato (una volta man- 
giata la carta viene rivoltata nuovamen- 
te) e, infine, tener presente che le bom- 
be non si possono muovere; quindi se 
una carta non viene mossa dall’inizio del 
gioco probabilmente è una bomba! Già 
da questa versione esiste la possibilità 
di salvare una situazione iniziale su di- 
sco in modo da non dover perdere tem- 
po ogni volta che si inizia a giocare per 
riposizionare tutte le carte, operazione 
per cui ci vogliono alcuni minuti. 

E veniamo alle cose piu interessanti: 
la versione commerciale. Nella versione 
demo ci sono alcune voci dei menu non 
selezionabili, due di queste sono parti- 
colarmente interesanti: la prima è il co- 
lore, a cui tra l'altro fa riferimento il ma- 
nuale di gioco, la seconda è la possibi- 
lità di giocare contro un avversario «re- 
motoii con un collegamento via Mo- 
dem. In pratica due giocatori anche di 
città (o nazioni) diverse possono giocare 
una partita insieme collegati attraverso 
la linea telefonica. Inoltre nella versione 
commerciale sono state potenziate le 
capacità decisionali della macchina che 
attualmente si può battere se si gioca 
con un po' di attenzione. 

Il programma è piuttosto esoso in ter- 
mini di memoria, ma è in grado comun- 
que di girare anche con soli 250 Kappa 
liberi. Lavora bene sotto Multifinder e 
non ha dato mai problemi di bombe (a 
parte quelle del gioco che hanno oltre- 
tutto la stessa icona). 

c® 


oppure si perde la posta se non si fanno 
punti. Niente di eccezionale quindi, ma 
comunque abbastanza rilassante da pas- 
sarci alcune ore davanti senza accorger- 
sene. La grafica è buona anche se in 
questa versione «FUNh è molto sem- 
plificata; molto carino il dorso delle carte 
che cambia tra una giocata e l'altra tra 
cui un mazzo di carte dal dorso marmo- 
rizzato. Non pensate comunque di met- 
tere la gettoniera al MAC per rifarvi delie 
spese perché perdereste anche la ca- 
micia. In ogni caso: buona fortunal 


Space Station Pheta 2.0 

by Tad Woods 
* 1989 T&T software 
Shareware (12$) 

La versione shareware di questo gio- 
co presenta un numero di schermate li- 
mitato a dieci; per avere disponibili le 
altre 90 schermate più la possibilità di 
crearsene delle nuove o personalizzare 
la propria copia del gioco si devono in- 
viare 10$ (due di più per i non residenti 
negli USA) aH’indirizzo dell’autore che 
prowederà a inviare un codice di sbloc- 
co della copia in vostro possesso. È vie- 
tato distribuire copie «sbloccate» men- 
tre è permesso, anzi consigliato, diffon- 
dere al massimo le copie bloccate. Il 
gioco è assai semplice, almeno da rac- 
contare, si tratta di condurre un omino 
in giro per il classico labirinto di scale 
porte e salti, prendere gli oggetti che si 
trovano sparsi sui vari piani della scher- 
mata e passare al livello successivo. Il 
tutto senza cadere nei soliti trabocchetti 
ed entro un tempo limite dato dalla ri- 
serva d'aria contenuta nelle bombole, 
lungo il percorso si trovano comunque 
bombole supplementari e altre riserve 


di energia. Più difficile è riuscire a risol- 
vere tutti e cento gli schermi, ma nella 
versione sbloccata è possibile salvare la 
situazione attuale per poterla riprendere 
in un secondo momento. Molto utile 
l’help della barra dei menu che consen- 
te di visualizzare la soluzione della 
schermata attuale o di qualunque altra a 
scelta. 

Per fortuna si gioca col mouse che è 
molto meno faticoso della tastiera. Se 
avete un MAC a colori tutto di guada- 
gnato. La grafica, come potete vedere 
dalle foto, è abbastanza semplice ma In 
compenso tutti i suoni sono campionati 
(se avete almeno un Macintosh SE) e 
funziona anche sotto Multifinder. 


Stratego 0.95 

by Ken Me Leod 

1987 Blue Cloud Software Verìtures 
DEMO Public Domain 


Questo non è un software di pubblico 
dominio! Cosi avverte la schermata del- 
le informazioni sul gioco; in effetti si 
tratta della versione «demo» di un pro- 
gramma che proprio in questi giorni è 
pubblicizzato in Italia. Anche se in ver- 
sione «semplificata» il gioco è veramen- 
te avvincente. Per chi non conosce 
Stratego (un gioco di carte della Milton 
Bradley Company) si tratta di difendere 
la propria bandiera dall'attacco del ne- 
mico, e nel frattempo conquistare la 
bandiera avversaria. Nel gioco reale, 
quello con le carte, queste sono a faccia 
in giù e su ciascuna di esse è disegnata 
una figura: un soldato, la bandiera, una 
bomba eccetera. Ogni soldato ha un 
punteggio e quando due carte occupa- 
no la stessa casella quella col punteggio 
inferiore «mangia» l’altra, salvo alcune 


MCmtcrocomputer n 106 - aprile 1991 







Inoltre EXPANZ ha le seguenti caratteristiche: 

' ► Installazione semplicissima 

•: ► Integrità dei dati garantita al 100% 

" ' ► Utilizzo completamente automatico 

j ► Compatibile con ogni tipo di file 
u ► Adatta ad ogni tipo di applicazione 
B ► Elimina la barnera dei 32 MB 
m ► Non penalizza la velocità del computer 
H ► Evita l’acquisto di costosi hard disk. 


La scheda EXPANZ aumenta di oltre tre volte la 
capacità del disco fisso installalo sul computer 
utilizzando un coprocessore per la compressione 
in tempo reale di qualsiasi file memorizzato. 

La capacità del floppy disk può essere aumentata 
di oltre nove volte oppure lasciata inalterata, a 
scelta dell'utente. 

EXPANZ è una scheda standard a 8 bit 
per qualsiasi PC, XT,AT, 386, 486, PS/2 
p. r.nmnatìhilL 


Disco fisso senza Expanz 
□ 

Disco fisso con Expanz 


jJ^ 


EXPANZ è distribuita da 


Pw magixan ntwTTaaon coinMte e soMir: 3 



RivBMiiws □ uiwiteida □ 

NOME COGNOME 

WIENDA 


rELEFONO 

CAP On<L 



MCmicroCAMPUS 

SOFTWARE & UNIVERSITÀ 


di Gaeiano Di Stasio 


Progetto «Calcolo Parallelo» 

di Renato Del Balio e Antonio d'Acìemo 


Sta nascendo nell'area 
napoletana, nell'airibito del 
progetto «Calcolo Parallelo», 
proposto dall'Istituto per la 
Ricerca sui Sistemi Informatici 
Paralleli II.R.S.I.P.I del 
Consiglio Nazionale delle 
Ricerche, un laboratorio per il 
calcolo parallelo e 
l'intelligenza artificiale in 
grado di costituire un centro 
di eccellenza scientifica e 
tecnologica a livello mondiale 


Obiettivi 

Il progetto é basato su bi un’ampia 
cooperazione multidisciplinare fra grup- 
pi di ricerca qualificati allocati su tutto il 
territorio nazionale e, con particolare 
riferimento al Mezzogiorno, nell’area di 
Napoli, ed ha l’obiettivo di costituire; 

— un polo di attrazione a livello interna- 
zionale per investimenti produttivi ed 
insediamenti industriali nei campo delle 
tecnologie avanzate; 

— una struttura di supporto e coopera- 
ztone a tutte le attività produttive già 
presenti e che possono trarre vantaggi 
dall'applicazione in ambito ingegneristi- 
co di sistemi estremamente potenti ed 
economici quali i calcolatori a paralleli- 
smo massiccio. 

Ambito scientifico e tecnologico 

Le linee di ricerca istituzionali svilup- 
pate presso l’Istituto sono tutte ricondu- 
cibili nell’ambito del «Parailel Compu- 
ting», con particolare riferimento alle 
metodologie di progettazione e realizza- 
zione di sistemi integrati hardware-soft- 


ware di tipo general-purpose, special- 
purpose e per applicazioni di intelligenza 
artificiale. D’altra parte da alcuni anni si 
è avvertita presso l’Istituto l'esigenza di 
un approccio multidisciplinare a tale atti- 
vità di ricerca, in cui alle competenze 
più specificatamente architetturali si an- 
dassero ad affiancare quelle relative ai 
linguaggi ad altissimo livello per le appli- 
cazioni (logici, funzionali, ad oggetti ed 
imperativi in cui il parallelismo è espres- 
so in modo esplicito), alle metodologie 
di progettazione e realizzazione di algo- 
ritmi per macchine parallele e alla inge- 
gneria del software e metriche per il 
software parallelo. Peraltro va eviden- 
ziato che per svolgere una attività di 
ricerca veramente avanzata in tale area, 
oltre alla creazione di un ambiente di 
ricerca multidisciplinare, è necessario 
svolgere sia una attività di Prototyping 
intensivo hardware-software di soluzio- 
ni architetturali estremamente avanzate 
(realizzazione di prototipi a partire da 
macchine reali), sia la sperimentazione 
dei vari modelli computazionali ed archi- 
tetturali su un set mimmo completo di 
sistemi paralleli. Per far fronte a tali due 
esigenze è evidentemente necessario 
disporre di un laboratorio-computer ap- 
positamente attrezzato in grado di costi- 
tuire un vero e proprio «testbed» per 
architetture parallele sia general-purpo- 
se. sia per Intelligenza artificiale. 

L'approccio seguito 

In questi ultimi tempi l'elaborazione 
parallela ha raggiunto un grado di matu- 
rità sufficiente, caratterizzata dalla di- 
sponibilità di numerose macchine com- 
merciali e di numerosi prototipi operativi 
presso numerose università e centri di 
ricerca, che permettono di ottenere del- 
le prestazioni pari a quelle degli attuali 
supercalcotatori o anche superiori. 

Risulta ormai evidente che l’elabora- 
zione parallela su larga scala permette 
di raggiungere livelli di performance ve- 
ramente elevati e costituisce, pertanto, 
uno degli approcci più promettenti alta 
realizzazione dei supercalcolaton della 
prossima generazione. 

Le soluzioni architetturali adottate do- 

MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991 



Figura I - Integrazione degli approcci "Camputer Science» e «Computationel Science». 
270 


MCmicroCAMPUS 

SOFTWARE & UNIVERSITÀ 


vranno permettere di sfruttare ai meglio 
le tecnologie più avanzate sia dal punto 
di vista hardware che software (VLSI, 
metodologie di progettazione. linguaggi 
di programmazione ad altissimo livello, 
strumenti di sviluppo, metodologie di 
programmazione parallela) ed essere 
basati su di una integrazione hardware- 
software sempre più completa. 

Fino ad ora, per la soluzione di tali 
problematiche sono stati seguiti due 
approcci (dComputational Science» e 
"Computer Science»), sviluppatisi in 
ambienti di ricerca accademici diversi 
(informatica, matematica applicata, fisi- 
ca e chimica computazionale etc.), con 
estensione alfambito industriale. Peral- 
tro. proprio sulla base delle esperienze 
effettuate neH'ultimo quinquennio è ma- 
turata la necessità di sviluppare in un 
unico ambiente integrato tutti e due i 
tipi di approccio (figura 1) creando grup- 
pi di ricerca con specifiche competenze 
multidisciplinari e laboratori attrezzati 
con sofisticati strumenti hardware e 
software. 


Approccio aComputational 
Science» 

L'approccio «Computational Science» 
si basa sul tentativo di derivare i principi 
fondamentali della elaborazione paralle- 
la mediante l'analisi e la generalizzazio- 
ne dei risultati di implementazioni con- 
correnti esplicite sviluppate per risolve- 
re problemi reali appartenenti ad un 
insieme i) più ampio possibiie di applica- 
zioni, su di una ben definita classe di 
macchine parallele. Tale procedimento 
può essere ripetuto per tutte le classi 
architetturali di interesse, prevenendo 
così al mapping ottimale applicazioni- 
architetture (per esempio una simulazio- 
ne di rete neurale su microcomputer 
array potrebbe essere una realizzazione 
ottimale applicazione-architettura). 

Mettendo insieme tutte le «lezioni» 
che si possono trarre «usando calcola- 
tori paralleli reali per risolvere problemi 
reali con software reale», è possibile 
acquisire il know-how necessario per la 
progettazione delle macchine parallele 
general-purpose del futuro. 

Per ciò che riguarda gli aspetti rea- 
lizzativi, la validazione deH'implementa- 
zione di tipici algoritmi per le diverse 
classi di applicazioni e la valutazione 
delle prestazioni sulle diverse architettu- 
re di macchine, presenta la necessità di 
disporre di un laboratorio per il «test- 
bed» di algoritmi e architetture, dotato 
di almeno una macchina per ciascuna 
classe architetturale. 


Approccio «Computer Science» 

Nell'approccio «Computer Science» il 
punto di partenza è la strutturazione in 
senso verticale di un sistema di elabora- 
zione parallela mediante livelli di integra- 
zione ordinati gerarchicamente. 

Ciò si ottiene adoperando un approc- 
cio strutturato e «language first», ovve- 
ro partendo dalla definizione di un lin- 
guaggio di programmazione, si passa 
alla progettazione vera e propria del 
sistema che implementa la semantica 
del linguaggio stesso in modo da soddi- 


sfare. in termini di funzionalità e presta- 
zioni. i requisiti individuali per il super- 
computer della prossima generazione, 
utilizzando le tecnologie a disposizione 
nei modo più efficiente ed affidabile 
possibile. 

Per ottenere un buon laboratorio di 
«testbed» è necessario quindi un am- 
biente di supporto di alta qualità, una 
architettura modulare ed espandibile, 
con una rete di interconnessione riconfi- 
gurabile e la realizzazione di un sistema 
operativo con il nucleo implementato 
efficientemente in firmware. 



MCmicrocompuier n. 106-aprile 1991 


271 


MCmicroCAMPUS 
SOFTWARE & UNIVERSITÀ 


Dimensionamento 
dei laboratorio 

I architettura generale dell'insieme di 
strumenti integrati hardware/software é 
quella mostrala in figura 2. 

Essa, come si vede, é costituita da un 
ceno numero di macchine disponibili 
sul mercato e da alcuni prototipi 

Si tratta di più sistemi di elaborazione 
tra loro integrati e complementari per 
quanto attiene alle modalità di impiego 
ed ai settori applicativi Tali caratteristi- 
che sono irrinunciabili al fine di perveni- 
re agli obiettivi scientifici e tecnologici 
previsti Tali macchine sono collegate 
ad una LAN Ethernet che costituisce 
l’accesso principale a tutti i sistemi e 
che a sua volta è collegata attraverso un 
router alla rete geografica del CNR. 

La sottorete ad altissima velocità è 
prevista per permettere, in prospettiva, 
di valutare un secondo tipo di approccio 
alla architettura dei supercomputer della 
prossima generazione un sistema di- 
stribuito di macchine general-purpose/ 
single-style in cui ogni macchina, m 
funzione del proprio stile di programma- 
zione, sia anche utilizzabile singolar- 
mente (per poter scegliere ad esempio 
fia le altre una macchina a memoria 
distribuita con protocollo di comunica- 
zione tra processi sincrono). La «vista» 
unica del sistema dovrà, naturalmente, 
essere garantita da un sistema operati- 
vo decentralizzato. 

Allo scopo di rendere disponibile un 
insieme di strumenti integrato veramen- 




Foio t Meiko CcOTiDui'ng Surlace/Pil^a II System 


te completo, la scelta delle macchine e 
stata effettuata in maniera estrema- 
mente accurata. In particolare, i criteri di 
scelta sono stati fissati con riferimento 
alle attività da effettuare per sviluppare i 
due suddetti approcci e tenendo conto 
delle caratteristiche dei sistemi prototi- 
pali disponibili 

I parametri architetturali scelti ai di- 
versi livelli di astrazione sono i seguen- 
ti approccio al parallelismo (implicito, 
esplicito), modello di concorrenza per la 
cooperazione tra processori (sincrono, 
asincrono), granularità delle attività con- 
correnti (fine, media, grande), modalità 
di parallelismo (replicazione, partiziona- 
mento), meccanismo di sincronizzazio- 
ne (data parallel, control paralleli, auto- 
nomia del sistema (hosted, stand-alo- 
ne). meccanismo dei dati (shared me- 
mory, memory passing), modello di co- 
operazione (ambiente locale, ambiente 
globale). 

Attualmente le risorse disponibili 
sono: 


— Meiko Computing Surface, 
un microcomputer array neon- 
figurabile. composto da 256 
transputer T800 della INMOS 
Tale calcolatore a parallelismo 
massiccio rappresenta, con i 
SUOI 0.5 GFIops. uno dei piu 
potenti computer paralleli in- 
stallati in Europa (foto 1) 

— Prototipo PiNa I. con 32 
nodi di elaborazione basati su 
transputer T414 (foto 2). 

— PiNa II System, un siste- 
ma MIMO con 64 nodi Multi- 
transputer progettato per sup- 
portare in maniera efficiente 
linguaggio concor- 
rente di alto livello. L'hardwa- 
re di tale sistema è basato su 
quello della Meiko (!^. 

— Ipercubo FPS T40, un si- 
stema del tipo MIMO con 32 
nodi di elaborazione ciascuno 
con processore vettoriale (foto 3). 

— FPS 500, un sistema parallelo a me- 
moria condivisa, con 2 processori scala- 
ri e 2 vettoriali (foto 4). 

Sistema ITEM con 64 nodi di elabo- 
razione basati su transputer T414. 

— VAX 11/750 con Array Processor 
FPS 5420 (foto 5). 

Le apparecchiature previste per una 
espansione futura sono: 

— Microcomputer Array NCUBE 6410 
con 64 nodi di elaborazione e Sparcsta 
tion. 

— Sistema parallelo Meiko CS a me- 
moria distribuita con 16 nodi di elabora- 
zione basati sul processore Intel i860. 

— Data Base Machine a parallelismo 
massiccio Meiko con 4 Istanze Oracle. 

— Connection Machine 11, un sistema a 
parallelismo massiccio del tipo Logic 
Énhanced Memory con 4096 proces- 
sori. 

— FPS 500EA, un sistema parallelo in- 
tegrato eterogeneo con coprocesson a 
matrice. 


Nuova versione del Net Solver System 

È presente in redazione presso l'ufficio diffusione e quindi anche su MC-Link 
l'ultima versione del Net Solver System per (a progettazione di reti logiche con l’ausilio 
dell’Intelligenza artificiale (versione 1.3) Della versione 1.1 si é parlato nella rubrica 
MCmicroCAMPUS sul numero 88 di MCmicrocomputer 

Fra le tante cose in tale versione si è snellito di molto il motore inferenziale in 
particolare della sezione relativa alla minimizzazione e copertura di funzioni booleane 
Questo ne ha velocizzato di 2/3 le prestazioni e di 1/3 quella relativa alla minimizza- 
zione di automi, rendendo inoltre possibile l'utilizzo del pacchetto su sistemi MS-DOS 
dotati di 512kb. 

Sono stati eliminati poi alcuni problemi presenti nelle precedenti versioni nella 
fase di eliminazione alee statiche e la documentazione é ora di quasi 150 pagine 
(manuale di utente e di nfenmento). 

Vi sono, per concludere, circa 50 esempi su disco per rendere ancora piu semplice il 
primo approccio 


272 


(VlCmicrocompuler n. 106-aprile 1991 




MCmicroCAMPUS 

SOFTWARE & UNIVERSITÀ 


lenza sta già fornendo, d’altra parte, 
all'industria aeronautica vantaggi per 
quanto concerne la riduzione dello 
shock e della resistenza aerodinamica in 
aerei a velocità ultrasonica. 

L’impiego di attrezzi più sofisticati e 
potenti e di algoritmi «ad hoc» potrebbe 
permettere una previsione più accurata 
delle prestazioni nella progettazione di 
elicotteri, automobili e camere di com- 
bustione per turbine a gas. 

Un impatto simile è previsto per la 
metereologia. l'oceanografia, la geofisi- 
ca e l'astronomia, campi in cui i proble- 
mi riguardanti la natura del moto dei 
fluidi sono di sommo interesse. 


Conclusioni 


— Rete di integrazione ad altissima ve- 
locita (FDOI). 

Applicazioni 

Per realizzare un ambiente di ricerca 
multidisciplinare si sono costituiti gruppi 
di ricerca misti in collaborazione con 
Dipartimenti ed Istituti deH’Universilà di 
Napoli, Salerno, Bari, Pisa e con altri 
Istituti del CNR. 

Ciò prelude, anche attraverso i) coin- 
volgimento di ricercatori dell’industria, 
alla costituzione di un vero e proprio 
settore «Applicativo», intendendosi per 
tale l'insieme delle discipline in cui si 
svolgono attualmente ricerche d'avan- 
guardia, che abbisognano di mezzi di 
calcolo sofisticati, tale da poter preve- 
dere la costituzione di gruppi di ricerca 
interdisciplinari. 

Biologia. Fluidi, plasma e turbolenza. 
Chimica e Fisica dello stato solido. Mec- 
canica dei solidi. Sistemi dinamici non 
lineari. Simulazione di reti neurali. Ima- 


go processing, Speach Recognition, so- 
no soltanto alcune delle discipline che 
possono trarre vantaggi daH'applicazio- 
ne di sistemi estremamente potenti 
quali i calcolatori a parallelismo mas- 
siccio. 

Sono in corso attualmente collabora- 
zioni che hanno portato a risultati estre- 
mamente interessanti con Aeritalia per 
la produzione di software parallelo per 
la Fluidodinamica Computazionale e con 
IRECE, per l'elaborazione in tempo rea- 
le di immagini SAR, di interesse per il 
settore aerospaziale. 

Si ritiene interessante riportare, a tito- 
lo esemplificativo, alcuni degli impatti 
che é lecito aspettarsi dalla loro attività; 
la creazione su supercomputer di mo- 
delli matematici tridimensionali di feno- 
meni come le onde d'urto nei flussi 
subsonici e di simulazioni di plasmi ad 
alta temperatura bombardati da fasci di 
elettroni veloci. 

Una comprensione più profonda del 
comportamento dei fluidi e della turbo- 


Allo stato, lo sviluppo simultaneo nel- 
lo stesso ambiente integrato del- 
l'approccio «Computational Science» e 
di quello «Computer Science», previsto 
dal progetto, sembra essere la migliore 
soluzione per individuare quale debba 
essere l'architettura generale integrata 
hardware/software delle macchine ge- 
neral-purpose degli anni '90. 

Peraltro, il bilancio che è possibile 
fare dopo poco meno di un anno di 
attività, con risorse tecnologiche ed 
umane non ancora complete, è estre- 
mamente positivo, sia in termini di 
know-how scientifico e tecnologico 
consolidato, sia in termini di validazione 
delle enormi potenzialità di ricaduta oc- 
cupazionale ai livelli medio-alti di tale 
tipo di iniziativa. 

Nel prossimo appuntamento illustre- 
remo uno dei fiori all'occhiello del Labo- 
ratorio, la Meiko Computing Surface, un 
supercomputer parallelo dalle prestazio- 
ni eccezionali. 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


273 



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MC-Lìnk: la M)aìlbox 

di Corrado Giuslozzi 


La MIailbox, assieme alla 
corrispondente F)ilebox, è il 
mezzo col quale gli abbonati 
ad MC-Link possono 
scambiarsi messaggi e file a 
carattere privato. Si tratta di 
una vera e propria casella 
postale dotata di sofisticati 
comandi che permettono di 
controllare lo stato dei 
messaggi in arrivo ed in 
partenza, leggere quelli 
arrivati smistandoli 
eventualmente ad altri 
abbonati, prepararne di nuovi, 
e via dicendo per una nutrita 
serie di opzioni 


Oggetto della puntata di questo me- 
se. la prima ad addentrarsi più in det- 
taglio nell'esposizione delle caratteristi- 
che di MC-Link, è la M}ailbox. Il perché 
è presto detto: la conoscenza del fun- 
zionamento della mailbox è importante 
non solo per l'intrinseca utilità di tale 
funzione (che. lo ricordo, consente a 
ciascun abbonato di scambiare messag- 
gi privati con gli altri), ma anche In quan- 
to essa risulta molto esemplificativa del 
funzionamento di quello che è il vero 
cuore di MC-Link, ossia le aree di con- 
ferenza elettronica. Se si sa usare bene 
la mailbox non si avranno problemi nelle 
conferenze in quanto I principi basilari 
relativi alla lettura e scrittura dei mes- 
saggi sono gli stessi. Ovviamente nelle 
aree di conferenza vi sono diversi co- 
mandi in più, ad esempio quelli relativi 
alla ricerca delle aree tematiche ed allo 
spostamento fra di esse, ma aH’interno 
di ciascuna area il lavoro avviene prati- 
camente come in mailbox. É dunque 
doppiamente importante capire bene il 
funzionamento della mailbox in quanto 
tale conoscenza ci servirà quando par- 
leremo delle conferenze. Ed è dunque 
da qui che ho pensato di iniziare questo 
nostro discorso alla scoperta di MC- 
Link, Discorso che, per motivi di chia- 
rezza espositiva, verrà spezzato in due 
parti: questo mese vedremo la mailbox 
nella sua generalità mentre il mese 
prossimo esamineremo gli speciali co- 
mandi di lettura e preparazione dei mes- 
saggi- 

La M)aHbox generalità 

Forse può apparire pleonastico spie- 
gare cosa sia e a che serva la mailbox 
ma d'altronde non si può evitare di far- 
lo, e dunque a costo di annoiare i più 
esperti comincerò veramente da zero. 

La mailbox di MC-Link è l'equivalente 


della vostra cassetta delle lettere e della 
vostra scrivania: essa vi mette a dispo- 
sizione tutti gli strumenti per ricevere e 
trasmettere «posta», o meglio scambia- 
re messaggi elettronici con altri abbo- 
nati al sistema- Come sono fatti tati 
messaggi, e come si fa a prepararli e 
leggerli, lo vedremo la prossima volta: 
per ora questo dettaglio non ci interes- 
sa. 

La mailbox consiste in realtà di due 
sezioni: quella dei «messaggi in arrivo» 
e quella dei «messaggi in partenza». 
Ogni sezione è dotata di una sua «co- 
da» indipendente nella quale giacciono i 
relativi messaggi: i primi sono ovvia- 
mente quelli in attesa di essere letti da 
voi {sono i messaggi che vi sono arri- 
vati) ed i secondi sono invece in attesa 
di essere letti dai vostri corrispondenti 
(sono i messaggi che voi avete inviato). 
Vedremo presto i meccanismi pratici 
mediante i quali si può interagire con ta- 
li code, prima però mi preme chiarire al- 
cuni concetti base di carattere generale. 

Il primo riguarda appunto il funziona- 
mento generale delle «code» di mes- 
saggi nelle mailbox. In realtà ciascun 
messaggio appartiene a due code diver- 
se: a quella di uscita nella casella del 
mittente ed a quella di entrata nella ca- 
sella del destinatario. Un messaggio 
viene consideralo «vivo» o «giacente» 
fino a quando non è stato letto dal suo 
destinatario (o cancellato esplicitamen- 
te), e fino ad allora esso rimane elen- 
cato in entrambe queste code. L’ope- 
razione di lettura ne provoca, com'è 
prevedibile, la cancellazione sia dalla co- 
da di uscita del mittente che da quella 
di entrata del destinatario- Tuttavia il 
messaggio non sparisce del tutto ma ri- 
mane reperibile ancora per un certo 
tempo. In pratica la cancellazione in se- 
guito a lettura è di tipo logico, ossia i 
messaggi letti vengono marcati come 


MCmicrocomputer n. 106 - nprile 1991 


275 


MC-LINK 


si (06) 4180440 (18 linee ri 
300/1200/2400 baxid - 8H1 c 
OA Itapsc 26S00140 (32 circ. 


C-Un)t 03/03/91 10:50 


: 03/03/91 01:31 


Messaggi In arrivo: 

77541 03/03/91 40 MC5745 HaesiBO V 

77S55 03/03/91 56 MC3920 Giorgio A 

2 msg, 496 byies 

MAILBOX: K)ovita‘, SI lenco, R) icerca, 
Clancellare, P)reparare, Bla 

LEGGERE: SUcgola, G>uidata, Ooncinu 
Leggere Magi (77541 . .77555) ? 

MAILBOX 

Hsgl 77541, 03/03/91 01:57 |40] 

Padre: Hsgf 77535 

Da: MC5745 Massimo Vitali 

A : «C0006 Corrado Giustoiri 


tali ma non rimossi fisicamente dal si- 
stema, Ciò ovviamente è stato preai- 
sposto per comodità degli abbonati che 
potrebbero voler eleggere un messaci- 
gio già letto, 

Tuttavia è chiaro che non è pensabile 
mantenere a tempo indefinito sul siste- 
ma tutta messaggi spediti tramile mail- 
box, sarebbe un onere troppo grande; e 
dunque necessario di tanto in tanto fate 
pulizia dei messaggi 'imorti» oramai su- 
perati ed inutili (parlo ovviamente dm 
messaggi privati perché quelli delle con- 
ferenze, come sappiamo, sono invece 
permanenti). A ciò provvedono opportu- 
ni programmi di manutenzione che, tu'- 
le le notti, si occupano automaticamei 
te di rimuovere fisicamente i messagc|i 
vmorti» e di recuperare lo spazio da loro 
occupato. 

Quando «muore» un messaggio’ 
Quando è stato letto da almeno sette 
giorni o è stato ietto almeno dieci volte 
Come si vede sono condizioni piuttosto 
ampie, tali da garantire la permanenza 
in mailbox dei messaggi ietti per un 
tempo sufficientemente ampio. In 
realtà il sistema effettua anche una spe- 
ciale pulizia sui messaggi non letti, per 
evitare di lasciare in giro messaggi «al>- 
bandonati»: pertanto ogni messaggio 
inviato da più di tre mesi viene ritenuto 
non piu consegnabile e cancellato dV- 
ficio anche se non è stato ancora letto 
dal destinatario- 

Regole analoghe, per la cronaca, val- 
gono nella filebox: qui però i tempi so- 
no sensibilmente più stretti dato che il 
maggior ingombro medio dei file rispet- 
to ai messaggi di testo comporta un 
onere maggiore per il sistema. Cosi m 
filebox un file viene cancellato dopo tre 
giorni dal download o dopo dieci do 
wnload o. in ogni caso, dopo venti gior- 
ni di permanenza sul sistema. 

Naturalmente ciascun abbonato ha fa- 
coltà di cancellare esplicitamente mes- 
saggi dalla propria mailbox: tale cancel- 
lazione è sempre fisica, ossia irreversi- 
bile. Da notare che cancellando un mes- 
saggio dalla coda di uscita [ossia un 
messaggio in partenza) se ne provoca la 


rimozione anche dalla coda di entrata 
del destinatario e viceversa, e ciò anche 
nel caso in cui il messaggio non sia sta- 
to ancora letto dal corrispondente. 

Ultima cosa: il sistema controlla con- 
tinuamente lo stato della mailbox di cia- 
scun abbonato e gli dà tempestiva se- 


gnalazione deH’arrivo di nuovi messaggi. 
Per la precisione tale controllo viene fat- 
to ogniqualvolta l’utente transita per il 
menu principale («MC-Link») di cui ab- 
biamo parlato l'altra volta. Può cosi ca- 
pitare (di ricevere tale segnalazione du- 
rante una sessione su MC-Link e non 
solo airinizio, segno che qualcuno ci ha 
appena mandato un messaggio. 

La sicurezza della MJailbox 

La mailbox, dicevo, è il mezzo con cui 
ci SI possono scambiare messaggi per- 
sonali. È opportuno sottolineare ade- 
guatamente che tali messaggi sono as- 
solutamente privati: il sistema garanti- 



276 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


MC-LINK 


HESSA5g: 0U/2] : A)ttuale> S)ucc< ^logico. 
Qjule?» 

MAILBOX 

Magi 775S5, 03/03/91 09:47 1561 
Padre: Kag* 77496 
Da: KC3920 Giorgio Arnone 
A : HC0006 Corrado Glusrozzl 


PREPARARE: I 


Ogg: Re: Scenari 
Spedire (S/N) 78 
03/03/91 10:50 P 
MESSAGGIO (2/2) ; 


7 — > mailbox MC3920 Giorgio Arnone 


Q)uit 


MAILBOX: 


svita' 


Measaggi In partenza: 

77320 28/02/91 502 MC3S47 P 
77466 01/03/91 243 MCBS31 E 
77468 01/03/91 160 HC4970 1 
77534 03/03/91 17 WI0123 N 
77557 03/03/91 3 MC3920 G: 


r AgonlstiXa News 
no Stavolta! 
e Su Quel lOOOO! E 


4AILBOX: E 


5 bptea 
ta’. E)l( 


ercat U)ltlni, C 


sce che nessun altro, all'infuori del mit- 
tente e del legittimo destinatario, possa 
intenzionalmente o per errore leggere 
un messaggio personale. Il contenuto 
dei messaggi personali non è sottopo- 
sto ad alcun controllo e ad alcuna «cen- 
sura» (come avviene invece per i mes- 
saggi pubblici delle conferenze) in quan- 
to nessuno, neppure i responsabili della 
gestione e della manutenzione del si- 
stema, può leggerli elo modificarli. 

Ovviamente è il programma di gestio- 
ne dt MC-Link ad impedire che un ab- 
bonato possa leggere dei messaggi per- 
sonali che non gli competono, ma oltre 
a ciò sono implementati tre ulteriori 
meccanismi che agiscono simultanea- 


mente e rendono assolutamente ceni- 
ficabile anche ad un'eventuale apposita 
autorità la sicurezza offena dal sistema. 
Vi sono innanzitutto delle barriere a li- 
vello di sistema operativo che impedi- 
scono a priori eventuali accessi non au- 
torizzati ai dati. In secondo luogo la 
struttura del database dei messaggi è 
tale per cui il reperimento dei singoli 
messaggi risulta pressoché impossibile 
senza le opportune conoscenze ed un 
apposito programma; essi sono infatti 
organizzati in due file separati, uno con- 
tenente i soli «header» ed un altro con- 
tenente i soli testi, airinterno dei quali 
gli elementi sono posti uno di seguito 
all'altro apparentemente «alla rinfusa». 


In terzo luogo i testi dei messaggi sono 
sottoposti ad un particolare algoritmo 
(non pubblico) che li comprime legger- 
mente per risparmiare spazio su disco, 
e dunque non sono direttamente intel- 
legibili. 

In aggiunta a ciò. e per garantire gli 
abbonati anche nei confronti del gesto- 
re stesso del sistema, non esiste alcuna 
procedura di servizio o di manutenzione 
sia interna ad MC-Link che esterna ad 
esso, la quale acceda o possa accedere 
al database delle mailbox. 

Sono molto sofisticate anche le mi- 
sure prese per prevenire i rischi di per- 
dita accidentale dei dati in seguito ad 
eventuali malfunzionamenti hardware. 
La principale è l'adozione di un hardwa- 
re «fault-tolerant» rispetto alla memoria 
di massa; in pratica il disco su cui ri- 
siedono le aree di messaggistica (e dun- 
que non solo le mailbox ma tutte le con- 
ferenze) viene gestito in «mirror», ossia 
di esso vengono mantenute due copie 
identiche aggiornate in tempo reale: ta- 
le tecnica, effettuata direttamente a li- 
vello hardware, assicura la sopravviven- 
za del sistema anche alla rottura fisica 
di un disco. Oltre a ciò è attivo un si- 
stema di backup tradizionali per cui au- 
tomaticamente ogni notte il sistema 
provvede a riversare su nastro il conte- 
nuto delle aree di messaggistica. I na- 
stri di salvataggio vengono conservati 
per un certo periodo di tempo in modo 
da permettere anche il reperimento di 
informazioni eventualmente cancellate 
da diversi giorni. 

E dopo tutte queste lunghe ma ne- 
cessarie premesse passo senz'altro ad 
esporvi il funzionamento operativo della 
mailbox. 


Il menu MAILBOX 

Alla mailbox si accede, come sappia- 
mo, selezionando il comando M dal me- 
nu principale. Fatto ciò possono succe- 
dere due cose: se nella coda di arrivo 
esistono messaggi in attesa di essere 
letti il sistema provvede a selezionarli 
automaticamente per la lettura, fornisce 
l'indicazione dei numero di messaggi 
giacenti e della loro lunghezza comples- 
siva, ed infine presenta il menu MAIL- 
BOX di figura la: in caso contrario vie- 
ne visualizzato direttamente il menu 
MAILBOX di figura 1b. La differenza tra 
i due menu è evidente' il secondo non 
dispone dei comandi Dìndìce e Uettura 
che servono a gestire la coda di ingres- 
so. Se vi ricordate, il mese scorso ave- 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


277 


MC-LINK 


vo spiegato che i menu di MC-Link so- 
no «inteiligentiii in quanto evitano di 
presentare le voci non valide o non at- 
tive in una certa situazione, e questo è 
un caso tipico: se nella mailbox non vi 
sono messaggi nuovi II menu non pre- 
senta i relativi comandi di lettura. Que- 
sti appariranno solo dopo aver eventual- 
mente effettuato una selezione fra i 
messaggi ancora presenti, ossia solo 
quando vi sarà effettivamente qualcosa 
da leggere. 

Questo discorso della selezione pre- 
ventiva è importante perché vale anche 
nelle conferenze e dunque è bene pun- 
tualizzario adeguatamente. Il concetto è 
questo: in un’area di messaggistica. sia 
essa mailbox (e filebox) o conferenza, 
non è possibile leggere nulla se prima 
non si è operata una selezione, ossia se 
non si è effettivamente scelto qualcosa 
da leggere. La lettura dunque avviene 
solo nell'Insieme dei messaggi selezio- 
nati. Ovviamente esistono diversi criteri 
di selezione, che vedremo in dettaglio 
fra un attimo; l'utente è libero di ado- 
perare quello più opportuno in relazione 
a ciò che deve fare. 

Da questo punto di vista la mailbox fa 
eccezione rispetto alle conferenze in 
quanto all'atto dell'ingresso in area vie- 
ne lanciata automaticamente una sele- 
zione per novità; nelle conferenze inve- 
ce non esiste una selezione automatica 
ma è l'utente che deve attivamente ri- 
chiederne una. 

In ogni caso al termine di una sele- 
zione il sistema invia un messaggio che 
indica la quantità di messaggi selezio- 
nati e la loro lunghezza complessiva; 
ovviamente solo se il numero di mes- 
saggi selezionati è diverso da zero si at- 
tiveranno le funzioni di lettura. 

E vediamo infine una per una le vane 
voci del menu prendendole da quello 
completo di figura la. 

Njovità 

Serve ovviamente ad effettuare la se- 
lezione per novità di cui parlavo un at- 
timo fa. La presenza di tale comando è 
in un certo senso pleonastica in quanto, 
come dicevo, il sistema effettua auto- 
maticamente una selezione per novità 
all’Ingresso in mailbox. Può comunque 
servire per ricontrollare le novità dopo 
aver effettuato altn tipi di selezione. 

Inutile dire che la selezione per novità 
include tutti e soli quei messaggi in ar- 
rivo che non sono stati ancora letti dal 
titolare della mailbox. 


Bilenco e Rjicerca 

Queste due voci corrispondono ad al- 
trettanti metodi di selezione per conte- 
nuto. Per loro tramite è possibile sele- 
zionare tutti quei messaggi che conten- 
gono una determinata parola o stringa al 
loro interno. La differenza fra E)lenco e 
R)icerca consiste nel fatto che mentre 
il primo comando prende in considera- 
zione solo i campi dell'intestazione del 
messaggio, e cioè mittente, destinatario 
ed oggetto, il secondo effettua la ricerca 
nell’intero testo dei messaggi. 

Ulltimi 

Questo è un altro comando di sele- 
zione. Dal nome non è difficile indovi- 
narne la funzione, che è ovviamente 
quella di selezionare gli ultimi n messag- 
gi (cinque per default). 

Giacenti 

Ultimo dei comandi di selezione della 
mailbox, G)iacenti elenca tutti quei 
messaggi i<in giacenza^, ossia ancora 
non letti dal destinatario. Differisce da 
Njovità in quanto non è limitato alla sola 
coda di ingresso ma mostra (e seleziona) 
anche i messaggi nella coda di uscita. 
Utile ad esempio per sapere se i mes- 
saggi che avete inviato sono stati letti dal 
destinatario. 


IJndice 

Questo comanùj provoca la visualiz- 
zazione deH’insieme dei messaggi repe- 
riti dall’ultimo comando di selezione. I 
messaggi vengono stampati uno per riga 
con indicazione del numero, della data 
ed ora di spedizione, dell'autore (o de- 
stinatario) e dell'oggetto. Utile per ren- 
dersi conto di cosa effettivamente sia 
stato selezionato. 

Ueggere 

Selezionando questa voce si accede 
allo speciale sottosistema che permette, 
appunto, di leggere secondo varie mo- 
dalità operative i messaggi selezionati. 
Siccome le possibilità sono piuttosto 
ampie ne rimando la trattazione alla pros- 
sima puntata dove potrò parlarvene con 
maggiore spazio a disposizione. 

Oanceltare 

Permette la cancellazione di un mes- 


saggio dalla mailbox, come spiegato in 
precedenza. Ricordo che tale cancella- 
zione é definitiva e che essa agisce sia 
nella propria mailbox che in quella del 
vostro corrispondente, sia esso mittente 
0 destinatario del messaggio. 

P)reparare 

Anche questo comando, come P)re- 
parare, porta l'utente in un sottosistema 
specializzato, che in questo caso e quel- 
lo relativo alla preparazione ed all'inoltro 
dei messaggi. La descrizione delle sue 
funzioni sarebbe troppo lunga in questa 
sede, per cui anch’.esso verrà trattato in 
modo autonomo nella prossima puntata 

BJanner 

Il comando B)anner permette di as- 
sociare alla propria mailbox un breve te- 
sto (un paio di righe) che verrà mostrato 
automaticamente a chiunque vi indirizzi 
un messaggio personale. Il contenuto 
del testo è libero e modificabile a vo- 
lontà. Tale funzione serve sia per lasciare 
avvisi a chi vi scrive (ad esempio: usono 
in vacanza e non potrò rispondere fino 
al prossimo anno bisestile») sia per «ca- 
ratterizzare» la propria mailbox persona- 
lizzandola con un motto od un pensiero 
particolari. 

A)rea 

L’onnipresente comando A)rea, già vi- 
sto nella scorsa puntata, consente di sai- 
taredirettamentenellearee di conferenza 
senza dover ritornare al menu principale 
Si tratta solo di una comodità in piu, o 
meglio una scorciatoia per utenti esperti 

Conclusione 

Bene, lo spazio mi impone di chiudere 
qui il discorso, Per illustrare do che ab- 
biamo detto vi propongo, in figura 2, la 
registrazione di una mia breve sessione 
su MC-Link durante la quale ho letto un 
paio di messaggi dalla mailbox ed ho ri- 
sposto ad uno dei due. Ovviamente ho 
sostituito con puntini di sospensione i 
testi reali, ma ciò non impedisce di vedere 
chiaramente come si sono svolte le cose. 

Il prossimo mese, come annunciato, mi 
occuperò di descrivere i due importanti 
sottosistemi relativi alla lettura ed alla pre- 
parazione dei messaggi, la cut conoscen- 
za servirà anche per l'interazione nelle 
aree di conferenza. 

«3 


278 


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NETWORKING 


coordinamento di Andrea de Pasco 


Costruiamo una LAN 

di Leopoldo Ceccarelli e Gerardo Giardino 


Finora abbiamo esaminato 
nelle linee generali i tipi di 
LAN più comuni e, pur se 
l'esposizione é stata piuttosto 
divulgativa, i concetti 
essenziali sono stati 
comunque esposti e il 
discorso introduttivo sulle 
LAN é per ora da considerarsi 
concluso. 

Ma prima cosa c'è di meglio 
che installare una mini rete su 
due PC? Avremo modo di 
puntualizzare ed allargare i 
concetti esposti e alto stesso 
tempo siamo certi di fare cosa 
gradita non solo alle piccole 
utenze, che potranno 
realizzare una rete più che 
sufficiente alle loro esigenze, 
ma anche agli hobbisti 
giacché il costo contenuto 
permetterà loro di iniziare a 
smanettare con il NETBIOS. 


Era ora. Non ne potevamo più di livelli 
OSI e standard vari, senza contare che 
a parte tutte le chiacchiere alla fine il 
problema di collegare i due PC che 
abbiamo in casa rimane sempre. Accan- 
toniamo per oggi la «filosofia», prendia- 
mo il giravite in mano e proviamo sul 
campo le nozioni imparate fino ad oggi 
andando a montare una rete economica 
e di facile installazione. 

Quando si parla di rete locale a basso 
costo la scelta può cadere su diversi tipi 
di dispositivi. Un esempio sono le reti 
cosiddette a zero slot. Questi dispositivi 
permettono ad un piccolo numero di 
utenti di condividere le risorse comuni 
utilizzando come tramite la porta seriale 
del PC. L'ovvio inconveniente di questi 
sistemi è la bassa velocità, nelle migliori 
ipotesi la velocità di trasmissione è del- 
l'ordine della decina di migliaia di byte al 
secondo e quindi per caricare il WORD 
3-00 che stiamo usando ora per scrivere 
bisogna attendere tempi dell'ordine del 


mezzo minuto. Inoltre va considerato il 
groviglio di cavi che talvolta ne conse- 
gue e la poca praticità. Ma non è questo 
che vi proporremo, siatene certi. 

Nelle precedenti puntate abbiamo illu- 
strato gii standard maggiormente utiliz- 
zati nell'ambito di reti locali, abbiamo 
visto l'esistenza delle reti di tipo Ether- 
net e quelle con accesso token a bus e 
a ring. Si è detto come le reti tipo 
Ethernet riscuotine attualmente molti 
consensi, permettono notevoli presta- 
zioni con l'unica controindicazione nella 
possibilità di poter avere tempi di ritardo 
che possono diventare notevoli per cari- 
chi di lavoro pesanti. Questa situazione 
però, grazie agli elevatissimi valori di 
throughput, risulta assai remota e tipica- 
mente una rete Ethernet risulta essere 
piuttosto veloce ed affidabile. 

La realizzazione di una rete Ethernet 
consiste di un bus, in cui t dati viaggiano 
in banda base alla rispettabile velocita di 
10 Mbps. 



Figurs f ■ Pow chan dell'algorilmo che controlla l'accesso al mezzo fisico nel CSMA/CD. 


MCmicrocomputer 


106 - aprile 1991 


281 





NETWORKING 


L’accesso al mezzo di trasmissione è 
il CSMA/CD: tutte le stazioni hanno la 
stessa priorità e possono trasmettere 
non appena la linea è libera. I problemi 
di contesa dovuti ai tentativi di accesso 
contemporanei sono risolti da un appo- 
sito algoritmo. Vedi figura 1 . 

Nelle puntate precedenti ci siamo fat- 
ti una idea del come deve essere fatta 
una rete locale: abbiamo genericamen- 
te parlato dì un certo numero di stazioni 
che Si presentano come entità dotate di 
un indirizzo unico e hanno la capacità di 
intercomunicare tra loro. 

Ed ora entriamo più nel dettaglio e 
vediamo un po' di terminologia. Le 
componenti base della rete sono «ser- 
ver» 0 «workstation». Le workstation 
sono gli elementi che usano le risorse 




condivisibili presenti nella rete. Le altre 
stazioni, definite «server», sono molto 
importanti in quanto forniscono alla rete 
I servizi e le risorse comuni. 

Primo esempio è il file server che 
permette la condivisione dei dispositivi 
di memoria di massa da parte delle 
workstation. 

Un tipo di server particolare è il com- 
munication server che permette di con- 
nettere reti basate su architetture diver- 
se fornendo la traduzione dei relativi 
protocolli; rivedremo nello specifico 
questo tipo di stazione dopo aver intro- 
dotto le reti geografiche. 

La singola workstation può essere 
costituita da qualsiasi macchina, le ca- 
ratteristiche del file server invece sono 
legate al numero di utenti e alla quantità 
di memoria occupata dal software. 

Il server è dunque un elemento chia- 
ve per la rete ed infatti ne rappresenta il 
collo di bottiglia;è quindi in questo pun- 
to che si deve intervenire per migliorare 
le prestazioni globali utilizzando hardwa- 
re e/o software specifico. Per questo 
motivo i costruttori di sistemi per LAN 
pongono la maggiore enfasi nella realiz- 
zazione di sen/er dedicati particoiarmerv 


te veloci e potenti che realizzano i servi- 
zi di «base» quali, oltre al succitato 
servizio file, il mail e il print Service. 

Ne! caso di una piccola rete formata 
soltanto da qualche PC un server con 
un disco «standard» da 20 a 40 Mbyte 
può essere più che sufficiente, in tal 
caso si può adattare a server un norma- 
le PC e non si avranno comunque mai 
problemi. Ne! caso in cui le utenze 
diventino qualche decina è chiaro che le 
prestazioni del server dovranno aumen- 
tare in maniera notevole, in certi casi 
occorrerà aumentarne il numero. 

Il dimensionamento server e numero 
workstation è basato su criteri statistici, 
e precisamente sul numero medio di 
stazioni attive e sulla quantità media di 
impegno della CPU e del disco del 
server da parte della singola stazione. 

Normalmente i costruttori forniscono 
dei prospetti di dimensionamento per 
mezzo dei quali l'utente può orientarsi 
per la scelta. 

Se i dati contenuti nei nostri dischetti 
sono preziosi, con i sudati punteggi di 
Tetris avanti su tutti, figuriamoci i file 
dell'ambiente di lavoro di tutta una so- 
cietà! É buona norma predisporre una 


unità di back-up per evitare perdite di 
dati dovuti a problemi hardware o co- 
mandi errati (non vi è mai capitato di 
cancellare una directory inavvertitamen- 
te?). Per assolvere questo lavoro si usa 
solitamente uno streamer tramite il qua- 
le ad orari prestabiliti si effettua auto- 
maticamente il back-up totale od incre- 
mentale dei file contenuti nel server. 

Una rete Ethernet può utilizzare come 
mezzo di trasmissione vari tipi di cavi i 
quali influiscono sulla dimensione della 
rete ma non sulle prestazioni. Ad esem- 
pio con i cavi coassiali si possono rea- 
lizzare tratte da 185 a 500 con i cavi 
RG58 (thin) e RG8 (thick). Queste lun- 
ghezze massime per singola tratta sono 
legate al fatto che oltre questi valori le 
attenuazioni e le distorsioni provocate 
dal cavo diventano eccessive rendendo 
inaffidabile la trasmissione (figura 21. 

Cosa si deve (are se si ha bisogno di 
un percorso più lungo? La soluzione 
parte dall'idea di ripristinare l'esatta for- 
ma dei segnale trasmesso al cavo. Per 
ottenere questa prerogativa si fa uso di 
un particolare dispositivo, denominato 
repeater. che posto come un ponte tra 
due tratte ottiene l’effetto cercato, figu- 
ra 3. In questo caso la dimensione della 
nostra rete raddoppia di colpo, inoltre è 
possibile utilizzare un numero qualsiasi 
di repeater purché tra due stazioni qual- 
siasi non ne siano interposti più di due. 
Notiamo che grazie a questa ulteriore 
possibilità le scelte a disposizione sono 
molteplici e la rete può assumere le 
conformazioni più diverse adattandosi 
alle necessità più disparate. Supponia- 
mo ad esempio che ad ogni piano di un 
palazzo sia presente una rete, ora, rea- 
lizzando una dorsale che si connette alle 
reti dei singoli piani con opportuni re- 
peater si riesce a collegare in rete tutto 
il palazzo. In sostanza la rete grazie 
all'uso dei repeater passa da una a tre 
dimensioni spaziali. 


282 


MCmicrocomputer n. 106 -aprile 1931 






NETWORKING 



Esempio di realizzazione pratica 

La LAN che abbiamo scelto di monta- 
re é prodotta dalla americana ARTISOFT 
Ine. ed è denominata LANtastic. Quasi 
a sottolineare il tipo di utilizzatore target 
si presenta in uno staner kit completo 
di tutte le sue parti. In pratica si tratta di 
una vera e propria scatola di montaggio 
per realizzare una mini LAN di tipo Et- 
hernet con due PC (chi avesse pensato 
di poter usare «un» solo PC è pregato 
di rileggersi le puntate di NETWOR- 
KING dal numero di dicembre in poi). 

Questa LANtastic fornisce la possibili- 
tà di utilizzare ciascun PC della rete sia 
come server che come workstation. 

Sensazionale è l'occupazione di me- 
moria dei driver, meraviglia delle mera- 
viglie: ci aggiriamo intorno a valori di 10 
Kbyte per la workstation e 40 Kbyte per 
Il server. 

Questi valori sono decisamente bas- 
si. non è infrequente infatti trovare 
schede con driver che necessitano di 
molte decine di Kbyte (talvolta anche 
oltre il centinaio), dei già «pochi» 640 K 
dei PC. Tenete bene a mente questa 
particolarità nel caso abbiate la necessi- 


tà di molta memoria RAM libera per le 
vostre applicazioni. Altre caratteristiche 
sono la gestione di code di stampa, 
l’accesso controllato delle subdirectory 
sia per user che per gruppo, la posta 
elettronica e la possibilità di poter utiliz- 
zare anche un drive CD-ROM. Il tutto 
per un prezzo attorno al milione e 
mezzo. 

In questa scatoletta, a dire il vero 
poco ingombrante, ci sono due schede 
di interfaccia da inserire in bus sia a 8 
che a 16 bit, un floppy disk con il NOS 
(Sistema Operativo di Rete), un pezzo di 
cavo thin attestato con connettori BNC, 
minutaglia varia e finalmente due ma- 
nuali, il primo relativo al NOS (Network 
Operating System), il secondo relativo 
alle schede di interfaccia. 

Sulla scheda troviamo un coprocesso- 
re a 10 MHz che può lavorare in paralle- 
lo alla CPU deiniost. L'adattatore non 
usa canali di DMA evitando potenziali 
conflitti con le porte di I/O. come buffer 
vengono usati da 8 a 32 K di RAM. È 
disponibile uno zoccolo per alloggiare 
una ROM capace di effettuare il boot 
remoto da rete, in modo da far funzio- 
nare la stazione come workstation dedi- 


cata. Sono presenti inoltre una serie di 
jumper per il settaggio dei vari parame- 
tri. La scheda permette la connessione 
sia attraverso cavo «thin» con tran- 
sceiver on-board, soluzione default del 
kit (figura 4). sia per mezzo di una 
connessione Ethernet standard usando 
il connettore DB15 unitamente a un 
cavo «drop», in questo caso però si 
necessita anche di un transceiver ester- 
no per ogni stazione (figura 5). 

I manuali sono veramente piccoli. Co- 
minciamo a preoccuparci un po'. In que- 
sti casi si possono verificare due circo- 
stanze: carenza di sufficienti informazio- 
ni o estrema semplicità del prodotto. 
Siamo fortunati. Sembra proprio di es- 
sere ricaduti nel secondo caso. 

Iniziamo a leggere dal manuale relati- 
vo all'adattatore per Ethernet. Viene 
spiegato come vanno effettuati i colle- 
gamenti a seconda del connettore utiliz- 
zato. Inoltre viene spiegato come attra- 
verso l'uso di un repeater si possano 
interconnettere tra loro due reti realizza- 
te nelle due diverse implementazioni 
permesse (vedi .figura 6). 

Le schede contenute nel pacco sono 
già fomite con configurazione default 
ma viene chiaramente spiegato come 
modificare la configurazione agendo sui 
diversi ponticelli presenti sulla scheda. 
L'individuazione dei ponticelli è imme- 
diata. un rapido confronto con la figura 
riportata nel manuale mostra che tutto 
è in ordine. Arriviamo finalmente a pagi- 
na 14 ove sono le istruzioni dettagliate 
del montaggio. 

Tra i vari parametri configurabili non vi 
potrà essere sicuramente l'indirizzo Et- 
hernet, sappiamo infatti che ogni sche- 
da possiede un Indirizzo unico assegna- 
to secondo una normativa internaziona- 
le. notiamo invece tra l'altro la possibili- 
tà di cambiare l'indirizzo I/O delta sche- 
da. il livello di IRQ, la dimensione del 
pacchetto. Vi è anche la possibilità di 
selezionare la lunghezza massima del 
cavo nel caso si utilizzi l’RG58. Ricordia- 
mo che lo standard IEEE 802.3 stabili- 
sce per questo cavo una lunghezza 
massima di 185 m. Nel caso in questio- 
ne il costruttore dichiara che si può 
utilizzare un cavo lungo fino a 300 m. Di 
norma è bene evitare lunghezze oltre lo 
standard poiché si può cadere in una 
pericolosa forma di dipendenza da un 
singolo costruttore- Questo è particolar- 
mente vero specie se la rete è piuttosto 
complessa, in tal caso il passare ad un 
altro costruttore potrebbe richiedere la 
totale ristrutturazione della nostra LAN 
con costi elevati. Nel caso di una picco- 
la utenza o di un uso hobbistico questo 
problema può essere trascurato. 

Per l'installazione è consigliata una 
procedura, definita «veloce», che non 


MCmicrocomputer n, 106-aprile 1991 


283 




NETWORKING 


richiede alcun intervento sui ponticelli e 
che funziona nella quasi totalità dei casi. 
È sufficiente porre la scheda nel con- 
nettore e caricare il software. 

Da bravi pigroni seguiremo proprio la 
procedura di installazione veloce. Non ci 
dovrebbero essere problemi di sorta, 
nel caso l'installazione non abbia suc- 
cesso sarà sufficiente spostare un pon- 
ticello relativo ali'IRQ. 

Iniziamo con il collegamento fisico, 
Attenzione quando collegate il cavo. Ab- 
biamo detto che le schede cosi come 
sono fornite vanno collegate con cavo 
thin sul connettore BNC. 

Troppo bello sarebbe collegarlo cosi e 
via, ma scherziamo??? E le onde stazio- 
narie dove le mettiamo? 

Insomma si tratta pur sempre di una 
linea di trasmissione e cosi occorre 
terminarla opportunamente con tappi 
della dovuta impedenza, ma ormai ab- 
biamo capito che basta guardare nella 
scatola et voilà saltano fuon due giunti a 
T e due terminatori che andremo a 
collegare come nel particolare di figura 
4. 

Poiché abbiamo mantenuto le confi- 
gurazioni originali e dato che non riu- 
sciamo a dimenticare il passato di hob- 
bisti maneggioni, riaccendiamo il PC e 
proviamo l’installazione veloce. 

Prima cosa da fare é installare i dri- 
ver, successivamente effettueremo il 



Eihern»! Coax 



Figura 5 - Con 
raggiunlB di un 
rransceiuer esiemo é 
possibile loalmarc 
una refe Elhemer 
standard conti cavo 


^ Figura S - Un repeater 
permette ài callegare 
tra loro due reti 
realiiiaie con cavi 


test della scheda con il comando LAN- 
CHECK. 

A questo punto siamo sicuri che le 
schede si «parlano» e possiamo passa- 
re a caricare il NOS. Decidiamo quale 
dei due PC debba diventare il server e 
lanciamo NET_MGR. Ci appare un me- 
nu a finestre e guidati dal manuale di 
installazione con pochi passi immettia- 
mo alcuni account, manager compreso. 
Dopo il server passiamo a installare il 
Client. 

Il tempo totale impiegato per aprire i 
PC. installare le schede, chiudere, cari- 
care il software, é stato inferiore a 25 
minuti per le due macchine. Conside- 
rando che prima di iniziare il set up 
avevamo dato uno sguardo ai manuali si 
può ipotizzare che una persona da sola 
entro una sola ora dovrebbe avere in- 
stallato completamente la rete. Più faci- 
le di cosil 

Vincenzo ha tre PC in casa, niente 
paura con la stessa semplicità, ed un 
po’ di tempo, possiamo connettere ol- 
tre 100 PC, Ad ogni modo noi altri PC 
non ne abbiamo e perciò ci fermiamo 
qui. I tempi di installazione sono stati 
talmente ridotti che possiamo dedicarci 
con calma ad imparare bene il NOS e 
diventare dei veri esperti. 


284 


MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991 





aluralmemc il cavo da solo non ba- 
sta: ci vuole anche U_NET99. il 
software che permeile di collegare 
in rete due o ire PC MS-DOS ulili/.- 
zando le porte seriali standard. Non 
ci .sono nuovi comandi da apprendere, nuovi manuali 
iccnici da digerire, nuove (e strane) maniere di fare le 
solile cose, nuovo hardware o software applicativo da 
comprare. Ogni comando DOS e presumibilmenie o- 
gnì programma che abbiate mai usalo funzionerà esat- 
tamente come prima di installare U_NET99. 

"Nient'dlfro sul mercato offre presta- 
zioni confrontobiiì od un prezzo cosi 
modesto". Lo ha detto il prestigioso PC 
ne. In effetti, a 149.000 lire (compre.so il cavo e 
riVA), il costo di U_NET99 si giustifica già solo 
per condividere una stampante tra due computer. Ma giudicale voi le ca- 
raiierisiiche tecniche: 

■ Supporla due o tre PC/XT/AT/386 o compatibili via porta seriale RS232 

• Massima velocità di trasferimento pari u 1 1 5.200 bit/secondo 

• Ognuno dei computer può accedere alle risorse hardware c software degli 


altri tramite i normali comandi del DOS, come se si 
lralla.sse dì risorse locali 

• Stampa su stampami locali e remote 

• Usa solamente I4K di RAM ed è loialnienle traspa- 
rente per Tuienle e per il software applicativo. 
Aggiungete l'oiiimu manuale in Italiano c un servì- 
zio di hot line telefonica a vostra compieta disposi- 
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RETI NEURALI 


Reti neuralì ad apprendimento 
non supervisionato 

di Luciano Macera 


in Questo appuntamento 
vedremo due tipi di reti 
neurali che presentano delle 
caratteristiche interessanti. 
Essenzialmente i due tipi di 
rete presentati sono dei 
classificatori, nel senso che 
dato un pattern di ingresso, la 
rete in uscita lo associa alla 
classe a cui appartiene o a cui 
SI avvicina maggiormente 
come caratteristiche. 

Il primo tipo dì rete «maxnet» 
che viene presentato esegue 
una classificazione a partire da 
classi prede finite dal 
programmatore mediante un 
pattern di ingresso tipico che 
rappresenta una determinata 
classe. 

Il secondo tipo di rete «ART» 
invece esegue 
autonomamente in fase di 
apprendimento (di tipo non 
supervisionato) il 
raggruppamento in classi dei 
pattern di ingresso, ciò 
presenta l'indubbio vantaggio 
di non dover sapere a priori 
quali devono essere le classi 
tipo per la classificazione. 
Prima di introdurre la rete 
maxnef é bene dare una 
definizione di distanza Idi 
Hamming) che sarà 
frequentemente utilizzata nel 
corso di quest'articolo 


Distanza di Hamming 

La distanza di Hamming ira due punti 
di uno spazio N dimensionale con assi 
coordinati binari é data da: 


che esiste tra due vettori di caratteri 
binari. Infatti dato il numero di valori 
binari da confrontare N e la sommatoria 
dei prodotti delle componenti rispettive 
dei vettori da confrontare, la loro diffe- 
renza ci fornisce II nume- 
ro di caratteristiche diffe- 
renti tra i due vettori. 
Tale misura, come ve- 
dremo, viene utilizzata appunto per va- 
lutare il grado di differenza tra due vet- 


Disianza di Hamming (x.y) = N - 

(Il 

In parole povere la distanza di Ham- 
ming ci dà una misura delta differenza 



MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991 


287 


RETI NEURALI 



tori binari che possono rappresentare 
sia i pattern di ingresso, che i pesi 
associati agli ingressi. 

Maxnet 

La rete maxnet accetta in ingresso 
pattern con attributi di tipo binario ed 
effettua una classificazione m base alla 
distanza di Hamming tra le classi appre- 
se e I pattern in ingresso. 

In pratica per decidere la classe di 
appartenenza del pattern 'x' bisogna 
confrontarlo con tutte le classi ammissi- 
bili dalla rete e trovare per quale dì 
queste é minima la distanza di Ham- 
ming. 

In altre parole il pattern di ingresso x è 
classificato come appartenente alla clas- 
se I se la distanza di Hamming tra il 
pattern x e il pattern di esempio C, per la 
classe I è più piccola di ogni altra distanza 
tra il pattern di ingresso e i pattern 
rappresentanti tutte le altre classi. 


L'architettura maxnet è mostrata 
schematicamente in figura 1: come si 
può vedere, essenzialmente la rete ha 
tre strati che effettuano gli opportuni 
calcoli sul pattern presente in ingresso 
per ottenere la classe di appartenenza 
di questo. 

L’uso della distanza di Hamming per 
discriminare la classe di appartenenza di 
un pattern impone che questo sia di 
tipo binario, cioè gli N attributi del pat- 
tern di ingresso devono essere di tipo 
binano. 

Il primo strato, lo strato di ingresso, 
serve solo per bufferizzare gli ingressi e 
non effettua nessun tipo di calcolo. Il 
secondo strato attraverso i pesi U,, rela- 
tivi al nodo ]-esimo. effettua una som- 
ma pesata 

KVi) 

I2| 

degli attributi del pattern di ingresso. 


per calcolare il numero di istanze degli 
attributi di ingresso che sono simili a 
quelli della classe j-eslma. Vi saranno 
quindi tanti nodi intermedi quante sono 
le classi che si vogliono discriminare. 

Il terzo strato riceve in ingresso i 
valori calcolati dal secondo strato ed 
effettua una selezione del nodo che 
presenta il massimo valore di uscita. 

In uscita verrà selezionato un solo 
nodo «vincitore» che presenterà il valo- 
re massimo, mentre tutti gli altri saran- 
no pari a 0. 

Il criterio utilizzato dalla rete maxnet 
per selezionare il nodo di uscita equiva- 
le ad utilizzare il calcolo della minima 
distanza di Hamming tra il pattern pre- 
sente in ingresso e la classe rappresen- 
tata dal nodo i-esimo. Ciò é vero in 
quanto calcolare il valore mimmo della 
differenza tra N, numero degli attributi 
del pattern di ingresso e la loro somma 
pesata, è chiaramente equivalente a cal- 
colare il valore massimo di (2], in quanto 
il valore di N è una costante. 

Per effettuare la selezione del |-esimo 
nodo intermedio che presenta l'uscita 
maggiore, la rete maxnet utilizza dei 
collegamenti laterali inibitori. 

I valori pesi dei collegamenti tra i nodi 
del terzo strato sono così assegnati. 

_ 1 per j = k 
•jk - 

-E per j k ® 

131 

Dove M è il numero delle possibili 
classi ed è chiaramente uguale al nume- 
ro dei nodi degli ultimi due livelli. 

La selezione del nodo «vincitore», 
cioè quello che presenta il valore massi- 
mo, viene effettuata iterando una fun- 
zione che fornisce il valore corrente 
deH’uscita del nodo j-esimo a partire dai 
valori assunti in precedenza da tutti i 
nodi. 

In pratica viene dato come parametro 
della funzione f la somma pesata secon- 
do I pesi laterali t,t. 

Con una semplice trasformazione si 
ottiene: 


li, «+D = fi|Pj (0 - e Z Wc (i)j 


[41 

dove 

fi (a) -♦ a per ti > 0 
f, (a) = 0 per o < 0 

151 

Nelle precedenti espressioni si può 
vedere come l'uscita p, (t+1| tende ad 


288 


MCmicrocomputer n 106-apnle 1991 


RETI NEURALI 



essere lateralmente inibita dalle uscite 
di tutti gli altri nodi. 

Se il valore del parametro della fun- 
zione f è positivo allora l’uscita é prossi- 
ma a tale parametro, se invece tale 
parametro è negativo allora la funzione f 
sarà nulla. 

L’effetto di tale processamento è 
quello di incrementare il valore del nodo 
di uscita che ha valore maggiore rispet- 
to agli altri. 

In pratica la rete effettua una differen- 
ziazione degli ingressi e mentre pilota 
un'uscita al valore massimo rispetto alle 
altre, tende ad annullare le uscite di 
queste. In pochi passi la rete si porta in 
uno stato stabile dove solo una delle 
uscite è diversa da 0. 

In figura 2 sono riportati i diagrammi 
con le uscitedi una rete con un ingresso 
formato da 1000 attributi e 100 nodi di 
uscita. 

L'ingresso che viene processato cor- 
risponde alla classe afferente al nodo 
50. Come si può vedere al primo passo 
(t=0) VI è una netta differenza tra l’usci- 
ta relativa al nodo 50 e quella degli altri 
nodi. Dopo soli tre passi (t=3) tutte le 
uscite dei nodi sono molto piccole e 
prossime allo 0, tranne ovviamente 
quella del nodo 50 che conserva un 
livello di uscita molto superiore. 

Dopo altri 6 passi (t=9) la rete con- 
verge alla corretta classificazione dell’in- 
gresso. presentando solamente il nodo 
50 con valore di uscita diverso da 0. 


Maxnet vs Hopfield net 

La rete maxnet presenta una struttu- 
ra che può somigliare vagamente a 
quella della rete di Hopfield vista nel 
precedente articolo ma presenta dei 
vantaggi non indifferenti. Infatti se pen- 
siamo ad una rete con 100 ingressi e 10 
classi la maxnet necessita di 1000 pesi, 
mentre una rete di Hopfield con le 
medesime caratteristiche necessita di 
10000 pesi, quindi dal punto di vista 
della memoria utilizzata i vantaggi sono 
indubbi. 

La notevole differenza tra il numero di 
pesi necessari per costituire una rete 
dalle medesime caratteristiche è dovuta 
al fatto che mentre una rete di tipo 
maxnet presenta una dipendenza linea- 
re con il numero dei nodi la rete di 
Hopfield presenta una dipendenza di 
tipo quadratico. 

Tale confronto comunque cade quan- 
do I due tipi di rete vengono utilizzati 
per I campi per cui sono nati, in quanto 
mentre la maxnet è essenzialmente un 
classificatore la rete di Hopfield é una 
memoria associativa, quindi presentano 
caratteristiche del tutto differenti per 
quanto riguarda i campi di applicazione. 


Reti che scoprono 
le aggregazioni tra i dati 

Le reti di tipo maxnet presentano lo 
svantaggio per cui bisogna conoscere a 
priori i possibili pattern di ingresso e le 
relative classi di appartenenza. Per ov- 
viare a questo Grossberg e Carpenter 
hanno studiato una modifica della rete 
maxnet per consentire, tramite un ap- 
prendimento non supervisionato, la sud- 
divisione automatica in classi dei pat- 
tern di ingresso (clustering). 

Descriviamo genericamente le reti di 
tipo ART (Adaptative Resonance Theo- 
ry) che possiedono queste caratteristi- 
che. La struttura della rete è visibile in 
figura 3: si può notare la somiglianza di 
questa con la rete maxnet, infatti la 
selezione dei vincitore avviene con un 
procedimento uguale a quello utilizzato 
nella maxnet. 

Se pensiamo di operare nello spazio 
con coordinate di tipo binario abbiamo il 
caso particolare della rete ARTI. L’algo- 
ritmo di apprendimento non supervisio- 
nato per il funzionamento di questo tipo 
di rete é visibile in figura 4. 

I pesi b|, costituiscono la memoria a 


breve termine della rete e determinano 
l’appartenenza del pattern di ingresso 
alla j-esima classe calcolando le somme 
pesate 

161 

che vengono poi elaborate con la proce- 
dura maxnet per verificare la classe di 
appartenenza. 

L'appartenenza del pattern a quella 
classe viene poi verificata attraverso la 
somma pesata mediante i pesi t,,. La 
quantità: 

Stjix, 

171 

ci fornisce la quantità di uguaglianze tra 
il pattern di ingresso e il pattern di 
riferimento della classe i-esima. 

Questo valore viene poi diviso per il 
numero di attributi significativi che ca- 
ratterizzano il pattern di ingresso e con- 
frontato con una opportuna soglia p. 



MCmicrocomputer n 106-apnle 1991 


RETI NEURALI 


Se il rapporto non supera la soglia 
imposta dal programmatore allora viene 
momentaneamente disattivata la classe 
rappresentata dal nodo j-esimo e ne 
viene creata una nuova a partire dal 
pattern di ingresso. 

Chiaramente il valore associato alla 
soglia determina l'aggregazione più o 
meno stretta dei pattern di ingresso. 

In altre parole maggiore sarà il valore 
della soglia e maggiore sarà il numero di 
classi generate, in quanto se un pattern 
è troppo dissimile da quelli di riferimerv 
to delle classi generate, esso non ap- 
parterrà a nessuna di esse. 

La rete ARTI può essere modificata 
cambiando il tipo di coordinate dello 
spazio dei pattern. Adattando la rete a 
funzionare con delle coordinate di tipo 
continuo (attributi rappresentati tramite 
numeri reali variabili da 0 a 1| si ottiene 
una rete di tipo ART2, che può essere 
utilizzata per classificare pattern di tipo 
reale {con eventuale normalizzazione 
degli attributi). 

Conclusioni 

Le reti di tipo ARTI e ART2 presenta- 
no il vantaggio di poter scoprire le ag- 
gregazioni dei dati e dividerle in classi, 
pertanto potrebbero essere utilizzate 
per eseguire delle classificazioni di tipo 
statistico. Il vantaggio di trovare i rag- 
gruppamenti di tipo spaziale dei dati è 
utile anche in tutte quelle applicazioni 
dove si devono classificare dei dati af- 
fetti da rumore, ad esempio nella classi- 
ficazione di segnali acustici per il ricono- 
scimento del parlato. 

In alcune applicazioni però si presenta 
la limitazione dovuta al fatto che la rete 
associa sempre un ingresso ad una sola 
classe, quindi in caso di forte ambiguità 
del pattern di ingresso si possono avere 
delle associazioni errate e non è possi- 
bile risalire al tipo di classe eventual- 
mente simile a quella di reale apparte- 


Algoriimo di apprendimento per rete neurale derivata 
dal modello ARTI di Grossberg e Carpemer 

Passo I Presenta un nuovo pattern x = 

Passo 2 Calcola dall'ingresso verso le usccite i valori di 

mediante la somma pesata; 

Passo 3 Utilizza la procedura maxnet per trovare il nodo di 
uscita che ha il valore più elevalo 

Passo 4 Verifica che x appartenga al j-esimo raggruppamento 

(cluster) calcolando dall'uscita verso l'ingresso mediante 
la somma pesala: 

Z ‘J‘*i 

Allora X appartiene al J-esimo cluster se: 

(I) 

Dove p è un parametro di soglia e t^l i la norma del 

vettore di ingresso, cioè; ^ 

Se la condizione (I) è veriftcaia vai al passo 5 
altrimenti vai al passo 6 

Passo 5 Aggiorna i vettori dei pesi eM> per i valori di j ed i 
appena trovati e toma al passo I 

Passo 6 Disattiva il nodo che ha risposta maggiore e toma al 
passo 2 per generare un nuovo centro di cluster 


Formule per Tinizializaziooe e per Taggiomamenio 
dei vettori dei pesi: 


(0) = l 


tji (n+1) = iji (n)Xi 


bji (n+1) = - i' 

0,5+ X *ii (n)*i 


Algonlmo 
di apprentìimenio 
non supervisionaio 
per rete neurale 


Riferimenti 


(11 Paolo Ciaccia, Dario Maio 

Reti Neuronali: proprietà e problematiche aperte 

Alta Frequenza, Voi 1, Num, 3, pp. 186-209. 1989. 

[21 Yoh-Han Pao 

Adapiative Pattern Recognition and Neural Networks 
AOdison-Wesley Publishing Company, Ine. 

(3| ft.P. Lippman 

An introduction to computing with neural nets 
IEEE ASSP Magazine, Voi, 4. pp. 4-22. 1987 
|4t G.A. Carpenter and S. Grossberg 

ART2: Self-organiation of stable categoiy recognition codes fot analog input pattems. 
Applied Oplics. Voi 26, pp 4919-4930. 1987 


nenza tn quanto i nodi di uscita non 
presentano una struttura coerente con 
le classi di appartenenza. In altre parole 
non è detto che nodi adiacenti corri- 
spondano a classi adiacenti. 

Si può ovviare a questo inconvenien- 
te con un nuovo tipo di rete che oltre 
che scoprire le aggregazioni di tipo spa- 
ziale dei dati riflette la struttura trovata 
sulla propria organizzazione interna as- 
sociando a nodi vicini classi simili. Ma 
questa é un'altra storia che vedremo 
nel prossimo appuntamento. 

fiàs 


290 


MCmicrocomputer n. 106-apnle 1991 


LINEA AMIGA COMMODORE 


■' • GLI HARD DISK 


FLASHBANK - HDeDMAconifoHer su scnsde per A2000. Autot>ool«)n sisismiope- 

FLASHBANK 20Mb • 40ms 490.000: FLASHBANK 32Mb • 40ms S90.000 

FLASHBANK 40Mb - 23me 690.000: FLASHBANK 63Mb • 23ms 690.000 

MODULO A 2090 Aulobool - Rende aulobool I conlroller Coirmodore A2090. Si 


inserisce su stola 100 1 


129.000 


MULTlBRAIN - HO e DMA conlroller per A500/1 000. Aulobool. Autoconhg. Formai, con 
FFS.Esp. Dpz.RAU(Ia2aSMB.-MULnBRAIN20Mb40fns 690.000 

MULTlBRAIN 60 Mb 23ms 1.090.000: MULTlBRAIN 40 Mb2Sms 1.390.000 

Mod. RAM 2Mb 390.000 - 4Mb 590.000 8Mb 990.000 
IMPACT A2000 CVP - HO Conlroller SCSI più esp. RAM 2Mb per A2000 0 ZBB con 


IMPACT HC2000 - Come sopra, ma senza RAM. con la posabililà di monlare l'hard disk 


diretlamenie su scheda 410.000 

TOPCARO HARDITAL - 

Controllar Hard DÈsk SCSI per A200O. Aulobool auloconfig. Tulle le parpzioni sono FFS 
eboolablli. Cosirulio compiei. In tecnotogia VLSI 240.000 

A2091 COMMODORE - Conlroller HO SCSI per A2000. Aulobool Autoconlig.Con 
posslbrlilidr inserire 2Mb di RAM. 290.000 

Con 2 Mb 490.000 

Hard Disk SCSI - 40 MB 3.5' 1 1 ms-Ouanlum 620.000 

80MB3.S'11ms-Ouanlum 990.000 

120 MB 3.5' llms.Ouantum 1.240.000 

210 MB 3.5' 1 1msKXanlum 1 .690.000 

330 MB Mazlor S'1/4 15 ms 2.990.000 

660 MS Mailer 5‘V4 15 ms 3.690.000 

1 QBSsagaie5’i/4 15 ms 5.390.000 

Slreamer 150 Mb Tape BACK UP SCSI 1.490.000 

HDSCSIREMOVIBILE 44 MB 2Sms-S^uesl 1.390.000 

DOTTO HARDITAL - HO conlroller • micro Hard Disk che SI inserisce 
airmiemo dell'A 500 dm.m7i1.5 cm - Prezzo 40MB 23 ms 1.150.000 


A5eOCOMMODORE-HDcontrollerpiùHDda20Mbconesp.RamdaOa2Mb aulobool 


perASOO 720.000; Con 2Mb di Rem 920.000 

HD2000 card - Conlroller e HD su schede per AM5TRAD, IBMOa o A2000 con 
Janus.H02(»0 card 32Mb 490.000 


ì GLI EMULATORI MS-POS 

AT 266 - Emulalore IBM/T per A500. Contenente la CPU 266 a BMHz Si insenace 

POWER PC BOATO . Emulalore lOWXT per A500. Si insensce nello slol per l'esp. da 
512Kb. In amCianie Amiga Dos esp. la memoria dal compuler a 1M0 590.000 

JANUS XT - Emulalore IBMrXT per A2000 « drive da 5.1 14 con garanzia Commodore 
Italia 620.000 

JANUS AT - Emulalore IBM/AT perA2000.r drtvede S.V4 con garanzia Commodore 
Italia 1.290.000 


I LE ESPANSlOM PLMEMORIA | 

AMEGA BOARD -Esp. di mem. per A1000 da2Mb.Estema. Autoconl.Siinstallasucon- 
nel. laierale Ccn connen. psssenie per altre penierlcne.Con LEO s inierruttoie per il 
disins. senza dtsconnellerla dal computer. Dm. 21X10X4, 7cm 490.000 

XPANOER • Esp. di memona da 2Mb per A500/1000 di tipo sllm. Eslema 0 Wait Siale 
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slot del rxmputer 79.000; Con orologio e Panaria lampone 99.000 

IHSIDER 2 HARDITAL - Esp. di mem. da 2Mb per A500. Esp. la memoria a 2.3 Mb nei 
compulercpm vecchi Agnus e a2,5Mb mquelllconi nuovi BIG Agnus, dicui 1 Mbcome 
chip RAMe 1,5 come fasi RAM. Si inserisce netrapposnc slot del computer. Con orologio 

e banana rampone. 260.000 

INSIDER 4 HARDITAL - Come sopra ma da4 Mb 440.000 

INSIDER a HARDITAL -Come sopra ma da SMb 590.000 

SUPEROTTO HARDITAL - Esp da 0-2-4. 8-Mb sulla stessa scheda per A2000 o ZBB. 
Con disc^ay con indrcazionedellamemonadispanibileediledOI auloconfiguraz 
Zeta Wall stale. 2Mb 390.000 - 4Mb 540.000 - 8Mb 790.000 
SUPEROTTO HD HARDITAL - Come sopra ma con Integralo un conlroller per HD m 
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KICKROM 1.3 ASOO/A2000 - Kickstarl 1.3 su Eprom interno per A500/2000. Con 
deviatore per Krckstan 1 2 89.000 

KICKROM 2.0 - KkrkslertZ.O su Eprom interna per Amiga 140.000 


ADRIVE - Drive da 3,5' esterno par ASOW10IXV2000, Con mlerruno 
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MULTITASKING 


coordinamento di Andrea de Prisco 


Dalle stelle allo stallo 

di Luciano Macera 


In questa puntata di 
Multitasking, parleremo del 
problema dello stallo di due o 
più processi- Situazione in cui 
si ha praticamente un blocco 
del sistema non a causa di 
errore di programmazione dei 
singoli processi, ma solo per 
la concorrenza di questi e per 
il fatto che il sistema sul quale 
ci muoviamo concede con 
troppa «leggerezza» l'uso 
esclusivo di risorse condivise 


Problema di feeling 

Lo scorso mese abbiamo visto come 
proteggerci da incauti utilizzi delle risor- 
se condivise regolando l'accesso a que- 
ste tramite funzioni di sistema come la 
«Lock-UnLock» o i meno rudimentali 
semafori. 

Non ci siamo però, volutamente, po- 
sti il problema di come proteggerci dallo 
stallo ossia da quelle situazioni in cui più 
processi non possono proseguire per- 
ché in attesa di risorse in quel momen- 
to utilizzate da altri processi che atten- 
dono a loro volta altre risorse utilizzate 
da noi. 

È chiaro che se il processo «A» assu- 
me il controllo esclusivo della risorsa 
«a» e tenta di accaparrarsi anche la 
risorsa «b» attualmente in uso presso il 
processo «8” che a sua volta cerca di 
guadagnare la risorsa «a>i, i due proces- 
si rimarranno bloccati (in stallo) per 
sempre. A meno di non prendere i 
soliti, necessari, provvedimenti. 

Facciamo subito un primo esempio: 
immaginiamo di dover accedere in ma- 
niera esclusiva ad una struttura dati 
condivisa sulla quale effettuare opera- 
zioni. Fatto questo procediamo all'acqui- 
sizione di una seconda struttura dati per 
aggiornarla con i nuovi valori della prima 
per poi terminare ancora le operazioni 
su quest’ultima prima di rilasciarla com- 
pletamente. 


Potrebbe essere l'esempio della lista 
posti e lista attesa di un qualsiasi volo 
aereo: chiusa l'accettazione dei preno- 
tati è necessario accedere alla lista dei 
posti per conteggiare quelli ancora libe- 
ri, accedere alla lista d'attesa per prele- 
vare un pari numero di viaggiatori «spe- 
ranzosi», e accedere nuovamente alla 
lista posti per aggiornare l'elenco dei 
viaggiatori. 

Utilizzando le «P» e «V» viste io scor- 
so mese, il processo potrebbe avere 
una struttura di questo tipo: 

P(Seml) 

Utilizzo struttura t 
P(Sem2) 

Aggiornamento struttura 2 
V(Sem2) 

Utilizzo struttura 1 
V(Sem1) 

Un'altra procedura, differente dalla 
prima potrebbe avere la necessità di 
accedere alle due strutture dati condivi- 
se in ordine inverso: 

P(Sem2) 

Utilizzo struttura 2 
PISemI) 

Aggiornamento struttura 1 
V(Seml) 

Utilizzo struttura 2 
V(Sem2) 

Cosa succede se le due procedure 
appena mostrate sono eseguite con- 
temporaneamente ad esempio da due 
terminali diversi? 

Molto probabilmente si ha uno stallo 
in quanto il primo processo acquisisce 
l'uso esclusivo della struttura 1 e non la 
rilascia fino a quando non ha eseguito 
tutte le sue operazioni, 
Contemporaneamente potrebbe fare 
lo stesso la seconda procedura, acqui- 
sendo l'uso esclusivo della struttura 2 
prima che lo faccia anche il primo pro- 
cesso. In pratica potremmo facilmente 
trovarci nella situazione in cui il proces- 
so 1 ha acquisito la struttura 1, il pro- 
cesso 2 ha acquisito la struttura 2, il 
processo 1 attende la liberazione della 



292 


MCmicrocomputer n, 106-apnle 1991 



MULTITASKING 



Struttura 2 (in mano al processo 2 che, 
di certo, non la rilascia) e il processo 2 
attende la struttura 1. Attesa infinita, ,, 


Una prima soluzione 

Un primo metodo drastico per risolve- 
re il problema è quello di vedere le varie 
risorse cui siamo interessati nel corso 
della nostra elaborazione come un'unica 
risorsa indivisibile. In altre parole avre- 
mo un solo semaforo che controlla l'ac- 
cesso simultaneo a tutte le risorse (in 
gioco) contemporaneamente. In pratica 
ogni processo che accede ad una qual- 
siasi risorsa condivisa blocca l'accesso 
a tutte le risorse disponibili e dunque, 
banalmente, il problema è risolto utiliz- 
zando erroneamente la forza. 

Erroneamente proprio perché si 
avrebbe un costoso degrado delle pre- 
stazioni globali a causa del fatto che 
non è giusto bloccare tutto il bloccabile 
solo perché un singolo processo deve 
accedere ad una singola risorsa. E in più 
sarebbe come fare un vergognoso pas- 
so indietro rispetto alla gestione risorse 
“3 semafori che ha proprio come van- 
taggio principale il fatto di suddividere le 
risorse condivise in classi distinte e 
proprio per questo singolarmente arbi- 
trabili. 

Ciò che bisogna fare è prevenire i 
possibili stalli: agire prima che sia trop- 
po tardi con metodi non cruenti (esclu- 
dendo. cioè, la possibilità di uccidere i 
processi coinvolti in uno stallo), 

Grafi e prenotazioni 

Un metodo per prevenire gli staili c'è 
e consiste neH'istituire, oltre alla mutua 
esclusione implementata attraverso se- 
mafori, un meccanismo di prenotazione 
delle risorse. 

In pratica ogni processo quando entra 
in una sezione critica che a sua volta 
contiene altre sezioni critiche chiede 
l'uso esclusivo della prima e in più si 
prenota per quelle che. eventualmente, 
utilizzerà al suo interno. 

Il sistema concederà in questo modo 
l'uso esclusivo della prima sezione criti- 
ca solo se le prenotazioni indicate non 
generano la possibilità di stallo con gli 
altri processi (che a loro volta hanno 
fornito le loro prenotazioni). 

Nell'esempio sopra visto, (a prima P 
sul Semi diventerà una P su Semi con 
prenotazione Sem2: in pratica si chiede 
che venga dato l'uso esclusivo delia 
risorsa controllata da Semi e si avvisa il 
sistema che prima di rilasciare tale risor- 
sa potrebbe essere utilizzata anche la 
nsorsa controllata da Sem2. 

Il codice del primo processo diventa 
grosso modo così: 

MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991 


PISeml. Sem2l 
Utilizzo struttura 1 
P(Sem2) 

Aggiornamento struttura 2 
V(Sem2) 

Utilizzo struttura 1 
V(Sem11 

quello del secondo: 

P(Sem2, Semi) 

Utilizzo struttura 2 
PISeml) 

Aggiornamento struttura 1 
V(Sem1) 

Utilizzo struttura 2 
V(Sem2) 

A questo punto il sistema rifiuterà la 
P(Sem2. Semi) del secondo processo 
se verrà eseguita dopo la complementa- 
re richiesta del processo 1, evitando in 
questo modo lo stallo. Ma come fa il 
sistema per stabilire che una certa se- 
quenza di prenotazioni può indurre uno 
stallo? 

L'algoritmo esiste, ma per descriverlo 
nel più semplice dei modi ci avvarremo 
di un grafo. 

In pratica il sistema mantiene una 
tabella delle prenotazioni che si modifi- 
ca man mano che vengono eseguite le 
varie P e V sui semafori. Prima di con- 
cedere 0 meno l'uso esclusivo di una 


risorsa condivisa viene generato all'in- 
terno del sistema il grafo delle prenota- 
zioni ed esplorato per stabilire se esiste 
0 meno la possibilità di stallo. 

La tabella delle prenotazioni è forma- 
ta da una riga per ogni risorsa condivisa 
e contiene i seguenti campi: 

1) stato della risorsa 

2) processo utilizzatore 

3) lista prenotazioni. 

Il primo campo è generalmente im- 
piegato per indicare lo stato della risor- 
sa in questione. Il secondo indica il 
processo che, in quel momento, sta 
utilizzando in modo esclusivo la risorsa. 
Il terzo campo contiene la lista dei pro- 
cessi che hanno prenotato la risorsa ma 
che ancora non ne hanno chiesto l’uso 
esclusivo. A partire dalla tabella delle 
prenotazioni é generato il grafo delle 
prenotazioni come mostrato nei tre 
esempi di figura 2. 

Nel primo dei tre esempi l'unità U1 é 
attualmente utilizzata dal processo PI e 
ha una prenotazione da parte di P3 e 
P2, l’unità U2 è utilizzata da P2, l'unità 
U3 è utilizzata da P3 e ha una sola 
prenotazione da parte di P2. Nel grafo 
corrispondente (figura 2b) gli archi 
uscenti dai nodi «processo» indicano 
Tutilizzo in esclusiva da parte di questi, 
gli archi uscenti dai nodi «unità» indica- 
no le dipendenze dovute alle prenota- 
zioni. (iosi U3 (sempre in figura 2b) è 

293 


MULTITASKIMG 


utilizzata in maniera esclusiva da P3 ed 
avendo quest’ultimo una prenotazione 
anche per U1 (P3 compare infatti anche 
nella lista prenotazioni di questa unita) é 
con questa coHegata da un arco unità- 
unità, 

L'assenza di stallo è graficamente 
rappresentata dall’assenza di cicli di di- 
pendenza tra le unità: non esiste infatti 
un percorso che partendo dall’unita UX 
attraverso le frecce dirette torni nuova- 
mente sull’unità di partenza. 

Diverso è il caso della tabella di figura 
2c e relativo grafo di figura 2d. LI il 
percorso circolare esiste, infatti parten- 
do da un qualsiasi nodo unità seguendo 
le frecce sì torna allo stesso nodo di 
partenza: stallo immediato. 

Del resto dando uno sguardo più at- 
tento alla relativa tabella possiamo de- 
durre lo stallo anche senza bisogno di 
grafo L’unità U1 è utilizzata da Pi; 
l’unità U2 è utilizzata da P2; l’unità U3 è 
utilizzata da P3. Inoltre P3 ha una preno- 
tazione per U1, P2 per U3 e PI per U1. 
PI «mollerà» DI dopo aver utilizzato 
anche U2 che è utilizzata da P2 che la 
lascerà dopo aver utilizzato U3. Questa, 
a sua volta, é utilizzata da P3 che la 
lascerà dopo aver usato anche DI che é 
utilizzata attualmente da PI. Classico 
gatto che si morde la coda... 



Figura 3 - Tabella prenotaiioni e relaliM grafo per sei processi che si conientìono sei unita Nella seconda 
delle due ipotesi si ha uno stallo 


Costruiamo un grafo 

Come esempio finale di quest’articolo 
proviamo a giocare con sei processi che 
si contendono l’assegnazione esclusiva 
di altrettante risorse condivise. Possia- 
mo immaginare che al sistema operati- 
vo arrivino le seguenti sei richieste da 
altrettanti processi: 

PI P(Sem1, Sem2, Sem3, Sem5) 

P2 - P(Sem2) 

P3; PlSem3, Sem5) 

P4' P|Sem4, Sem21 
P5. P(Sem61 

P6': P(Sem6, Semi, Sem4) 

Come negli esempi precedenti il se- 
maforo «SemX» controlla l’unità UX e 
nelle P con più parametri il primo identi- 
fica il semaforo sul quale si richiede 
l’accesso. I rimanenti parametri indica- 
no le prenotazioni su altrettante risorse 
condivise. Ad occhio, sapreste giudicare 
se la sequenza di P sopra indicata met- 
te I processi (non necessariamente tut- 
ti) in stato di sfallo? 

No, non c'è stallo: possono essere 
soddisfatte tutte le P. Vediamo perché: 
ci aiuteremo con un grafo, mostrato in 
figura 3b, La costruzione é assai sempli- 
ce. Si tracciano tanti nodi quante sono 
le unità condivise e da ognuno di questi 
tante frecce dirette verso i nodi segna- 


lati nelle liste di prenotazione. Così da 
quanto evidenziato dalla prima delle sei 
P da U1 tracceremo tre frecce verso 
U2, U3, U5. Con la seconda P, non 
essendoci prenotazioni non aggiungere- 
mo alcuna treccia. Con la terza P tracce- 
remo semplicemente un arco da U3 a 
U5 e cosi via fino alla ses.ta P ottenendo 
il grafo mostrato in figura 3b. Come 
facilmente visibile «ad occhio» non esi- 
ste un percorso circolare che partendo 
da uno qualsiasi dei nodi riporti ai nodo 
di partenza; non c’é infatti pericolo di 
stallo. 

Certo la cosa cambia se poco dopo 
P5 esegue una V(Sem5) (liberando U5) 
e prima che altri processi blocchino la 
risorsa esegue un bel P(Sem5, Sem6). 
La tabella prenotazioni è mostrata in 
figura 3c, il nuovo grafo in figura 3d. 
Qui lo stallo c’é in quanto esiste un 
percorso circolare che partendo da U1, 
U5 0 U6 porta allo stesso nodo di 
partenza: il sistema non deve permet- 
tere questo: P5 verrà sospeso come 
se avesse trovato la sezione critica oc- 
cupata da un altro processo mentre 
sarà concessa la medesima sezione cri- 
tica ad esempio a PI o P3 che avendo- 
la già precedentemente prenotata non 
aggiungono nuovi archi ai grafo e quin- 
di probabilità di «introdurre» cicli e 
quindi stalli. 


Dal punto di vista del computer 

Certo un conto é prendere carta e pen- 
na e disegnare un bel grafo, ben altro è la 
visione dal punto di vista del computer 
che ha schemi di funzionamento diversi 
dalla nostra visione-intuizione. Un grafo 
può essere memorizzato sotto forma di 
lista multipla in cui i nodi sono gli elemen- 
ti della lista e gli archi i puntatori tra 
questi- E la visita di un grafo non é certo 
un problema irrisolvibile, specialmente 
quando si hanno a disposizione linguaggi 
di programmazione ricorsivi. In altre paro- 
le il grafo viene costruito e aggiornato in 
memoria ad ogni chiamata P contenente 
prenotazioni. L’aggiornamento in questo 
modo è semplicissimo: basta riportare 
nei vari campi i puntatori agli elementi 
indicati neila lista di prenotazione. Per la 
visita i problemi non sono poi così tanti. Si 
parte infatti dal nodo che abbiamo in quel 
momento aggiornato (relativo alla unità 
che si intende utilizzare, indicata nel pri- 
mo parametro della P) e da quello si 
scorre il grafo come fosse un albero. La 
visita ha esito positivo solo se termina 
senza mai ripassare per il nodo in parten- 
za. Da notare che non è possibile entrare 
in cicli in cui non è compreso l’ultimo 
nodo aggiornato in quanto ciò indichereb- 
be la preesistenza di cicli che avremmo 
dovuto scartare precedentemente. 


MCmicrocomputer n. 106-apnle 1991 


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STAE 

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SMALLTALK 

Smalltalk/y - Aspetti 


Il mese scorso abbiamo detto 
che una classe è 
l'implementazione di un tipo 
di dato astratto basata sui 
concetti di ereditarietà, 
incapsulamento e 
polimorfismo. In questo 
articolo vedremo come 
realizzare una classe 
in Smalltalk 


seconda parte 

di Tommaso Masi 

Coerentemente alla definizione data, 
il nostro discorso deve iniziare dal con- 
cetto di tipo di dato astratto (TDA). Un 
TDA è un modello di una entità reale sul 
quale è definito un insieme di operazio- 
ni, È possìbile definire TDA su concetti 
matematici, numeri o matrici, o informa- 
tici, stack 0 array, così come su oggetti 
reali, quali fatture commerciali o appa- 
recchiature meccaniche, Un TDA è la 
formalizzazione delle proprietà di una di 
queste entità mediante la descrizione di 
un insieme di operazioni di cui questa 
entità può essere oggetto. Un numero, 
ad esempio, può essere sommato ad 
un altro, uno stack può essere ingran- 
dito per accogliere un nuovo elemento, 
una fattura può essere saldata dal dien- 
te a cui è indirizzata. 

Un TDA costituisce il passo prelimi- 
nare per la definizione di un tipo di dato 
da utilizzare in un programma. Si dice 
«astratto» in quanto la sua definizione 
prescinde da ogni possibile implemen- 
tazione. Ad esempio, nel numero 102 
dello scorso dicembre, Sergio Poiini, 
nella rubrica Turbo Pascal, ha presenta- 
to due possibili implementazioni per il 
TDA matrice, In Turbo Pascal (fino alla 
versione 5,0) l'implementazione di un 
TDA avviene mediante la realizzazione 
di una unii, nei linguaggi Object-Oriented 
mediante la definizione di classi. 

Una corretta programmazione object- 
oriented deve essere fondata sull’astra- 
zione sui dati. Tuttavia, benché esistano 
a riguardo delle metodologie e delle ap- 
posite simbologie mediante le quali de- 
scrivere formalmente i TDA, ci riservia- 
mo dì trattarle in una prossima occasio- 
ne e torniamo a parlare di Smalltalk. 

La definizione di una classe 

L’implementazione di un TDA, qual- 
siasi linguaggio si adotti, comporta la 
definizione di una struttura di dati e di 
una serie di procedure che operino su 
questa. In Smalltalk la struttura di dati è 
data daH’insieme delle variabili di 
istanza, mentre le procedure sono co- 
stituite dai metodi. Queste due parti 
dell’implementazione del TDA vengono 
entrambe definite nella classe. 

Per illustrare gli aspetti sintattici della 
definizione di classi ci proponiamo di 


sintattici 


descrivere la classe Stack presentata in 
figura 1. 

Le proprietà del TDA stack sono no- 
te: si tratta di una struttura LIFO i cui 
operatori tipici consentono le operazioni 
di PUSH (con cui si mette un nuovo ele- 
mento in cima allo stack) e di POP (che 
al contrario lo elimina). A queste spesso 
si affianca un terzo operatore, TOP, che 
lasciando immutato lo stack, ne restitui- 
sce la cima. 


L'ereditarietà fra classi 

In Smalltalk la prima scelta da pren- 
dere per implementare un TDA in una 
classe riguarda il rapporto di ereditarietà 
della stessa. Nei linguaggi object-orien- 
ted, una nuova classe (la sottoclassei 
può essere definita a partire da un rap- 
porto di discendenza da un'altra (la su- 
perclasse) In quanto è possibile limitar- 
si a specificarne solo le differenze ri- 
spetto a quest’ultima. Si parla di eredi- 
tarietà singola se una classe non può 
avere più di una superclasse, e di ere- 
ditarietà multipla quando possono es- 
serci piu superclassi per una stessa sot- 
toclasse. Lo Smalltalk, come il Turbo 
Pascal, offre l'ereditarietà singola, Tut- 
tavia, a differenza del Pascal, in Smal- 
ltalk quando si crea una classe bisogna 
sempre specificarne la superclasse. È 
ammessa, infatti, una sola classe senza 
superclasse, la classe Object. Ogni altra 
deve essere, quantomeno, discendente 
di questa. Object è una classe di siste- 
ma (cioè una classe fornita insieme al 
linguaggio) che definisce un insieme di 
messaggi fondamentali, a cui ogni og- 
getto deve poter rispondere. Ad esem- 
pio, il messaggio class, che restituisce 
la classe di appartenenza di un oggetto, 
viene definito in Object. 

Nella scelta della superclasse è, ov- 
viamente, di fondamentale importanza 
la conoscenza delle classi già esistenti. 
Non avendone ancora esaminate, fino- 
ra, facciamo discendere Stack diretta- 
mente da Object. 

Le variabili di istanza 

A questo punto possiamo occuparci 
della struttura di dati da adottare. Come 
già detto, in Smalltalk si parla al riguardo 


296 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


SMALLTALK 


di variabili di istanza. Queste sono delle 
variabili private detroggeno, inaccessi- 
bili al suo esterno se non nei modi con- 
cessi dai messaggi definiti nella sua 
classe (in questa inaccessibilità si con- 
cretizza il concetto di incapsulamento^. 
Il numero ed i nomi di queste variabili 
vengono anch'essi definiti nella classe: 
in questo modo ogni istanza avrà Io 
stesso insieme di variabili private, sep- 
pur con valori differenti. Ad esempio 
ogni stack potrebbe avere due variabili 
di istanza: items, un array, e last, l'in- 
dice nell'array dell'ultimo elemento in- 
serito. In tal caso l'esecuzione dei mes- 
saggi in figura 2 produrrebbe due istan- 
ze di Stack il cui stato interno (cioè i va- 


lori delie variabili di istanza) è riportato 
in figura 3. 

Ogni oggetto è accomunato con gli 
altri della stessa classe da una identica 
struttura delle variabili di istanza e da un 
identico insieme di messaggi a cui può 
rispondere (questo insieme in Smalltalk 
è detto protocollo). Ciò che differenzia 
più istanze della stessa classe è invece 
il contenuto delle rispettive variabili di 
istanza. 

Tornando al nostro problema, quello 
della scelta della struttura delle variabili 
di istanza di Stack, abbiamo optato per 
una soia variabile contenente una istan- 
za della classe OrderedCollection. Que- 
sta è una classe di sistema che defini- 


sce una specie di array dinamico, in gra- 
do di espandersi e contrarsi per conte- 
nere un numero variabile di elementi. In 
una OrderedCollection è possibile inse- 
rire elementi sia in testa che in coda, e 
ciò consente di simulare facilmente il 
funzionamento di uno stack. è quanto 
viene fatto nella classe Stack. 

Le decisioni prese finora, riguardo il 
rapporto di ereditarietà della classe Sta- 
ck e la struttura delie variabili delle sue 
istanze, sono sufficienti per dichiarare la 
nuova classe. Questo avviene nelle pri- 
me quattro righe di figura 1. 

Si tratta di un messaggio inviato alla 
classe Object in cui si specifica il nome 
della nuova sottoclasse, e quello della 
sua unica variabile di istanza. Come si 
vede dal selettore di messaggio, una 
classe può avere anche variabili di 
classe e dizionari di pool, ma per ora 
possiamo trascurarli: Stack non ha né 
variabili di classe, né dizionari di pool. 

La mancanza di tipizzazione 

Prima di passare alla definizione dei 
metodi corrispondenti ai messaggi pu- 
ah:. pop e top. che costituiranno il pro- 
tocollo degli stack, è il caso di porsi una 
domanda. Abbiamo detto che la varia- 
bile contenta sarà una OrderedColle- 
ction, attraverso la quale implementere- 
mo il funzionamento dello stack. Nella 
dichiarazione della classe ne abbiamo, 
tuttavia, specificato soltanto il nome. 
Come dichiararne il tipo? 

Qui incontriamo una caratteristica del 
linguaggio abbastanza inusuale: le varia- 
bili non sono tipizzate. In Smalltalk, la di- 
chiarazione di una variabile non ne com- 
porta l’associazione con un tipo. Ogni 
variabile appena dichiarata viene asso- 
ciata a nil, l'oggetto indefinito. Succes- 
sivamente alla dichiarazione, possiamo 
associarie qualsiasi oggetto, mediante 
una espressione di assegnamento. Si 
veda la figura 4. Appena dichiarata, nella 
prima riga dell’esempio, la variabile v 
vale nil, successivamente un assegna- 
mento le fa referenziare una stringa. In 
seguilo, con il secondo assegnamento, 
V viene ad assumere un valore nume- 
rico. 

Il principale svantaggio di questo ap- 
proccio è dato dalla povertà dei controlli 


Object subclass: #8tack 
iDstanceVa^iable^alne8: ' 
classVarlableNanes ; ' ' 
poolDictlonaries: '' 

Stack class methods 


Stack methods 
initiallze 

"Privato - Ritorna il ricevente dopo averlo 
inizializzato come stack vuoto." 
contente OrderedCollection new 


"Ritorna l'oggetto in cima allo 
dopo averlo rimosso." 

ansver := self top. 
contents removeLast. 
ansver 

push: anObject 

"Ritorna anObject dopo averlo 
aggiunto in cima allo stack." 
contents addLast: anObject. 

■ anObject 


Figure 1 - Implemeniaiione di una classe «Siaci:» 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


297 


SMALLTALK 


Statici sulla correttezza del codice, al 
momento della compilazione, che sono 
limitati agli aspetti sintattici del linguag- 
gio. 

A fronte di questa limitazione, vi sono 
però degli indubbi vantaggi, in quanto è 
possibile mettere in un array oggetti di 
tipo diverso. Ad esempio, l'espressione 
costante "#((23 5 90) ($7 7 '7') Sf Si $n 
Se)" definisce un array di 6 elementi: 
due array e 4 caratteri. Il secondo di 
questi array, inoltre, contiene un carat- 
tere, un numero e una stringa. 

La mancanza di tipizzazione delle va- 
riabili risolve alla radice il problema della 
genericità delle classi. Le caratteristiche 
di un TDA, per esempio lo stack, sono 
le stesse sia che si tratti di uno stack di 
interi che di uno stack di stringhe. A ri- 
gor di logica, quindi, dovremmo avere 
una sola classe Stack. Invece, in quasi 
tutti i linguaggi object-oriented tipizzati, 
è necessario definire una famiglia di 
sottoclassi della classe generica Stack. 
Avremo cosi la classe IntegerStack per 
contenere interi, la classe StringStack 
per contenere stringhe, la classe Li- 
stStack per contenere liste, istanze di 
una famiglia di classi analoga a quella di 
Stack. La realizzazione di strutture com- 
piesse diviene parallelamente abbastan- 
za complicata. 

/ metodi 

Torniamo adesso al nostro problema. 
Al momento della creazione di una 
istanza di Stack, la variabile contenta 
conterrà nil, l’oggetto indefinito. È ne- 
cessario perciò definire un metodo di 
inizializzazione che assegni a contenta 
una istanza di OrderedCollection. 

È quanto viene fatto nel primo dei 
quattro metodi dì istanza in figura 1. I 
metodi definiti in una classe si dividono, 
analogamente alle variabili, in metodi di 
istanza e metodi di classe In figura 1. 

I metodi di istanza sono preceduti dalla 
riga «Stack methods», quelli di classe 


si := stack new. 
s2 := Stack new. 
si pasb: 3; 
push: 5; 
top. 

s2 push: 4; 
pop; 

push; 2; 
push: 8; 
push: 7. 


Figura 2 • Invio di messaggi a due israme. si e s2. 
di una classe Slack implemeniaia come un array 


dalla riga «Stack class methods». Per 
ora occupiamoci dei primi. 

Analizziamo il metodo initialize. Ogni 
metodo inizia con il selettore del mes- 
saggio a cui corrisponde, il cosiddetto 
message pattern. Di seguito, racchiu- 
so tra virgolette, può comparire un com- 
mento esplicativo. É buona pratica di 
programmazione Smalltalk inserire que- 
sto commento iniziale in ogni metodo. 
Di seguito, in initialize, c’è il corpo del 
metodo, in questo caso un semplice as- 
segnamento alla variabile contenta. 

Passiamo al metodo top. Esso resti- 
tuisce l'oggetto in cima allo stack. Que- 
sto viene fatto mandando il messaggio 
last ali’ OrderedCollection contenta. Il 
simbolo «■», premesso ad una espres- 
sione di messaggio, indica che quell’e- 
spressione fornisce il risultato del me- 
todo. Si tratta di una espressione di re- 
stituzione. Sappiamo che l'esecuzione 
di un metodo produce un risultato, ana- 
logamente alle funzioni di molti altri lin- 
guaggi. Il metodo, quando viene attivato 
In risposta ad un messaggio, esegue 
una serie di elaborazioni e restituisce un 
risultato attraverso una espressione di 
restituzione. 

Si consideri il metodo puah:. In que- 
sto viene messo in fondo aH'Ordere- 


dCollection l'oggetto ricevuto come ar- 
gomento (con il messaggio addLast: in- 
viato a contenta), e viene restituito quel- 
lo stesso oggetto attraverso una 
espressione di restituzione. 

Si guardi al message pattern di que- 
sto metodo. Poiché esso riceve un ar- 
gomento, è necessario definire un no- 
me con cui far riferimento, aH'interno 
del metodo, all'oggetto ricevuto. Que- 
sto nome, anObject, è una pseudo va- 
riabile temporanea che viene creata al 
momento dell'esecuzione del metodo e 
distrutta subito dopo. Come ogni pseu- 
do variabile (le abbiamo già incontrate il 
mese scorso) può essere usata per re- 
ferenziare un oggetto, in questo caso 
quello ricevuto come argomento, senza 
poter essere modificata con un asse- 
gnamento. 

In Smalltalk sono infatti vietati gli ef- 
fetti collaterali sugli argomenti dei mes- 
saggi, a tutto vantaggio della robustezza 
del codice. 

E terminiamo con il metodo pop. Co- 
me nelle funzioni del Pascal, anche nei 
metodi è possibile servirsi di variabili lo- 
cali, dichiarate internamente al metodo 
ed esistenti solo durante l’esecuzione 
dello stesso. Come si vede in pop, le 
variabili locali devono essere dichiarate 
prima del corpo del metodo, solitamen- 
te di seguito al commento. La dichiara- 
zione consiste semplicemente nell'elen- 
cazione dei loro nomi all'Interno di sim- 
boli «I». 

I metodi top e push: consistevano in 
messaggi inviati a confenfs. In un me- 
todo tuttavia è possibile inviare messag- 
gi anche allo stesso oggetto che sta 
eseguendo il metodo. La cosa avviene 
con la solita sintassi' il nome del rice- 
vitore seguito dal selettore del messag- 
gio accompagnato dagli eventuali argo- 
menti. Allo scopo esiste un’altra pseudo 
variabile, self, che, durante l'esecuzione 
di un metodo, referenzia l’oggetto che 
in quel momento sta eseguendo il me- 
todo stesso. Vediamo come funziona 
pop. Anzitutto memorizza in ans^ver l’e- 
lemento contenuto in cima allo stack: 
questo viene fatto mandando allo stes- 
so stack il messaggio top. Poi viene ri- 
mosso quest'elemento, mandando il 
messaggio removeLast a contenta, ele- 
mento che infine viene restituito in ri- 
sposta al messaggio con una espressio- 
ne di restituzione. 

Da questi esempi, si evince che la 
scrittura di metodi si traduce in una se- 
rie di messaggi ed assegnamenti in cui 
possono essere coinvolte variabili locali, 
argomenti del messaggio, e l'oggetto 
che sta eseguendo il messaggio stesso. 

Torniamo un attimo, infine, al metodo 
initialize. Come si vede questo non ter- 


Contenuto delle variabili di istanza di si: 

last 2 
1° elemento di items 3 
2* elemento di items 5 

Contenuto delle variabili di istanza di s2: 

last 3 
1° elemento di items 2 
2° elemento di items 8 
3” elemento di items 7 


vaion dalle variabili di 
istanaal degli stack s I 
e s 2 dopo l'invio di 


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MCmlcrocompufer n 106 - aprile 1991 


SMALLTALK 


V := 'la variabile "v" 

a questo punto e" 

una stringa'. 

V := 34 / 12 + 4. 




"Ud nodo sbagliato per ottenere u 
istanza inizlalizzata della class 
{self aew) ioitialize 


mina con una espressione di restituzio- 
ne. In questo caso lo Smalltalk si com- 
porta come se terminasse con la riga 

self». 

Questa è l'espressione di restituzione 
valida per defaull. Un metodo deve in- 
fatti sempre restituire un oggetto, e non 
importa che questo venga utilizzato o 
meno nel punto di chiamata. 

E con questo termina la trattazione 
della sintassi dello Smalltalk. Non prima, 
però, di avere esaminato un ultimo, im- 
portante concetto. 

La doppia natura delle classi 

La definizione di classe come TDA 
'•implementazione di un tipo di dato 
astratto basata sui concetti di eredita- 
rietà, incapsulamento e polimorfismo», 
benché corretta, non è del tutto com- 
pleta. Infatti in Smalltalk una classe, ol- 
tre a costituire il modello (l'implemen- 
tazione) di tutte le sue istanze è. a sua 
volta, un oggetto. 

Questa affermazione, benché possa 
sembrare strana, non dovrebbe meravi- 
gliare più di tanto. Non abbiamo detto 
che ogni entità dello Smalltalk è un og- 
getto? E non abbiamo visto che la crea- 
zione di istanze avviene mandando il 
messaggio new alia classe di apparte- 
nenza? E i messaggi non si mandano 
forse agli oggetti? 

Ogni classe è l'istanza della propria 
metaclasse. Per ogni classe, infatti, esi- 
ste una metaclasse. Le metaclassi ven- 
gono automaticamente create dal siste- 
ma quando definiamo una nuova classe. 
Cosi la classe della classe Stack sarà la 
metaclasse Stack. E come la superclas- 
se di Stack è Object, cosi la superclasse 
della metaclasse Stack è la metaclasse 
Object. 

Le classi sono oggetti che servono 
per definire la struttura ed il comporta- 
mento di altri oggetti, le loro istanze. 
Per svolgere questo compito è neces- 
sano che siano in grado di rispondere a 
determinati messaggi, e che i metodi a 
questi corrispondenti (i metodi di clas- 
se) agiscano su alcune variabili (le va- 
riabili di classe). 

Ogni metaclasse eredita dalla meta- 
classe di Object il messaggio new. 
Questo messaggio ha il compito di 
creare una nuova istanza della classe a 
CUI è stato inviato, allocando in memoria 
uno spazio sufficiente per contenere le 
variabili di istanza. Queste variabili ven- 
gono automaticamente inizializzate a 
nil 

Abbiamo visto che la variabile di 
istanza degli stack deve essere una Or- 
deredCollection. Allo scopo abbiamo 
definito il messaggio initialize. Per otte- 


nere una istanza inizializzata di Stack do- 
vremo perciò valutare la seguente 
espressione; «si ;= (Stack new) initia- 
lize.». 

Il messaggio fra parentesi produce 
una istanza non inizializzata di Stack. 
Questa diventa il ricevitore del messag- 
gio initialize, che mette in contents una 
OrderedCollection vuota e restituisce lo 
stesso stack, che può essere cosi as- 
segnato a s1. 

La soluzione tuttavia non è soddisfa- 
cente. Sarebbe più semplice, e più ele- 
gante, se l'inizializzazione avvenisse die- 
tro le quinte, senza costringere l’utente 
della classe Srack a ricordarsi di com- 
pierla ogni volta che ha bisogno di un 
nuovo stack. Questo può essere fatto 
definendo un opportuno metodo per la 
classe Stack. un messaggio analogo a 
new ma che esegua automaticamente 
l'inizializzazione della nuova istanza. 

È necessario, dunque, provvedere 
Stack di un metodo di classe che ride- 
finisca il messaggio new, ereditato da 
Object. In Smalltalk, analogamente alla 
maggior parte dei linguaggi object-orien- 
ted, quando una sottoclasse definisce 
un metodo per un selettore di messag- 
gio ereditato dalla superclasse, il nuovo 
metodo sostituisce quello ereditato. In- 
fatti quando un oggetto riceve un mes- 
saggio, esso cerca il metodo con cui ri- 
spondere tra I message pattern definiti 
nella sua classe. Se non lo trova esegue 
la ricerca nella superclasse, ed in caso 
negativo nella superclasse di questa, fi- 
no ad arrivare ad Object. É evidente al- 


lora che, in risposta ad un messaggio ri- 
definito, l'oggetto eseguirà il nuovo me- 
todo invece di quello ereditato. 

Questo meccanismo, alia base del 
comportamento polimorfico degli og- 
getti, ha un piccolo inconveniente. Se 
nel nuovo metodo fosse necessario 
eseguire, tra le altre, le stesse opera- 
zioni compiute nel metodo ndefinito, 
come si può accedere a quest'ultimo? E 
li caso del nostro nuovo metodo new. 
esso deve allocare lo spazio per la va- 
riabile della nuova istanza (operazione 
compiuta nel metodo ridefinito) e poi 
inizializzarla. 

Se scrivessimo il nuovo metodo co- 
me in figura 5, il metodo new richiame- 
rebbe ricorsivamente sé stesso all'infi- 
nito. 

La soluzione si trova in figura 1. Il 
messaggio new non viene mandato a 
self, bensì a super Questa è un'altra 
pseudo variabile (l'ultima) disponibile in 
Smalltalk. Con super si referenzia l'og- 
getto che sta eseguendo il metodo, 
esattamente come con self. Tuttavia, 
quando un messaggio viene mandato a 
super, la ricerca del metodo corrispon- 
dente non inizia nella classe dell'ogget- 
to, ma nella sua superclasse. 

Con questo, abbiamo completato la 
classe Stack. e con essa questa breve 
illustrazione della sintassi del linguag- 
gio. Certo, a questo punto qualcuno po- 
trebbe chiderersi; dato che in Smalltalk 
ogni entità è un oggetto, sono degli og- 
getti anche le metaclassi? La risposta 
ad una prossima occasione. /ss 


MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991 


299 


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1 ^1 ^1 ^1 ^1 ^1 ^1 ^1 

IZIIZD 



□□ 

r II 1 




^1 1 

1 II 1 




□□□ 

□□□ 





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□CD 





ZDCD 

□□ 


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□□ 

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□□ 




□□□ 

□□□ 


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□n 

1 ^1 1 

/ [ 


1 


/ 


□□ 


/ f 


Z^CZ] 

□n 

/ 


□cz 


V 1 


1 


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S91-04 SCHEDA MADRE 286 12 MHZ L. 

S91-0S SCHEDA MADRE 286 16 MHZ L. 

S9I-06 SCHEDA MADRE 386 2SH1Z L. 

S91-07 SCHEDA MULTI I/O lOE+CAVI L. 

S91-08 SCHEDA CONTROLLER ATBUS L. 


69.300 

79.000 

127.300 

115.000 

157.700 

269.600 

38.500 

22.100 


CASSE E TASTIERE 

C91-01 C. FLIP TOP AT + ALIM. L. 87.800 
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C91-04 C. ELEGANT AT+ALIM.+OISP. L. 180.300 
C91-0S C. SLIH SLIDE AT+LED+ALIH.L. 162.000 
C91-06 MINITOWER CON ALIHENTATOREL. 135.200 
C91-07 TOWER HEDIO+ALIH. C OISP. L. 180.300 
C91-08 TOWER BIG * ALIM. E OtSP. L. 213.400 


C91-50 TASTIERA 102 TASTI L. 45.200 
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A91-08 CAVO CENTRONICS PARALE. L. 
A91-09 CAVO CENTR.-CEHTR. L. 
A91-10 CAVO HASCHI-FEmiNA L. 
A91-11 DATA SHITCH PARAL. 2 VIE L. 
A91-12 DATA SWITCH SER. 2 VIE L. 
A91-13 DISCHETTO PULIZIA 5-1/4 L. 
A91-14 DISCHETTO PULIZIA 3"l/2 L. 
A91-15 VASC. P.DISK 3'l/2 40 POS L. 
A91-16 VASC. P.DISK 3*1/2 80 POS L. 
A91-17 VASC. P.DISK 5*1/4 50 POS L. 
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7.510 

3.750 

4.650 

4.650 

19.380 

14.870 

2.100 

2.100 

5.850 
7.050 
6.150 
7.210 

5.850 
9.910 

26.300 

37.570 

7.510 

3.750 

26.300 

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c++ 


di Corrado Ciustozzi 


L’overloddìns 


IIC++ é dotato di un meccanismo molto potente, chiamato 
overloading. col quale si può estendere il significato predefinito di 
funzioni ed operatori. In questo modo essi possono essere usati 
anche assieme ai tipi di dati definiti dall'utente Ile classi) con un 
risultato molto efficiente ed elegante 


L'argomento di questo mese riguarda 
il C++ sotto il suo duplice aspetto di 
‘iC migliore» e di «C con classi» (ricor- 
date quanto dicemmo nelle prime due 
puntate?). Si tratta óbW overloading, 
quel particolare meccanismo linguistico 
con CUI in C++ si può estendere od 
alterare la semantica di funzioni ed ope- 
ratori per metterli in grado di lavorare su 
insiemi più ampi di tipi di dati, ivi com- 
presi I tipi definiti dall'utente. L'over- 
Ioading delle funzioni può essere usato 
anche nella programmazione tradiziona- 
le mentre Voverloading degli operatori è 
tipicamente uno strumento OOP, il pri- 
mo serve a generalizzare il significato di 
una funzione e consente di scrivere 
codice più consistente ed elegante, il 
secondo serve a generalizzare il signifi- 
cato degli operatori predefimti e serve 
ad usare i tipi di dati definiti dall'utente 
allo stesso modo in cui si usano i tipi di 
dati predefiniti. 

In entrambi i casi la funzione concettua- 
le svolta daH'overloading é importantis- 
sima: in definitiva essa permette al pro- 
grammatore di esprimersi sempre me- 
diante una notazione naturale, consi- 
stente e ad alto livello anche quando le 
entità coinvolte nelle manipolazioni so- 
no tipi di dati complessi; sarà il compila- 
tore che, in modo del tutto trasparente, 
SI occuperà di gestire effettivamente la 
reale complicazione connessa al ricono- 
scimento ed al trattamento particolare 
delle varie entità manipolate. 

Il termine l'overloading» in italiano 
significa letteralmente «sovraccarica- 
re», ed il senso di tale definizione è 
chiaro: con l'overioading si «sovraccari- 
cano» infatti le usuali definizioni di fun- 
zioni ed operatori per aggiungere loro 
ulteriori significati. Ma parlare del «so- 
vraccarico degli operatori» mi sembra 
sinceramente bruttino e dunque ora e 
nel seguito continuerò ad utilizzare il 
termine originale. 

Come già per (a puntata scorsa dedi- 


cata al concetto di classe, vi metto 
subito in guardia che ciò che dirò que- 
sto mese sarà necessariamente piutto- 
sto semplificato. Anche questa volta, 
infatti, I concetti che tirerò in ballo sono 
piuttosto complessi e necessitano di 
ulteriori approfondimenti per poter es- 
sere compresi appieno. Tuttavia preferi- 
sco darvi subito gli esempi pratici di 
come funzionano le cose in C++ per 
farvi acquisire subito quella particolare 
sensibilità necessaria poi a calarsi nella 
giusta mentalità e nel corretto stile di 
programmazione. A chiarire i dettagli si 
fa sempre in tempo in un secondo 
momento. Dunque se alcune cose non 
dovessero esservi subito chiare non 
preoccupatevi, su tutti questi argomenti 
ritornerò in futuro per puntualizzare in 
modo più rigoroso le questioni che ora 
di necessità devo lasciare aperte, 

E con questa doverosa premessa va- 
do subito ad incominciare, 

Overloading delle funzioni 

Può sembrare strano ma chi viene dal 
Fortran ha già sicuramente avuto a che 
fare con il function overloading o over- 
loading delle funzioni, magari senza 
nemmeno saperlo! Una delle grandi in- 
novazioni del Fortran 77 rispetto al For- 
tran IV fu infatti la definizione di nuove 
funzioni di libreria (parlo ovviamente di 
funzioni matematiche) che fossero «in- 
dipendenti dal tipo» dei loro argomenti, 
E questo, ragazzi, è vero e proprio over- 
loading! 

Ma per spiegarmi meglio torno al C. 
che sicuramente conoscete tutti meglio 
del Fortran (almeno spero...). Dunque, 
sappiamo tutti che nella libreria stan- 
dard del C non esistono funzioni mate- 
matiche che prevedano come argomen- 
ti dei normali float; per convenzione 
infatti tutte le funzioni di libreria in 
floating point hanno come argomenti e 
come valore di ritorno dei doublé. Vi 


siete mai chiesti il perché questa scef- 
ta? Ma proprio per evitare quei problemi 
di proliferazione dei nomi di funzione 
(che già aveva tl Fortran IV) derivanti 
proprio daH'impossibilità di avere l'over- 
ioading sui loro nomi. Ma andiamo con 
ordine. Pensiamo ad esempio alla radi- 
ce quadrata. La funzione sqrt() della 
libreria standard del C é definita come 
doublé sqrt( doublé ), ossia vuole e 
ritorna un doublé Ma se putacaso a noi 
servisse una funzione che fa (a radice 
quadrata di un normale float ritornando- 
ci un float? Dovremmo scrivercela da 
noi, è chiaro, ma supponiamo che que- 
sto non sia un problema. Il punto scot- 
tante è che non potremmo chiamare 
sqrtO questa nuova funzione per non 
creare ambiguità con la sqrtO di libreria. 
Dovremmo chiamarla, che so, fsqrtl). 
Nulla di grave, direte voi, è roba che st 
fa tutti i giorni. Certo, ma se ci pensate 
una tale soluzione è del tutto inelegan- 
te; per quale motivo, infatti, dovrei usa- 
re nei miei programmi due funzioni di- 
verse per compiere una operazione che 
invece è concettualmente sempre la 
stessa? Sempre di estrazione di radice 
si tratta, anche se essa agisce su tipi d> 
dati implementativamente diversi. 

Questo problema, uscito dalla porta 
nel C di K&R, é rientrato dalla finestra 
nel C ANSI che ha introdotto il nuovo 
tipo long doublé ad altissima precisio- 
ne. Come conseguenza si è subito veri- 
ficato il tanto temuto proliferare nella 
libreria standard di funzioni analoghe ma 
diverse: ora abbiamo infatti sqrtO e 
sqrtlO. sinO e sinl(), logO e logli), e via 
raddoppiando; dove le funzioni con la 
desinenza 1 sono quelle che usano i 
long doublé mentre quelle senza desi- 
nenza sono quelle «classiche» 

In Fortran IV, per chi non lo sapesse, 
il problema era ancora più grave, di ogni 
funzione matematica vi erano ancora 
più versioni perché erano ammesse 
quasi tutte le possibilità per gli argo- 
menti ed il valore di ritorno, i quali nel 
peggiore dei casi potevano essere interi 
in singola precisione, interi in doppia 
precisione, reali in singola precisione, 
reali in doppia precisione, complessi in 
singola precisione e complessi in dop- 
pia precisione! (Ricordo che in Fortran i 
numeri complessi sono tipi di dati primi- 
tivi del linguaggio mentre il tipo «reale» 
equivale al «float» del C). 

Come si risolve questo fastidioso pro- 


MCmicrocomputer n. 106 - aprite 1991 


301 


c++ 



blema? Il comitato che mise a punto il 
Fortran 77 si disse; «Ma perché non 
chiamiamo tutte le funzioni simili alio 
stesso modo, lasciando al compilatore il 
compito di scegliere quella giusta?». 
Idea geniale. In effetti la funzione «giu- 
sta» può essere individuata senza ambi- 
guità a tempo di compilazione semplice- 
mente guardando II tipo dei suoi argo- 
menti. Tanto per riprendere il caso della 
radice quadrata, se il compilatore vede 
che l'argomento della funzione è un 
reale allora chiamerà la funzione che 
effettua la radice quadrata fra reali; se é 
un complesso chiamerà quella che agi- 
sce SUI complessi; e cosi via. Il tutto, 
ovviamente, in modo trasparente all'u- 
tente che, dal canto suo, potrà final- 
mente invocare sempre lo stesso nome 
di funzione qualsiasi sia il tipo del suo 
argomento. 


Bene, questo meccanismo è un buon 
esempio di functìon overloading. Quello 
presente in C+-+, diciamolo subito, è 
molto più sofisticato in quanto non sì 
limita alToverloading delle funzioni pre- 
definite di libreria ma consente allo 
stesso utente di scrivere le proprie fun- 
zioni l'overloaded» (sovraccaricate?...) 
nonché di effettuare l'overloading di 
funzioni standard aggiungendovi delle 
estensioni proprie. 

Il functìon overloading in C++ 

Andando nello specifico vediamo co- 
me funziona la cosa in un caso reale. 
Ovviamente vi farò un esempio pura- 
mente didattico e, quindi, semplicistico 
e non naturale. Ma, come tutte le sem- 
plificazioni, serve comunque per avere 
la sensazione di quello che sta succe- 


3 

2.35 

3.15 

4.496187 

4.496187 


Il nsullalo 
del programma 

modulù.epp del 


dendo. Supponiamo dunque di voler 
scrivere una funzione che ritorni <1 mo- 
dulo di un numero, e supponiamo di 
volerla scrivere in modo del tutto gene- 
rale: tale cioè che essa accetti come 
argomento sia un intero che un numero 
in virgola mobile che un numero com- 
plesso. Ricordo che per i numeri reali il 
modulo coincide col valore assoluto 
mentre per i numeri complessi, formati 
da una parte reale ed una immaginaria, 
esso corrisponde al vero e proprio mo- 
dulo del vettore identificato da tali com- 
ponenti, e cioè alla radice quadrata della 
somma dei quadrati della parte reale e 
di quella immaginaria. 

Chiamiamo questa funzione modu- 
lo!) e per semplicità supponiamo di 
prendere in considerazione solo tre ca- 
si: quello in cui il suo argomento é un 
int, quello in cui esso é un doublé e 
quello in cui é una coppia di doublé che 
supponiamo rappresentino un numero 
complesso. 

Ovviamente tn una situazione reale 
questa schematizzazione sarebbe trop- 
po limitativa ed imprecisa ma per i 
nostri scopi va più che bene: abbiamo 
infatti tre tipi di dati assai differenti tra 
loro da «riunificare» in una medesima 
funzione. 

Vediamo dunque nel listato 1 il sem- 
plicissimo modo in cui in C++ si proce- 
de per definire l'overloading di funzioni: 
basta dichiarare più volte la funzione in 
questione, ogni volta specificando op- 
portunamente numero e tipo degli argo- 
menb (righe 9, 10, 11). Vedete che 
quello che in c; sarebbe stato un grave 
errore sintattico, ossia la ridefinizione di 
una funzione, in C++ viene invece as- 
sunto dal compilatore come dichiarazio- 
ne di una funzione sottoposta ad over- 
ìoading. Vorrei notare a questo proposi- 
to che nella versione 1.2 del C++ di 
Stroustrup- era obbligatorio precedere 
ogni dichiarazione come questa con la 
parola chiave overload che, appunto, 
segnalava esplicitamente al compilatore 
le intenzioni del programmatore: ma 
dalla versione 2.0 tale obbligo é caduto 
ed anzi la keyword overload viene con- 
siderata obsoleta e si suggerisce di non 
usarla affatto. 


302 


MCmicrocomputer n. 106 -aprile 1991 


c+- 


Figuia 2 
Il risultato del 
programma 
uactorT.^p del 



Il resto bel programma è di una natu- 
ralezza sconvolgente: alle righe 19 e 20 
chiamiamo la funzione moduloO pas- 
sandole come argomento un intero, alle 
righe 22 e 23 le passiamo un doublé ed 
alle righe 25 e 26 una coppia di doublé. 
In ogni caso procediamo a stampare il 
risultato della chiamata. Seguono le de- 
finizioni delle tre funzioni modulol). 
dapprima quella «per interi» (riga 32) poi 
quella «per doublé» (riga 40) ed infine 
quella per complessi» (nga 48). Come 
SI vede, esse non hanno in sé nulla di 
speciale. 

Bene, in figura 1 possiamo ammirare 
l'output prodotto dai programma e con- 
statare che in ciascuno dei casi presen- 
tati esso é del tutto corretto. Segno che 
il compilatore ha in effetti provveduto a 
richiamare la funzione corretta a secon- 
da del tipo degli argomenti che le abbia- 
mo passato. 

Come questo accada é lungo da spie- 
gare e non è questo il momento di farlo. 
Prometto ovviamente di tornarci in futu- 
ro in quanto si tratta di una nozione 
importante, specie per certe sue conse- 
guenze implementative. Ora tuttavia mi 
basta farvi notare che il meccanismo di 
overìoading delle funzioni non solo esi- 
ste e funziona ma funziona anche molto 


bene ed è assai comodo da usare. 

Vorrei tuttavia sottolineare il ruolo 
fondamentale svolto dal function proto- 
typìng nell'overloading delle funzioni: 
senza una dichiarazione anticipata delle 
varie «possibilità» di scelta, infatti, il 
compilatore non sarebbe in grado di 
selezionare la funzione giusta scioglien- 
do l'ambiguità sul nome; né saprebbe 
riconoscere un caso effettivo di over- 
loading da una chiamata semplicemen- 
te errata, ossia effettuata con parametri 
differenti in numero o tipo da quelli 
corretti. Questo è in effetti il motivo 
principale per cui il function prototyping 
in C-M- è obbligatorio. 


Overìoading degli operatori 

Con l'overloading delle funzioni il 
C-h-h fa già un buon passo avanti verso 
la possibilità di scrivere codice «type 
independent», ossia uniforme e consi- 
stente verso qualsiasi tipo di dato coin- 
volto nelle operazioni. È chiaro che la 
possibilità di utilizzare ciò che semanti- 
camente è la stessa funzione con tipi di 
dati diversi è un’ottima cosa. Però non 
è ancora tutto. Dicevo nei mesi scorsi 
parlando delle classi che in C-t-i- si può 


fare in modo che i tipi di dati definiti 
dall'utente si comportino dal punto di 
vista formale esattamente come quelli 
primitivi del linguaggio. Ciò si ottiene 
mediante l'operafor overìoading o over- 
loading degli operatori, meccanismo per 
CUI il significato e la semantica di un 
operatore vengono estesi per compren- 
dere I tipi di dati dell'utente. 

Anche in questo caso, a ben guarda- 
re, non vi é nulla di sconvolgentemente 
nuovo. In qualsiasi linguaggio vi è alme- 
no un minimo di overìoading degli ope- 
ratori, solo che esso non essendo parti- 
colarmente formalizzato ci sembra natu- 
rale e scontato. Pensiamo tuttavia al 
banale operatore di somma, «-!-»: non 
lo usiamo forse con molteplici tipi di 
dati? Sia che dobbiamo sommare due 
char o due int o due float o due 
doublé 0 infine due long doublé usia- 
mo sempre lo stesso simbolo; eppure 
le operazioni che tale simbolo scatena 
aH'interno del programma sono diversis- 
sime da un caso all'altro! In effetti un 
conto è sommare due byte ad otto bit, 
un altro è sommare due interi a sedici 
bit e via dicendo fino a sommare due 
long doublé da ottanta bit. In altri lin- 
guaggi l’overloading degli operatori è 
ancora più eclatante: ad esempio sap- 
piamo tutti che in Basic il «-I-» viene 
usato anche per «sommare» due strin- 
ghe, cosa che ne provoca in effetti la 
concatenazione. 

Il concetto di operator overìoading, 
dunque, non é nuovo. Allora cosa offre 
in più il C-M- a questo proposito? Molto 
semplice: il fatto che, come per il func- 
tion overìoading, il suo m^canismo è a 
disposizione dell'utente. È cioè l'utente 
stesso che può «overloadare» (che 
brutto!) gli operatori standard, rtdefinen- 
done il significato a piacimento, per far 
si che essi riconoscano i nuovi tipi di 
dati definiti mediante le classi e si com- 
portino opportunamente in loro presen- 
za, Dopodiché si potranno scrivere 
espressioni che coinvolgano tipi di dati 
utente cosi come si fa normalmente 
con le espressioni riguardanti i tipi pre- 
definiti. 

Vi faccio subito un esempio. Suppo- 
niamo che io voglia implementare in 
C-M- il tipo di dato «numero comples- 
so» che, come sappiamo, non é nativo 
in questo linguaggio. Come procedo? 


MCmicrocomputern. 106-aprile 1991 


303 


c++ 



Innanzitutto mi creo una opportuna clas- 
se, diciamola comptex, die rappresenti 
I numeri complessi magari come coppie 
di doublé. Dopodiché, mediante il fune- 
tion overloading. estendo il significato 
delle funzioni matematiche standard per 
farle agire correttamente anche sugli 
elementi della classe complex. Infine, 
mediante \'operator overloading, faccio 
in modo che gli stessi operatori aritme- 
tici possano agire correttamente sui 
complex. A questo punto ho pratica- 
mente aggiunto al C-h+ i numeri com- 
plessi; per usare infatti nei miei pro- 
grammi i dati definiti comptex non ho 
bisogno di ricorrere a strane notazioni o 
all’innaturale uso di funzioni speciali ma 
posso direttamente scrivere normali 
espressioni algebriche contenenti tali 
dati. La sintassi del C-h+ è stata cosi 
estesa, ed il risutato è che posso ora 
usare i convenzionali strumenti linguisti- 
ci del linguaggio per esprimere concetti 
riguardanti tipi di dati differenti da quelli 
nativi, perché questi si comportano ora- 
mai in tutto e per tutto come se fossero 
nativi anch’essi. Volendo potrei aggiun- 
gere al linguaggio il tipo di dato stringa. 



ridefinendo l'operatore «-f» per effet- 
tuare la concatenazione di stringhe co- 
me in Basic. E via dicendo, praticamen- 
te senza timiti. 

Spero di aver reso con chiarezza l'im- 
portantissima valenza concettuale (e 
pratica) dell'overloading degli operatori: 
è questo strumento che. consentendoci 
di estendere a piacimento sintassi e 
semantica del linguaggio, lo rende cosi 
estremamente espressivo e dunque 
versatile, flessibile e potente. 

L'operator overloading in C+ + 

E anche in questo caso, dopo tanto 
parlare, vt presento un esempio per 
farvi vedere «dal vivo» come stanno le 
cose. Valgono ovviamente le stesse av- 
vertenze di prima in merito alle neces- 
sarie semplificazioni cui devo indulgere, 
per cui non prendete il codice che se- 
gue come esemplificativo di un caso 
reale ma solo come illustrazione pratica 
di CIÒ che abbiamo detto finora. 

Supponiamo dunque di voler aggiun- 
gere al linguaggio un nuovo tipo di dati 
che modelli il comportamento di un 
vettore, inteso non nel senso informati- 
co ma in senso fisico. Limitiamoci per 
semplicità ai vettori bidimensionali, os- 
sia a quegli oggetti rappresentati da una 
coppia di valori distinti corrispondenti 
alle componenti del vettore secondo i 
due assi coordinati del sistema di rap- 
presentazione scelto. Nella prima parte 



Listalo 3 Aggiungiamo alla Classe Veetor del 
listalo precedente la pamcalare lunrione operato- 
rHI per etIeiniaiB /'overloading dell'operatore di 
soinma La delmiiione implementa il cancello di 
somma di vettori La keyword friend mette in 
grado tale lumione di accedere ai dati privali della 
classe CUI appariiene 


del listato 2, corrispondente allo header 
vectorl.h, vediamo una implementazio- 
ne veramente ai mimmi termini di que- 
sta ipotetica classe Veetor: la sua parte 
privata é costituita dalle due componen- 
ti del vettore mentre l'interfaccia com- 
prende oltre a) constructor una funzione 
di visualizzazione delle componenti 
stesse. 

Vi faccio per inciso notare che in 
questo esempio la definizione della fun- 
zione printvectorO compare fuori del 
corpo delta classe Veetor (righe 16-22]; 
nulla di strano, già la volta scorsa avevo 
accennato al fatto che le member func- 
tions possono anche essere definite 
all'esterno della loro classe, basta che la 
dichiarazione sia all'interno. 

Una novità è invece la strana notazio- 
ne «Veetor: iprintvectorO» la quale si- 
gnifica appunto che la funzione print- 
vectorO appartiene in effetti alla classe 
Veetor. Essa fa uso deH'opersfore di 
«scope resolutionii («c », ossia «due 
punti due punti»], che serve per chiarire 
gli ambiti di appartenenza di un'entità 
Ne riparleremo presto. 

La seconda parte del listato, corri- 
spondente al modulo vectorl.cpp (la 
desinenza standard per i moduli C + + è 
epp) non fa altro che mostrare banal- 
mente il funzionamento di questa clas- 
se, come SI vede dai risultati mostrati in 
figura 2. 

Tutto chiaro fin qui? Bene, d'altronde 
ancora non c'é nulla di differente da 
quanto visto lo scorso mese. Ma ora 
viene il beilo. Voglio adesso estendere 
l'operatore di somma per largii com- 


304 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


c++ 


prendere il significato di somma di vet- 
tori. (Ricordo che la somma di due 
vettori è un vettore avente come com- 
ponenti la somma delle componenti 
omologhe dei vettori dati). Attenzione 
dunque al coniglio dal cappello: passia- 
mo al listato 3 dove viene fatta la ma- 
gia. Nello header vector2.h ripeto la 
classe Vector ma ora nella sezione pub- 
blica (riga 11 ) aggiungo una nuova fun- 
zione un po' speciale: il suo nome è 
operator+ e. come si vede, ha come 
argomenti due Vector. (La keyword 
friend con la quale viene dichiarata ha a 
che vedere solo con i livelli di accesso 
ai dati privati della classe e ve la spie- 
gherò a tempo debito). È proprio questa 
particolare funzione operator+ che ri- 
definisce (o meglio amplia) tl significato 
dell'operatore «+»> e dunque, in altre 
parole, ne effettua l'overloading. La sua 
definizione (riga 27) discende diretta- 
mente da quanto detto poc'anzi; il vet- 
tore sum da essa ritornato ha come 
componenti (a somma delle componen- 
ti x e y dei due vettori ricevuti come 
argomenti dalla funzione stessa. 

Nella seconda parte del listato ivec- 
tor2,cpp) proviamo allora a svolgere 


effettivamente una somma di vettori. 
Prendiamo i vettori u e v, le cui compo- 
nenti rispettive sono (1,2) e (3,5). e 
sommiamoli assieme usando l'operato- 
re «-I-» (riga 18) mettendo il risultato in 
un vettore 2 ; quindi stampiamo 2 . La 
figura 3 ci mostra m tutta evidenza che 
le componenti di 2 sono effettivamente 
(4,7) come dovevano essere. 

Abbiamo così a tutti gli effetti amplia- 
to il significato dell'operatore di somma 
per fargli comprendere il caso speciale 
in CUI i suoi operandi siano elementi 
della classe Vector. Da notare che la 
sintassi del programma è esattamente 
analoga a quella che avremmo usato se 
u, V e 2 fossero stati tre int 0 tre float 
anziché tre Vector; ossia il nuovo tipo 
Vector si comporta né più né meno che 
come un tipo predefinito. 

Anche qui ci sarebbero a questo pun- 
to da chiarire un migliaio di questioni 
rimaste in sospeso o solo accennate: 
come funziona in realtà tale meccani- 
smo. che rapporto c'è fra la funzione 
operator+() e l'operatore «-h», cosa 
succede con le conversioni di tipo e 
cosi via. Su tutti questi punti ritornerò al 
momento opportuno con maggiore det- 


taglio e rigore. Per il momento comun- 
que le cose che abbiamo visto sono 
sufficienti per capire almeno nelle sue 
linee principali il meccanismo dell'over- 
loading degli operatori e, soprattutto, 
per poterne apprezzare l'eleganza e l'u- 
tilità che lo carattenzzano. 

Conclusione 

Sono cosi necessariamente giunto al 
termine di questa puntata particolarmen- 
te lunga e forse un po' pesante nella 
quale abbiamo visto nei suoi due aspetti 
principali il fondamentale meccanismo di 
overloading offerto dal C++. Credo, da 
quanto detto, che la sua utilità risulti 
adesso ben chiara. 

Se avete a disposizione un compilatore 
C++ provate a compilare i semplici pro- 
grammi di questo mese, per rendervi 
conto dal vivo di come funzionino le cose. 
E poi provate a modificarli, ad esempio 
per estendere le funzionalità della classe 
Vector mediante nuovi overloading. 

lo nel frattempo mi congedo da voi 
rinnovandovi il solito appuntamento al 
prossimo mese. 

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MCmicrocomputer n. 106-apnle 1991 


305 




TURBO PASCAL 


iaign, huMH 


Una pìccola gerarchia dì classi 


Brad J Cox. nel suo 
Object-Onentfcd Proyiainriiing 
(Addison Weslay. Wb7/ 
espone la gerarchia di classi 
implementata 

nell 'Objective-C. l 'Appendice 
A del libro propone delle 
schede con le specifiche 
delle di-/erse classi, in modo 
da consentire all'uiente di 
farne l'uso piu efficace In 
ogni scheda fa spicco un 
«ìndice di maturila^, 
attraverso il quale si esprime 
la probabilità che fuiuie 
ndefinizioni e/o 
reimplementàzioni di uria 
classe possano a/oie impatto 
sul suo use «Si Iràiló di un 
modo di prendere ano della 
realta», spiega Co>, «e di 
ammettere che il sott'A/aie 
non banale matura col 
tempo» Ip 97). Stanley B 
Lippman rincara la dose «li 
buon disegno di una 
gerarchla di classi e difficile 
Chi ci SI dedica puo ben 
aspettarsi di dovei provale e 
riprovare piu volte II disegno 
di tali geraicliie fe oggeno di 
attive riceiche (e di qual<.he 
controversia/, e non vi e 
ancora accordo su un qualche 
insieme di regole-^ f'.-i r 
Primfcr. Addisun '//esley. 

W69. p 347/ 


l/OllllC.IOI.UI'l|^OlBl I ' j 6 ciglile, 


l.b de CoA e I i|jpiiidri a ii<ex 

lune .1 9-etQ.o oeciofeffc l'itUtsifo'.Qo e 
I IfTijjPbi I ibrilòZiOr ib 0 l JCà biobòb, OOMi 
pOMc [yiL C*bSS' ITi uCd ijefolCCio >l> p><jJ 

I jl<c CetiV PJòii oPPo C ><b bPC'Jpi' 
tibafiijbie c óiric‘:nenno\e it p.oieUef.&ii 
clib e irTii^iéSs luU'eiltL che Uàneie 
Con LiQ nor. vi .(ogiio cene, scoteggiaife 
i.eiie piaiiCò infalli, chi piogiéinnià 

Oe/c <^..rare \j>u o. iro^oie e j&oic una 
gfció'Chió g.é pionlò hnagóii eàlcriOfen- 
Oo\ài. cne di ripanne ogni joiia oa zero 

II ./óniaggic della progion.iiiaiione 
cnentòia eii oggetto è dei lebUù proprio 
qaeSlc le pru&bioilita di piO';bOe>e /eio 
Cen.eiitB bulle Oobe OiuOii.e giè OiSp<u 
Ciljiie e tèi. Ili nel ite eCàUeOiie t epenlti 
che obigen^.c 

Cjuei liiOnito Va quiiiOi ilitobo oolnc 
oli ebolieZiOnc a lenelc Lene e nicni.B 
Olle OucliO Clic ^cOieii'iC feàt'Halu in un 

MtOOo e^reOOe potuto ebceie totln on 
U.e molto Ci/cibbiiicnie A/cic jnò 

puololic iCco Obi Oivclbi modi in OOl una 
geiaionic 0< niabe [juO ebbbie ooblnjita 
aiutò ó coyiioiB I punti torti e dePiju 0i 
onò bpbOifioe impibmeniòzio'it; b quindi 



ò tòmb I Ubo pio étfir;eoe Per questo 
mulivo, VI piopoiigo uno picooiò gerer 
>;liió w pòrtiouiàh r;àiò’terislii;;lie non 
e mono ompio, pei non oilungaib troppo 
ulia cs(jPubiZiOrib Olib a/blido r^Ori'ib sr,ru 
pO priii.orii, r^ijblKu d ‘.Onsbrilit Zi rj la 

r^ot. le Ic'.iiiorib celiò OOP. 

dbze èssere suftiCienlerrientb arialitica 
nae ispiiazioiic rja gbrorr;riie olossiche 
(quella deiir, brncilTai^ iii pnino luogoi 
Ilio iibiib pibsenfi oii<,r.e queiie ijie pio 
Oiibiiariifciitb Si piopoi.gono isgii utenti 
dbi Ih . guòrgg. borioi >0 (ilì urbo Visirui i liel 
Pasoòl c le CioSt Lipiary del stu 

protiullo pel iiiruSllolc uòriiaggi b SZÒII 
laggi rj, subite diveiSb 

Lu schema generale 

Nello tìguio I b liaoi^ioto uno soliemo 
Cello gcioini.io, oiib polBtb iio/oie gè 
su MC i.,nr MPCt.Aibi ZlP, oruMib po 
tote veObie tutto Oeiuc do uno oioSSe 
IjaSb PvljJeijl ha bOObZiOfib lo gclorijfud 

01 "itcìòionii, più o uibiiO psiolleiò a 
oobiio delle uooiiezioiiiii. oiib svoige pb- 

lollro auslllòl'ib/ b' 

'lotto ri' uno im|vOstaZiOne mOltO Tre 
quBiiLb II OuorilO r.r^i. sente 0' sti jiloie 
oppibiiO <' Il poiiinortistnry I. delio tut'^P 

uoHie òfJOioiiiO rjiò ZiSlU. ur. rt.eliuOu Zìi 
tijoib detiiiito fuel Olio r.ioSSb puO bSSb<e 

ncctir.ito pC lune IC nioss Oe OubSla 
deiwoi.e assegnando o puntot'ul oi'C 
Classe l.iase gì >nOii'ui d '>ggciì 'Sioiuo 

.a uni i.cii oic- di OuC iiiOlo'Ru inediorilB 
uiiu d ioi< pu>nai,oi vengo po esbgu>t'v 
> noOiOb oon'iSpondcnte oiio detil nZ.iune 
de. metodo pc io n.oSSc di i.u l oggeUO 
di zoilo li zoilo puiiiotu b iStoi'Zo 'se 
iiOi Z tosse onnoro nnionv pztteSlB ino 
gol loti ole agi Bsemp noi. moSS 0' 

i.i.e /■ t,e pioposto nb n.BS 

scoisi. Nb sbrjub r^i,e io tieSSìOUItò Olib 
loie inbccoi.ismo crurisetitb b iiiossiina 
quando Z> b uiio srjió ciossb Pose 

no priM.s i.onsbgubi'Zo b lo piesbiiZò 
0: sliijcluie di doli u'. p'z OiZbtSb do 
qizBile CUI Sioino oOituotJ oitoy set e Si 

O'J/ 


TURBO PASCAL 


mili nel Pascal standard sono strutture i 
CUI elementi devono tutti inesorabil- 
mente appartenere ad uno stesso tipo. 
Il Pascal con oggeiii consente invece di 
realizzare strutture i cui elementi, in 
quanto puntatori alla classe base, pos- 
sono contenere gli indirizzi di istanze di 
qualsiasi classe da quella derivata, dive- 
nendo COSI strutture «polimorfiche» 
Analogamente, si generalizza anche il 
concetto stesso di stiuttura di dati, di- 
venendo la classe astratta «collezione» 
(7Co//ecf/on nel nostro caso, dove la 
<iT» iniziale sta per «tipo», mentre PCol- 
lection Sara «puntatore a collezione») il 
suo compilo e quello di definire i com- 
portamenti comuni ad ogni «gruppo» di 
oggetti, mentre «gruppi» piu specializ- 
zati possono essere ricavati semplice- 
mente derivandoli da quello astratto. 
Vediamo cosi che da TCollection den 
vano TIndexedCotlection e TBag la pri- 
ma e la classe di tutte le collezioni agli 
elementi delle quali si può avere acces- 
so mediante un indice (come nei piu tra- 
dizionali array), la seconda e una sorta di 
contenitore generico in cui tale possibi- 
lità d’accesso manca; ambedue posso- 
no contenere un numero arbitrano di 
elementi, limitato solo dalla memoria di- 
sponibile. 

Da TIndexedColleciian derivano TFi- 


xedSizeColleclion e TOrderedColle- 
ction la prima e piu simile al normale 
array Pascal in quanto ha una dimensio- 
ne massima, la seconda e una collezio- 
ne ai CUI elementi si può accedere con 
indici solo «in lettura»: inserimenti e 
cancellazioni sono invece sottoposti ad 
un vincolo in quanto la collezione viene 
detta «ordinata» nel senso che viene 
mantenuto l’ordine con cui i suoi ele- 
menti le sono stali aggiunti (pensate ad 
uno stack su cui sono consentite le sole 
operazioni push e popi. TSortedColle- 
coan e invece una collezione ordinata in 
CUI viene mantenuto un ordine determi- 
nato dal confronto tra gli elementi via 
via aggiunti e quelli gia presenti. Un tale 
tipo di ordinamento richiede ovviamen- 
te oggetti «ordinabili»: ciò vuol dire che 
in una TSortedCollection possono esse- 
re inseriti solo oggetti che siano istanza 
di classi derivate da TMagniwde. che e 
la classe astratta di tutti gli oggetti per 
CUI sia definito un metodo IsLessThan 
(cioè «e minore di»J. Dovrebbe essere 
evidente la natura delle classi TNumber 
e TSirìng, sui cui comunque torneremo 
in un prossimo appuntamento. 

La classe TBag non e in sé partico- 
larmente utile, ma vale come base di 
TSet, classe di strutture (non indicizza- 
te) in CUI non sono ammesse duplica- 


zioni' come per i set del Pascal stan- 
dard, un elemento viene aggiunto solo 
se non risulta già presento. Vedremo 
subito un esempio d’uso. Il vantaggio di 
una gerarchla di strutture di dati risiedo 
nella possibilità di derivarne raalinonie 
altre. Pensate ad una collezione di re- 
cord aventi ognuno un campo chiave e 
chiaro che, perché il campo chiave sia 
tale a tutti gli effetti, non vi devono es 
sere due record aventi uguali valori in 
quel campo. Bene una possibile solu 
zione e la classe TDiciioiìary. che altro 
non e che un TSet i cui eleinemi sonu 
tutti istanza della classe Mssoe/at/on, 
ovvero di coppie «chiave-valore» (dove 
«valore» sta per l'insieme dei campi 
non chiave), 

L'esempio di Cox 

Prima di vedere in dettaglio la defini- 
zione e l’iniplementazione delle nostre 
classi, voglio proporvi un adattamento 
del Dependency Graph di Cox, cioè del- 
l'esempio di cui Cox SI serve pei illu- 
strare I vantaggi della programmazione 
orientata alToggeito rispetto a quella 
tradizionale Nel sesto capitolo del suo 
libro mette infatti a confronto due diver- 
se implementazioni di un «grato» delle 
«dipendenze» tra i file che compongono 


unit Nodes; 
CSX-t-*) 


uaes Base, Sttings, CoUect, BagSet; 


pcoceduie TNode.AddReference (vaz AnotherNode: THode); 

If Refecences - nil then New (References, InicdOI); 
Reference8*.Add (AnotherNode) ; 


type 

PNoda ■ ■'TNode; 

TNode - object (TString) 

conatructor lnit(a; attingi; 
deatructor Bone; Virtual; 

procedure AddRefetencelvar AnotherNode; TNode); 



Vlalted: integer; 


ln?»leinentation 

conatructor TNode.Init (a: atrìng); 
begin 

TString. Itiit(a); 

Referencea ;• nil; 

Viaited 0; 


procedura TNode. Viait; 


Count: integer * 0; 



begin 

Wtite( ' ' : Count, TNode. Str) ; 
if Referencea <> nil then begin 

if Count <> 0 then WriteC, che'); 
WtitelnC dipende da:'); 

Ine (Count, 4) ; 

Iterator :• Referencea". Initlterator; 
while Iterator" . More do 

PNode (Iterator*. Next)". Viait; 

Dee (Count, 4) ; 

Di3poae( Iterator, Bone) ; 


deatructor TNode. Bone; 
begin 

if Referencea <> nil then Dispoae (Referencea, Bone); 
TString. Bone; 


Figuri 2 - Il file XlOOaSPAS, conlenente aehnmone e implemenls- 
zione della classe TNode 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


TURBO PASCAL 


un programma, cioè della struttura di 
dati su CUI deve operare un MAKE per 
produrre un eseguibile a partire dai suoi 
sorgenti, ricompilando solo quelli che ri- 
sultano modificali dopo l'ultima compi- 
lazione. Il caso ha voluto che due anni 


fa, per discutere di strutture di dati e di 
algoritmi ricorsivi, vi proposi un MiniMa- 
ke che, pur se meno dotato del MAKE 
della Borland, riusciva a svolgere in tut- 
ta onestà (e perfino piu rapidamente) il 
suo compito; nella sostanza, lo stesso 


compito svolto dal grafo di Cox. Ci vol- 
lero set mesi (daH'aprile al settembre 
1989, dopo una puntata introduttiva a 
marzo) per portare a termine il discorso: 
è vero che ciò fu dovuto in primo luogo 
alle frequenti divagazioni (analisi lessica- 


program PceMeXe; 

uses Base, Collect, BagSet, Nodes; 



MakeFile: text: 
Target : TKode; 
Qraph : TSec; 
Itexator: PItecatc 


OIdCh; Chat > fOi 

eh: Chat; 

begin 

wblle not Eof (MakeFlle) do begis 

le OldCh • *0 then ReadIMakeFUe, Ch) 
else begln 
Ch OldCh; 

OldCh #0; 

le Ch - (13 then begln 

ReadtHakeFile, Ch) ; (• per (10 *) 
Lex EOL; 


else If Ch - ' ' then begln 

repeat ReadIMakeFlle, Ch) untll Ch <> ' 
OldCh Ch; 
end 

else begln 


ReadtHakeFile, Ch) 
untll Ch in [(13, ' ' ] ; 
OldCh Ch; 


function Filterlvar S: Taet; var st: stringi : PNode; 

Node, OIdNode: PNode; 
begln 

New (Node, Init (st ) ) ; 

OldNode PNodetS.FlndtNode') ) ; 
if Node’'.IsEqual (OldNade*) then begln 
Dispose (Node, Donel ; 

Fllter :• OldNode; 

else 

Fllter PNode(S.Add(Node') ) ; 


Token: word; 

TokenStr: string; 

PHl, PN2: PNode; 
begln 

Token Lex (TokenStr) ; 

HRD: begln 

PNl :=■ FiltertGraph, TokenStr): 
repeat 

Token :■ Lex (TokenStr) ; 
case Token of 
WRD: begln 

PN2 FiltertGrapb, TokenStr); 
PNl'.ftddRe£erence(PN2") ; 
end: 

EOL: begln end; 
else Exit; 
end; 

until Token <> WRD; 

EOL: begln end: 
end; 

untll FALSE; 
end; 

begln 

If ParainCount <> 1 then begln 

HritelnCUso: PREMAKE <carget>' ) : 

Halt(l); 

end; 

Assign (MakeFlle, 'MAKEFILE') ; 

CSI-*) Reset (MakeFlle) ; (*81+*) 

Wrlteln ( 'Errore apertura MAKEFILE'); 

Halt(2); 

Graph.InitdO); 

Parse: 

Target , Init (PacamStr (1) ) ; 

PNode (Graph.Find (Target ) ) ''.Visit; 

Target. Do ne: 

Iterator :■ Graph.Inltlterator; 
while Iterator''. More do 

Dispose (Iterator* .Next, Done) : 

Graph.Done; 

Close (HakeFile); 


Figura 3 - Il programma PREMAKE che. usando la unir NODES in- 
sieme ad altre della gerarchia di figura I. esegue il lavoro preparatorio 
di un MAKE la costruzione del grafo delle dipenderne tra i Me 


MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991 


309 


TURBO PASCAL 


nmake.exe itmalex.cpu mmsiin.tpu nnipBrser.tpu upstr.obj i 
mnalex.tpu irmalex.pas 
mnsim.tpu iKnsiin.pas 

im^rser.tpu rrmalex.tpu nnaim.tpu m^raec.pas 
upstE.obj upstr.asnt 


Figura d - (Jn esempio di MAKEFILE per il programma PREMAKE 


le e Sintattica dell’input, ncorsivita, pro- 
cedura Exec, ecc.), rna l'intricato dia- 
gramma che potete ritrovare a pagina 
210 del numero di aprile 1989 dà un'i- 
dea della complessità della struttura di 
dati che allora fu necessario costruire. 

Supponiamo invece ora di avere a di- 
sposizione una gerarchia di classi come 
quella della figura 1 ; non vi troviamo im- 
mediatamente quello che ci serve, ma 
possiamo facilmente estenderla. Ragio- 
niamo un attimo: un grafo «è un» in- 
sieme di nodi, ognuno dei quali può di- 
pendere da altri: ogni nodo, quindi, oltre 
ad altre caratteristiche, «è (anche) un» 
insieme degli altri nodi da cui dipende. 
Quanto al resto, un nodo «è (anche! 
un» file, 0 meglio un nome, cioè una 
TStnng. con cui venga denotato un file, 
e deve avere sia metodi per aggiungere 
le dipendenze da altri file che per poi ri- 
spondere l'insieme di tali dipendenze. 
Un nodo deve cioè essere istanza di 
una classe come definita nella figura 2. 

Discuteremo in altra occasione alcuni 
aspetti sintattici propri del Pascal 6.0 
(come la direttiva SX e la parola chiave 
private, facilmente eludibili da chi usi 
ancora la versione 5.5). Per ora limitia- 
moci ad osservare che, a differenza di 
quanto accadde due anni fa. l'imple- 
mentazione del nodo è ora estrema- 
mente semplice: il groviglio delle dipen- 
denze di un nodo dall’altro viene risolto 
mediente un puntatore a TSet, Referen- 
ces, I cui metodi possono essere usati 
nonostante il fatto che la gerarchia di 
classi non aveva il minimo sentore di 
poter essere impiegata anche per rea- 
lizzare grafi dei nostri nodi. 

Può comunque essere utile sottoli- 
neare alcuni meccanismi. Come spesso 
accade, il constructor chiama prima di 
tutto quello della classe da cui TNode 
deriva, mentre il deslructor provvede a 
chiamare quello di TString solo dopo 
aver rilasciato la memoria eventualmen- 
te allocata per References. Il metodo Vi- 
sir, inoltre, si incarica di visualizzare gli 
altri nodi da cui un nodo dipende, e ri- 
corsivamente quelli da cui questi a loro 
volta dipendono, per far ciò e necessa- 
rio percorrere gli insiemi puntati dal 
campo References di ogni nodo, ma ciò 
non può essere fatto con metodi » nor- 
mali». Sappiamo bene che i set del Pa- 
scal standard non sono «iterabili». non 
si può cioè operare iterativamente sui 
(oro elementi, in quanto non esiste un 
■iprimo», un «secondo», un «ultimo» 
elemento. La nostra gerarchia, tuttavia, 
è affiancata da una gerarchia ausiliaria di 
« Iteratomi che implementa quanto ne- 
cessario per tutte le classi derivate, di- 
rettamente 0 indirettamente, da TColle- 
ction; vedremo in particolare che TSet 
eredita l’iteratore di TBag. 


Dopo queste veloci puntualizzazioni, 
rileviamo che Visit si limita a visualizzare 
sullo schermo il grafo delle dipendenze, 
senza verificare le date dei vari file e 
senza procedere a compilazioni. Non sa- 
rebbe difficile aggiungere tali funziona- 
lità, ma non faremmo altro che riportare 
nell'esempio qualche riga del MiniMa- 
ke. Meglio passare subito a vedere co- 
me usare la classe TNode in un pro- 
gramma 

Statico e dinamico 

Nella figura 3 troviamo appunto un 
programma che, usando la umt NODES 
insieme ad altre della gerarchia, costrui- 
sce quel grafo delle dipendenze che co- 
stituisce la premessa di un MAKE. La 
cosa più importante da notare è la ge- 
stione della memoria. A differenza di al- 
tre (ad esempio quella del Turbo Vision), 
la gerarchia che vi propongo implemen- 
ta le collezioni in modo tale che è pos- 
sibile aggiungervi sia elementi allocati 
dinamicamente con New o GetMem 
che normali variabili globali o locali. Co- 
me avremo modo di vedere meglio in 
seguito, ciò comporta che i destructor 
delle collezioni liberano si la memoria al- 
locata per le collezioni stesse, ma non 
quella allocata per i loro elementi (in 
quanto, appunto, potrebbero non esse- 
re «dinamici»). Vi deve provvedere il 
programmatore, come ho fatto con le 
ultime istruzioni di PREMAKE, da «Tar- 
get.Done» a «Graph.Done». Ciò non sa- 



rebbe stato necessario, peraltro, se i va- 
ri nodi non fossero stati creati con New 
Ci SI imbatte qui in sottili problemi su 
cui torneremo più ampiamente in segui- 
to; tanto per darvi un'idea, provate a 
considerare che uno stesso nodo può 
appartenere, oltre che a Graph, anche 
agli insiemi puntati dal campo Referen- 
ces degli altri nodi da cui quello dipen- 
de: una «deallocazione automatica» (in 
quanto operata dai destructor) potrebbe 
portare a tentare di rilasciare piu volte 
una stessa area di memoria, con con- 
seguenze catastrofiche. Ora sara suffi- 
ciente chiarire che la procedura Filler. 
proprio in quanto tutti i nodi sono dina- 
mici, «filtra» I nodi da aggiungere al gra- 
fo nel senso che aggiunge ad esso i no- 
di che non vi siano già contenuti, men- 
tre elimina (rilasciando la memoria da lo- 
ro occupata) gli altri 
PREMAKE richiede la presenza di un 
file chiamato «MAKEFILE» come Duello 
della figura 4 un normale file testo m 
CUI ogni riga contenga il nome di un file 
seguito da quelli da cui dipende (il fatto 
che SI tratti dei file che componevano il 
MiniMake di due anni fa non e casua- 
le...). La funzione Lex percorre il file alla 
ricerca dei singoli nomi di file, che as- 
segna l'uno dopo l'altro al suo parame- 
tro variabile La procedura Parse aggiun- 
ge I nomi al TSet Graph mediante la 
funzione Fi/fer e aggiunge ad ogni nome 
che sia il primo di una riga i nomi che lo 
seguono sulla stessa riga Completati 
cosi I preliminari, si imzializza il nodo 
Target con il parametro dato sulla riga 
comando: con «PREMAKE MMAKE.E- 
XE» SI indica che si intende esaminare 
il grafo delle dipendenze di MMAKE.E- 
XE, con «PREMAKE MMPARSERTPU» 
quello della unit MMPARSER 
La figura 5 riproduce l'output del pro- 
gramma nel primo caso; mi pare un ri- 
sultato piu che apprezzabile per poche 
decine di righe di codice. E vero che 
non includiamo nel conto i sorgenti del- 
le unit della gerarchia, ma c'e un valido 
motivo; la unit MMSIM del MmiMake 
costruiva una struttura di dati utilizzabile 
solo per quel programma, mentre la 
unit BAGSET della nostra gerarchia e di 
uso assolutamente generale: può esse- 
re ri-usata cosi com'è in ogni program- 
ma m cui vi sia qualcosa di cui possa 
dirsi che «è un» insieme. 


310 


MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



I 

f 



CAMPIONI DI POTENZA 


Computer 


COMPUTER 


DESIGNER • 21 

AT 16/21 MHz 
da L. 550.000 

51?K rODl J 


DESIGNER SX 

386 SX 
da L. 949.000 

512K FOD1 2 PS232 PRIMER 


CAD-25 

386 25 MHz 
da L. 1.299.000 

iMB FDDl .2 RS232 PRINTER 


PROCAO-33 

386 33 MHz 
da L. 1.890.000 

64K CACHE IMS F001 2 RS23? 


IPERCAD-486 

486 25 MHz 
da L. 3.790.000 

1MB FDD-' .2 asaà.FWKTEf* 


COPROCESSORI mmmm 

B0287-10 L. 265-OCC 

80387 SX L. 490.000 

80387-25 L. 680.000 

B03S7-33 U 890.000 


OFFERTISSIMA 

S.G.VGA 16 BIT 1MByte 
con MON. 14” VGA 1024x768 

L. 799.000 


SOFTWARE 


APPUCAT1VI PER WINDOWS 
WllvOOArS3.0 INO L. 189.000 

WORC PER VJINDOWS IMG L 390.000 
EXQEl 2.2 PER WINDOWS ING L. 570.000 
TOOL&'XDK PER WINDOWS INt L. 540.000 
WORD PROCESSOR 

WORDt ING U 390.000 

WORDSTAR cO INO L 490.000 

GUATI HO PRO ao INO 590. OOC 


1NQ. L 120.000 
ING. L. 115.000 


TURBO BASIC 
QUICKBASIC 
TURBO I. 

QUICKC 

TURBO PASCAL 5.5 
TURBO PROLOG 


INO «4&.0‘jL 
INO. 1 I5.ua, 
ING. L. 180.000 
ING. L 180.000 


LATA 

DATA bASb £ I: 

DBASE 1/ ' 

FOX BASE . cbc 2 . 
POXfcASfc - 35t2.1 
PAhAOOX 3.0 



e4^.L00 

bbC.UOl. 

Ì49.0OL 



A.JIOSfBIUn / .s.l. iiu.; 

AUlODbSX ANiMAIOH iNO 

DESIGN CAD 2D4.1; ING 

DESIGN CAD 3D 3.L IIU: 

EASY CAD 2.3 ING 

COMMUNICADON5 
I AMbON OOPY PCPLUS ING. 

CROSS IAij<X/ ING 


160-000 

43C.000 

3/5.001. 



PRO CQM KluS • I B INO ■ ilb.ooo 

DESKTOP PUbLISnING 
OMNIPAGE 366 ING lELEF. 

PAGEMAKER 3.01 ING. TELEF 


MONITOR 


hARL UiSi< mmmmmm 


20MB 40ms3.S-MFM 
4OM0 24-2Bms 3.5" IDE 
80MB 15ms3.S'lDE 
120MB I6ms33' IDE 
210MB 1Sms3,5‘ IDE 
330MB I6ms 5.25’ SCSi 
660MB 16ms 5.25 ' SCSi 
1200MB ISins 5,25’ SCSi 
CTBL2FDD+2HDOIDE 
CTRL2FDD*2HODSCSl 


L. 279.000 
I 350.000 
L. 690.000 
L 830.000 
TELEF. 
TELEF 
TELEF 
TELEF 
L 4S.U30 
TELEF 


SCHEDE GRAFICHE 


SK. VGAISeiT 2S6K 1 99.000 

SK. VGA I6 8IT512K ... 195.000 

SK.VQA16BIT1MBTSENG L. 239.000 

SKUVGATMS34010 TELEF 

SK UVGACOMP B514/A TELEP 


VGA 14-Ca.ORE 
VGA 1024x768 
NEC3D 1024<76E 
NEC 40 
NEC 5D 

VGA IV 102a,763 FLAT 



L. S3U.UUU 

TELEF 
L. 990.000 
TELEF 
TELEF 
L. 1,500.000 


■MiM ACCESSORI 

MOUSE 800DP. ITALIANO L 59-000 

HANDV SCANNER LOGITECH Qp L 290.000 
nANDV SCAIilNER COLORI TELEF 

SCANNER MONO PIANO FISSO A4 TELEF 

SCANNER COLiWt PIANO FISSO A» TELEF 
TAVOLtTTEGRARCHE12’x12’ . 390-OoL 

TAVOLETTEGRAFICHE12-X18’ L VSl/.UOO 
DISCHETTI 1.44MB L. 1.600 

DISCHETTI 720KB I 900 

PAXSAfASUNGCfJN Ibi.EFoNC i bU.OOt 


NOTEBOOK 

A4 kg. 2,8 


286 IMBHD20CGA L. 2.200.000 
286 IMBHD20VGA L. 3.050.000 
286 IMBHD40V6A L. 3.200.000 
386SX IMBHD20VGA L. 3.300.000 
386SX IMBHD40V6A L 3.500.000 


i^^BM MODEM 

SK. 300/24UO L. 155.000 

EST. 300/2400 L 210.000 

SK.MOO.c400 FAX Q2 L. 290.000 

SK. MOO. c400 FAX Q3 L 390.000 

S IAMHAN ri 

CITIZEN 1200PLUSSOC120S9A L. 269.000 
EPSON LX400 80C150S9A L JSMOtT 

SAMSUNG «X. 300S SA i 350 000 

bPSONi-A.usb SOL.bbSbA l. bSO.OOO 

CITIZENMSP1SE 136C160S9A l 480.000 
CmZENPROOOT9X136C3000S9A L 750.000 
bPSONFX-050 36/. 220S5A L. 843.000 

CiliZtN i4L blX '44SSF TELEF 

LlliZtNSWiFI 24 bui. -b2S2<A 1E1.EF. 

thSF<VN BOI SOS c4A UMUreOO" 

l-ANAS/jIXiUnA llcbo/ 48C.000 

Nti.FcP.JS eOCIScSi-f 570.000 

tPSVjN ..<c860 80C 200Sc<A > ' kOe.bOO 

Nb'. Fu. 80C 268S24F 990.000 

SAIASUNG136C 220C24A ■ S9C 000 

CiliZENSWiFT24> 360 b2&346 lEi.bF 

bPSON LOIU50- bbi. 220S24A > i 205.000 

NtO P70 sb' 26tK- 44* I 300-000 

bPSijNLOlUbu ót/.MiU.cAh L 1.519.000 

ibAASiNS>hJM£NTSA46PI^LASER L 1.990.000 
bPS'jN bPi7100 A46PPMLASER L1.7SO.OOO 
EI-SONCPJ200 A3 2PPM INKJET L 2.058.000 



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TECNICA PC. 
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RETI LOCALI 


Vìa Malta 8 • 00196 Roma 
Tel. (06^ 8842376/6411987/8450336 

dal Lun. al Sab. 9.00-13,00/16.30-19.30 

GAHAftZiA 12 MESI PHbZZlIJA ESCLUSA 





guida computer 

a cura di Maria Mariorv 


I prezzi riportali nella Guidacomputer sono comunicati 
dai distributori dei vari prodotti e si riferiscono alla 
vendita di sìngoli pezzi all'utente finale. Sui prezzi indicati 
possono esserci variazioni dipendenti dal singolo 
distributore. Per acquisto OEM e comunque vendite 
multiple sono generalmente previsti sconti quantità. I 
dati sono aggiornati a circa 20-30 giorni prima della data 
di uscita in edicola della rivista. MCmicrocomputernon si 
assume responsabilità per eventuali errori o variazioni. 
^utt^prezz^on^V^sclusa^^^^^^^^^^^^^^ 


ACER 

SHfl Srl ■ Vii Fienlim, 17S/A ■ 48IX Sivmi 


ColNii Convetlei per digilaiizaioie 
Modem Pace Uonel V21/V23 


562 DOO 
503 OUO 


SHR-500 +AJ02M-M ■ 8083 6 MHt 6tOK, 2FD 360K, men 12- monocf 
SHR-500 +/021M-M - SDS8 8 MHz 6«K. FD 360K, HD 20M mon 
12" (lionocf 

SHR-500 +/021V-V - 8088 8 MHz, 640K, FD 360K HD 20M mon 14" Mi 
SHR-916P/001M-M • 80286 12MH:, 640R, FD 1 44M mon 14' monocr 
SHfl-9l5P/tì41V-V - 80286 l2MHz 640K. FD 1 44M, HD 40M mon 14' «1 
SHR-915V/041V-M • 00286 16MHz. IM FD 1 44M, HO 40M mon 14' moiw 
SHR-915V/ID1V-M ■ 80286 l6MHz. IM FD 1 44M HD lOOM niM 

SHR-970L2041V-M - 00286 16MHz, IM FD 1 44M, HD 40M display LCD 
SKR-1100LX/041V-U - 80386SX 16MHz. IM FO t 44M HD 40M Display LCD 
SHR-ll20S)tf041V-M - 80386SX 20MH2 IM FD 1 44M HD 40M mon 
14- mono 

SHR-II20SXI101V-M - 80386SX 20MHz. IM FD 1 44M HD 100M mon 

SHR-1120/W1M-M • 80386 20MHz. 2M FD 1 2M HD 40M mon 14- mono 
SHR-1120('101M-M - 00336 20MHz. 2M HO 1 2M HD 100M mon 14' mono 

SHR-1120/211M-M - 80386 20MHz. 2M FO 1 2M HD 210M mon 14- mono 

SHR-1133/041M-M - 80386 33MHz. 4M FD t 2M HD40M mwi 14' mono 
SHR-1133/101M-M - 80386 33MHz, 4M FO 1 2M HD lOOM mon 14“ mono 

SHR-1133/2nM-M • 80386 33MHz 4M FD 1 2M HD 210M mon 14" mono 

SHR-1133/341M-M - 80386 33MHz, 4M FO 1 2M HD 340M mon 14" mono 

SHR-1133F70IM-M • 80386 33MHz, 4M FO 1 2M HD 700M mon. 14" mono 

SHH-t170/041 - 80486 25MHz, 4M FD I 44M HO 40M 
SHR-1170WIV-S - 80406 25MHz, 4M FD 1 44M HO 40M mon 14- col 
SHH-1 170/101 - 00466 25MHz. 4M FD 1 44M MD lOOM 
SHR-1170/101V-S stessa conliguiazione con mcmilor ceiore 
SHR-1170/211M-M • 80486 25MHz, 4M FO 1 44M HD 210M mon 

SHH-1225/101M-M • 604B6 25MHz, 4M FO 1 2M HD IDOM mon 14‘ meno 
ShH- 1225/21 1M-M - come supta con HD 2tOM 
SHH-I2257341M-M - come «pia con HD 340M 
SHR-I22S/701M-M - come sepia con HO 700M 


1 090000 

1690000 

2490000 

1 790000 
3 050 DOO 

2 750 000 

3550000 
5 190 000 
5.890 000 


4600000 
51SCOOO 
5 950 000 
7 050 000 
7 950 000 
8800000 
9900.000 
12300000 
14 900 DOO 
10 500 000 
11800000 
11400000 
12600000 

12900000 

15700000 

15800000 

19200000 

21800000 


AEG OLYMPIA 

AIO Olynipia nniim SpA - Va Stepfìenspn. 54 - 20157 Milano 



1 12 7 000 
1 619.000 
3961000 
5U86UU0 
6205000 
10839 ODO 
I2 06 I0UO 
162/5 000 
1/913 000 


ALPHA MICRO 

Alptié Ulcrosysism Italia SpA 

Va fienaia, 175/A • 4SOI0 fornice lainiini iM/ 


AMl-500-f - NEC V20 256K FD 360K HO 20M mon14' 1450000 

AMI-90-280 - 80286 8/I6MH2. IM FD 1 2M HD SOM mon 14' I BOOOOfl 

AMl-90-286 - 80286 8/12MHz. 1M FD 1 2M HD SOM mon 14 3 55ODu0 

AMI-90-3B6SX -80386SX8/I8MHZ 1 M FO 1 2M HU SOM mon 14 42070U0 

AMI-9D-386 - 80386 25MHz. 2M FD 1 2M cectie 64K HU SOM mon 14' 5 /20 ODO 

AMi-90-386 • 60386 25MHz. 2M FD 1 2M >acne 648 HU 10OM mon 14 / 3/4 000 

AMi-90-386 - 80386 33MHz 2M FD 1 2M udie m HO 10UM mon 14 8 4/1 000 

AMl-90-386 • 60386 33MHz. 2M FO 1 2M uUn 648 HO 100M mon 14 9 502 OUQ 

AMf-90-486 - 80486 25MHZ 2M FD 1 2M ucln 88 HD lOOM mun 14 15HOOOO 
AMI-JUNIOR - 68000/80286 12MHz, 1MFD 144M HO 40M mon 14 6 /80 000 

AM-940M-40 - 68000/80286 12MHZ IM FD 12M HD4DM mon 14 9 280 000 

AM-940M-90 - 68000/80286 12MHZ 1MFD I2MHD90M mon 14 1D3B0W0 


ACORN 

Oelpiti S-P.A - Va Oeiid Veitia il ■ 55043 Varefgio ILUI 


AMSTRAD 

Amsina Sp A - Va faccione. 14 - 20156 Uiana 


3000 - RAM 1MF035' + Mouse 

Archimeoes 410/1 Base - RAM IM - FD 35' mon monocr ris 1280«976 

AicDimeOes 42IV1 Base • come n 410 Base con 2M RAM e HD 20M 

ArdiimeOes 440/1 Base - come il 410 Base con 4M e HD SOM 

Arachimeoes 540 • RAM 4M FO 3 5" m HO 100 

R140 WoihstaOon - RAM 4M HO SOM 

RKO Workslalion • RAM BM FD 35" HD 100M 

R225 WoikSlalion - RAM 4M 

Monitoi Aictiimedes MR 

Monitor Ta«n Multisync 7701 us 

Disk Olive aggiuntivo ipei 410/1) 

Haid Disk 2DM + conlroNei isene 300) 

Pedule Back Piane 
Breinet Expansion Caid 
Floaling Pomi Expansion Caro 
SCSi Adpter Ekpansione Cero 
inleriaccia oer drive asierno 


Chroma 320 - Sctieda genlock per Arctiimedes 
Chioma 335 - StiieOa genlock pei ArctiimeOes 
Chrona 345 - Scheda genlock per Atdiimades 
Digileiizzatore Watlord 

Hawk V9 - Digiiaiizzaiore teal-limo 512x256 


1 460.000 
2650 000 
3 050 000 
5500000 
8540000 

5950.000 

10500.000 
5.450 000 

557 000 
1400000 
306000 
1 102000 
95 000 
1000 OOO 
1350000 

750.000 
115 000 
144 000 

207.000 
494 000 

940.000 
1 259 0OC 

948.000 
1610000 


PC 1512 SD MM-A • 6088/8 MHz. RAM 512K. I FD 360K monoci 

PC 1512 DO MM-A - 8086/8 MHz RAM 512K, 2 FU 3608 monocr 

PC 1512 SD MM-COROM - 6086/8 MHz. RAM 5128 I FD 3608 con dnv 
inietno CD-ROM 550M monocr 

PC 1512 SO CM-A - 8086/6 MHz RAM 512K. 1 FD 3608 colore 

PC 1512 DD CM-A - S086/B MHz RAM 5128 2 FD JÒOK colore 

PC 1640 SO MD-A - 8086/8 MHz RAM 6408. 1 FD 3608 monocr 

PC 1640 DD MD-A - 8086/0 MHz, RAM 6408, 2 FD 3o08 monocr 

PC 1640 HD MD-A • 8086/8 MHz. RAM 6408 1 FD 3608 « HO 30M 


PC 1640 
PC 1640 
PC 1640 
PC 1540 
PC 1540 
PC 2086 
PC 2086 
PC 1286 
PC t286 
PC 1386 
PC 1388 
PC 3286 
PC 3286 
PC 3086 


SD MD-CDROM - 8086/8 MHz, I FO 3608 monca 
SO ECD-A - 8086/8 MHZ RAM 6408. I FD 360H colore 

DO ECD-A - 8086/0 MHz. RAM 6408 2 FD 3608 coioie 

HD ECD-A - 8086/0 MHz. RAM 6408 1 FD 3608 -r HD 3DM col 

SO ECD-CDROM - 8086/8 MHz, RAM 6408 monitor colore 

SD 14 CD - 6086/8 MHz. RAM 6408. FD 7208 mon 14 colore 
HD 14 CD - come PC 2086 SO 14 CD <■ HD 30M 
SD 12 MD- 80286/125 MHz, IMFD I44M mon VGA monocr 
SD 14 CO - 80266/12 5 MHz 1M FD 1 44M mon VGA colore 
SO 12 MD - 80386/20 MHz. IM FD 1 44M mon VGA monoa 
H40 12 MD - come mod PC 1386 SO 12 MD con HO 40M 
SD 12 MD • 80286 15 MHz. IM FD 1 44M monilor mono VGA 
HD 12 MD - stessa conligurazione con HO 40M 
SD 12 MD - B0B6 8 MHz 6408 FD /2DK monitor mono VGA 


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1 790 000 

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1 190 000 


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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991 


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MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991 


317 


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MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


319 



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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 



MCmicrocomputer n 106 • aprile 1991 


321 


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MCmicrocompuler n, 106 - aprile 1991 


Inida computer 


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2M, FD35", HD 89M 
PENTAGON GIGA SPARK 386. 33MHz. RAM AM. R) 35", HD I30M 
PENTAGON A86, 25MHr RAM AM, FD 5 25" HD 130W 
PACCHETTO MONITOR 1A' + SCHEDA HERCULES 

PACCHETTO MONITOR 1A' B/N + SCHEDA VGA 

PACCHETTO MONITOR 14" COLORE MULTISVNC + VGA 102A X 768 


990 000 

1 390 000 

2 190 000 
3290 DOO 
A.990 000 

199000 
349000 
7A9 000 
990 000 


PERIPHERALS 


Peoptuiais Saa - Piaaaie della Vitlona 4 Poamii INA) 



PERSTOR INC. 

Daiamalic Sp.A ■ Via Agordar 34 - 20137 Milane 

PERS01/02 - Hard disk conttolW ARU 6 bit pei XT7AT e consi In grado di 

raddoppiare slettronic la capacilA del disco 350000 

PERS04 - Hard disk + Happy disk conlioIlB ARU 16 bri AT/3B6 compat 

raddoppia la capaciti del disco lisso 600000 


7 6M 749 • ironiloi mimm-iomalifn H irwtoii tiiarxHn VGA PASnoo 

3 CM 9609 - rnonitoi n>ir»i 14' PITCH 039 VGA 6At)r4R0 ;.>nnm 

7 CM 3209 - rnwitor winii 14 PITCH 0 ?R SVGA 1 0PA.7R8 "70000 

4 CM 2789 • mnniuii mimi 20’ pitch 031 hi RES I024''i2fl0 3 000 000 


PLUS 

fdr/rfce ilaiiana 5WiH=ir* A/ia via piem fl 20i2i Miiann 
Hardcard 20 Disco "Oi'li) ACM su scbpda poi PC/XT AOms 


Haidcaril 40 - cpme sopì» mn capacità ACM tAOomfl 

Hardcardii 40 Disco ngi'io su scheda iRA ifi tui apm oso non 

Itìrdcardll 80 cerne sopra mn rapanlà wiM itioonn 

Passporl 20 - Disco 'ÌQì< 10 Winrheslpi »sliaihi|B ?DM PPRorvTn 

Passpori 40 ■ Disco ngid" Winrhpsioi ocpaii'ii» aom ;s4oonn 

Herdcaid 11X150 ■ Disco rigrilo su srt>»1a IRA iB h>l 5?M ' oanixw 

Hardcard IIXU50 DiSf" ngido mn raama t05M ' /sooOO 


POLYTEL 


K£YP0Rr 300 TavoiiBlls m«iu 300 '■omanHi "spono 

KEYCARD IFRAOn 

SUPER KEYCARD 300000 


PROHANCE TECHNOLOGIES INC. 

Daiamalic SpA Vm 4gyrai 34 20127 M>mnr 


PDWERMOUSE H» Supei mmis* mn 4n last; pmarammaOiii tasi 

numeika/lun/ipni tB omoo' d' macm m rinta? 460000 


QMS SARL 

Moda Sii - Via Mafacnn 1I 42100 Bepd'h Fmiia 


PERTEL 

Perni Srl Via Mafleucci. 4 - 10143 Torina 


Oculus 10 - Digilalizz 640x480 colan e B/N 1 500.000 

Ocuius 20 - Digiiahzz 640x480. 256 cdiori su VGA 2.350.000 

Oculus 150 - DigllallTZ bin. lEal-time 3950000 

Ocuius 200 - DlgiQlizz real-iime immagini. 128 livei gngip 3650.000 

Oculus 200 ■ Digitalizz reaMime immagini. 256 Uvei grigia 4 550 OOQ 

Oculus 300 256K - Digilaliz: 1024x512x256 gngi 256KByie 5830000 

Oculus 300 512K - Digilaliza 1024x512x256 grigi 512KByle 6640000 

Digicon b/n pei IBM e campai - 256x256. 8 bil. 256 gray-ievei 750 OOO 


PHILIPS 

Pniiips SpA Piana IV NovemPie. 3 - 20124 Milano 


NMS TC 100 - 8088 10MH2, 1 FD 3.5" 720K CGA 920.000 

NMS TC 105 • 6088 lOMHj, 1 FD 3 5' 720K HD 20M CGA 1 300 DOO 

P 2120KID4 - 8068 lOMHz 1 FD 3.5" 72DK mouse CGA 850.000 

P 2120-024 - 8068 10MHz, l FD 35" 720K HD 20M mouse CGA 1 300.000 

P 3238-044 - 80286 12.5MHz, 1 FD 3.5" 1 44M HD 40M, VGA 2.800 000 

P 3238-104 - 60286 125MHz, 1 FD 35" 1 44M HD 100M VGA 3250000 

P 3348-044 - 80386 sx 20MHz, 1 FD35" 1.44W HD 40M VGA 3700000 

P 3348-104 - 80386 SX 20MHz. 1 FD35' 144M HD lOOM VGA 4 150.000 

NMS 386^5 - 00386 25MHz 64K cache, 4M 2FD 3.5" -l- 5 25' 

H0 105MVGA 8000000 

NMS 386/33 - 80386 33MHz B4K cache 4M 2FD 3 5" -e 5.25' 

HD1Q5MVGA 10 000 OOO 

NMS 386/33E - 80386 33MHz 64K cache 4M 2FD 3.5" -H 5 25" 

HO 350M ESDI. VGA 13500.000 

NMS 486/25E - 80486 25MHZ. 4M 2FD 3.5" -•- 5 25"HD 350M ESDI 19000000 
PCL 101 -aOCSB 10MHz, 1FD 3.5 144M, LCD CGA, I 6Kg 2 300 000 

PCL 203 - 80C286 12.5MHz, 1 F0 35' 144M HD20M, LCD VGA, 3Kg 4 700000 
NMS 1433 - stampante 9 aghi 80 colonne 196 cps 430 ODO 

NMS 1453 - Stampante 24 agni. 80 colonne 196 cps 660 000 

NMS 1 461 - stampante 24 aghi. 80 colonne 240 cps 820 OOO 

NMS 1467 - stampante 24 agni. 136 colonne 240 cps 960 000 

NMS 1481 • stampante LASER 6oAn, 300x300 2 500 000 

BM 7502 - monitor monociomatico toslcn verdi 12" CVBS 205.000 

BM 7542 - monilot monocromatico toslcn bianchi 12" CVBS 205 OOO 

BM 7513 - mohilor monocromabeo Icslcri veidi 12" 190.000 

CM T1342 - monilor colori 14" PITCH 042 CVBS RGB UN HL 520 000 

CM 9032 - monitor colori 14" PITCH 0,42 VGA 31 5 KHz 640x480 610.000 

7 BM 713 - monitor monocfomalico 14’ loslori verdi FSQ TTL 245000 



QMS PS 2200 - siampante Laser 22 patrìne mm 35 inni 
QMS PS 810 • Slampnnte Lese- 6 pacm» mm fi«M PM 35 Innt 
QMS PS 810 TURBO SmmDamo I asei R wc"» mm bam ?M 39 Iniit 
QMS PS 820 TURBO Riemoante Laser « naom* -mn RAM JM 39 'ont 
QMS PS 410 - Stampante I aser 4 pagine mm RAM 2M 45 fprt 
QMS PS 410 Upgrade tM RAM 
QMS PS 410 Upgiade 2M RAM 
QMS PS 410 Upgrade 4M 


31000000 
16 200 ORO 
17200 non 
18900 000 
1200000 
;«K)0(V) 

2R5nnnnn 

7 750 000 
ciao non 
niBnnmjo 
5 400 000 
1030000 
1 470000 
2350000 


RADIUS INC. 

Modo Srl ■ Via Masaccio. 11 - 42»» Reggm fmiha 



2250000 
2900000 
1 120 000 
1 610 000 
7 300 000 
4 500 000 
1 250 ODO 


RENAISSANCE GRX 

Pc Pioa Sr/ • Via Baiano 3i - 20127 Milano 


Scheda VGA 1024x768 inteilacciatd 16 csidti prò graheo 2 lOOOOO 
Scheda VGA 1024x768 non mierlaccialo 16 colori 364K Dram 3 300000 
Come conligurazione precidenie ma con Daughier Board VGA 4000000 
VGA 1024x768 non mleiiaaraifl 256 colorr 384K Oram pio gralirn 4 2300 OO 
Come ccm/iguiazione precedente ma con Deughter Board VGA 4 930 000 


RM COMPUTER 

RM Compolil - Vìa S inrervc. 9/3 ■ 17100 Sirma 


PC RM 100 - 4 77/12MH7. 512K FD 1 2M/720K 705 000 

PC RM 200 - 16MHz. 1M FD 144M connollei 2FD0/2HD AT BUS t iaodoO 

PC RM 200 - come sopra ma con conlioher 2FDD/2HD MFM 1 270 OOO 


324 


MCmicrocomputer n 106 • aprile 1991 



MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 


325 



326 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



3? 7 


MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991 



MCmì< rni 


irifi - aiinio 1PU' 


énid» computer 


VEGAS 


WESTERN DIGITAL 


VeQtì Cmvulf Conrnuiicilions ITALIA sps 
V:i Siidinissg. U9 ■ 50041 esimano (h 


OiOmalK Spi - Va Agodsrt. 34 ■ 30127 Mìinoo 


CE 0808 0 e08S IOMH 2 »0K HD 2DM HG(Va» nwn 14' 

CE 281? 0 . 80286 12MK? 1024K HO 40M VGA mon H' 

CE 261? 0 - 80286 i2MHr 1024K HD 80M. VGA mon 14' 

CS 2616 0 80286 16MHz. 1024K HO 40M. VGA mon 14' 

CS 2616 D 80286 i6MHz 1024K HO SOM. VGA mon 14" 

CS 3616S D - 80386 SX 16MHr. 1024K HO 4QM, VGA mon 14' 

CS 3616S 0 • 80386 SX 16MHr 1024X HO SOM VGA mon 14 

CS 3620S 0 ■ 80386 SX 20MHz. 1024X HO 40M VGA mon 14 " 

CS 3620$ 0 ' 80386 SX 2 OMH 2 1024K HD SOM. VGA mon 14 

CF 2616 0 80286 16 MH 2 1024X HO 40M VGA mon 14 
CF 2616 0 80286 16MW 1024K HO 80U VGA mnn 14 
CF 3616S 0 - 80386 SX I 6 MH 7 1024K. HO BOM VGA mon 14 ' 

CF 3820S 0 - 80386 SX 20MH2 1024K. HD 80M VGA mon 14 

CF 36» 0 - 80386 OX 25MH!, 1024K HO SOM VGA mon 14' 

CF 3625 0 - 80386 DX 25MH?, 1D24K HO 120M VGA mon 14' 

CF 3633 0 - «0386 OX 33MHJ. 4096K. 32K C HD SOM VGA mon 14' 

CF 3633 0 - 80386 DX 33MH? 4096K 32K C HO 120M VGA non 14" 

CF 4625 0 - 80486 25MHz 4096K 64K cache HO SOM VGA mon 14" 

CF 4625 0 80486 »MHj 4096K. 64K cache HD 120M VGA mon 14' 

CT 3675 T 80386 DX 25MHr 1024K. HO 120M VGA mon 14' 

CT 3625 T • 80386 DX 25MHz 1024X HD I8QM VGA mon 14 
CT 3633 T - 80386 DX 33MHz 4096X 32K C HD 120M VGA mon 14' 
CT 3633 T - 80386 DX 33MHz. 4096K, 32K C HD 180M VGA mon 14' 
CT 4625 T • 80486 25MHz. 4096K 64K C HD 180M VGA mon 14 
CT 4625 T 80466 25MKZ 4096K 64K C HD 3O0M VGA mon 14' 


VICTOR 

Vieftv lina Va Acstl« 23. iS’AB Stno'a 


V86PFD - 80C86 10MHz 640K 2FD 720K display LCD 
ve6PHfi 80c86 lOMHz 640X iFD 720K HD 20M display LCD 
VTSSPSO 80286 1 0MHz, 1M FD 1 44M HD 30M display Plasma 
V286MSF - 80286 i2MHz IM FO 1 44M 
V286 M40 - 60286 12MHz 1M FD 1 44M HD 4DM 
V786MB0 • 80286 12MHz 1M FD 1 44M HD SOM 
V286M120 • 80286 12MHr. 1M FD I 44M HD 120M 
V386MSF B0386SX 16MHz 1M FD 1 44M 
V386M 40 - 60386s> 16MHz 1M FD 1 44M HD 40M 
V386M80 ' 80386S> 16MHz IM FO 1 44M HD SOM 
V386M120 ■ 803865» 16MHz IM FD 1 44M HO 120M 
V386T/BIV25 • 80386 25MHz 2M FO 1 44M HO 60M 
V388T/12(V25 - 80388 25MHz 4M FD I 44M HD 120M 
V386T/30(V?5 - 80386 25MHz 4M FD 1 44M HO 300M 
V386T/120/33 - 80386 33MHz. 2M FD 1 44M HO 120M 
V386T/30Q/33 • 80386 33MHz 4M FD 1 44M HO 300M 
V386T/600/33 - 803B6 33MHz 4M FD 1 44M HO 600M 
V486T/30(V?5 - 80466 23MHz 4M FD I 44M HO 300M 
V486T/6O0/25 - 80486 25MHz 4M FO 1 44M HO 600M 
V386TIV120/3.3 • 80386 33MHz 4M FD 1 44M HD 120M 
V386TU/300/33 - 80386 33MHz 4M FO 1 44M HO 300M 
V386DJ«IQ/33 80386 33MHz 4M FD 1 44M HO 600M 


VIDEO SEVEN 

FtUfiifieiaKSoimaSpA va fam. 8 ■ 20I23 Mieno 


V LUX - scheda MDA-CGA HERC fiS 640 x 480 
VGA scheda MDA-CGA.HERC-VGA ns 800x600 

FWR VG scheda MOA-CGA-HERC-VGA ns 1024 x 768-4 
V-HAM VGA 512 - scheda VGA con 512K RAM ns 1024 x 76-16 

V RAM VGA 256 • scheda VGA con 512K RAM ns 1024x76-4 
V6A-10241 - scheda VGA ns 1024 x 76-16 

VGA-10241 51^ come sopra con 512K RAM 


WANG 

Wsng Itila S.pA -SS PsOans Super 20090 Vimodrone LMII 


PC 2S(V16 - 60286 16MHz. IM FD 525"/3.S HD 40M 
PC 280720 - 80286 2DMHZ, IM FD 525'/35' HD 100M 
PC 382 - 80386 20MHz 4M FD 52S"/35' HD 143M 
PC 350/16S - 60386 l5MHz. 2M FD 5 25'/35' HO lOOM 
PC 35IV33C • 80386 33MKz. 4M FD 5 25~/3 5' 64K cache HD lOOM 
PC 3B0/33C - 60336 33MHz 4M FD 5.»'/3S 64K cache KD 200M 
PC 48Q72SC - 80486 25MHz. 8M FD 5 25'/3 S' HD 2D0M 


1 881 000 

2 900 000 
3660 000 

3 225 000 

4 IBS 000 
3495 000 
4 45.5 000 
3940 000 


FileCaid 20 IDE - Hard disx 20 M mieliigenle su scheda 
FileCarfl 30 IDE - Hard d>^ 30 M mlelligenie su scheda 
FiieCaid 40 IDE - Hard disk 40 M 29 Ms mieitigenle su scheda 
Kii 20 - Hard disk 20 Mp -f continuar kil installazione 
Kil 40 - Hard diA 40 MP contralte t kil installazione 
KilSCSi - SCSI Kil 8/16 Ikl 4 Mbps HO -t- FO FASST SoUW b cavi 
SpedKil - HO -I- FDC AT controller 1 1 con cash meraorv 


950000 
1050000 
1 250000 
750000 
I 150000 
IKOOOO 
390000 


4 895000 
3745000 
4 280 000 

4 560 000 
4385000 
5610 000 

5 745000 


11 145000 
11 280000 
6 545000 
7165000 
7705000 
8325000 

12 170 000 
14115000 


3050000 

3950000 

6650000 

3300.000 

4 450 000 

5 300 000 

6 050 000 
3 700 000 


5900000 
6650000 
<0500000 
11400000 
14 650000 
13 800000 
16000000 


22100000 
24 150000 
16 700000 


490 000 


690000 
1 ISOOOO 
1 200000 
550 000 
690 000 


3950000 
6800000 
12 980000 



WYSE TECHNOLOGY 

IVyse Technology - Cenilo Ditsioiele Mitinohon 
S/ocB 7 Pii T2- 22089 Homno m 


Personal Compuler 
"/Y-2108-01 
WY-2108-2D 
'/V 20121-01 


WV70l2i-40 

WV-2112-01 

WY-2112-40 

Wy-2116-01 

WY-2li6-2mb 

Wy-2l164fl 


»VY-3116s«-01 

m-3116s»-2n 


WY-3H6s«-40 

WY-3216H)t 

V7Y-3216-40 

VW-3216-I50I 

WY 3225-01 

WV-3225-l50T 


Wr-3225-300T 

D386SX-I6S-00 

D386SX-16SH)3 

D386SX-16S-4D 

D486/33E-DI 

D466/33E-03 

D486«3E-30OE 

0486/33E-660E 


ZENITH DATA SYSTEMS 

Zenith Osti System loia -SU 7 Psi T3 UlisncPioii. 20089 Rasano IMII 


Z2B6LP-20T/8 - 80286 0VHZ, IM FD 1 44M HD 20M 

Z2B6LP-20T/12 - 80286 12MHz, IM, FD 1 44M HD 20M 

2286LP-40T/12 60266 l2MHz IM. FD 1 44M HD 40M 

7386s>-40 e0366s> 16MHz IM FD 1 44M HO 40M 

2386s«-80 - B0386S» 16MHz. 1M. FO 1 44M KD 80M 

Z38&20-40 - 80306 20MHZ 1M FD 1 44M HO 40M 

2386«0-80 - 80388 20MHz IM FO 1 44M HD SOM 

2366/2S 80 - 80386 25MHz 2M FD 1 44M HO 80M 

2386/25-160 • 80386 25MHz 2M, FD 1 44M HD I60M 

2386/33-150 - 60386 33MHz, ?M, FD 1 44M HD 150M 

Z386X)3-320 - 60386 33MHz, 2M, FD 1 44U HD 320M 

23861^3-150 - 60386 33MHz 4M FD 1 44M HD 150M 

2306/33-320 - slessa contigurazione con HD 320M 

21S 1-1 • 8OC80. 1M 2FD 720l< display LCD 

ZIS 1-2 - 8OC80 2M 2FD 720K display LCD 

2LS i-H - eoese lOMHz IM FD 720K HO 20M display LCD 

ZP164-1T - 80C36 640* 2FD 720* display LCD 

2P164-2T - 60C88 640* 1FD 720* HD 20M 

ZP286-20T - 80286 12 MHz. IM FD 1 44M HO 20M con display LCD 

ZP266-40T - 80286 12 MHz IM FO 1 44M HO 40M con display ICO 

2P286^^0T - 80C286 12 MHz 1M FO 1 44M HD 20M con display LCD 

ZP286e-4flT - BOC286 12 MHz. IM, FD 1 44M HD 40M con display LCD 

ZP386SX-40T - 80306» 16MHz, IM. FD 1 44M HO 40M cfi^lay LCD 

2P386SK-100T - come 2P386sx-40T con HD 100M display LCD 

2MM 149-EP - Moniior I4” VGA analogico 

ZCM 1380-E - Monilor 13’ EGA pompai coloie digitale 

2CM 1390-A - Monitor 13' VGA compal colore analogico 

ZCM 1490-SW - Moniloi 14’ schermo piallo VGA 

RS 322 - Scanner Electropnc4ograpnic 

150 PLUS PAR - Discwiix 150 plus oaratieie * aiimematore 

300 PLUS PAH - Disconi» 300 plus parallela - 1 - aiimemataie 


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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991 


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MCmicfi3Computer n 106 - aiJiite 1991 


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MC 106 


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